“È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso decreto di riparto dei fondi per lo sviluppo e il sostegno delle filiere della pesca e dell’acquacoltura, a cui sono destinati 20 milioni di euro. Un risultato importante che si poggia sulle risorse che abbiamo inserito nell’ultima Legge di Bilancio per aiutare uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia a causa della chiusura del canale Ho.re.ca che, con ristoranti e mense, rappresenta il principale mercato per il pesce fresco nazionale”. Ad annunciarlo è il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura e primo firmatario della proposta di legge di riforma del settore ittico in attesa di approvazione definitiva al Senato.“La gran parte delle risorse, pari a 15 milioni di euro – prosegue – è assegnata alla pesca marittima con i contributi alle imprese armatrici che saranno riconosciuti in funzione della stazza delle imbarcazioni. All’acquacoltura vanno 3,5 milioni di euro: da un minimo di 5.000 euro per le microimprese a cui è assegnato l’85% dei fondi a un massimo di 20.000 euro (5% del totale)”.“Infine, 1,5 milioni di euro sono dedicati alla pesca nelle acque interne: 993mila euro in Veneto, 143mila in Sardegna, 104mila in Lombardia, 75mila in Puglia, 70mila in Emilia-Romagna e il resto suddiviso tra le altre regioni” conclude.
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Fondo per le filiere della pesca e dell’acquacoltura
Posted by fidest press agency su martedì, 21 settembre 2021
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Ristori per zootecnia e pesca
Posted by fidest press agency su venerdì, 6 agosto 2021
“La Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’intesa sui due decreti attuativi che assegnano le risorse previste dall’ultima Legge di Bilancio come ristori alle filiere zootecniche, della pesca e dell’acquacoltura. Si tratta di 114 milioni di euro che vengono così assegnati ai comparti che maggiormente hanno patito le conseguenze economiche causate dalle restrizioni legate alla pandemia Covid-19”. A dichiararlo è la deputata Maria Marzana, esponente M5S in commissione Agricoltura.“Al settore della pesca sono assegnati 15 milioni di euro – aggiunge -. Il contributo alle imprese armatrici è riconosciuto in funzione della stazza delle imbarcazioni. All’acquacoltura vanno 3,5 milioni: da un minimo di 5.000 euro per le microimprese a cui è assegnato l’85% delle risorse a un massimo di 20.000 euro (5% del totale). Infine 1,5 milioni di euro per la pesca in acque interne: 993mila euro in Veneto, 143mila in Sardegna, 104mila in Lombardia, 75mila in Puglia, 70mila in Emilia-Romagna e il resto suddiviso tra le altre regioni”. “Alle filiere zootecniche sono assegnati, invece, 94 milioni di euro di cui 7,4 per nuove domande, 17 milioni al suinicolo, 2 milioni per il cunicolo, 43 milioni per la carne bovina suddivisi per tre classificazioni, 7,7 milioni per l’ovicaprino, 0,3 per la filiera caprina e 24 milioni di euro per l’allevamento delle vacche da latte” conclude.
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Pesca contributi comunitari e rilancio settore
Posted by fidest press agency su sabato, 31 luglio 2021
“Il Ministero delle Politiche agricole è pronto a supportare le Regioni, avviando un confronto che possa evitare il disimpegno delle risorse comunitarie per lo sviluppo del settore ittico. Entro fine anno, infatti, è necessario raggiungere il target di spesa, certificando ulteriori 47 milioni di euro. A maggio scorso, lo stato di avanzamento operativo del Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura (Feamp) era pari a 345,5 milioni di euro, circa il 64% della dotazione totale del programma operativo”. Lo dichiara il deputato Dedalo Pignatone (M5S) a margine del question time di oggi in commissione Agricoltura a Montecitorio.“Ci auguriamo – aggiunge – che il sottosegretario Francesco Battistoni, che detiene la delega, convochi subito a settembre un tavolo di confronto con le amministrazioni locali per poter trovare un accordo a beneficio dell’intera pesca italiana. Ad oggi, in termini di impegni sulla dotazione del programma operativo, le Regioni che mostrano un minore avanzamento rispetto alla media sono Lombardia (21%), Molise (30%), Puglia (34%), Calabria (44%) e Veneto (45%)”.”Monitoreremo la situazione affinché si possa giungere a una redistribuzione delle risorse non impegnate, con il duplice intendo di non disperderle e di creare sviluppo nel settore. Soprattutto in questo momento di crisi pandemica, è fondamentale non dilapidare i fondi a disposizione” conclude.
