Archeologico di Pompei – ospiterà l’anteprima internazionale della nuova opera filmica dell’artista egiziano Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) I Am Hymns of the New Temples- أنا تراتیل المعابد الجدیدة. La proiezione del film sarà introdotta da una conversazione fra l’artista, Andrea Viliani, curatore del progetto, e Carolyn Christov Bakargiev – Direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli-Torino – introdotti da Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei. La produzione dell’opera – vincitrice del bando PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2020 promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea – è il risultato della collaborazione fra il Ministero della Cultura e il Parco Archeologico di Pompei nel contesto del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche, il primo progetto a lungo termine co-ideato da Massimo Osanna e Andrea Viliani: I Am Hymns of the New Temples rappresenta la prima opera prodotta nel contesto di questo programma dedicato alla formazione della collezione d’arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompei, primo sito archeologico al mondo a dotarsi di un programma di lungo termine e di una collezione che valorizzano e divulgano la contemporaneità dei temi e dei valori espressi dal patrimonio archeologico italiano e internazionale. Narratore di processi conoscitivi ed espressivi sospesi fra il documentabile e l’immaginabile, Wael Shawky esplora i modi in cui sono state scritte e raccontate le storie e analizza come esse abbiano modellato anche la realtà storica. Nelle sue opere – in cui si articolano film, disegno, pittura, scultura, installazione, performance e regia teatrale, sempre risultato di una ricerca sulle fonti storiche e letterarie – Shawky ci predispone a una posizione di consapevolezza nei confronti dei meccanismi narrativi, antichi e contemporanei, con cui sono stati interpretati e trasmessi i fatti storici, sociali e culturali e, attraversando spazio e tempo, evoca una dimensione al contempo fattuale e immaginaria della storia e della società, come se esse non fossero mai definibili una volta e per sempre, o da un solo punto di vista. Girata nell’estate del 2022 fra le rovine dell’antica città di Pompei, colpita dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dc, la nuova opera filmica di Shawky mostra ciò che affiora alle soglie fra le diverse culture che rendono Pompei un vero e proprio teatro di narrazioni differenti ma inevitabilmente connesse. Basando la sua narrazione sulla mitologia greco-romana, e raccontandone le sovrapposizioni con gli antichi culti egizi, Shawky rimette in scena le stratificazioni delle narrazioni antiche, e come esse abbiano contribuito a riplasmare le relazioni fra storia e mito nella proliferazione delle loro ulteriori versioni (“i nomi e le forme erano numerosi, e le linee di sangue si mescolarono”). Già fonte di meraviglia per il moderno Grand Tour occidentale, e oggetto di continue scoperte a partire dalla sua riscoperta nel 1748, e ancora oggi in corso, i resti archeologici pompeiani testimoniano quindi la complessa stratificazione delle culture e delle nature mediterranee: la Pompei antica, sede di intensi scambi commerciali, ospitava infatti non solo templi connessi alla religione greco-romana ma anche egizia (il Tempio di Iside fu dissepolto, con i suoi stucchi, statue, affreschi e suppellettili, proprio all’inizio del Grand Tour), così come ai riti misterici di Mitra, Cibele, Attis. Cogliendo le tracce spurie di queste iconografie sincretiche, Shawky ha individuato il set mobile della sua opera filmica spostandosi fra i Praedia di Giulia Felice, la Casa del Frutteto, l’Odeion, la Necropoli di Porta Nocera e la Basilica, il Tempio di Vespasiano (Genius Augusti) e il Tempio di Iside. E, in questa sua storia pompeiana – che l’artista racconta sulla scorta di una pluralità di storie precedenti di altri autori – non solo scopriamo di esserci già estinti e di essere già rinati – dalle inondazioni dei diluvi primordiali come dall’eruzione del Vesuvio, che colpì senza annichilire, però, le città vesuviane. L’opera – scritta e diretta da Wael Shawky, autore anche della partitura musicale – è stata curata da Andrea Viliani, con supervisione alla produzione da parte del Responsabile Unico di Progetto Silvia Martina Bertesago, Funzionario archeologo del Parco Archeologico di Pompei, e il supporto scientifico e organizzativo di Anna Civale (per il Parco Archeologico di Pompei) e Laura Mariano con Stella Bottai e Caterina Avataneo (per Pompeii Commitment. Archaeological Matters).
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Pompei Il 12 maggio 2023, dalle ore 20.00, il Teatro Piccolo “Odeion” – uno dei teatri all’interno dell’area del Parco
Posted by fidest press agency su martedì, 9 Maggio 2023
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Il più grande parco solare urbano al mondo si troverà a Roma
Posted by fidest press agency su lunedì, 26 dicembre 2022
