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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Posts Tagged ‘procedura’

Studio di riferimento per la procedura di gastroplastica verticale endoscopica

Posted by fidest press agency su venerdì, 28 ottobre 2022

Apollo Endosurgery, Inc. (“Apollo”) (NASDAQ:APEN), leader mondiale nella produzione di dispositivi medici minimamente invasivi per interventi gastrointestinali e bariatrici, ha annunciato la pubblicazione dello storico studio “Multi-center ESG Randomized Interventional Trial (MERIT)” su The Lancet. Sempre di più l’obesità si sta configurando come una vera e propria malattia cronica e la sua gestione richiede un approccio complesso e multidisciplinare. La chirurgia bariatrica risulta essere il trattamento di maggior successo, ma molti pazienti preferiscono evitare l’intervento a causa della sua natura invasiva e per il timore di eventuali complicanze.La gastroplastica verticale endoscopica (ESG) rappresenta oggi un’opzione meno invasiva per migliaia di pazienti affetti da obesità.L’ESG è una procedura senza incisioni che utilizza un sistema di sutura endoscopico (OverStitch®) volto a ridurre il volume dello stomaco e ritardarne lo svuotamento, ottenendo una perdita di peso duratura e clinicamente significativa.La sicurezza e l’efficacia sono state valutate dallo studio MERIT, uno studio clinico prospettico randomizzato multicentrico che ha coinvolto per 52 settimane 9 centri di gastroenterologia e chirurgia bariatrica statunitensi- tra cui la Mayo Clinic, l’Università del Texas a Houston e la Weill Cornell Medicine- e 152 soggetti con indice di massa corporea (IMC) ≥30 e ≤40 kg/m².I risultati principali per i pazienti sottoposti a ESG dimostrano: 49,2% di perdita di peso corporeo in eccesso (EWL) a 12 mesi dall’intervento nel gruppo di trattamento (vs. 3,2% di perdita di peso corporeo nel gruppo di controllo) 16,3% di perdita media di peso corporeo totale (TBWL) nel gruppo dei pazienti responder Il 68,3% dei pazienti responder ha mantenuto almeno il 25% di perdita di peso corporeo a 104 settimane dall’intervento Miglioramento della qualità di vita, dei comportamenti alimentari e della depressione In tre pazienti ESG (2,0%) si sono verificati eventi avversi gravi correlati al dispositivo o alla procedura, che sono stati tutti risolti e che non hanno richiesto cure intensive o interventi chirurgici. “Lo studio MERIT rivela finalmente l’importante opportunità offerta sia ai sanitari che eseguono la gastroplastica endoscopica, sia ai pazienti, di poter avere una procedura sicura ed efficace per il trattamento dell’obesità di I e di II grado- ha commentato Giovanni Galasso, Responsabile del servizio di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, Pineta Grande Hospital- Non solo, questa metodica ha un impatto davvero significativo su quelle che sono le comorbidità associate all’obesità- ipertensione, diabete, apnee del sonno, sindromi metaboliche, patologie oncologiche”. La pubblicazione dello studio MERIT su The Lancet si aggiunge a più di 250 pubblicazioni e abstract che riportano gli esiti di oltre 10.000 pazienti sottoposti a procedure ESG (3) ed è un risultato che arriva subito dopo un altro traguardo raggiunto dalle procedure di Apollo Endosurgery: l’autorizzazione De Novo della FDA. Il via libera dell’agenzia regolatoria statunitense, infatti, ha riguardato non solo Apollo ESG™, ma anche Apollo REVISE™, una procedura endoscopica per la revisione di un precedente bypass gastrico che, come ESG, può essere eseguita senza incisioni o cicatrici. Questi sono i primi e unici dispositivi autorizzati dalla FDA per la gastroplastica verticale endoscopica (ESG) e la chirurgia bariatrica endoscopica revisionale. Le procedure di chirurgia bariatrica di revisione sono oggi il segmento in più rapida crescita nel mercato della chirurgia bariatrica . “L’obesità è una malattia cronica, recidivante e degenerativa che affligge a livello mondiale una enorme quantità di pazienti di cui soltanto l’1% di questi arriva al tavolo operatorio, chirurgico o endoscopico – ha dichiarato Ivo Boškoski, MD, Phd, Assistant Professor di Gastroenterologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore – Centre for Endoscopic Research Therapeutics and Training (CERTT)- Quello che manca, ormai da molto tempo, sono le procedure endoscopiche mini-invasive per il trattamento dell’obesità. Al Policlinico Gemelli le stiamo eseguendo dal 2014 sotto forma di protocolli o approvazioni locali: siamo davvero felici che oggi sia arrivata l’approvazione FDA per la gastroplastica verticale endoscopica, e fiduciosi che questo apra presto la strada all’approvazione in Europa e in Italia. È importante notare come i pazienti che soffrono di un grado non alto di obesità richiedano comunque un trattamento poiché il paziente che oggi ha per esempio 31-32 come Indice di Massa Corporea, domani potrà avere 35, 36 e poi 40, con un forte impatto sul Sistema Sanitario Nazionale. Inoltre, il trattamento precoce dell’obesità, sia per via nutrizionale, sia per via endoscopica mininvasiva è particolarmente importante anche per prevenire le patologie degenerative che derivano proprio dall’ obesità”. By sito: http://www.apolloendo.com

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Italia: Agroalimentare e procedura d’infrazione

Posted by fidest press agency su sabato, 31 luglio 2021

La procedura di infrazione avviata dalla Commissione contro dodici Stati membri, tra cui l’Italia, solleva interrogativi ai quali il Governo è chiamato a dare una risposta motivata – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La Commissione si è attivata per la mancata ricezione delle norme Ue che vietano le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare.Chiediamo pertanto al ministro delle politiche Agricole Patuanelli di esporre nelle sedi deputate le ragioni del ritardo dell’Italia, indicando anche una strada per recuperare il terreno perduto e rimettersi in regola con la direttiva europea. Quest’ultima risale al 17 aprile 2019 e ha lo scopo di garantire tutti i produttori europei e i fornitori contro 16 pratiche commerciali scorrette esercitate dagli acquirenti della filiera alimentare. Se era inevitabile che la grave crisi sanitaria comportasse ritardi su tutti i fronti, è altrettanto vero che il settore agroalimentare italiano è ai primi posto in Europa per quantità e qualità delle produzioni e non può essere lasciato indietro. Non si possono infine ignorare le sanzioni che le procedure di infrazione aperte da Bruxelles comportano e il conseguente costo per l’erario – conclude Tiso.

