pubblicata da ForumPA, si concentra in buona parte sulla grave crisi demografica e occupazionale del pubblico impiego. Un tema ormai da tempo al centro del dibattito politico ma a cui finora la stessa politica non ha dato risposte adeguate.Per quanto ci è dato leggere, la quasi totalità della stampa cerca di sminuire, addolcire e persino mascherare i risultati dell’indagine contraddicendo ai suoi doveri deontologici. Ma non è una novità. Comunque sia, l’evidenza dei numeri parla chiaro: nel pieno della corsa per l’attuazione del PNRR, le pubbliche amministrazioni italiane si trovano in una palude dalla quale nessuno riesce a tirarle fuori. L’evidenza dei numeri dice che i dipendenti a tempo indeterminato hanno toccato il minimo storico nel 2021. E che la cosiddetta inversione di tendenza del 2022, strombazzata da molti organi di informazione, deriva in realtà da stime previsionali della Ragioneria Generale dello Stato, ma i dati ufficiali si conosceranno solo nel 2024. L’evidenza dice che gli unici posti di lavoro che aumentano nella P.A. sono quelli flessibili, cioè i precari, che ormai hanno raggiunto il 15% dei posti stabili, con i tempi determinati in testa. A proposito di precariato, il ministro Zangrillo, ha recentemente dichiarato che per i giovani: “Il mito del posto fisso sta per essere soppiantato dal mito del lavoro figo.” Peccato che non tutti i giovani siano figli di milionari. Ma buon per il ministro Zangrillo che da oggi occupa sia il dicastero della Mitologia sia quello della Funzione Pubblica.L’evidenza dice che nel 2022 la spesa pro-capite per il reddito dei dipendenti (al netto dell’inflazione) è calata ulteriormente rispetto all’anno prima ed è la più bassa dal 2015. E ancora, l’evidenza dice che nei Ministeri quasi un terzo dei dipendenti ha più di sessant’anni, mentre quelli con meno di trent’anni sono lo 0,7%.Serve altro per descrivere lo stato comatoso in cui la politica col sostegno della stampa ha ridotto il lavoro pubblico a colpi di “Ce lo chiede l’Europa”? Penso di no.Siamo disposti a fingere di non sentire le scempiaggini giornalistiche sui paragoni impossibili fra le retribuzioni dei dipendenti pubblici e quelle dei privati per poi concludere che, in fondo, nella P.A. non si sta poi troppo male.Ma non siamo più disposti ad ascoltare dalla politica e dal ministro della pubblica amministrazione le favolette sul merito, sulla performance individuale e sulla retribuzione collegata alla produttività. Basta, non se ne può più.Sono più di vent’anni che prendono a picconate il lavoro pubblico con la storia del merito, che poi non riguarda mai politici, i manager, i raccomandati, i consulenti, i privati che si riempiono le tasche di soldi pubblici. E intanto gli uffici si svuotano, i giovani rinunciano al posto pubblico perché non reggono i costi della vita fuori sede.Invece di rilasciare interviste lunari e pubblicare bizzarri commenti sui blog, forse sarebbe meglio scendere con i piedi per terra, fare un bagno di umiltà e guardare in faccia la realtà. Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione.
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Colombi (UILPA). P.A.: posti stabili al minimo storico, aumentano i precari. L’indagine “Lavoro Pubblico 2023”
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 Maggio 2023
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Sanità, Fossi (Pd): “Governo stralcia emendamento per stabilizzare precari”
Posted by fidest press agency su sabato, 20 Maggio 2023
“Il Governo stralcia l’emendamento al decreto Bollette che avrebbe permesso di stabilizzare i ricercatori precari del comparto sanitario. Questa destra si riempie la bocca della ‘difesa degli italiani’ ma lascia nell’incertezza lavorativa milioni di persone”. Così Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della commissione Lavoro, commenta lo stralcio dell’emendamento per stabilizzare i precari della sanità. “L’emendamento era stato approvato in Commissione Lavoro – spiega Fossi – ma verrà soppresso perché mancano le risorse. La norma avrebbe permesso di riconoscere a questi ricercatori, fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale, quello che spetta loro. Ma il Governo ha deciso di fare un vergognoso passo indietro”.
