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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°79

Posts Tagged ‘ospitalità’

Saperi e mestieri: patrimoni per una nuova cultura dell’ospitalità rurale

Posted by fidest press agency su martedì, 22 novembre 2022

Cervia il 23 novembre dalle ore 15.00 alle 18.00 il workshop si svolgerà nella saletta XXV Aprile, nella palazzina comunale di piazza XXV aprile ed è aperto alla cittadinanza tutta. che vede protagonisti alcuni saperi del panorama immateriale del territorio cervese allo scopo di evidenziare e analizzare modalità e forme per essere ulteriormente valorizzati e trasmessi alle nuove generazioni sviluppandosi eventualmente in nuove opportunità di lavoro .Ogni territorio possiede un bagaglio di cultura immateriale caratteristico che solo attraverso la valorizzazione e trasmissione alle nuove generazioni potrà costituire un elemento di arricchimento e non sarà perso per sempre. Per Cervia è il caso ad esempio della tradizione salinara che ha attraversato i secoli, prima come attività prevalente della città e poi come elemento base della cultura locale fino a diventare oggi tratto distintivo cervese ed uno dei punti di forza della proposta turistica. Si aggiungono alla tradizione salinara altre arti e mestieri del territorio che hanno contribuito al suo sviluppo e che sono portatori di un patrimonio culturale da tramandare quali il mondo della pesca, della marineria, della tradizione artigianale e della tradizione rurale. Esperienze e attività verranno presentate dalle voci dei protagonisti della valorizzazione di queste tradizioni in un incontro organizzato dal GAL DELTA 2000 realizzato in collaborazione con l’Ecomuseo del Sale e del Mare di Cervia nell’ambito del più ampio progetto europeo ECHOES , progetto di cooperazione transnazionale che intende promuovere la cooperazione tra ecomusei allo scopo di contribuire alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale migliorando la capacità di relazione fra attori pubblici e privati e fra il mondo della memoria e quello dell’imprenditoria.

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Ucraina: Rojc (Pd) a Lega, voci pro-Putin godono ospitalità

Posted by fidest press agency su sabato, 7 Maggio 2022

“Meraviglia la preoccupazione della Lega per la libertà di stampa in Italia, dove le voci pro-Putin non sono certo imbavagliate, anzi godono di ampia ospitalità. Auspicabile che la Lega si batta davvero affinché il diritto di parola sia concesso anche al popolo russo, dove si va in galera per una parola sbagliata. Il ministro Lavrov è andato in tv a fare una propaganda nauseante e inverosimile, e i testimoni più attendibili della realtà sono i milioni di profughi ucraini nei Paesi europei”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd) replicando alle fonti della Lega secondo cui la censura non è “auspicabile e augurabile in Italia”.

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Rapporto 2022 sull’ospitalità religiosa in Italia

Posted by fidest press agency su sabato, 30 aprile 2022

Con la fine dell’emergenza pandemica, anche conventi, monasteri e case religiose fanno i conti con le conseguenze del coronavirus sull’accoglienza: nell’offerta si registra una perdita di circa 30mila posti letto in tutta Italia, con quasi 500 strutture chiuse definitivamente all’ospitalità o destinate ad altri usi, se non addirittura cedute. Lo rileva l’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana nel rapporto annuale del 2022, insieme ad altri interessanti dati su questo segmento dell’ospitalità destinato all’accoglienza per motivi spirituali, turistici, lavorativi o studenteschi. Le strutture dell’ospitalità religiosa in Italia sono poco più di tremila con circa 250mila posti letto, gestiti in gran parte da enti religiosi (ordini, congregazioni, diocesi e parrocchie) o di loro proprietà. La parte del Leone la fa ovviamente il Lazio, con 31.581 posti letto e centinaia di strutture su Roma che fanno riferimento alle case generalizie di ordini e congregazioni. Seguono Emilia Romagna (20.548) e Veneto (20.418). Ma la regione con il miglior rapporto rispetto al numero di abitanti è di gran lunga la Valle d’Aosta, con 32 posti letto in strutture religiose ogni 1000 abitanti. A seguire l’Umbria (13) e il Friuli-Venezia Giulia (9). Tra i servizi più diffusi nelle strutture dell’ospitalità religiosa il parcheggio auto (73%), la sala riunioni (69%) e il giardino (69%). Un terzo delle case si trova in centro città, un terzo in zone di montagna e l’ultimo terzo suddiviso tra mare e natura. Tutti gli altri dati sono nel Rapporto 2022 completo a questo link https://ospitalitareligiosa.it/pdf/RAPPORTO_2022.pdf

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MIO ITALIA, Movimento Imprese Ospitalità

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 ottobre 2021

Lettera aperta di Paolo Bianchini, Presidente Nazionale Mio Italia al ministro Cingolani. in rappresentanza dell’associazione di categoria MIO Italia, scriviamo questa lettera solo all’indomani delle elezioni, perché il nostro comparto – costituito da ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar – è stanco di essere strumentalizzato e di fungere da capro espiatorio.Il Centro studi di MIO Italia, per mezzo di un sondaggio effettuato su migliaia di associati, ha analizzato l’incidenza percentuale media delle forniture di gas ed energia elettrica sul fatturato dei piccoli imprenditori del comparto Horeca. Ebbene, le bollette di gas e luce gravano per il 9% sui bar e per il 4,5% sui ristoranti. Considerando gli aumenti previsti, queste percentuali si alzeranno dal 9 al 12% per i bar e dal 4,5 al 6% per i ristoranti. Cifre importanti.Il consumo di energia elettrica della nostra categoria vale, su base nazionale, il 3,7% del totale (analisi dati Ispra 2017), rappresentando una fetta considerevole del fabbisogno energetico.È fin troppo facile prevedere, quindi, che il prospettato aumento delle bollette si trasformerà – inevitabilmente! – in un innalzamento generale dei prezzi al pubblico e/o in una perdita sui ricavi aziendali, andando a influenzare negativamente il mercato.A questo punto è chiaro come sia necessario intervenire, in tempi rapidi e in maniera incisiva, per risolvere la problematica. Le soluzioni finora prospettate dal Governo non saranno infatti sufficienti a scongiurare gli aumenti dei prezzi al dettaglio e le relative, negative, conseguenze. E non dobbiamo dimenticare che, nel “caro bollette”, sono coinvolte tutte le aziende della filiera Horeca. Il quadro d’insieme, quindi, già a tinte fosche, è destinato al peggioramento.Lo scorso anno MIO Italia consegnò al Governo una “Proposta di variazione dell’aliquota Iva nell’ambito delle attività di ristorazione”, chiedendo l’applicazione di quella al 5%, in modo che le piccole imprese potessero fronteggiare l’enorme perdita di fatturato, che poi abbiamo visto ammontare a decine di miliardi di euro.La nostra proposta di riduzione dell’aliquota è stata anche oggetto di una pubblicazione scientifica: Rita Franceschelli, Riflessioni a voce alta: ridurre le aliquote dell’imposta sul valore aggiunto per salvare “un posto a tavola” dalla pandemia, in “Diritto e Pratica tributaria” 4/2021.L’abbassamento dell’Iva al 5% è possibile per la ristorazione. In questo senso ci permettiamo di citare le normative comunitarie di riferimento: Direttiva 2006/112/CE del 28 novembre 2006 e Direttiva 2009/47/CE del 5 maggio 2009. Vogliamo precisare che alla base della nostra richiesta di variazione dell’Iva, non c’è lo scopo di ridurre i prezzi al consumo, ma lo scongiurare il loro inevitabile aumento.

