La Comunità di Sant’Egidio esprime tutto il suo affetto e la sua vicinanza a Papa Francesco unendosi alle preghiere di tutta la Chiesa per il buon esito dell’intervento chirurgico e il pronto ristabilimento della sua salute. Lo attendiamo presto nel pieno esercizio del suo ministero di pastore, punto di riferimento prezioso per tanti.
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Sant’Egidio al Papa ricoverato al Gemelli
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 giugno 2023
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Il Papa. Ministero e Missione: il nuovo libro del Card. Gerhard L. Müller
Posted by fidest press agency su domenica, 2 aprile 2023
In un tempo in cui sembra dominare molta confusione sulla figura del papa, il cardinale Gerhard L. Müller offre un contributo determinante per una corretta comprensione del ministero petrino, ufficio unico al mondo che nel corso dei secoli fino ai nostri giorni ha sempre provocato grande devozione e forti critiche a un tempo, dentro e fuori la Chiesa. Il successore di Pietro ha un preciso compito da svolgere nel rispetto dei limiti imposti dalla Parola di Dio. La Chiesa è in continua evoluzione ma alcune cose in essa non possono cambiare, non possono essere distorte. Il fedele tuttavia non può prendere le distanze dalla Chiesa e dal papa in modo distruttivo, con una protesta rumorosa o un allontanamento interiore. In una percezione della realtà sempre più superficiale, ove sembra che l’unico filo conduttore sia il politically correct, anche le verità più solide ed evidenti vengono deformate e relativizzate: «Il papa non ha un incarico politico basato sul potere del mondo o sulla fama tra gli uomini», afferma il cardinale. Può risultare scomodo, o addirittura sconveniente, ma lo si voglia o meno, il papato ha le sue regole, stabilite e consolidate nel corso dei secoli, che non possono essere deformate, né tantomeno escluse: «L’unità della Chiesa non deriva dalla trasmissione storica di diverse opinioni su Dio, ma dalla sua rivelazione nella storia della salvezza». Il cardinale Müller ci richiama così, con forza e con coraggio, alla promessa fatta da Simon Pietro, affinché l’intera Chiesa rimanga una e unita nella fede e nella comunione con Cristo, salda e fedele alla verità del Vangelo.Gerhard Ludwig Müller:Il Papa. Ministero e Missione pp. 384 euro 26 Edizioni Cantagalli
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Celebrazioni per i 10 anni dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
Posted by fidest press agency su sabato, 29 ottobre 2022
Bergamo dal 15 dicembre 2022 Iniziano con circa due mesi di anticipo i festeggiamenti per i dieci anni del ‘nuovo’ Ospedale di Bergamo. il titolo scelto per la serata – è anche il claim della campagna di comunicazione multimediale presentata in sala e che, attraverso video ed immagini, intende celebrare il decennale sul web e in città nelle prossime settimane. Molte le autorità presenti all’appuntamento, i camici bianchi e le divise di infermieri e degli altri operatori, i primari emeriti, una rappresentanza dei pazienti, del mondo delle associazioni e dei partner dell’ospedale, benefattori e sostenitori, privati cittadini, fondazioni ed aziende. Tanti di coloro che hanno reso davvero ‘grande’ questo ospedale. La serata è stata condotta dal giornalista RAI Filippo Gaudenzi, con intervento musicale della classe di Trombone del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo. Ad aprire la serata sono stati i saluti di Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni, e di Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia. Subito vengono affrontati due tra i momenti più difficili dei dieci anni dell’Ospedale, attraverso il racconto della direzione strategica. Il direttore sanitario Fabio Pezzoli e il direttore sociosanitario Simonetta Cesa hanno ripercorso le tappe dei giorni di trasferimento nel nuovo ospedale, che sono state pubblicate in una apposita sezione dedicata alla storia dell’ospedale sul sito web. Un trasferimento pianificato da tempo e con cura in ogni dettaglio, di strumenti, attrezzature, interi reparti e soprattutto di persone malate dai Riuniti al nuovo Ospedale alla Trucca. La fase ‘clou’ dell’operazione – che segna di fatto la nascita del nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII – prende il via sabato 15 dicembre 2012, con il trasferimento, durato 6 giorni, dei pazienti ricoverati dall’edificio di Largo Barozzi. Furono 368 i degenti trasferiti, tra cui pazienti in condizioni critiche, neonati con le loro mamme e pazienti psichiatrici. I presenti in sala hanno potuto rivivere quei giorni intensi attraverso la proiezione del primo dei quattro video-racconti che animano la campagna del decennale. A seguire, ecco il racconto dei giorni più complicati della pandemia da Covid-19. Anche in questo caso un video ripercorre le tappe salienti degli ultimi due anni e mezzo, dalla primavera 2020 fino all’attuale fase di convivenza con il virus, tracciando un bilancio sulla gestione della crisi. È l’occasione tramite la testimonianza del direttore amministrativo Monica Fumagalli per un ringraziamento agli oltre 48.000 donatori, tra istituzioni, aziende, associazioni e privati cittadini che nei momenti più bui hanno sostenuto l’ospedale economicamente o con una concreta vicinanza, nelle forme più varie. La serata è proseguita con una rappresentanza di dipendenti, tra i numerosissimi protagonisti dello sviluppo dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, che hanno portato la loro testimonianza, trasversale a tutte le professionalità, dal punto di vista clinico e umano: Alberto Benetti, direttore Medicina Interna, Maddalena Branchi, direttore Ingegneria Clinica, Alberico Casati, già direttore Unità Tecnico e Patrimoniale, Monica Casati, responsabile Valorizzazione delle Competenze Professionali, Enrico Gamba, direttore Dipartimento Patrimonio, Tecnologie e Servizi, Alessandro Rambaldi, Direttore Dipartimento Oncologia e Ematologia, ricercatore e docente universitario, Lauretta Rota, infermiera, responsabile per la Direzione Professioni Sanitarie del Dipartimento Emergenza Urgenza Area Critica, Oliviero Valoti, Direttore 118 Bergamo Non è mancato il racconto dei traguardi clinici raggiunti in questi dieci anni, sintetizzati sul web nella sezione dedicata alla Storia dell’ospedale.