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Scuola: Da settembre si ripartirà con almeno 3 docenti precari a classe
Posted by fidest press agency su martedì, 9 Maggio 2023
“Il sindacato ha il dovere di far risuonare in Parlamento la voce di chi vive la scuola ogni giorno: ringraziamo le tantissime richieste pervenute da docenti e personale Ata, ora sta a noi farne tesoro per portarle, davanti alle Commissioni riunite I e XI della Camera e chiedere di inserirle nel decreto PA-Pnrr 44/2023 pubblicato in Gazzetta lo scorso 23 aprile”. A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a seguito delle numerose indicazioni di modifica del decreto legge che u lavoratori della scuola chiedono di introdurre per evitare che il prossimo anno scolastico sia caratterizzato da disagi per la mancanza di personale specializzato, di organici inadeguati, di personale costretto a non spostarsi su sedi più adeguate a causa della presenza di vincoli blocca-trasferimento che non hanno più alcun motivo di esistere. Martedì pomeriggio, dunque, la delegazione dell’Anief spiegherà in audizione presso la Camera dei deputati perché bisogna aumentare l’organico del personale e introdurne uno aggiuntivo per affrontare i progetti del Pnrr, con quali modalità si dovranno attuare le immissioni in ruolo e le supplenze 2023-2024, per quale motivo le graduatorie del personale docente e Ata precario non possono essere limitate a quelle utilizzate oggi, perché gli idonei e vincitori dei concorsi vanno stabilizzati tutti e la mobilità dei lavoratori della scuola oggi sopprime il diritto alla famiglia. Infine, dirà che il piano di assunzioni previsto dal ministero dell’Istruzione, con quasi 100 mila docenti da immettere in ruolo in più anni, coprirà solo una minima parte delle cattedre vacanti ed è destinare a fallire perché almeno la metà dei posti autorizzati dal Mef andranno persi per mancanza di candidati (anche se in realtà ci sono ma continuano ad essere ignorati). “Le modifiche provvisorie, come la deroga annuale ai vincoli alla mobilità, non possono rappresentare la soluzione al problema, che è poi anche alla base di tanti disagi e indirettamente, alla lunga, pure della mancata continuità didattica. Non possiamo lamentarci – continua il sindacalista autonomo – se poi anche nel prossimo anno scolastico su riprenderà con almeno tre insegnanti precari per classe. Perché questo si va a determinare quando crei le condizioni perché vengano sottoscritte tra l’estate e l’autunno quasi 250 mila supplenze con scadenza termine delle lezioni, 30 giugno o 31 agosto. È una condizione non più sopportabile. E l’amministrazione non si lamenti, poi, se il contenzioso nei tribunali – conclude Pacifico – assume proporzioni sempre più grandi”.
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Scuola: Carta del docente ai precari
Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2023
Anche i supplenti devono avere i 500 euro per aggiornarsi, a Pistoia 1.000 euro a un’insegnante.Solo l’avere imposto la didattica a distanza a tutto il corpo insegnante, durante la pandemia da Covid19, è un motivo più che sufficiente per assegnare la Carta del docente anche ai precari: a sostenerlo è il Tribunale di Pistoia che ha accolto il ricorso di una docente, assistita dai legali Anief, che reclamava la mancata ricezione della card annuale da 500 euro per gli anni scolastici 2020/21 e 2021/22, quando la dad ha avuto la sua massima diffusione.Il giudice del lavoro ha scritto nella sentenza che “l’art. 2 del decreto legge n. 22/2020 ha, poi, statuito quanto segue: “3. In corrispondenza della sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione, potendo anche disporre per l’acquisto di servizi di connettività delle risorse di cui alla Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di cui all’articolo 1, comma 121, della legge n. 107/2015”. Secondo il giudice quella decisione, di imporre la didattica a distanza, è stato anche il motivo per il quale “il Consiglio di Stato, Sezione Settima, il quale, con sentenza n. 1842/2022 pubblicata il 16.3.2022”, ha mutato “il proprio precedente orientamento di cui alla sentenza n. 3979/2017” annullando “gli atti amministrativi impugnati nella parte in cui non contemplavano i docenti non di ruolo tra i destinatori della carta del docente”.
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Docenti precari in aumento: si va verso i 240 mila contratti annuali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 marzo 2023
Fanno molto riflettere i numeri aggiornati sul precariato nella scuola: in attesa dei dati ufficiali del ministero dell’Istruzione, si prevedono ben 240mila e più docenti con contratto a tempo determinato per il corrente anno scolastico, “pressoché l’equivalente dell’intera popolazione della città di Verona” scrive Tuttoscuola, soprannominandoli anche “i peones della scuola” e ricordando che “l’anno scorso il Portale dati del Ministero ne ha contati ben 225mila: un numero enorme, destinato comunque a salire nel nuovo conteggio di questo anno scolastico in corso, toccando quota 240 mila e più, grazie a nuovi arrivi stimabili in almeno diecimila unità, e anche per l’ingresso dei nuovi docenti di educazione motoria dal settembre scorso immessi nella scuola primaria.Vale la pena ricordare che la condizione estesa del precariato porta al risparmio per lo Stato “di due mensilità” l’anno, perchè “157.461 posti coperti l’anno scorso da docenti” avevano comportato un “contratto fino al 30 giugno”. Ad aggravare la situazione – ricorda la stampa – c’è un dato drammatico: 55.300 docenti precari “hanno tra i 45 e i 54 anni”, pari il 23% dei supplenti annuali. “In buona parte sono i cosiddetti “precari storici” che hanno alle spalle anni di esperienze di supplenza in tante scuole” e tra loro in migliaia “portano dentro anche la frustrazione di prove concorsuali affrontate con sacrifici ma senza il successo sperato”. Poi “ci sono altri 17.600 docenti di età superiore ai 54 anni (sono quasi l’8%) che continuano a lavorare, ormai rassegnati a concludere la lunga carriera scolastica quasi certamente come precari. C’è, infine, un ultimo dato increscioso sui cui soffermarsi: quello di “un altro mezzo milione di loro colleghi meno fortunati” inseriti “genericamente nelle Graduatorie Provinciali per le supplenze o iscritti nelle Graduatorie d’istituto”, che lavorano “attraverso le supplenze temporanee”. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda il piano presentato dal giovane sindacato per evitare il tracollo del sistema: “Diciamo basta a questo sistema mono assunzioni – dice il sindacalista – e torniamo al doppio canale. Immettiamo quindi in ruolo tutti i candidati risultati idonei nei concorsi ordinari e straordinari, stabilizziamo da Gps prima e seconda fascia, su sostegno e disciplina comune, organizzando corsi ad hoc per coloro che sono privi di specializzazione e abilitazione. Recuperiamo anche chi era stato immesso in ruolo con riserva salvo ritrovarsi licenziato dall’oggi al domani. La quinta Commissione Bilancio al Senato, che sta esaminando gli emendamenti al decreto Pnrr, è stata da noi informata sulle disposizioni da intraprendere. Non si dica poi – conclude Pacifico – che noi non l’avevamo detto”.
