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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘oncologia’

Università Urbino: Un contributo alla ricerca oncologica

Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023

Si è tenuto a Fano, nell’Aula Magna dell’Università di Urbino, l’evento “Siamo stati utili. Un contributo alla ricerca oncologica. Risultati e prospettive di una scienza che va avanti” organizzato dalla Fondazione Pirozzi. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di raccontare il progresso della ricerca in vitro sul ruolo delle modificazioni epigenetiche nelle cellule tumorali. La ricerca è stata condotta dal Dipartimento di Scienze Biomolecolari e dal Dipartimento di Scienze Pure e Applicate dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo ed è stata sostenuta dalla Fondazione Pirozzi fondata in memoria di Francesca Pirozzi, morta a 24 anni di linfoma, con lo scopo di generare fondi per la ricerca e produrre contenuti ed informazioni utili per chi si ammala di tumore. “Nel laboratorio di Patologia Molecolare la nostra attività di ricerca si occupa della comprensione dei meccanismi molecolari alla base del cancro – ha detto Mirco Fanelli, professore Ordinario Dipartimento Biologia Molecolare dell’Università di Urbino -. In particolare, ci stiamo dedicando alla comprensione dei meccanismi epigenetici, cioè tutti quei meccanismi che sono normalmente deputati al controllo della funzione del nostro DNA, del nostro genoma, e che nel cancro subiscono delle alterazioni che chiamiamo modificazioni epigenetiche. Le epimutazioni sono per natura reversibili e quindi molto interessanti per i ricercatori che da ormai due decenni stanno tentando, con diverse strategie, di ricondurre alla condizione “normale” con conseguente beneficio terapeutico. La conoscenza delle anomalie epigenetiche nel cancro ci consente, poi, di individuare dei possibili target terapeutici. Questa è l’altra parte della ricerca che portiamo avanti insieme al gruppo dei chimici facenti capo al prof. Vieri Fusi, e che è diretta alla sintesi di molecole che possono avere un ruolo biologico nella speranza che possano diventare potenziali farmaci futuri. L’attività di ricerca che svolgiamo è una ricerca sperimentale applicata su modelli cellulari in vitro che potranno poi essere testati su modelli cellulari più complessi fino ad arrivare, se i dati la supporteranno, alla sperimentazione in vivo. In sintesi, studiamo il cancro sotto un punto di vista epigenetico, provando a delineare nuovi approcci terapeutici. L’attività di ricerca che svolgiamo è supportata da qualche anno dalla Fondazione Pirozzi che ringraziamo perché è grazie anche al sostegno privato di Fondazioni e Associazioni che, sia in campo locale che nazionale, la ricerca oncologica ha un buono sviluppo e porta dati utili per la collettività”. È seguita una tavola rotonda sui possibili sviluppi a medio periodo della ricerca in ambito oncologico dove hanno preso parola medici, professionisti universitari e referenti istituzionali. Tra i diversi partecipanti all’iniziativa: la Presidente Fondazione Francesca Pirozzi Marina Margini, la Dirigente Servizio Sistema Integrato Salute Assistenza Previdenza ISTAT Roberta Crialesi, il Direttore Dipartimento Oncologia e Medicina Molecolare ISS Mauro Biffoni, il Prorettore Vicario Vieri Fusi, il Prorettore allo Sviluppo Mauro Magnani UNIVERSITÀ DI URBINO e la Dott.ssa Rita Chiari Direttore UOC Oncologia Pesaro e Fano AZIENDA SANITARIA TERRITORIALE.

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Per comprendere il valore della ricerca clinica in oncologia, ematologia e cardiologia

Posted by fidest press agency su domenica, 19 marzo 2023

Roma lunedì 27 marzo ore 10 (Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, Piazza della Minerva 38), FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) organizza un convegno nazionale con gli interventi, fra gli altri, di Francesco Cognetti (Presidente FOCE), Carlo Croce (Professor of Internal Medicine, Ohio State University, USA), Francesco Rocca (Presidente della Regione Lazio), Franco Locatelli (Presidente Consiglio Superiore di Sanità), Giuseppe Ippolito (Direttore Generale della Ricerca Ministero della Salute), Guido Rasi (Past Executive Director di EMA e Professore Ordinario di Microbiologia all’Università Tor Vergata di Roma), Giorgio Palù (Presidente AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco) e Silvio Brusaferro (Presidente Istituto Superiore di Sanità). Interverrà il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci. Modera Mauro Boldrini (Direttore Comunicazione FOCE).

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Oncologia: Dallo screening alla presa in carico del paziente, alle terapie innovative