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Papa Francesco ci invita a fare una rivoluzione pacifica. Ma che significa?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 ottobre 2022
di Donato Speroni Se non avete niente da dire, almeno fate chiasso! Papa Francesco non parla mai a caso, anche quando parla a braccio, ed è molto chiaro il suo messaggio ai giovani economisti, imprenditori e attivisti sociali under 35 provenienti da oltre cento Paesi di tutto il mondo al meeting internazionale “Economy of Francesco”. Che non è “l’economia di Jorge Mario Bergoglio”, ma un richiamo alla visione del Santo di Assisi. In questo spirito ha sottoscritto con loro un “Patto per l’economia”. Quel “se non avete niente da dire” significa che per fare una rivoluzione non è necessario avere una mappa completa di come costruire la società di domani, ma è importante, intanto, denunciare l’insostenibilità di quella attuale. Scrive Carlo Canetti sul sito AssisiMia: È un invito alla ribellione sana e pacifica contro un sistema economico che sprezza il futuro. Nessun politico in Italia, né di sinistra né di destra, ha mai avuto il coraggio di rivolgersi in maniera così ficcante e diretta ai giovani e a chi vive in condizione di povertà e subordinazione sociale. È un messaggio di sfiducia in chi governa e in chi detiene il potere. In questo contesto “L’economia di Francesco” è prima di tutto un progetto globale che lavora all’elaborazione di un modello alternativo al neocapitalismo: che promuove la solidarietà, la cura del prossimo, il rispetto del Creato, la tutela dell’ambiente, l’abitudine al riciclo e al riutilizzo. Rifiuta la mentalità dello scarto, della competizione spregiudicata. Rigetta il concetto di confine, inteso come muro di separazione fra le persone e i popoli. La dimensione pacifista del messaggio del Papa sta tutta nel concetto di fratellanza (“Fratelli tutti”) che al tempo stesso è l’antidoto più potente alle smanie di sopraffazione e di sovranismo. Non c’è un qualcuno che viene prima di un altro. Ci sono i popoli fratelli che convivono in un mondo in cui i ponti prevaricano gli sbarramenti. Ma ci possiamo permettere questa rivoluzione? Nella sua bella trasmissione “Una giornata particolare” su La 7, Aldo Cazzullo ha raccontato l’incontro di San Francesco con Papa Innocenzo III nel suo fastoso palazzo in Laterano, per ottenere dal Pontefice l’approvazione della regola dei Frati minori, basata sulla povertà assoluta. Dapprima il Papa invitò sprezzantemente quell’omino scalzo e vestito di stracci e i suoi compagni ad andare a predicare ai porci. San Francesco, si racconta, obbedì ma tornò dal porcile chiedendo nuovamente udienza. A quel punto Innocenzo ebbe una folgorazione. Di fronte alla minaccia degli eretici che contestavano il soglio pontificio criticando la Chiesa romana per le sue ricchezze, la rivoluzione pacifica di San Francesco era un modo non di distruggere, ma di sostenere la Chiesa. L’analogia può essere ardita, ma anche la rivoluzione pacifica predicata da questo Francesco, ottocento anni dopo, non vuole distruggere il nostro sistema economico e sociale. Chiede invece di apportare quelle profonde modifiche indispensabili perché l’umanità possa sopravvivere. Nessuno è veramente in grado di immaginare un futuro scenario che garantisca una vita decente per otto miliardi di “fratelli”, ma ci sono tanti comportamenti importanti da attuare subito per andare nella direzione giusta. E non in silenzio, ma “facendo chiasso”, come ben sanno anche i ragazzi dei Fridays for future. Se faremo il nostro dovere, la Provvidenza o il progresso tecnologico forse faranno il resto. (abstract: fonte Asvis asvisitalia)
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Antonio Preziosi: Il sorriso del Papa
Posted by fidest press agency su domenica, 4 settembre 2022
La vita di Albino Luciani e i trentatré giorni di Giovanni Paolo I Collana ATTUALITÀ E STORIA Formato 14 x 21 cm Numero pagine 288 Prezzo copertina € 22,00. La beatificazione di Albino Luciani, il “Papa del sorriso”, riporta all’attenzione del mondo intero la figura di un uomo di fede e di Chiesa che seppe fare della sua vita un capolavoro di umiltà, di tenacia, di spirito di servizio e di amore per tutti. Antonio Preziosi, con un racconto di stile giornalistico, ricostruisce dettagli ed episodi della vita di Albino Luciani e del pontificato di Giovanni Paolo I, che fu pastore della Chiesa universale per pochissimo tempo, ma seppe tracciare una via ancora attuale con la forza del suo esempio di vita e del suo indimenticabile sorriso. Una biografia aggiornata e attenta a tutti gli aspetti della figura del Pontefice che regnò solo per un mese: teologo, pastore, padre conciliare, uomo di intensa e per alcuni aspetti innovativa spiritualità. La storia di un Papa che in appena trentatré giorni ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa.
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Papa Francesco all’Angelus: “Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra!”
