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Petrolio e crypto: quali prospettive per il 2023

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 aprile 2023

Le recenti crisi bancarie hanno proiettato il mondo finanziario in un periodo di grande incertezza. E mentre le Banche Centrali sono alla ricerca di soluzioni in grado di riportare alla stabilità, il settore delle criptovalute spera in un mercato rialzista dell’altcoin e la forte correlazione tra speculazioni e prezzo del petrolio fa sperare in un rialzo. Di seguito l’analisi di XTB, fintech internazionale e uno dei maggiori broker FX e CFD quotati in borsa al mondo. Le agenzie governative statunitensi hanno messo in guardia su potenziali violazioni del tetto massimo del prezzo del petrolio russo. Attualmente, la domanda di petrolio potrebbe essere gonfiata da prezzi relativamente più bassi e da un’offerta disponibile limitata. Le scorte comparative sono diminuite di recente ma non a livelli estremi. Inoltre, gli inventari comparativi hanno fornito segnali contrastanti al mercato petrolifero quando il greggio è stato scambiato a prezzi più bassi, anche adi sotto dei 40 dollari al barile. Attualmente, è più di $ 80 al barile. La storia mostra che potremmo assistere a uno scenario simile a quello del periodo 2011-2014, quando il prezzo è rimbalzato su una media di 5 anni ma allo stesso tempo non si è discostato dalla media di 1 anno di più di 2 deviazioni standard” ha sottolineato Walid Koudmani, Chief Market Analyst di XTB: “Il numero di posizioni Short aperte sul petrolio è diminuito significativamente nelle ultime settimane, il che ha portato a un aumento del posizionamento netto al livello più alto da febbraio. La correlazione tra posizionamento speculativo e prezzo è stata molto forte di recente; quindi, ci si può aspettare che i prezzi salgano una volta che il numero di posizioni Long inizia a risalire.” Il 2023 è stato finora un anno di grande crescita per Bitcoin (BTC), la criptovaluta più preziosa al mondo. Dopo un 2022 estremamente difficile, il prezzo di Bitcoin è aumentato di oltre l’80%, tuttavia nelle ultime settimane, scendendo sotto i 30.000 dollari, ha reso altalenante l’umore del mercato delle criptovalute. D’altra parte, i ribassi potrebbero rivelarsi “necessari” affinché i capitali inizino a fluire verso altri progetti. Storicamente, le criptovalute più piccole sono salite più spesso quando il prezzo di BTC si stava consolidando dopo i precedenti aumenti dinamici. Inoltre, l’ascesa di ETH potrebbe portare a una “primavera” dei progetti “tech-crypto”. La situazione è sorprendente perché il mercato si aspettava che dopo l’aggiornamento di Shanghai, gli investitori avrebbero principalmente ritirato ETH bloccato per 2 anni. Gli staker di criptovaluta stanno aiutando a elaborare le transazioni depositando in cambio di “ricompense”.“I prelievi di ETH stanno effettivamente avvenendo, ma su scala minore del previsto e circondati da depositi considerevoli, il che potrebbe essere la prova di un forte interesse per le capacità della blockchain di Ethereum nel suo insieme”, conclude Koudmani. Delle misure che le Banche Centrali adotteranno per mantenere la stabilità finanziaria e prevenire crisi bancarie, oltre che del ruolo del petrolio nella politica delle Banche Centrali e del futuro del Bitcoin e delle criptovalute si parlerà nel corso dell’evento XTB “Macro e Mercati: prospettive 2023” che si terrà il 26 Aprile alle ore 17.30 in streaming sul canale YouTube di XTB. Interverranno Walid Koudmani, Chief Market Analyst XTB e Marco Casario, Trader, Investitore e Partner Esterno di XTB.

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“GAM: Quali prospettive per gli USA nel secondo trimestre?”

Posted by fidest press agency su domenica, 23 aprile 2023

A cura di David Dowsett, Global Head of Investments di GAM Investments. Le ultime proiezioni del FMI indicano una crescita in graduale calo per gli Stati Uniti. La preoccupazione principale è rappresentata dagli effetti economici a medio termine della crisi delle banche regionali. I prestiti delle banche commerciali sono diminuiti in modo significativo. Le banche stanno riducendo l’offerta di liquidità e di credito, conservando più capitale per sé. Bisogna aspettarsi che questo fenomeno si diffonda nell’economia interna USA nel secondo trimestre di quest’anno. I rendimenti restano interessanti nei mercati del reddito fisso e l’esperto intravede opportunità nei mercati diversi da quello americano; l’attesa è quella di mercati positivi, ma non privi di volatilità. Altri aspetti su cui concentrarsi negli Stati Uniti, sia dal punto di vista politico che economico, sono l’Inflation Reduction Act e il CHIPS and Science Act, ovverosia politiche industriali dirigiste. È possibile che non si sia compreso appieno l’effetto di questi disegni di legge sul mercato del lavoro statunitense. A quanto pare, alcuni Paesi europei stanno spostando la produzione negli Stati Uniti per beneficiare dei sussidi associati all’Inflation Reduction Act. Si può affermare che queste politiche sono importanti per continuare a sostenere la crescita statunitense e forse spiegano il forte risultato del primo trimestre di quest’anno e potrebbero continuare a ripercuotersi anche sul mercato del lavoro. In sintesi, ci troviamo in un contesto migliore rispetto all’anno scorso e nel complesso ci aspettiamo che i mercati registrino un andamento relativamente positivo. I rendimenti restano interessanti nei mercati del reddito fisso e vediamo opportunità nei mercati diversi da quello americano. Continueremo a investire in un contesto di inasprimento monetario cumulativo che persiste da 18 mesi, chi non ha provveduto ad accantonare sufficienti capitali o utilizza una leva finanziaria eccessiva potrebbe subire conseguenze dirette. Di conseguenza, ci aspettiamo mercati positivi, ma non privi di volatilità. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Amchor IS – Eurozona e USA: prospettive migliori del previsto

