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Pakistan: almeno 43 morti

Posted by fidest press agency su giovedì, 14 Maggio 2015

KarachiIn seguito all’attentato compiuto a Karachi contro un autobus di fedeli ismailiti da parte di estremisti sunniti e nel quale sono state uccise almeno 43 persone e ferite gravemente altre 13, l’APM chiede maggiore e migliore tutela per gli appartenenti alle minoranze religiose in Pakistan. Far parte oggi di una qualsiasi minoranza religiosa in Pakistan, che si tratti di Hazara sciiti, Ismailiti, Ahmadiyyah, Sikh, Cristiani o Hindù è di per sé pericoloso.In Pakistan vivono circa 2 milioni di Ismailiti. Gli Ismailiti sono una minoranza sciita ma da molti Musulmani vengono considerati degli eretici. Si stima che i fedeli ismailiti al mondo siano circa 18 milioni, sono seguaci di Aga Khan, sono famosi per il loro impegno sociale e vivono in maggioranza in Medio oriente, negli stati del Golfo e nel subcontinente indiano. Per molti Ismailiti benestanti è obbligo morale versare un quinto delle proprie entrate in una cassa comune con la quale vengono poi finanziati progetti di sviluppo.In Pakistan gli Ismailiti sono spesso vittime di estremisti sunniti che rifiutano l’interpretazione liberale religiosa degli Ismailiti. Lo scorso 21 marzo 2015 diverse decine di fedeli ismailiti sono rimasti feriti in seguito ad un attentato con bombe davanti a una moschea di Karachi mentre il 13 agosto 2013 due fedeli ismailiti sono stati uccisi e altri 30 feriti quando delle granate a mano sono state lanciate su due luoghi di preghiera.I fedeli sciiti sono le vittime principali della violenza politico-religiosa in Pakistan. Tra luglio 2013 e giugno 2014 vi sono stati almeno 54 attacchi a Sciiti, 22 a Cristiani e 10 aggressioni contro fedeli ahmadiyya. Nello stesso periodo 222 Sciiti sono stati uccisi da atti di violenza a sfondo politico: di questi la maggioranza apparteneva al gruppo etnico degli Hazara.

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Parlamento per lo stop alla pratica di “beaching” per rottamazione di vecchie navi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 ottobre 2013

Le misure concordate con i ministri europei per porre fine alla pratica dell’arenamento sulle spiagge dei paesi emergenti per rottamare le vecchie navi e per assicurare che queste siano invece riciclate in impianti riconosciuti, sono state approvate martedì dal Parlamento. Per i deputati, l’arenamento delle navi finalizzato allo smantellamento mette a rischio la salute dei lavoratori, la sicurezza e l’ambiente.
Il relatore Carl Schlyter (Verdi/ALE, DE) ha dichiarato: “Vorrei sottolineare che questo non è un attacco contro l’India, il Bangladesh o il Pakistan – paesi che attualmente praticano l’arenamento – ma contro la stessa pratica di arenamento pericolosa e altamente inquinante.” Questo regolamento, ha proseguito, “incoraggia questi paesi a compiere i necessari investimenti per impianti di riciclaggio adeguati, sopratutto a vantaggio di posti di lavoro sicuri ed ecocompatibili nei loro paesi”.
Un elenco comunitario d’impianti di riciclaggio delle navi. In futuro, le navi registrate nell’UE dovranno essere smantellate in impianti di riciclaggio approvati dall’UE, che dovranno soddisfare requisiti specifici, essere certificati e sottoposti a regolari ispezioni.Durante i negoziati, il Parlamento ha rafforzato i requisiti proposti, obbligando tra l’altro le società di riciclaggio navale a operare in strutture permanenti, che devono essere progettate, costruite e gestite in sicurezza e rispettando l’ambiente. Le imprese di riciclaggio dovrebbero limitare i materiali pericolosi in tutto il processo di smantellamento e manipolare i materiali e i rifiuti pericolosi unicamente su suoli impermeabili con un efficace sistema di drenaggio. I quantitativi effettivi di materiali pericolosi dovranno essere documentati e il loro trattamento autorizzato solo presso impianti di trattamento dei rifiuti o di riciclaggio.Sia le navi comunitarie, sia quelle non comunitarie, saranno oggetto del regolamento poiché dovranno produrre un inventario dei materiali pericolosi quando entrano nei porti dell’UE. Saranno gli Stati membri a stabilire le misure di esecuzione, comprese le sanzioni in caso di violazione delle norme.Inoltre, la Commissione dovrà presentare uno studio sulla fattibilità su uno strumento finanziario che agevoli un corretto riciclaggio delle navi all’insegna della sicurezza e, se del caso, presentare una proposta legislativa entro 3 anni dall’entrata in vigore del presente regolamento.

