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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

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La Commissione europea fa marcia indietro e apre la porta ai nuovi OGM

Posted by fidest press agency su martedì, 4 Maggio 2021

Slow Food è seriamente preoccupata dalle conclusioni dello studio commissionato alla Commissione europea sulle “nuove tecniche genomiche” (NGT), che di fatto apre le porte alla deregolamentazione di nuovi OGM, ignorando il principio di precauzione.«Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare veramente sostenibile. Proponendo adesso di rivedere le regole in materia di OGM, la Commissione decide di non investire in sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente», afferma Marta Messa, direttore di Slow Food Europa. Ancora una volta, quindi, vediamo prevalere gli interessi dell’agroindustria a discapito di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della libertà dei contadini di piccola scala di decidere in materia di sementi. Nel 2018, la Corte di giustizia europea aveva stabilito che l’esclusione dei nuovi OGM dalla direttiva Ue sugli OGM “comprometterebbe l’obiettivo di protezione perseguito dalla direttiva e non rispetterebbe il principio di precauzione che essa cerca di attuare”. La Commissione europea sta ora pericolosamente contestando la sentenza. Se i nuovi OGM non saranno sottoposti a test di sicurezza, si determinerà un vuoto nella tracciabilità ed etichettatura, e questa è una notizia preoccupante per i cittadini europei, che potrebbero ritrovarsi nel piatto i nuovi OGM senza informazioni in etichetta e senza esercitare il proprio diritto a scegliere, e per gli agricoltori e gli allevatori, per i quali garantire nuovi alimenti senza OGM diventerà sempre più difficile e costoso.I nuovi OGM potrebbero essere potenzialmente dannosi per l’ambiente e la sovranità alimentare dei piccoli agricoltori. Senza una regolamentazione rigorosa potrebbero verificarsi gravi danni agli ecosistemi e alla biodiversità, poiché non si potrebbero prendere misure contro la diffusione incontrollata di nuovi organismi OGM nell’ambiente. L’agricoltura e la produzione alimentare che si basano su fonti prive di OGM non potrebbero più essere protette. La tecnologia dell’ingegneria genetica si è evoluta dall’introduzione delle prime colture geneticamente modificate (GM) più di 20 anni fa. È emerso un insieme di nuove tecniche GM che gli scienziati chiamano collettivamente “editing genetico”. Il gene editing permette agli ingegneri genetici di modificare i geni esistenti piuttosto che aggiungere geni da altre specie. Queste nuove tecnologie sono anche chiamate “new breeding techniques” dall’industria agro biotecnologica, “innovative tecniche genomiche” dal Consiglio dell’Ue o “nuove tecniche genomiche” dalla Commissione europea. Slow Food chiama queste nuove tecniche di ingegneria genetica “nuovi OGM” poiché, secondo la sentenza della Corte di giustizia europea, si tratta legalmente e tecnicamente di tecniche di modificazione genetica, e quindi presentano gli stessi rischi.Nel 2018, la Corte di giustizia europea (CGUE) ha stabilito che i nuovi OGM devono essere regolamentati come OGM secondo i regolamenti dell’Ue, quindi seguendo il principio di precauzione. La sentenza della Corte di giustizia europea significa che la nuova generazione di colture e semi GM deve passare attraverso controlli di sicurezza, un processo di autorizzazione ed essere etichettata prima di essere immessa sul mercato, per garantire agli agricoltori, ai produttori di cibo e ai consumatori il diritto di sapere se un prodotto alimentare contiene organismi GM o meno. L’Ue deve attuare pienamente la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018 e garantire che i nuovi OGM siano soggetti ai controlli di sicurezza di base e ai requisiti di autorizzazione. Il 30 marzo 2021 è stata inviata una lettera al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans nella quale si mette in guardia dai rischi della deregolamentazione dei nuovi OGM. Lo studio della Commissione conclude che è necessaria una nuova politica che regoli i nuovi OGM. Questo è profondamente preoccupante in quanto implica che la Commissione sta cercando di indebolire i principi che attualmente regolano gli OGM e l’editing genetico. Il commissario Stella Kyriakides, capo del dipartimento Salute dell’Ue, afferma che “le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”.