Posted by fidest press agency su domenica, 16 aprile 2023

A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor. La domanda ricorrente che ci si pone in questi giorni è se sia possibile che, a seguito di quanto accaduto nelle ultime settimane nel settore bancario, le condizioni finanziarie si inaspriscano abbastanza da generare una recessione negli Stati Uniti e/o in Europa. Sembrerebbe improbabile, principalmente per due motivi. In primo luogo, perché la situazione attuale è caratterizzata da fondamentali nettamente più solidi rispetto a quelli che prevalevano all’alba della crisi finanziaria globale: banche molto meglio capitalizzate e con indici di liquidità nettamente più elevati, bilanci delle famiglie e delle imprese non finanziarie notevolmente più solidi, assenza di squilibri rilevanti dal lato dell’offerta nell’area dell’euro, assenza di squilibri dal lato dell’offerta nell’economia reale. In secondo luogo, le autorità non solo dispongono di un arsenale di strumenti per la fornitura di liquidità molto più ampio rispetto al 2008, ma anche la loro disponibilità a utilizzarlo è significativamente maggiore. In questo caso, anche se non si possono escludere incidenti, il nostro scenario per gli Stati Uniti e l’Eurozona rimane sostanzialmente lo stesso: i tassi d’interesse rimarranno moderatamente elevati per molto tempo e questo permetterà di tenere sotto controllo l’inflazione senza generare una recessione. In termini più concreti, ciò che riteniamo più probabile per l’economia statunitense nei prossimi trimestri è che la Fed manterrà i tassi di interesse al livello attuale (o forse 25pb in più) almeno fino alla fine dell’anno, i salari e l’inflazione di fondo confermeranno un percorso di progressiva moderazione e, infine, una crescita economica positiva, anche se forse al di sotto del potenziale.Nel caso dell’Eurozona, il calo dei prezzi delle materie prime, l’accelerazione dei salari e la forte espansione fiscale agiscono come venti favorevoli per la domanda aggregata, costringeranno la Bce ad alzare i tassi due volte e a lasciarli fermi per parecchio tempo. In secondo luogo, una politica monetaria così moderatamente restrittiva da parte della Bce, insieme ad aspettative di inflazione ben radicate, aiuterà l’inflazione di fondo a raggiungere il picco prima dell’estate. Infine, la crescita rimarrà in territorio nettamente positivo e forse vicina al potenziale nel 2023, nel suo complesso. Al di fuori degli Stati Uniti e dell’Europa, quest’anno l’Asia emergente sarà di gran lunga la regione con la crescita economica più forte, con la Cina in forte ripresa dopo l’abbandono della politica zero Covid, insieme a India e Sud-est asiatico che mostrano prospettive nettamente favorevoli. Difficile prevedere quanto si restringeranno le condizioni di credito a seguito di quanto è accaduto (o potrebbe ancora accadere) nel settore bancario. Per questo motivo, nelle prossime settimane, sarà necessario essere particolarmente attenti alle variabili di natura finanziaria che possono aiutarci a individuare possibili fonti di tensione come i movimenti dei depositi bancari, l’utilizzo delle linee di liquidità delle banche, lo spread delle obbligazioni societarie le condizioni di prestito delle banche, i livelli di concessione del credito da parte delle banche o, ancora, i livelli di volatilità dei mercati. Ciò detto, questo episodio sarà molto probabilmente superabile senza grandi scossoni.

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GAM: Quali sono i mercati con le prospettive migliori?