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Rilancio dell’ospitalità nelle città turistiche italiane

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 giugno 2020

L’emergenza COVID-19 ha colpito il settore turistico globale e diversi addetti ai lavori concordano che il rilancio dell’ospitalità nelle città italiane passerà attraverso fasi graduali e intermedie, all’inizio caratterizzate dall’afflusso di visitatori domestici, per poi assistere a un progressivo ritorno di quelli internazionali. Con la riapertura delle frontiere e la ripresa dei voli aerei dal 3 giugno, gli operatori del settore potranno come sempre fare leva sulla bellezza, l’attrattività e l’accoglienza tipiche delle città italiane. Per farsi notare in un contesto simile sarà necessario andare oltre: si distinguerà chi offrirà ospitalità in appartamenti e case vacanze, che consentono un servizio professionale e di qualità, distanziamenti e spazi per coppie, gruppi e famiglie, e protocolli igienico-sanitari all’avanguardia.

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L’estate vacanziera ci sarà

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 Maggio 2020

È il messaggio della ripartenza degli albergatori di Italy Family Hotels, che unisce oltre 100 strutture in tutta Italia specializzate nell’ospitalità per le famiglie, pronti a spalancare le porte dei loro alberghi ai bambini e ai loro genitori, reinventandosi con intraprendenza per accogliere grandi e piccoli in totale sicurezza, ma senza rinunciare alla serenità e alle tante attività e qualità dei servizi che hanno da sempre contraddistinto le vacanze in famiglia. A giugno 2020 gran parte degli Italy Family Hotels, dal mare alla montagna, riapriranno – con standard di qualità ancora più elevati, servizi più curati e maggiori attenzioni – per garantire vacanze spensierate alle famiglie e ai bambini, i quali più di tutti hanno dovuto rinunciare alla loro quotidianità, lontani dagli amici e spesso anche dai nonni. Oltre agli spazi, le attività di animazione e dei miniclub sono state ripensate con creatività, in modo che i bimbi si divertano e i genitori siano tranquilli. «Tutti hanno la volontà di ripartire e di garantire nel miglior modo possibile i servizi alle famiglie, che saranno potenziati all’esterno – spiega Marina Pasquini, Presidente di Italy Family Hotels e titolare dell’Hotel Belvedere di Riccione (RN) (che riaprirà il 25 giugno) dopo aver terminato una call online con gli albergatori connessi da varie destinazioni d’Italia -. Seguendo i regolamenti sui centri estivi, l’animazione sarà possibile senza problemi. In questo periodo abbiamo fatto uno studio molto accurato, per proporre iniziative nuove e fare in modo che il virus non sia uno spettro, creando le condizioni affinché le vacanze si possano vivere con la pace che le vacanze richiedono». Adeguandosi alle linee guida e ai regolamenti regionali diversi, gli albergatori di Italy Family Hotels hanno trovato modi originali per assicurare le tanto attese vacanze senza stravolgimenti.
Come L’Albergo dell’Orso Bo di Senigallia (AN), che ha creato in spiaggia delle oasi dedicate all’animazione delle famiglie con i bambini. L’animatrice si posizionerà su una torretta alta 6 metri per comunicare giocosamente con tutti. «Non ci sarà animazione di gruppo, ma ci sarà un coinvolgimento diverso da parte degli animatori in spiaggia rivolto a tutta la famiglia, in modo che i bambini si divertano, anche a distanza – spiega l’albergatore Gianni Bellagamba, che riaprirà il 27 giugno -. E poi in questo periodo i bambini sono tornati a giocare per strada e all’aperto. È un buon segno di ripartenza». Al Meridiana Family & Nature Hotel di Marina Romea (RA), dove gli spazi di certo non mancano essendo immerso nella natura, i bambini saranno organizzati in piccoli gruppi che saranno seguiti dallo stesso animatore per tutta la settimana. Per alcuni laboratori potranno giocare in modalità “classe”, con tavoli e sedie e zone dedicate. Saranno ampliati gli spazi in spiaggia e in hotel, creando nuove zone esterne. «È importante rieducarli alla socialità, con attività ludiche in mezzo alla natura», sottolinea l’albergatore Alessandro Zaffi, che riaprirà il 20 giugno.
Per mantenere gli spazi, gli hotels non lavoreranno a totale capienza. Dove c’era il buffet predisporranno il servizio al tavolo. Inoltre, le strutture si sono organizzate con segnali colorati per mettere in evidenza le distanze, in modo che anche regole e dispositivi di sicurezza siano motivi di gioco. Ne è convinta Donatella Raffaelli, titolare di Oxygen Hotel di Viserbella di Rimini (RN), che aprirà il 29 maggio: «la sicurezza degli ospiti sarà una priorità, ma senza essere troppo invasivi». Anche questo hotel ha previsto tante attività e laboratori per bambini, riadattati alle nuove esigenze. Per esempio, ogni bimbo riceverà all’arrivo un kit personale di colori, in modo che utilizzi sempre gli stessi e possa poi riportarli a casa. «Saremo occhi e braccia aggiuntivi per i genitori», assicura Stefano Cerruti dalle pendici del Monte Rosa dove il Mirtillo Rosso Family Hotel di di Riva Valdobbia (VC) è pronto a riaprire il 12 giugno. Anche qui i piccoli si divertiranno in piccoli gruppi con attività all’aperto in terrazza e in giardino e poi con escursioni, esperienze in fattoria, luoghi da visitare. L’idea è di dare anche ai genitori il tempo per rilassarsi da soli.
Come avviene in molti alberghi, anche diversi Italy Family Hotels hanno abbattuto la policy di cancellazione. Alcuni prevedono sconti sulle prenotazioni, altri la possibilità di acquistare bonus da usare eventualmente il prossimo anno. Le tariffe non cambieranno molto rispetto all’estate scorsa, proprio per garantire l’alta qualità, nonostante l’aumento dei costi. Sono, inoltre, incentivati i check-in online. «La scelta di rimanere chiusi sarebbe stata meno costosa. Ma questo è il mestiere più bello del mondo», conclude Marina Pasquini, pronta con i suoi colleghi ad accogliere gli ospiti nell’estate in cui sarà naturale sorridere con gli occhi.