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L’ospedale gonfiabile

Posted by fidest press agency su giovedì, 12 settembre 2013

Rispondere a un’emergenza umanitaria è una corsa contro il tempo. Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) lo sperimentano direttamente ogni volta che nel mondo una catastrofe naturale o un conflitto armato mettono a rischio la vita di intere popolazioni. Uno degli strumenti più innovativi che MSF utilizza nelle emergenze è l’Ospedale gonfiabile, una struttura unica e immediatamente operativa. Per la prima volta l’organizzazione medico umanitaria lo presenta in Italia, con l’obiettivo di avvicinare al grande pubblico modalità di lavoro che fanno la differenza in contesti di estrema complessità. I visitatori – al fianco degli operatori umanitari – possono condividere l’esperienza di MSF nella lotta quotidiana per garantire cure mediche di qualità durante guerre e catastrofi naturali. “L’Ospedale gonfiabile di MSF nasce per dare una risposta concreta e soprattutto immediata”, dichiara Gabriele Eminente, Direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia. “Lo proponiamo in Italia per far capire al pubblico che cosa vuol dire garantire cure mediche in contesti di emergenza come il terremoto ad Haiti o il conflitto in Siria. Proprio questi due scenari sono quelli proposti ai visitatori che, vestendo i panni dei nostri operatori umanitari, potranno immergersi nella realtà di MSF, un’organizzazione in grado di intervenire nelle emergenze umanitarie grazie alla propria capacità logistica, alla professionalità del proprio staff e all’esperienza maturata in oltre 40 anni di attività”. Cosa significa allestire un sistema di potabilizzazione e distribuzione dell’acqua? Cosa significa avere, poche ore dopo un terremoto, tutto il materiale necessario per allestire ospedali da campo ed effettuare interventi chirurgici? Cosa significa avere le persone formate per intervenire in un’emergenza? Quali sono le priorità mediche dopo una catastrofe naturale? A questi e altri interrogativi vuole dare risposta l’ospedale gonfiabile di MSF che toccherà varie città d’Italia. Creato per essere utilizzato in contesti di crisi, nell’immediato periodo post-emergenza, l’ospedale gonfiabile è composto da una serie di tende pneumatiche. L’assemblaggio di diverse tende permette, con un approccio modulare, di comporre un vero e proprio ospedale, provvisto di tutti i servizi, dal pronto soccorso alla sala operatoria alla farmacia, necessari al suo corretto funzionamento. Si tratta di una struttura pensata per essere completamente indipendente da fonti locali di energia e dal sistema idrico locale. E’ stato utilizzato per la prima volta da MSF nel terremoto del Pakistan del 2005, e poi con successo in altri contesti, tra cui il terremoto di Haiti del 2010 e ora nell’emergenza in Siria.

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UNICEF / OMS: un nuovo piano per affrontare polmonite e diarrea che potrebbe salvare 2 milioni di bambini ogni anno

Posted by fidest press agency su sabato, 13 aprile 2013

Un nuovo Piano d’Azione mondiale lanciato oggi dall’UNICEF e dall’OMS può salvare ogni anno 2 milioni di bambini da morti per polmonite e diarrea, due delle malattie killer per i bambini sotto i cinque anni di età. Nel 90% dei casi, queste morti avvengono nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale.Il Piano d’Azione Mondiale Integrato per la Prevenzione e il Controllo della Polmonite e della Diarrea richiede una maggiore integrazione degli sforzi per prevenire e curare queste due malattie, stabilire obiettivi ambiziosi per ridurre il tasso di mortalità ed aumentare i livelli di accesso ad interventi salva vita dei bambini.
«Troppo spesso, le strategie per contrastare la polmonite e la diarrea sono condotte in parallelo, senza sinergie”, ha dichiarato Elizabeth Mason, Direttore per il Programma della Salute Materna, neonatale, infantile e giovanile dell’OMS. Ma come dimostrano paesi come Bangladesh, Cambogia, Etiopia, Malawi, Pakistan e Tanzania, integrare sempre più strettamente queste strategie ha senso sia dal punto di vista sanitario che economico».Molti fattori contribuiscono ad entrambe le malattie, per cui nessun intervento singolo può efficacemente prevenire, curare o controllare la polmonite o lo diarrea. Tuttavia, come i paesi più ricchi hanno dimostrato, ci sono degli elementi chiave per ridurre il numero di infezioni e morti causati da entrambe le malattie. Per esempio, una buona nutrizione e un ambiente pulito aiutano a proteggere i bambini da polmonite e diarrea. Si stanno testando nuovi vaccini per proteggere i bambini da entrambe le malattie. Un buon accesso ai servizi sanitari e i farmaci giusti possono garantire che i bambini ricevano le cure necessarie. Ma molti degli sforzi che si realizzano nei Paesi a basso e medio reddito per contrastare la polmonite e la diarrea devono ancora fare tesoro di questi elementi comuni.«È un problema di equità. I bambini poveri nei paesi a basso reddito sono più esposti al rischio di morire a causa di polmonite o diarrea, ma sono anche quelli che hanno meno possibilità di accedere agli interventi di cui necessitano”, ha detto Mickey Chopra, Responsabile per i programmi sanitari dell’UNICEF.
“Sappiamo cosa occorre fare. Se, nei 75 Paesi con il più alto tasso di mortalità applicassimo all’intera popolazione la stessa copertura di interventi di base dei quali godono il 20% delle famiglie più ricche, potremmo prevenire la morte di 2 milioni di bambini già dal 2015, la data finale degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, ha detto Chopra.
Il nuovo Piano d’Azione UNICEF/OMS stabilisce obiettivi globali chiari da raggiungere entro il 2025: riduzione del 75% dell’incidenza di polmonite acuta e diarrea rispetto ai livelli del 2010 tra i bambini sotto i 5 anni di età, e l’eliminazione virtuale delle morti causate da entrambe le malattie nella stessa fascia di età. Il piano punta anche a una riduzione del 40% nel numero di bambini sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione cronica. Gli obiettivi del Piano di Azione sono significativamente più elevati rispetto agli attuali livelli di cura. Ad esempio, esso richiede che il 90% della popolazione infantile mondiale abbia accesso ad antibiotici contro la polmonite e ai sali per la reidratazione orale contro la diarrea, rispetto ai livelli attuali (rispettivamente del 31 e del 35%). Come obiettivo intermedio, almeno metà di tutti i neonati sotto i 6 mesi dovrebbero essere allattati esclusivamente al seno, rispetto al livello attuale del 39% (dato 2012). Tutti i bambini dovrebbero avere accesso a servizi igienici adeguati e ad acqua potabile sicura, che oggi sono garantiti rispettivamente al 63% e all’89% della popolazione infantile globale.Inoltre, il Piano prevede che si continui a lavorare sui progressi già realizzati in quei Paesi che hanno introdotto nuovi vaccini contro il pneumococco e il rotavirus, in modo da raggiungere il 90% della copertura vaccinale contro questi patogeni entro la data fissata.