Posted by fidest press agency su martedì, 7 marzo 2023

Commento a cura di Rahul Mathur, Investment Manager Global Macro & Currency Fixed Income di GAM Investments. Le prospettive a breve termine rimangono incerte. I tassi terminali negli Stati Uniti si sono riprezzati dal 5% circa di un mese fa al 5,4% attuale. Facendo una panoramica degli Stati Uniti e del mercato degli overnight indexed swap (OIS) o del mercato dei futures, il mercato sta ancora prezzando circa 25 punti base (pb) di tagli dei tassi tra l’estate di quest’anno e il gennaio 2024. Di per sé non sembra molto, ma nel contesto di dati ragionevolmente migliori negli Stati Uniti e di un’inflazione più robusta, riteniamo che i mercati potrebbero ancora sorprendersi se questi tagli dei tassi dovessero essere eliminati nel corso dell’anno.Dal nostro punto di vista, questa volatilità ci incoraggia ad essere un po’ più cauti. Tuttavia, ci sono alcuni mercati che ci sembrano davvero interessanti.Mentre per gli Stati Uniti è previsto un taglio dei tassi nella seconda metà di quest’anno, il mercato dei futures indica che, per l’Eurozona, non ne è previsto alcuno fino al prossimo giugno, con solo un taglio di circa 10 bp rispetto al picco previsto per allora. A nostro avviso, l’Europa sembra prezzata correttamente ed è evidente che il mercato si aspetti un potenziale allentamento della Fed ben prima della Banca Centrale Europea. Riteniamo che vi siano opportunità tattiche per assumere un’esposizione alla duration lievemente più costruttiva o positiva, in particolare nei mercati che appaiono piuttosto appetibili e, a nostro avviso, l’Europa è uno di questi.Uno dei mercati più interessanti per noi continua ad essere il Regno Unito. Riteniamo che la Banca d’Inghilterra (BoE) sarà costretta ad intervenire maggiormente. Attualmente il mercato dei futures prevede che i tassi nel Regno Unito saranno più alti di circa 70 pb rispetto all’Europa entro il prossimo anno, ma non siamo d’accordo. Riteniamo che gli spread dovrebbero essere significativamente più alti, sia per l’aumento del premio al rischio nel Regno Unito, sia per l’ammissione che la banca dovrebbe potenzialmente essere più reattiva. La BoE si è mostrata piuttosto negativa sulle prospettive di crescita in alcune delle sue recenti riunioni, ma i dati PMI che abbiamo visto di recente e i dati delle indagini sulle imprese potrebbero iniziare a mettere in discussione questa negatività. In un certo senso, riteniamo che il messaggio della BoE sia in qualche modo incoerente, dato che caratterizza gli attuali rischi di inflazione come storicamente elevati; allo stesso tempo, però, cerca di suggerire che non ha bisogno di essere più reattiva in termini di rialzi dei tassi. In futuro, ci aspettiamo che la crescita del Regno Unito sorprenda al rialzo e che l’inflazione rimanga molto più viscosa.In Giappone, il governatore entrante della Bank of Japan (BoJ) Kazuo Ueda ha rilasciato delle dichiarazioni e ci sono alcuni aspetti che meritano di essere sottolineati. Ueda ha fatto riferimento all’attuale inflazione come ad un incremento dei costi dovuto principalmente dall’aumento dei prezzi delle importazioni di cibo ed energia e alla valuta più debole, e non specificamente a una forte domanda. Nella dichiarazione ha indicato che, almeno nel breve termine, la BoJ manterrà il suo quadro di controllo della curva dei rendimenti, che limita i rendimenti a lungo termine a mezzo punto percentuale, fino a quando non ci saranno segnali di una ripresa più solida, potenzialmente verso la seconda parte di quest’anno. Come molti banchieri centrali di oggi, Ueda sta cercando di far intendere che adotterà un approccio molto più basato sui dati per ponderare i cambiamenti di politica monetaria. Prevediamo che nel corso del tempo la BoJ probabilmente modificherà la forward guidance in senso neutrale e riteniamo che Ueda potrebbe annunciare una revisione speciale della politica monetaria per giugno, che potrebbe portare ad aggiustamenti di alcuni degli strumenti più ridondanti della BoJ, compreso l’impegno a contrastare l’inflazione. A breve termine, riteniamo che il quadro di controllo della curva dei rendimenti rimarrà probabilmente intatto e, se dovessimo assistere ad un cambiamento, ci aspettiamo che si tratti più di piccoli passi che di qualcosa di immediato o di eclatante. Per quanto riguarda l’economia giapponese e l’inflazione in particolare, a gennaio il dato è aumentato al 4,3%. I principali fattori trainanti continuano a essere i generi alimentari e l’energia, che hanno contribuito a tale aumento congiuntamente per il 3%. Ciò indica che l’inflazione è ancora sostenuta da pochi fattori. Negli ultimi mesi ha mostrato segni di ampliamento, ma il 3% sul 4,3% è ancora un dato rilevante e sufficiente a far sì che la BoJ continui a ritenere che alcuni dei principali fattori siano probabilmente transitori.Infine, il Brasile. I proventi delle esportazioni continuano a mantenersi solidi, il bilancio statale è in condizioni migliori rispetto a un anno fa, l’inflazione è in calo e, al momento, la banca centrale mantiene stabili i tassi nominali e reali. Il Brasile ha alcuni dei tassi reali più alti a livello globale. Tutto ciò è stato molto positivo per la valuta e anche per il mercato dei tassi. Riteniamo probabile che il loro taglio avvenga nel corso dell’anno, a condizione che il contesto fiscale sia favorevole, che l’influenza politica rimanga contenuta e che l’inflazione rimanga sotto controllo. Guardando ai dati economici brasiliani, riteniamo che ci sia già un motivo convincente per cui i funzionari di politica monetaria dovrebbero tagliare i tassi d’interesse, ma i rischi politici sono elevati a causa dell’insediamento della nuova amministrazione. I primi segnali che emergono dalle discussioni sembrano costruttivi e indicano che il governo riconosce l’importanza di preservare l’indipendenza della banca centrale.

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“Capital Group: Prospettive del Giappone, rafforzare la resilienza economica in un contesto difficile a livello globale”

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 febbraio 2023

A cura di Anne Vandenabeele, Economista di Capital Group. La completa riapertura delle frontiere giapponesi è stata una benedizione per le imprese, in un momento in cui il paese si confronta con la dura realtà della convivenza con il COVID. Tuttavia, con il mondo alle prese con il rallentamento della crescita e con preoccupazioni urgenti come i cambiamenti geopolitici, il ritorno alla normalità pre-COVID potrebbe richiedere diverso tempo.Data la sua dipendenza dalle esportazioni, per il Giappone potrebbe essere difficile scongiurare una recessione in presenza di un rallentamento globale importante. Nel loro insieme, la debolezza economica della Cina, la persistente inflazione globale e i rialzi dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa potrebbero far rallentare l’attività reale (attività non finanziaria) del Giappone. Tuttavia, gli elevati costi dell’energia e il rallentamento dell’attività economica potrebbero ostacolare la domanda globale di viaggi. Il previsto rilancio del turismo potrebbe comunque compensare l’impatto del deficit commerciale e fornire un sostegno marginale allo yen.Il Giappone registra un’evidente carenza di lavoratori, soprattutto nel terziario. Tuttavia, i salari non hanno subito un significativo incremento nonostante l’aumento del rapporto offerte di lavoro disponibili/candidati e le segnalazioni delle aziende che non dispongono di sufficiente manodopera. In generale, i salari sono lenti a reagire all’eccesso di offerta sul mercato del lavoro e all’inflazione. Di conseguenza, i salari reali sono scesi. Nel breve periodo, la crescita dei salari dipenderà in buona sostanza dall’esito delle trattative salariali “Shunto” di marzo-aprile 2023 per i salari “regular”, nonché dall’andamento dell’attività economica e della domanda di salari “non regular”. Ci sono segnali promettenti di reflazione salariale, ma la tendenza potrebbe interrompersi in caso di recessione.Nel frattempo, la crescente attenzione del Giappone alla sicurezza nazionale ed economica è reale e avrà un impatto tangibile sul panorama degli investimenti. La possibilità di ulteriori aumenti della spesa per la difesa è elevata nei prossimi anni, anche finanziati da un incremento delle imposte sulle società. Altre implicazioni sono i vantaggi per le società nazionali e statunitensi operanti nel settore della difesa. Rafforzare la sicurezza del paese e mantenere l’equilibrio di potere in Asia è fondamentale per il Giappone. Sebbene la revisione costituzionale possa essere superflua, è probabile che i policymaker si concentrino sul bilancio della difesa, sul rafforzamento dell’alleanza USA-Giappone e sulla crescita di aiuti e investimenti pubblici e privati all’estero. Ci aspettiamo che la riorganizzazione della filiera assuma un ruolo strategico in questo ambito.