Posted by fidest press agency su sabato, 16 luglio 2022
Il Card. Zuppi ha fatto sue le parole di Papa Francesco all’Angelus: “Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra!”, invitando ad “interrogarci su cosa dobbiamo fare perché tacciano le armi e prevalga il rispetto della vita”. Mentre il conflitto non smette di provocare distruzione e morte, continua l’impegno di Caritas Italiana verso i fratelli e le sorelle ucraini: oltre 10mila le persone accolte in tutta Italia; numerose le diocesi attivate per garantire un’ospitalità adeguata a chi è fuggito dalla guerra, assicurando in questi mesi tutto il necessario.“È uno sforzo che abbiamo cercato di condividere anche con le istituzioni locali e nazionali”, sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, rilevando che “questa grande solidarietà rischia, però, di essere compromessa dalle lungaggini e dalla farraginosità delle procedure amministrative. Ad oggi, infatti, non è stata ancora firmata la convenzione con la Protezione Civile, necessaria per liberare le risorse utili per accogliere altri 2.000 cittadini ucraini ospitati negli alberghi della penisola. Anche l’accesso ai cosiddetti sussidi di sostentamento sta incontrando molte difficoltà sul piano operativo. Auspichiamo che questa situazione venga risolta nei prossimi giorni, permettendo così di sbloccare i posti già destinati a questa accoglienza, al momento non utilizzabili nemmeno per l’attività ordinaria”.Allo stesso tempo, conclude Pagniello, “ci auguriamo che si possa prevedere un supporto anche per le accoglienze al di fuori del circuito istituzionale – al momento la maggior parte – per continuare a garantire un accompagnamento dignitoso di quanti, visto il protrarsi della guerra, decideranno di rimanere nel nostro Paese”.
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Il 2 e il 3 aprile 2022 il Papa a Malta
Posted by fidest press agency su sabato, 26 febbraio 2022
Malta Tra i temi di questo viaggio ci sarà anche il contributo del cristianesimo alla storia, alla cultura e alla vita del popolo maltese, un contributo enorme, oggi testimoniato dalla grandissima quantità di luoghi dedicati al culto cristiano e alla spiritualità in genere.Anche se il programma ufficiale del viaggio papale non è ancora stato reso pubblico, è verosimile che queste saranno alcune delle tappe che Sua Santità affronterà nel soggiorno.A Mdina, antica capitale maltese posta su un altipiano al centro dell’isola principale dell’arcipelago, si trova la Cattedrale Metropolitana di San Paolo. Venne fondata nel XII secolo, tuttavia, la storia dell’edificio e del sito in cui si trova, è molto più antica. Infatti, fonti ecclesiastiche ufficiali indicano che Mdina aveva una cattedrale già nel VI secolo. Inoltre, la tradizione vuole che la cattedrale sia costruita nello stesso luogo in cui il governatore Publio incontrò San Paolo subito dopo il suo naufragio.Immediatamente fuori le mura dell’antica città di Mdina, sorge il villaggio di Rabat. Qui si possono visitare le Catacombe di San Paolo, le più importanti catacombe cristiane fuori Roma. Oggi, questo intricato ed esteso complesso di cunicoli, sono la più grande testimonianza archeologica del primo cristianesimo a Malta. Costruite tra il terzo e l’ottavo secolo, le Catacombe di San Paolo da sole si estendono su un’area di quasi 7000 metri quadrati.Anche il culto mariano è fortemente radicato a Malta e lo dimostra, tra i tanti luoghi di devozione alla Vergine Maria, la grande Basilica di Ta’ Pinu sull’isola di Gozo, e santuario mariano nazionale.Prima di prendere questo nome, la chiesa, oggi maestosa nelle sue dimensioni e posta su un colle nella campagna gozitana, era una piccola cappella conosciuta come Tal– Ġentili, dedicata all’Assunta ed esistente già prima del 1545 d.C.Nel 1575 Pietro Duzina, delegato di papa Gregorio XIII, la trovò in pessime condizioni, e ne ordinò la demolizione, ma quando i lavori di abbattimento iniziarono, sferrando il primo colpo, un operaio si ruppe un braccio: questo fu preso come presagio e fu così deciso che la cappella sarebbe stata preservata per le generazioni future.L’odierno nome Ta’ Pinu è dovuto a Pinu Gauci procuratore della Chiesa che nel 1598 ne pagò il restauro. L’attuale edificio neoromanico fu costruito davanti all’antica cappella, rimasta intatta dietro l’altare, e conserva ancora il dipinto miracoloso dell’Assunzione della Madonna.Da non dimenticare Valletta che, seppur estesa poco meno di un chilometro quadrato, offre testimonianze preziose della storia della cristianità a Malta.Nel cuore della capitale, nei pressi del Palazzo del Gran Maestro dell’Ordine di Malta, sorge la chiesetta in stile bizantino di Nostra Signora di Damasco. Si tratta di un luogo ricco di storia e di opere d’arte sacra, soprattutto icone. Tra i tesori religiosi qui rinvenuti, vi sono due antiche icone mariane: l’icona della “Madonna di Damasco” (Damaskini) dell’inizio del XII secolo e l’icona della “Madonna della Misericordia” (Eleimonitria) dell’inizio del XIV secolo. Una tappa imprescindibile a Valletta potrebbe essere la Concattedrale di San Giovanni, non solo luogo di culto, ma anche capolavoro barocco dove ammirare splendide opere di artisti come Mattia Preti e Caravaggio.