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Scuola: Impennata di docenti precari: in 7 anni da 100 mila a 225 mila
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 marzo 2023
Le politiche degli ultimi anni sul reclutamento degli insegnanti hanno prodotto un flop totale, arrivando a raddoppiare il numero dei supplenti annuali nelle scuole statali: i contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno o 31 agosto sono passati dai 100.277 posti del 2015/16 a 125.832 per continuare in un crescendo continuo fino ad arrivare ai 224.958 del 2021-22, cioè un più 224%”. Il dato ufficiale ed è contenuto nel Portale scuole del Ministero per il 2021/22, ripreso oggi da Tuttoscuola che definisce il sostanzioso incremento “un numero monstre di 225 mila, su un totale di circa 900 mila posti di docente assegnati”. Con la risposta dell’attuale ministero dell’Istruzione limitata ad “un piano di reclutamento per 70 mila posti di docenza per il 2024, di cui circa 20 mila per il prossimo settembre”, che “può essere visto solo come un primo passo”, perchè “ammesso che alla fine vengano tutti coperti da vincitori dei prossimi concorsi (come purtroppo non è avvenuto negli ultimi anni), copriranno meno di un terzo del fabbisogno”. La stampa specializzata, giustamente, ritiene che questa supplentite è alla base del “boom della discontinuità didattica”. “A farne le spese – scrive Tuttoscuola – saranno prima di tutto gli studenti, soprattutto quelli con disabilità: nell’anno scolastico in corso la percentuale di alunni con disabilità che si sono visti cambiare l’insegnante di sostegno è salita addirittura al 59%”, mentre “nel 2017, gli alunni con disabilità che avevano cambiato il docente di sostegno erano stati circa 100 mila, cioè il 43%. Il problema che si è venuto a delineare è serio: “in ogni caso – ricorda Tuttoscuola – il Ministero dell’istruzione deve muoversi rapidamente: il prossimo decreto dell’organico di diritto per il 2023-24, da definire di concerto con il ministero dell’Economia e Finanze, è atteso tra circa un mese. Se non si interverrà adeguatamente anche l’anno prossimo sarà funestato dallo tsunami che colpisce gli alunni e rende precaria la vita professionale di centinaia di migliaia di insegnanti”. Anche per l’Anief non c’è tempo da perdere. Sono soluzioni possibili già con l’attuale decreto Pnrr e i nostri parlamentari lo sanno bene, perché solo pochi giorni fa le abbiamo prospettate, sotto forma di emendamenti, nell’audizione tenuta con la delegazione Cisal in quinta Commissione Bilancio al Senato. La verità, abbiamo detto anche in quell’occasione, è che il problema della continuità didattica si risolve assumendo il personale in ruolo e non creando vincoli alla mobilità che negano solo il diritto alla famiglia”, conclude Pacifico.
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Scuola: Vincoli mobilità e reclutamento precari, trattativa con UE a buon punto
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 febbraio 2023
“La trattativa tra Governo e Commissione Europea sui temi afferenti alla scuola è a buon punto, in particolare sul reclutamento di 70.000 docenti entro il 31 dicembre 2024 e sulla mobilità dei docenti, temi entrambi strettamente legati al Pnrr e ai relativi fondi”. Ad annunciarlo, in data odierna, sono stati i parlamentari della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Cultura al Senato e Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera. I parlamentari hanno anche ricordato che “nella giornata di ieri il Governo ha approvato un ordine del giorno al Decreto Milleproroghe a prima firma Sasso, con cui appunto si impegna ‘a prevedere, nel prossimo provvedimento utile, un regime transitorio per le procedure di reclutamento dei docenti che consenta di soddisfare il target assunzionale previsto dal PNRR (target di 70 mila docenti) anche in deroga alle procedure di reclutamento disciplinate dal decreto legge n. 36/2022”. E “a prevedere, conseguentemente, un rinvio dell’applicazione della disciplina del vincolo alla mobilità dei docenti”.Su reclutamento e deroghe mobilità, in Parlamento qualcosa, dunque, si muove nella direzione chiesta da Anief. “L’ordine del giorno al Milleproroghe accolto sposa le richieste poste dal nostro sindacato al tavolo politico con il ministero dell’Istruzione e del Merito sul confronto con la Commissione UE – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e quindi la partita rimane aperta sulle opzioni presentate da Anief sul reclutamento da GPS, sulle deroghe ai vincoli della mobilità, sull’organico aggiuntivo, come pure sulle graduatorie concorsuali e i licenziamenti. Anche dopo il sì definitivo della Camera dei deputati al decreto Milleproroghe, lo abbiamo detto: non ci rassegniamo e riproponiamo tutto quello che è stato cassato perché entri nel decreto Pnrr, poiché le nostre richieste fanno il paio con le esigenze legate al Pnrr”, conclude Pacifico.