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Pesca e tutele
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 luglio 2021
“Avviare una sperimentazione per individuare misure alternative alla riduzione dello sforzo di pesca attuata attraverso la limitazione delle giornate di lavoro. È questo l’obiettivo del mio ordine del giorno che impegna il Governo, in particolare, ad avviare un progetto scientifico, su scala locale e con il diretto coinvolgimento degli operatori della pesca, di sperimentazione di un Totale Ammissibile di Cattura (TAC) per alcune specie demersali, al fine di verificarne la fattibilità operativa, gli effetti sulla risorsa ittica nonché le ricadute socio-economiche per il comparto ittico”. Lo dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura e primo firmatario dell’ordine del giorno, in sede di conversione del decreto Sostegni-bis, accolto dal Governo. “La Politica Comune della Pesca – aggiunge – mira alla tutela delle risorse ittiche attraverso una gestione sostenibile delle attività. Ciò nel mar Mediterraneo occidentale ha fatto sì che la pesca a strascico si riducesse di circa il 20%, oltre all’istituzione di zone protette e alla selettività degli attrezzi da pesca. Tuttavia, la progressiva riduzione delle giornate di pesca incide pesantemente sul comparto ittico in termini di produttività, costi di gestione e sostenibilità dei mercati. Per questo, è importante iniziare a ipotizzare soluzioni differenti dalla semplice riduzione delle giornate di pesca. Seguiremo l’iter ministeriale della nostra proposta che, ci auguriamo, troverà sponda attiva tra le associazioni dei pescatori” conclude.
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Europa: 6,1 miliardi di euro per la pesca sostenibile e per sostenere i pescatori
Posted by fidest press agency su sabato, 10 luglio 2021
Il nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) incoraggia i Paesi UE a investire per rendere i settori della pesca e dell’acquacoltura più competitivi e per sviluppare un’economia blu sostenibile, nuovi mercati e tecnologie, oltre a proteggere e ripristinare la biodiversità. Almeno il 15% degli stanziamenti nazionali dovrà essere speso in azioni per favorire il controllo della pesca e la raccolta di dati per contrastare la pesca illegale e non regolamentata.Su richiesta del Parlamento, gli Stati membri dovranno prendere in considerazione le esigenze della piccola pesca costiera e precisare le misure che intendono adottare per aiutarla a svilupparsi.Inoltre, il Fondo continuerà a compensare i costi aggiuntivi che queste regioni affrontano a causa della loro posizione remota. Per portare i più giovani nelle comunità di pescatori, dove l’età media supera i 50 anni, il nuovo FEAMPA può finanziare la prima imbarcazione o la proprietà parziale (di almeno il 33%) per i pescatori che, alla data di presentazione della domanda di sostegno, non superino i 40 anni e che abbiano lavorato per almeno cinque anni come pescatori (o acquisito un’adeguata formazione).Le azioni nell’ambito del FEAMPA non comportano un aumento della capacità di pesca, a meno che ciò non derivi direttamente da un aumento della stazza lorda di un peschereccio, necessario per migliorarne la sicurezza, le condizioni di lavoro o l’efficienza energetica.
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Controversia Libia-Italia in materia di zone di protezione della pesca
Posted by fidest press agency su domenica, 4 luglio 2021
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Indennità una tantum per lavoratori agricoli e della pesca
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 luglio 2021
“Come comunicato ufficialmente sul sito dell’Inps, braccianti agricoli e pescatori possono presentare domanda per l’indennità Covid-19, che abbiamo fortemente voluto fosse inserita all’interno del Decreto Sostegni Bis. Ringraziamo il ministro Stefano Patuanelli per aver ascoltato le nostre sollecitazioni, che hanno fatto eco alle istanze dei sindacati di categoria, prevedendo uno stanziamento di oltre 450 milioni di euro. Ora i lavoratori hanno tempo sino al 30 settembre prossimo per fare richiesta”. Lo dichiara la deputata Anna Bilotti, esponente M5S in commissione Agricoltura a seguito della pubblicazione sul sito dell’Inps delle procedure operative.“A tutti gli operai agricoli a tempo determinato che nel 2020 abbiano svolto almeno 50 giornate di lavoro – prosegue – sarà riconosciuto un bonus una tantum di 800 euro. Un aiuto esteso, come da noi fortemente richiesto, anche a favore dei pescatori autonomi, compresi i soci di cooperative, che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari a cui spetterà una indennità una tantum pari a 950 euro”.“Braccianti agricoli e pescatori sono tra le categorie che hanno eroicamente continuato a lavorare durante il lockdown, nonostante i leciti timori di contrarre il Covid-19, e garantendo l’approvvigionamento di cibo di qualità sulle tavole di tutti gli italiani ma che, a causa delle chiusure imposte al canale Ho.re.ca, hanno comunque subito una flessione delle giornate lavorative. Era, dunque, importante dimostrare vicinanza e attenzione a dei lavoratori che operano in situazioni delicate e difficili, come dimostrano i tristi fatti di cronaca di questi giorni” conclude.