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In ginocchio le strutture religiose di ospitalità

Posted by fidest press agency su domenica, 17 Maggio 2020

Per quanto lo stare in ginocchio sia la normalità per chi prega, stavolta il motivo è tutt’altro: solo la metà delle quattromila case dell’ospitalità religiosa in Italia è sicura di riaprire quest’estate. Il dato preoccupante emerge dal sondaggio effettuato tra il 9 e l’11 maggio dal portale ospitalitareligiosa.it. Più di duecento strutture hanno deciso che almeno quest’anno non accoglieranno gruppi religiosi e turisti, per non mettere a repentaglio la salute di ospiti e collaboratori. Un altro centinaio ha già avviato le procedure per una chiusura definitiva. Una su tre sta aspettando l’evolversi della situazione per prendere una decisione.E’ una situazione sconfortante che pesa sui 287.000 posti letto che il mondo religioso mette (o meglio metteva) quotidianamente a disposizione di tutti in case per ferie, istituti, ostelli, conventi, monasteri, foresterie e studentati. Un patrimonio culturale e sociale tipicamente italiano e ineguagliabile nel mondo.Eppure, nonostante i mancati introiti e le spese extra da affrontare per le sanificazioni, metà delle case che apriranno hanno deciso di mantenere invariati i livelli occupazionali di collaboratori e dipendenti, nonché di lasciare inalterate le tariffe, se non addirittura diminuirle per incentivare gli ospiti. E questo nonostante per il 2020 tre su quattro già prevedano perdite tra il 40 e il 90%.
Ma cosa potranno fare queste attività senza un sostegno economico? Ben poco, come tutti. Le maggiori spese verranno dalla pulizia e sanificazione degli ambienti, dalla dotazione di dispositivi di protezione individuale e dalla riprogrammazione di tutte le zone comuni. A tutto ciò si aggiungeranno i minori introiti per il periodo di chiusura in corso, per la rarefazione dei posti letto e per una stagione estiva che non potrà raggiungere i livelli degli anni precedenti.Non bisogna dimenticare che, a differenza del sistema turistico alberghiero, queste strutture di ospitalità sostengono il peso economico delle attività caritatevoli di parrocchie, diocesi e ordini religiosi in Italia e nel Terzo Mondo: un danno durante il lockdown stimato in circa 5 milioni di euro al giorno che colpisce proprio i più poveri.Senza provvedimenti mirati sarà ben difficile salvare questa millenaria tradizione di ospitalità del nostro Paese, fatta di amore per l’accoglienza e accettazione a braccia aperte del prossimo.Fabio Rocchi – presidente Associazione Ospitalità Religiosa Italiana.

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Ospitalità religiosa

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 marzo 2020

Chi è costretto in questi giorni a spostarsi per motivi di lavoro, sanitari o di emergenza, ha bisogno di un luogo dove riposare e trovare quel minimo di accoglienza che gli consenta di svolgere il proprio dovere. Purtroppo, però, le porte chiuse sono ormai molte e diventa complicato mettersi alla ricerca di una struttura ricettiva aperta.Il portale ospitalitareligiosa.it raccolto in un unico elenco le strutture dell’ospitalità religiosa che in tutta Italia sono invece rimaste aperte, proprio per supportare chi ha la necessità di soggiornare fuori casa. L’elenco è consultabile online a questa pagina ospitalitareligiosa.it/pdf/siamoaperti.pdf e viene continuamente aggiornato.Si tratta di un contributo di responsabilità e di accoglienza da parte di tanti gestori che, ovviamente, sono tenuti a far rispettare agli ospiti tutte le cautele previste dalla normativa di emergenza.

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Ad Assisi gli stati generali dell’ospitalità religiosa in Italia

Posted by fidest press agency su martedì, 10 dicembre 2019

Assisi 24 e 25 gennaio prossimi seminario nazionale sull’ospitalità religiosa, a cura dell’Ufficio CEI per la Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo libero.Tremila strutture per oltre 200.000 posti letto sono i numeri di questo settore che oramai si rivolge ad un pubblico indistinto, offrendo sia la possibilità di un soggiorno per riscoprire valori e spiritualità, come anche l’opportunità di un turismo fatto di esperienze e accoglienza.Al seminario, rivolto in particolare ai gestori delle strutture, converranno alcune figure di riferimento della Conferenza Episcopale Italiana, come Mons. Domenico Sorrentino (arcivescovo di Assisi), Mons. Roberto Malpelo (direttore Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI) e Mauro Salvatore (Economo generale della CEI).Non mancheranno numerosi interventi dei laici che vivono e operano in questo settore, per testimoniare la loro esperienza e proporre nuovi orizzonti per l’ospitalità di matrice religiosa, con particolare riferimento agli aspetti giuridici e organizzativi. Colonna portante saranno i Tavoli di Condivisione, in cui tutti i partecipanti potranno esprimere le proprie opinioni e proposte. Verranno raccolte e catalogate così da essere serbatoio di idee per il percorso che Don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio CEI dedicato al turismo, ha intrapreso “Verso uno stile condiviso dell’ospitalità conviviale”.