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 febbraio 2023

Pollenzo. I percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) sono strumenti di governo clinico che permettono di delineare il miglior percorso all’interno della rete in cui sono inseriti e “se davvero avessimo PDTA ideali e appropriati – ha detto Gianni Amunni, Coordinatore della Rete Oncologica Toscana – non solo avremmo uno strumento indiscutibile per la valutazione delle performance in una data struttura, ma uno strumento importante per la programmazione. L’oncologia, a livello diagnostico, è in una fase cruciale e i PDTA sono strumentalmente un’occasione fondamentale, soprattutto in questo contesto, di condivisione per i professionisti delle proprie acquisizioni scientifiche”. Il tema è stato approfondito in apertura della seconda giornata di lavori della Winter School 2023, l’evento annuale di Motore Sanità in corso a Pollenzo (CN). Ad introdurre il dibattito Fabiola Bologna, Dirigente Medico, già Segretario Commissione Affari sociali e Sanità, Camera dei Deputati; e Giulio Fornero, Direzione Scientifica Motore Sanità.Oncologia territoriale e telemedicina, il punto di Paola Varese, Direttore SOC Medicina a indirizzo oncologico Ovada ASL AL: “Tutela e garanzia per tutti, pazienti e operatori sanitari, dentro la tutela c’è tutto, dalla prevenzione alla riabilitazione che deve essere progettata al momento della diagnosi. Condivisone tra professionisti attraverso la telemedicina è un altro tema centrale, in modo multidisciplinare. Trasversalità tra reti oncologiche è il terzo punto focale, per potere accedere in modo facile e uniforme a tutti i sistemi. Infine, accessibilità: alla diagnostica, allo screening perché non è più accettabile che il percorso terapeutico sia disorganizzato”.Del coordinamento del lavoro sul territorio regionale ha parlato Alessandro Comandone, Direttore Dipartimento Oncologia ASL Città di Torino. “Sull’oncologia siamo in corso d’opera prevedendo un coordinamento e un impegno che non esclude anche la parte della formazione, abbiamo ad esempio previsto corsi specifici per medici di medicina generale e giovani medici. Non meno importante il ruolo delle professioni sanitarie e il rapporto di collaborazione”.Una nuova cultura organizzativa che tenga conto di diverse generazioni a confronto: “Specializzazione e organizzazione del lavoro in team per condivisione della conoscenza di gruppo rappresentano il vero salto in avanti per la medicina – ha aggiunto Davide Croce, Direttore Centro Economia e Management in Sanità e nel Sociale LIUC Business School, Castellanza (VA), che ha posto l’attenzione al cambiamento del sistema di gestione del paziente, che prevede la pluri disciplinarità, come nel caso delle CAR-T.Sulla sanità del futuro Alessandra Gennari, Direzione universitaria oncologia Ospedale Maggiore della Città di Novara: “Il valore offerto dal PDTA consente di uniformare l’accesso alle cure su tutto il territorio regionale e raggiungere il miglior percorso terapeutico. Delocalizzare è la parola d’ordine, secondo la mia esperienza, per aggiungere valore ai prossimi PDTA”.Qual è il ruolo delle associazioni all’interno delle reti oncologiche? “Aiuto, accoglienza e sostegno psicologico sono le competenze che possono offrire le associazioni di volontariato, opportunamente formate, ma è necessario che siano legittimate all’interno delle reti oncologiche- ha risposto Valeria Martano, Presidente Associazione V.I.T.A. Chieri-. Vivere il tumore attivamente risponde all’acronimo della nostra denominazione e sono felice che si stia dando rilevanza alla territorialità per portare avanti con un’unica voce singole esperienze regionali”.

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Tumori: indispensabile per realizzare l’oncologia di precisione nella pratica clinica

Posted by fidest press agency su giovedì, 5 gennaio 2023

Per illustrare i contenuti del progetto, martedì 10 gennaio alle 11 si svolgerà una conferenza stampa online con gli interventi di Carmine Pinto (Direttore dell’Oncologia Medica, Comprehensive Cancer Centre, AUSL-IRCCS di Reggio Emilia e Presidente della Federation of Italian Cooperative Oncology Groups, FICOG), Maria Scatolini (Direttore del laboratorio di oncologia molecolare della Fondazione Tempia) e Marius Moscovici (Responsabile Medical Affairs Oncologia di Bayer). L’identificazione dei biomarcatori tramite test molecolari è indispensabile per realizzare l’oncologia di precisione nella pratica clinica. Le linee guida nazionali ed internazionali suggeriscono l’impiego di tecnologie NGS (Next Generation Sequencing) di sequenziamento esteso, che permettono di valutare più bersagli molecolari contemporaneamente, in neoplasie selezionate. In particolare, il test NGS consente di individuare anche le fusioni dei geni NTRK e, quindi, di determinare la scelta della terapia nei tumori che presentano queste alterazioni molecolari. Ma, in Italia, soltanto una netta minoranza di tutti i test per la ricerca dei biomarcatori è eseguita con le tecnologie più avanzate. Per migliorare l’accesso ai test NGS, parte un progetto realizzato dalla Fondazione Tempia, il primo di questo tipo in Italia.

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Convegno sulle nuove sfide dell’oncologia

Posted by fidest press agency su domenica, 27 novembre 2022

Roma martedì 29 novembre, alle ore 11, presso il Palazzo della Regione Lazio (Sala Tevere, Via Cristoforo Colombo 212, ulteriori info su planhealth.it). Un convegnodal titolo “Dalla prevenzione dei tumori all’importanza della diagnosi e del trattamento precoce”, i cui lavori, moderati da Carla Bruschelli (Specialista in Medicina Interna, Ricercatrice clinica, Docente di Metodologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma), si avvieranno con l’introduzione di Roberto Ieraci (Responsabile scientifico Campagna di Vaccinazione Regione Lazio). A seguire, previsti gli interventi di Alessio D’Amato (Assessore alla Sanità Regione Lazio), Walter Ricciardi (Board Cancer Europeo), Alessandra Barca (Dirigente Area Prevenzione Direzione Sanità Regione Lazio), Francesco Cognetti (Presidente FOCE e Coordinatore del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani FoSSC), Marco Marchetti (Responsabile Health Technology Assessment), Marina Panfilo (Policy & Communication Director, MSD Italia),Marina Cerimele (Direttore Generale IFO Regina Elena). I progressi della scienza stanno fortemente modificando il paradigma della prevenzione oncologica, oltre che della presa in carico e del trattamento precoce del paziente. Previsti, tra gli altri, gli interventi di Alessio D’Amato (Assessore alla Sanità della Regione Lazio), Walter Ricciardi (Board Cancer Europeo) e Francesco Cognetti (Presidente FOCE)

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Oncologia e assistenza domiciliare