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Scuola: Procedura straordinaria abilitante

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 giugno 2021

È trascorso ormai un anno dalla presentazione delle domande di partecipazione alla procedura straordinaria per consentire ai docenti con tre anni di servizio (di cui almeno uno prestato nella specifica classe di concorso) di conseguire la sospirata abilitazione. Tuttavia la macchina organizzativa non si è mai messa in moto né, ad oggi, il ministero ha fornito indicazioni sull’avvio effettivo della procedura.Una situazione di stallo incomprensibile visto che, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, è stato comunque possibile svolgere – seppure in più riprese – il concorso straordinario per l’immissione in ruolo nella secondaria e sono state avviate le procedure di svolgimento del concorso ordinario per le discipline STEM.“Il problema – osserva Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF – è che in questo modo si stanno danneggiando migliaia di docenti che, senza abilitazione, rimarranno tagliati fuori dalle immissioni in ruolo dalla prima fascia GPS previste dal Decreto Sostegni Bis. Un danno che, alla fine, colpirà la scuola nel suo complesso visto che se il decreto, come da noi chiesto, non estenderà anche alla seconda fascia la possibilità di aspirare al ruolo, le assunzioni a tempo indeterminato andranno inevitabilmente incontro all’ennesimo flop annunciato. Per questo – conclude Pacifico – non possiamo tollerare oltre l’inerzia del ministero e abbiamo deciso di rivolgerci alla giustizia perché la procedura sia immediatamente avviata”.

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Vicenda Kidiliz Group, impegnata in una procedura di concordato in Francia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 novembre 2020

In questi giorni si sono svolte udienze e incontri del Tribunale del commercio di Parigi in merito alla vicenda Kidiliz Group, impegnata in una procedura di concordato in Francia che coinvolge anche la filiale italiana del Gruppo; da quanto abbiamo appreso la maggior offerta tra quelle presentate che riguardavano anche l’Italia, è stata ritirata. Anche l’offerta complementare, principalmente interessata ai punti vendita francesi ma che includeva un ridotto numero di punti vendita italiani, sarà molto ridimensionata. Sembra che un nuovo investitore, il Gruppo Zucchi, sia subentrato in extremis con un’offerta che salvaguarderebbe però solo una cinquantina di negozi e circa 150 dipendenti. Questo significa che almeno 450 persone in tutta Italia sono a forte rischio di perdere il proprio posto di lavoro, sulle oltre 600 attualmente alle dipendenze di questa azienda di abbigliamento per bambini. Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno unitariamente chiesto all’azienda l’attivazione immediata della Cassa integrazione con causale Covid-19, viste anche le restrizioni di orario imposte dal recente Dpcm o comunque di altro ammortizzatore in grado di salvaguardare la continuità occupazionale e di reddito dei dipendenti. Al momento nessuna risposta è pervenuta dall’azienda e sembra peraltro che gli amministratori giudiziali, nominati dal Tribunale del Commercio di Parigi, non siano intenzionati ad aprire alcuna procedura parallela in Italia, se non alla conclusione di fatto della procedura francese. Tutto questo si sta volgendo nella più completa mancanza di informazioni e relazioni con le parti sindacali e le istituzioni italiane competenti: troviamo inaccettabile l’arroganza con cui il destino occupazionale di oltre 600 persone viene gestito a Parigi senza nessuna condivisione reale. Con la decisione di non aprire procedure parallele e di non coinvolgere il Ministero dello Sviluppo economico, si è di fatto deliberatamente limitata la possibilità di trovare, in tempi utili, altri potenziali investitori nel nostro Paese. Filcams, Fisascat e Uiltucs, che hanno proclamato lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale lo scorso 13 Ottobre, chiedono la convocazione urgente di un tavolo ai Ministeri competenti, Mise e Lavoro, e dichiarano fin da ora che in assenza di risposte sull’utilizzo degli ammortizzatori e in mancanza di un confronto per trovare tutti gli strumenti utili alla salvaguardia dei diritti e dell’occupazione delle lavoratrici Kidiliz, a rischio di licenziamento nel giro di poche settimane, procederanno all’indizione di uno sciopero nazionale già la prossima settimana.

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Preca Brummel chiede l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 settembre 2020

Preca Brummel, storica azienda di abbigliamento bambino, in seguito alla crisi generata dall’epidemiologia Coronavirus, chiede l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria allo scopo di preservare l’attività di impresa, salvaguardando l’occupazione e l’interesse di tutti i creditori. L’ammissione a questo strumento di salvaguardia consentirebbe all’azienda di finalizzare un piano di ristrutturazione volto a superare l’attuale congiuntura economica. “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte trasformazione nel comportamento dei consumatori, offrendo nuovi servizi integrati fra retail fisico e canale e-commerce, che agevolavano e semplificavano le modalità di acquisto, raggiungendo ottimi risultati- afferma Carola Prevosti, amministratore Unico. “E’ su questa linea, che Preca Brummel intende rivedere il modello di business, coinvolgendo anche il canale multimarca, patrimonio storico dell’azienda, sia in Italia che nei principali mercati esteri di riferimento.”Passione, qualità e amore sono sempre stati i valori che l’azienda ha voluto trasmettere ai propri consumatori, una storia di una famiglia che ha accompagnato nel percorso di crescita intere generazioni di clienti e dipendenti.