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Equiparazione nuove biotecnologie a Ogm

Posted by fidest press agency su domenica, 11 ottobre 2020

“Il massimo premio scientifico da Stoccolma alle due ricercatrici Usa è un passo importante per tutto il settore agricolo, che deve affrontare con tempestività le sfide dell’eco-sostenibilità e della competitività del mercato globale. Siamo fiduciosi che questo Nobel possa essere il preludio a uno stop dell’equiparazione del genome editing e delle nuove tecniche di miglioramento genetico agli Ogm, dopo la controversa sentenza della Corte di Giustizia del 2018. L’auspicio di Cia è che si possa, adesso, intervenire sulla obsoleta legislazione comunitaria, dopo il primo passo della Commissione Ue, che ha inserito le nuove biotecnologie nella strategia From Farm to Fork per realizzare gli obiettivi di sostenibilità tracciati dal Green Deal”. E’ quanto afferma il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, commentando con soddisfazione il prestigioso riconoscimento a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna.“Il genome editing–prosegue Scanavino- non presuppone inserimento di Dna estraneo mediante geni provenienti da altre specie. Si opera, infatti, internamente al Dna della pianta, che rimane immutato e assicura la continuità delle caratteristiche dei nostri prodotti, garantendo anche l’aumento delle rese, insieme alla riduzione dell’impatto dei prodotti chimici e al risparmio di risorse idriche”.Le nuove biotecnologie arrivano a perfezionare il corredo genetico delle piante in maniera simile a quanto avviene in natura, ma con maggior precisione e rapidità, oltre ad avere il vantaggio di essere poco costose e di potersi facilmente adattare alle tante tipicità dei nostri territori. “L’agricoltura non può fare a meno del miglioramento genetico, che ha da sempre accompagnato la sua storia mediante le tecniche tradizionali di incrocio e innovazione varietale –ha spiegato Scanavino-. Oggi abbiamo bisogno di ulteriore miglioramento per adattare le nostre colture a un contesto ambientale trasformato dal cambiamento climatico e minacciato da patogeni come Xylella e cimice asiatica”. “Un ultimo aspetto, riguarda la gestione di queste innovazioni –conclude Scanavino-. Non possiamo permetterci che il miglioramento genetico sia gestito solo da multinazionali lontane dalle esigenze reali del mondo agricolo. Dobbiamo, dunque, promuovere tutti gli strumenti che possano sviluppare nuove relazioni tra pubblico e privato e interazioni più strette tra mondo dell’impresa e mondo della ricerca”.

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L’UE tenga chiuse le porte alle nuove tecniche di mutagenesi (NBT)

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019

È passato un anno dal 25 luglio 2018, quando la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha stabilito che gli organismi ottenuti con le nuove tecniche di mutagenesi (New Breeding Techniques – NBT), come il CRISPR, devono rientrare nella già esistente direttiva sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e devono quindi essere soggetti ad accurate procedure di valutazione del rischio.I rappresentanti dell’industria e diversi Stati membri dell’Unione europea stanno attualmente esercitando pressioni sugli organi legislativi dell’UE affinché le NBT siano escluse dalla normativa vigente che li equipara agli OGM. Slow Food è certa che ciò minerebbe il principio di precauzione e che da ciò deriverebbe un’ulteriore limitazione della libera scelta dei consumatori oltre che della sovranità degli agricoltori. Le NBT sono ottenute mediante mutagenesi diretta (che consente la modificazione diretta del DNA di piante o animali) ma, a differenza degli OGM, non includono geni estranei; restano comunque un prodotto dell’agroindustria, con conseguenti analoghi rischi e incertezze.
Cogliamo l’occasione del primo anniversario della sentenza della Corte di Giustizia Europea per chiedere all’Unione Europea di non cedere alle pressioni e di rispettare questa decisione. Slow Food ha già in passato attivamente sensibilizzato il pubblico sull’importanza di mantenere la classificazione legale degli organismi prodotti con queste nuove tecniche uguale a quella degli OGM, e continua ad invocare il principio di precauzione, protetto e sancito dal diritto comunitario europeo.

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Lecture di Nelson Marmiroli “I semi della discordia. Ragionando sugli OGM”