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Sostegno ai lavoratori adibiti alla pesca
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 giugno 2021
“I pescatori italiani potranno presto presentare domanda per accedere ai 31,1 milioni di euro stanziati nella scorsa Legge di Bilancio. È giunto, infatti, a conclusione il lavoro di interlocuzione tra Inps e Ministero del Lavoro e verrà presto emanata una disposizione per l’avvio della raccolta delle domande, che si concluderà a fine settembre”. Ad annunciarlo è il deputato Filippo Gallinella (M5S), Presidente della commissione Agricoltura, promotore della misura di sostegno al reddito in favore dei lavoratori adibiti alla pesca che abbiano subito una sospensione o una riduzione dell’attività lavorativa, o una riduzione del reddito, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Un aiuto che potrà essere riconosciuto per una durata massima di 90 giorni, nel periodo tra il 1° gennaio e il prossimo 30 giugno.“Mi auguro che accanto a questo sostegno per il periodo emergenziale Covid – prosegue Gallinella (M5S) – si aggiungano presto ammortizzatori sociali stabili e duraturi per i lavoratori della pesca. Una proposta che approderà nei prossimi giorni in Aula a Montecitorio, contenuta nella proposta di legge del collega Giuseppe L’Abbate (M5S) e su cui sono al lavoro i ministri Patuanelli e Orlando affinché si giunga ad una soluzione della situazione previdenziale dei pescatori italiani”.
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Pesca UE: videosorveglianza su navi “a rischio” per contrastare le infrazioni
Posted by fidest press agency su sabato, 13 marzo 2021
Il PE ha adottato la propria posizione negoziale sul nuovo sistema di controllo della pesca, che modificherà le norme sulle attività UE di pesca in vigore dal 2010. Con 401 voti favorevoli, 247 contrari e 47 astensioni, i deputati hanno approvato, mercoledì, l’utilizzo di nuove tecnologie per migliorare l’applicazione delle regole sulla pesca, la sicurezza e la trasparenza. Inoltre, hanno introdotto misure per consentire ai consumatori di sapere quando, dove e come vengono pescati i prodotti che acquistano.
L’uso di telecamere a bordo (CCTV) per effettuare controlli sugli obblighi di sbarco delle specie soggette a limiti di cattura dovrebbe essere obbligatorio secondo una “percentuale minima” di navi lunghe almeno 12 metri che sono identificate come “a grave rischio di non conformità”. L’attrezzatura di sorveglianza sarà imposta anche come sanzione di accompagnamento per tutte le navi che commettono due o più infrazioni gravi. Ai pescherecci che sono disposti ad adottare la CCTV su base volontaria dovrebbero essere offerti incentivi come l’assegnazione di quote aggiuntive o la rimozione dei punti di infrazione.I deputati appoggiano inoltre la proposta di armonizzare le sanzioni e chiedono la creazione di un “registro dell’Unione Europea” sulle infrazioni, per centralizzare le informazioni di tutti i Paesi UEi, e di un “apposito sistema sanzionatorio in caso di inottemperanza” per le infrazioni commesse da chi svolga pesca ricreativa.In linea con la strategia UE “Farm-to-Fork” (dal produttore al consumatore), il PE chiede che l’origine dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura sia tracciabile lungo tutta la catena alimentare, compresi i prodotti lavorati e importati. Devono essere resi disponibili i dati sulle specie di pesce, il luogo, la data e l’ora in cui è stato pescato e il tipo di attrezzatura utilizzata.In linea con la strategia UE per ridurre i rifiuti marini, il PE concorda che tutte le navi dovrebbero essere obbligate a informare le autorità nazionali in caso di perdita degli attrezzi da pesca ed essere in possesso a bordo delle attrezzature necessarie per poterli recuperare.Come misura necessaria per migliorare la sicurezza marittima, tutte le navi dovrebbero essere dotate di un dispositivo di geolocalizzazione che permetta loro di essere localizzate e identificate automaticamente.Infine, il Parlamento propone di aumentare il margine di errore accettato (margine di tolleranza) relativo al peso di alcune specie stimato a bordo dai pescatori a bordo.
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Ue: PescAgri, riduzione giornate in mare
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 dicembre 2020
Porre un veto al Consiglio Ue Agrifish, per contrastare la proposta di Bruxelles di riduzione del 15% le giornate di pesca nel Mediterraneo occidentale, che potrebbe essere estesa anche all’Adriatico. E’ questo l’appello dell’Associazione PescAgri al Governo e alla ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, per evitare di dare un colpo mortale alla filiera ittica, già in forte sofferenza per le pesanti ripercussioni della crisi pandemica. Secondo il presidente PescAgri, Antonino Algozino: “Il Covid non ha risparmiato il settore ittico nazionale e in particolare quello delle marinerie, che operano quasi esclusivamente nel Mediterraneo. Si è registrato un calo del fatturato del 40% rispetto al 2019, con la chiusura di importanti segmenti di mercato, come il canale Ho.Re.Ca., che ha portato a un surplus di prodotto e al crollo dei prezzi, oltre a una generale contrazione dei consumi pro capite, aggravata dall’incertezza delle imminenti festività natalizie”. A queste difficoltà si aggiungono le problematiche derivanti dalla gestione delle acque territoriali ed internazionali, dall’applicazione dei piani di gestione per lo sforzo di pesca e dei regolamenti emanati o da emanare in seno alla Commissione Ue, che ora prevedono un’ulteriore diminuzione delle giornate di pesca per l’anno 2021. Questo piano europeo, secondo Algozino, “metterebbe seriamente a rischio migliaia di imbarcazioni dei nostri pescatori, impossibilitati a raggiungere la sostenibilità economica necessaria a proseguire l’attività”.L’Associazione PescAgri mostra, dunque, solidarietà e vicinanza al comparto in difficoltà e auspica che le nostre istituzioni mettano in moto un’intensa attività di mediazione con la Commissione Ue a difesa del settore ittico, per riequilibrare le risorse alieutiche del Mediterraneo, in modo che i piani di gestione possano essere frutto di una condivisione tra operatori del settore, Stati membri e Paesi extraeuropei. Senza dimenticare il ruolo strategico dell’Italia nelle scelte politiche da attuarsi sul Mare Nostrum nel prossimo futuro con la programmazione del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP 2021-2027). “Auguriamo, infine, -conclude Algozino- una rapida risoluzione delle azioni diplomatiche per la liberazione dei pescatori italiani sequestrati in Libia, affinché possano ricongiungersi con le rispettive famiglie prima di Natale”.
