Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°79

Posts Tagged ‘pil’

Pil: Istat, nel IV trimestre -0,1% su III trim.

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 febbraio 2023

Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2022 il prodotto interno lordo (Pil) è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e aumentato dell’1,7% in termini tendenziali.”Dato negativo, per quanto atteso. Che si profilasse lo spettro della recessione era evidente, dopo il calo della produzione industriale di novembre. Il problema è se il Governo è in grado di invertire subito la rotta” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Purtroppo temiamo che la manovra, troppo prudente e poco incisiva, non possa dare quella spinta alla crescita che servirebbe al Paese. Ogni intervento era misurato con il bilancino e non in grado di risollevare le sorti nè delle industrie, né dei lavoratori né delle famiglie. Così non si esce da questa stagflazione” conclude Dona.

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La crescita del PIL lombardo si riduce al +2,6% per il 2022

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 Maggio 2022

Si riducono le previsioni di crescita del PIL lombardo, che nel 2022 vede un taglio di 1,4 punti percentuali: dal +4% atteso a inizio anno al 2,6% dell’ultimo scenario. Nonostante questa importante revisione al ribasso, la Lombardia dovrebbe comunque riuscire a colmare il divario con il pre Covid entro quest’anno, in anticipo rispetto all’Italia che posticipa al 2023. Sul dato del PIL, nei due anni di pandemia, la Lombardia in un confronto con l’Italia prima aveva perso quanto il resto del Paese (-8,9% la Lombardia e 9% l’Italia nel 2020), poi aveva recuperato con un rimbalzo del +7% rispetto al dato nazionale del + 6,6%. Nel 2021 rispetto al pre Covid la Lombardia segnava un -2,5% e l’Italia un -3%. Una situazione che ci accomuna, con differenti intensità alle altre regioni motori d’Europa: il gap con il pre Covid del Baden-Württemberg nel 2021 registrava un -2,2% molto vicino al dato lombardo, il Bayern -1,4%, ma la Cataluña registrava un gap del -6,6%. Sui tempi di recupero del PIL sui livelli del 2019, il Bayern è assimilabile alla Lombardia, cioè atteso nel 2022, mentre il Baden-Württemberg nel 2023 e la Cataluña ritarderà ulteriormente. La prosecuzione del conflitto Russia-Ucraina, l’ulteriore aumento dei prezzi dell’energia e di molte commodity, le spinte inflazionistiche, la pandemia che sta paralizzando Shanghai, e la difficile riorganizzazione delle catene del valore sono i fattori che ancora stanno fortemente incidendo sul sistema economico lombardo. Nonostante il quadro critico, fino a marzo la domanda per il manifatturiero lombardo e del Nord Ovest è rimasta tutto sommato consistente e questa relativa ‘tenuta’, frutto di capacità competitiva delle nostre imprese, è testimoniata anche dalle stime dell’Istat sull’andamento del PIL italiano nel primo trimestre, in flessione contenuta al -0,2%. Ad aprile gli ordini in portafoglio in Lombardia crescono invece in maniera decisamente più ridotta rispetto al recente passato e, al contempo, le aspettative di domanda e produzione, dopo il forte rallentamento di marzo, risalgono ma anche qui i livelli sono i più bassi da febbraio 2021.Un’industria su 4 ha impianti e materiali insufficienti per produrre (nel pre Covid era 1 ogni 100): questa situazione condiziona le scorte nei magazzini, tanto che un’impresa su 6 dichiara un livello di materie prime e semilavorati inferiore al normale (un numero di aziende mai così elevato dall’inizio della serie storica, trenta anni fa). Dunque, il vero ostacolo alla crescita non riguarda più la domanda come era accaduto nel 2020, ma la carenza di input produttivi che limita l’offerta e rende difficile programmare l’attività industriale.Sul fronte dell’occupazione, alla fine di quest’anno saranno ancora 76mila gli occupati lombardi in meno rispetto al 2019. La ripresa non sarà rapida come sta accadendo al PIL: secondo le stime tornerà al pre covid nel 2023. La flessione nel 2020 è stata pari al -3,1%, cui è seguito un +0,4% di crescita nel 2021 ed è previsto un +1,0% nel 2022 (fonte: Prometeia). In crescita, in Lombardia, anche la disoccupazione che è passata dal 5,2% del 2020 al 5,9% nel 2021. Ad essere maggiormente colpiti sono i giovani, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni lombardi che è difatti salito negli ultimi due anni: nel 2019 era al 18,3%, nel 2020 al 19,4%, nel 2021 al 21,2%, circa 15 punti percentuali in più rispetto al 5,7% di Bayern e Baden-Württemberg, ma ampiamente inferiore al 28,9% della Cataluña. (fonte: Assolombardia)