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Turismo: Ospitalità emiratina

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2019

Abu Dhabi. Gli ultimi dati rilasciati dal Dipartimento Cultura e Turismo – Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi) inerenti al settore dell’ospitalità emiratina rivelano che i ricavi totali del settore alberghiero per il Q1 del 2019 è aumentato del 16%, rispetto allo stesso periodo del 2018.Eventi come l’AFC Asian Cup, la fiera IDEX, gli Special Olympics e il Retail Abu Dhabi (RAD) shopping festival, insieme alle rinomate attrazioni tra cui il Warner Bros. World Abu Dhabi, il sito culturale Al Hosn e il Qasr Al Watan, hanno constribuito a un aumento significativo all’appeal come destinazione turistica nei primi tre mesi dell’anno.I risultati del primo trimestre riportano ricavi complessivi aumentati del 16,1%, stati guidati da un aumento nell’ARR (Average Room Revenue), aumentata di circa il 15% affiancato da un tasso di occupazione del 79%. Gli hotel hanno assistito a un room revenue aumentata del 24%, mentre la F&B revenue aumentata del 10,4%.In totale 1.291.482 visitatori internazionali sono stati ospiti dei 169 hotel e apart-hotel di Abu Dhabi durante il Q1, un aumento discreto di circa 6.600 pax rispetto allo stesso periodo nel 2018. I dati registrano anche un aumento del 2,1% della lunghezza media del soggiorno degli ospiti (ALOS).In riferimento agli hotel guests, è stato registrato un notevole aumento dei visitatori dagli USA, con un’impennata del 13,8%. Un incremento anche per la durata dei soggiorni (ALOS) da parte dei visitatori del Regno Unito, India e Arabia Saudita. L’Italia registra 15.408 hotel guest con una media soggiorno di 3,89 notti.
In aggiunta, il Q1 ha visto anche un incremento di visitatori Leisure del 51% rispetto all’anno scorso.La regione di Al Ain ha registrato dei numeri impressionanti per quanto riguarda gli hotel guest nel primo trimestre, con 132.751 ospiti che comportano un aumento del 19,8% rispetto all’anno scorso. Tutte e tre le regioni dell’Emirato hanno registrato un aumento nel tasso di occupazione, +0,5% ad Abu Dhabi, +11,5% ad Al Ain e +1,1% ad Al Dhafra.L’appeal dell’Emirato è cresciuto grazie alle recenti aperture, tra cui l’Edition Abu Dhabi Hotel, che è il primo hotel del brand Edition nella regione del Medio Oriente e Nord Africa, il Jumeirah Saadiyat, Saadiyat Rotana e il Jumeirah Al Wathba, aperti di recente.S.E. Saif Saeed Ghobash, Sottosegretario DCT Abu Dhabi, ha commentato: “Questi numeri confermano un buon inizio per il 2019 e che il nostro impegno insieme alla pianificazione strategica stanno avendo successo. I dati registrati nel Q1 sono stati senza dubbio sostenuti dalla varietà della destinazione. Continueremo a focalizzarci sui nostri mercati più importanti anche nel secondo trimestre di quest’anno, promuovendo più eventi di richiamo mondiale.La Fiera Internazionale del Libro ha visto un aumento dei visitatori del 18%, richiamando esperti, autori e fan dei libri da tutto il mondo. Siamo sicuri che questo ottimo inizio ci aiuterà a costruire anche buoni risultati per il periodo estivo.”Ad Aprile DCT Abu Dhabi ha lanciato Abu Dhabi Calendar, http://www.inabudhabi.com, una piattaforma che raccoglie tutte le informazioni sugli eventi in calendario nell’Emirato per aiutare i visitatori a scovare eventi ed appuntamenti per arricchire la loro esperienza di viaggio. Il secondo trimestre dell’anno vede eventi importanti come l’Al Dhafra Water Festival, il campionato di Jiu Jitsu e l’Eid Festival oltreché la mostra temporanea al Louvre Abu Dhabi A World of Exchanges, Photographs 1842 1896: An Early Album of the World che raccoglie 250 fotografie scattate fotografie scattate tra il 1842 e il 1896 da viaggiatori in Asia, Africa, Medio Oriente, India e Americhe, (fino al 13 luglio – per maggiori info https://www.dropbox.com/sh/33mvb77wfdywvz7/AAACVFAIqd-9dVTLed8IiyUla?dl=0 ).

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“In Italy Festival 2019. Culture del cibo e dell’ospitalità”

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 Maggio 2019

Perugia Dal 15 al 17 maggio a palazzo Gallenga. Si chiama “In Italy Festival 2019. Culture del cibo e dell’ospitalità”, l’evento presentato alla stampa a palazzo Gallenga dell’Università per Stranieri di Perugia, dalla prof.ssa Giuliana Grego Bolli, rettrice dell’Ateneo internazionale insieme al prof. Giovanni Capecchi, presidente del corso di laurea in Made in Italy, cibo e ospitalità (MICO), Mauro Cesaretti della Fondazione Cassa di Risparmio Perugia; Maurizio Beccafichi, nella doppia veste di rappresentante di Confcommercio Umbria e dell’Università dei Sapori; e Diego Furia, direttore regionale della Coldiretti Umbria. Si tratta della prima edizione di una tre giorni, a palazzo Gallenga dal 15 al 17 maggio, dedicata alle culture del cibo e dell’ospitalità. Una kermesse ricca e variegata di appuntamenti, tra lezioni, tavole rotonde, cooking show, presentazioni di libri, proiezioni di film, laboratori, workshop. “Questo festival – ha detto la rettrice Giuliana Grego Bolli – rappresenta una sinergia importante fra istituzioni che si occupano di formazione e il territorio con un obiettivo di una promozione reciproca. L’Umbria ha la fortuna di avere molte realtà vocate all’alta promozione che deve trovare con queste istituzioni, uno strumento di sviluppo che non è solo culturale, ma anche sociale ed economico. Credo che la Stranieri – ha aggiunto la rettrice – abbia da sempre svolto una funzione importante in questo cento anni di nostra storia che festeggeremo nel 2021. Questo palazzo per due giorni intensi sarà un luogo di incontro e di confronto, che conferma il ruolo che la Stranieri ha sempre avuto e vuole continuare ad avere: un Ateneo internazionale aperto all’approfondimento culturale e al dialogo”.Per Mauro Cesaretti della Fondazione della Fondazione Cassa di Risparmio Perugia si tratta “di un progetto condiviso da molte realtà non solo umbre ma anche su scala nazionale. La Fondazione non ha voluto far mancare il proprio sostegno a questo nuovo progetto della Stranieri. Siamo di fronte ad un esempio di sperimentazione e innovazione didattica che coniugando innovazione e tradizione cultura scientifica e cultura umanistica avesse tutte le caratteristiche per offrire il bagaglio formativo trasversale necessario per formare professionisti in grado di promuovere e valorizzare uno dei settori trainanti dell’economia italiana”.
Un progetto dalla duplice valenza secondo Diego Furia, direttore regionale della Coldiretti Umbria: “perché da una parte può formare professionisti che possono portare il vero Made in Italy nel mondo – ha affermato – e dall’altra formare e promuovere figure per diffonderlo nel nostro territorio. La nostra presenza in questo festival è significativa perché porta alla ribalta quello il made in Italy rappresenta come vetrina da diffondere e custodire”.
Maurizio Beccafichi, in veste di rappresentante di Confcommercio Umbria e dell’Università dei Sapori, ha ribadito l’importanza della condivisione fra realtà culturali innovative che promuovono idee brillanti e che le trasformano in concrete opportunità per gli studenti.
Il festival, in partnership con Coldiretti Umbria, Confcommercio Umbria e Università dei Sapori, è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
L’Università per Stranieri di Perugia ha istituito un nuovo corso di laurea triennale su “Made in Italy, cibo e ospitalità” (MICO). Il corso, che è iniziato il 1° ottobre 2018, unisce due classi di laurea (Scienze del turismo e Scienze culture e politiche della gastronomia) ed è incentrato sul Made in Italy, con particolare attenzione a cibo, turismo e ospitalità. L’Università per Stranieri, che è nata per diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ha così aggiunto un nuovo tassello alla sua missione: quello di conoscere e raccontare l’Italia attraverso i suoi prodotti, il suo paesaggio, le sue eccellenze enogastronomiche. Strettamente collegato al corso MICO, nato in partnership con Coldiretti Umbria, Confcommercio per l’Italia e Università dei Sapori, è il progetto IN-ITALY: un festival dedicato alle culture del Made in Italy, del cibo e dell’ospitalità, con cadenza annuale, aperto a tutti e gratuito, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Tra gli eventi da non perdere si segnala quello di giovedì 16 maggio, alle 21.30, alla Sala Raffaello delll’ hotel Brufani, sul cibo e altre storie, un incontro con Simonetta Agnello Hornby; e quelli di Palazzo Gallenga di venerdi 17 maggio, (sala Goldoni, ore 16.30) con Allen J. Grieco, professore emerito dell’Harvard University Center of Italian Renaissance Studies – Villa I Tatti, (aula magna, ore 17.30); la “Storia dei sentimenti umani”, un incontro con Oscar Farinetti, fondatore di Eataly.