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In libreria “L’enigma del giovane Papa” di Gerri Frate
Posted by fidest press agency su sabato, 1 gennaio 2022
È in libreria “L’Enigma del giovane Papa” (edizioni “Una vita di stelle”, Bologna, 2021), romanzo fantasy opera prima dell’esordiente perugino Gerri Frate. Frate immagina la storia di Giorgio, giovane debole e dalla vita carica di contraddizioni, la cui esistenza corre sulla falsariga di avvenimenti non eccezionali: la scuola, il primo lavoro, l’innamoramento, i progetti di vita.Ma nella vita di Giorgio si fanno strada via via avvenimenti sempre più incredibili; il giovane è anche vittima di una congiura che, da giovane candidato quasi vincente, alla vigilia delle elezioni lo trasforma in un accusato di gravi reati che lo condanneranno in carcere. Una vicenda surreale che Giorgio vive quasi come in un sogno e che si rivelerà effettivamente tale.Ma Giorgio è destinato ad un ruolo impensato: quello di diventare un giovane Papa. Ad appena 23 anni, diventa Papa Gabriele. Un segno del destino, un miracolo, immagini e fenomeni che si muovono dalla Cappella Sistina a Casa Santa Marta, dal suo paese natale fino alla chiesa dei Gesuiti a Roma, dal Vaticano fino alla sede della chiesa ortodossa.Una storia sospesa tra il sogno e la realtà, tra le visioni ed il ritorno alla normalità dell’esistenza, in cui il giovane fatica a muoversi. Miracoli, magie, stregonerie, viaggi nell’oltretomba, complotti immaginifici e bizzarri, scene crude di dolore e di violenza, ma anche allegorie che fanno dipanare la storia lungo sentieri carichi di suspense e di trepidazione: il protagonista ed alcuni suoi collaboratori saranno impegnati in una lotta senza quartiere contro la forza delle tenebre, rappresentata dall’organizzazione segreta Typan e dal “maestro del male”.La narrazione scorre lungo binari sempre diversi e con continui capovolgimenti di fronte, con un linguaggio essenziale ed avvolgente. Avventure, sorprese, momenti di lucida follia, morte e distruzione, ma anche la forza travolgente del Bene che riesce a trionfare sul Male, la forza della fede in Dio che sconfigge la potenza di Satana. Più volte Gabriele sarà ad un passo dalla morte e la morte aleggia e si materializza più volte, assumendo anche i contorni più truci, ma senza mai interrompere i fili di una narrazione che si presenta come un vero e proprio thriller nutrito da una fantasia senza confine.È stato definito “un’allegoria bizzarra e innovativa dei tempi moderni, allegoria di Dio e del Diavolo, delle forze del bene in contrasto perenne ed emblematico con le forze del male, simbolica battaglia per la salvezza del mondo o almeno di qualche anima”. La storia di Giorgio Angelini, “un ragazzo qualunque che da giovane di strada evolve a candidato politico e a giovane Papa, Papa Gabriele. Una paradossale vicenda a dimostrazione che forze magnifiche regolino e comandino i nostri destini”.
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La famiglia, la patria e la demografia del papa cattolico
Posted by fidest press agency su domenica, 26 dicembre 2021
E’ difficile commentare le parole di papa Francesco, il suo riferimento medio non è la razionalità bensì la spiritualità. Probabilmente anche perché il suo Stato, il Vaticano, teocrazia assoluta, è un pessimo esempio di razionalità. Ed è per questo che oggi papa Francesco, nelle sue esternazioni durante le feste religiose, ha detto: “Sembra che tanti abbiano perso l’illusione di andare avanti con figli e tante coppie preferiscono rimanere senza o con un figlio soltanto. Pensate a questo: e’ una tragedia. … Facciamo tutto il possibile per riprendere una coscienza per vincere questo inverno demografico, che va contro le nostre famiglie, contro la nostra patria, e anche contro il nostro futuro”. Lo abbiamo ascoltato perché Francesco I, riuscendo ad attrarre l’attenzione essenzialmente sulla spiritualità della sua Chiesa, è valutato come attento e scrupoloso barometro dell’umore del mondo. Non comprendiamo a quale patria il papa si sia riferito nel suo messaggio, vista la transnazionalità del suo status giuridico e spirituale ché, se non abbiamo capito male, riferendosi al Pianeta avrebbe un problema opposto a quello da lui allertato: boom demografico e non inverno demografico. Non crediamo che il messaggio “urbi et orbi” abbia voluto mettere l’Italia al centro del mondo e, in virtù delle basse performance demografiche di questo piccolo Stato, valutata l’Italia come faro del Pianeta, essersi allarmato per il dilagare del cattivo esempio di queste performance. Rimasti con questo dubbio, ce ne viene un altro. Questo messaggio su patria e famiglia vale solo per i cosiddetti laici e non per il clero? Perché il clero non dovrebbe contribuirvi con, per esempio, donne e uomini che procreino? (n.r. A nostro avviso è necessario che sia il mondo religioso sia quello laico raggiungano una concreta consapevolezza sui mali che affliggono il pianeta terra. Tra questi vi è proprio la natalità. Siamo in troppi e vanno ad aggiungersi drammaticamente ai danni che provochiamo per avidità e sete di potere. Esiste un diritto alla vita ma anche uno a vivere e i due diritti devono coesistere per evitare la fame del mondo, l’accaparramento delle risorse alimentari ed energetiche da parte di pochi a danno del resto dell’umanità. Occorre un cambio di passo radicale per porre un freno alle violenze nel mondo, ai guasti che provochiamo all’ecosistema e ai veleni che diffondiamo con le colture intensive che inaridiscono i terreni e provocano disastri d’ogni genere sino ad alterare drammaticamente la catena alimentare: pensiamo alla moria delle api e non solo.)