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Scuola: “Tutelare i precari e le professionalità. Senza risorse impossibile valorizzare”
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 febbraio 2023
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, dalla pagina personale Facebook, ha parlato in diretta “degli aggiornamenti su cosa è accaduto negli scorsi giorni durante gli incontri avuti sul reclutamento presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Spesso siamo anche stati in Senato per seguire il voto degli emendamenti al Decreto Milleproroghe”.Nel corso della diretta Pacifico ha parlato di reclutamento, di organico aggiuntivo, di mobilità, di contrattazione profili personale Ata, di contrattazione integrativa, di specializzazione all’estero alla luce del Decreto Milleproroghe e del Decreto PNRR.Per quanto riguarda il reclutamento, il leader Anief ha detto che “come sindacato abbiamo chiesto di trasformare a esaurimento le graduatorie di merito del concorso ordinario e straordinario bis. Abbiamo altre graduatorie a esaurimento e quindi è giusto che questi precari siano tenuti dento. Poi abbiamo la questione del doppio canale di reclutamento: stabilizzazione da I e II fascia delle Gps. Tutti stanno sposando la tesi che da sempre Anief sostiene e il ministero sta chiedendo proprio ciò. Chiediamo che dopo le Gae si assuma anche da I e II fascia. Il problema per chi si trova in seconda fascia è la mancanza di specializzazione, ma è importante puntare su questi precari e permettere loro di specializzarsi e abilitarsi. Chiediamo che siano tutti inglobati. Per passato”, ha concluso il presidente della giovane organizzazione sindacale. In chiusura il sindacalista autonomo ha invitato a partecipare ai seminari di legislazione scolastica.“Sappiano che il Decreto Pnrr sarà scritto entro dicembre. Noi chiediamo a gran voce – continua Pacifico – un organico aggiuntivo: stiamo pressando per creare un organico Pnrr, vogliamo convincere il ministro dell’economia a stanziare risorse che sommate ad altre risorse Pnrr portino alla realizzazione di questo personale in più. Altro tema è quello della mobilità: un emendamento è stato dichiarato improponibile, poiché l’Europa nel Pnrr aveva inserito una clausola per immobilizzare 3 o 5 anni con un vincolo i neoimmessi, al fine di favorire la continuità didattica. Noi vorremmo una deroga, intanto il ministero ha convocato un tavolo sul contratto integrativo; se si accettano le deroghe, verrebbero inseriti anche i casi di chi rimane immobilizzato. Per quanto concerne il tema della contrattazione per il personale Ata e Dsga, non si può parlare di valorizzazione senza risorse aggiuntive. Secondo Anief bisogna inserire risorse per cambiare i profili. Noi siamo per i fatti, non per le parole”. “Sul discorso del Concorso-corso abilitante: non è giusto che l’Italia non permette l’abilitazione, così come non è giusto non riconoscere il titolo conseguito all’estero.
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Scuola: Carta del docente anche ai precari
Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2023
La carta del docente da 500 euro annui va assegnata anche ai precari: lo ha ribadito il tribunale di Venezia accogliendo la domanda di un docente che ha svolto sei supplenze annuali, tra il 2017 e il 2022, senza ricevere il bonus per l’aggiornamento annuale. Il giudice ha stabilito che l’insegnante ha pieno diritto a ricevere i 3 mila euro negati nel corso degli anni, perché “il ricorrente ha svolto un’attività pienamente equiparabile a quella del personale di ruolo, protraendo l’attività per gli anni scolastici dal 2017 a tutt’oggi quasi sin dall’inizio dell’anno fino al termine delle lezioni. Né il Ministero ha allegato e provato ragioni concrete che smentiscano la sovrapponibilità delle mansioni della ricorrente a quelle svolte da dipendenti a tempo indeterminato aventi la medesima qualifica”.