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Assolombarda: nel 2022 PIL lombardo in aumento del 4%,

Posted by fidest press agency su domenica, 27 febbraio 2022

Dopo un 2021 in cui la crescita della Lombardia ha battuto ogni previsione e le stime più recenti di Prometeia si attestano al +6,6%, per il 2022 si prevede una risalita ulteriore del +4% che, se confermata, permetterà un pieno ritorno sui livelli del 2019. Ma negli ultimi mesi il caro energia, la tensione sul reperimento delle materie prime e l’aumento dell’inflazione pesano sulla crescita globale rendendola meno dinamica. La produzione manifatturiera lombarda nel 2021 è cresciuta del 15,6% rispetto al 2020 e del 4,3% sul 2019. Ad eccezione del Sistema Moda (-4,9% pelli-calzature, -8,6% tessile, -15,8% abbigliamento) e del comparto carta-stampa, che registra un -1,0%, la maggior parte dei settori ha performance di produzione superiori ai livelli antecedenti la pandemia. I recuperi più intensi sono stati registrati da minerali non metalliferi (+7,8%), gomma-plastica (+7,7%), chimica – farmaceutica (+7,3%), meccanica (+6,6%) e siderurgia (+6,1%); seguono alimentare (+3,8%), automotive e legno-mobilio (+2,5% entrambi). A livello paese, all’Italia manca poco per chiudere il divario con il 2019 (-0,8%), mentre Spagna (-3,1%) e soprattutto Germania (-6,8%) e Francia (-6,2%) sono decisamente distanziate. A risentire del clima positivo del 2021 anche le nuove imprese che in Lombardia sono cresciute del 19% rispetto al 2020, in Italia l’incremento è stato più contenuto al + 13,8%. Delle iniziative imprenditoriali si distinguono per dinamismo le attività professionali, scientifiche e tecniche (+19,9%) e le costruzioni (+17,5%), mentre le nuove aperture dei comparti alloggio e ristorazione rimangono depresse (-31,2%). Sebbene i livelli permangano elevati e in area di espansione, le criticità su materie prime e caro energia hanno influenzato gli ultimi mesi dello scorso anno e nei primi del 2022 la fiducia delle imprese manifatturiere è in calo non solo in Lombardia, ma in Italia e nel resto dell’Europa.

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Crescono le stime sul PIL lombardo per il 2021