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Ospitalità religiosa: In Italia 3500 strutture ricettive

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 aprile 2019

Numeri importanti che non passano inosservati: sono le case gestite o di proprietà di enti religiosi, specializzate nell’accoglienza spirituale e turistica. 232.000 posti letto in tutta Italia, distribuiti in circa 3500 strutture. Si superano i 300.000 posti letto se sommiamo le case “laiche” e onlus dedicate ai gruppi religiosi.Eppure si tratta di un “business anomalo”, perché lo scopo ultimo è alimentare le attività comunitarie e caritatevoli di parrocchie, diocesi, Caritas e ordini religiosi, comprese le missioni nel terzo Mondo.Il rapporto 2019 curato dall’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana propone i dati del portale ospitalitareligiosa.it che mantiene aggiornato l’elenco delle strutture in 103 province. Ne emerge un quadro ben definito, tra case per ferie e foresterie, monasteri e conventi, eremi e studentati, case parrocchiali e ostelli.Per numero assoluto di posti letto il Lazio con Roma domina la scena, seguito a ruota da Veneto e Lombardia; ma in rapporto alla popolazione residente, spiccano per primi Valle d’Aosta, Umbria e Trentino-Alto Adige.Nel complesso, circa un terzo delle strutture si trova nei centri-città, un altro terzo in località di montagna e un terzo in riva al mare o immerse nella natura.Le strutture del centro-sud dimostrano una maggiore predisposizione verso l’innovazione: battono nettamente il nord in tema di adeguamento per i disabili e dotazione del Wi-Fi.
L’82% offre come trattamento base il solo pernottamento; circa la metà arriva fino alla pensione completa. Una camera doppia si trova in 8 strutture su 10, la singola in 7. Il 23% dispone di un terreno adatto ad ospitare tende. 2 su 3 hanno una sala riunioni e un giardino.Tutti questi dati hanno imposto all’Associazione che cura la promozione delle case religiose di ospitalità, un cambio di passo verso una maggiore conoscenza di questo fenomeno da parte del pubblico. Ecco perché è nata quest’anno la App gratuita per smartphone ORICARD ed anche il volume cartaceo “Ospitalità religiosa – Guida alle strutture ricettive in Italia” per chi ama sfogliare le idee per il prossimo viaggio. Oggi sono quindi tante le modalità per scoprire dove e come vivere un’esperienza da ospiti e non da clienti.

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“Turismo religioso e ospitalità”

Posted by fidest press agency su sabato, 16 marzo 2019

TURISMO RELIGIOSO (1)E’ stato il tema di un incontro che si è tenuto all’Università Europea di Roma (UER) nell’ambito della manifestazione FareTurismo. Sono intervenuti la Prof.ssa Margherita Pedrana, Vice Coordinatrice del Corso di Laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio all’UER, il Prof. Luigi Russo, Vice Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria all’UER, il dott. Fabio Rocchi, Presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana (ORI) e il dott. Luca Baiosto, Vice Presidente Nazionale del Centro Italiano Turismo Sociale (CITS).“Il turismo religioso – ha spiegato la Prof.ssa Margherita Pedrana, Vice Coordinatrice del Corso di Laurea in Turismo e Valorizzazione del Territorio all’Università Europea di Roma – rientra parzialmente nella categoria del turismo culturale, anche se, rispetto a quest’ultimo include una dinamica e un coinvolgimento spirituale molto importante. Secondo alcune stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, il turismo religioso vale oltre 18 miliardi di euro, con dati che parlano di circa 300 milioni di turisti religiosi nel mondo e un trend crescente verso località considerate sacre dalle differenti religioni e/o con un ricco patrimonio culturale, storico, artistico.Ma, al di là dei dati e degli impatti economici molto rilevanti anche se difficilmente misurabili, il turismo religioso ha una fortissima valenza anche dal punto di vista culturale e sociale. In particolare, ciò che conta nell’ambito del turismo religioso è sicuramente l’esperienza religiosa e turistica, che diventa fulcro del turismo religioso stesso. Di particolare rilevanza risulta anche l’impatto del turismo religioso sulla sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Come ogni tipologia di turismo, anche il turismo religioso può creare vantaggi economici per le comunità locali e incoraggiare il loro sviluppo sostenibile, soprattutto nel lungo periodo, osservando come la gestione di siti religiosi e sacri possano da un lato tenere conto del loro valore sacro e spirituale e dall’altro puntare alla propria conservazione per poter essere usufruito anche dalle generazioni future”.Il Prof. Luigi Russo, Vice Coordinatore del Corso di Scienze della Formazione Primaria all’Università Europea di Roma, ha parlato del tema del pellegrinaggio dal punto di vista storico.”Il pellegrinaggio – ha spiegato il Prof. Russo – è una pratica che si è affermata con grande vigore nel corso dell’età medievale. Chi viaggiava ed affrontava lunghi viaggi aveva bisogno di appoggiarsi ad una rete di ospizi e strutture specializzate nell’accoglienza dei pellegrini”. Nel suo intervento il Prof. Luigi Russo ha delineato in breve i passaggi fondamentali dello sviluppo dell’ospitalità religiosa medievale, commentando alcuni passi della Guida del pellegrino di Santiago di Compostela del XII secolo. “Dall’esperienza del passato – ha detto il Prof. Russo – emergono preziosi spunti che ci permettono di valorizzare il patrimonio storico-culturale della nostra penisola”.Luca Baiosto, Vice Presidente Nazionale del Centro Italiano Turismo Sociale, ha sottolineato il contributo sociale dell’ospitalità religiosa, praticamente sempre legata alla contribuzione economica in opere sociali e comunitarie. Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili l’1,6% dell’offerta ricettiva turistica italiana proviene dal settore dell’ospitalità religiosa.Fabio Rocchi, Presidente dell’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana (ORI) indica che nonostante vi sia carenza di dati relativi al turismo religioso e agli occupati nel settore, si tratta di un segmento di mercato non trascurabile visto che il portale Internet dedicato dell’ORI (https://ospitalitareligiosa.it/) censisce oltre 4.000 strutture di ospitalità religiosa. Si può prevedere che nei prossimi 5/10 anni ci sarà un incremento rilevante della richiesta di professionalità esterne al mondo religioso da inserire nella gestione turistica di tali strutture. (Copyright foto Università Europea di Roma)