È quanto svela, attraverso un video, il masterplan di Expo Roma 2030 realizzato dallo studio di progettazione e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett, per la candidatura della Capitale. Il parco infatti, coprirà un’area di 150.000 metri quadrati e avrà una capacità produttiva di picco di 36 Mega Watt, il che lo renderà il più grande parco solare urbano accessibile al pubblico. Sarà composto da centinaia di “alberi energetici” unici che aprono e chiudono i loro pannelli durante il giorno, raccogliendo energia e offrendo anche ai visitatori molta ombra. Dall’alto, questa infrastruttura conferisce all’intero sito dell’Expo un caratteristico aspetto a mosaico. Questa complessa rete energetica è completata dal padiglione “Eco-system 0.0”, l’edificio più alto dell’Expo, che fornisce il raffreddamento attraverso l’evaporazione. Il masterplan suddivide il sito di Expo Roma 2030 in tre aree principali: la Città, il Boulevard e il Parco, in una disposizione da ovest a est tra il mondo artificiale e il mondo naturale. Il layout è caratterizzato da una graduale transizione da urbano a naturale man mano che ci si sposta da ovest a est. La Città dell’Ovest funge da Expo Village, e dopo l’evento diventerà un’estensione del campus dell’Università di Tor Vergata. Il Boulevard, l’asse pedonale centrale, è un percorso attraverso tutti i padiglioni nazionali. Infine, il Parco a est è ricoperto da una vegetazione lussureggiante e accentuato da padiglioni tematici, tra cui “Pale Blue Dot”, dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale. L’impegno di Expo Roma 2030 per la rivitalizzazione del quartiere è esemplificato dalla riqualificazione de Le Vele, un imponente complesso sportivo progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. La struttura diventerà uno dei padiglioni ammiraglia di Expo Roma 2030, ospitando eventi pubblici e mostrando la trasformazione di Tor Vergata. Accanto a Le Vele, l’ingresso principale del sito espositivo funge da punto di accesso principale con una serie di nuovi collegamenti di trasporto e mobilità. Tra questi, un lungo corridoio verde collega Expo 2030 Roma agli adiacenti siti archeologici della via Appia e agli altri edifici e monumenti storici di Roma. Presieduto dal Presidente del Comitato Giampiero Massolo e dal Direttore Generale Giuseppe Scognamiglio, il Comitato Expo Roma 2030 ha presentato il proprio dossier a Parigi il 7 settembre scorso con il tema: “Persone e Territori: Rigenerazione Urbana, Inclusione e Innovazione”. Il volume di 618 pagine contiene il progetto dettagliato per concorrere assieme ad altre 3 città (Busan, Odessa e Riyadh) ed è stato redatto da un team di professori e professionisti internazionali quali Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, solo per citarne alcuni, che hanno collaborato con le Università romane e le Istituzioni locali e nazionali, sotto la guida dell’arch. Matteo Gatto già Chief architect e Direttore della Visitor experience di Expo Milano 2015. Il voto finale per l’aggiudicazione di Expo a cui parteciperanno i 170 Stati membri del BIE, sarà nel novembre 2023. I NUMERI DI EXPO ROMA 2030 50,6 miliardi Il valore complessivo ¾ punti di PIL 30 milioni Presenza stimate 11mila Le nuove aziende che verranno generate a Roma 300mila. I nuovi posti di lavoro 10 miliardi L’effetto economico diretto 18,2 miliardi L’effetto economico indiretto a breve 5,5 miliardi Gli investimenti esteri
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Dal 29 luglio i percorsi serali del Parco Archeologico
Posted by fidest press agency su domenica, 24 luglio 2022
Ercolano (Napoli) Al Parco Archeologico tornano anche quest’anno “I Venerdì di Ercolano”, i percorsi notturni di visite guidate, arricchiti di luci, proiezioni di immagini, oltre ai suggestivi “Tableaux Vivants”: un coinvolgente viaggio tra le meraviglie della città antica, realizzato grazie al Piano di Valorizzazione MIC 2022.L’edizione di quest’anno sarà dedicata al legno, materiale da costruzione e elemento di arredo testimoniato ad Ercolano da oggetti rari e unici al mondo, grazie ai quali appare con straordinaria chiarezza la vita quotidiana dell’epoca. Sono previste 8 aperture serali, a partire dal 29 luglio fino al 9 settembre. Apertura serale straordinaria anche il 24 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Per ogni serata ci saranno turni dalle ore 20.00 alle ore 22.30.I visitatori potranno ammirare nella suggestione notturna delle antiche vie illuminate, due cicli di proiezioni che mostreranno reperti, attualmente custoditi all’interno dei depositi del Parco, nella interpretazione fotografica di Luciano Pedicini e Luigi Spina. Poi il viaggio nel passato li porterà ad incontrare Dedalo, il mitico inventore della falegnameria, rappresentato poeticamente attraverso i Tableaux Vivants del gruppo artistico Teatri 35.Si attraverserà un percorso suggestivo tra i reperti lignei del Parco che si sviluppa in 9 tappe: da quella che un tempo era l’Antica Spiaggia, passando per la Casa dei Cervi, la sontuosa villa che guarda verso il mare, per poi ammirare la porta à coulisse dell’ala destra della Casa del Bicentenario e ancora un esempio di tipica casa di età romana come la Casa del Tramezzo di Legno. Un viaggio tra luci e immagini che calerà il visitatore nell’atmosfera dell’antica Herculaneum.“Grazie alle aperture serali di quest’anno, le esplorazioni notturne nella magica atmosfera del sito illuminato permetteranno ai visitatori di conoscere la straordinaria documentazione di manufatti lignei unica al mondo– dichiara il Direttore Francesco Sirano – Riproponiamo la commistione tra reale e virtuale immergendo i visitatori nei luoghi della città antica dove si trovano ancora oggi alcuni eccezionali oggetti di legno, permettendo loro di avvicinarsi appieno alla vita quotidiana e materiale del sito. Con il circuito serale Ercolano amplia l’offerta per rendere sempre di più la visita una concreta e piacevole esperienza di conoscenza sia per i turisti che per i residenti attraverso nuove chiavi di lettura dell’area archeologica”.Ospiti eccezionali della serata inaugurale, dopo la stampa, un folto gruppo di cittadini ercolanesi di Via Mare accolti dal direttore Francesco Sirano, il sindaco Ciro Bonajuto e Jane Thompson di HCP.