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Scuola: “Su mobilità, graduatorie precari e organico aggiuntivo è ora di cambiare”
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 gennaio 2023
Sugli spostamenti del personale della scuola non si può andare avanti in questo modo: ogni anno vengono presentate più di 60.000 domande, ma purtroppo meno della metà è accolta pur in presenza di posti disponibili. Lo ha detto oggi, in una video-intervista all’Italpress, il presidente del sindacato Anief Marcello Pacifico. Il sindacalista ha ricordato che “ci sono tante urgenze e tanti problemi da affrontare subito, prima ancora di un prossimo decreto scuola sul Pnrr, quindi già con il decreto Milleproroghe” riuscendo ad approvare gli emendamenti proposti da Anief, ad iniziare dalla “proroga della deroga ai vincoli sulla mobilità che è un tema molto sentito”. Anief da tempo reputa che negare il diritto a ricongiungersi con la famiglia, se ci sono posti vacanti, rappresenta un danno enorme che rasenta l’autolesionismo. È di questi giorni la proposizione dell’ennesimo emendamento, al Milleproroghe, per cancellare il blocco: “non è accettabile – sostiene Pacifico – mantenere dei vincoli che non permettono di potere fare assegnazioni provvisorie e utilizzazioni e trasferimenti nonostante i posti siano vacanti e disponibili”.Il leader dell’Anief si è soffermato anche sul problema della gestione delle attuali graduatorie dei precari: “Certamente – ha detto Pacifico – è un altro tema che bisogna affrontare subito, perché anche quest’anno scolastico è iniziato con tantissimi precari, circa 218.000 precari, poi ci sono 400.000 supplenti con almeno 3 anni di servizio svolto. Certamente, noi riteniamo che le graduatorie dell’ultimo concorso ordinario debbano essere poste ad esaurimento”.In questa situazione di carenza di insegnanti, ha rimarcato il presidente Anief, “le graduatorie vanno prorogate almeno fino alla pubblicazione di quelle del nuovo concorso, che ancora non è ancora stato disciplinato. Come vanno utilizzate in pieno le graduatorie del concorso Straordinario bis, che in realtà sono state limitate solo a 12.000 posti: potrebbero benissimo essere invece utilizzate per assumere quei precari che hanno partecipato a tutte le procedure, anche a scorrimento laddove i posti delle immissioni in ruolo non vengono assegnati nemmeno per altre procedure concorsuali”. “Tra gli emendamenti essenziali c’è anche l’organico aggiuntivo: noi siamo più che convinti – ha continuato il sindacalista autonomo – che questa sia una norma più che giusta, che deve essere reiterata anche in questo nuovo anno scolastico. Senza il loro apporto, le scuole risultano in sofferenza, ancora di più con i progetti impegnativi del Pnrr. Speriamo quindi che venga approvato, con il parere favorevole delle Commissioni in Senato”. In caso contrario, avverte Pacifico, “se ne dovrà riparlare necessariamente i primi di febbraio, ma in un decreto legge aggiuntivo che finalmente ripristini l’organico aggiuntivo almeno per tutta la durata del Pnrr”.
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Lavoro: Serracchiani-De Maria, stabilizzare precari cultura
Posted by fidest press agency su venerdì, 20 gennaio 2023
“Bisogna stabilizzare le centinaia di lavoratori del Ministero della cultura rimasti senza incarico dal primo gennaio per il mancato rinnovo delle collaborazioni deciso dal Governo, e cui il ministro Sangiuliano non sta prestando la dovuta attenzione. Non è giusto rinunciare a figure di alta professionalità che da molti anni collaborano con il Ministero in forme precarie. In primo luogo dunque chiediamo la proroga di queste collaborazioni, reperendo le risorse finanziarie necessarie, come il Governo doveva fare già in sede di legge di bilancio e come chiediamo faccia nel Milleproroghe”. Così la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani assieme al collega dem Andrea De Maria, presentatore di un’interrogazione al Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano su Iniziative di competenza volte alla stabilizzazione di circa ottocento collaboratori del Ministero della Cultura. Per i due parlamentari “è giusto fare i concorsi, ma bisogna anche capire come queste figure possano stare dentro un percorso di stabilizzazione, definito, dal punto di vista normativo e legislativo, in maniera corretta e regolare”.
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Scuola: Docenti precari di nuovo in crescita
Posted by fidest press agency su venerdì, 9 dicembre 2022
La supplentite non si elimina da sola o con i concorsi lenti e disorganizzati: per cancellare il precariato cronico nella scuola pubblica italiana servono disposizioni per assorbire i docenti non di ruolo già formati che attendono da anni di essere stabilizzati. Per favorire questo processo, senza il quale il numero già record di supplenze annuali non potranno che aumentare, Anief chiede uno specifico emendamento al decreto legge n. 176 Aiuti quater con il quale si chiede la proroga della fase transitoria di reclutamento prevista dal decreto- legge 30 aprile 2022, n. 36 ripristinando la piena funzionalità dello storico doppio canale di reclutamento. A questo scopo, il giovane sindacato chiede una revisione della fase transitoria con l’utilizzo di tutte le Gps, non solo di sostegno, per il reclutamento nei ruoli anche del personale non ancora abilitato e specializzato, previo superamento di corsi universitari da attivare con urgenza.“La verità – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che per risolvere il problema dei docenti precari della scuola servono provvedimenti eccezionali. In questo modo, potremo anche rispondere al reclamo collettivo accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali n. 146/2017 e alla procedura d’infrazione 4231/2014 ancora oggi attiva. Il sindacato chiede quindi di assumere in ruolo attingendo dai posti comuni della prima fascia e alla seconda fascia delle GPS e permettendo l’assunzione nei ruoli previa conseguimento della abilitazione o specializzazione di tutto il personale precario, garantendo l’accesso per merito nella PA, dando così una risposta alla carenza di disponibilità per le immissioni in ruolo registrate negli ultimi anni, e favorendo la continuità didattica, peraltro con invarianza finanziaria”.