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 ottobre 2022

In Italia meno del 70% (68,7%) delle Oncologie può contare sull’assistenza domiciliare e più della metà delle strutture (52%) è priva dei coordinatori di ricerca clinica, figure essenziali per condurre le sperimentazioni. La ‘fotografia’ dello stato dell’Oncologia nel nostro Paese vede anche progressi importanti rispetto al passato. I servizi di supporto psicologico sono presenti in quasi il 90% dei centri (87,3%), anche se solo la metà è dotata di uno psicologo “dedicato” ai pazienti oncologici. Il 95% ha l’anatomia patologica, l’81% una nutrizione clinica di riferimento e il 70% un laboratorio di biologia molecolare di riferimento. Sono significativi i passi in avanti nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (PDTA), essenziali per garantire un’assistenza multidisciplinare: sono stati deliberati dalle reti oncologiche ben 1.240 documenti. I dati emergono dalla “Carta dei servizi dell’oncologia italiana – Libro Bianco 2022”, presentato in conferenza stampa al XXIV Congresso Nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), che si apre oggi a Roma. Nel nostro Paese sono attive 323 Oncologie. L’88% è dotato di Day Hospital, il 65% dell’Ambulatorio, il 58% del reparto di Degenza ordinaria. “L’oncologia è un cardine del Servizio Sanitario Nazionale, ma deve essere sostenuta con misure strutturali – afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM -. Chiediamo al Governo, che entrerà in carica nelle prossime settimane, e al nuovo Ministro della Salute di inserire in agenda, tra i primi obiettivi da realizzare, un reale potenziamento dell’oncologia, con un’attenzione a 360 gradi, dall’assistenza domiciliare alla ricerca clinica. Senza dimenticare la prevenzione, visto che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati agendo su fattori di rischio prevenibili, in particolare sugli stili di vita. Gli oncologi, da tempo, hanno sviluppato una particolare sensibilità verso le tematiche di governo della spesa e di appropriatezza. L’utilizzo dei farmaci biosimilari in oncologia può determinare risparmi di circa il 20%, permettendo di riallocare risorse a sostegno dell’accesso a terapie innovative”. “Ogni anno, in Italia, sono 377.000 le nuove diagnosi di cancro. La sopravvivenza a un quinquennio si attesta al 65% nelle donne e al 59% negli uomini, rispetto al 63% e al 54% della rilevazione precedente aggiornata al 2015. Terapie innovative, come i farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoncologia, permettono in molti casi di cronicizzare la malattia in fase avanzata o di ottenere la guarigione, con consistenti risparmi in altre voci di spesa, sanitaria e sociale. Ma la qualità e la sostenibilità del sistema si garantiscono soprattutto con politiche di sostegno alla ricerca, che permette di sviluppare farmaci innovativi. Ogni anno circa 35mila pazienti in Italia sono arruolati in studi clinici. L’oncologia del nostro Paese, se adeguatamente supportata dalle Istituzioni, può affermarsi come un motore di sviluppo in ambito non solo scientifico, ma anche economico e sociale. Offriamo questi temi di discussione al prossimo Governo, perché il confronto non è più rinviabile”. Oltre alla ricerca, l’altra importante questione, ancora irrisolta, riguarda il potenziamento del territorio e la necessità di investire nell’assistenza oncologica domiciliare. Si stima che oltre il 30% delle persone colpite da cancro possa essere seguito sul territorio. “Ma ancora troppi pazienti, in Italia, si spostano per centinaia di chilometri alla ricerca del ‘trattamento migliore’. Incidono la distanza tra casa e luogo dove si ricevono le cure e le spese di trasporto da sostenere – sottolinea Massimo Di Maio, Segretario Nazionale AIOM -. E questo non solo nei casi estremi di migrazione sanitaria da Sud a Nord. I problemi possono nascere per raggiungere dalla provincia i centri specialistici nelle grandi città. Insomma, una serie di determinanti, sui quali vogliamo sensibilizzare le Istituzioni, che possono mettere in campo politiche di cambiamento per investire di più sul territorio e sull’assistenza domiciliare, anche creando un’integrazione fra oncologia e medicina di famiglia. Vanno implementati anche i gruppi di cure simultanee, perché il 36% dei centri ne è ancora privo. Un’integrazione precoce nel percorso di cura di interventi di supporto, in un’ottica di cure simultanee, ha un impatto positivo sulla qualità e quantità di vita del paziente e sui risultati attesi con le terapie”.

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Premiate al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 settembre 2022

Parma. Benedetta Pellegrino e Giulia Mazzaschi, dottorande dell’Università di Parma, premiate al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO). Dopo due anni di riunioni virtuali a causa della pandemia da COVID-19, il Congresso è tornato a essere in presenza e si è svolto a Parigi nei giorni scorsi. Sono stati presentati importanti aggiornamenti scientifici relativi al trattamento e alla gestione delle principali neoplasie solide e l’Oncologia Medica di Parma ha contribuito attivamente esponendo i propri risultati e ricevendo importanti riconoscimenti. Sotto la guida dei docenti dell’Università di Parma Marcello Tiseo e Antonino Musolino, nonché di Francesco Leonardi, Direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Benedetta Pellegrino, oncologa dell’Ospedale Maggiore e dottoranda in Medicina Molecolare, e Giulia Mazzaschi, medico in formazione specialistica della Scuola di Specialità di Oncologia dell’Università di Parma e dottoranda in Scienze Mediche e Chirurgiche Traslazionali, si sono distinte per la loro attività di ricerca.