Posted by fidest press agency su lunedì, 4 giugno 2018

Parma Martedì 5 giugno, alle ore 17, nell’Aula dei Filosofi della Sede Centrale dell’Ateneo, si terrà l’ultimo incontro del ciclo di letture magistrali Bioetica/Scenari, curato dal Centro Universitario di Bioetica diretto dal prof. Antonio D’Aloia, con la Lecture del prof. Nelson Marmiroli I semi della discordia. Ragionando sugli OGM.L’incontro sarà aperto dai saluti del prof. Antonio D’Aloia, che introdurrà e modererà l’incontro.Nelson Marmiroli è stato professore ordinario presso l’Università di Parma nel settore di Biologia Applicata. Le sue attività di insegnamento hanno coperto Genetica, Genetica Agraria, Tecnologie Ricombinanti per corsi di laurea negli ambiti di Biologia, Biotecnologie, Scienze Ambientali e, da ultimo, nel corso Food system: management, sustainability and technologies. É autore di oltre 300 pubblicazioni e ha coordinato oltre 40 progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale. É, inoltre, Direttore del Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali (CINSA) dal 2011. Nel 2013 ha ricevuto il Milton P. Gordon Award For Excellence In Phytoremediation (International Phytotechnologies Society, USA).La Lecture rappresenta un’occasione di discussione e confronto sul controverso tema degli OGM, al fine di comprendere meglio il fenomeno e, conseguentemente, le relative problematiche etiche e sociali, ma anche economiche e ambientali.L’edizione di Bioetica/Scenari dello scorso anno accademico ha visto gli interventi all’Università di Parma di Carlo Alberto Redi, Guido Barilla, Stefano Canestrari, Roberto Cingolani, Carlos Maria Romeo Casabona e Guido Barbujani; la seconda edizione si è aperta con la Lecture di Giuseppe Remuzzi, tenutasi il 22 novembre 2017 e proseguita con la Lecture di Sergio Filippo Magni il 21 febbraio e con quella del prof. Luigi Naldini il 19 aprile, quella di Anna Meldolesi l’8 maggio e con Gilberto Corbellini il 23 maggio.Per la terza edizione, in programma per l’a.a. 2018-2019, ancora in fase di organizzazione, hanno già confermato la loro partecipazione Rosy Braidotti (Utrecht University) e Angela Spinelli (Istituto Superiore della Sanità).

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Sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM

Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017

corte di giustizia europeaLa sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM fa riferimento a un quadro giuridico ormai superato. Così Greenpeace commenta la sentenza emessa oggi.
Dalla fine del 2015, con le modifiche alla Direttiva europea che regola gli OGM, l’Italia fa parte ufficialmente della maggioranza dei Paesi UE che ha vietato la coltivazione di mais OGM sul territorio nazionale. “Applicare il principio di precauzione è quanto ci si aspetta da governanti responsabili, e per questo è da lodare il decreto interministeriale italiano che, basandosi appunto su questo principio, vietò il rilascio in ambiente di mais OGM MON810, prevenendo così la contaminazione certa di ambiente e coltivazioni convenzionali e biologiche” commenta Federica Ferrario, responsabile agricoltura sostenibile Greenpeace Italia. “Il principio di precauzione è uno dei cardini dell’Unione europea. Ha come scopo quello di garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Non di danno conclamato, ma appunto di rischio. Per questo ci viene invidiato in tutto il mondo”. Le tossine Bt prodotte dal mais OGM sono potenzialmente in grado di danneggiare non solo i parassiti del mais, ma anche altri insetti non bersaglio, tra cui farfalle, coccinelle e, se i residui raggiungono corsi d’acqua, anche organismi acquatici. Nei Paesi in cui delle piante Bt vengono coltivate, i parassiti diventano a loro volta resistenti alle tossine Bt, con conseguenti “perdite economiche sostanziali per gli agricoltori”, secondo un’analisi delle coltivazioni di OGM pubblicata dall’Accademia nazionale statunitense delle Scienze.

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OGM: bloccare le importazioni di mais e cotone

Posted by fidest press agency su giovedì, 18 Maggio 2017

mais-agostinelliBruxelles Preoccupazioni espresse per i residui di erbicidi nocivi presenti nei prodotti. Chiesta una revisione della procedura di autorizzazione della Commissione.I deputati hanno contestato la proposta della Commissione di autorizzare l’importazione di prodotti di mais e di cotone geneticamente modificati e resistenti agli erbicidi.In due risoluzioni approvate mercoledì, i deputati hanno sottolineato i dubbi sollevati sia da ricerche indipendenti sia da alcuni Stati membri su alcuni prodotti OGM e reiterato la richiesta di modificare la procedura di autorizzazione degli OGM nell’UE.Nel testo della risoluzione che si oppone alla commercializzazione dei prodotti contenenti mais DAS-40278-9, i deputati hanno affermato che ricerche indipendenti sollevano preoccupazioni in merito ai rischi dell’ingrediente attivo della 2,4-D in materia di sviluppo dell’embrione, difetti congeniti e interferenza endocrina.Gli stessi Stati membri hanno criticato la procedura di consultazione svoltasi tre mesi prima dell’approvazione, in particolare a causa della mancanza o insufficienza dei dati presentati, ma anche per l’inadeguatezza dei test.La risoluzione non vincolante è stata approvata con 435 voti favorevoli, 216 contrari e 34 astensioni.In un’altra risoluzione, approvata con 425 voti favorevoli, 230 contrari e 27 astensioni, i deputati hanno affermato che le importazioni di prodotti derivanti dal cotone GHB119 geneticamente modificato non dovrebbero essere autorizzate, in quanto ciò favorirebbe l’aumento mondiale nell’uso di erbicidi a base di glufosinato ammonio (a cui il GHB119 è resistente), mentre il glufosinato è classificato come tossico ai fini della riproduzione.Il Parlamento europeo ha bocciato nell’ottobre 2015 una proposta di legge che avrebbe consentito a ogni Stato membro di limitare o vietare la vendita e l’uso di alimenti o mangimi OGM nel proprio territorio, anche se già approvati a livello UE. I deputati hanno ritenuto che tale norma sarebbe potuta risultare inattuabile o avrebbe potuto portare alla reintroduzione di controlli alle frontiere tra i paesi pro e anti OGM. Hanno pertanto invitato la Commissione a presentare una nuova proposta.

