“Nei primi 6 mesi solo 150 mm di pioggia. Il Tevere prossimo ai valori minimi di portata di 100 mc/sec. Il Po è quasi nelle stesse condizioni”. E soggiunge Davoli dell’Università La Sapienza: “Le acque del Mar Mediterraneo si stanno riscaldando di 2-3°C in più rispetto al valor medio. Possibili perturbazioni cicloniche potenti tra fine Estate ed inizio Autunno. Fenomeni che su suoli asciutti per siccità ed ancor peggio se ricoperti dalla cenere degli incendi, potranno dare luogo a fenomeni di erosione del suolo estremamente intensi”.
“Le acque del Mar Mediterraneo si stanno riscaldando di 2-3°C in più rispetto al valore medio e ciò potrà favorire, verso la tarda estate-inizio autunno, (settembre – ottobre) la genesi di perturbazioni cicloniche potenti, in grado di provocare piogge violente e intense”. Lo ha dichiarato Lina Davoli docente di Geomorfologia dell’Università La Sapienza di Roma ed esponente dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia “Tali fenomeni, verificandosi su suoli asciutti per la prolungata siccità, o ancora peggio se ricoperti dalla cenere degli incendi e privi della copertura protettiva della vegetazione, potranno dare luogo a fenomeni di erosione del suolo estremamente intensi – ha proseguito Davoli – a causa dell’aumento della quantità e della velocità delle acque di ruscellamento superficiale. In aggiunta, si ritiene che possa aumentare considerevolmente anche il rischio di inondazioni fluviali, favorite dall’aumento della velocità delle acque dilavanti e dagli effetti nefasti degli incendi estivi”. Parla dunque la comunità scientifica italiana per spiegare i fenomeni in corso. Si tratta di ricercatori ed esponenti importanti del mondo accademico. Geologi – a Roma in 6 mesi solo 150 mm di pioggia. In 30 anni diminuzione del 13% delle precipitazioni. Interruzione idrica porterebbe eviterebbe l’abbassamento del Bracciano solo di 1 mm al giorno.
“L’interruzione dell’approvvigionamento idrico di Roma dal Lago di Bracciano eviterebbe l’abbassamento dei livelli del lago solo di un millimetro al giorno, mentre l’evaporazione ne causa anche 5 mm al giorno. Oggi Roma prende circa 14 mc/sec di acqua dalla falda acquifera che alimenta il Peschiera – ha dichiarato Maurizio Del Monte, docente di Geomorfologia dell’Università La Sapienza di Roma ed esponente dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia, ricercatori che conducono indagini sul Lago di Bracciano – e potrebbe arrivare a prenderne altri 5 o 6. Quella del Peschiera è una falda molto grande con una risorsa che durerebbe centinaia di anni.
Alla Stazione Meteorologica del Collegio Romano (Roma) nel periodo 1862- 2006 si sono registrati mediamente 795 mm di precipitazioni annue, distribuite essenzialmente in autunno-inverno. Si rileva una generale tendenza alla diminuzione delle precipitazioni. In particolare, confrontando gli ultimi 30 anni con la serie storica, viene confermata una diminuzione delle precipitazioni pari a circa il 13% in meno specialmente nei mesi di marzo, gennaio e maggio. Normalmente a Roma si registrano circa 300 mm di precipitazioni nei primi sei mesi dell’anno distribuiti in 50 giorni piovosi; nel 2017, nei primi 6 mesi sono stati registrati solamente 150 mm (in 18 g.p.), evidenziando questo anno come particolarmente anomalo. Premesso che, nell’Italia centro-meridionale, i mesi estivi risultano normalmente caldi e asciutti, si rileva che nei primi 7 mesi del 2017 sono state registrate frequentemente temperature sopra la media contemporaneamente a una drastica diminuzione delle piogge. Un periodo secco così prolungato ha comportato la riduzione della portata liquida dei principali corsi d’acqua italiani, quali il F.Po ed il F.Tevere, che allo stato attuale è prossimo ai valori minimi di portata (circa 100 mc/sec) ”.
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Del Monte, Geomorfologo La Sapienza: “A Roma in 30 anni precipitazioni diminuite del 13%”
Posted by fidest press agency su sabato, 29 luglio 2017
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Anbi Gargano: su siccità
Posted by fidest press agency su sabato, 14 Mag 2011
“La Lombardia, per prima, ma ormai l’intero Nord Italia lancia un segnale di preoccupazione per un calo di precipitazioni, nell’ultimo mese, dal 75 al 100% in un periodo importante per l’andamento colturale. A supplire, finora, c’è l’irrigazione anche se ciò si riflette sui costi produttivi agricoli; non è quindi ancora il tempo degli allarmi, ma quanto si sta registrando obbliga ad una riflessione, riproponendo la necessità, soprattutto nel Nord Italia, di una rinnovata “politica degli invasi”, capace di trattenere le acque quando ci sono, evitando gravi conseguenze idrogeologiche sui centri abitati, per poi utilizzarle nei periodi di siccità; si tratta delle cosiddette “casse di espansione”, ma anche di bacini medio-piccoli, collinari o di pianura e per i quali i Consorzi di bonifica dispongono di un ampio parco-progetti, solo in piccola parte finanziati. In questo momento, complessivamente, la situazione delle risorse irrigue del Paese non è preoccupante anche se i livelli del lago Maggiore e di quello di Como sono sotto le medie stagionali. Resta, però, in caso di carenti precipitazioni piovose, una grande incognita per il futuro, allorchè sulla risorsa acqua converranno, come già verificato in occasione di precedenti siccità, molteplici interessi, seppur la legge preveda, dopo quello umano, prioritario l’utilizzo agricolo. Ancora una volta, durante l’inverno, non abbiamo capitalizzato una risorsa naturale, trasformando anzi l’acqua da bene da difendere a bene da cui difenderci. E’ un paradosso di cui, purtroppo, continuiamo ad essere facili e poco ascoltati profeti.