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Nutrizione in oncologia

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 settembre 2022

In ambito oncologico un corretto apporto nutrizionale si considera ormai un intervento decisivo per il paziente. Nelle nostre realtà esistono però ancora ampi margini di miglioramento: è necessario da un lato implementare l’informazione rivolta ai malati, sensibilizzare i caregiver e il personale sanitario ad iniziare dai clinici e, dall’altro, favorire la collaborazione sul campo tra oncologi e nutrizionisti clinici. Obiettivi al centro della campagna educazionale “L’importanza della nutrizione clinica nel paziente oncologico” promossa dall’associazione La Lampada di Aladino, con il patrocinio della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) e della Regione Lombardia con il contributo non condizionante di Fresenius Kabi. L’iniziativa, di cui si è parlato a Milano – in presenza di Letizia Moratti, Vice-Presidente e Assessore al Welfare della Regione e Giovanni Pavesi, Direttore Generale del Welfare regionale – si è articolata anche in una survey rivolta ai pazienti di sei strutture ospedaliere lombarde (Rho, Milano, Pavia, Lodi, Cremona e Como) al fine di valutare gli esiti della campagna e come gli stessi malati percepiscono l’offerta dei servizi di nutrizione clinica. Che cosa è emerso? «Va detto che la survey ha rilevato il percepito del paziente, non è detto che rappresenti la dimensione oggettiva dei servizi», spiega Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino e membro dell’esecutivo nazionale FAVO. «Tant’è che dalle risultanze della survey le perplessità dei pazienti ricadono persino su centri in cui la Nutrizione Clinica è di fatto ben strutturata e valida. Nell’insieme le risultanze della survey evidenziano quanto sia ancora poco diffusa la conoscenza sulle tematiche pertinenti la nutrizione in Oncologia». La malnutrizione ha un pesante impatto negativo sui pazienti oncologici, i cui bisogni nutrizionali sono stringenti. Lo spiegano Paolo Pedrazzoli, direttore UOC di Oncologia dell’IRCCS San Matteo di Pavia e Riccardo Caccialanza, direttore UOC di Dietetica e Nutrizione Clinica dello stesso istituto. I dati della letteratura mostrano che la gravità della malnutrizione è un fattore predittivo di una minore sopravvivenza, comportando un decadimento della qualità di vita, aumento della tossicità delle terapie oncologiche, peggioramento dell’esito post-operatorio e ospedalizzazione significativamente più lunga. Fattori fortemente impattanti sulla vita delle persone alle prese con una malattia tumorale.

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Progetto d’avanguardia nell’ambito della medicina personalizzata in ambito oncologico

Posted by fidest press agency su sabato, 23 luglio 2022

Parma Il programma di ricerca e assistenza clinica Chemogenomica funzionale per il futuro delle terapie personalizzate nelle neoplasie maligne, coordinato dall’Università di Parma, è stato selezionato dal Ministero della Salute nell’ambito della traiettoria “Medicina rigenerativa, predittiva e personalizzata” del Piano Operativo Salute (POS). Responsabile scientifico del progetto, del valore complessivo di 3.693.646,57 euro, è il docente dell’Università di Parma Giovanni Roti. Partner l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, l’Ematologia e il Centro di Trapianto di Midollo Osseo dell’Università di Perugia, l’Unità Operativa di Ematologia a indirizzo oncologico dell’AO Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo e il consorzio Cineca. Si tratta di un vero programma clinico sperimentale d’avanguardia, che integrando le attività del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma si propone di superare i correnti limiti della medicina personalizzata in ambito oncologico, e in particolare nelle malattie ematologiche neoplastiche. L’idea pioneristica nata e condotta dal laboratorio di Ematologia Traslazionale e Chemogenomica “THEC” del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con a capo il prof. Roti, è quella di associare a una caratterizzazione genomica una caratterizzazione funzionale, ovvero testare le cellule tumorali delle persone affette da patologie neoplastiche con una “libreria” di farmaci per individuare quelli potenzialmente più efficaci, e successivamente capire il motivo della sensibilità e della resistenza a un farmaco attraverso l’integrazione di tecniche genomiche e proteomiche. Le attività coinvolgeranno numerosi docenti e professionisti di ambiti diversi di Università e Azienda Ospedaliero-Universitaria, che porteranno ciascuno il proprio contributo. Il progetto rappresenta inoltre un modello di sinergia vincente nella collaborazione tra Università di Parma e Azienda Ospedaliero-Universitaria, non solo a livello scientifico e clinico ma anche a livello di organizzazione e gestione degli aspetti amministrativi, economici e logistici legati alla presentazione e gestione di progetti congiunti tra le due realtà. Il coordinamento di questi aspetti è stato condotto dalla dirigente dell’Università di Parma Barbara Panciroli con il fondamentale supporto di Davide Molena (Università di Parma) e Rossella Zucchelli (Azienda Ospedaliero-Universitaria).

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Omeopatia e oncologia

Posted by fidest press agency su giovedì, 14 luglio 2022

Di Massimo Saruggia. L’articolo di Bagot, Legrand e Theunissen si propone di confrontare la prevalenza dell’utilizzo dell’omeopatia in oncologia in tre centri di Strasburgo e di fare un confronto con uno studio analogo realizzato nel 2005. Un lavoro descrittivo dunque che ha utilizzato il medesimo questionario dello studio del 2005 e somministrato a 633 pazienti in trattamento farmacologico anti tumorale. I risultati mostrano come tra i 535 pazienti che hanno terminato lo studio 164 (30,7%) hanno fatto ricorso anche all’omeopatia come terapia integrativa con lo scopo principale (75%) di ridurre gli effetti collaterali del trattamento antitumorale. Tra di essi l’82,6% era abbastanza o interamente soddisfatto. I pazienti poco (15,5%) o per nulla soddisfatti (1,9%) erano una minoranza dell’intera popolazione. Il trattamento era prescritto quasi sempre da un medico competente in omeopatia e il paziente informava regolarmente il medico di famiglia o l’oncologo della terapia associata (82% dei casi). I sintomi più controllabili dal trattamento omeopatico associato si sono rivelati l’astenia, la nausea, l’ansia, la depressione e la diarrea con punte di miglioramento nell’80% dei pazienti. Al contrario l’alopecia, le alterazioni del peso corporeo e il calo della libido sono apparsi i sintomi più resistenti. L’omeopatia è dunque il trattamento integrativo più utilizzato nel centri oncologici di Strasburgo con una prevalenza del 30,7% del pazienti con un incremento esponenziale (83%) rispetto ad un analogo studio compiuto 12 anni prima negli stessi centri oncologici della città. Da segnalare anche che i pazienti si sono sentiti più liberi di informare della loro terapia sia il loro medico di famiglia che il proprio oncologo. Insomma una consapevolezza delle proprie scelte terapeutiche che ha permesso di trasformare quella che un tempo era una semplice bugia o solo una omissione in una post-verità. Quando leggo report come questo ancora una volta mi chiedo perché si continua a chiamare medicina alternativa quel fenomeno politico che incontra il favore crescente dei cittadini e che ha un suo nome preciso: Medicina Integrata. (fonte Omeopatia33)