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OGM, la grande truffa

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 novembre 2015

ogmE’ il nuovo e-book di Dario Dongo dedicato al business degli organismi geneticamente modificati.Il testo, ricco di fonti e rimandi a studi e analisi, incasella le informazioni che svelano il vero ruolo degli OGM. Una “gigantesca frode delle’Corporations’ che, dietro false promesse di ‘evoluzione’, usano gli Organismi geneticamente modificati come un semplice ‘cavallo di Troia’ per realizzare il predominio diretto sulla produzione globale delle derrate agricole di base”, scrive Dario Dongo.Il lavoro è frutto della ricerca svolta dall’autore in occasione della partecipazione al dibattito sugli OGM, organizzata in Expo, nel Palazzo della biodiversità, il 10 luglio scorso. E ripercorre i punti fondamentali per conoscere da vicino il fenomeno OGM.Nelle prime pagine, l’identikit riepiloga cosa è un organismo geneticamente modificato, secondo le definizioni della FAO (l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e della Unione europea; dove si trova e quali colture interessa.Il testo illustra poi la portata della minaccia della “Rivoluzione grigio fumo”, vale a dire l’impatto dei pesticidi – business 4 volte più redditizio delle mere sementi OGM, alle quali è collegato a stretto giro – sull’ambiente e sulla salute umana. Effetti già evidenti, come l’avvelenamento del suolo e le patologie subite dalle popolazioni esposte a tali sostanze. E, dati alla mano, smentisce il “falso paradigma dell’incremento delle rese”, usato per diffondere le sementi geneticamente modificate.Il lavoro si conclude con la descrizione dello scenario. I progetti dei colossi del biotech e le iniziative in atto in tutto il mondo per arginarli. Iniziative degne di interesse e partecipazione, auspica Dario Dongo, il quale denuncia la massiccia aggressione all’ambiente e alla salute dell’umanità avviata con la diffusione degli organismi geneticamente modificati. “Basta costringere la filiera alla dipendenza dai propri mezzi, e il controllo sull’oro verde potrà estendersi a vari altri aspetti di economia, politica, società. Imperialismo. Sine cura della devastazione del pianeta e dei suoi ecosistemi, la salute delle popolazioni e degli animali”, dichiara il fondatore del portale http://www.greatitalianfoodtrade.it, che agita la bandiera del Made in Italy sostenibile e di qualità per combattere la degenerazione della produzione agroalimentare globalizzata. Il testo, diffuso gratuitamente attraverso il portale Great Italian Food Trade, è proposto dall’autore come uno strumento di informazione, riflessione e lotta, per creare una massa critica capace di opporsi alla “grande truffa” degli Ogm.

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OGM: il Parlamento boccia la proposta sui divieti nazionali

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 ottobre 2015

ogmIl Parlamento europeo ha respinto, mercoledì, un progetto di legge comunitaria che avrebbe permesso ai singoli Stati membri di limitare o vietare la vendita e l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti o mangimi OGM già approvati a livello UE. I deputati sono preoccupati che questa legge potrebbe dimostrarsi irrealizzabile o condurre alla reintroduzione di controlli alle frontiere tra i Paesi favorevoli e quelli contrari agli OMG. Hanno quindi chiesto alla Commissione di presentare un nuovo progetto di legge.”Il voto di oggi ha inviato alla Commissione europea un chiaro segnale. Questa proposta potrebbe andare contro ciò che si è ottenuto con il mercato unico e con l’unione doganale”, ha affermato il relatore Giovanni La Via (PPE, IT), la cui raccomandazione di respingere la proposta è stata approvata con 579 voti favorevoli, 106 voti contrari e 5 astensioni.Il relatore ha spiegato che sono state espresse serie preoccupazioni circa la mancanza di qualsiasi analisi d’impatto, sulla compatibilità della proposta con il mercato unico e ne è stata anche messa in discussione la sua reale attuazione. “Non è stata fornita nessuna valutazione sulle potenziali conseguenze o su altre opzioni percorribili”, ha aggiunto.”Credo che questa proposta potrebbe avere conseguenze negative sull’agricoltura comunitaria, che dipende fortemente dalle forniture di proteine provenienti da fonti OGM, e potrebbe anche avere effetti negativi indiretti sulle importazioni. Infine, sussistono preoccupazioni circa la possibilità che questa proposta possa essere applicata, poiché non ci sono controlli alle frontiere nell’UE”, ha concluso.La proposta, che andrebbe a modificare la legislazione EU esistente per permettere agli Stati membri di limitare o proibire l’utilizzo sul proprio territorio di alimenti e mangimi geneticamente modificati approvati dall’UE, è stata presentata dalla Commissione il 22 aprile 2015.La Commissione ha suggerito che questa proposta dovrebbe essere modellata sulla falsariga di un’altra legislazione europea, quella sulla coltivazione degli OGM, che è entrata in vigore a inizio aprile di quest’anno. Tali norme permettono agli Stati membri di vietare la coltivazione sul proprio territorio degli OMG approvati a livello europeo.La differenza è che, mentre la coltivazione ha luogo necessariamente sul territorio di uno Stato membro, il commercio di OGM supera le frontiere nazionali. Questo significa che un divieto nazionale “sulla vendita e sull’utilizzo” potrebbe essere difficoltoso o impossibile da far rispettare, senza reintrodurre controlli alla frontiera sulle importazioni.