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 ottobre 2021

La forte ripresa in atto e le attese positive sulla produzione sono tra i principali fattori a influenzare il rialzo delle stime sul PIL lombardo (+6,4% per il 2021), nonostante crescano le criticità sul fronte delle catene di approvvigionamento. In Lombardia, il recupero in corso si accompagna anche alle nascite di nuove imprese che tornano superiori al periodo pre-Covid.I dati del Booklet Economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio & Impresa (genioeimpresa.it), il web magazine dell’Associazione, evidenziano in Lombardia la crescita del PIL per l’anno in corso di oltre 6 punti percentuali (dal 5,4% stimato a luglio). Un’accelerazione significativa ma che permetterà di superare i livelli pre-Covid solo nel 2022 (ancora del -3,4% il gap nel 2021). I divari e i tempi di recupero sono simili, per questo anno, in Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e nel totale nazionale. Un allineamento che emerge anche dai bilanci del periodo pandemico vissuto nelle principali regioni produttive italiane, con la Lombardia che al pari di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e al totale nazionale, ha registrato una caduta di PIL intorno al -9%. Differenti i dati nel confronto europeo: la Cataluña con un -11,5% accusa una perdita annua più ampia e senza precedenti (-10,8% la caduta in Spagna), mentre in Bayern e Baden-Württemberg la flessione è contenuta al -5,5% (-4,6% nel totale Germania).Positive le prospettive di domanda e produzione, ma crescono le criticità sulle catene di approvvigionamento. Dopo il lieve arretramento di agosto, pur essendo i livelli storicamente elevati, a settembre il clima di fiducia delle imprese manifatturiere risulta stabile nel totale italiano, mentre risale nel Nord Ovest e in Lombardia. Nel confronto europeo, la fiducia tocca un nuovo record in Germania e torna a crescere in Spagna, mentre è in deciso peggioramento in Francia. Le imprese italiane e tedesche stanno, quindi, ricorrendo anche alle giacenze nei magazzini per assorbire le tensioni sui prezzi e sulle disponibilità di materie prime e semilavorati. Seppur in un quadro in cui il rimbalzo perde parte dello slancio iniziale, le scorte di prodotti finiti in diminuzione e contemporaneamente la domanda ancora sostenuta si riflettono in un aumento ulteriore delle attese di produzione da qui a fine anno.Più composita è la condizione dei servizi di mercato. Il clima di fiducia nel Nord Ovest scende ancora a settembre ma rimane su livelli estremamente elevati e le prospettive di domanda delineano un aumento. In Italia, in Europa e in Spagna, l’indice della fiducia torna a crescere spinto dalla componente dei servizi turistici, mentre diminuisce in Germania e soprattutto in Francia.In Lombardia, tra aprile e giugno, le iscrizioni di nuove imprese alle anagrafi camerali sono aumentate del + 4,7% rispetto alla media 2017-2019. La ripresa, dunque, ha creato le condizioni per nuove iniziative imprenditoriali. Un fenomeno che ha caratterizzato la nostra regione, rispetto ad altri territori nazionali come il Piemonte che segna un incremento più contenuto del +1,4%, mentre Emilia- Romagna e Veneto sono in negativo (rispettivamente -1,4% e -4,1%). Le cessazioni in Lombardia sono 7.788, inferiori di quasi un quinto rispetto alla media 2017-2019 e ancora lontane dal fisiologico ‘ricambio’ del sistema. Nel dettaglio le nuove attività che superano il livello pre-Covid riguardano i settori della Finanza (+56%), delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+51%), dell’Immobiliare (+22%), dell’ICT (+21%) e delle Costruzioni (+21%). Restano ancora sotto i livelli 2017-2019, le attività che hanno maggiormente sofferto durante la pandemia: Alloggio e ristorazione (-29%), e anche nell’industria (in questo caso, però, la tendenza è in atto da diversi anni).

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Istat Pil: allarma caduta potere d’acquisto

Posted by fidest press agency su domenica, 26 settembre 2021

Secondo l’Istat, nel 2020 il Pil in volume è sceso dell’8,9%. “Il dato più preoccupante, in prospettiva futura, non è il crollo senza precedenti del Pil o delle spesa delle famiglie residenti, precipitata dell’11%, visto che la ragione dell’entità di tale caduta è nota e in via di risoluzione, visto che dipende principalmente dal lockdown e, quindi, già ora, nel 2021, stiamo assistendo a un recupero notevole” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”E’ più allarmante, invece, la discesa del 2,9% del reddito disponibile delle famiglie e del loro potere d’acquisto (-2,6%), perché se questa flessione perdurasse anche nel 2021, allora ci sarebbero ripercussioni sulla ripresa dei consumi che rappresentano il 60% del Pil (57,35% secondo i dati di oggi a prezzi correnti). Per questo bisogna contrastare il rialzo dell’inflazione a cui stiamo assistendo ora per via del rincaro dei beni energetici (luce, gas e benzina), perché ha ulteriori effetti negativi sul potere d’acquisto degli italiani” conclude Dona.