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Oncologia, big data e profilazione molecolare

Posted by fidest press agency su venerdì, 22 aprile 2022

La profilazione molecolare è un’analisi che permette di creare la carta d’identità del tumore, l’evoluzione delle conoscenze in questo ambito è fondamentale sia per quanto riguarda la diagnostica dei tumori sia per quanto riguarda lo sviluppo di trattamenti personalizzati e sempre più efficaci. Raccogliere dati sulle alterazioni molecolari note e meno note è fondamentale soprattutto in una malattia con un’incidenza elevata come il tumore al polmone, che nel 2020 ha fatto registrare ben 41mila nuove diagnosi. La piattaforma ATLAS, progetto realizzato da Medica con il patrocinio di WALCE Onlus, è il primo database a livello nazionale che si pone proprio l’obiettivo di ricostruire la fotografia della prevalenza delle mutazioni del tumore al polmone dove la presenza di alterazioni del DNA rende il paziente eleggibile al trattamento con farmaci a bersaglio molecolare, farmaci altamente efficaci e in grado di trattare fino a 1/3 dei tumori del polmone.L’accesso rapido e immediato a questa mole di informazioni sistematizzate rappresenta un concreto beneficio non solo per i clinici, ma anche per i pazienti che possono essere indirizzati, ad esempio, verso le sperimentazioni più adatte al proprio tipo di tumore. La piattaforma, andando a colmare un vuoto conoscitivo a livello nazionale, ha quindi anche un importante valore nell’ambito della ricerca sul cancro. Inoltre, l’obiettivo è quello di espandersi e raccogliere dati relativi ad altri tipi di tumori solidi.

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Medicina personalizzata e di precisione in oncologia

Posted by fidest press agency su venerdì, 11 febbraio 2022

L’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) marcia spedito nella continua implementazione di modelli di medicina personalizzata e di precisione in oncologia. Tutto parte dall’esplorazione del genoma: dal 2016 effettuiamo analisi molecolari di sequenziamento dei tumori, grazie al Next Generation Sequencing (NGS), per valutare simultaneamente la presenza di un numero elevatissimo di alterazioni genomiche, un lavoro impensabile fino a pochi anni fa. Ognuna di queste alterazioni (e ve ne sono centinaia) può essere bersaglio di terapie mirate, più efficaci e meglio tollerate dai pazienti. L’obiettivo è associare in maniera puntuale un farmaco specifico al profilo molecolare unico del tumore di ogni paziente. Solo nel 2021, si sono effettuati 1715 test su tessuti tumorali per identificare terapie bersaglio, e circa 500 test NGS su globuli bianchi al fine di definire predisposizione a malattie neoplastiche su base eredo-familiare. L’utilizzo di varie soluzioni NGS, l’expertise per disegnare soluzioni anche per tumori rari e disegnate su singolo paziente ha avuto uno speciale riconoscimento dal Consorzio Europeo ICPerMed quale miglior ricerca in medicina di precisione in Europa per l’anno 2019. Nel 2018 è stato istituito il Molecular Tumor Board, tra i primi in Italia e in aggiunta lo studio delle biopsie liquide e le biobanche fanno si che riguardo la medicina di precisione, per noi l’oggi è già domani. L’Istituto dispone di una varietà di soluzioni NGS cosiddette ‘tumore agnostiche’, cioè pannelli genici che offrono l’opportunità di associare a ogni alterazione genomica il farmaco giusto in ogni tumore, e dell’expertise per disegnare soluzioni globali di sequenziamento ‘dedicate’ a singole patologie e singoli pazienti con particolare attenzione a tumori rari, patologie orfane, soggetti giovani e condizioni patologiche ‘anomale’.

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L’oncologia italiana è leader nel mondo

Posted by fidest press agency su martedì, 21 dicembre 2021

Parla di medicina di precisione e nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche il Practical Medical Oncology Textbook, il nuovo manuale dedicato alla cura dei tumori. Edito dall’americana Springer Nature, il testo – un due volumi in lingua inglese – è stato ideato e scritto da quattro esperti di oncologia, Marc Peeters dell’Università di Anversa, Christian Rolfo della Scuola di Medicina Mount Sinai di New York e due italiani, Lorena Incorvaia, ricercatrice in Oncologia Medica all’Università di Palermo e Antonio Russo, professore ordinario di Oncologia Medica nella stessa Università e membro della giunta nazionale AIOM. Un libro di respiro internazionale che trova parte delle sue radici nel sud Italia, rivolto a specialisti, dottorandi, specializzandi e infermieri, presentato oggi a Montecitorio, alla Camera dei Deputati, per volontà dell’Onorevole Giorgio Trizzino. È disponibile in tutto il mondo sul sito della casa editrice (dove è possibile scaricare anche i singoli capitoli) e su Amazon.Il manuale affronta argomenti che vanno dalla diagnosi delle neoplasie alla terapie, con un focus sulle tecniche più moderne, come la biopsia liquida. “È un esame che consiste nel prelievo di fluidi biologici, soprattutto plasma, nei quali è possibile isolare componenti che forniscono informazioni sulla malattia – spiega Russo –. È una procedura che presenta evidenti vantaggi rispetto al metodo classico, che prevede un’asportazione di tessuto: è poco invasiva e consente un monitoraggio molecolare del tumore, anche perché può essere ripetuta più volte. Fino a oggi è stata utilizzata principalmente in pazienti con carcinoma polmonare. Le applicazioni però sono numerose e anche in altri tipi di neoplasie la ricerca ha dato risultati promettenti. Ci aspettiamo che nel prossimo futuro possano diventare tutte pratica clinica.” Il volume vuole essere funzionale alla pratica quotidiana – sottolinea Russo – e favorire un’integrazione tra oncologo medico, chirurgo, radioterapista ed esperto di cure palliative, nella sempre più irrinunciabile ‘simultaneous care’, la presa in carico a tutto tondo del paziente. L’oncologia italiana si conferma un’eccellenza anche nei numeri: le percentuali di sopravvivenza sono più alte rispetto a quelle dei Paesi vicini, come Spagna, Francia e Germania, con un -13% di decessi negli uomini e -10% nelle donne fra i 377mila casi annuali. Bisogna investire nella formazione universitaria.”