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Istituto Serafico: Incontro con il Papa
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 dicembre 2021
Roma Vaticano. Lunedì 13 dicembre p.v. si terrà l’Udienza speciale in Vaticano con Papa Francesco dedicata all’Istituto Serafico di Assisi in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla sua fondazione. Uno speciale incontro che sancisce il forte legame tra il Santo Padre e il Serafico, nato fin dall’inizio del suo pontificato, quando il 4 ottobre 2013 iniziò il suo pellegrinaggio ad Assisi proprio con la visita all’Istituto. “Queste piaghe devono essere ascoltate”, con queste parole Papa Francesco tracciava il cammino del Serafico nella cura di bambini e ragazzi con fragilità, definendo quello che da 150 anni è il suo operato: “l’amore concreto”. Grande la gioia e la commozione della grande famiglia del Serafico per l’incontro tanto atteso. Una lunga storia, quella dell’Istituto Serafico, che ha inizio il 17 settembre 1871, quando San Ludovico da Casoria, una vita spesa al servizio degli ultimi, decise di fondare ad Assisi un’Opera dedicata a San Francesco – al quale l’Istituto deve il nome – che si prendesse cura di bambini e ragazzi ciechi e sordi offrendo loro un’istruzione, alla quale all’epoca non avevano accesso. Da quella importante intuizione, che sanciva la realizzazione di un sogno, ovvero custodire la vita più fragile e indifesa, sono trascorsi ben 150 anni. Oggi il Serafico è una grande casa che abbraccia la vita e rappresenta un modello di eccellenza italiana e internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. In un clima di festa e commozione, la grande famiglia del Serafico – con una rappresentanza dei ragazzi e dei loro genitori, dei medici, degli operatori, dei volontari, dei sostenitori, dei padri Rogazionisti e delle suore Elisabettine Bigie, insieme al Vescovo Mons. Domenico Sorrentino e ai frati francescani del Sacro Convento – sarà presente davanti al Santo Padre per portare la testimonianza di un impegno inarrestabile, quello di un’Opera dall’importanza storica al servizio, da 150 anni, delle persone dei più fragili. Il Serafico, fondato nel 1871, è un modello di eccellenza italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime.
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Papa Francesco celebra la Santa Messa nella sede dell’Università cattolica romana
Posted by fidest press agency su domenica, 24 ottobre 2021
Roma. venerdì 5 novembre 2021, alle ore 10.30, il Santo Padre Francesco celebrerà la Santa Messa nella Sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del Sessantesimo anniversario di inaugurazione della Facoltà di Medicina e chirurgia.La famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore apprende con gioia ed emozione la notizia che il Santo Padre ha accolto l’invito a presiedere la celebrazione eucaristica che si terrà presso il campus romano dell’Ateneo nella ricorrenza dei 60 anni dall’inaugurazione della Facoltà di Medicina e chirurgia.L’apertura della Scuola medica, avvenuta il 5 novembre 1961 alla presenza di San Giovanni XXIII, rappresentò il completamento del progetto di Padre Agostino Gemelli di dar vita a un’università che mettesse la persona umana al centro di ogni attività di ricerca e di formazione.Ricordando solennemente quel momento, nell’anno in cui l’Università Cattolica celebra il proprio centenario, l’Ateneo riafferma la propria unitaria identità. Il Rettore, professor Franco Anelli, e l’Assistente Ecclesiastico Generale, monsignor Claudio Giuliodori esprimono al Santo Padre la più profonda gratitudine dei docenti, del personale, degli assistenti pastorali, delle studentesse e degli studenti dell’Ateneo per il dono della Sua presenza in una ricorrenza così importante per la comunità universitaria.
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Papa Francesco in Porziuncola il prossimo 12 novembre
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 ottobre 2021
Assisi. Si tratta di un momento di preparazione alla quinta edizione della Giornata Mondiale dei poveri istituita da Francesco con lo scopo di sensibilizzare all’ascolto del grido dei poveri e dei sofferenti e prevista domenica 14 novembre sul tema del Vangelo di Marco:”I poveri li avete sempre con voi”.Nel comunicato dell’evento, il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione spiega che il Papa si recherà in forma privata ad Assisi e nella Basilica di Santa Maria degli Angeli incontrerà sempre in forma privata un gruppo di 500 poveri provenienti da diverse parti dell’Europa e trascorrerà con loro un momento di ascolto e preghiera.Sarà la quinta volta di Francesco nel cuore della cristianità francescana dopo la prima visita pastorale il 4 ottobre 2013, e quelle successive del 4 agosto 2016 nell’ottavo centenario del Perdono di Assisi, del 20 settembre dello stesso anno per la Giornata mondiale di preghiera per la pace e infine del 3 ottobre 2020 per la la firma dell’enciclica Fratelli tutti.
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Ricovero del Papa al Gemelli di Roma
Posted by fidest press agency su domenica, 4 luglio 2021
Il Santo Padre ha colto un po’ tutti di sorpresa recandosi nelle prime ore del pomeriggio di oggi all’ospedale Gemelli in macchina con il suo autista, ma senza scorta. Degenti e personale del Policlinico non si sono accorti dell’illustre visitatore salvo il personale direttamente coinvolto per il suo ricovero. Eppure la degenza del Papa era stata prevista da tempo. Dopo qualche ora dal ricovero è stato operato dal prof. Alfieri ed ora siamo già al bollettino medico che informa sulla riuscita sull’intervento. La patologia del Papa riguarda una infiammazione dei diverticoli del colon. Si tratta di un’operazione che prevede la resezione della parte compromessa. Resterà in ospedale una decina di giorni. L’intervento è ritenuto di una certa importanza ma non è infrequente per le persone di una certa età. Ora l’ospedale è, praticamente, cinto d’assedio dalle troupe televisive, da giornalisti e da una folla di fedeli ma anche di curiosi ma tenuti a bada da un presidio di pattuglie della polizia municipale e da quella di Stato. Per il prof. Pappalardo, docente di chirurgia generale all’Università La Sapienza di Roma la forte infiammazione dei diverticoli del colon provoca un restringimento del lume impedendo il passaggio delle feci. E’ stato, quindi, necessario provvedervi chirurgicamente anche se in precedenza era stato già sottoposto a cure mediche. Ci associamo a quanti, e sono già numerosi a partire dal Presidente della Repubblica, che hanno espresso al Santo Pafre gli auguri di pronta guarigione.