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Lonvia Capital – Valutazioni midcap growth già normalizzate dopo lo shock dei tassi e buone prospettive

Posted by fidest press agency su martedì, 21 febbraio 2023

A cura di Cyrille Carrière, Partner & CIO, Lonvia Capital, asset manager rappresentato in Italia da Amchor IS. Il 2022 ha visto una serie di shock sfavorevoli ai titoli growth che farà storia. Il principale catalizzatore della compressione delle valutazioni delle aziende è stato lo shock dei tassi di interesse piuttosto che un rallentamento operativo delle imprese e questo dovrebbe consentire un ritorno a performance azionarie maggiormente guidate dai fondamentali delle società. La politica monetaria restrittiva è stata attuata non per sostenere la crescita, ma tardivamente per contenere il surriscaldamento degli asset, dei prezzi di beni e servizi, nonché l’emergere di meccanismi speculativi eccessivi legati alla ripresa iniziale/post-pandemia.Ad eccezione di alcune società esposte all’elettronica di consumo in Asia e/o ai consumatori cinesi che hanno risentito del contesto di lockdown in Cina, la performance economica delle nostre società è stata buona fino al 2022. Nel complesso, stimiamo che il 90% del calo dei prezzi azionari sia attribuibile al ribilanciamento dei tassi di interesse e al delta derivante da specifici rallentamenti operativi. I nostri titoli sono stati volatili in reazione ai rialzi dei tassi e non in relazione alle loro performance operative, che si sono dimostrate solide. Molte delle nostre aziende offrono ora livelli di valutazione normalizzati e, per quelle più cicliche, valutazioni interessanti (ritorno ai minimi di dicembre 2018/marzo 2020), in assenza di una dura recessione o di uno shock dei consumi. Quindi, dopo questa normalizzazione delle valutazioni, continuiamo ad avere fiducia nelle dinamiche di crescita delle nostre azioni nei campi della tecnologia medica, dell’innovazione digitale e dell’automazione che sono una fonte di progresso e di efficienza in tutti i settori e le tecnologie innovative necessarie a sostenere la transizione energetica.La natura indispensabile delle tecnologie, dei servizi e dei prodotti che offrono, il loro posizionamento ad alto valore aggiunto e la loro propensione allo sviluppo internazionale, si traducono in una capacità di rispondere alle massicce esigenze di investimento in innovazione, digitalizzazione e modernizzazione, soprattutto nell’industria.Più in generale ci aspettiamo per il 2023 che i fattori di rischio dell’anno scorso si normalizzino, lasciando spazio a prospettive migliori. Stiamo, infatti, assistendo all’emergere di fattori di supporto e alla normalizzazione dei fattori di rischio che hanno caratterizzato il 2022. In primis, ci sono migliori prospettive con la riapertura della Cina post-confinamento a causa della pandemia. Alcune aziende, dopo essere state messe in discussione per loro strategia in Cina, visto il contesto sfavorevole allo sviluppo del business, ora dicono che continueranno a investire in Cina e parlano in termini più positivi della domanda locale. Sta venendo meno l’atmosfera da “fine del mondo” che circonda l’Europa e in particolare la Germania, legata essenzialmente ai problemi di carenza energetica. Si sta diffondendo una normalizzazione nella prima parte delle catene di fornitura con un ritorno a ritmi di produzione normalizzati con ricadute positive sul portafoglio ordini. La produzione sta crescendo beneficiando sia dell’effetto volume sia degli aumenti di prezzo effettuati a fine 2021/inizio 2022 sui nuovi contratti. Infine, se l’acquisizione degli ordini è visivamente ritardata, ciò non significa che la domanda sia strutturalmente più debole. I dirigenti delle aziende sono inoltre più ottimisti rispetto al clima recessivo che si respira. Negli ultimi mesi, il management team ha incontrato in tutta Europa i dirigenti di molte società presenti nei fondi. Abbiamo potuto constatare che i messaggi trasmessi dalle aziende sono più ottimistici rispetto al clima recessivo che ci circonda. Le aziende tedesche, in particolare, sono molto più positive sulle loro prospettive e sui loro piani di investimento e non sono preoccupate per i problemi legati ai prezzi o alla disponibilità di energia, avendo già preso in mano la situazione. Le prime pubblicazioni dei risultati del quarto trimestre confermano la buona dinamica operativa delle aziende in portafoglio, ad esempio del produttore di apparecchiature per la produzione di semiconduttori ASMI.