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Sblocco fondo pesca FEAMP
Posted by fidest press agency su martedì, 18 agosto 2020
Dopo i 20 milioni di euro previsti dal decreto Cura Italia e il provvedimento che stanzia 950 euro di ristoro per i pescatori, giunge finalmente in Conferenza Stato-Regioni l’accordo sul decreto che autorizza a ridefinire, nei limiti delle rispettive assegnazioni finanziarie del FEAMP (il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca), la redistribuzione delle risorse da attivare per far fronte ai danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza da Covid-19 e per assicurare la continuità aziendale degli operatori della pesca.”L’obiettivo è quello di favorire il massimo utilizzo possibile delle relative misure da parte dell’autorità di gestione, degli organismi intermedi e dei gruppi di azione locale nel settore della pesca (FLAG) – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, che ha preso parte alla seduta della Conferenza Stato-Regioni – L’accordo prevede, ferme le percentuali tra Stato (33%) e Regioni e Province autonome (67%), la ripartizione delle risorse finanziarie di quota comunitaria del PO Feamp tra Autorità di Gestione 123,8 milioni di euro a cui si sommano 17,7 milioni di assistenza tecnica e Organismi Intermedi 274,4 milioni di euro a cui si aggiungono 14,5 di assistenza tecnica. Mentre per altre tre misure autonome, all’Autorità di Gestione vengono destinati 107 milioni di euro circa”.Viene, dunque, esteso il sostegno finanziario al fermo pesca, in mare e nelle acque interne, per il periodo dal 1° febbraio al 31 dicembre 2020 causato dal Covid-19, l’ambito di applicazione dei Fondi di mutualizzazione e le assicurazioni degli stock acquicoli, la concessione di capitale circolante e compensazioni agli acquacoltori per la sospensione temporanea o la riduzione della produzione/vendite ovvero per i costi supplementari di magazzinaggio. Inoltre, si prevede l’innalzamento della quota di intervento del FEAMP per l’attuazione dei Piani di produzione e di commercializzazione delle Organizzazioni di Produttori dal 3% al 12% del valore medio annuo della produzione commercializzata dalla singola Organizzazione nel corso dei tre anni precedenti nonché l’estensione del sostegno finanziario fino a fine anno per aiuti al magazzinaggio delle Organizzazioni di Produttori impegnati in attività di stoccaggio di prodotti della pesca o prodotti acquicoli. Infine, si estende il sostegno FEAMP per la concessione di capitale circolante o per compensazioni.
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La nuova indagine di Essere Animali documenta la pesca con l’arpione
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 agosto 2020
E’ un metodo utilizzato per cacciare i pesce spada e con cui vengono riforniti di pesce fresco ristoranti e pescherie del sud Italia. L’investigatore dell’organizzazione ha filmato tutte le fasi della cattura di un pesce spada nelle acque dello Stretto di Messina, la principale zona dove si effettua questo tipo di pesca.La pesca con l’arpione è un metodo di pesca considerato più sostenibile della pesca industriale in quanto non causa catture accidentali di specie non desiderate. L’arpione infatti viene lanciato contro un pesce tenuto sotto controllo visivo dal pescatore che riveste il ruolo di arpionatore ed è posizionato sulla passerella delle feluche, le tipiche imbarcazioni adibite a questo tipo di pesca. La barca si muove nella direzione indicata dagli avvistatori, i quali sono posizionati su una torretta e dall’alto osservano il transito dei pesci.Il pesce spada è la quinta specie di pesce più consumata in Italia (dati 2017 Eumofa), con il 5,7% rispetto al totale del pesce consumato nel nostro paese. La pesca con l’arpione è solo uno dei metodi utilizzati e principalmente viene effettuata proprio nello Stretto di Messina, dove i pesce spada transitano in estate per raggiungere acque più fresche. Ed è in questo periodo che le feluche effettuano le loro battute in mare, arrivando a pescare anche dieci pesce spada al giorno, venduti poi a pescherie e ristoranti.Nel 2017 nel nostro paese sono state pescate 2.625 tonnellate di pesce spada. Il 16% proviene da attività di piccola pesca, prevalentemente effettuata proprio con l’arpione sul litorale siculo, dove si concentrano il 70% delle catture. La carne di pesce spada destinata ad altri canali, come quello della grande distribuzione organizzata, viene invece cacciata tramite palangari, attrezzi da pesca costituiti da una lunga lenza che permette il posizionamento di centinaia di ami, con cui sono stati catturati il 57% del totale dei pesci spada pescati. L’Italia è anche uno dei mercati di destinazione più importanti per il pesce spada nell’UE, il nostro paese importa 21.741 tonnellate soprattutto da Spagna, Portogallo e Cina. Montuschi Simone – Presidente Essere Animali