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Nuevo documental sobre el papa Benedicto XVI
Posted by fidest press agency su sabato, 10 aprile 2021
Coincidiendo con el 94 cumpleaños de Benedicto XVI el próximo día 16 de abril, Goya Producciones lanza el documental “Benedicto XVI, el Papa Emérito” que descubre facetas ignoradas de la azarosa vida del papa Ratzinger, cuya insospechada dimisión en 2013, ha cambiado el curso de la historia de la Iglesia católica.Joseph Ratzinger será el último papa que haya vivido los horrores de la segunda Guerra Mundial y del nazismo. Fue reclutado a los 16 años, mientras luchaba por defender su vocación sacerdotal. Luego, como profesor de teología, enseña en las más prestigiosas universidades alemanas. Su nombre suena entre los expertos más escuchados en el Concilio Vaticano II. Acabado éste, deberá tomar una dura decisión: o la continuidad, o la ruptura con la tradición de la iglesia. Ratzinger elige la fidelidad a las enseñanzas conciliares. Esa será su guía, como arzobispo, cardenal y Papa, en medio de incontables contradicciones de dentro y de fuera de la Iglesia.“El Papa Emérito” documental escrito y dirigido por Andrés Garrigó, se centra en su época al servicio de Juan Pablo II como Cardenal prefecto de la Doctrina de la Fe y más tarde como Papa. En esta época tuvo que afrontar crisis como la de la Teología de la Liberación en su versión marxista afín a la guerrilla, y la de los casos de pedofilia que empezaban a aflorar entonces. Como Papa, elegido en 2005, se enfrenta a dos inmensas tareas: cara afuera, defender la doctrina católica frente a “dictadura del relativismo” y, cara adentro, la reforma la Iglesia, empezando por la confusa estructura de las finanzas vaticanas. Años de servicio a la Iglesia y aplastantes tareas cuyo peso piensa no poder soportar. ¿Hizo bien en dimitir? El documental no juzga, pero sí revela que hubo en su entorno quien intentó disuadirle. Lo admite sin ambages en el documental su secretario Mons. Georg Gänswein, a lo que el papa le contestó que lo había rezado y no habría marcha atrás… como así ha sido. Todas estas preocupaciones no le impidieron seguir escribiendo libros de teología, que forman hoy parte de su gran legado. Entre los otros expertos que intervienen en el documental figuran cardenales como Müller, Herranz, o Rouco, historiadores como el francés Ardura, vaticanistas como los italianos Valli, de la RAI, o Tornielli, actualmente en el dicasterio de la Comunicación, y Andrea Monda hoy director de l’Osservatore Romano. También aportan nuevas perspectivas algunos amigos de Benedicto XVI como el teólogo canadiense Tremblay, y la socióloga alemana Gabriele Kuby.“Benedicto XVI, el Papa Emérito” estará disponible a nivel mundial, en español e inglés, para alquiler online a partir del viernes 16 de abril en la plataforma estrenosdecinedigital.com y a partir del mes de junio en DVD en librerías y grandes almacenes. Joseph Ratzinger nace en Baviera el 16 de abril de 1927. A los 16 años piensa hacerse sacerdote pero es reclutado como soldado en la II Guerra Mundial. Inclinado al estudio, será profesor de teología. Durante el Concilio Vaticano II alcanza fama como experto. Juan Pablo II le nombrado Arzobispo de Munich y más tarde le hace Cardenal y colaborador suyo en la Curia. En 2005 es elegido Papa a los 78 años y se enfrenta a graves problemas de la Iglesia que acomete con firmeza pero que, ocho años después, se reconoce incapaz de gestionar. Eso motiva su histórica dimisión de 2013 que llevará a la elección de Jorge Mario Bergoglio como Papa.
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La Lettera apostolica di Papa Francesco su Dante
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 aprile 2021
In occasione del settimo centenario della morte di Dante, Papa Francesco ha firmato la Lettera apostolica Candor Lucis Aeternae dedicata alla figura del grande poeta, «profeta di speranza, patrimonio di tutti». Articolato in nove punti, il documento, dopo aver ripercorso il magistero più recente dei Papi su Dante, presenta la vita del poeta come paradigma della condizione umana e la sua missione quale cantore del desiderio dell’uomo, della misericordia di Dio e della libertà. E ancora la lettera apostolica esamina tre figure femminili simboli delle virtù teologali (la Vergine Maria, la carità; Beatrice, la speranza; e santa Lucia, la fede) e quella di Francesco d’Assisi «sposo di Madonna povertà», per concludersi con una riflessione sull’attualità di Dante che – scrive il Pontefice – «non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità». La profondità e l’importanza culturale di questo documento ci ha spinto a pensarne una pubblicazione critica coinvolgendo teologi, scrittori e critici, ora è disponibile l’edizione con l’introduzione del cardinale Gianfranco Ravasi, il commento poetico del Premio Strega Daniele Mencarelli, il commento teologico di Giuliano Vigini e il commento critico letterario della dottoressa Natascia Tonelli.