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PIMCO: Fed Preview

Posted by fidest press agency su martedì, 21 settembre 2021

A cura di Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale di PIMCO. Nonostante un notevole abbassamento delle nostre stime di crescita del PIL reale dalla riunione di luglio – ora per il terzo trimestre ci aspettiamo una crescita del PIL reale del 3% trimestre su trimestre contro il 6,5% originariamente previsto – è probabile che il FOMC riaffermi le sue aspettative di iniziare a ridurre il ritmo mensile di acquisti di asset “più avanti nel corso dell’anno”. Questa riconferma arriverà probabilmente sotto forma del cosiddetto “preavviso” che il presidente Powell ha promesso da quando il comitato ha annunciato la forward guidance per gli acquisti di asset lo scorso gennaio.Ci siamo aspettati a lungo che il comitato annunciasse la sua decisione sul tapering alla riunione di dicembre, ma crediamo che ci sia una discreta possibilità che lo faccia già nel mese di novembre.Aumentando la probabilità di un annuncio a novembre, la scorsa settimana alcuni media hanno suggerito che i funzionari della Fed stanno “Eying a November Taper”. Tuttavia, poiché questo coincide con la cosiddetta “data X” del tetto del debito del Tesoro (la data in cui il Tesoro finirà i finanziamenti), sospettiamo che la decisione sul tapering sarà rimandata alla riunione di dicembre.

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Pil: Istat, I trimestre 2021 +0,1%

Posted by fidest press agency su giovedì, 3 giugno 2021

Secondo l’Istat, nel primo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (Pil), è salito dello 0,1 % rispetto al trimestre precedente e diminuito dello 0,8% in termini tendenziali.”Bene che ci sia una revisione al rialzo rispetto alle precedenti stime e che si passi, seppur in modo impercettibile, in territorio positivo. Nel primo trimestre l’Italia era ancora in lockdown, dunque scontato che il terziario trascini in basso il Pil. Non per niente a calare maggiormente sono i servizi come il commercio, alloggio e ristorazione, -2,3% il congiunturale e -7,7% il tendenziale e le attività artistiche, rispettivamente -1,7% e -12,3%. Dal lato della domanda, poi, a crollare più di ogni altra cosa è la spesa delle famiglie residenti: -1,2% e -4,2%. La scommessa è il rimbalzo che riusciremo ad avere ora, in questi settori, con le riaperture” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Se alla fine del lockdown si aggiungerà anche una riforma fiscale capace di ridare capacità di spesa ai ceto meno abbienti, allora il boom potrà essere assai maggiore” conclude Dona.

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Pil: Istat, nel primo trimestre, -1,4% su anno

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 Maggio 2021

Secondo l’Istat, nel primo trimestre del 2021 il Pil è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali.”Peggio del previsto! Secondo il Governo, come dichiarato dal ministro dell’Economia Daniele Franco dieci giorni fa in audizione alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il calo avrebbe dovuto essere dell’1,2% e non dell’1,4%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “In ogni caso, quello che conta davvero è il futuro, ossia la capacità che avremo di accelerare con la crescita dal termine del lockdown alla fine dell’anno. E’ questa la vera chiave di volta per uscire dalla crisi” conclude Dona.

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Pil: Istat, nel quarto trimestre in calo dell’1,9%

Posted by fidest press agency su domenica, 7 marzo 2021

Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2020 il Pil è diminuito dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% nei confronti del quarto trimestre del 2019.”Il dato preoccupante è quello della spesa delle famiglie residenti che precipita, nonostante nel quarto trimestre ci siano anche le spese di Natale, del 2,7% rispetto al terzo trimestre e che crolla addirittura del 9,9% sul quarto trimestre del 2019″ afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Purtroppo la caduta dei consumi è la cartina di tornasole della grave crisi economica che stiamo attraversando. Poiché quelli delle famiglie, stando ai dati di oggi, rappresentano il 58,65% del Pil, è di tutta evidenza che o siamo in grado con una riforma fiscale di ridare capacità di spesa ai ceto meno abbienti o non si va da nessuna parte, visto che se gli italiani non spendono i commercianti non vendono e, di conseguenza, le imprese non producono” conclude Dona.