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Scuola: Procedura straordinaria per conseguire l’abilitazione per la scuola secondaria

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 aprile 2020

Rebus sul numero degli aspiranti che potrebbe superare il mezzo milione di unità, visti i numeri dichiarati dal ministro Azzolina alla rivista Orizzonte Scuola sulla consistenza degli iscritti nelle graduatorie di istituto di seconda interessati a conseguire un’ulteriore abilitazione, della terza fascia non abilitati e di quelli ad ogni modo lì non ancora inseriti con tre anni di servizio negli ultimi dieci anni e degli insegnanti di ruolo interessati ai passaggi ruolo. Senza parlare delle migliaia di esclusi che non potranno partecipare e di quelli che non conseguiranno i 42 punti necessari per superare la procedura. Per loro, il sindacato Anief è già pronto a raccogliere le pre-adesioni ai ricorsi.Saranno 60 i quesiti a risposta multipla da rispondere in 60 minuti, un terzo su competenze didattico/metodologiche e gli altri su competenze disciplinari relativi alla classe di concorso. La tassa sarà di 15 euro.Per accedere, bisogna avere tre annualità di servizio negli ultimi dieci anni nel sistema nazionale di istruzione (inclusi paritaria e iefp), anche su sostegno ma di cui uno specifico, ad eccezione degli insegnanti di ruolo cui è consentito l’accesso senza servizio specifico.Si potrà presentare domanda per una sola classe di concorso e una solta regione, ma chi partecipa alla procedura straordinaria di immissione in ruolo dove i quesiti sono 80 e la soglia di sbarramento è di 56 punti su 80 (rispetto alla presente che è di 42/60) potrà partecipare a entrambe ed essere ammesso, se non vincitore di uno dei 24 mila posti, negli elenchi finali non graduati recanti il possesso dell’abilitazione e compilati dall’ufficio scolastico regionale.Escluse le classi di concorso ad esaurimento quali A-29, A-66, B-01, B-29, B-30, B-31, B-32, B-33.Per gli ITP valgono le classi di concorso di cui al D.P.R. n. 19 del 14 febbraio 2016 come modificato dal D.M. n. 259 del 9 maggio 2017, e nello specifico allegato E per i posti dei licei musicali e coreutici e alle note 1-4 della relativa Tabella.

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Dirigenti scolastici: In settimana informativa ai sindacati sulla procedura di assunzione di 2.900 vincitori

Posted by fidest press agency su martedì, 23 luglio 2019

Dopo l’ordinanza ottenuta dai legali di Udir che ha sospeso la sentenza del Tar Lazio, saranno resi noti i contingenti autorizzati dal Mef tra i 1.500 e le 2.000 sedi di presidenza scoperte. Poi l’assegnazione nella regione in base a preferenze e punteggi. Il sindacato invita tutti a controllare i titoli e a ricorrere contro errori o dichiarazioni incomplete o addirittura false. Rimane il mistero sulla sorte degli eventuali idonei oltre il contingente ripreso dalla legge. Il 17 ottobre udienza pubblica in CdS dove è necessario che tutti gli interessarti si costituiscano.
Dunque settimana calda per la dirigenza scolastica per le immissioni in ruolo. Martedì 23 luglio ci sarà un incontro coi sindacati e l’informativa sulle modalità di assunzione dei neo dirigenti in base ai posti autorizzati dal MEF. Il 26 dovrebbe esserci la pubblicazione della graduatoria e dei posti per regione. Tramite il sistema Polis, i DS dovrebbero essere assegnati alle regioni seguendo l’ordine delle preferenza, sulla base del punteggio riportato nella graduatoria nazionale. I vincitori poi dovrebbero essere convocati dal Direttore Generale della regione a cui sono stati assegnati per scegliere la sede. In attesa di aggiornamenti, il sindacato ricorda che la segreteria nazionale è a disposizione per consulenza via mail, all’indirizzo segreteria@udir.it, e telefonica, al numero 091 7098362.

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Italia: la procedura per i disavanzi eccessivi non è più giustificata

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 luglio 2019

Oggi la Commissione ha preso atto dello sforzo fiscale aggiuntivo annunciato questa settimana dalle autorità italiane e ha concluso che si tratta di uno sforzo sufficientemente sostanziale da non proporre al Consiglio l’apertura in questa fase della procedura per i disavanzi eccessivi per la non conformità dell’Italia al criterio del debito.
Il 1° luglio il governo italiano ha adottato l’assestamento del bilancio per il 2019 e un decreto-legge, i quali includono una correzione per il 2019 per un importo di 7,6 miliardi di € o 0,42 % del PIL in termini nominali. Di conseguenza, si prevede che il disavanzo nominale dell’Italia raggiungerà il 2,04 % del PIL nel 2019 (rispetto al 2,5% nelle previsioni di primavera obiettivo sancito nel bilancio 2019 adottato dal Parlamento italiano. La correzione in termini strutturali è leggermente superiore, pari a 8,2 miliardi di € o 0,45 % del PIL, il che porta a un miglioramento del saldo strutturale di circa lo 0,2 % del PIL (rispetto a un deterioramento dello 0,2 % nelle previsioni di primavera 2019 della Commissione). La differenza rispetto all’importo nominale è dovuta alle entrate una tantum inferiori alle attese del condono fiscale per un importo di circa 0,6 miliardi di €, che peggiora l’obiettivo fiscale in termini nominali ma non in termini strutturali. Questi dati non tengono conto della flessibilità dello 0,18 % concessa in via preliminare all’Italia per “eventi inconsueti” connessi al crollo del ponte Morandi e ai rischi idrogeologici, che dovrà essere confermata ex post in base ai dati di consuntivo del 2019.
Tenendo conto delle disposizioni adottate il 1º luglio, si prevede una sostanziale conformità dell’Italia allo sforzo richiesto nel 2019 nel quadro del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, colmando lo scostamento dello 0,3 % del PIL stimato sulla base delle previsioni di primavera della Commissione. Inoltre, lo sforzo fiscale aggiuntivo compiuto dal governo per il 2019 è tale da compensare parzialmente anche il deterioramento del saldo strutturale registrato nel 2018. Infine, per quanto riguarda il 2020, il governo italiano ha ribadito l’impegno a conseguire un miglioramento strutturale in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita, in particolare mediante una nuova revisione della spesa e la revisione delle spese fiscali, nonché proiezioni migliori a politiche invariate che riflettono le tendenze favorevoli osservate finora nel 2019. Queste informazioni sono contenute in una lettera inviata il 2 luglio alla Commissione dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Economia e delle finanze, Giovanni Tria.
La Commissione continuerà a vigilare sull’effettiva attuazione del pacchetto: sorveglierà attentamente l’esecuzione del bilancio 2019 e valuterà la conformità del documento programmatico di bilancio 2020 al patto di stabilità e crescita. Inoltre, i progressi con le riforme strutturali contenute nelle raccomandazioni specifiche per paese saranno essenziali per assicurare la maggiore crescita e contribuire in tal modo alla riduzione del rapporto debito/PIL. La Commissione valuterà l’attuazione di queste riforme nel contesto del semestre europeo.