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L’ospitalità riscoperta

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 marzo 2019

L’Ospitalità è un valore laico e cristiano, fortemente condizionato dal contesto storico, ed è al centro di uno studio teologico di fra Gian Carlo Lapic, che nei giorni scorsi ha tenuto la dissertazione finale di dottorato alla Pontificia Università Gregoriana sul tema: “Filoxenía/hospitalitas nella prospettiva etico-teologica come dimensione costitutiva dell’agire morale cristiano”. Secondo il religioso dei Fatebenefratelli, l’Ospitalità, che è il carisma dell’Ordine ospedaliero fondato da San Giovanni di Dio, può essere sinonimo di accoglienza ma l’esperienza cristiana dell’ospitalità «dischiude la possibilità che il Signore possa essere incontrato e riconosciuto da chiunque e quindi l’accoglienza ospitale biblica non si può ridurre ad un semplice gesto filantropico e solidale. L’Ospitalità è anche l’abbraccio al migrante o al malato, ma non è tutto lì». L’Ospitalità intersa come valore cristiano è un’offerta fatta a Dio come segno di comunione. «Il fondamento cristologico dell’ospitalità biblica nei Vangeli si articola come accoglienza incondizionata di Gesù di ogni esistenza umana e quello escatologico ci ricorda che tutti i credenti in Cristo sono pellegrini e stranieri. Ossia siamo chiamati tutti quanti a partecipare al medesimo destino con compassione e solidarietà» osserva il religioso della provincia Lombardo-Veneta. Anche San Giovanni di Dio, che si ricorda l’8 marzo, «per quanto sia stato definito l’inventore dell’ospedale moderno non aveva un’idea dell’Ospitalità limitata all’ambito sanitario ma la inquadrava nell’esperienza cristiana e questo conferiva e conferisce all’Ospitalità una ricchezza che va ben oltre la dimensione umana della solidarietà. Per noi Fatebenefratelli il nesso tra fede e servizio è chiaro, ma non è sempre stato così: il fatto stesso che l’Ospitalità sia un valore che si radica profondamente nell’umano ne ha limitato la comprensione anche tra i cristiani. Basti pensare che, come ho appurato nella ricerca, questo argomento è stato ripetutamente arato dai biblisti e dagli antropologi ma molto meno dai moralisti perché, essendo fortemente radicato nell’umano, era difficile inquadrarlo come un valore specificamente cristiano. Come scrive Janzen, l’Ospitalità non ha avuto un ruolo di primo piano nel lessico teologico-etico tradizionale e per molto tempo per i cristiani è rimasta una virtù marginale. Con il Concilio e con il Magistero di papa Francesco ha ricevuto una nuova luce».
L’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio FATEBENEFRATELLI è presente in 50 paesi dei 5 continenti, con circa 400 opere apostoliche. La Provincia Lombardo Veneta, essendo parte di questa grande comunità ospedaliera, realizza la propria vocazione religiosa dedicandosi al servizio della Chiesa prestando, senza scopo di lucro, attività sanitarie ed assistenziali in particolare nei confronti di malati e bisognosi. La mission della PLV è in primo luogo l’ospitalità realizzata attraverso interventi appropriati di prevenzione, promozione della salute, cura e riabilitazione, che garantiscano ad ogni utente la cura più adeguata al proprio bisogno di salute, in una logica di corretto ed economico uso delle risorse. La PLV esplica la propria attività assistenziale in 4 contesti regionali differenti (Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia), attraverso 9 strutture sanitarie/socio-sanitarie accreditate presso il SSN per 2192 posti letto complessivi. I Fatebenefratelli, sulle orme del loro fondatore San Giovanni di Dio, si impegnano a garantire un’assistenza integrale, che pertanto consideri e abbracci tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, sociale e spirituale. Tale assistenza umanizzata viene agita ogni giorno grazie alla compartecipazione alla missione da parte dei Fatebenefratelli e dei circa 2200 collaboratori assunti a vario titolo all’interno della Provincia Lombardo Veneta.

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Nuovo corso di laurea in “Made in Italy, cibo e ospitalità”

Posted by fidest press agency su giovedì, 12 luglio 2018

Perugia Lunedì 16 luglio, ore 11 Sala Goldoni – palazzo Gallenga. All’Università per Stranieri di Perugia sarà attivato il nuovo corso di laurea in Made in Italy, cibo e ospitalità. Il corso, nato da un progetto comune con Confcommercio e Coldiretti, è l’unico in Italia a fondere insieme il percorso e gli obiettivi formativi di due classi di laurea: Scienze del turismo e Scienze, culture e politiche della gastronomia. Attraverso l’interclasse, il corso intende offrire una formazione culturale riguardante il Made in Italy nel suo complesso e una formazione tecnico-pratica che consenta di operare nell’ambito delle imprese del made in Italy e nei settori del cibo, della gastronomia e dell’ospitalità.
I dettagli saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma lunedì 16 luglio, alle ore 11, presso la Sala Goldoni di palazzo Gallenga. All’incontro interverranno, insieme al rettore, prof. Giovanni Paciullo, il prof. Giovanni Capecchi, presidente del nuovo corso di laurea; la professoressa Giovanna Zaganelli, direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali; Anna Rita Fioroni, presidente dell’Università dei Sapori; Vasco Gargaglia, direttore di Confcommercio Umbria; Diego Furia, direttore di Coldiretti; Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. Saranno, inoltre, presenti rappresentanti ed esponenti del mondo della scuola, e dell’imprenditoria umbra.