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Importazione in UE di 19 nuovi OGM

Posted by fidest press agency su domenica, 26 aprile 2015

Commentando la decisione presa oggi dalla Commissione europea di autorizzare l’importazione in UE di 19 nuovi OGM, Federica Ferrario, responsabile della Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia, dichiara: «Queste autorizzazioni confermano che Jean-Claude Junckernon ha alcuna intenzione di avvicinare l’Unione Europea ai suoi cittadini, ma vuole solamente agevolare gli interessi di Stati Uniti e Monsanto. Solo pochi giorni fa il presidente della Commissione europea si è rimangiato quanto promesso ad inizio mandato: nessuna cancellazione delle norme che obbligano la Commissione UE ad approvare nuovi OGM in Europa anche se la maggioranza degli Stati è contraria. Oggi spalanca le porte dell’Europa a una nuova ondata di OGM solo per compiacere le aziende biotech statunitensi. Questo è un esempio di TTIP (il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) in azione», conclude Ferrario.

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Parlamento europeo sugli organismi geneticamente modificati

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 gennaio 2015

Jean-Claude JunckerBruxelles L’Aula ha approvato martedì la nuova legislazione per permettere agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, anche se consentito a livello europeo. La legislazione, informalmente concordata dal Parlamento e dal Consiglio nel mese di dicembre, era stata originariamente presentata nel 2010, ma era rimasta in sospeso per quattro anni a causa di un disaccordo tra Stati membri a favore e contrari.
“Questo accordo garantirà una maggiore flessibilità per gli Stati membri che desiderano limitare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Servirà, inoltre, da indicatore per un dibattito che è tutt’altro che terminato tra posizioni pro e anti-OGM”, ha dichiarato la relatrice Frédérique Ries (ALDE, BE).”Per quanto riguarda i passi successivi, ripongo la mia fiducia nell’impegno formale del Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker per rafforzare il processo democratico sugli OGM in Europa e garantire che la ricerca sia realmente indipendente”, ha aggiunto. L’accordo negoziato con i ministri europei è stato approvato con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni.
Le nuove norme dovrebbero consentire agli Stati membri di vietare o limitare la coltivazione di OGM per ragioni di politica ambientale, diverse da quelle espresse nella valutazione dei rischi legati alla salute e all’ambiente effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).Gli Stati membri potranno inoltre vietare le colture OGM per altri motivi, quali gli obiettivi di pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti, e gli obiettivi della politica agricola. I divieti potrebbero inoltre includere anche i gruppi di OGM designati in base alla varietà o alla caratteristica.Prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, la normativa prevede una procedura che permette all’azienda che coltiva l’OGM oggetto del processo di autorizzazione di esprimere il suo accordo alle restrizioni prevista all’immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d’accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale.Il mais MON810 è attualmente l’unica coltura GM autorizzata e coltivata nell’UE. La patata “Amflora” GM è stata vietata dal Tribunale dell’Unione europea nel 2013, dopo un iniziale via libera della Commissione europea. L’accordo siglato prevede che gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che le colture OGM non contaminino altri prodotti e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i paesi vicini.

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Biotecnologie: Piante, geni e ogm

Posted by fidest press agency su lunedì, 12 marzo 2012

69-Compendio di piante medicinali - Italia Nor...