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Antonio Preziosi: Il Papa doveva morire
Posted by fidest press agency su domenica, 21 marzo 2021
Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro, a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant’anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell’attentato. L’Autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che “arrestò” il terrorista Ali Ağca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz – già segretario personale del Papa – e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un “film” che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell’attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno “doveva morire”). Antonio Preziosi, Il Papa doveva morire. La storia dell’attentato a Giovanni Paolo II, Edizioni San Paolo 2021, pp. 240, euro 22,00 Antonio Preziosi è giornalista, saggista e scrittore. Attualmente è direttore di Rai Parlamento. A lungo corrispondente del servizio pubblico da Bruxelles, ha svolto per anni l’incarico di inviato speciale seguendo i principali avvenimenti di politica interna e internazionale. Ha diretto Radio Uno, Giornale Radio e Gr Parlamento. Studioso di questioni religiose e vaticane, è stato anche Consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
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La visita di Papa Francesco è molto attesa in Iraq e nel Kurdistan
Posted by fidest press agency su venerdì, 5 marzo 2021
Per l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sono soprattutto i membri delle minoranze che sperano che Papa Francesco possa sensibilizzare il governo centrale di Baghdad e il governo regionale del Kurdistan riguardo alle preoccupazioni delle comunità cristiane, yezidi, mandee e altre. Le minoranze religiose soffrono da anni di attacchi da parte di gruppi islamisti radicali sia sunniti sia sciiti. Sperano quindi in un segnale che dia loro un senso di sicurezza nella loro patria storica.In vista della visita in Iraq, l’APM ha fatto appello a Papa Francesco affinché, nei colloqui con i leader iracheni e curdi, sostenga chiaramente una vera libertà religiosa e un miglioramento della situazione delle minoranze cristiane e di altre minoranze. La costituzione irachena dell’ottobre 2005 “garantisce” in linea di principio la libertà di credo. Tuttavia, nessuna legge può essere approvata che violi i precetti dell’Islam e il suo sistema giuridico. Allo stesso tempo, l’Islam è dichiarato “religione di stato”. Questa discrepanza è un problema giuridico quasi insolubile che i cristiani, così come altri gruppi non musulmani, così come le donne in Iraq, devono combattere. La sharia è rimasta un punto di riferimento centrale nell’approvazione di leggi che si applicano non solo ai musulmani, ma a tutti. I giudici conservatori e le maggioranze parlamentari dei partiti sciiti e sunniti stanno facendo la loro parte per limitare le libertà delle minoranze religiose. Il viaggio del 5-8 marzo sarà il primo viaggio all’estero del Papa dallo scoppio della pandemia di Coronavirus. Francesco incontrerà i
rappresentanti del governo centrale dell’Iraq e del governo regionale del Kurdistan. In programma c’è anche un incontro con la massima autorità della popolazione a maggioranza sciita del paese, il Gran Ayatollah Sayyid Ali Sistani. Inoltre, il Papa incontrerà i
rappresentanti di tutte le comunità cristiane – anche nelle pianure di Ninive. Questa regione era stata invasa nel 2014 dal cosiddetto Stato islamico e quasi tutti i gruppi cristiani, yezidi e sciiti erano stati cacciati. Ad Arbil, la capitale del Kurdistan, il Papa terrà una messa in uno stadio. Nel frattempo, il declino del numero di cristiani in Iraq continua in modo inesorabile. La loro quota della popolazione totale è scesa da oltre il 3% del 2003 a meno dell’1% di oggi. Delle 500 chiese originali, 57 sono ancora aperte. Ma anche lì, i banchi di solito rimangono vuoti la domenica. Solo nella parte curda del paese c’è ancora più vita cristiana, perché qui molti hanno trovato rifugio dopo gli attacchi islamisti.
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Caritas attende il Papa in Iraq
Posted by fidest press agency su venerdì, 5 marzo 2021
Caritas Internationalis è con il Santo Padre in questo pellegrinaggio in Iraq, che rappresenta un momento cruciale per esprimere solidarietà ai cristiani nel Paese e in tutto il Medio Oriente. Un momento per chiedere dialogo e riconciliazione in una nazione che ha affrontato decenni di guerra. La confederazione si unisce al Papa in questa visita che sarà «un forte segno di speranza sia per i cristiani che per i musulmani».«La nostra forza è ispirata dalla nostra fede e dalla nostra speranza che saranno entrambe rafforzate dalla Sua visita – afferma il direttore di Caritas Iraq, Nabil Nissan, in un messaggio indirizzato a Papa Francesco – Siamo sicuri che Lei non ci lascerà soli e ci ispirerà ad essere presenti ovunque vi siano dolore e sofferenza».Dal 1992, Caritas Iraq è in prima linea, servendo, difendendo e accompagnando i più poveri e vulnerabili senza alcuna distinzione di fede e costruendo pertanto ponti tra le diverse comunità in un Paese profondamente segnato dalle divisioni settarie. Attualmente Caritas serve più di 5000 famiglie ogni mese e lavora in aree difficili e dimenticate quali Fallujah e Mosul. Da quando l’ISIS ha iniziato la sua drammatica avanzata nel 2014, Caritas ha servito quasi 390.000 persone in Iraq.«La visita di Papa Francesco è un momento importante, specialmente in questo in questo tempo di Quaresima. È un segno di speranza per i cristiani, è un messaggio di pace e riconciliazione per le diverse comunità per costruire ponti con altre fedi», commenta Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis. «Caritas Iraq semina la speranza e i semi di riconciliazione attraverso la propria presenza e le proprie opere in favore delle comunità irachene e ci ricorda che l’unità prevarrà solo quando i diritti umani saranno rispettati e sarà promossa la dignità umana».