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Pesticidi: migliorare la procedura UE di autorizzazione

Posted by fidest press agency su sabato, 19 gennaio 2019

Strasburgo. I deputati propongono di rendere pubblici gli studi utilizzati nella procedura di autorizzazione di un pesticida, compresi tutti i dati e le informazioni a sostegno delle domande di autorizzazione. È una delle proposte contenute nella relazione finale, approvata con 526 a favore, 66 contrari e 72 astensioni, della commissione speciale sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi da parte dell’Unione, che ha esaminato la questione per un anno.Nel corso della procedura di autorizzazione, i richiedenti dovrebbero essere tenuti a registrare tutti gli studi regolamentari eseguiti in un registro pubblico e consentire un “periodo per le osservazioni”, che permetta di tener conto di tutte le informazioni pertinenti prima di prendere una decisione.I deputati ritengono che la valutazione successiva alla messa in vendita del pesticida dovrebbe essere rafforzata e che la Commissione europea dovrebbe svolgere uno studio epidemiologico sull’impatto reale dei prodotti fitosanitari sulla salute umana. Propongono inoltre di avviare un riesame sistematico di tutti gli studi disponibili sulla cancerogenicità del glifosato e fissare livelli massimi di residui per i suoli e le acque superficiali.Il Parlamento chiede poi alla Commissione di proporre nuove misure per proteggere i gruppi vulnerabili e vietare l’applicazione di pesticidi sulle lunghe distanze in prossimità di scuole, strutture per l’infanzia, campi da gioco, ospedali e case di cura.
La possibilità per i richiedenti di scegliere uno Stato membro relatore (RMS) per l’iter di approvazione di una sostanza pesticida presso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) è stata criticata perché considerata una pratica poco trasparente e potenzialmente in conflitto di interessi. Pertanto, i deputati chiedono che sia la Commissione ad assegnare la valutazione delle domande di rinnovo a uno Stato membro diverso da quello responsabile delle precedenti valutazioni.
I deputati sottolineano infine la necessità di garantire la responsabilità politica dell’adozione degli atti di esecuzione nell’ambito della cosiddetta “procedura di comitatologia”. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero quindi fornire resoconti dettagliati e rendere pubblici i loro voti.

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Il PE chiede alla Commissione di rivedere la procedura di nomina del Segretario generale

Posted by fidest press agency su sabato, 21 aprile 2018

Bruxelles. Per i deputati europei, la nomina di Selmayr è “un colpo di mano che ha forzato e forse anche oltrepassato i limiti previsti dalla legge”. Chiedono quindi di “riconsiderare la procedura di nomina del nuovo Segretario generale per dare ad altri possibili candidati all’interno dell’amministrazione pubblica europea l’opportunità di candidarsi”.Selmayr, finora Capo del gabinetto del Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, è stato nominato prima Vicesegretario generale e, nello stesso giorno, Segretario generale della Commissione. La procedura che ha portato alla nomina del Segretario generale, il principale funzionario della Commissione, è stata portata avanti in modo tale che nessun altro candidato potesse presentare domanda, dicono i deputati.La risoluzione invita tutte le Istituzioni dell’UE a coprire le posizioni vacanti mediante trasferimenti interni solo quando il personale sia stato adeguatamente informato e a preferire procedure aperte e trasparenti per selezionare i candidati più qualificati. “tutti i posti vacanti dovrebbero essere pubblicati, nell’interesse della trasparenza, dell’integrità e delle pari opportunità”, affermano i deputati.
Nel documento si invita pertanto la Commissione europea a rivedere la procedura per la nomina di alti funzionari entro la fine del 2018. Inoltre, i deputati vedono la necessità che la Commissione aggiorni le norme per garantire che il Segretario generale abbia un ruolo neutrale.
Il Parlamento chiede alla Commissione anche di “riconoscere che tale procedura e la relativa comunicazione ai media, al Parlamento europeo e all’opinione pubblica in generale hanno inciso negativamente sulla sua reputazione”. I deputati fanno infine riferimento a un’indagine in corso del Mediatore europeo sulla nomina, per verificare l’esistenza di eventuali casi di cattiva amministrazione.La risoluzione si basa su una serie di interrogazioni scritte dei deputati ai quali la Commissione europea ha già risposto, nonché un’audizione con Günther Oettinger, commissario europeo responsabile del bilancio e delle risorse umane. Il documento conclude il dibattito della tornata di marzo, quando vari deputati avevano affermato che la procedura utilizzata per la nomina di Selmayr a Segretario generale della Commissione dal 1° marzo mancava di integrità e trasparenza, posizione ribadita durante l’audizione con Oettinger.