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Secondo l’Istat, nel 2020 il Pil in volume è sceso dell’8,9%

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 marzo 2021

“Vista la tragica situazione, non possiamo che rilevare che la caduta del Pil è in linea con le previsioni del Governo Conte II, che nella Nadef fissava il crollo a -9%. Certo si tratta di una magra consolazione, ma va detto che il ministro Gualtieri, onore al merito, non ha mai dato stime farlocche” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Resta il crollo drammatico dei consumi, il dato per noi più preoccupante, -10,9% la spesa delle famiglie residenti. E’ chiaro, infatti, che fino quando gli italiani non possono spendere non si va da nessuna parte, dato che la loro spesa rappresenta il 60% del Pil, stando ai dati di oggi il 57,44%. Per questo è prioritario ridare capacità di spesa al ceto medio e medio basso, che hanno una maggiore propensione marginale al consumo, altrimenti non ci potrà mai essere una crescita significativa” conclude Dona.

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Unc: pessima notizia fine deflazione vista caduta Pil

Posted by fidest press agency su sabato, 6 febbraio 2021

“Pessima notizia! Molto male che l’Italia non sia più in deflazione, vista la caduta del Pil nel IV trimestre 2020 del 2% sul trimestre precedente. A fronte di un crollo della domanda di tale portata i prezzi dovevano scendere. La deflazione avrebbe contribuito a frenare il calo dei consumi e a contenere la riduzione del potere d’acquisto dovuta alla flessione del reddito disponibile delle famiglie. Negativo per la casalinga di Voghera anche il rialzo del carrello della spesa” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione a +0,2% significa un aumento della spesa annua contenuto, appena di 17 euro, ma il carrello della spesa a +0,7% incide sugli acquisti di tutti i giorni, che segnano un rincaro di 80 euro” prosegue Dona.”Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, il rialzo per le compere quotidiane è di 72 euro, per una famiglia media è di 60 euro” conclude Dona.

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Istat: Pil, IV trimestre 2020 -2%, anno -6,6%

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 febbraio 2021

Secondo l’Istat, nel quarto trimestre del 2020 il Pil è sceso del 2% sul trimestre precedente e del 6,6% su base annua.”Un crollo drammatico, anche se scontato e previsto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Il problema non è il Pil del 2020, che si conferma in flessione più o meno del 9%, -8,8%, lievemente meglio di quanto previsto dal Governo, quanto quello del 2021. La previsione di una crescita per quest’anno pari al 6% è ormai una chimera. Con il tonfo del reddito disponibile delle famiglie, difficilmente i consumi potranno decollare anche una volta finita la pandemia. Insomma, la ripresa ci sarà, ma sarà più lenta e graduale. Ecco perché nel 2021 il Pil ovviamente crescerà, ma molto meno delle attese, anche per l’effetto di trascinamento sui primi mesi del 2021 della flessione registrata oggi dall’Istat” conclude Dona.

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Istat, prevista contrazione Pil 2020 8,9%, +4% nel 2021

Posted by fidest press agency su lunedì, 7 dicembre 2020

Secondo l’Istat, per l’Italia si prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,9%) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,0%).”Vista la situazione e le premesse, si tratta di una stima positiva per l’Italia, con certo una contrazione del Pil nel quarto trimestre, ma limitata, visto il -8,9% finale del 2020″ afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Ovviamente tutto dipende dal nuovo Dpcm e da come andranno i consumi di Natale ed il fatturato delle aziende in quest’ultimo mese strategico per molti settori, dal turismo al commercio. Un’incognita non da poco” conclude Dona.

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Pil: Istat, +15,9% nel terzo trimestre 2020

Posted by fidest press agency su venerdì, 4 dicembre 2020

Secondo l’Istat, il Pil italiano nel terzo trimestre del 2020 è salito del 15,9% rispetto al trimestre precedente.”Peggiorano le stime dell’Istat rispetto a quelle diffuse un mese fa. Un fatto che sarebbe poco importante, visto che si superano comunque abbondantemente le previsioni del ministro Gualtieri di un rialzo, nel terzo trimestre, superiore al 13,5% e che si tratta di uno scostamento minimo di 0,2 punti percentuali, se non fosse per il fatto che indicano già un peggioramento negli ultimi dati giunti all’Istat” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”La preoccupazione, visto il nuovo lockdown iniziato con il Dpcm del 3 novembre, è che non sia più così scontato avere a fine anno una caduta del Pil ad una sola cifra, se il nuovo Dpcm non consentirà un allentamento anche minimo delle misure restrittive e una riapertura delle attività almeno sotto Natale” conclude Dona.