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Roma Capitale: Avvalersi dei conventi per i rifugiati

Posted by fidest press agency su giovedì, 31 agosto 2017

basilica dei SS. Apostoli a RomaRoma Per la sistemazione dei rifugiati ci si può avvalere dei conventi. “Ero straniero e mi avete ospitato” è la frase riportata nel vangelo di San Matteo. Utile ricordarlo a un popolo di cattolici e, soprattutto, a chi di questa frase ne ha fatto, appunto, il Vangelo. L’Italia è piena di conventi, monasteri, e abbazie, trasformati, in centri ricettivi di vario tipo. Lo sgombero, drammatico, di un edificio, che ha riempito le cronache romane di qualche giorno fa e la difficoltà di trovare una sistemazione, seppur provvisoria, dei rifugiati, può trovare soluzione nella quarantina di strutture ricettive religiose situate nel Lazio. L’attendamento dei rifugiati, nel porticato della basilica dei SS. Apostoli a Roma, non ci sembra la soluzione migliore, anche per le condizioni igieniche. Adiacente alla basilica c’è un convento. Occorre la disponibilità dei vari ordini religiosi. Non siamo buonisti, riteniamo che il rispetto della legge garantisca la convivenza a tutti, e a fronte di situazioni emergenziali, occorra chiedere la disponibilità, anche temporanea, di chi disponga di ampie strutture ricettive. (Primo Mastrantoni, Segretario Nazionale Aduc)

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L’analisi di Hotel Info mostra che l’Italia guadagna punti in termini di ospitalità

Posted by fidest press agency su venerdì, 8 aprile 2016

hotel italianoLa nuova “Terra dei sorrisi” in Europa è la Slovacchia (8,76 su un massimo di 10 punti). Questo è risultato dalle valutazioni di oltre due milioni di ospiti nel portale internazionale di prenotazioni HOTEL INFO. In Bulgaria e in Polonia l’ospitalità ha un’alta priorità. Attualmente il settore alberghiero bulgaro con 8,70 punti è migliorato rispetto allo scorso anno (8,40) e fa parte così, come quello polacco con 8,67 punti (prima 8,52) dei primi cinque migliori in Europa. Le top 3 dello scorso anno, Finlandia, Germania e Austria perdono invece le loro posizioni al vertice. Il settore alberghiero austriaco è stato valutato meglio, dai suoi ospiti, rispetto all’anno precedente con 8,61, ma si posiziona soltanto al 6° posto. Il settore alberghiero in Germania, con una valutazione peggiore di 8,55 (precedentemente 8,59), si deve accontentare della posizione numero 7. Il precedente leader della classifica, la Finlandia (8,44) slitta addirittura alla posizione numero 12 nelle valutazioni sull’ospitalità da parte dei clienti. Gli albergatori locali possono, al contrario, migliorare di due posizioni con un aumento a 8,40 punti e, raggiungere così il posto numero 13.
I clienti degli alberghi nel Regno Unito si mostrano un po’ più soddisfatti con 7,95 invece di 7,92 punti. Tuttavia, se ci si aspetta la proverbiale gentilezza britannica, il risultato è meno lodevole. Il Regno Unito forma, con la Danimarca (7,75), il fanalino di coda in Europa.
Nel confronto tra le principali città italiane gli ospiti propendono per Bologna (8,57) che rimane alla posizione numero 1, seguita da Catania con 8,52 punti alla posizione numero 2. Sono migliorati, in modo significativo, per l’ospitalità e la disponibilità gli albergatori di Bari. Con un aumento nella valutazione da 8,24 a 8,45 punti la città portuale e universitaria sale nella top 3 delle città italiane.
Anche Roma (8,08) riesce a fare meglio, con valutazioni più positive, e si trova alla posizione numero 8. Napoli è il nuovo fanalino di coda. Nella terza più grande città italiana gli ospiti non sono molto soddisfatti della cordialità e competenza del personale alberghiero e assegnano 8,00 punti (precedentemente 8,10). Torino con 8,26 e Firenze con 8,07 punti presentano valutazioni meno positive rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e perdono parecchie posizioni nella classifica nazionale. E tuttavia: tutte le città nelle prime 10 posizioni hanno più di 8 punti e sono valutate per un’ottima qualità del servizio. (statistica ospitalità (verde: valutazione migliore rispetto all’anno precedente / rosso: valutazione peggiore rispetto all’anno precedente)

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Alassio: Ferragosto ai giardini di villa della Pergola

Posted by fidest press agency su venerdì, 31 luglio 2015

villa della pergolavilla della pergola2Ad Agosto i Giardini di Villa della Pergola ad Alassio sono un’esplosione di colori. Una visita imperdibile per chi si trova in vacanza sulla Riviera o vuole fare una gita fuoriporta in giornata a Ferragosto o nel weekend: il Parco è aperto tutti i sabati e le domeniche per le visite guidate su prenotazione con inizio alle 9.30, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.00. Durante la settimana è possibile prenotare visite solo per gruppi. In fiore i solanum a fiore viola, le bignonie, piante rampicanti vigorose e rigogliose che possono raggiungere anche i 10 metri d’altezza, i coloratissimi ibischi di origine africana e americana, ma è anche il momento di massimo splendore della macchia mediterranea, della quale si possono ammirare i brillanti colori estivi, e degli ulivi, alberi longevi coltivati nell’area mediterranea da millenni.
Continuano le fioriture delle lantane, i cui fiori tendono a cambiare colore nell’arco della fioritura, dei bianchi oleandri, delle plumbago azzurre, delle ninfee e dei loti, i cui petali cadono dopo pochi giorni lasciando sul fusto rigido un ampio baccello.
villa della pergola1Infine, si possono ammirare gli agrumi, una collezione che contribuisce a un’antica specifica e caratteristica botanica dei vari giardini coltivati dalla famiglia Hanbury, proprietaria di Villa della Pergola dal 1922: giardini di ricerca e studio e non di solo piacere. Fu proprio Daniel Hanbury, figlio di Sir Thomas Hanbury, ideatore dei Giardini Botanici della Mortola a Ventimiglia, ad arricchire la già vasta collezione di piante presenti nel parco con specie tropicali e con magnifici esemplari provenienti dal giardino del padre. Per chi vuole fermarsi tutta la giornata e rilassarsi tra il verde del giardino ha la possibilità di farlo anche perché sul grande terrazzo che si affaccia sul Golfo di Alassio c’è il Ristorante della Villa (da quest’anno aperto al pubblico tutti i giorni) luogo di grande fascino che fa rivivere la tipica atmosfera “fin de siècle” di uno dei siti più incantevoli della Riviera ligure. Il ristorante, curato dallo chef Maurizio Dagrada, propone piatti preparati con ingredienti legati al territorio e alla tradizione ligure, in parte rivisitati.Immerse nei Giardini, Villa della Pergola, Villino della Pergola e Casa del Sole, eleganti capolavori architettonici di fine ‘800, che si affacciano sull’incantevole Golfo di Alassio sono diventate raffinati relais dove è possibile soggiornare fino a ottobre. Le dodici suite sono una diversa dall’altra e dedicate ognuna ai numerosi personaggi che in passato hanno soggiornato a Villa della Pergola o hanno fatto parte della colonia inglese di Alassio. (foto: villa della pergola)