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Parco Archeologico di Pompei: Giornata nazionale del Paesaggio
Posted by fidest press agency su martedì, 15 marzo 2022
Il 14 marzo si celebra la Giornata nazionale del Paesaggio istituita dal Ministero della Cultura allo scopo di promuovere le risorse paesaggistiche attraverso attività di sensibilizzazione, educazione e conoscenza del paesaggio.Il Parco Archeologico di Pompei presenta in ANTEPRIMA per i visitatori, il nuovo Vivaio di Pompei, nel giardino della Casa di Pansa (VI, 6 1-12), che diventerà un centro di produzione per molte specie della Flora Pompeiana difficilmente reperibili in altri vivai, rarità botaniche, specie antiche coltivate secondo le tecniche in uso nell’antica Pompei.Gli scavi ottocenteschi, che liberarono la grande residenza affacciata su Via delle Terme, individuarono nel 1827 un grande giardino organizzato con lunghi letti di coltivazione di forma rettangolare. Nel settembre 1943 le bombe alleate colpirono il grande giardino e alla fine degli anni Cinquanta si avviarono i lavori di riordino con la formazione del primo vivaio per coltivare la Flora Pompeiana. Oggi il vivaio, dopo molti anni, viene riattivato e rigenerato con un progetto che, riadeguandolo ai mutamenti subiti in epoca contemporanea, rispetta sistematicamente ogni riferimento storico e archeologico.La visita in anteprima consentirà di conoscere le ollae pertusae, fedeli riproduzioni dei vasi a perdere che gli antichi utilizzavano per coltivare le piante, le legature di salice dei pali tutori per la collezione di rose antiche, la balaustra in canne di fiume realizzata con la tecnica attestata dai dati di scavo e dalle pitture di giardino, e tanto altro ancora che sarà illustrato durante la giornata dal Funzionario Paolo Mighetto e dal Giardiniere d’Arte di Pompei Maurizio Bartolini. Oltre 4000 nuovi alberi e arbusti a partire dal Bosco di Porta Anfiteatro.Un bosco in fase di realizzazione – ispirato al rapporto intrinseco tra natura e sacralità nell’antico Mediterraneo, che trovò espressione nei boschi sacri di antichissima memoria come quello di Nemi nel Lazio, ma anche nelle pitture pompeiane di “paesaggi sacri” dominati da grandi alberi – con circa 400 tra lecci, platani, tamerici, olmi, querce, collocati seguendo la sola regola della suggestione che il luogo ha offerto ai piantatori, con il lancio di ciottoli bianchi, picchettature con canne di fiume e legature di rafia a formare macchie e radure con cespugli di rose, corbezzoli a rappresentare l’immortalità, mirti, lentischi. http://www.pompeiisites.org
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Parco Arte Vivente presenta La Natura e la Preda
Posted by fidest press agency su giovedì, 3 marzo 2022
Torino 19 marzo – 29 maggio 2022 OPENING: 18 marzo 2022, ore 18.00 via Giordano Bruno 31 il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra collettiva La Natura e la Preda, che affronta il tema della memoria coloniale attraverso i lavori di Irene Coppola, Edoardo Manzoni, Daniele Marzorati e Alessandra Messali. Lontano dall’essere una condizione innata, indifferente alle circostanze, l’essere preda è un posizionamento che viene conferito in rapporto ad altri soggetti, l’oggetto della strategia mirata del predatore. Possiamo dire che qualcosa diventa preda – e quindi cacciabile – per effetto di un processo di distinzione, gerarchizzazione o esclusione da ordini condivisi.Per tracciare una teoria della preda è necessario pensare sia alle politiche della rappresentazione, sia ai modi in cui il potere costruisce le identità sociali attraverso la repressione. Rispetto ad altre strategie di conflitto, la caccia non è una lotta tra pari, ma prevede un disequilibrio originario dato dalla supremazia materiale del cacciatore. Confrontarsi oggi con la memoria coloniale, italiana e non solo, non significa avere a che fare soltanto con un passato dimenticato e rimosso: le forme di oppressione che pensavamo di aver lasciato ai tempi dello schiavismo o della piantagione, riemergono nelle riconfigurazioni neo-arcaiche spinte dalla potenza delle politiche economiche neoliberiste.Le scene di caccia, le trappole e i richiami per uccelli di Edoardo Manzoni riflettono sull’estetizzazione della violenza delle immagini prodotte in Africa durante il periodo coloniale. La rappresentazione della “bestia” domata e uccisa, esasperate al fine di rendere la battuta di caccia un’impresa eroica, è funzionale alla caccia grossa come strumento esotizzante, metafora dell’assoggettamento delle popolazioni. Il progetto di Daniele Marzorati, a sua volta, ripercorre alcune delle tracce fisiche del rimosso coloniale nel territorio italiano, una ricerca fotografica che attiva connessioni tra il potere normativo della storia ufficiale e oggetti apparentemente neutrali, guardando al legame tra fascismo, colonialismo e razzismo avvalendosi dei concetti di “razza” e “razzializzazione”, così come espressi da Mellino, ossia la gerarchizzazione attraverso l’ideologia della “razza”, che invisibilmente permane nella struttura sociale italiana. EMILIO SALGARI AND THE TIGER – A Story Written in Far Away Italy, Set in Guwahati 1870, di Alessandra Messali, è il risultato di una ricerca condotta dall’artista tra il 2013 e il 2016 nello stato indiano dell’Assam nell’ambito del Guwahati Research Program (Microclima). Com’è noto, il popolare scrittore Emilio Salgari non viaggiò mai al di fuori dall’Italia, pur avendo scritto più di 200 storie d’avventura ambientate in paesi “esotici”; tra questi, la città di Guwahati, territorio controllato dai colonialisti britannici. Il progetto è un esperimento nel quale le differenze tra testo e contesto riscontrare nei libri di Salgari vengono utilizzate come strumento per riflettere sulle logiche di rappresentazione culturale e in particolare su cosa significhi essere rappresentati. Irene Coppola, infine, presenta Habitat 08°N, realizzato lavorando a stretto contatto con la comunità indigena di Guna Yala (Panama), in collaborazione con l’architetto Vito Priolo: a partire dalla cultura materiale locale, viene costruito un codice di memoria in grado di raccontare la storia del territorio, datare insediamenti, mappare migrazioni e spostamenti.Nell’ambito della rassegna di Workshop con gli artisti, sabato 14 maggio Alessandra Messali condurrà il workshop pubblico dal titolo Tigre contro tigre nella giungla delle rappresentazioni.La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino. http://www.parcoartevivente.it
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Il Parco Archeologico di Ercolano potenzia il sistema di monitoraggio ambientale
Posted by fidest press agency su sabato, 16 gennaio 2021
Lo fa per affrontare con la consapevolezza dei dati la sfida della conservazione e della fruizione nel XXI secolo. Il progetto pilota si svolge nella Casa del Bicentenario dove, dopo 10 anni di rilevamenti effettuati nel monumento chiuso al pubblico, le indagini si allargano a studiare l’interazione con i visitatori mappando il percorso che seguono all’interno della casa e tenendo conto dei cicli delle stagioni. È stato implementato in questi giorni l’apparato di controllo della stazione metereologica all’interno del tablino della casa grazie ad ulteriori sensori per monitorare e valutare le condizioni climatiche interne ed esterne del sito di Ercolano. Il fine è di individuare possibili rischi alla salvaguardia delle superfici decorate, e preservarle assieme alle preziose superfici architettoniche, in previsione del ritorno dei visitatori in presenza all’interno del sito. I risultati del monitoraggio aiuteranno i restauratori e la Direzione del Parco a sviluppare e sperimentare strategie per il miglioramento delle condizioni ambientali in modo da attenuare lo sviluppo e gli eventuali ulteriori fenomeni di degrado, trovando applicazione in altri edifici e pitture murali del sito archeologico.Operativamente il monitoraggio è stato studiato in due fasi, una “breve” della durata di due mesi, nella quale oltre al rilevamento dei parametri termici e igrometrici verranno anche testati alcuni materiali di nuova generazione (film plastici, reti sintetiche con tramature differenti) per schermare l’ambiente interno dai raggi UV e ridurre lo scambio d’aria con l’esterno, in modo da minimizzare le fluttuazioni nell’ambiente del tablino. I materiali che risulteranno più idonei serviranno per il successivo “monitoraggio a lungo termine”, della durata di un anno. Per il monitoraggio provvisorio sono stati installati dei sensori al centro dell’ambiente del Tablino, nel corridoio laterale e in esterno, con una stazione installata nel giardino. Sul tetto della Domus è stata posizionata una stazione meteo. Il sistema di trasmissione dei dati acquisiti da questi quattro sensori, posti su piedistalli, per la consultazione degli stessi, avverrà “da remoto”, con appositi software forniti alla direzione del Parco.Il progetto è condotto congiuntamente dal Parco Archeologico di Ercolano, l’Herculaneum Conservation Project e il Getty Conservation Institut.