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Scuola: Emergenza precari, Anief chiede di affrontarla con la Legge di Bilancio 2023
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 dicembre 2022
Cancellazione del precariato e riforma del reclutamento: sono due impellenze che salverebbero la scuola italiana da guai e che si potrebbero affrontare da subito, con degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2023, appena “bollinata” e pronta per approdare alla Camera dove è attesa da una conversione in legge in tempi record per scongiurare l’esercizio provvisorio qualora si sconfinasse oltre il 31 dicembre: a farsi promotore dell’iniziativa è l’Anief, che plaude al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che solo ieri, durante la presentazione in Parlamento delle linee programmatiche del suo mandato a viale Trastevere, ha espresso la volontà di riformare il reclutamento degli insegnanti, considerati “il vero motore di tutta la comunità educante”. Il sindacalista autonomo ha ricordato anche che “esiste già una fase transitoria, che era stata pensata nel PNRR, ma solo per i posti di sostegno”, i docenti specializzati nella didattica rivolta agli alunni con disabilità. “Invece – ha concluso Pacifico – noi vogliamo utilizzarla anche su posti comuni e, certamente, sarà confermato nei ruoli solo chi, in seguito, conseguirà una abilitazione ed una specializzazione”.
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Scuola: Il ministero dell’Istruzione vuole cambiare le regole sull’assunzione dei precari
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 dicembre 2022
Rivedere la fase transitoria della gestione del precariato nella riforma di reclutamento degli insegnanti, vero motore di tutta la comunità educante: a dirlo in Parlamento è stato oggi il ministro dell’Istruzione e del Merito, nel corso della presentazione delle linee programmatiche del suo mandato a viale Trastevere. Anche secondo Anief è arrivato finalmente il momento di trovare una soluzione rispetto a quanto dallo stesso sindacato denunciato in Commissione europea e al Comitato europeo dei diritti sociali, nonché al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa dopo la sentenza ottenuta in Corte di Giustizia europea per contrastare la reiterazione gratuta dei contratti a termine. “In fase di conversione della Legge di Bilancio – annuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – presenteremo una proposta per fare assumere in ruolo decine di migliaia di precari oggi collocati nelle graduatorie per le supplenze, le cosiddette Gps: è una modalità di reclutamento di buon senso, praticabile, in linea con quanto chiede da anni l’Unione europea, senza sacrificare il merito. Assorbire il precariato raddoppiato negli ultimi sei anni – conclude il leader dell’Anief – è diventata un’operazione inevitabile e non più rinviabile, anche alla luce dei continui interventi legislativi che in Italia non solo non sono stati risolutivi ma hanno prodotto il record di precari nominati ogni anno”.
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Scuola: Carta del docente ai precari?
Posted by fidest press agency su venerdì, 18 novembre 2022
Gli insegnanti precari della scuola pubblica con contratto annuale hanno pieno diritto a vedersi riconosciuta la carta del docente da 500 euro per l’aggiornamento professionale: lo ha ribadito la seconda sezione Civile – Lavoro del Tribunale di Catania che ha chiesto, tramite i legali dell’Anief, nell’esaminare la richiesta di un insegnante precario di accedere alla card annuale così come previsto dall’art. 1 della Legge n. 107/2015 per il personale assunto a tempo indeterminato. La richiesta ha riguardato gli anni scolastici 2019/20, 2020/2021, 2021/22, durante i quali il docente è stato in servizio come supplente annuale senza vedersi assegnare i 500 euro e quindi aggiornandosi a proprie spese.Il magistrato del Tribunale catanese ha esaminato il caso giungendo alla conclusione di assegnare i 1.500 euro negati al docente nelle tre annualità svolte, perché è “indubitabile che la natura del lavoro svolto dai docenti a tempo determinato sia del tutto analoga a quella dei docenti di ruolo, eccezion fatta per la temporaneità dell’incarico, elemento, quest’ultimo, che però non può rilevare ai fini di escludere la dedotta discriminazione, come ha ricordato la Corte di Giustizia. Appare, inoltre, indubitabile che anche i docenti a tempo determinato abbiano il diritto-dovere di procedere all’aggiornamento professionale, essendo chiamati a svolgere le medesime funzioni dei docenti a tempo indeterminato, al fine del perseguimento dell’istruzione pubblica”. Inoltre, il magistrato a tenuto a ricordare che “l’interpretazione del diritto UE, che compete alla Corte di giustizia, ha dunque efficacia vincolante per tutte le autorità (giurisdizionali o amministrative) degli Stati membri”.Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “negare al personale precario la possibilità di formarsi durante l’esercizio della sua professione è una contraddizione insita nella stessa riforma della Buona Scuola, la legge 107, approvata nel 2015. È un limite che ha bene evidenziato la Corte di Giustizia europea e che adesso i giudici nazionali non possono non considerare. Ben venga, dunque, produrre ricorso al giudice con i legali Anief, così da recuperare il bonus annuale da 500 euro, con la possibilità di arrivare a 3 mila euro. Lo stesso vale per gli educatori, di ruolo e precari, su cui nei giorni passati si è espressa la Cassazione dando ragione anche in questo caso ai lavoratori che hanno prodotto ricorso con il patrocinio dell’Anief”.