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PIMCO: Un divario persistente tra le aspettative di mercato e le prospettive della Fed

Posted by fidest press agency su sabato, 11 febbraio 2023

A cura di Tiffany Wilding, North American Economist di PIMCO. Nel corso della conferenza stampa successiva alla riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) della scorsa settimana, il presidente Jerome Powell è stato interpellato in merito alla divergenza tra il percorso del tasso sui Fed Funds implicito nei forward rate agreement e le previsioni della Fed stessa, pubblicate nell’ultimo Summary of Economic Projections (SEP) di metà dicembre. All’epoca i contratti future sui Fed Funds con scadenza dicembre 2023 rendevano il 4,6% rispetto alla proiezione mediana del SEP del 5,1%, mentre il rendimento del contratto con scadenza dicembre 2024 trattava al 3,2% rispetto alla mediana del SEP del 4,1%. Il presidente Powell ha risposto che la divergenza è probabilmente in gran parte il risultato “dell’aspettativa del mercato che l’inflazione scenda più rapidamente”. Ha poi sottolineato che l’inflazione dei servizi core, esclusa la componente sugli alloggi (più direttamente correlata ai mercati del lavoro e all’inflazione salariale) non ha ovviamente raggiunto il picco.Forse ancora più interessante è il fatto che, dopo il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di questo gennaio, che ha mostrato un tasso di disoccupazione del 3,4% oltre a revisioni al rialzo dell’inflazione della retribuzione oraria media, l’aspettativa del mercato sulla probabile traiettoria del tasso sui Fed Funds non è cambiata molto.In primo luogo, le grandi sorprese relative al mercato del lavoro non sono rare in prossimità del picco di un ciclo di rialzo dei tassi. Secondo l’indagine Bloomberg e il Bureau of Labor Statistics (BLS), nell’agosto 1997 gli occupati statunitensi sorpresero di quasi due deviazioni standard (316.000 prima pubblicazione contro le 70.000 del consenso) prima che la Fed tagliasse i tassi di 75 punti base (pb) complessivamente negli ultimi mesi del 1998. I dati sul lavoro hanno sorpreso in modo analogo nel febbraio 2000 (268.000 unità prima pubblicazione contro le 90.000 del consenso) prima che la Fed tagliasse i tassi di 475 pb complessivamente nel 2001 per attenuare l’impatto dello scoppio della bolla delle dot-com sull’economia. Nel gennaio 2007, e poi di nuovo nel novembre dello stesso anno, il BLS ha pubblicato dati sull’occupazione ben al di sopra (circa 1,5 deviazioni standard) del consenso di Bloomberg, per poi vedere la Fed tagliare i tassi di 500 pb complessivamente dalla fine del 2007 al 2008 in risposta alla crisi finanziaria globale e allo scoppio della bolla immobiliare.In secondo luogo, storicamente la Fed non ha mantenuto a lungo il livello di picco dei tassi terminali. In effetti, se si considerano i periodi storici a partire dagli anni ’80 in cui la Fed è rimasta in attesa dopo il rialzo, si evince che il periodo medio di permanenza dei tassi in corrispondenza del tasso terminale del ciclo di rialzo è stato di circa 7 mesi, mentre i cicli “inflazionistici” sono stati più brevi. Inoltre, quando la Fed ha iniziato a diminuire i tassi, li ha ridotti in media di 230 pb nell’anno successivo all’inizio dei tagli. Terzo e ultimo punto: sebbene le aspettative di mercato sulle condizioni finanziarie si siano un po’ allentate di recente, quest’ultime rimangono ancora rigide rispetto agli standard storici. Di conseguenza, una recessione – seppur lieve – sembra ancora un’ipotesi di base ragionevole per l’economia statunitense, anche se i recenti dati hanno mostrato maggiore resilienza del previsto. Cosa significa tutto questo? Sebbene i dati economici degli ultimi mesi abbiano più o meno supportato le proiezioni della Fed, il divario tra le aspettative di mercato e le previsioni della stessa Fed potrebbe persistere. In effetti, i dati recenti non ci hanno indotto a modificare la nostra previsione di una lieve recessione negli Stati Uniti – stiamo solo posticipando leggermente i tempi – e tendiamo ad allinearci con le aspettative di mercato che suggeriscono che il rapporto sul mercato del lavoro di venerdì scorso abbia aumentato le probabilità che la Fed annunci rialzi di 25 punti percentuali sia a marzo che a maggio. Le condizioni finanziarie rimangono complessivamente rigide, mentre l’inflazione sembra moderarsi e l’aumento dei tassi di interesse sembra pesare sull’economia con un certo ritardo. Alla luce di questo contesto macro, non sorprende che gli operatori di mercato vedano un’elevata probabilità che la politica monetaria della Fed ricalchi i recenti precedenti storici, in cui la pausa in corrispondenza del tasso terminale è stata di breve durata e i tagli dei tassi hanno seguito a breve.

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Robeco: Prospettive favorevoli per il mercato azionario cinese nel 2023