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Il PE insiste sulla procedura “Spitzenkandidaten” per le prossime elezioni europee

Posted by fidest press agency su sabato, 3 marzo 2018

I deputati europei eleggeranno il nuovo Presidente della Commissione esclusivamente fra i candidati designati dai partiti politici europei prima delle elezioni del 2019.Gli europarlamentari hanno messo in guardia i governi dell’UE contro l’abbandono della cosiddetta procedura “Spitzenkandidaten” (i partiti europei che scelgono il candidato prima della tornata elettorale) per l’elezione del nuovo Presidente della Commissione europea, in un dibattito tenutosi mercoledì con il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans.
Durante la riunione informale del 23 febbraio, i leader dell’UE hanno dichiarato che, per le elezioni europee del 2019, non sarebbero stati vincolati dalla procedura Spitzenkididen nel momento di designare il loro candidato alla Presidenza della Commissione, che deve poi essere eletto dal Parlamento per entrare in carica.Questo metodo, utilizzato per la prima volta nel 2014 per selezionare l’attuale Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, consente ai partiti politici europei di nominare i propri candidati alla carica di Presidente della Commissione europea prima delle elezioni, collegando quindi la designazione al risultato elettorale.Durante lo stesso dibattito, i deputati hanno anche chiesto che il prossimo bilancio dell’UE a lungo termine, il quadro finanziario pluriennale (QFP), sia utilizzato in modo più efficace dopo il 2020 e di introdurre nuove risorse, come una tassa sulle transazioni finanziarie, per sostituire i contributi nazionali diretti.

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Procedure d’infrazione contro la Repubblica ceca, l’Ungheria e la Polonia

Posted by fidest press agency su sabato, 29 luglio 2017

europaNonostante i ripetuti inviti ad agire e l’avvio, lo scorso mese, di procedure di infrazione da parte della Commissione, i tre paesi continuano a violare i loro obblighi giuridici e trascurano gli impegni assunti nei confronti della Grecia, dell’Italia e di altri Stati membri.
Il 15 giugno 2017 la Commissione ha avviato procedure di infrazione contro la Repubblica ceca, l’Ungheria e la Polonia tramite l’invio di una lettera di costituzione in mora. Le risposte fornite non sono risultate soddisfacenti in quanto non indicavano che tali paesi avrebbero rapidamente iniziato le ricollocazioni nel loro territorio. Nessuno degli argomenti fatti valere — che si tratti della causa in corso contro il Consiglio, che non ha effetto sospensivo, della solidarietà mostrata con altri mezzi oppure delle difficoltà nell’effettuare i controlli di sicurezza — giustificano il mancato impegno a mettere a disposizione posti. Per questo motivo la Commissione ha deciso di passare alla fase successiva della procedura di infrazione. Le decisioni del Consiglio impongono agli Stati membri di impegnarsi a mettere a disposizione posti per la ricollocazione ogni tre mesi al fine di garantire una procedura di ricollocazione rapida e ordinata. L’Ungheria non ha ricollocato nessuno da quando è stato avviato il meccanismo di ricollocazione mentre la Polonia non ha effettuato alcuna ricollocazione né preso alcun impegno dal dicembre 2015. La Repubblica ceca, dal canto suo, non ha effettuato alcuna ricollocazione dall’agosto 2016 e non ha assunto nuovi impegni da oltre un anno.Il parere motivato costituisce la seconda fase della procedura di infrazione e consiste in una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’UE, con l’invito agli Stati membri interessati a comunicare alla Commissione, entro un determinato periodo, le misure prese a tal fine. Poiché le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione sono state adottate in risposta a una situazione di emergenza e alla luce dei ripetuti solleciti ai tre Stati membri, le autorità della Repubblica ceca, dell’Ungheria e della Polonia devono rispondere al parere motivato entro un mese, anziché entro il consueto termine di due mesi. Se non rispondono o se le osservazioni presentate nella risposta non sono soddisfacenti, la Commissione può decidere di passare alla fase successiva della procedura di infrazione e adire la Corte di giustizia dell’Unione europea.Con il meccanismo temporaneo di ricollocazione di emergenza, istituito nel settembre 2015 da due decisioni del Consiglio, gli Stati membri si sono impegnati a ricollocare le persone bisognose di protezione internazionale dall’Italia e dalla Grecia. La Commissione riferisce periodicamente sull’attuazione delle due decisioni del Consiglio tramite le relazioni periodiche sulla ricollocazione e il reinsediamento, che usa per chiedere di intraprendere le misure necessarie. Come indicato nell’odierna 14ª relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento, il ritmo della ricollocazione è notevolmente aumentato nel 2017 e dal novembre 2016 il numero di trasferimenti è salito a oltre 1 000 al mese, con un nuovo record di oltre 3 000 trasferimenti nel giugno 2017. Al 26 luglio il numero totale di ricollocazioni è pari a 24 676 (16 803 dalla Grecia e 7 873 dall’Italia).

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Dieselgate, Commissione UE ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 19 Maggio 2017

dieselDopo le accuse dell’agenzia per la protezione ambientale americana sulla violazione delle norme sulle emissioni il 15 marzo anche la Commissione UE ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia, accusata di aver violato le norme europee sull’omologazione degli autoveicoli, in particolare per quanto riguarda le emissioni. Roma ha due mesi di tempo per chiarire se su alcune auto di Fiat Chrysler Automobiles (FCA), in particolare sul modello FIAT 500X, siano state usate tecnologie illegali per “truccare” le emissioni o se siano stati adottati rimedi per le auto in circolazione. In base alle regole europee, infatti, spetta alle autorità nazionali verificare se un tipo di automobile soddisfa le norme (prima di essere venduta). Se un costruttore di auto viola le norme, le autorità nazionali devono adottare misure correttive (come un richiamo) e applicare sanzioni (proporzionate e dissuasive). Il caso in questione si riferisce al processo di mediazione tra Italia e Germania, richiesto dal Ministero dei Trasporti tedesco nel settembre 2016 sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte dal modello Fiat 500X, omologato dall’Italia. L’ipotesi su cui lavora la commissione europea è che sia stata compiuta una frode ai danni dei consumatori montando software truccati sulle vetture prodotte dalla casa automobilistica. FCA era entrata in precedenza nel mirino delle autorità statunitensi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per alcuni dei suoi veicoli sui quali sarebbe stato montato il software che consente emissioni diesel più alte degli standard.