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Scuola: Scatti di anzianità per i periodi di precariato
Posted by fidest press agency su venerdì, 11 novembre 2022
Ancora una sentenza che riconosce gli scatti di anzianità anche per il periodo di precariato. Stavolta ad emetterla è stato il Tribunale di Verona, sezione Lavoro, che ha trattato il ricorso di un docente di scuola secondaria “già assunto a tempo indeterminato, nel ruolo della scuola secondaria di I° grado con decorrenza giuridica ed economica 1.9.17, e con passaggio di ruolo nella scuola secondaria di II° grado con decorrenza 1.9.19” e “che ha svolto sin dall’a.s. 2006/07 vari incarichi di supplenza a tempo determinato con contratti annuali o fino al termine delle attività didattiche”. Il docente ha lamentato, in particolare, “dopo l’assunzione a tempo indeterminato” l’assegnazione dello “scatto 3/8 anni”. Esaminata la legge, il Ministero è stato condannato “al pagamento delle differenze retributive derivanti dal riconoscimento della progressione stipendiale”, specificando che si tratta “evidentemente di somme di natura retributiva e non risarcitoria, che maturano mese per mese”. Inoltre, ha detto il giudice “sulle differenze retributive dovute andrà riconosciuta la maggior somma tra gli interessi legali e la rivalutazione monetaria dal dì del dovuto fino al saldo”. Alla base della decisione, che ha prodotto l’assegnazione al docente di quasi 2.500 euro più interessi, il Tribunale veronese ha ricordato “i principi di diritto” che sono stati “precisati e ribaditi dalla Suprema Corte nella sentenza n.20918/19”, nella quale è stata esplicitata “l’affermazione del principio di diritto, richiamato in numerose pronunce successive (cfr. fra le più recenti Cass. nn. 28635, 26356, 26353, 6323 del 2018)”, in base al quale “la Corte è pervenuta sulla base delle indicazioni fornite dalla Corte di Giustizia, la quale da tempo ha affermato che: a) la clausola 4 dell’Accordo esclude in generale ed in termini non equivoci qualsiasi disparità di trattamento non obiettivamente giustificata nei confronti dei lavoratori a tempo determinato, sicché la stessa ha carattere incondizionato e può essere fatta valere dal singolo dinanzi al giudice nazionale, che ha l’obbligo di applicare il diritto dell’Unione e di tutelare i diritti che quest’ultimo attribuisce, disapplicando, se necessario, qualsiasi contraria disposizione del diritto interno”.
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Scuola: Niente Rpd ai precari con supplenza temporanea
Posted by fidest press agency su domenica, 16 ottobre 2022
Anche per le supplenze di pochi giorni i docenti hanno diritto ad avere in busta paga la Retribuzione professionale docente: l’ha ribadito il Tribunale del Lavoro di Parma, al quale una docente ha presentato ricorso tramite i legali dell’Anief, proprio per non avere ricevuto la Rpd nello stipendio, come invece avviene per il personale di ruolo e i colleghi precari con contratto annuale: alla docente, che aveva svolto supplenze “brevi” tra la fine del 2015 e l’estate del 2018, sono state assegnati oltre 3mila euro di rimborsi più interessi. Alla base della decisione, il giudice ha citato la citato l’art. 6 del D.Lgs. n. 368 del 2001 e poi dall’art. 7 del D.Lgs. n. 81 del 2015 “che armonizza la disciplina contrattuale con i principi inderogabili del diritto europeo”, nonché la Suprema Corte, secondo cui il compenso accessorio “al personale docente ed educativo” va assegnato “senza differenziazione alcuna” tra precari e immessi in ruolo: tutte considerazioni ritenute “pienamente condivisibili” e che “non vengono poste in discussione dalla successiva pronuncia della CGUE 20/9/2018 in causa C-466/17 (Motter)”.
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Scuola: Precari a vita
Posted by fidest press agency su sabato, 15 ottobre 2022
Rimane alta la percentuale di docenti e Ata precari. Anche perché molti di loro rimangono supplenti a vita. Dietro agli altissimi numeri del precariato, con quasi 200mila nomine annuali ormai “fisse”, ci sono le persone. Una di loro è Marcella Bianchini, supplente potremmo dire eterna, ormai da tre decenni consecutivi. La docente precaria, oggi 54enne, ha raccontato la sua storia a Orizzonte Scuola: ha iniziato a insegnare da laureanda in Scienze biologiche nelle scuole di formazione professionali. Per molti anni ha proseguito con l’insegnamento di anatomia, chimica, dermatologia, materie scientifiche, con contratti di collaborazione. “Ho sempre messo il lavoro prima di tutto, nonostante avessi difficoltà con tre figli. Sono una persona che non si risparmia. Forse però ho sbagliato” dice rammaricata. “Quando mi sono inserita nelle GPS – ha aggiunto – il mio punteggio era comunque basso perché il servizio non era stato prestato nella scuola pubblica, e questo è assurdo: se non insegni alla statale, non sei considerato un docente. Quest’anno il punteggio nelle GPS è errato, non mi è stato calcolato nemmeno il punteggio relativo alla laurea. Sono inserita per la A028 e la A050”.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda la sua denuncia di alcuni giorni fa, quando ha detto che “abbiamo la classe docente più vecchia del mondo, a causa della precarietà, con l’età media ormai degli immessi in ruolo è 45 anni. Più del 50% è sulla soglia dei 60 anni. Tuto questo è una patologia che ha come vittime i precari e gli alunni, che si vedono cambiare di continuo docenti. Noi non possiamo continuare a fare finta di nulla. Anche la gestione delle supplenze è diventata fortemente problematica: ci sono migliaia e migliaia di insegnanti supplenti che lamentano punteggi sbagliati, proposte di cattedre lontanissime, esclusioni dalle Mad e tanti altri errori che ci hanno spinto a chiedere accesso agli atti sull’algoritmo e a presentare apposito ricorsi per tutelare i loro diritti lesi”. “La verità – continua Pacifico – è che invece di sperare in una supplenza che non arriva, la maggior parte di questi supplenti, poiché ha superato da tempo i 36 mesi minimi per essere immessi in ruolo in modo automatico, avrebbe già dovuto avere una cattedra stabile. Per questi motivi, il nostro sindacato ha deciso di farli partecipare al reclamo collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali contro l’abuso di contratti a tempo determinato dello Stato italiano, ma anche chiesto il risarcimento danni per l’abuso delle supplenze a termine”.