Posted by fidest press agency su sabato, 4 febbraio 2023

A cura di Jie Lu, Head of Investments China di Robeco. La drastica svolta politica cinese alla fine del 2022, con l’adozione di un programma pro-crescita e l’abbandono delle misure “zero Covid”, ha creato i presupposti per una ripresa sostenuta dei suoi tormentati mercati azionari. La mossa ha smentito la tesi degli scettici, secondo cui le autorità politiche cinesi avrebbero inaugurato una repressiva era glaciale a livello economico. La flessibilità dimostrata nel quarto trimestre 2022 getta le basi per una crescita della Cina nel 2023, dopo tre anni di stagnazione e incertezza. La strada da percorrere rimane impegnativa, a causa della persistente assenza di fiducia nel mercato immobiliare e delle perturbazioni causate dall’improvvisa “exit strategy” del paese dal Covid. Ciononostante, il pragmatismo e la natura esaustiva delle misure politiche previste per il 2023 ci rendono fiduciosi del fatto che la Cina si sia lasciata il peggio alle spalle nel terzo trimestre 2022. Sulla base del nostro modello a cinque fattori, abbiamo potenziato le nostre prospettive per la Cina in ottica costruttiva, grazie alla confluenza di fattori macroeconomici favorevoli alla crescita come la politica fiscale espansiva, la possibilità di un ulteriore allentamento monetario, la riapertura dell’economia cinese e il sostegno politico complessivo al settore immobiliare. Con le valutazioni di importanti settori ancora ai minimi storici e la ripresa del sentiment degli investitori, riteniamo che sia arrivato il momento giusto per aumentare l’esposizione alle azioni cinesi attraverso una strategia di investimento attiva. Con un’inflazione bassa in Cina, al di sotto del 3%, unitamente a un rafforzamento dello yuan cinese (CNY) rispetto al dollaro USA all’inizio del 2023, ci aspettiamo che la politica monetaria sia orientata verso un allentamento nel 2023, quando l’economia uscirà dall’isolamento causato dal Covid. La necessità di stabilizzare il settore immobiliare rafforza questa convinzione. La tendenza all’allentamento si è riflessa nei dati della Banca Popolare Cinese (PBoC) sulla crescita dei prestiti bancari di dicembre. L’impulso al credito aumenterà, grazie alla ripresa del settore privato e all’impulso politico. Le piccole e medie imprese, la finanza verde e la tecnologia continueranno a godere di un certo sostegno. Dal punto di vista fiscale, si prevede una spesa infrastrutturale costante, finanziata da un aumento degli accantonamenti per le specifiche obbligazioni degli enti locali e, potenzialmente, un ampliamento dell’obiettivo di deficit fiscale per sostenere la crescita. Nel dicembre 2022 il governo cinese ha anche avviato una serie di politiche di sostegno a cascata per sostenere il mercato immobiliare, a differenza delle contenute misure di allentamento attuate in precedenza dagli enti locali. Il governo mira chiaramente ad un atterraggio morbido per il mercato immobiliare e questo implica la necessità di salvare anche i promotori immobiliari. La maggior parte degli interventi si concentra sul lato dell’offerta, affrontando i problemi di liquidità attraverso il sostegno sui finanziamenti obbligazionari e azionari e sulle linee di credito. Per sostenere la domanda, sono state allentate le restrizioni all’acquisto di case nelle città di livello 2, tra cui Hangzhou, Xiamen, Nanjing e Wuhan. Una combinazione di sostegno politico mirato al settore immobiliare e di condizioni monetarie più allentate creerà una soglia minima dei prezzi nel 2023. Riteniamo che il settore immobiliare rappresenti un fattore di oscillazione molto più significativo per la salute macroeconomica della Cina che per il Covid. L’economia digitale è un pilastro dell’economia cinese e negli ultimi due decenni ha svolto un ruolo fondamentale nell’incentivare la crescita, promuovere l’innovazione e ridurre i prezzi al consumo. L’importanza del settore è ben riconosciuta e la digitalizzazione è stata identificata come un fattore chiave di crescita nel 14° Piano quinquennale. Ad oggi, la tempesta normativa è in gran parte finita e vediamo i primi segnali di una possibile distensione del contesto, dato il recente sostegno del governo cinese al settore privato, in particolare al comparto delle piattaforme digitali. Anche se è necessario attendere gli interventi che i politici attueranno per aumentare la fiducia delle aziende private, la regolamentazione del comparto delle piattaforme digitali sta entrando in un periodo più normale con un quadro politico meglio strutturato. Continuiamo a cercare opportunità nel comparto digitale cinese. L’economia digitale cinese rappresenta il 40% della crescita economica, ma la sua penetrazione ha ancora un notevole margine di crescita in settori chiave rispetto ad alcuni paesi leader nel settore tecnologico. Riteniamo che le recenti misure politiche adottate in Cina dovrebbero consentire al Paese di riprendere il cammino della crescita, potenzialmente oltre il 5%. Siamo più ottimisti sul mercato cinese. Allo stesso tempo, ci concentriamo su fattori strutturali di crescita e su driver che guidano il cambiamento dell’economia cinese, investendo selettivamente nelle società che più trarranno vantaggi strutturali all’interno dei temi da noi individuati. I temi a lungo termine in cui riteniamo che si trovi attualmente il valore sono la crescita dei consumi, l’economia verde, l’innovazione tecnologica e la crescita tecnologica della capacità produttiva industriale cinese. Riteniamo che ci saranno opportunità anche nello spazio digitale, dove è già in corso un rimbalzo.

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PIMCO: Prospettive sulla riunione del FOMC

Posted by fidest press agency su martedì, 31 gennaio 2023

A cura di Tiffany Wilding, North American Economist e Allison Boxer, Economist di PIMCO. Settimana importante con il Federal Open Market Committee (FOMC) e la pubblicazione del rapporto sul lavoro degli Stati Uniti. Ci aspettiamo di osservare alcuni fattori transitori a sostegno di un altro solido rapporto sul lavoro, mentre i dati sull’inflazione salariale saranno tenuti sotto stretta osservazione per valutare le prospettive sull’operato della Fed. Nell’ambito della riunione del FOMC di mercoledì ci aspettiamo che la Fed rallenti l’andamento dei rialzi dei tassi a 25 punti base (pb), mentre Powell utilizzerà la conferenza stampa per lasciare intendere che la lotta all’inflazione non è ancora finita. – La Fed rilascerà una nuova dichiarazione del FOMC alle 20:00 di mercoledì. In questa riunione non sono previsti dot plot o proiezioni economiche. Ci aspettiamo che la Fed rallenterà l’andamento dei rialzi dei tassi a 25 punti base, una dichiarazione modestamente accomodante e una conferenza stampa del presidente Powell relativamente aggressiva. – L’Employment Cost Index (ECI), l’indice del costo del lavoro, sarà al centro dell’attenzione in vista del FOMC. Vediamo rischi di ribasso rispetto alle aspettative di consenso (0,9% contro l’1,1% del consenso), il che sarebbe una notizia molto gradita ai funzionari della Fed preoccupati per le pressioni inflazionistiche sottostanti. Riteniamo che la Fed osserverà con attenzione questo rapporto alla ricerca di ulteriori segnali di un possibile picco dell’inflazione salariale. – Ci sono ragioni transitorie a sostegno di un altro solido rapporto sull’occupazione: prevediamo un aumento dei salari di 225.000 unità, leggermente superiore al consenso, in linea con l’andamento del mese scorso. Ci aspettiamo tasso di disoccupazione (3,5%) e salario orario medio (0,3% m/m) entrambi invariati.