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A Milano nascerà un parco di aceri rossi dedicato alle vittime italiane del Covid 19
Posted by fidest press agency su domenica, 13 dicembre 2020
Lo ha stabilito il Consiglio comunale che ha approvato l’ordine del giorno che ho proposto insieme al collega Sollazzo” dichiara Andrea Mascaretti Capogruppo FdI Palazzo Marino “un progetto per non dimenticare coloro che abbiamo perso a causa di questa terribile pandemia. Un progetto che ha anche un grande valore per l’ambiente poiché verrà realizzato un nuovo parco con decine di migliaia di alberi che lasceremo in eredità alle future generazioni. Nel parco dedicato alle vittime del Covid saranno piantati aceri rossi in ricordo di ognuna delle vittime di tutta Italia e i vialetti saranno intitolati a medici, infermieri, operatori sanitari, ma anche tassisti e dipendenti comunali deceduti sul lavoro a causa della pandemia. Nel parco troverà posto anche una grande stele con l’incisione di tutti i nomi di coloro che il covid ci ha portato via. Milano avrà un parco dal forte valore simbolico e sarà, per quanto risulta, unico al mondo” – precisa Andrea Mascaretti -. “è un grande risultato del quale vado orgoglioso. Ringrazio l’intero Consiglio Comunale di Milano per averlo approvato”
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Parco Eolico Tuscania: ennesimo attacco al paesaggio!
Posted by fidest press agency su sabato, 22 agosto 2020
La migliore energia è quella che si risparmia. Soprattutto migliorando l’efficienza energetica delle residenze e dei grandi immobili ed evitando così di disseminare sul territorio italiano, già martoriato da tanti punti di vista, altre inutili cattedrali nel deserto come i parchi eolici. Questa è la ricetta che ci sentiamo di ripetere di fronte all’ennesimo attacco che si sta portando avanti nella Tuscia viterbese con un progetto relativo alla costruzione di un parco eolico costituito da 16 aereogeneratori nella campagna tra Tuscania e Arlena di Castro – spiegano Ebe Giacometti, Pre-sidente nazionale di Italia Nostra e Maria
Rita Fiasco, Presidente di Assotuscania – In generale, ci preme ricordare ai Ministri competenti che non si ottiene alcune elemento significativo né nel breve periodo e tantomeno nel lungo periodo, incentivando forme di sovrapproduzione energetica in cam-bio di danni al paesaggio e al territorio permanenti, soprattutto in aree delicatissime come quella in esame. Peraltro, tutte queste proposte presentano contributi pubblici che potrebbero invece essere utilizzati in altri ambiti, quali l’efficientamento energetico. Non sono soltanto le pale eoliche ad incidere negativamente sulla fauna e sul paesaggio ma anche tutte le infrastrutture di rete, allacci, strade utili al trasporto dei materiali, a rappresentare un vero e proprio problema permanente a danno dell’ambiente. Ci riserviamo di acquisire tutti gli elementi per produrre le nostre osservazioni ma, rimane radicata e forte in noi la convinzione che la miglior energia è quella che si risparmia e non quella che si produce con gli incentivi statali a danno del territorio.
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Visita al Parco di Ercolano
Posted by fidest press agency su venerdì, 3 gennaio 2020
Un lungo weekend aspetta i visitatori al Parco Archeologico di Ercolano. Si parte con domenica 5 gennaio con l’iniziativa ministeriale. Domenicalmuseo con l’apertura gratuita di siti museali e parchi archeologici; quando i visitatori potranno approfittare dell’ingresso gratuito per accedere al Parco archeologico. Nella stessa giornata sarà accessibile il percorso al Teatro Antico del Parco, sepolto dall’eruzione del 79 d.C., e restituito ai visitatori dopo circa 20 anni dalla sua chiusura. Il Teatro fu il primo monumento ad essere scoperto nei siti vesuviani colpiti dal cataclisma ed i visitatori potranno accedervi scendendo a più di 20 metri sotto il materiale eruttivo, per ammirare il percorso concepito come una vera e propria esplorazione; potranno avventurarsi in un luogo unico e suggestivo, in cui sono presenti, oltre ai resti dell’antico edificio, reperti, graffiti lasciati nei secoli dai visitatori, che alla luce delle fiaccole attraversarono nel XVIII e XIX secolo le gallerie e i pozzi creati per penetrare nelle viscere dell’antica Ercolano.I visitatori vengono forniti dal Parco Archeologico di Ercolano di caschetti, cuffia per capelli, mantelline e torce da utilizzare nel percorso. Si raccomanda l’uso di scarpe chiuse, basse, resistenti ed impermeabili e di indossare maglie o giacche comode, da indossare prima della visita, dato il considerevole sbalzo termico da affrontare durante il percorso.Al percorso si accede con un biglietto di 10 €, e particolarmente vantaggioso è il costo del biglietto per i ragazzi dai 18 ai 25 anni che potranno vivere l’esperienza con un biglietto di soli 2 €.Il lungo weekend termina con la giornata della Befana quando il Parco sarà regolarmente aperto al pubblico e anche in questo giorno si potrà approfittare per visitare la Mostra SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano, la preziosa collezione di circa 200 reperti, messaggeri di storia di antico artigianato e manifattura, oltre che dell’ulteriore valore acquisito per essere appartenuti agli abitanti dell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., e il Padiglione della Barca, che custodisce rari reperti che dimostrano lo stretto legame del sito di Ercolano al mare.In entrambe le giornate della domenica gratuita e del giorno della Befana i visitatori troveranno la gradita accoglienza della Proloco Hercvlanevm, che li accoglierà con bevande calde e dolci del territorio.Termina intanto con 558.962 visitatori il fruttuoso anno del Parco Archeologico facendo sfiorare l’incremento di turisti del 5% rispetto al 2018 e comunque un incremento del ben 25% dall’autonomia del Parco e la nuova gestione Sirano. Negli ultimi tre anni, ogni anno ha superato il precedente facendo registrare sempre i massimi assoluti nella storia del sito.Altro risultato raggiunto, grazie anche alla sinergia tra enti sul territorio, la cresciuta permanenza dei turisti sul territorio con un aumento dei tempi di permanenza passato da poche ore nel 2013 a 1,6 giorni nel 2019 e il raddoppio dei gestori delle strutture di accoglienza, giunte quasi a 200 (dati forniti dal Comune di Ercolano).