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Scuola: Assunzioni precari, a rilento e pieni di errori per il nuovo algoritmo “impazzito”
Posted by fidest press agency su lunedì, 26 settembre 2022
Mentre il ministero dell’Istruzione continua a sostenere che tutti i docenti sono al loro posto e le supplenze si sono completate, tutte le scuole hanno riaperto battenti con almeno un docente su cinque mancante: le nomine procedono purtroppo a rilento e rimangono contrassegnate da errori derivanti da un algoritmo ancora una volta impazzito e quindi tutto da rivedere. Tanto che il sindacato ha predisposto appositi ricorsi per tutelare i tanti precari danneggiati dal sistema automatizzato di reclutamento che assegna cattedre a personale già di ruolo o comunque occupato, negandole ai primi in graduatoria per poi affidarle a neo laureati senza abilitazione. Inoltre, osserva la stampa specializzata, “alcune province hanno già esaurito le GPS e le scuole cominciano a convocare da graduatorie di istituto”. Anche quest’anno saranno stipulate non meno di 150mila supplenze annuali, oltre la metà delle quali su sostegno. Nel frattempo i numeri delle immissioni in ruolo sono a dir poco deludente: la metà delle 94mila assunzioni autorizzate sono andate “bruciate” e non certo perché mancano candidati. Anche i concorsi e le assunzioni a tempo indeterminato da Graduatorie provinciali risultano un fallimento: appena 14.642 da concorso Straordinario bis e dagli elenchi di sostegno delle GPS. Secondo Anief, sono enormi le responsabilità che hanno il Governo e l’amministrazione scolastica: il sindacato ha deciso di denunciarlo all’Unione europea. Peggio di così non si poteva fare: occorre subito avviare il doppio canale di reclutamento.“Quello che si consuma sui precari è uno scandalo per l’Italia, anche rispetto a quello che dice l’Europa – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, all’emittente radiofonica “Italia Stampa – : è uno scandalo che noi non possiamo che denunciarlo al Comitato europeo dei Diritti Sociali: chiunque può partecipare a questa denuncia. Noi vogliamo che il prossimo Governo e Parlamento finalmente risolvi questa situazione: non è possibile bandire per tre anni consecutivi diversi concorsi” e ritrovarsi peggio di prima. il leader del giovane sindacato ha ricordato che già è pendente una messa in mora dello Stato italiano da parte dell’UE per abuso dei contratti a termine: la stessa “Europa – conclude Pacifico – che ci chiede di attuare il doppio canale di reclutamento, dunque anche un canale riservato affinché a chi ogni anno viene assunto come supplente venga data anche la possibilità di essere immesso in ruolo”.
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Istruzione Pacifico (Anief): La scuola italiana è precaria
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 settembre 2022
“Siamo onorati – ha detto Pacifico – che la politica sia d’accordo con Anief sull’esigenza di far attuare delle azioni concrete al legislatore, che deve rilanciare la scuola e superare la sua precarietà. A partire dal doppio canale di reclutamento del personale: è emblematico che da oltre due anni si attendono invano i corsi di abilitazione. L’Europa, intanto, ha stanziato dei fondi straordinari anche per superare la precarietà: abbiamo un concorso Straordinario bis con pochissimi posti rispetti a quelli che andavano banditi, così il 90% dei candidati rimangono esclusi. Se il Senato non recepirà gli emendamenti siamo pronti a tornare in piazza, anche allo sciopero. Dobbiamo lottare per avere una scuola moderna oggi, con uguaglianza d’accesso, anche all’Università”. “L’obbligo scolastico – ha continuato il sindacalista autonomo – va portato a 18 anni, al completamento degli studenti della scuola italiana. Perché uno studente su tre non arriva al diploma”. Pacifico ha anche parlato di “libertà d’insegnamento, che con il Covid è stata svilita. Altro che lotta contro le diseguaglianze. Come pure va stipulato il prima possibile il contratto per cominciare ad allineare gli stipendi dei lavoratori della scuola alla media europea”. Pacifico ha aggiunto che “la scuola italiani ha bisogno di aiuto, progettualità, idee. E servono soldi: abbiamo quantificato che per coprire le priorità, a partire dall’adeguamento degli stipendi, occorrono 30 miliardi, praticamente una Legge Finanziaria”. Il leader dell’Anief ha concluso ricordando che “abbiamo un alunno ogni dieci alloglotto. Uno su dieci con sostegno. Un docente su cinque precario, un Ata su due supplente. Dobbiamo operare anche per loro, per non far venire meno i loro diritti”.
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