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Nasce PescAgri, l’associazione di Cia per tutelare pesca e acquacoltura
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 agosto 2020
Nasce PescAgri, l’Associazione Pescatori Italiani promossa da Cia per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione di pesca e acquacoltura in ogni sua accezione professionale e territoriale.Presidente della nuova struttura, che va ad ampliare gli ambiti di rappresentanza di Cia-Agricoltori Italiani, è Antonino Algozino, 45 anni, una laurea in Medicina Veterinaria e un impianto all’avanguardia di acquacoltura biologica in acque dolci per l’allevamento di trote, storioni e pesci ornamentali in Sicilia, provincia di Enna. “Sarà un’associazione aperta a tutti -ha detto Algozino- per dare voce alle istanze del settore, anche nel dialogo con le istituzioni. Vogliamo partire dal territorio, mettere in campo azioni concrete, integrare sempre di più le attività delle aziende di pesca e acquacoltura con la gestione del demanio marittimo, fluviale e lacustre, in modo sostenibile e innovativo, puntando anche su aspetti più attrattivi per i consumatori come l’ittiturismo e la pesca sportiva”.Obiettivo prioritario di PescAgri, secondo lo Statuto, è favorire l’inserimento del settore agroittico nel circuito economico nazionale e internazionale, attivando gli strumenti idonei e le risorse, anche tecniche, per garantire il suo costante sviluppo, anche rispetto alle richieste del mercato.Tra gli scopi dell’Associazione, c’è anche: contribuire, attraverso programmi operativi, ad accrescere il tasso di industrializzazione delle attività; indirizzare la produzione agroittica verso destinazioni coerenti con il reale fabbisogno alimentare nazionale e con le esigenze legate all’export; promuovere la costituzione di associazioni di produttori nel settore pesca e acquacoltura; attuare azioni di formazione professionale per mezzo di corsi, seminari, convegni.Altrettanto importante, per PescAgri, è costruire una politica agroittica volta a coniugare la ruralità locale e la tradizione marinaresca con una sana gestione di ambiente e territorio, compresa la parte costiera e lagunare; incoraggiare l’educazione a una sana alimentazione, con particolare riferimento alle scuole; sostenere iniziative che uniscano le attività della pesca con quelle dell’artigianato, commercio, turismo e tempo libero.E ancora, per l’Associazione promossa da Cia è fondamentale lavorare per un adeguato sviluppo dell’imprenditorialità, specialmente giovanile, e per la costituzione di società cooperative e forme di aggregazione; stabilire collegamenti con tutte le organizzazioni del settore; tutelare, nella negoziazione collettiva, gli interessi della categoria e promuovere ogni utile iniziativa per migliorare disciplina previdenziale, assicurativa, di reddito e qualità della vita.
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Pesca bloccata a causa del Coronavirus
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2020
Primi segnali di ripresa a giugno. Nonostante l’emergenza Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento, a partire dal mese di giugno sono iniziati i primi segnali di ripresa per il settore ittico con il ritorno di quotazioni più stabili e un livello della domanda nella norma grazie anche alla progressiva riapertura del settore della ristorazione.Con l’inizio dell’emergenza sanitaria ad inizio marzo, però, l’attività di pesca in Italia è stata bloccata a causa della scarsa domanda di prodotti ittici freschi dovuta alla chiusura delle attività di ristorazione, delle mense e degli alberghi. Durante i primi tre mesi dell’emergenza (marzo, aprile e maggio) si è registrata una flessione degli sbarchi del -40% circa rispetto ai rispettivi mesi del 2019. Da quanto emerge dal report sul settore ittico realizzato da BMTI, il calo è stato osservato per tutte le principali specie sbarcate ma soprattutto per acciughe, sardine e vongole.Altrettanto pesante è stata la diminuzione dei consumi di prodotti ittici freschi, crollati a marzo del 30% in volume e del 29% in valore rispetto allo stesso mese del 2019. Inoltre, la riduzione della domanda è stata accompagnata da un aumento degli acquisti di prodotti ittici surgelati, trasformati e conservati (+22%). Tale andamento ha trovato conferma anche nel calo delle importazioni italiane di prodotti freschi nelle prime settimane dell’emergenza sanitaria (-18,7%), causato anche dal crollo del turismo. La bassa attività di pesca e la diminuzione della domanda hanno comportato anche il fermo dell’attività da parte di operatori presenti nei mercati ittici all’ingrosso, dove le quotazioni hanno mostrato un andamento altalenante nella prima parte del trimestre.