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Socialdemocratici e Popolari sacrificano ai tatticismi la tutela dei cittadini europei

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 luglio 2015

parlamento europeoCon una forzatura procedurale il Presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Shulz, dichiara decaduto l’emendamento 40, l’unico che avrebbe permesso di far esprimere l’aula sull’arbitrato internazionale, su cui il gruppo socialdemocratico si era spaccato. Con un gioco di cavilli, l’Europarlamento evita lo scontro sull’ISDS salvando il testo originale e la tenuta dei socialdemocratici, che si sarebbero spaccati pesantemente su un argomento tanto problematico.
Tutti gli emendamenti della società civile vengono sacrificati all’altare del grande compromesso Popolare – Socialdemocratico, nella peggiore tradizione europea delle Grandi coalizioni, garantendo così una cornice flessibile e assolutamente non problematica né vincolante alla Commissione europea, che potrà continuare esattamente come prima a negoziare con gli Stati Uniti un accordo a favore di pochi. Salta l’emendamento sulla Human Rights Clause, che avrebbe anteposto la tutela vincolante dei diritti umani rispetto alle dinamiche di mercato. Resta un capitolo sullo sviluppo sostenibile solamente consultivo senza nessuno strumento impositivo. Viene bocciata la lista positiva per i servizi pubblici, che avrebbe permesso di scrivere nero su bianco i servizi che si vogliono mettere sul mercato, salvaguardando quelli non elencati. Viene bocciata la possibilità di inserire il riferimento a settori sensibili da escludere dal negoziato, come dovrebbe avvenire per alcune produzioni agricole, fortemente a rischio di estinzione.Salta soprattutto la possibilità di escludere l’ISDS, l’arbitrato internazionale tanto deprecato dai più, sostituito con una proposta generica su un meccanismo pubblico che risponderà, comunque, all’esigenza di far diventare leggi vincolanti (perchè imporranno sanzioni economiche) delle norme di mercato, ritornando alla Lex Mercatoria medioevale.”Una brutta pagina per le nostre istituzioni europee” sottolinea Elena Mazzoni, coordinatrice della Campagna Stop TTIP Italia, “la forzatura compiuta dal Presidente Schulz e avallata da socialdemocratici e popolari impedisce di trovare alternative a un compromesso al ribasso, insostenibile e assolutamente inaccettabile. Tuttavia i 241 voti contrari dimostrano come buona parte del Parlamento Europeo non abbia voluto rendersi complice di questo colpo di mano. Come Campagna continueremo, ora come non mai, a smascherare questo tentativo surrettizio di far passare come politica per il bene comune un trattato che parla ai soliti noti. Del resto, il senso della discussione che si è svolta ieri ha dimostrato che le posizioni di Stop TTIP Italia si basano su dati di realtà, e non su miti come ha voluto far credere il viceministro Carlo Calenda e la Commissione europea”.”Il Parlamento europeo ha perso una grande occasione per far valere le proprie prerogative” aggiunge Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, “non sono stati presi in considerazione i quasi due milioni e mezzo di cittadini che chiedevano ascolto, né le centinaia di organizzazioni, da Slow Food ai Sindacati europei per arrivare alle ACLI che chiedevano un ripensamento. In ogni caso, una cosa è certa: avendo votato l’emendamento di compromesso sull’arbitrato, e seguendo pedestremente le dichiarazioni di Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D, l’ISDS dovrebbe essere superato. Se così fosse, che si riapra il capitolo investimenti e si metta mano all’ISDS dell’accordo con il Canada e quello con Singapore. Forse a Pittella sfugge che con il CETA un’impresa statunitense potrà comunque fare causa a un Governo europeo, utilizzando una sua sussidiaria canadese. Se la politica è linearità e coerenza, i Socialdemocratici dimostrino di fare politica”. La Campagna Stop TTIP Italia parteciperà la prossima settimana al meeting di strategia delle reti Stop TTIP europee e statunitensi a Bruxelles, in vista della grande mobilitazione di ottobre che mobiliterà migliaia di persone per opporsi al negoziato TTIP e alla ratifica del trattato CETA, recentemente concluso con il Canada.

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Locazione immobili e certificazione energetica

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 novembre 2013

Italian houses

Italian houses (Photo credit: tristanf)