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World failing Pakistan flood victims

Posted by fidest press agency su sabato, 22 ottobre 2011

Caritas, Karachi, Pakistan

Image by 350.org via Flickr

Caritas says a poor response by the international community to major floods in Pakistan in 2011 is endangering lives.
The Catholic aid network is urging donors to devote more resources to provide food, shelter and clean water to millions of people in need. Heavy monsoon rains began to inundate large areas of southern Pakistan in late July 2011. As the months wore on, the floods swamped villages across the province of Sindh. According to the United Nations, more than five million people are affected. In September, the U.N. called on the international community to donate $357 million US (258 million euros) to the crisis. Despite the scale of the need, the UN appeal has received only 20 percent of the required funding as of mid-October. A Caritas Internationalis appeal for $4.7 million US (3.4 million euros) for food aid, shelter, and medical help is also underfunded with only 25 percent of the appeal covered . Caritas Internationalis Secretary General Michel Roy said, “The desperate situation in Pakistan needs to be addressed by the international community quickly otherwise we will face an even greater humanitarian crisis. Caritas is providing food, shelter, medical care and other aid to families in Pakistan through the national member Caritas Pakistan, as well as Catholic Relief Services (CRS is a US Caritas member) and Trócaire (Caritas Ireland).

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Pakistan Express: Vivere e cucinare all’ombra dei talebani

Posted by fidest press agency su martedì, 5 luglio 2011

Edizioni Lindau Collana «I Draghi» pp. 176 euro 13,50 ISBN 978-88-7180-926-7 «Oggi il Pakistan è sinonimo di terrorismo e talebani. Ma come vive quotidianamente la cosiddetta gente normale, tra il lavoro e gli svaghi, i problemi di ogni giorno e i divertimenti? Sembra incredibile, ma il fondamentalismo islamico e la normalità convivono nelle strade, nelle case, nei luoghi pubblici. Ho incontrato studenti, lavoratori, professionisti, giornalisti. Hanno sogni e aspirazioni uguali alle nostre, nonostante vivano sotto la minaccia dei talebani. Le ricette che ho inserito dicono molto della vita di tutti i giorni in Pakistan, sono un mix irresistibile di sapori arabi, indiani, persiani: odori e profumi di una terra affascinante, sconosciuta.» Anna Mahjar-Barducci
Anna Mahjar-Barducci è una giovane giornalista e scrittrice italo-marocchina. È cresciuta tra la Versilia, il Marocco e la Tunisia; ha trascorso parte della sua infanzia in Zimbabwe, Senegal, Guinea Conakry e Gambia. Ha vissuto, a lungo, in Pakistan, dove ha studiato. La mamma è musulmana, il padre cristiano e il marito ebreo. Vive tra Washington e Gerusalemme. I suoi articoli sono apparsi su varie testate mediorientali, nonché italiane ed europee. Ha incontrato e intervistato leader politici internazionali; in particolare figure chiave della cultura e della politica pakistana, tra cui l’ex premier Benazir Bhutto, pochi mesi prima del suo assassinio. È presidente dell’Associazione Arabi Democratici Liberali, che ha sede a Roma. È autrice di «Italo Marocchina. Storie di immigrati marocchini in Europa» (Diabasis, 2009).
Anna Mahjar-Barducci ha vissuto e studiato in Pakistan, ad Abbottabad, nella stessa città, di più, nello stesso quartiere, a pochi metri di distanza dalla villa dove viveva Osama bin Laden e dove è stato ucciso il 2 maggio scorso. E questo libro, Pakistan Express, è ambientato proprio lì, ad Abbottabad, in quelle strade, quelle case, tra le persone che vivono lì e che l’Autrice ha incontrato e frequentato per tanti anni. La foto della modella pakistana in copertina è di Yousuf Khan

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Pakistan: nuova ondata sfollati