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La formazione delle guide del parco del Gran Paradiso
Posted by fidest press agency su lunedì, 25 novembre 2019
Torino Martedì 26 novembre alle 18 a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna il Parco Nazionale Gran Paradiso inaugurerà ufficialmente i corsi di formazione per le guide ufficiali ed esclusive e per gli operatori dei centri di informazione. I corsi si concluderanno alla fine di marzo, avranno alcune materie e alcuni docenti in comune e si svolgeranno a Torino, ad Aosta e in alcuni dei Comuni che fanno parte dell’area protetta.
A 18 anni di distanza dai primi corsi di formazione, è necessario rinnovare l’elenco delle guide ufficiali, configurandole maggiormente come figure di mediazione tra il Parco e il fruitore e come facilitatori della lettura del paesaggio naturale e interpreti della natura stessa. Le guide rappresentano verso l’esterno l’immagine del Parco e durante le 120 ore di formazione in aula, esercitazioni, attività pratiche e uscite sul territorio dovranno acquisire la capacità di comunicare senso di appartenenza e di valorizzare in ogni dettaglio il territorio tutelato, oltre a sapersi rapportare con l’utenza straniera. Saranno quindi caratterizzanti, oltre alle conoscenze sul Parco, le capacità di comunicazione, di empatia e di progettazione didattica per lo sviluppo di attività fortemente connesse con il tessuto economico delle valli del Parco.
Il corso per le guide del Parco si svolgerà in parallelo alla sessione formativa rivolta agli operatori dei centri di informazione, che parteciperanno a 100 ore di lezioni, con l’obiettivo di acquisire conoscenze e capacità professionali simili e complementari con quelle dei colleghi che operano sul territorio.I corsi contribuiscono a costruire interessanti opportunità di lavoro per i giovani delle vallate piemontesi e valdostane tutelate dal Parco e vanno incontro ad una domanda di formazione che negli ultimi anni su entrambi i versanti del Gran Paradiso non aveva ricevuto adeguate risposte.Nella giornata introduttiva saranno illustrati gli obiettivi e le modalità di svolgimento dei corsi, sarà consegnato il programma definitivo con i docenti e i contenuti delle lezioni, saranno comunicate le date delle uscite sul campo e fornite tutte le indicazioni per le attività, la strutturazione del colloquio finale e il progetto di lavoro futuro tra Parco, guide e operatori dei centri di informazione. Le lezioni teoriche si terranno prevalentemente nei giorni di martedì e giovedì in fascia preserale, mentre le attività pratiche e le escursioni sul territorio si terranno nei sabati di gennaio, febbraio e marzo. Durante il corso i tutor assegneranno, concordandolo con gli allievi, gli argomenti delle tesine che dovranno essere prodotte per piccoli gruppi e che saranno presentate al colloquio finale. È previsto il riconoscimento di crediti formativi per moduli già frequentati o in corso di frequenza in altri percorsi didattici o di aggiornamento. Al termine del corso è previsto un colloquio finale per il rilascio da parte del Parco di un attestato di frequenza con profitto, a seguito del quale i corsisti riceveranno il titolo di Guida ufficiale ed esclusiva o di operatore dei centri di informazione del Parco nazionale Gran Paradiso.
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Inaugurazione de Il Parco di Beverly Pepper
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 agosto 2019
Todi, piazza Pignattaria sabato 14 settembre 2019 alle ore 16.30, alla presenza dell’artista sarà inaugurato a Todi il Parco di Beverly Pepper, primo parco monotematico di scultura contemporanea in Umbria e il primo dell’artista nel mondo: un parco di 20 sculture donate dall’artista alla città di Todi,un percorso naturalistico-urbano a ingresso gratuito immerso nel verde tra le mura medievali della città, che collegherà il Tempio di Santa Maria della Consolazione con il centro storico.
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Inaugurazione del parco museo di Malga Zonta e base tuono
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 agosto 2019
La sede del Parco, con i suoi allestimenti interni, sarà inaugurata pubblicamente sabato 10 agosto, alle ore 11.00. Fin dai tempi più remoti l’area di Passo Coe, a Folgaria, è stata zona di frontiera. Le alture, i pascoli e le ampie foreste di abeti che caratterizzano la zona, sono stati luogo di aspre e secolari contese confinarie.
Hanno conosciuto i contenziosi tra la Repubblica di Venezia e il Principato vescovile. Qui sono avvenuti duri scontri di prima linea nel 1915-1916 culminati con la fase più violenta dell’Offensiva di primavera. Questi luoghi sono stati l’ambientazione di fatti legati alla Resistenza, contrassegnati dalla strage di Malga Zonta del 12 agosto 1944. Sempre qui, negli anni Sessanta e Settanta del scorso secolo, le vicende nucleari della Guerra Fredda si sono intrecciate con la presenza della Base missilistica di Malga Zonta – Monte Toraro, oggi testimoniata da Base Tuono, allestimento museale, nel suo genere unico in Europa.