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Capital Group: Prospettive dei mercati USA per il 2023

Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 gennaio 2023

By Jared Franz, Economista di Capital Group. L’economia statunitense, pur essendo più forte della maggior parte degli altri paesi sviluppati, sembra puntare dritta verso la recessione, gravata da un’inflazione elevata e dall’aumento dei tassi d’interesse. Nel 2023, ci aspettiamo una contrazione dell’economia USA nell’ordine del 2%. Sarebbe peggio della bolla tecnologica e delle telecomunicazioni dei primi anni 2000, ma non così grave quanto la crisi finanziaria del 2008-2009. La cosa importante da ricordare è che le recessioni sono inevitabili e necessarie per eliminare gli eccessi di mercato; inoltre, hanno sempre posto le basi per una crescita futura. Ecco cinque temi d’investimento da considerare per questo nuovo anno. 1. Le azioni torneranno verosimilmente a crescere prima dell’economia Ogni recessione è dolorosa a modo suo, ma il lato relativamente positivo è che storicamente non sono durate molto a lungo. Dalla nostra analisi di 11 cicli statunitensi a partire dal 1950 emerge che le recessioni sono durate da due a 18 mesi, con una durata media di circa 10 mesi.Inoltre, i mercati azionari tendono generalmente a riprendersi prima della fine della recessione. In questo ciclo, le azioni hanno già trascinato l’economia verso il basso. Ma come insegna la storia, potrebbero rimbalzare con circa sei mesi di anticipo rispetto all’economia in generale. 2. I dividendi contano di nuovo. Con i tassi in aumento e il rallentamento dell’economia, stiamo riscontrando molte opportunità di investimento in società che corrispondono dividendi solidi. E i dividendi stanno iniziando a rappresentare una quota sempre maggiore dei rendimenti totali, come hanno fatto storicamente.Quando si prevede una crescita a una cifra, i dividendi possono offrire un vantaggio. E possono anche essere una fonte di protezione dai ribassi quando la volatilità aumenta, ma è essenziale comprenderne la sostenibilità.3. Una nuova leadership di mercato Spesso alla fine di un ciclo ribassista, emerge una nuova leadership di mercato. Con il costo del capitale alle stelle, le aziende con flussi di cassa forti e affidabili occupano una posizione privilegiata per guidare la prossima ripresa. Si pensi al settore sanitario, che comprende aziende farmaceutiche innovative ben capitalizzate e dotate di un buon potere di determinazione dei prezzi. Alcuni produttori di farmaci possono utilizzare la redditività a breve termine per finanziare acquisizioni e altre strategie di espansione. 4. Gli investimenti per la crescita dipendono anche dagli utili Oggi lo stile growth ha subito un repricing a causa del maggior costo del capitale. Il successo di un investimento in titoli orientati alla crescita può dipendere meno dall’espansione dei multipli e più dalla crescita degli utili.I colossi tecnologici consolidati, con flussi di cassa visibili, generati ad esempio dalle offerte software legacy, insieme a un’offerta che si espande sempre più rapidamente, come nel caso di una piattaforma cloud, potrebbero dominare il mercato nel prossimo ciclo di rialzo. In prospettiva futura, però, gli investitori si concentreranno più sulla redditività e saranno meno tolleranti nei confronti delle aziende in rapida espansione, ma con una crescita degli utili minima o nulla. 5. Prepararsi per una potenziale rinascita industriale Oltre ai settori sanitario e tecnologico, a guidare la nuova crescita potrebbero essere anche segmenti inaspettati, come le società di beni strumentali. Si prevede che un superciclo di investimenti di capitale possa innescare una rinascita industriale grazie al reshoring delle catene di fornitura, all’ammodernamento delle reti e agli investimenti nelle energie rinnovabili, che stimolano la domanda di spesa per i beni strumentali.Pensiamo che il risultato dell’Inflation Reduction Act, che stanzia miliardi di dollari per gli investimenti in infrastrutture per le energie rinnovabili, possa essere una rinascita delle aziende industriali tradizionali che riforniscono il settore delle rinnovabili.Questi miliardi di dollari di spesa riflettono anche un potenziale di crescita dei ricavi per i leader dei beni strumentali come Rockwell Automation, per gli sviluppatori di batterie e accumulatori di energia come Lockheed Martin e Tesla e per i fornitori di attrezzature per l’industria energetica e mineraria come Caterpillar e Baker Hughes.Questo ciclo di investimenti può avere benefici più ampi per l’industria manifatturiera statunitense, in quanto costi energetici notevolmente inferiori nel lungo periodo possono assicurare ai produttori americani un vantaggio competitivo. Il ‘Made in the USA’ tonerà ad essere sinonimo di crescita. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Quali sono le prospettive del mercato immobiliare nel 2023?