Posted by fidest press agency su sabato, 5 febbraio 2011

Negli ultimi giorni, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha registrato 25mila sfollati a causa delle recenti operazioni militari contro gli insorti nell’Agenzia di Mohmand, una delle aree tribali nel nord-ovest del Pakistan. Se gli scontri dovessero intensificarsi, si stima che entro la fine di febbraio il numero degli sfollati potrebbe salire a 90mila (o 10mila famiglie). L’UNHCR ha allestito due nuovi campi che ospitano principalmente le persone fuggite dopo il 27 gennaio, quando le operazioni militari si sono intensificate, dalle aree di Sagi e Dawezai nell’Agenzia di Mohmand. Molti dei nuovi arrivati nei campi hanno poco più dei vestiti che indossano e servono urgentemente abiti e ripari per l’inverno. Dall’inizio delle operazioni militari contro i ribelli nel 2008, questi sono i primi due campi organizzati dall’UNHCR per i pakistani sfollati a seguito dei conflitti scoppiati nelle aree tribali. Nelle precedenti ondate di violenza i civili erano fuggiti verso gli insediamenti della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, cercando rifugio nei dintorni di Peshawar. L’UNHCR ha anche inviato a Ghalanai, quartier generale dell’Agenzia di Mohmand, ingegneri e staff specializzato nella protezione e nelle operazioni sul campo, e ha aiutato le autorità locali ad erigere dei campi a Nahqi e Danish Kol, a nord e nord-est di Ghalani. Ogni famiglia registrata riceve una tenda e altri aiuti di prima necessità (come materassi, coperte, kit da cucina e abiti caldi per i bambini). Inoltre vengono distribuiti pasti caldi e l’UNHCR si sta accordando con il Programma Alimentare Mondiale (PAM) per fornire razioni alimentari. Oltre ad allestire i campi nell’Agenzia di Mohmand, l’UNHCR sta anche chiedendo che agli sfollati venga permesso di spostarsi per raggiungere parenti ed amici a Peshawar o altri insediamenti. Le autorità dovrebbero garantire libertà di movimento agli sfollati e l’UNHCR ha inviato il proprio staff per monitorare la situazione. I rimpatri sono stati piuttosto modesti. Dallo scorso settembre, circa 8.500 persone sono tornate nel Sud Waziristan mentre, dall’inizio del 2010, 162mila hanno fatto ritorno nell’Agenzia di Orakzai.

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Casa A.N. e Frattini

Posted by fidest press agency su venerdì, 28 gennaio 2011

“Non vorrei apparire ingenuo chiedendo al Ministro degli Esteri se non crede che la sua attenzione dovrebbe essere più opportunamente dedicata alle vicende gravi e complesse dello scacchiere internazionale, tutt’altro che pacifico e rassicurante: una nuova violentissima crisi politica in Albania, il terrorismo caucasico e l’ingovernabilità di quel territorio, la strage nell’aeroporto di Mosca, la perdurante e controversa guerra in Afghanistan nella quale sono ormai troppe le vittime italiane, l’estremismo islamico in Pakistan, la strage di cristiani ad Alessandria e i violenti scontri anti-Mubarak in Egitto, le rivalità fra Cina e India nel Mar Arabico, la tensione tra le due Coree, l’instabilità politica del Libano, la ‘questione Battisti’ sul fronte brasiliano, i rapporti piuttosto anomali del nostro Governo con la Russia di Putin e con la Libia di Gheddafi, che attraverso i suoi fondi sovrani sta conquistando l’economia italiana. Invece, resto basito di fronte alla meticolosità e all’attenzione che l’on. Frattini riserva alle cartuccelle del cosiddetto ‘caso Montecarlo’, impegnandosi personalmente a rispondere nell’aula del Senato alla ‘urgentissima’ interrogazione presentata dal senatore del Pdl, Luigi Compagna, sulla proprietà dell’appartamento. Frattini ricorderà certo con amarezza la considerazione beffarda riservatagli dai diplomatici americani e resa nota da Wikileaks, quella di ‘fattorino del premier’ dei ‘wild parties’. Al suo posto cercherei con altri atteggiamenti di smentirla”.

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Millions of Pakistan flood victims

Posted by fidest press agency su martedì, 9 novembre 2010

The United Nations World Food Programme (WFP) today welcomed a US$90 million donation from the United States which – combined with other recent donations – staves off ration cuts to an already debilitated population. It will be used to provide vital food assistance to more than 7 million Pakistanis affected by the recent devastating floods. The U.S. donation is divided equally between US$45 million that will be provided as cash, and an in-kind food donation of US$45 million consisting of wheat flour, vegetable oil and dried peas. The cash segment of the donation will be used to purchase food locally inside Pakistan, supporting farmers and the Pakistani economy.
“This donation, along with others, will buy us more time,” Sheeran added. “We had genuine concerns that we would have to cut rations for hungry people if we could not mobilise more funds. With this wave of support, we now have some breathing space at least until the New Year.”
WFP is providing life-saving rations to some 1.7 million people still displaced by floodwaters in cut-off areas in Sindh and Balochistan. More than 5 million people who have already returned home are receiving a return ration, together with seeds from the Government and the Food and Agriculture Organisation (FAO), so they can clear and sow the land for the harvest in April. WFP is also providing food in return for work rebuilding infrastructure that was damaged by the floods
As well as prioritising the health and nutritional needs of young children by supplying highly nutritious ready-to-eat supplementary foods, WFP has been pre-positioning food supplies in northern areas ahead of the cold winter months when snow can cut off access to communities.
The top ten donors to WFP’s Pakistan flood operations to date are: United States (US$227m), Australia (US$17.2m), Germany (US$13.2m), UN CERF (US$12.4m), United Kingdom (US$12m), Canada (US$10.8m), Netherlands (US$6.9m), Japan (US6m ), Private Donors (US$5.3m), India (US$5m).