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L’oncologia territoriale per essere più vicino alla casa del paziente, ma il territorio è pronto in tutte le regioni?

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 novembre 2021

In Italia ogni anno circa 270mila cittadini sono colpiti dal cancro, attualmente il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti, dell’altro 50% una buona parte cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della chirurgia, i nuovi approcci di cura e i farmaci innovativi con schedule innovative di trattamento stanno portando ad una evoluzione positiva nel decorso della malattia, allungando la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. In questo scenario sono sorti nuovi problemi che riguardano la presa in carico di questa patologia complessa che comportano una revisione organizzativa, necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente, dando accesso rapido ed uniforme all’innovazione. Per questo aspetto e per un coerente utilizzo delle risorse disponibili, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre maggiore importanza. Per questo, oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina Territoriale ad una cogestione dei pazienti oncologici cronici. Il futuro prossimo dell’Oncologia dovrà essere condiviso infatti tra ospedale e territorio attraverso una serie di setting assistenziali – ospedalieri e territoriali ma con uno stesso governo – che permetteranno di riscrivere al meglio tutto il percorso di cura del paziente, con molti nuovi temi da sviluppare. Per operare questa riorganizzazione, dando efficacia a questi cambiamenti saranno necessarie nuove risorse ma sarà fondamentale un dialogo aperto, trasparente e collaborativo tra tutte le forze in gioco: istituzioni, clinici, caregiver, farmacisti), industria. È quanto emerso durante il webinar “Oncologia del territorio, assetti organizzativi per rispondere ai nuovi bisogni dei pazienti oncologici” organizzato da Motore Sanità e con il contributo incondizionato di MSD e IT-MeD.

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“Oncologia Mutazionale in Italia: sviluppo, organizzazione e sostenibilità”

Posted by fidest press agency su martedì, 16 novembre 2021

“Questa non è la prima sessione di lavoro che stiamo facendo sul cancro, abbiamo in questa sede avviato un percorso, è il quinto evento che facciamo su malattie croniche e cancro alla luce delle sfide che abbiamo di fronte, una parte di sfida ci arriva dal Covid, dall’altra parte abbiamo le grandi opportunità che ci si aprono con il PNRR, dove sono previsti numerosi investimenti”. Lo dice l’on. Beatrice Lorenzin, coordinatore Health & Science Bridge del Centro Studi Americani, durante l’evento “Oncologia Mutazionale in Italia: sviluppo, organizzazione e sostenibilità”, in collaborazione con Edra. “Un tema molto importante – spiega Lorenzin – è il cambio di approccio da parte delle Regioni che deve essere accompagnato da un cambio di approccio anche del MEF, perchè se attraverso i molecular tumor board il paziente è gestito da un pool che decide una particolare procedura, è evidente che non può sottostare alle regole del trasferimento del paziente, significa pure che entriamo in un’ottica diversa in cui dobbiamo garantire a tutti le terapie migliori, ma con una logica più nazionale e diversa rispetto alla logica che abbiamo avuto fino ad adesso della mobilità attiva e modalità passiva. L’innovazione scientifica con cui noi abbiamo a che fare – conclude Lorenzin – non solo ci sta chiedendo di cambiare i sistemi regolatori e di trasformare i modelli organizzativi ma anche di cambiare l’approccio che abbiamo avuto negli ultimi 15/20 anni rispetto a cosa fa ogni singola Regione per garantire quell’accesso alle terapie”.

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Nuovo Presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica

Posted by fidest press agency su domenica, 31 ottobre 2021

Francesco Perrone, Direttore della Struttura Complessa Sperimentazioni Cliniche dell’Istituto Tumori Pascale di Napoli, è il nuovo Presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Entrerà in carica nel 2023. Il dr. Perrone è stato eletto dagli specialisti nel corso del XXIII Congresso Nazionale della società scientifica, che ha rinnovato le cariche direttive. Il Consiglio Direttivo Nazionale 2021/2023 è composto da Saverio Cinieri (Presidente), Francesco Perrone (Presidente Eletto), Massimo Di Maio (Segretario), Antonio Russo (Tesoriere), Ugo De Giorgi, Rossana Berardi, Rita Chiari, Nicola Silvestris, Filippo Pietrantonio, Matteo Lambertini, Marcello Tucci e Giuseppe Curigliano.A Francesco Perrone va il merito, fra l’altro, di aver sensibilizzato la comunità scientifica sul tema della tossicità finanziaria – primo in Europa a farlo – che interessa i malati di tumore e di aver realizzato, insieme al suo team, uno studio approfondito per indagarne nel modo corretto la portata e l’incidenza sulla qualità della vita e sulle prospettive di guarigione dei pazienti.“Il filo conduttore del mio programma – spiega il dr. Perrone – sarà intervenire nei processi di cambiamento dell’Oncologia italiana ed essere insieme strumento di governo di queste trasformazioni, in collaborazione con le Istituzioni. Sono convinto, infatti, che la nostra Società scientifica rivesta un ruolo fondamentale per favorire il progresso delle conoscenze e lo scambio di esperienze indispensabili per rendere sempre più efficace la lotta al cancro. E credo anche che nel prossimo quinquennio AIOM debba governare la necessaria evoluzione della sperimentazione clinica per renderla sempre più utile al miglioramento della pratica clinica”.Napoletano, 59 anni, sposato e padre di tre figli, Francesco Perrone a partire dal 1995 ha svolto, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli, attività di progettazione, conduzione, analisi e pubblicazione di sperimentazioni cliniche. È peer-reviewer per numerose riviste scientifiche, tra cui Lancet, BMJ, Lancet Oncology e Annals of Oncology. Clinical Breast Cancer. Dal 1990 (anno della prima pubblicazione) a oggi, il dr. Perrone è autore di circa 300 pubblicazioni.