Per riportare l’eccezionalità di un luogo qual è Passo Coe che a 1600 m di quota, in una pregiata cornice alpestre, sa raccontare secoli di storia, in particolare i grandi conflitti che hanno lacerato il Novecento, la Fondazione Museo storico del Trentino, la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Folgaria hanno avviato da due anni il progetto di un parco museo denominato Parco museo Malga Zonta – Base Tuono.
Ci si pone quindi l’obiettivo di raccontare il “Secolo breve”, soffermandosi sulle tappe principali di cui è stata teatro la zona di Passo Coe. Si tratta di presentare una ricostruzione storica avvincente e basata sulle fonti, che fornirà una ricostruzione equilibrata degli avvenimenti e di queste importanti pagine della nostra storia, attraverso un percorso caratterizzato da un allargamento dell’orizzonte temporale e da uno sguardo d’insieme. Tale progetto si è ora concretizzato con la realizzazione di un percorso espositivo, allestito nell’edificio che fu il Corpo di Guardia dell’ex base missilistica, a pochi metri da Base Tuono.
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Avvio dei cantieri didattici e della mappatura 3D del Parco
Posted by fidest press agency su martedì, 4 settembre 2018
Ercolano (Napoli) “Il Parco Archeologico di Ercolano – dichiara il Direttore Sirano – si conferma un laboratorio aperto, interdisciplinare, internazionale, attrattivo per le eccellenze mondiali nella formazione delle alte competenze nel settore del patrimonio culturale, una palestra di formazione per i futuri professionisti.”
Si prosegue così una strada che trova il suo primo avvio con la lungimirante attività di Amedeo Maiuri, un testimone raccolto da ultimo dalla lungimirante azione della Fondazione Packard il cui team dell’Herculaneum Conservation Project assicura al nuovo Parco autonomo uno straordinario partenariato pubblico-privato. Una lunga storia che nel tempo ha reso il Parco una realtà unica al mondo dove giovani talenti trovano un terreno di costante sperimentazione e crescita.
Settembre al Parco si apre infatti con un fermento l’attività di ricerca, tutela e conservazione del patrimonio culturale del Parco Archeologico di Ercolano con una serie di progetti che coinvolgono il Parco e prestigiose istituzioni di studio, ricerca e conservazione. Le attività di ricerca si apriranno al pubblico con un appuntamento settimanale che consentirà di seguire il “dietro-le-quinte” delle attività che si svolgono quotidianamente al Parco e consentono la vita e la conservazione per il futuro dell’immenso patrimonio archeologico di Ercolano. Presto on line il calendario degli appuntamenti.
Partono il 3 settembre, e si protrarranno fino al 5 ottobre, i cantieri didattici frutto della convenzione stipulata tra il Parco e l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro (ISCR), ente afferente al MIBAC, specializzato nel restauro di opere d’arte e del patrimonio dei beni culturali, che ospita nelle sedi di Roma e di Matera la Scuola di Alta Formazione (SAF) a cui compete il ruolo di formare i futuri restauratori con un approccio interdisciplinare fondato sulla ricerca e la sperimentazione. L’attività di ricerca scientifica congiunta si realizza appunto anche attraverso la formazione sul sito degli allievi della SAF iscritti al Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, quest’anno impegnati in cantieri didattici estivi all’interno del Parco Archeologico di Ercolano sotto la guida dei Direttori della scuola di Roma e Matera e del personale docente dell’ISCR in sinergia con il Direttore del Parco Archeologico di Ercolano e dello staff dell’ufficio tecnico e scientifico del Parco. Le attività hanno come oggetto lo studio e un primo intervento di messa in sicurezza dei mosaici pavimentali del triclinio (16) e di un cubicolo (18) della Casa del Colonnato Tuscanico sul Decumano Massimo, inserendosi in un progetto più ampio che prevede il restauro integrale della domus al fine di restituirla alla fruizione da parte del pubblico.
Dal 7 settembre e fino al 29 settembre il Parco di Ercolano sarà inoltre nell’occhio del mirino del laser 3D ad opera della Kurume University, il team giapponese applicherà la tecnologia aggiornata della scansione laser per completare una prima scansione già effettuata tra il 2015 e il 2016, includendo anche l’indagine di Villa dei Papiri. Scanner a lungo e corto raggio permetteranno di accendere un riflettore ulteriore sui preziosi mosaici della Casa del bel cortile e della Casa di Nettuno e Anfitrite e sulle pitture del sito, permettendo di ingrandire elementi specifici e visualizzarli sia in due che in tre dimensioni, consentendo così di scrutare un oggetto da vicino e in maggior dettaglio. La scansione laser fornisce inoltre informazioni riguardo la comprensione della composizione di un dipinto o un mosaico, oltre che di approfondire dimensioni precise di ambienti e muri.
Sempre a settembre continueranno gli studi multidisciplinari di ricostituzione dell’originario aspetto degli apparati decorativi della casa di Nettuno e Anfitrite da parte dell’Università di Toulouse nell’ambito del progetto Vesuvia.
Continuano a cura del Parco i restauro nella casa del Bicentenario, cui collabora anche il Getty Conservation Institute, e le importanti manutenzioni straordinarie su strutture e superfici decorate che riguarderanno, tra l’altro, anche il grande mosaico della casa dell’Albergo.
Domenica 2 settembre torna inoltre l’appuntamento con l’ingresso gratuito al Parco Archeologico di Ercolano, dove i volontari della proloco Hercvlanevm offriranno ai visitatori un gradevole cenno di accoglienza.