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Le misure del FEAMP per far ripartire pesca e acquacoltura
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 aprile 2020
Dal 24 aprile sono in vigore le misure addizionali dell’UE per la mitigazione degli impatti socioeconomici del coronavirus nei settori della pesca e acquacoltura. L’UE coprirà il 75% dei mancati guadagni dovuti alla riduzione o sospensione delle attività e della produzione a causa della pandemia. Le misure avranno efficacia retroattiva dal 1° febbraio 2020 e saranno valide fino al 31 dicembre 2020. Sono questi alcuni ambiti di intervento a cui si rivolgono le misure straordinarie del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (PO FEAMP 2014-2020) – approvate con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2020/560 del 23 aprile che modifica i regolamenti (UE) n. 508/2014 e (UE) n. 1379/2013 – per contenere l’impatto dell’epidemia nei settori della pesca e dell’acquacoltura. In particolare, si prevede l’eliminazione dei vincoli relativi all’attribuzione delle risorse UE tre le priorità del Programma relative allo sviluppo sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e delle zone di pesca, a misure relative alla commercializzazione e alla trasformazione e all’assistenza tecnica, per gli aiuti al magazzinaggio, consentendo agli Stati membri di stanziarle in funzione delle loro esigenze (art. 1, par. 1 del Reg. (UE) 2020/560).
I pescatori – anche in acque interne – saranno supportati con una compensazione straordinaria per l’arresto temporaneo delle attività di pesca di cui l’UE coprirà, dall’attuale 50%, il 75% dell’importo. Inoltre, il limite massimo di concessione del sostegno, pari a sei mesi nel corso del periodo dal 2014 al 2020, non si applica nel caso di arresto temporaneo causato dall’epidemia COVID-19 (art. 1, par. 5 del Reg (UE) 2020/560 e art. 1, par. 6 del Reg (UE) 2020/560).
Per gli acquacoltori l’art. 1, par. 7 del Reg (UE) 2020/560 prevede la concessione di capitale circolante e compensazione per la sospensione temporanea o la riduzione della produzione e delle vendite o per le spese supplementari di magazzinaggio verificatesi tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2020 – se causata dalla pandemia – che saranno calcolate sulla base del mancato guadagno di cui l’UE coprirà fino al 75% dell’importo.
Per favorire una maggiore stabilità del mercato la Commissione ha deciso poi di supportare le organizzazioni di produttori con un incremento dal 3 al 12% del valore medio annuo della produzione commercializzata e, per le organizzazioni di produttori riconosciute recentemente, del valore medio annuo della produzione dei relativi membri, quale importo limite per la concessione del sostegno (art. 1, par. 8 del Reg (UE) 2020/560).Per ridurre il rischio di perdita di prodotti destinati al consumo umano viene reso operativo l’aiuto al magazzinaggio e l’ammasso temporaneo dei prodotti di pesca e di acquacoltura per le Organizzazioni di Produttori e le Associazioni di Organizzazioni di produttori (Art. 1, par. 9 del Reg. (UE) 2020/560).Si tratta di misure di straordinaria eccezionalità, giustificate dalla situazione causata dalla pandemia. Per ulteriori informazioni si rimanda alla nota tecnica del Mipaaf pubblicata sul sito web del FEAMP al seguente indirizzo https://pofeamp.politicheagricole.it/it/notizie/covid-19-ecco-le-nuove-misure-europee-il-sostegno-pesca-e-acquacoltura/
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“Che la pesca del tonno torni a Favignana”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 giugno 2019
Così si esprime Konsumer Italia riunitasi a Favignana in occasione del 2° congresso nazionale.L’appello viene da Fabrizio Premuti, rinnovato Presidente Nazionale dell’Associazione, dall’On. Caterina Chinnici, invitata ai lavori congressuali e da Laura Venittelli, presidente regionale Konsumer.In concomitanza con il decreto Mipaaf che ha distribuito la quota tonno italiana 2019 alle imprese di pesca su tutto il territorio nazionale e, contrariamente a quanto sostenuto dal sottosegretario Manzato con delega alla pesca, konsumer ha tuonato sulla necessità di rivedere il decreto del 30/05/2019 che mortifica Favignana ed “uccide” la pesca sostenibile del tonno rosso.È risaputo che il sistema delle tonnare fisse, per il metodo di cattura, è preferibile alla circuizione e al palangaro che rappresentano, ancora oggi, i sistemi maggiormente premiati dal Ministero, nonostante siano quelli più impattanti e meno sostenibili.
“Viviamo – afferma Laura Venittelli – in un paese nel quale la pesca maggiormente ecocompatibile, come quella della Tonnara fissa di Favignana, viene mortificata e, questa volta, definitivamente soppressa da chi non guarda lontano, non guarda all’occupazione dell’isola e non guarda alla tutela e conservazione degli stock ittici”.Konsumer inizia da qui la sua battaglia per una pesca sostenibile nell’interesse di tutti i consumatori stanchi di avere sulle proprie tavole prodotti ottenuti con sistemi che non rispettano l’ambiente e la vita dei tanti pescatori che vorrebbero continuare un lavoro antico nel rispetto delle regole più belle di tutela del mare e della fauna ittica.