Image via Wikipedia

Roma giovedì 15 marzo 2012 ore 16.30 aula Amaldi – edificio di Fisica piazzale Aldo Moro 5, Paolo Costantino, del dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza, terrà una conferenza dal titolo Piante, geni e ogm.
Nel corso della conferenza verranno brevemente illustrate alcune ricerche e si parlerà dei problemi e delle tecniche utilizzate nello studio delle piante e dei geni che ne regolano i processi fondamentali a livello molecolare. Fondamentale in questo tipo di studi è la possibilità di creare piante transgeniche per capire e approfondire lo studio dei geni delle piante. Questa stessa tecnologia vale anche per la produzione di piante transgeniche per uso industriale, agronomico o commerciale, i cosiddetti ogm. Le prime piante transgeniche in Italia, risalenti al 1987, sono state create proprio nel laboratorio diretto da Costantino. L’incontro sarà l’occasione confrontarsi sui fatti, sulle fantasie e sulle paure che circondano gli ogm. (Paolo Costantino)

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Coltivazione mais OGM

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 settembre 2011

La Corte afferma che la Francia ha adottato il divieto prendendo come base le norma sbagliata.
«Le valutazioni della Corte si basano su obiezioni formali che non modificano il fatto che la Francia e gli altri sei Stati europei che stanno vietando la coltivazione del MON810 hanno il diritto legale di farlo, sulla base delle preoccupazioni di carattere scientifico in merito alla sicurezza di questo OGM. Per questo invitiamo la Francia a perfezionare i tecnicismi del bando il prima possibile» afferma Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace. Nel febbraio del 2008, il governo francese ha vietato la coltivazione del mais transgenico MON810 utilizzando come base formale la Direttiva 2001/18/EC invece dei Regolamenti UE n 1829/2003 e 178/2002. Monsanto, Pioneer e l’associazione francese dei produttori di mais e di sementi, hanno quindi dato il via a una causa contro questo bando presso il Consiglio di Stato francese. Il Consiglio di Stato, a sua volta, si è rivolto alla Corte europea. Dopo la decisione odierna, il Consiglio di Stato dovrà formalizzare l’atto. Le autorità francesi possono risolvere la questione andando a modificare la normativa comunitaria di riferimento. Molti altri Stati europei – Germania, Austria, Ungheria, Grecia, Lussemburgo e Bulgaria – vietano infatti la coltivazione del MON810 con argomentazioni analoghe al bando francese, a tutela della sicurezza di cittadini e ambiente.

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OGM e divieti di coltivazione

Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 luglio 2011

Bruxelles. Parlamento europeo. Per i deputati, gli Stati membri dell’UE dovrebbero avere la possibilità di vietare o limitare la coltivazione di colture geneticamente modificate, e poter addurre motivi ambientali per farlo, sulla base della relazione votata martedì. Il progetto di modifica alla legislazione vigente – adottato con 548 voti in favore, 84 contrari e 31 astensioni – passerà ora al Consiglio per l’ulteriore discussione. La relatrice del Parlamento, Corinne Lepage (ADLE, FR), ha commentato: “Sono lieta che il Parlamento abbia raggiunto un accordo sugli OGM, per anni una difficile questione di interesse pubblico. Se il Consiglio riesce a raggiungere una posizione comune, questo accordo equilibrato permetterà ai paesi e alle regioni di non coltivare OGM, se non lo desiderano”.
La Commissione aveva proposto di concedere a tutti gli Stati membri dell’UE il diritto di divieto, ma non per motivi di salute o ambientali. Questi ultimi, infatti, dovevano essere valutati esclusivamente dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Per assicurare una base giuridica più solida nell’ambito delle regole del commercio internazionale, il Parlamento ha chiesto che agli Stati membri non sia impedito addurre motivi ambientali complementari. Questi potrebbero includere la resistenza ai pesticidi, la conservazione della biodiversità o la mancanza di dati sulle potenziali conseguenze negative per l’ambiente. Il Parlamento ritiene inoltre che l’impatto socio-economico potrebbe fornire legittimi motivi per un divieto, ad esempio, qualora i rischi di contaminazione per l’agricoltura convenzionale o biologica non possano essere, in pratica, gestiti.
Per i deputati, tutti gli Stati membri devono adottare misure per prevenire la contaminazione dell’agricoltura convenzionale o biologica da colture GM e assicurare che i responsabili di questi incidenti possano essere ritenuti finanziariamente responsabili. Un controllo, a livello europeo, della sicurezza e dell’autorizzazione continuerà a essere il presupposto per consentire la crescita degli OGM. Anche se la proposta non influisce su questo processo, i deputati hanno ribadito alla Commissione che le linee guida necessitano di qualche miglioramento. Solo un ceppo di mais geneticamente modificato e una patata modificata sono attualmente autorizzati per la coltivazione nell’Unione europea e la maggior parte degli Stati membri, attualmente, non coltiva questi prodotti per la commercializzazione. Austria, Francia, Grecia, Ungheria, Germania e Lussemburgo hanno attivato la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, prevista nell’attuale direttiva UE (2001) per vietare espressamente la coltivazione di taluni OGM.