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Automazione degli edifici in crescita, grazie a efficienza energetica e nuove tecnologie

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 ottobre 2014

frostI proprietari di edifici in tutto il mondo stanno sempre più adottando sistemi di automazione per far fronte ai costi crescenti dell’energia. Poiché gli edifici rappresentano circa un terzo dell’utilizzo di energia a livello globale e contribuiscono in larga misura alle emissioni di gas serra, la necessità di sistemi di automazione non potrà che crescere. Le opportunità per i produttori saranno particolarmente promettenti nelle economie in via di stabilizzazione, come Brasile, Russia, India, Cina, Germania e Stati Uniti, a causa dell’elevata spesa per l’infrastruttura. Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Global Building Automation Market”, rileva che il mercato ha prodotto entrate per 5,78 miliardi di dollari nel 2013 e stima che questa cifra raggiungerà quota 7,28 miliardi di dollari nel 2018. I segmenti relativi a data center e ospitalità assisteranno a una rapida crescita grazie all’aumento della diffusione di Internet nei paesi emergenti e all’espansione del mercato del turismo. “Le policy e i regolamenti governativi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici sospingono il mercato dei sistemi di automazione, specialmente in Nord America, Europa e in alcune parti della regione Asia-Pacifico, – afferma Balaji Anand Sagar, analista di Frost & Sullivan. – Gli operatori del mercato comprendono che questi sistemi sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica fissati dai governi, e stanno offrendo soluzioni affidabili a prezzi competitivi”.
Tuttavia, l’insufficiente chiarezza sui benefici dei sistemi di automazione scoraggia i proprietari di edifici dal prendere in considerazione queste soluzioni nelle fasi di definizione del budget e di formulazione delle offerte. Inoltre, la mancanza di standardizzazione dei prodotti per l’automazione degli edifici nelle diverse regioni diminuisce la fiducia dei clienti. Fornire soluzioni ‘chiavi in mano’ con solide caratteristiche ingegneristiche e di ICT aiuterà le aziende del settore a dare slancio alla propria visibilità in mercati specifici. Anche il rilascio di sistemi di automazione ‘open’ che utilizzano protocolli standard sarà una valida strategia per posizionarsi sul mercato. “I sistemi intelligenti per il controllo degli edifici, il rilevamento dei guasti, la diagnostica predittiva, l’analisi dei big data e la correzione da remoto via cloud plasmeranno il mercato nei prossimi anni, – osserva Sagar. – Inoltre, la connettività ‘open’ e l’interoperabilità consentiranno l’automazione di un ‘Internet dei dispositivi’ molto più ampio, portando il mercato globale dell’automazione degli edifici verso nuove vette”. Lo studio intitolato “Global Building Automation Market” fa parte del programma Building Management Technologies Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati all’argomento sono: “North America Data Centre Cooling Market”, “World LED Lighting Markets (2013 Update)”, “European Lighting Control Systems Market” e “North American Integrated Facility Management Market”. Tutti i servizi di ricerca compresi nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.

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Ambrosi: “Italian sounding danno di 60 miliardi di euro”

Posted by fidest press agency su martedì, 22 novembre 2011

“L’italian sounding, ovvero tutti quei prodotti alimentari presenti sui mercati che si sono impossessati dell’italianità solo per furbesche assonanze linguistiche, sottraggono all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro. Condividiamo appieno le azioni che Coldiretti Puglia sta ponendo in essere in queste ore a difesa del vero made in Italy”.
Lo ha detto il presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambrosi, che all’argomento ha dedicato un ordine del giorno dell’ultima Giunta.“Il danno è doppio – ha aggiunto Ambrosi – perché non solo c’è perdita di fatturato per le imprese del territorio che producono made in Italy ma anche per i consumatori, che vedono finire sulle proprie tavole prodotti senza una precisa identità e quindi senza alcuna certezza di salubrità. Sostenere finanziariamente chi contribuisce a questo tipo di equivoci di mercato è uno sperpero di denaro pubblico, tenendo conto di tutte le battaglie che sono state fatte a livello nazionale e comunitario sin dagli anni Sessanta – quando furono istituite le Denominazioni d’Origine dei vini – per dare una precisa identità e tracciabilità ai nostri prodotti”.
“L’Italia – continua Ambrosi – grazie a questo percorso può vantare oggi primati mondiali con ben 500 denominazioni di vini, 231 Dop Igp e Stg, con l‘agroalimentare che rappresenta il 16% del Pil nazionale. Una cosa diventa buona da mangiare solo quando è buona da pensare. Lo affermava Lévi-Strauss. Non credo lo si possa dire per questi prodotti, la cui provenienza e ingredienti non sono ben definiti”. “Non bisogna dimenticare – conclude Ambrosi – che ai giorni nostri il cibo è diventato medium dei territori, strumento di marketing dei luoghi da associare ai contenuti architettonici ed alle risorse naturalistiche, fino a determinare una vera e propria geografia del gusto nazionale. Il cibo come nuova frontiera dell’ospitalità e dell’accoglienza. Si può immaginare così il “danno aggiunto” dell’Italian sounding e tutto il “valore aggiunto” sottratto invece ad altri settori strettamente connessi all’agroalimentare”.

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