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Tevere: protezione civile
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 dicembre 2010
Roma. «La riunione tecnica convocata questa mattina presso il Dipartimento della Protezione civile nazionale, ha confermato la piena collaborazione delle Istituzioni al fine di provvedere allo scambio delle informazioni necessarie a fronteggiare eventuali situazioni di criticità che potrebbero verificarsi nei territori delle aste fluviali di Tevere e Aniene. La situazione è in continua evoluzione: risente della portata delle precipitazioni che si sono verificate questa notte in Umbria e nell’alto Lazio, ma è condizionata soprattutto dalle precipitazioni che si attendono nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Alle ore 15.15 il Tevere ha raggiunto quota 10.50 metri a Ripetta e si attende un picco di piena nelle prime ore di domani mattina, con livelli intorno ai 12 metri. L’Aniene, invece, ha raggiunto 4.73 metri a Ponte Mammolo. La Protezione civile del Campidoglio ha schierato i propri operatori e 250 volontari lungo le aste fluviali e nei territori più a rischio per gestire eventuali situazioni di emergenza . Questa mattina abbiamo provveduto ad informare della situazione di allerta gli imprenditori della Tiburtina Valley e predisposto il posizionamento di 10 mila sacchetti di sabbia nei pressi del Fosso di Pratolungo, dove è già in funzione una batteria di idrovore da 10 metricubo al secondo. Altri piccoli allagamenti si sono verificati ad Ostia, dove invece sono intervenute le nostre squadre di operatori con le idrovore. Nelle prossime ore la Sala Operativa della Protezione civile del Campidoglio, monitorerà attentamente la situazione in collaborazione con gli organismi regionali, per gestire in modo coordinato eventuali emergenze. Lo stato di attenzione è confermato fino alla fine della settimana». Lo comunica tommaso Profeta, vicecapo di Gabinetto e direttore della Protezione civile di Roma Capitale
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Il maltempo accentua la fragilità idrogeologica italiana
Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 Mag 2009
Un tributo in vite umane, migliaia di persone evacuate, danni per centinaia di milioni di euro, stato d’emergenza per i territori colpiti, stato di calamità naturale per le campagne: queste, ancora una volta, le conseguenze di un’ondata di maltempo sul nostro Paese, un evento ormai ricorrente e le cui caratteristiche di intensità accentuano l’inadeguatezza della nostra rete idraulica. Alla violenza delle precipitazioni si sta aggiungendo, quest’anno, un numero di giorni piovosi superiore alla media (nel modenese, ad esempio, nei primi 120 giorni dell’anno è piovuto ben 53!) e che impedisce il completo prosciugarsi dei terreni, così come il ritorno al regolare deflusso delle acque. In questo quadro si inserisce l’indefesso lavoro dei Consorzi di bonifica che, unitamente alle altre strutture territorialmente preposte alle emergenze, hanno evitato che gli eventi atmosferici avessero conseguenze ben più gravi; in una situazione di conclamata insufficienza della rete di scolo delle acque, per la quale l’ANBI, da tempo, chiede il varo di un Piano straordinario di adeguamento e manutenzione, il costante lavoro delle idrovore che da giorni funzionano 24 ore su 24 ininterrottamente e l’attuarsi di esperte manovre idrauliche sono risultati determinanti nel risolvere situazioni di grave crisi. Territori importanti come quelli di Piacenza, Vicenza, Cremona, Pavia hanno rischiato l’alluvione, come pochi giorni prima era successo in Campania, in Puglia, in Molise, in Sicilia. Sul territorio è unanime il riconoscimento del ruolo svolto dai Consorzi di bonifica, rimasti l’unico presidio territoriale permanente e la cui esperienza è fondamentale per affrontare le emergenze, ma anche per programmare il futuro grazie ad un parco-progetti, immediatamente cantierabile, con positivi riflessi anche occupazionali e che viene riproposto, anche questa volta, a servizio del Paese. Servono, quindi, decise volontà politiche per sollecitare ulteriormente le quali, l’ANBI ricorda che negli ultimi 80 anni, in Italia, si sono registrati 5.400 alluvioni e 11.000 frane, coinvolgendo 70.000 persone e causando danni per 30.000 miliardi di euro nel solo ultimo ventennio. Attualmente, il 60% dei comuni è a rischio idrogeologico molto elevato; il 7,1% del territorio nazionale è classificato a potenziale rischio idrogeologico più alto, comprendendo tra l’altro, 7.791 chilometri quadrati di aree alluvionabili.
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