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Dopo la sentenza in materia di Ogm

Posted by fidest press agency su sabato, 25 giugno 2011

“Le sentenze non si commentano mai, ma la politica deve fare la sua parte. Le Regioni da tempo hanno espresso il loro orientamento a tutela dell’agricoltura biologica e convenzionale, e quindi libera da Ogm”. Con queste parole Susanna Cenni, deputata toscana del Pd in Commissione Agricoltura spiega la scelta di depositare un’interrogazione urgente al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali sulla questione Ogm, a seguito delle recenti minacce di semina selvaggia di colture geneticamente modificate e della sentenza del Tar del Lazio che annulla il divieto di messa in coltura di varietà di mais transgenico, previsto dal decreto dell’ex ministro Zaia”.
“Le Regioni – continua Cenni – hanno da tempo fatto le loro scelte in modo molto chiaro, legiferando, come la Corte Costituzionale ha stabilito nel 2006, e chiedendo al Governo di attivarsi per la clausola di salvaguardia. Altrettanto netta e maggioritaria è la volontà della maggioranza dei consumatori e del mondo agricolo italiano: no a coltivazioni geneticamente modificate. Adesso, dopo la sentenza del Tar Lazio, occorre che il quadro normativo si chiarisca sul serio, è necessario che alla richiesta delle Regioni venga fornita adeguata e trasparente risposta, anche per evitare che atti estremi, provocatori ed illegittimi, come la semina clandestina di Ogm si possano ripetere”.
“Molte sono state nei mesi scorsi le interrogazioni sul tema che sono state ignorate dal Ministro Galan e che ad oggi non hanno ricevuto risposta. Adesso – conclude la deputata toscana – vogliamo sapere come il nuovo ministro intenda passare dalle dichiarazioni più volte rilasciate a favore di un’agricoltura libera da Ogm, ai fatti. Per questo chiediamo che venga a riferire in Commissione Agricoltura circa eventuali rischi concreti che l’agricoltura italiana potrebbe incontrare dopo la sentenza, e a informare sulle sue reali e fattive intenzioni, per questo ho depositato una nuova interrogazione all’attenzione del Ministro Romano”.

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Ogm: riparte con la ricerca

Posted by fidest press agency su venerdì, 24 giugno 2011

L’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, a commento della sentenza del Tar del Lazio, che annulla il decreto del marzo 2010 con cui l’allora Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, che aveva vietato all’agricoltore friulano Silvano Dalla Libera di coltivare sementi OGM, attraverso il suo presidente Alessandro Sidoli così dichiara: “Questa sentenza rappresenta un segnale di grande importanza, che deve far riflettere le nostre istituzioni su talune decisioni miopi che hanno tagliato fuori l’Italia dalle biotecnologie in agricoltura” così Presidente di Assobiotec, “E’ tempo che l’Italia applichi le normative comunitarie per quanto riguarda la possibilità di sperimentare in campo semi frutto della ricerca più innovativa. E’ un atto dovuto anche alla luce delle tante eccellenze che il nostro Paese esprime nel campo della ricerca agroalimentare” prosegue Sidoli “La nostra Associazione resta pienamente disponibile a un confronto su questi temi strategici, sui quali si giocherà la possibilità del Paese di essere innovativo nel settore agricolo”.

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Far ripartire la sperimentazione degli Ogm

Posted by fidest press agency su domenica, 3 ottobre 2010

“Una posizione responsabile, oltre che corretta, quella del Ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan”. Così Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (oltre 100 associati tra aziende e parchi scientifici e tecnologici), che fa parte di Federchimica, commenta le parole del Ministro dell’Agricoltura Galan in merito alle sperimentazioni di OGM sul territorio nazionale. “La coesistenza tra varietà tradizionali, biotech e biologiche è possibile, a patto che si stabiliscano le indispensabili regole comportamentali, sgombrando il campo dai pregiudizi e facendo parlare la scienza. Già nel 2006 ventuno società scientifiche ed accademie italiane, in rappresentanza di circa 10 mila scienziati italiani, hanno stilato un consensus document in cui si affermava che la coesistenza tra i diversi sistemi agricoli è possibile” puntualizza il Presidente di Assobiotec. “Nessuna contrapposizione, quindi, tra prodotti tipici e Ogm: anzi, è bene ricordare che le biotecnologie possono essere utili alla nostra agricoltura, soprattutto laddove vi sono varietà vegetali a rischio di estinzione, per esempio perché colpite da virosi e parassiti. In questi casi, che riguardano il pomodoro San Marzano o il melo della Val d’Aosta, solo per fare qualche esempio, le biotecnologie possono essere di grande aiuto”. “L’augurio è che, nonostante le decisioni prese ieri dalla Conferenza Stato-Regioni, il nostro paese sappia affrontare con equilibrio e lungimiranza il tema delle applicazioni delle agrobiotecnologie: guai a decidere solo sull’onda di paraocchi ideologici o di interessi corporativi di corto respiro!”