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Pil: Istat, +16,1% nel terzo trimestre

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 ottobre 2020

Secondo l’Istat, il Pil italiano nel terzo trimestre del 2020 è salito del 16,1% rispetto al trimestre precedente.”Bene, ottima notizia e ottimo rimbalzo. Si va persino oltre la previsioni del ministro Gualtieri, secondo il quale il terzo trimestre il Pil congiunturale si sarebbe chiuso con un rialzo superiore al 13,5%. In effetti è superiore, ma di gran lunga” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Smentite, per fortuna, le stime più pessimistiche, come quelle dell’Upb e di Bankitalia, di un Pil intorno al 12%. Ora avremo quasi certamente una caduta del Pil a fine anno ad una sola cifra, come ha sempre previsto il Governo. Unico rischio è quello di un nuovo lockdown, che potrebbe far riprecipitare il Paese nel baratro” conclude Dona.

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Unc: debito nel 2022 sarà il 153,4% del Pil

Posted by fidest press agency su domenica, 25 ottobre 2020

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri pensa di poter arrivare ad una riduzione dell’Irpef di un certo rilievo a partire dal 2022.”A parte il fatto che non si capisce come si possa pensare ad una riforma fiscale già a partire dal 2022, con un debito che ha già raggiunto i 2.578,9 mld e che è destinato ulteriormente ad impennarsi, e che tra 2 anni, secondo le stime dello stesso Governo, sarà comunque al 153,4% del Pil, senza contare che non si sa per quanto tempo andrà avanti la pacchia della Bce che ci acquista titoli di Stato a profusione, resta da capire perché tutti i politici vogliono sempre ridurre l’unica imposta progressiva rimasta, la sola che rispetta l’art. 53 della Costituzione, invece di quelle invisibili che paghiamo senza rendercene conto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Non sarebbe meglio abbassare l’Iva, o le imposte su luce e gas che, aggiungendo gli oneri, incidono per il 35,1% della bolletta elettrica, pari, per una famiglia tipo, a 170,2 euro su 485 euro e per il 45,69% di quella del gas, pari a 445,5 euro su 975, per un totale di 615,7 euro all’anno? Oppure quelle sui carburanti dove, tra accise e Iva, paghiamo, secondo gli ultimi dati Mise, il 70,5% di imposte per la benzina ed il 67% per il gasolio auto?” conclude Dona.

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Gualtieri: Pil sarà peggio di -8%, ma non tanto

Posted by fidest press agency su giovedì, 10 settembre 2020

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato che la stima del Pil per il 2020 sarà peggiore del -8% stimato in precedenza dal Governo.”Bene, ci fa piacere che con sano realismo il ministro prenda atto della situazione e non nasconda la polvere sotto il tappeto. Meglio un bagno di umiltà che l’irresponsabile incoscienza di negare l’evidenza dei fatti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Lo avevamo detto lunedì che l’obiettivo dell’8% non era più raggiungibile, dopo che l’Istat aveva peggiorato le stime del Pil del secondo trimestre, passando per il congiunturale da -12,4% a -12,8% e per il tendenziale da -17,3% a – 17,7%” prosegue Dona.”Non sono tanto gli 0,4 punti percentuali di differenza rispetto alla precedente stima a preoccuparci, quanto l’entità del rimbalzo che il Paese riuscirà ad avere nel terzo e nel quarto trimestre. Il nostro timore è che il rimbalzo sarà inferiore alle attese e questo indipendentemente dal rischio di un nefasto ritorno al lockdown. La speranza era che i beni durevoli, dalle auto agli elettrodomestici, non acquistati da marzo a giugno, fossero acquistati prima della fine dell’anno. In parte questo avverrà, ma le famiglie sono troppo in difficoltà, e quindi i consumi non potranno decollare come si sperava, nonostante i vari incentivi e bonus previsti” conclude Dona.