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Pesca del tonno sostenibile
Posted by fidest press agency su martedì, 30 ottobre 2018
Il colosso del mercato europeo Bolton Food, primo in Italia con il marchio Rio Mare, prende finalmente degli impegni chiari e ambiziosi per ridurre gli impatti ambientali della pesca al tonno che finisce nei propri prodotti, dimostrando di voler essere un vero leader dell’industria del tonno. «Oggi è un giorno importante per migliaia di consumatori che per anni hanno chiesto alle aziende di scegliere di stare dalla parte del mare», dichiara Giorgia Monti, Responsabile della Campagna mare di Greenpeace Italia. «Siamo molto soddisfatti che Rio Mare abbia finalmente deciso di accettare la sfida e prendere impegni ambiziosi per ridurre l’utilizzo dei metodi di pesca più dannosi. Solo un anno fa un altro colosso mondiale Thai Union prendeva impegni importanti nella stessa direzione. Adesso solo chi farà seguire alle parole i fatti diventerà davvero l’azienda di tonno più sostenibile al mondo», conclude Monti.
Rio Mare rende pubblici oggi le sfide che l’azienda ha deciso di affrontare. Da un lato il 50 per cento del suo tonno sarà pescato con i metodi di pesca a più basso impatto ambientale, primo tra tutti la pesca a canna, dall’altro l’azienda si impegna a diminuire finalmente la sua dipendenza dai metodi di pesca più distruttivi, imponendo chiari limiti ai pescherecci da cui si rifornisce all’utilizzo di Sistemi di Aggregazione per pesci, i FAD (Fish Aggregating devices). Il numero di FAD è ormai fuori controllo: il loro uso smodato da parte di flotte sempre più industrializzate sta svuotando i nostri oceani, causando la morte di migliaia di animali in pericolo. Questi impegni sono una vittoria a cui Greenpeace lavora da 8 anni, quando ha pubblicato per la prima volta la classifica “Rompiscatole” in cui Rio Mare occupava uno degli ultimi posti, non avendo nemmeno una politica aziendale sulla sostenibilità. Grazie a un percorso a volte lento e fatto di impegni presi a metà ma anche marcato da passi importanti, come il lancio di linee con tonno pescato a canna sui più importanti mercati europei, Bolton Food oggi decide di fare una scelta decisa e coraggiosa per fermare la pesca che distrugge i nostri mari.
«Questi importanti risultati sono il frutto di un approccio serio e determinato alla sostenibilità iniziato nel 2009 con la fondazione dell’International Seafood Sustainability Foundation (ISSF) e rafforzatosi negli anni grazie anche a un dialogo costante con le principali associazioni ambientaliste, tra le quali Greenpeace, con cui ci confrontiamo da anni in un approccio aperto e condiviso alla responsabilità sociale della nostra azienda – afferma Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Food -. Una strategia che si è tradotta in una serie di azioni concrete quali lo sviluppo di metodi di pesca sempre più selettivi e impegni stringenti volti a migliorare la gestione dei FAD. Attraverso il nostro impegno siamo fiduciosi di poter promuovere una positiva trasformazione di tutto il settore del tonno verso migliori standard di sostenibilità”.Il mercato mondiale del tonno in scatola sta finalmente cambiando, spingendo l’industria verso una pesca più sostenibile: in questo processo inarrestabile il resto del settore del tonno in scatola in Italia non potrà fare a meno di rispondere alle esigenze di consumatori sempre più attenti a scegliere prodotti che non li rendano complici ignari della distruzione dei nostri mari.
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Sostegno europeo al parere di Núñez Feijóo sul futuro della pesca in Europa
Posted by fidest press agency su martedì, 22 Maggio 2018
L’Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’Unione europea ha dato il via libera al parere del presidente della Giunta di Galizia. Alberto Núñez Feijóo propone di rafforzare gli stanziamenti destinati alla politica marittima e della pesca nel bilancio europeo dopo il 2020 e di creare un nuovo strumento finanziario per mettere a disposizione delle piccole comunità costiere capitale di rischio e garanzie bancarie per i prestiti. Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) è il principale strumento finanziario della politica europea della pesca e ha una dotazione di 6,396 milioni di EUR, pari a circa lo 0,58 % del bilancio dell’UE. Con 1,161 milioni di euro, la Spagna è stata il primo paese beneficiario del FEAMP durante l’attuale periodo di bilancio 2014-2020 (Parlamento europeo, giugno 2017).Con i negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) proposto già in fase avanzata e la persistente incertezza sull’impatto che avrà l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, le città e le regioni hanno preso posizione in difesa di un aumento delle voci di bilancio per la pesca e gli affari marittimi nel futuro bilancio dell’Unione europea per il periodo successivo al 2020.I membri del CdR hanno dato il loro sostegno alla proposta di Núñez Feijóo che prevede che il nuovo Fondo raggiunga una soglia minima dell’1 % del bilancio europeo per il periodo successivo al 2020, a fronte dello 0,6 % soltanto nel bilancio attuale. Secondo le prime valutazioni, gli stanziamenti per il FEAMP potrebbero salire del 6,8 %.Il Presidente della Giunta di Galizia e relatore del parere Alberto Núñez Feijóo (ES/PPE) ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un nuovo strumento destinato alle piccole comunità costiere, che sia basato su una gestione condivisa e appoggi la creazione di nuove iniziative imprenditoriali in grado di sostenere il ricambio generazionale e di permettere la diversificazione del settore della pesca, preservandone nel contempo il carattere di attività tradizionale”.Membro del CdR da quando è alla presidenza della Giunta galiziana nell’aprile 2009, Núñez Feijóo ha insistito sulla necessità che il nuovo strumento contribuisca “al miglioramento della sostenibilità ambientale delle attività marittime e di pesca, della raccolta di molluschi, dell’acquacoltura e della catena mare-industria.”