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Patata Ogm in Svezia

Posted by fidest press agency su martedì, 7 settembre 2010

«La patata transgenica Amadea della Basf, illegalmente coltivata in Svezia, è l’ennesima dimostrazione di una coesistenza impossibile. Chi sarà in grado di spiegare – chiede Federica Ferrario, responsabile campagna OGM di Greenpeace Italia – quali saranno gli effetti causati da una coltura OGM non autorizzata e scarsamente verificata, presente da mesi in ambiente aperto? Le aziende biotech hanno più volte mescolato sementi tradizionali con semi OGM. Non ci si può più fidare di loro». «Questa contaminazione ambientale è vergognosa – continua Ferrario – proprio come quello che sta avvenendo per il mais OGM illegalmente seminato in due campi in Friuli e irresponsabilmente lasciato fiorire per mancanza di un tempestivo intervento delle autorità. I primi risultati mostrano già chiaramente la contaminazione di ben la metà dei campionamenti fatti nei campi circostanti. Così facendo, si sta contaminando l’ambiente e la nostra agricoltura con rischiosi OGM, in barba al buon senso e alle leggi nazionali, chi pagherà per questi danni?».

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Prigionieri degli ogm

Posted by fidest press agency su domenica, 5 settembre 2010

“Attraverso un’autorizzazione ministeriale, è possibile coltivare un campo con Organismi Geneticamente Modificati. Ma ciò non dovrebbe avvenire. Fare coesistere coltivazioni  naturali (non OGM), con coltivazioni OGM, è impossibile”. Questo il commento chiaro dell’On. Scilipoti, (IDV), in riferimento all’espandersi di richieste di autorizzazione. “Se si inquinano le falde acquifere, se si scaricano in mare rifiuti tossici, se si contaminano le città con attività radioattive, si diventa criminali. Ma se si piazza una coltivazione OGM accanto a campi a coltura naturale senza nessuna barriera fisica, chimica o biologica – continua il deputato di Italia dei Valori – e il vento e gli insetti trasportano il polline di queste entità microbiologiche con materiale genetico modificato in maniera diversa da ciò che si verifica in natura e non sufficientemente testato, e  queste entità vanno a contaminare la popolazione e l’ambiente circostante,  chi saranno i colpevoli? Come si dovranno chiamare? Chi pagherà per i danni arrecati? Quali cure potranno essere predisposte?”. Conclude l’On. Scilipoti (IDV): “A parte i probabili danni al nostro DNA, stiamo rischiando fortemente, oggi, di mettere a repentaglio l’immagine e la sostanza del nostro made in Italy nel mondo, con buona pace dell’economia agricola e commerciale. Impediamo le piantagioni OGM: è la natura che lo richiede”.

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Questione degli ogm e quote latte

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 agosto 2010

Sulla seria questione degli ogm, interviene il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) del Friuli Vg, Ennio Benedetti: «Mi ero ripromesso il silenzio stampa, ma quanto accaduto in queste ore non può certo passare inosservato e inascoltato. La Cia è sempre stata convinta che le regole e, in particolare, le leggi vanno rispettate e che sia compito delle istituzioni preposte farle rispettare. C’era un’indagine in corso, era quanto mai opportuno che fosse stata la giustizia istituzionale e non quella “fatta in casa” a far luce sulla presunta semina di mais gm. La Cia, nel ribadire il rispetto delle leggi, stigmatizza quanto accaduto perché non rispettoso del ruolo delle istituzioni e della proprietà privata – prosegue Benedetti -. Quel mais era fiorito da tempo e ormai non avrebbe causato alcun presunto danno ulteriore se non quello, di essere utilizzato per fini industriali e non umani o zootecnici, così come avvenuto sette anni fa, sempre nella nostra regione, quando una partita di mais da seme risultò contaminata. Ho letto alcune dichiarazioni di importanti rappresentanti delle istituzioni. Non è mio costume entrare nel merito delle convinzioni e dei pensieri di nessuno – conclude Benedetti -, osservo solo che lo stesso rispetto delle leggi andava sostenuto anche nel corso della vicenda delle “quote latte” che, oltre ad aver creato disparità di trattamento tra gli allevatori, è costata ai produttori rispettosi della legge quasi due miliardi e mezzo di euro e altrettanti a tutti i cittadini per il pagamento delle multe nei confronti della Comunità europea».

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