Dal 6 Giugno 2013 e’ obbligatorio allegare ai nuovi contratti di compravendita immobiliare e di locazione l’Attestazione di Prestazione Energetica (APE), un documento che certifica il fabbisogno energetico dell’immobile, ovvero i suoi consumi energetici suddivisi, come avviene per gli elettrodomestici, in categorie che vanno dalla A+ (migliore prestazione, consumi piu’ bassi) alla G (peggiore prestazione, consumi piu’ alti). La mancanza di questo allegato determina la nullità dell’atto e l’applicazione di sanzioni.
Un obbligo accolto con molte polemiche, pur se obiettivamente inevitabile perche’ prevista da dettami europei (Direttiva 2010/31/UE) a fronte dei quali l’Italia, inadempiente, è stata oggetto di una procedura europea di infrazione e di una condanna della Corte di Giustizia europea. La norma, pero’, ha lasciato scoperti alcuni aspetti pratici sui quali sono intervenuti vari chiarimenti tra cui una risoluzione dell’Agenzia delle entrate (n.83/E del 22/11/2013) che entra nel merito della registrazione dei contratti di affitto:
– l’obbligo di allegare l’APE NON riguarda il momento della registrazione del contratto, che puo’ avvenire anche senza attestazione energetica e senza che scattino le conseguenze previste dalla legge (nullita’ del contratto e sanzioni).
In realta’ una conseguenza c’e’ ed e’ di natura economica. Se si registra il contratto con tutti gli allegati, compresa l’attestazione energetica (APE), viene pagata l’imposta solo sul contratto, poiche’ gli allegati ne sono esentati per legge. Se invece si registra l’APE in un momento successivo, si dovra’ pagare l’imposta di registro in misura fissa (168 euro), non potendo piu’ parlare di allegato ma di documento a se’. Ma se la registrazione del contratto e’ avvenuta telematicamente, gli allegati, APE compresa, sarannoconsegnati in un momento successivo e quindi la loro registrazione -chiesta esibendo l’attestazione di registrazione rilasciata dal sistema telematico- e’ gratuita.
– all’atto della registrazione può essere allegata una copia semplice dell’APE senza alcun bollo. Quest’ultimo e’ dovuto, nella misura di 16 euro per ogni foglio, solo se si allega una copia dichiarata conforme da un pubblico ufficiale.
Ciò conferma che per rispettare l’obbligo di legge l’APE deve essere consegnata al locatario nel momento stesso in cui questi stipula il contratto di affitto. In caso contrario questo contratto sarebbe nullo o sanzionabile.Fatta la norma -e la circolare di chiarimenti- c’e’ sempre un’anomalia: se l’APE non viene consegnata al momento della stipula del contratto e neanche allegata alla registrazione dello stesso (registrazione valida anche se il contratto non e’ come dovrebbe essere), come emergono i contratti irregolari, l’annullabilita’ degli stessi e le relative sanzioni? Tutto cio’ ci fa sembrare la norma molto debole e incerta, e, come si sa, e’ proprio nell’incertezza che si infila la malafede. Qual è il senso di questo obbligo relativamente ai contratti di affitto? Si rinnova un andazzo italico: c’e’ la disposizione europea, siamo in ritardo e si viene “bacchettati”, si pasticcia quindi in fretta e furia una norma di adeguamento che pero’ risulta incerta nella sua applicazione. E poi, ciliegina sulla torta, si pensa subito a come modificarla (*).
Ma non era meglio fare qualcosa di piu’ chiaro e semplice? Se l’intento era una sorta di censimento dello stato energetico degli edifici, non si poteva semplicemente obbligare i proprietari a presentare la certificazione al catasto, cosi’ da renderla visionabile a chiunque fosse interessato all’immobile, potenziale compratore o inquilino che fosse? Una norma cosi’, secondo noi, avrebbe soddisfatto anche l’UE.

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Nel diabetico, meglio la chirurgia dell’angioplastica

Posted by fidest press agency su martedì, 12 febbraio 2013

I pazienti con diabete e arteriopatie diffuse stanno meglio (e costano meno) quando vengono rivascolarizzati chirurgicamente con by-pass rispetto a quando si usa l’angioplastica percutanea. Non solo: la “vecchia” tecnica, apparentemente più invasiva, risulta avere un migliore profilo di costo-efficacia. Lo dimostra Freedom, uno studio pubblicato su Circulation e condotto su 1.900 pazienti con diabete e arteriopatie diffuse, sottoposti in modo randomizzato a uno dei due interventi in esame. Il follow-up è durato 5 anni (dal 20 05 al 2010) ma i risultati sono stati utilizzati per ottenere, con l’aiuto di apposito programma, una proiezione di costo-efficacia sulla durata della vita ipotizzabile in base ai dati epidemiologici e ai costi sanitari statunitensi. «Benché il costo iniziale della chirurgia sia più alto di quello dell’angioplastica, soprattutto per via dei giorni di ricovero, il follow-up a cinque anni suggerisce che i miglioramenti clinici associati alla procedura più invasiva portino a una riduzione dei costi a lungo termine» spiega Elizabeth A. Magnuson, cardiologa del Saint Luke’s mid America heart institute di Kansas City che ha coordinato un ampio gruppo di ricercatori. Ad alzare i costi dell’angioplastica è la necessità di ripetere frequentemente la procedura negli anni successivi. Nonostante ciò, se si tiene conto dei calcoli a cinque anni, questa procedura rimane più conveniente. È la proiezione sulla totalità della vita a ribaltare l’esito dell’analisi, con guadagni sostanziali sia nell’aspettativa di vita sia nella qualità di vita per anno guadagnato a favore della chirurgia. Non solo si risparmiano circa 10.000 dollari l’anno per tutta la durata della vita del paziente, ma anche la qualità della sopravvivenza è migliore. «Questo studio fornisce dati consistenti con quelli precedenti, in particolare per quanto riguarda il rapporto di costo-efficacia dell’angioplastica nei 12 mesi post intervento» spiega l’esperta. «Benché vi sia un aumento dell’uso dell’angioplastica in molti Paesi, anche perché i pazienti tendono a preferirla per la minore invasività, il risultato non ci sorprende e dovrebbe far riflettere sull’organizzazione del trattamento dei disturbi vascolari nei pazienti diabetici».(fonte cardiologia33)

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Procedura di registrazione semplificata dei medicinali omeopatici