In questi momenti bui della storia dell’Iraq, la missione di Caritas è anche di infondere speranza attraverso la solidarietà con le comunità cristiane, e con altre minoranze religiose, che sono gravemente private dei loro bisogni e che hanno lasciato il Paese in gran numero negli ultimi 20 anni a causa di gravi discriminazioni e violenze, come quelle perpetrate dallo Stato Islamico. Accanto all’aiuto materiale, il sostegno di Caritas Iraq contribuisce a restituire ai cristiani la fiducia in loro stessi, a riconoscerli in quanto cittadini al pari degli altri iracheni, a mostrare la presenza e il sostegno della Chiesa alle comunità più vulnerabili, a offrire ai cristiani l’opportunità di vivere la propria fede attraverso il loro servizio in Caritas.Caritas rappresenta un messaggio di dialogo tra le comunità e opera in quattro governatorati dell’Iraq (Baghdad, Anbar, Mosul, Duhok) grazie all’impegno di oltre 270 collaboratori e circa 200 volontari.Le iniziative in Iraq comprendono programmi per la pace e la riconciliazione, la fornitura di mezzi di sussistenza – per offrire la possibilità di ricostruire la propria vita a quanti sono stati messi in ginocchio dalla guerra, dalla violenza e dalla crisi economica – la fornitura di alloggi, programmi di istruzione, il sostegno psicologico e sanitario –inclusi i programmi di sensibilizzazione per prevenire i contagi da COVID-19 – e i programmi per promuovere un ruolo attivo delle donne e dei giovani. Caritas Iraq è sostenuta dai diversi membri della confederazione Caritas.
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Il Papa in viaggio verso l’Iraq
Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021
Il viaggio in Iraq dal 5 all’8 marzo, il primo nel mondo trasformato dalla pandemia, mette nuovamente al centro una periferia. Certo non è privo di rischi, come sono venuti a ricordare i recentissimi attacchi ad Erbil, anche se Francesco ha già chiarito la sua opinione in merito nel 2015, quando scelse di inaugurare il giubileo della misericordia da Bangui, capitale di una Repubblica Centrafricana dilaniata dalla guerra civile, specificando che ci sarebbe andato «pure col paracadute». E s’inserisce senza dubbio in una realtà molto complessa, sia dal punto di vista religioso, che etnico, linguistico e politico. Del resto ci sarà una ragione se la Genesi situa proprio in Mesopotamia, a Babele, la fine dell’unità indifferenziata del genere umano, nella mitica era anteriore al Diluvio, con la suddivisione in popoli e lingue e quindi con l’inizio della politica.Tre sembrano essere gli assi portanti di questo viaggio: l’incontro con la comunità cristiana, il dialogo con l’Islam, soprattutto sciita, e la riflessione sulla crisi politica in cui l’Iraq si dibatte da decenni. Per aiutare a comprendere queste tre dimensioni, Oasis ha pensato a questo speciale, attingendo all’ampio materiale pubblicato negli ultimi anni e arricchendolo ulteriormente con un’intervista a Jawad al-Khoei, segretario generale dell’Istituto al-Khoei di Najaf.
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Papa Francesco è atteso con impazienza in Iraq
Posted by fidest press agency su domenica, 28 febbraio 2021
I cristiani perseguitati e oppressi del Paese confidano infatti in un incoraggiamento e in una guida spirituale. Molti di loro hanno tuttavia già sperimentato con modalità insolite l’aiuto del Santo Padre molto prima della sua visita. Nel novembre 2017 Papa Francesco ha ricevuto in dono dalla casa automobilistica Lamborghini un numero unico del modello Huracán. Il Santo Padre, dopo averne autografato il cofano, ha deciso di vendere all’asta l’autovettura per destinare il ricavato in beneficenza. Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) è stata una delle organizzazioni alle quali il Pontefice ha devoluto la somma raccolta. Alla fondazione pontificia sono stati infatti affidati 200.000 euro che ACS, su indicazione del Santo Padre, ha destinato al sostegno delle comunità cristiane che in Iraq, nella Piana di Ninive, dopo la disarticolazione militare del sedicente Stato Islamico, avevano immediatamente espresso il desiderio di rientrare nei propri villaggi. Sono stati «realizzati due progetti a sostegno dei cristiani della Piana di Ninive grazie alla Lamborghini donata da Papa Francesco», commenta Alessandro Monteduro, direttore di ACS Italia. «Il primo è la ricostruzione della sala polivalente siro-cattolica intitolata alla Vergine Maria a Bashiqa, totalmente distrutta dai jihadisti dell’ISIS. Dei 200.000 euro donati dal Papa, ACS ha destinato a questa iniziativa 166.000 euro, ai quali sono stati aggiunti altri 124.000 euro offerti dai benefattori della Fondazione, per un totale di 290.000 euro». La seconda iniziativa è la ricostruzione della scuola materna siro-cattolica anch’essa intitolata alla Vergine Maria a Bashiqa, parzialmente devastata dagli estremisti islamici. «Dei 200.000 euro donati dal Papa, ACS ha destinato a questa iniziativa 34.000 euro. L’edificio, che accoglierà circa 70 bambini, è ormai completato, anche se le attività non hanno avuto ancora inizio a causa della pandemia da Covid-19», aggiunge Monteduro.
«Siamo felici di terminare i lavori della scuola materna Vergine Maria, il che aiuterà e incoraggerà i nostri bambini a tornare a Bashiqa e a studiare ancora», commentano mons. Yohanna Boutros Mouche, vescovo siro-cattolico di Mosul, e Don Rezqallah Alsimanni, parroco della chiesa della Vergine Maria. Secondo gli ultimi dati di ACS, aggiornati al 12 gennaio 2021, oltre il 45% delle famiglie originariamente residenti nella Piana di Ninive, e scacciate dalla violenza islamista, è tornato a casa, grazie anche al grande sforzo di solidarietà profuso dalla comunità cattolica internazionale, a cominciare dai benefattori di ACS. Le case ricostruite con il contributo di diverse organizzazioni sono quasi il 57% di quelle distrutte. «Con i due progetti descritti – conclude Alessandro Monteduro – Aiuto alla Chiesa che Soffre ha voluto onorare la donazione del Santo Padre ponendosi concretamente a fianco dei cristiani aggrediti dall’ISIS, ed è lieta che essi siano stati terminati a ridosso dello storico Viaggio apostolico dello stesso Francesco in Iraq».
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