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Aiuti per le vittime delle alluvioni in Pakistan

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 settembre 2010

Ginevra  Angelina Jolie, Ambasciatrice di buona volontà dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha lanciato oggi un appello ai donatori affinchè sostengano maggiormente gli sforzi umanitari per portare aiuto a milioni di persone le cui vite sono state devastate dalle inondazioni che hanno colpito gran parte del Pakistan. In un video-messaggio l’attrice ha evidenziato la vastità del disastro. “Un quinto del Pakistan è sommerso dalle acque, migliaia di persone sono morte a causa delle prime inondazioni, e ora 20 milioni di persone sono minacciati dalla diffusione di malattie. Non si tratta solo di una crisi umanitaria, siamo di fronte ad una vera e propria catastrofe economica e sociale. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) è presente sul campo. Maggiore è il sostegno che riusciremo a dar loro, più alta sarà la quantità di tende, cibo, acqua potabile e medicine che le vittime delle alluvioni riceveranno,” ha dichiarato la Jolie. I team dell’UNHCR in Pakistan hanno distribuito alloggi di emergenza ed altri aiuti umanitari a centinaia di migliaia di persone colpite dalla catastrofe naturale. Ma sono quasi 20 milioni le persone colpite e le loro necessità superano la capacità di fornire assistenza delle organizzazioni internazionali. La scorsa settimana l’UNHCR ha aggiornato il proprio appello globale per le operazioni in Pakistan aumentando la cifra necessaria da 41 a 120 milioni di dollari. Da quando nel 2001 è diventata Ambasciatrice di buona volontà dell’UNHCR, Angelina Jolie ha già visitato il Pakistan tre volte. All’inizio dell’attuale crisi la Jolie ha donato 100.000 dollari all’Agenzia per il suo lavoro in Pakistan. In Italia l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha lanciato una campagna di raccolta fondi appellandosi alla generosità e sensibilità di privati cittadini, aziende e fondazioni.

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Pakistan colpito dalle alluvioni

Posted by fidest press agency su martedì, 31 agosto 2010

Il Direttore generale dell’UNICEF, Anthony Lake, è arrivato oggi in Pakistan per una missione nelle zone colpite dalle alluvioni e vedere le operazioni che l’UNICEF sta portando avanti per aiutare milioni di persone colpite dalle inondazioni, soprattutto i più vulnerabili, i bambini e le donne.  Oggi Lake si recherà nel distretto di Charsadda, uno dei più colpiti nella provincia di Khyber Pukhtoonkhaw. Qui visiterà le scuole utilizzate come rifugi da migliaia di famiglie in cui l’UNICEF sta fornendo acqua potabile e kit igienico-sanitari. Domani il Direttore dell’UNICEF, insieme al Direttore generale del World Food Programme Josette Sheeran, visiterà la zona colpita di Multan Division (nella provincia del Punjab).Sempre domani (alle ore 17:00), presso l’Hotel Serena di Islamabad si terrà una conferenza stampa con i Direttori Lake e Sheeran, affiancati dal Direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova; nell’incontro con la stampa si farà il punto sull’operazione umanitaria che le Nazioni Unite sta portando avanti in Pakistan per salvare vite umane e aiutare le comunità colpite dalle inondazioni.  L’UNICEF fornisce ogni giorno acqua potabile a circa 2 milioni di persone. Attraverso forniture mediche e servizi igienico-sanitari, l’UNICEF sta lavorando per evitare focolai di malattie trasmesse dall’acqua. Sta inoltre fornendo alimenti ad alto contenuto energetico per migliaia di bambini affetti da malnutrizione.   L’UNICEF stima necessari per i primi tre mesi di interventi d’emergenza 141 milioni di dollari (aumentato rispetto all’appello di 47,3 milioni lanciato alcuni giorni fa), da utilizzare nei settori sanitario e nutrizionale, idrico e igienico, della protezione dell’infanzia e dell’istruzione.   Si possono effettuare donazioni all’UNICEF: tramite:
•    c/c postale 745.000, causale: “Emergenza Pakistan”;
•    carta di credito online su http://www.unicef.it, oppure chiamando il numero verde UNICEF 800745000;
•    cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”Emergenza Pakistan”;
•    i comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia (elenco sul sito-web http://www.unicef.it).