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Pil. Istat: I trimestre 2020 -5,3%

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 agosto 2020

Secondo l’Istat, nel secondo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo (Pil) è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% in termini tendenziali.”Crollo drammatico. Il peggioramento delle stime dell’Istat rispetto a quelle diffuse il 31 luglio rende ancora più difficile l’obiettivo del ministro Gualtieri di contenere a -8% l’impatto dello shock della pandemia sul Pil di quest’anno” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Il calo dell’8,7% dei consumi finali nazionali e, soprattutto, la caduta dell’11,3% della spesa delle famiglie residenti assume risvolti catastrofici per la nostra economia. Inutile dire che, dato che i consumi delle famiglie rappresentano il 60% del Pil, la chiave di volta per risollevare il Paese è ridare capacità di spesa a chi ha avuto una caduta del proprio reddito disponibile” conclude Dona.

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Pil: Istat, I trimestre 2020 -5,3%

Posted by fidest press agency su domenica, 31 Maggio 2020

Secondo l’Istat, nel primo trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% in termini tendenziali.”Crollo drammatico, ancora peggiore rispetto alle stime iniziali, ma in linea con le previsioni del Governo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Considerato che i negozi sono stati chiusi solo dal 12 marzo, mentre le attività produttive sono state sospese solo a partire dal 23 marzo, ed entro il 25 marzo, in pratica una settimana su 4, si tratta di una caduta incredibile, come dice l’Istat di portata eccezionale. Ricordiamo, però, che nel Def era stimato un crollo ancora superiore, del 5,5 per cento” conclude Dona.

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CNA Lombardia: “PIL regionale in picchiata”

Posted by fidest press agency su martedì, 26 Maggio 2020

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Sintesi per CNA Lombardia, gli effetti del Covid-19 sulle economie del Paesi europei si fanno sentire sensibilmente: il PIL nazionale del primo trimestre 2020 segna un calo del 4,8% rispetto al primo trimestre 2019. Le previsioni per l’intero 2020 oscillano tra il – 8% del recente Documento di Economia e Finanza e il -9.5% stimato dalla Commissione Europea.Molte le preoccupazioni in particolare sul fronte dell’economia del turismo, specialmente alle soglie del trimestre più caldo. La delegata di CNA Lombardia al Tavolo Turismo di Regione Lombardia, Eleonora Rigotti, ricorda che “con 39 milioni di presenze, la Lombardia è una delle principali Regioni italiane per movimento turistico.” La dinamica del turismo in Lombardia ha segni particolari, con un 60% di presenze straniere e una concentrazione dei movimenti tra giugno e settembre (il 45% sul totale).“Non possiamo sottovalutare questa filiera”, aggiunge Eleonora Rigotti, “60 mila imprese, 270 mila addetti, il 7,5% del PIL regionale: in questa quantità c’è la qualità, e dobbiamo preservarla”.I dati di CNA Lombardia raccontano una situazione in bilico, nella quale la gestione dei prossimi mesi sarà cruciale sia dal punto di vista delle politiche economiche sia sul terreno del contenimento del Covid 19. Con il lockdown, intanto, le imprese del turismo hanno già perso il 15% del fatturato annuo.
Si rischia un calo complessivo del PIL del comparto turistico lombardo pari al 67% nel 2020.Il Segretario regionale di CNA Lombardia, Stefano Binda, si dice convinto che serva “un’azione coordinata e massiccia tra Governo e Regione Lombardia per un piano di rilancio, di stimolo della domanda interna, di attrazione degli investimenti. Regione Lombardia si sta muovendo con un’azione di stimolo delle opere pubbliche negli enti locali, per i quali sono stati stanziati 400 milioni. Per noi è la direzione giusta, ma va rafforzata, diffusa, consolidata, partecipata dalla filiera delle micro e piccole imprese delle costruzioni e dell’impiantistica, autentico snodo di una rete capillare di opportunità di lavoro” “Da questa crisi”, conclude il Presidente Daniele Parolo, “possiamo uscire solo se la viviamo come un’opportunità per ridefinire il nostro futuro.”

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