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 gennaio 2012

Dichiarazione senatrice Emanuela Baio sulla mozione relativa alla procedura di registrazione semplificata dei medicinali omeopatici. “In un momento di revisione dell’impianto di Welfare è fondamentale rendere accessibili ai nostri cittadini quei medicinali omeopatici che per il relativo dosaggio e grado di diluizione, sono privi di controindicazioni terapeutiche. Accessibilità che oggi in Italia è ancora carente. Serve, infatti, semplificare la procedura per la registrazione e la messa in commercio di questi farmaci, così come previsto non solo da una direttiva europea, ma già attuato in alcuni Paesi della stessa Unione. Parallelamente, è logico che la stessa procedura si applichi a quei farmaci omeopatici già in commercio al 6 giugno 1995 che hanno dimostrato efficacia terapeutica e un profilo di massima sicurezza. Non si sono infatti riscontrate complicanze derivanti dall’assunzione di questi farmaci, così come non si è registrato il ritiro dal mercato di nessuno di essi. Questo processo di semplificazione è previsto, come accennato, dalla direttiva UE del 2001, n. 83. Da allora sono trascorsi 10 anni e il processo è non solo lento, ma rischia di essere anche lacunoso. Le linee guida emanate dall’Agenzia Italia del Farmaco chiedono infatti requisiti aggiuntivi di sicurezza, che hanno ragione di esistere per i “farmaci etici”, ma che nel caso dei low dose non presentano nessuna giustificazione di carattere scientifico. È proprio per superare questo empasse che ho proposto, insieme a 32 colleghi di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, una mozione che impegna il Governo ad affrontare e risolvere questo annoso problema. E come ricordava il grande filosofo greco Aristotele, l’auctoritas per eccellenza, “La speranza è un sogno ad occhi aperti.”

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Mediazione in materia tributaria

Posted by fidest press agency su domenica, 3 luglio 2011

Dal 1° gennaio 2012, parte la mediazione anche in materia tributaria nel senso che un cittadino prima di adire il normale contenzioso, per le controversie inferiori ai 20.000 euro e relative ad atti emessi dall’agenzia delle Entrate, dovrà preventivamente presentare «avvio di procedura conciliativa». Dunque, tutela di diritti disponibili di un cittadino attraverso la mediazione nei confronti di un’amministrazione pubblica. Questi diritti – dice Pecoraro – debbono essere “mediati” da organismi di conciliazione iscritti nel registro del ministero di Giustizia con conciliatori altamente specializzati nel settore tributario. L’avvio di procedura conciliativa non può essere affidata o risolta da funzionario, anche se di ufficio diverso, appartenente comunque alla stessa direzione. L’attività di mediazione, così come concepita farebbe la stessa fi! ne di quello “dell’autotuitela”. E’ difficile da parte di una direzione che ha emesso l’atto ammettere di averlo emesso erroneamente. Il cittadino si troverebbe comunque e sempre in una posizione di debolezza nei confronti del fisco. Ecco perchè è necessario che la controversia amministrativa insorta, prima della proposizione del ricorso, debba essere risolta da un soggetto terzo, iimparzialle e neutrale designato da un organismo di conciliazione. L’Associazione Nazionale per l’Arbitrato & la Conciliazione (A.N.P.A.R.) –, senza scopo di lucro – l’unica ad aver acquisito il diritto ai sensi dell’art. 26 d.lgs. 26/2007 art 2 comma 2, di essere “sentita”, ai fini delle elaborazioni di piattaforme comuni, proposte da altri Stati membri, in materia di mediazione/conciliazione, ove partecipa il ministero di Giustizia, come sempre farà “sentire” la sua voce oltre che ai ministri interessati anche nelle sedi opportune U.E.

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Poste: domande di conciliazione

Posted by fidest press agency su sabato, 18 giugno 2011

Al via il Tavolo di Conciliazione. Poste Italiane ha definito d’intesa con le Associazioni dei consumatori modalità e tempi per la presentazione delle domande di conciliazione per il rimborso a favore dei cittadini che hanno subito danni a causa dei problemi informatici avvenuti nei giorni scorsi negli uffici postali. La procedura di conciliazione sarà gratuita. L’azienda ha confermato ai rappresentanti dei consumatori la propria volontà di riconoscere un rimborso a tutti coloro che abbiano subito un danno documentabile tra il 1° e il 10 giugno. Poste Italiane e le Associazioni hanno fissato i termini di presentazione delle domande di conciliazione: i cittadini potranno richiedere il rimborso a partire dal 1° luglio fino al 31 dicembre prossimi consegnando le domande direttamente negli uffici postali o presso le Associazioni dei consumatori. I moduli saranno a disposizione negli uffici postali, presso le sedi delle associazioni e potranno essere scaricati dal sito http://www.poste.it. e da quelli delle stesse associazioni. Le richieste saranno poi valutate caso per caso al tavolo di Conciliazione che sarà composto da un rappresentante dell’azienda e dal rappresentante dell’Associazioni scelta dal cliente. Al termine del dibattito, Poste Italiane ha preso atto delle richieste presentate dalle Associazioni dei consumatori e si è offerta di formulare una serie di proposte da riservare ai pensionati come ulteriore gesto di attenzione dell’azienda verso questa fascia di clientela. Le associazioni che hanno siglato l’accordo sono:
Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Arco, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori.

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PDL, Santori: avanti con primarie

Posted by fidest press agency su domenica, 5 giugno 2011

“Avanti con le primarie per non far implodere il partito al soffio delle correnti, come accadde alla Dc. Le ultime elezioni amministrative e le dinamiche di questi ultimi tempi evidenziano la flessione dei partiti tradizionali e un clima di sfiducia verso la politica che sembra sempre più inarrestabile. Il sistema delle primarie rappresenta senz’altro una prima proposta per arginare questo allontanamento dei cittadini dalla politica, una strada da percorrere anche a costo di ottenere una procedura non perfetta nella definizione della rappresentanza interna al PDL” – lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere del Pdl di Roma Capitale. “E’ necessario che il PDL torni a fare i conti con il territorio e con i suoi rappresentanti, attraverso un puntuale screening delle professioni che abbiamo all’interno delle nostre strutture, valorizzandole e formandole con progetti specifici. Le primarie serviranno certamente a far valere le ragioni del territorio, a far emergere il patrimonio di idee, progetti e uomini che lo caratterizza e di cui mai nessuno sembra essersene accorto, perché arroccato nelle proprie stanze del potere. Le primarie sono l’unica soluzione per ridare dignità al partito, basta candidati calati dall’alto, altrimenti i “signor si” della politica non avranno remore a tradire il proprio elettorato per seguire il “capataz” di turno. Fli docet”. conclude Santori.

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