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Pakistan: vittime delle alluvioni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 agosto 2010

Negli ultimi giorni la piaga delle alluvioni si è estesa in nuove aree del Pakistan meridionale, rendendo indispensabile la costruzione di nuovi campi di riparo nella provincia di Sindh. Lo staff dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) presente sul campo riferisce che circa 700mila sfollati sono alloggiati in 1.800 insediamenti, molti dei quali si trovano in scuole, università o nei pochi campi edificati dal governo. L’UNHCR sta distribuendo tende e altri aiuti e sta dando il suo supporto tecnico alle autorità locali sulla gestione dei campi e le questioni legate al coordinamento degli stessi. Nel distretto di Thatta, nella provincia di  Sindh, dove dozzine di città e villaggi sono stati inondati, altre 150mila persone sono fuggite nel weekend da Kukkar. Un nuovo allarme è scattato per Shahdadkot, dove le acque alluvionali stanno provocando delle brecce negli argini dei canali Tori e Begari minacciando di sommergere alcune parti della città che conta una popolazione di 400mila abitanti. Circa l’80% dell’area intorno a Jacobabad, nel Sindh, giace sotto 90-150 cm di acqua. Attualmente le acque alluvionali si stanno spostando ad ovest verso il confinante Beluchistan. La maggior parte della popolazione di Jacobabad ha già lasciato la città, ma ci sono ancora tra le 10 e le 15mila persone che vogliono restare per proteggere le loro proprietà. Le autorità stimano che nella provincia ci siano attualmente circa 3 milioni e 600mila senzatetto e tale numero sembra destinato a crescere con il procedere verso sud delle acque alluvionali. In Balochistan la popolazione sta cercando riparo sui tetti delle case di Gandhaka nel distretto di Jaffarabad, dopo che diverse ondate di marea alluvionale hanno colpito la zona. Sembra che nei giorni scorsi altre 33mila persone si siano spostate in quest’area dal Sindh, aggiungendosi così al milione di sfollati già presenti e alle vittime delle alluvioni nella provincia. Finora l’UNHCR ha inviato aiuti nei tre distretti più colpiti di Sibi, Jaffarabad e Nasirabad ed ulteriori aiuti hanno raggiunto la provincia nei giorni scorsi, con l’arrivo di altre 720 tende.

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Rifugiati afghani in Pakistan

Posted by fidest press agency su sabato, 21 agosto 2010

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è sempre più preoccupato per la situazione critica dei rifugiati afghani colpiti dalle alluvioni in Pakistan. Inoltre nei pressi di Peshawar alcun persone stanno tentando di speculare su di loro, spingendoli a rimpatriare per appropriarsi dei terreni finora occupati dagli insediamenti dei rifugiati. Il Pakistan, con un milione e 700mila rifugiati afghani, è uno dei paesi che ospita la popolazione di rifugiati più numerosa. Oltre un milione e mezzo di loro si trova nelle aree interessate dalle alluvioni, dozzine di villaggi di rifugiati afghani sono stati danneggiati e molti totalmente distrutti. Solo nella provincia di Khyber Pakhtunkwa oltre 12mila abitazioni nei villaggi di rifugiati sono state spazzate via lasciando circa 70mila persone senza casa. Uno dei villaggi di rifugiati maggiormente colpito è quello di Azakheil, nel distretto di Nowshera, nel Pakistan nord-occidentale, dove oltre 23mila persone hanno perso la loro casa. Un team tecnico dell’UNHCR è in viaggio per una missione di valutazione sulla fattibilità della ricostruzione del campo. Nei prossimi giorni il governo della provincia dovrebbe decidere se il villaggio potrà essere ricostruito sulla stessa area o se i residenti dovranno trasferirsi in un altro insediamento dello stesso distretto. Nel frattempo la situazione delle alluvioni in Pakistan e la risposta umanitaria dell’UNHCR sta diventando estremamente complessa poiché richiede di essere gestita su numerosi fronti. L’UNHCR continua a concentrare i suoi sforzi nelle province di Khyber Pakhtunkwa e di Balochistan dove la sua presenza sul campo era già consolidata. Il Balochistan ospita attualmente oltre un milione di sfollati a causa delle alluvioni, di cui 600mila sono in fuga da Jacocabad e da altre città nel vicino Sindh. L’UNHCR, insieme alla Croce Rossa Internazionale, è una delle poche agenzie umanitarie ad avere in queste aree remote del Pakistan una presenza sul campo consolidata ed è per questo che è stato incaricato di organizzare la risposta umanitaria internazionale nella provincia. A causa delle crescenti necessità in Pakistan e dell’ampliarsi del suo ruolo nella risposta a questa emergenza, l’UNHCR sta rivedendo il suo iniziale appello di 41 milioni di dollari. Il nuovo appello dovrebbe essere lanciato nei prossimi giorni.

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Emergenza sanitaria in Pakistan