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Congresso nazionale della Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia Pediatrica

Posted by fidest press agency su domenica, 18 luglio 2021

Dal 30 settembre al 1 ottobre si terrà a Napoli il Congresso nazionale della Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia Pediatrica (SITOP), momento in cui gli studiosi della specialità trasmettono al mondo scientifico lo stato delle conoscenze. Tra gli argomenti più suggestivi le possibilità applicative in Ortopedia pediatrica della tecnologia della stampa in 3D con la costruzione di modelli anatomici perfettamente identici alla realtà. Questa metodica entra in sala operatoria e fornisce un supporto fondamentale al chirurgo ortopedico.L’ospedale Pediatrico Santobono è stato il primo Centro a pubblicare un lavoro scientifico sul Journal Pediatric Orthopedic inglese sull’utilizzo di questa tecnologia nei bambini. “Dopo avere ottenuto l’autorizzazione dal Comitato etico, grazie alla collaborazione con il CNR, siamo partiti con l’allestimento all’interno del nostro Ospedale di un laboratorio con stampanti tridimensionali, scanner e con un’attiva collaborazione con ingegneri biomedici. La prima esperienza ha visto la realizzazione di un tutore in materiale plastico bivalva in alternativa all’apparecchio gessato per fratture di radio su di una popolazione di circa 40 bambini”. I risultati sono stati incoraggianti: “Il ricorso alla stampante 3D per creare ortesi e modellini delle ossa da trattare risulta utile nella vasta gamma delle patologie congenite e acquisite- fa sapere Guida- come in quelle tumorali, anche questo sarà un tema del congresso, per le quali, fino a qualche tempo fa, era previsto il sacrificio dell’arto (con l’amputazione o la disarticolazione), mentre oggi si tende a salvare l’arto pur rimanendo ampia la resezione della massa tumorale maligna. Al proposito si ricorda che i dati dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) sottolineano che gli osteosarcomi sono il 2% di tutti i tumori osservati tra 0 e 19 anni. In età pediatrica (0-14 anni) la malattia ha un’incidenza simile tra maschi e femmine- ricorda l’esperto- mentre nell’adolescenza, ovvero tra i 15 e i 19 anni, è più frequente nei maschi (10,4 casi per milione ogni anno) che nelle femmine (1,7 casi per milione ogni anno). Questi modellini consentono di stabilire il taglio delle protesi, utilizzate soprattutto nel caso dell’osteosarcoma, che è il tumore osseo maligno più diffuso e che prevede la chemioterapia in fase pre-operatoria. Anche per questa patologia specifica- tiene a ricordare il presidente incoming SITOP- il Santobono, in collaborazione con il professore Flavio Fazioli dell’IRCCS del Istituto Oncologico del Pascale e con il polo oncoematologico del Pausilipon, è riuscito a creare un centro nel quale vengono trattati con la tecnica del salvataggio dell’arto osteosarcomi e sarcomi di Ewing. Grazie alla stampa 3D, possiamo stabilire con precisione la quantità di osso da resecare e la tipologia di tagli, per poi impiantare l’osso proveniente da banca con trapianto biologico oppure, dopo esserci confrontati con il laboratorio di biomeccanica, una protesi totalmente artificiale che, oltre a tutto il resto, ha un enorme beneficio economico”. Un altro focus della due giorni sarà dedicato al piede torto congenito. “Si tratta di una delle deformità congenite più frequenti, che ha un’incidenza di uno ogni mille nuovi nati e un rapporto maschi-femmine di 4 a 1- illustra l’ortopedico- Il piede torto raggiunge ormai la guarigione in una altissima percentuale di casi, perché il metodo Ponseti ha avuto uno sviluppo planetario. Resta però un 20/25% di casi che arriva tardivamente alla diagnosi o tende a recidivare. E anche lì, per stabilire il tipo di trattamento da fare, la stampante 3D è di grandissimo aiuto”.Tanti quindi gli argomenti affrontati nel corso della due giorni partenopea promossa dalla SITOP. ‘Le epifisiolisi dell’anca: insidie e opzioni. Lo stato dell’arte’ e ‘Innovazioni in Ortopedia Pediatrica: scoliosi, piede torto congenito, tumori ossei, tecnologie con stampa 3D’ saranno, come anticipato, i due argomenti principali del Congresso autunnale, ai quali verranno affiancati altri temi collaterali, come la responsabilità professionale degli ortopedici e l’attività dei centri italiani che si interessano delle patologie ortopediche. “In occasione del Congresso- chiarisce Guida- assolviamo alla mission della nostra Società super specialistica, che è quella di trasmettere, sulla base delle prove di evidenza scientifica, i trattamenti più efficaci e appropriati messi in campo dai Centri ortopedici pediatrici di eccellenza italiani. Ciò acquista particolare valore perché l’Ortopedia generale ha molte iperspecialità ed è importante la trasversalità delle competenze. Poiché noi ci occupiamo specificamente della fascia 0-14 anni, abbiamo in essere una grande collaborazione con la Società italiana di Pediatria (SIP) e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (Sipps), che infatti- annuncia in conclusione- avranno ampio spazio nel nostro Congresso”.