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Inaugurati 35mila mq del Parco di Tor Marancia
Posted by fidest press agency su venerdì, 8 giugno 2018
Roma Sarà il più grande parco di Roma, con i suoi circa 200 ettari. Oggi è stata inaugurata la prima parte del Parco di Tor Marancia, nell’VIII Municipio, che diventerà il polmone verde della Capitale. Dall’ingresso di viale Londra si accede a 35mila metri quadri circa di verde pubblico, tra aree gioco, panchine, viali, zone di sosta con sedute ombreggiate da pergole e piccoli campi sportivi, grazie a un progetto di recupero e valorizzazione ambientale dell’area inserita all’interno del Parco regionale dell’Appia Antica. Un fitto impianto arboreo ad assetto naturalistico delimita l’intero circuito dove è stato recuperato anche lo spazio della vecchia cisterna.La nuova area nasce grazie all’acquisizione da parte dell’Amministrazione dei terreni facenti parte del comprensorio Tor Marancia, attraverso il meccanismo delle compensazioni urbanistiche. L’intervento aveva visto un rallentamento a seguito di ritrovamenti archeologici da parte della Soprintendenza speciale dei Beni Archeologici, che ha poi richiesto una modifica al progetto approvata dall’Ente Parco dell’Appia Antica.Secondo la sindaca di Roma Virginia Raggi viene finalmente restituito ai cittadini un primo ma meraviglioso spazio, di cui essere orgogliosi. Un polmone verde che nel suo insieme diventerà il più grande della Capitale. Vanno quindi ringraziati tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo primo obiettivo perché solo così i cittadini possono sentirsi davvero parte di una comunità.L’assessora alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari ha aggiunto che vengono restituiti valore, dignità e bellezza a uno straordinario spazio verde. Un paesaggio agricolo, che diventa luogo ideale per trascorrere il proprio tempo libero e svolgere attività ricreative all’aria aperta. Un lavoro importante che ha voluto favorire il recupero ambientale delle risorse naturalistiche per puntare alla salvaguardia e alla tutela delle aree naturali.Per l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori Roma è una città unica al mondo per la sua capacità di far convivere il paesaggio con le aree urbanizzate, per il suo legame con il territorio e la sua storia, per la continuità dei suoi spazi verdi fino al centro storico. Rendere aree come quella di Tor Marancia accessibili – grazie alla costruzione dei suoi margini con aree attrezzate come quella che viene inaugurata oggi e con quelle che saranno inaugurate presto sul perimetro – è importante perché permette di avvicinare luoghi fino ad oggi distanti: in questo contesto natura e spazi urbani possono finalmente trovare una nuova unità.
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Il Parco stringe la collaborazione con il Tarì per la mostra sugli ornamenti
Posted by fidest press agency su martedì, 15 Maggio 2018
Ercolano (Napoli) Si prefigura un autunno di grandi mostre al Parco Archeologico di Ercolano, un gran pienone di esposizioni che coinvolgerà l’intero territorio. Il sito archeologico esce dai propri confini per portare in mostra nel territorio arredamenti lignei, gli unici al mondo conservati, nella mostra “L’ebanistica e l’arte dell’arredo ligneo”; fiore all’occhiello dell’autunno ercolanese sarà inoltre il riallestimento dell’Antiquarium che diventerà, con la mostra “Il lusso negli ornamenti personali ad Ercolano”, custode di gioielli in oro, pietre dure, ambra e paste vitree, gemme e monili di osso intagliato, gli stessi che indossarono i cittadini dell’antica città, realizzati nelle officine di prima età imperiale, preziosa testimonianza dello status sociale degli abitanti e delle relazioni economiche e culturali della città nel comprensorio territoriale campano e nella più ampia prospettiva del commercio delle città romane.
Giorni fa si è tenuto al Parco l’evento “il Tarì. Mondo Prezioso al Parco Archeologico di Ercolano”, alla presenza di un gruppo di orefici direttamente dalla manifestazione “Mondoprezioso – il salone della gioielleria italiana”, http://mondoprezioso.tari.it/, organizzata dal Tarì. L’evento è stato reso possibile grazie a una sponsorizzazione del Tarì, centro d’arte e tradizione orafa con cui il Direttore Sirano ha avviato una collaborazione in vista della realizzazione della mostra sugli ornamenti. Il sopralluogo per visionare spazi e ambienti che ospiteranno i preziosi, ma anche una visita al Parco Archeologico che ha permesso di entrare nel vero spirito dell’antica città.
Attraverso questa interazione tra mondo antico e mondo contemporaneo la selezione degli oggetti che verranno esposti offrirà un’ampia opportunità di fruizione ai visitatori, che potranno giovarsi anche di una piena immersione nel panorama della produzione artigianale odierna di monili, grazie all’organizzazione dei laboratori che verranno allestiti all’interno degli spazi espositivi al fine di connettere in una forma creativa, vitale, e non solo virtuale il Passato al Presente.
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Roma: Comunità ebraica: offensivo intitolare parco ad Arafat
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 agosto 2017
Roma. Dedicare un parco a Yasser Arafat sarebbe “una scelta offensiva e antistorica proprio nel momento in cui l’Europa è vittima di una serie di attentati terroristici di matrice islamista“. A sostenerlo è il presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello in una lettera aperta indirizzata alla Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nella missiva si sostiene, infatti, che proprio Arafat “del terrorismo odierno è stato il precursore, se non l’ideatore, e il premio Nobel per la Pace da lui ricevuto non è altro che il primo dei tanti premi Nobel assegnati con dubbio merito‘. Lo stesso leader palestinese, si ricorda, fu “il mandante morale dell’attentato antisemita alla Sinagoga del 9 ottobre 1982 in cui morì il piccolo Stefano Gay Tachè“. Anche per questo la scelta di dedicare a Arafat un parco “è inaccettabile, perché ricorda con merito colui che dovrebbe essere ricordato con disonore”, si legge nella lettera alla Raggi alla quale si chiede di scegliere se “ricordare i terroristi o le sue vittime“.
“Le chiediamo pertanto – si conclude – di non procedere con quella stessa delibera che vede l’intitolazione di una piazza al Rabbino Capo Emerito Elio Toaff. Vedere associato, nello stesso documento, il suo nome a Arafat è un’offesa alla sua memoria che non vogliamo tollerare”. (by Emanuel Baroz) (Fonte: askanews, 7 Giugno 2017)
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“Note per il Parco del Matusa”
Posted by fidest press agency su martedì, 4 luglio 2017
Frosinone giovedì 6 luglio alle 18.15, si terrà “Note per il Parco del Matusa”, fortemente voluto dal sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, per suggellare, mediante un evento dal forte significato simbolico, la transizione della gloriosa struttura di piazza Caduti di via Fani, da storica “casa” dei Canarini a polmone verde nel centro cittadino, attraverso un progetto realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Il concerto vedrà l’esibizione di Maurizio Turriziani (al contrabbasso) ed Erika Astolfi (al piano). Le note, eseguite dai due celebri musicisti sottolineeranno, da un lato, i fasti e le emozioni di una fase sportiva durata circa 70 anni, impressa nella memoria della città grazie alle gesta della squadra di calcio giallazzurra. Dall’altro, suggelleranno l’inizio di una nuova vita per un’opera che, nei prossimi mesi, all’interno di due ettari di parco, ospiterà percorsi pedonali e ciclabili, servizi e parcheggi, eventi culturali e, naturalmente, concerti, diventando così un punto di riferimento imprescindibile per la socializzazione delle famiglie all’aria aperta, in un contesto di grande integrazione ambientale.