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 agosto 2010

L’emergenza sanitaria in mezzo all’acqua infetta: le cliniche mobili di Save the Children L’elevata disidratazione causata dalla diarrea acuta, se non curata immediatamente, può rivelarsi fatale in poche ore. Nelle ultime ore cinque bambini sono morti per la disidratazione in un ospedale della provincia meridionale di Sindh. E’ indispensabile che chi è colpito possa essere prontamente curato, che vengano predisposti centri di trattamento specifici per questa malattia e che l’accesso all’acqua potabile sia una priorità degli interventi. A Swat, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, Save the Children ha attivato il primo centro per il trattamento della diarrea che si aggiunge a 5 cliniche e 3 cliniche mobili che operano da due settimane sul territorio con l’ausilio di equipe mediche mobili. 4 cliniche mobili sono state dispiegate più a sud, nel distretto di Rajanpur nel Punjab, dove sono stati raggiunti e curati in un solo giorno 5.300 pazienti. Malattie trasmesse dall’acqua come la scabbia e la dissenteria si stanno diffondendo rapidamente nella popolazione della zona che beve acqua contaminata ed è circondata da acque infette. Nel Sindh Save the Children fornisce cure mediche in 10 cliniche nei distretti di Sukkur e Shikarpur e un’equipe medica mobile sta visitando i villaggi rurali nella’area di Sukkur. L’emergenza alimentare nelle zone più isolate: 12 ore di marcia degli operatori di Save the Children Nel centro sud, Punjab e provincia di Sindh, che sono le più povere, le piogge che continuano forti e il deflusso dei corsi d’acqua stanno peggiorando la situazione. Il nordovest, dove si trova la valle di Swat nell’area della provincia di Khyber Pakhtunkhwa al confine con l’Afghanistan, è la zona più remota, impervia e difficile da raggiungere via terra con i pochi mezzi a disposizione. Qui la corsa contro il tempo, ancora più intensa dopo le prime notizie di bambini morti di fame giunte da Kohistan, si tocca con mano. Ci vogliono ad esempio  più di 12 ore di marcia attraverso montagne, ponti di fortuna fatti di assi pericolanti e tratti da percorrere con l’acqua fino alla vita per raggiungere Kalam, tagliata fuori dai collegamenti per 50 Km da Swat. Nel percorso si incontrano villaggi distrutti e persone che vanno e vengono in cerca di aiuto e bambini con 20 kg di cibo sulle spalle per le loro famiglie. Kalam è irriconoscibile, completamente distrutta, senza energia e acqua potabile, per attraversare il fiume si usa un cestello appeso a corde e carrucole, è come fosse tornata cent’anni indietro. Qui Save the Children, che è stata scelta come partner dal Programma Alimentare Mondiale dell’ONU, ha distribuito 5 tonnellate di razioni di cibo ma la distribuzione si sospende spesso per le piogge che continuano e bloccano gli elicotteri di trasporto a terra.

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Emergenza Pakistan

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 agosto 2010

L’emergenza in Pakistan continua a peggiorare man mano che i fiumi in piena proseguono la loro corsa verso il sud del paese, inondando nuove aree e causando nuove ondate di movimenti forzati della popolazione. Le agenzie e le autorità non riescono ancora a dare una risposta adeguata alle necessità più urgenti. Nel complesso vi è il rischio che non sia stata ancora messa a fuoco, da parte della comunità mondiale, la reale portata di quest’emergenza. In Balochistan, da dove l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) coordina le azioni umanitarie, il numero delle vittime delle alluvioni si è raddoppiato nel corso del weekend e la popolazione continua a fuggire da Jacobadad, nella provincia di Sindh, verso i distretti di Sibi, Nasirabad e Quetta. Il Balochistan, una delle province più remote e povere del Pakistan, è stata la prima zona colpita dalle alluvioni il 22 luglio e qui sono oltre mezzo milione gli sfollati a cui prestare assistenza umanitaria. Oggi l’UNHCR ha spedito a Quetta, con due aerei C130 Hercules del governo pakistano, altre 32 tonnellate di teli di plastica, sapone e zanzariere. Ieri 64 tonnellate di tende, teli di plastica e altri aiuti sono stati inviati con quattro voli dal deposito dell’UNHCR di Peshawar.. In altre aree, le acque si sono ritirate, come in alcune zone della provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkwa, mettendo alla luce la gravità della devastazione, ma dando anche all’UNHCR la possibilità di un migliore accesso alla popolazione per dare loro aiuto e assistenza. Attualmente l’UNHCR ha tre centri di distribuzione di materiali per la costruzione di ripari nei distretti di Charsadda, Peshawar e Nowshera. Dall’inizio del Ramadan la scorsa settimana, lo staff dell’UNHCR ha osservato nella provincia di Khyber Pakhtunkwa un incremento del numero di persone che stanno facendo ritorno nelle loro case danneggiate dalle alluvioni cercando di eliminare i detriti e di salvare dal fango i loro mobili e i loro beni. Il team tecnico dell’UNHCR sta anche conducendo degli accertamenti sulle case danneggiate e su quale sia il modo migliore per aiutare coloro che vi stanno facendo ritorno. Le stime più recenti parlano di circa 893mila case distrutte o gravemente danneggiate, questo significa che il problema degli alloggi resterà la priorità principale dell’attuale crisi per i mesi a venire.

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Flood-hit Pakistan desperate for help

Posted by fidest press agency su sabato, 14 agosto 2010

Caritas is appealing for US $ 5.5 million (4.3 million euro) to help Pakistan’s flood victims as the situation grows increasingly desperate.  Over 1,600 people have died in the disaster and up to 14 million people are affected. Raging floodwaters have washed away homes, bridges, schools, water systems and medical facilities in Khyber Pakhtunkhwa (KPK) and Balochistan as well as parts of Punjab and Azad Jammu and Kashmir.  Caritas will work with communities to identify infrastructure, such as roads, bridges and irrigation channels, that needs to be rebuilt. By doing this it will reconnect people to markets and other services.  Part of the Caritas commitment to protecting people’s health will include medical camps which will provide emergency medical treatment, immunisation and vaccination services to approximately 8,000 people for the prevention of epidemic water borne diseases.  Another area of concern for Caritas is the vulnerability of women and children in the floods. Caritas will undertake awareness raising about rights, as well as counselling for women. Children will be provided with toys and a safe place to play. They will also benefit from counselling and medical services which will leave them less open to abuse.  As the monsoon season and heavy rains continue, new areas of Pakistan continue to be flooded. It is an ongoing challenge to Caritas and other agencies to identify these new areas and meet the needs of the people in them.  The floods are said to be the worst in eighty years in Pakistan. The sheer number of people affected means that the difficulties will persist long after the waters have dried up.