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La nuova oncologia chiede più integrazione tra ospedale e territorio

Posted by fidest press agency su martedì, 20 aprile 2021

«Il futuro dell’oncologia non è domani, è oggi. La risposta all’emergenza oncologica causata indirettamente dalla pandemia da Covid-19 deve arrivare subito. I malati di cancro non possono aspettare, il tempo è scaduto!». E’ questo l’appello di FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, al quale ha fatto da contraltare quello delle Società scientifiche oncologiche. Agire in fretta è la parola d’ordine ed è più volte ricorsa durante il webinar organizzato da Motore Sanità in collaborazione con FAVO – Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, dal titolo “CANCRO E COVID. Il Covid ha posto il problema di screening da recuperare e da potenziare a livello territoriale, come pure l’attività di follow up; ha evidenziato quanto sia necessaria l’integrazione tra ospedale e territorio e quanto sia urgente l’assistenza territoriale quindi la medicina di territorio e di prossimità a supporto dei malati oncologici. Ma la pandemia ha anche posto il problema di una oncologia che vede di molto cambiata la gestione del paziente e che per questo richiede non solo un accesso alle terapie innovative in maniera equa ma anche un tempo di ascolto e di presa in carico del medico oncologo più dedicato. “Nel corso del 2020 sono stati fatti 1milione di interventi chirurgici in meno. Questo arretrato importante è stato gestito in maniera diversa a livello regionale. Il Piano oncologico nazionale deve fare un investimento serio sul fatto che questo carico venga smaltito in tempi reali e non può essere fatto utilizzando le risorse che sono disponibili perché sono già esaurite – ha spiegato Alessandro Gronchi, Presidente Società Italiana Chirurgia Oncologica (SICO) e Responsabile della Chirurgia dei Sarcomi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. La riorganizzazione oncologica in tempo pandemico è stata importante e ha visto l’impegno di tutti gli operatori ma oggi necessita di una ristrutturazione e un impegno che richiedono un investimento specifico e va inquadrato e organizzato nell’ambito delle Reti oncologiche in cui possono essere gestiti virtualmente moltissimi pazienti che quindi possono evitare di muoversi non solo da Nord a Sud ma anche nelle stesse regioni per facilitare il lavoro con il territorio”.

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“Terapie Ablative Imaging-guidate in Oncologia”

Posted by fidest press agency su martedì, 16 marzo 2021

Martedì 23 marzo alle 17.30, l’Accademia di Medicina di Torino organizza una seduta scientifica on line dal titolo “Terapie Ablative Imaging-guidate in Oncologia”. Introduce l’incontro Alessandro Comandone, già Presidente dell’Accademia di Medicina e Primario di Oncologia presso l’ASL Città di Torino. Il relatore sarà Andrea Veltri, Professore di Radiologia presso l’Università di Torino e socio dell’Accademia. L’Oncologia si connota sempre più come un’attività multidisciplinare di gruppo (i GIC, Gruppi Interdisciplinari di Cura), che applica i Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA), studiati per ottimizzare diagnosi, stadiazione, cura e follow-up dei tumori.Nell’ambito delle cure, a fianco della chirurgia per i tumori precoci e delle terapie sistemiche per i tumori avanzati, si sono sviluppate terapie loco-regionali, per i pazienti con tumori precoci ma non operabili o tumori avanzati ma con metastasi limitate per sede e numero (oligometastatici).Tra le terapie loco-regionali, le Terapie Ablative rappresentano trattamenti percutanei minimamente invasivi effettuati dal Radiologo Interventista quando esercitati con la guida dell’Imaging durante la procedura (ecografia, TC, radioscopia, etc.).Il ruolo delle Terapie Ablative in Oncologia si è sviluppato nell’ultimo ventennio, consolidando indicazioni più sperimentate (es. l’epatocarcinoma) e offrendo nuove opzioni in proporzione all’efficacia dei risultati ottenuti (es. malattia oligometastatica da carcinoma del colon retto, tumori renali, tumori polmonari, etc.).In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito http://www.accademiadimedicina.unito.it.

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Oncologia di precisione, biopsia liquida e nanofotica

Posted by fidest press agency su martedì, 20 ottobre 2020

Un recente articolo dal titolo “Direct plasmonic detection of circulating RAS mutated DNA in colorectal cancer patients” pubblicato dalla rivista Biosensors and Bioelectronics della Elsevier, la più autorevole rivista scientifica internazionale nel settore della chimica analitica e tra le più autorevoli nel settore delle biotecnologie (Impact Factor: 10,257), apre nuove ed inattese prospettive. L’articolo nasce dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca coordinato dal professore Giuseppe Spoto del Dipartimento di Chimica dell’Università di Catania, quello coordinato dal dottore Patrizio Giacomini dell’unità di Oncogenomica ed Epigenetica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, ed il gruppo del professore Roberto Corradini del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma. La collaborazione si è sviluppata nell’ambito del progetto europeo ULTRAPLACAD finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma quadro Horizon 2020. La nuova procedura prende il nome di biopsia liquida. Il sangue trasporta tracce molecolari del tumore che vanno identificate, sia per poter scoprire il tumore, sia per assegnare al paziente il trattamento farmacologico più efficace. Inoltre, il tumore si modifica nel corso del tempo, e per questo motivo è utile seguirlo longitudinalmente, nel corso di tutto il decorso di malattia, così da poter assegnare (tramite il sangue, appunto) al paziente il miglior trattamento farmacologico possibile in quel preciso momento. Il nuovo metodo identifica sequenze di DNA (il materiale genetico) associate alle cellule tumorali presenti in bassissime concentrazioni nel plasma ottenuto dal sangue del paziente. Per farlo, trae vantaggio da un metodo di rivelazione definito surface plasmon resonance imaging che viene combinato con l’uso di nanoparticelle metalliche funzionalizzate e di PNA, speciali ‘analoghi’ del DNA (molecole simili al DNA sintetizzate in laboratorio). Un prototipo industriale di questa apparecchiatura, frutto del lavoro di tutto il gruppo europeo ULTRAPLACAD, è installato presso l’IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Roma ‘Regina Elena’.

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