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Artico: Protezione dalla pesca commerciale
Posted by fidest press agency su sabato, 2 dicembre 2017
È stato raggiunto a Washington uno storico accordo internazionale per proteggere da ogni attività di pesca commerciale la parte centrale del Mar Glaciale Artico. Gli Stati Uniti, il Canada, la Norvegia, la Russia, la Danimarca, l’Islanda, il Giappone, la Corea del Sud, la Cina e l’Unione europea hanno infatti firmato una moratoria di 16 anni sulla pesca commerciale in acque internazionali, in un’area più grande del Mediterraneo, di circa 2,8 milioni di chilometri quadrati.«Questa è una vittoria storica per la protezione dell’Artico. Grazie ai milioni di persone di tutto il mondo che hanno sostenuto la campagna Save the Arctic, quest’area unica sarà al sicuro dalle attività di pesca distruttiva», dichiara Jon Burgwald di Greenpeace Nordic. «Ci congratuliamo con i Paesi che hanno firmato questo accordo e ci aspettiamo che nei prossimi 16 anni venga concordata una protezione permanente per la parte centrale del Mar Glaciale Artico, sia dalla pesca commerciale che dalle attività estrattive».L’accordo, legalmente vincolante, sarà automaticamente rinnovato ogni cinque anni, a meno che un Paese non si opponga o non venga adottato un piano di gestione della pesca basato su criteri scientifici. È vitale che tutti i Paesi coinvolti ratifichino l’accordo.Negli ultimi anni il Mar Glaciale Artico centrale ha attirato l’interesse dell’industria della pesca, che tenta di trarre profitto dallo scioglimento dei ghiacci. A causa dei cambiamenti climatici il quaranta percento di quest’area, storicamente coperta di ghiaccio, negli ultimi anni ha visto estati senza ghiaccio.«Nonostante siano stati fatti passi da gigante per proteggere la parte centrale del Mar Glaciale Artico, alcuni dei Paesi che hanno sottoscritto l’accordo, come Stati Uniti, Russia e Norvegia, continuano a voler bloccare alcuni importanti progressi di cui si discute alle Nazioni Unite. Il processo delle Nazioni Unite ha un grande potenziale per riuscire a salvaguardare tutti gli oceani: questi Paesi dovrebbero impegnarsi maggiormente e sostenere un accordo globale e ambizioso per la protezione del mare», conclude Jon Burgwald.Questo accordo sull’Artico arriva in contemporanea con l’entrata in vigore di un altro accordo sulla protezione del Mare di Ross, in Antartide, dove è stata riconfermata un’area marina protetta che si estende per 1,5 milioni di chilometri quadrati.
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Lettera al Direttore
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2017
Caro Direttore, Il Veneto dovrebbe imporre delle sanzioni a coloro che distruggono gli ecosistemi e uccidono degli individui indifesi attraverso la caccia e la pesca, invece di prendersela con le persone compassionevoli che difendono gli animali. Se un gruppo di persone desse la caccia a cani e gatti, per divertimento, noi non lo definiremmo uno “sport” ma maltrattamento – questo è ció che accade anche ai cervi, agli uccelli e agli altri animali. La caccia non è necessaria per la sopravvivenza degli umani e, oggigiorno, la maggior parte dei cacciatori pedinano e uccidono gli animali solo per il brivido di ammazzare un essere vivente. Questa forma di violenza che alcuni chiamano “intrattenimento” distrugge delle famiglie e lascia numerosi animali orfani o gravemente feriti, cosa che spesso succede quando i cacciatori sbagliano a mirare. Lo stesso dicasi per i pesci: nonostante sia stato scientificamente dimostrato che provano dolore, un numero incalcolabile di pesci soffrono terribilmente durante la cattura, soffocano lentamente o vengono fatti a pezzi mentre ancora coscienti. La stragrande maggioranza degli italiani si oppone alla caccia – il Veneto dovrebbe stare al passo coi tempi e mettere fuori legge questo “sport” arcaico e inutile. Cordiali saluti, (Sascha Camilli PETA Foundation 8 All Saints Street N1 9RL London, UK) (n.r. La Fidest si associa a quanto ha scritto il nostro lettore)
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