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Pakistan: aumentano le vittime

Posted by fidest press agency su venerdì, 6 agosto 2010

La difficoltà più grande – sottolineano gli operatori di Caritas Pakistan – è  raggiungere molti villaggi rimasti isolati. Poiché le strade sono completamente allagate, spesso occorre spostarsi a piedi, con linee elettriche e telefoniche fuori uso. E purtroppo si prevedono ulteriori piogge.  In molte zone, come Shangla e Khyber Pakhtunkhwa, l’acqua potabile è  sempre più scarsa e c’è il rischio di colera e malattie intestinali.  Caritas Pakistan, attiva sin dalle prime ore del disastro, ha già fornito tende, coperte, kit igienici nelle aree del Balochistan, del Punjab e del Khyber Pakhtunkhwa. 1500 famiglie a Peshawar hanno ricevuto acqua, cibo, utensili da cucina e kit igienico-sanitari. Sono stati distribuiti kit igienici e per la depurazione dell’acqua anche a 1350 famiglie a Karkhan e Kohlu. Si prevede anche di avviare progetti di cash-for-work che permettono a quanti hanno subito la distruzione di allevamenti e raccolti di ottenere compensi per la  partecipazione diretta alla ripresa delle attività di ricostruzione.  Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite  C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: Pakistan.  Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:  UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 50 H 03002 05206 000011063119  Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384  Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113  CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

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Pakistan floods

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 agosto 2010

Islamabad  –  The  United  Nations World Food Programme (WFP) is scaling up emergency relief to  victims  of  catastrophic  flooding  in  Pakistan, prioritizing  the  worst-affected  areas of Peshawar, Mardan, Charsadda and Nowshera,  as  it  continues  to  identify  stricken communities across the Khyber Pakhtunkhwa (KPK) province. Further  food  distributions  are  planned to start in Swat and Dera Ismail Khan  in  the  coming  days,  in  conjunction  with an extensive network of national and international partner NGOs. “We are now into the third day of delivering food to hungry families in Peshawar, Mardan, Charsadda and Nowshera, and have reached more than 40,
000 people with life-saving rations,” said WFP Executive Director, Josette Sheeran. “We are prioritising the worst-affected areas.  More distributions are due to start as WFP mobilises staff to overcome immense logistical challenges.”  “Operations are being mounted on both sides of the border – in Pakistan and in Afghanistan – in these heartbreaking days of loss and suffering,”
Sheeran added.  Food  supplies  targeting  a  total of 250,000 people over this week, will  continue  for a third day in these four areas on Tuesday, while WFP  prepares  to  extend operations to other communities affected by the worst flooding in over 80 years. Families  are  receiving  a  one-month  supply  of  food,  including high-energy  biscuits and ready-to-use foods specifically targeted to protect young children. WFP  is  currently  conducting  food  needs  assessments  in the four worst-hit areas. First indications are that around 1.8 million people across  the  Khyber Pakhtunkhwa  (KPK)  province are in need of foodassistance. Elsewhere, preliminary assessments  indicate  that  up  to  20,000 families  in  other affected areas of Punjab and Balochistan may have been  forced  from their homes by the flooding and be in need of food
assistance. WFP is monitoring the situation closely. Access remains a major challenge to mounting distributions, with manyareas effectively cut off, as roads and bridges  have been washed away by the flooding.

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Pakistan UNICEF aiuti salvavita

Posted by fidest press agency su martedì, 3 agosto 2010

Ginevra/Islamabad, L’UNICEF sta inviando aiuti salva-vita a milioni di persone colpite dalle gravi inondazioni che hanno devastato molte provincie del Pakistan, soprattutto al nord. Si tratta della peggiore alluvione nel paese negli ultimi 80 anni. Secondo le ultime stime disponibili sono 3,2 milioni le persone colpite, e tra loro 1,4 milioni sono bambini.  L’alluvione ha causato vaste distruzioni dei raccolti e delle infrastrutture del paese, con strade sommerse e ponti spazzati via. Le linee elettriche sono fuori uso, i danni a ospedali, scuole e impianti fognari consistenti. In una delle provincie coinvolte l’80% dei pozzi di acqua potabile sono stati distrutti. Molte famiglie sono accampate in scuole e altri edifici situati nelle zone più alte.
L’UNICEF ha già inviato in loco kit per igienico-sanitari, autocisterne con acqua potabile, biscotti ad alto valore energetico. Sono stati già rimessi in funzione 73 pozzi che consentiranno a 800.000 persone di ricevere acqua potabile. Sul fronte medico l’UNICEF ha sostenuto la messa in funzione di 24 ospedali da campo per offrire cure mediche a circa un milione di persone.
L’UNICEF si appella all’opinione pubblica internazionale per raccogliere subito i 10,3 milioni di dollari stimati necessari per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni colpite.
Per contribuire: ccp 745.000; n. verde 800-745.000; http://www.unicef.it;  cc bancario Banca Etica IT 55 O 05018 03200 000000 505010.

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