L’evento di giovedì mostrerà anche, visivamente, il passaggio dalla “vecchia” destinazione d’uso a quella definitiva per il Matusa: il pubblico presente assisterà all’evento dalla gradinata centrale (con ingresso dal lato piazza Caduti di via Fani), seduto all’interno di un anfiteatro, a distanza di pochi metri dai punti in cui i lavori di smantellamento dello stadio sono già stati avviati. Andando con lo sguardo verso la Curva Nord, dunque, gli spettatori avranno la prova visiva di come la struttura e lo spazio delle gradinate stiano diminuendo, quotidianamente, a beneficio del verde, che gradualmente si sta riappropriando dell’area. Fino a quando, a opera terminata, la natura non costituirà l’elemento distintivo di quello che sarà il più grande parco urbano realizzato nell’Italia centrale dal dopoguerra a oggi.
Interverranno, in occasione di “Note per il Parco del Matusa” , il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, e il Presidente del Frosinone Calcio, Maurizio Stirpe, che procederanno al passaggio simbolico dalla destinazione sportiva a quella verde, e del recupero ambientale, del Parco Matusa. L’accesso all’evento è gratuito ed è esteso a tutti.
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Principio di incendio a Villa Ada spento dai frequentatori del parco
Posted by fidest press agency su martedì, 27 giugno 2017
Roma. Venerdì sera un principio di incendio (sicuramente di origine dolosa) sprigionatosi accanto a delle panchine in un boschetto non lontano da uno degli ingressi di Villa Ada sulla via Salaria ha rischiato di mandare in fumo il parco, considerato anche il facile innesco offerto dalla vegetazione completamente secca. Solo il pronto intervento di alcuni frequentatori del parco – dopo un vano tentativo di allertare il Servizio Giardini – ha permesso di evitare il peggio.L’episodio ripropone il gravissimo rischio roghi al quale sono esposti i parchi e le ville storiche romane, in assenza di adeguata sorveglianza antincendi e considerato il periodo di siccità estrema che richiederebbe invece un doveroso e tempestivo intervento straordinario di annaffiamento degli alberi per evitare una moria generalizzata con danni irreparabili al patrimonio arboreo urbano e alla sua preziosa funzione ecologica. Per questo ci appelliamo nuovamente alla sindaca Raggi e all’assessora all’Ambiente Montanari.
Purtroppo, al contrario degli auspicati interventi di salvaguardia del verde, abbiamo appreso in questi giorni dell’improvvida conferma della location di Villa Ada (laghetto in via di Ponte Salario) nell’ambito degli eventi dell’Estate Romana, con un impatto che abbiamo più volte segnalato come insostenibile e devastante. Siamo curiosi di sapere come sia stato possibile concedere per l’ennesima volta le deroghe ambientali in un’area plurivincolata, deroghe previste solo per singoli eventi e non per kermesse della durata di mesi. Su questo il Campidoglio è già stato diffidato con un esposto formale e lo aspettiamo al varco. (n.r. Questo incendio sventato sul nascere mette muovamente a nudo le carenze dei servizi municipali e la loro ridotta capacità d’intervento che in questi casi doveva essere approntato in tempi brevissimi. Tutto cià accade anche per altre disfunzioni: trasporti, sicurezza, rifiuti ecc. E’ la ragione per quale abbiamo più volte insistito sulla necessità che i cittadini siano messi in grado di avere “un interlocutore valido” nel senso d’essere capace di disporre interventi d’urgenza in tempo reale appena giunge la segnalazione. Abbiamo anche indicato il modo come ridurne i costi avvalendosi di “osservatori” volontari.)
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Roma: Parco di Villa Massimo tra abbandono e degrado
Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2017
“Villa Massimo, una delle ville suburbane più importanti della città collocata in zona piazza Bologna, oggi purtroppo in gran parte scomparsa a causa dell’urbanizzazione selvaggia avvenuta nella prima metà del Novecento, si manifesta ormai soltanto con tre aree che sono rimaste a testimoniare il suo aspetto originario, vedi il Parco dell’Accademia di Germania, il Casino e la Pineta pubblica di Villa Massimo. E proprio della Pineta, di proprietà comunale, ci stiamo interessando da tempo su sollecitazione di centinaia di residenti e cittadini, stanchi dello stato di abbandono in cui versa ormai da troppo tempo, visto che è chiusa da oltre quattro anni. Abbiamo a tale riguardo presentato un’interrogazione e un accesso agli atti, per cercare di far luce sulle motivazioni che hanno causato lo stato di degrado sempre più crescente, e oggi su nostra richiesta si è riunita la Commissione capitolina Controllo e Garanzia, per analizzare e cercare soluzioni sulla situazione di decadimento in cui versa l’area in questione. Sebbene la Pineta sia vincolata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, come dimostra un decreto del 1927, vista la sua bellezza naturale non comune, questa area a causa di una convenzione stipulata nel 2001 tra l’Amministrazione capitolina e due concessionari successivamente diventato uno, per la realizzazione di un punto verde per l’infanzia, ha visto iniziare tutte le sue problematiche a causa di vincoli non rispettati e controlli non fatti, che hanno evidenziato numerose anomalie che hanno portato a procedimenti annullati e ricorsi di diversa natura. Ciò che chiediamo a gran voce è che, nel rispetto delle regole, si proceda quanto prima alla riapertura alla cittadinanza dell’intera area o almeno di gran parte di essa con conseguente pulizia e manutenzione della Pineta, e che paghi chi ha sbagliato in questa vicenda dato che per molto tempo ha privato i cittadini, specie i bambini, di poter fruire dell’area verde”. Lo dichiara Francesco Figliomeni, consigliere capitolino di Fratelli d’Italia.
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