Posted by fidest press agency su martedì, 27 dicembre 2022

Immobiliare.it Insights, la business unit specializzata in studi di mercato di Immobiliare.it, il portale immobiliare leader in Italia, ha analizzato le 12 principali città della penisola per prevedere l’andamento del prezzo al metro quadro nel nuovo anno. Le attese sono di un mercato dalle performance generalmente positive, con i prezzi stabili o in rialzo: su tutte spicca il +4,5% previsto per Genova, ma anche a Bologna e Verona si attendono rialzi significativi (+3,9% e +3,2% rispettivamente). Milano continuerà la sua corsa (+2,9%) mentre Torino manterrà il trend positivo, crescendo dell’1,5%. Segno meno invece al Sud con Napoli e Palermo che perderanno, rispettivamente, l’1,5% e l’1%. Nel capoluogo lombardo le previsioni parlano di una crescita generale dei prezzi nei singoli quartieri, con poche eccezioni. Per quanto riguarda invece l’Urbe, le previsioni evidenziano per il 2023 una situazione più variegata, con il centro città che torna a crescere.

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Prospettive di investimento sui marchi di lusso: perché possono essere una scelta vincente

Posted by fidest press agency su venerdì, 16 dicembre 2022

A cura di Sandy Wolf, Impact & Analytics Manager di Pictet Asset Management. Complessivamente, le vendite delle aziende premium sono aumentate del 24% nel terzo trimestre, superando i limiti della domanda cinese e confermando la resilienza del consumatore di fascia alta e la forte domanda di marchi premium negli Stati Uniti e in Europa.A fronte delle difficoltà generalizzate del 2022, la definizione di premium brands merita d’essere ripresa: il mercato dovrebbe infatti essere cauto nel disegnare il perimetro dei marchi di prestigio (provenienti dai settori lusso, viaggi, cosmetici e alcolici) che rispondono a dinamiche differenti rispetto agli altri prodotti destinati alla vendita al dettaglio. Inoltre, questi brands non devono essere sovrapposti agli articoli sportivi, maggiormente esposti alle difficoltà delle catene di approvvigionamento, ai costi dei beni primari e al consumatore preoccupato della bolletta mensile del gas.Raggiungere il livello di marchio premium implica un forte impegno a preservare la reputazione del nome, un’attività che richiede uno stretto controllo delle catene di approvvigionamento e della produzione rispetto agli standard. Negli ultimi anni, anche i premium brands hanno investito molto nello sviluppo online, incentivati dalla pandemia a differenziare la distribuzione su più canali e a investire in attività di marketing e personal branding. Questo ingresso nel mondo digitale non solo ha aperto le porte a nuovi consumatori lontani dal tradizionale acquisto nelle boutique di punta (dagli acquirenti full digital della Generazione Z, al nuovo ceto medio-alto cinese dislocato nel Paese), ma ha anche aumentato il potenziale del business, mantenendo la promessa di flussi in entrata dalle nuove dimensioni digitali, metaverso in primis. Secondo Bain & Company, entro il 2035, la Gen Z potrebbe rappresentare il 40% degli acquisti globali di beni di lusso, rispetto al solo 4% di oggi. Sul mercato si è inoltre attestato un nuovo modo di attirare clientela, integrando pratiche di digital engagement con clienti potenziali ed esistenti capaci di offrire modalità di acquisto esperienziale. Per interagire con i clienti del futuro, alcuni marchi stanno sperimentando la realtà aumentata per migliorare il passaggio alla vita reale o l’ingresso nel metaverso con avatar digitali e beni virtuali nella forma dei token non fungibili (NFT).Sebbene l’incertezza del mercato guidata da un’overdose di fattori esogeni (dall’aumento dell’inflazione alle sfide della catena di approvvigionamento, alle crisi geopolitiche) continui ad alimentare la volatilità anche in questa fase di chiusura d’anno, non bisogna dimenticare i fondamentali. La domanda di ‘qualità’ appare infatti forte in tutti i segmenti, specie verso quelle attività relative a viaggi, tempo libero, lusso e settore Food&Beverage di prestigio. L’unica eccezione è rappresentata dagli articoli sportivi, per i quali la fase di debolezza continua dietro all’eccesso di scorte che accentua le aspettative di ulteriori pressioni sui margini. Tale discorso non vale per la parte di offerta di attrezzatura sportiva di fascia alta.Il mercato ha già subito alcune importanti correzioni, in particolare per quanto riguarda i titoli esposti ai consumi, che potrebbero aprire a nuove opportunità di ingresso rispetto alle prospettive di crescita. I marchi più noti, desiderati, capaci innovarsi e soddisfare le aspirazioni dei consumatori saranno ancora una volta scelte vincenti. Abstract by BC Communication

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“Ucraina in Europa: identità, storia, sicurezza e prospettive”

Posted by fidest press agency su sabato, 3 dicembre 2022

Roma Venerdì 16 dicembre dalle 10:00 alle 16:00 The Dome, sede Luiss di Viale Romania 32 (RM) Evento organizzato dall’Ambasciata Ucraina in Italia in collaborazione con Federazione dei Diritti Umani – FIDU Data Lab e Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale dell’Università Luiss Guido Carli. Attraverso le analisi degli esperti, si cercherà di rispondere agli interrogativi sul futuro dell’Ucraina in Europa, sulle origini del conflitto, le violazioni dei diritti e le relazioni internazionali. Al centro del dibattito, la necessità di affrontare le nuove sfide della disinformazione e il suo impatto nell’opinione pubblica e nelle democrazie.TRA GLI SPEAKERS Pasquale Q. Terracciano Direttore Generale Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Yaroslav Melnyk Ambasciatore d’Ucraina in Italia Giulio Terzi Sant’Agata Presidente della Commissione Affari Europei Maurizio Molinari Direttore La Repubblica Claudia Mazzola Direttrice Ufficio Studi Rai Marcello Flores d’Arcais Storico Nona Mikhelidze Senior Fellow Istituto Affari Internazionali Gianni Riotta Direttore Data Lab e Master in Giornalismo, Luiss Antonio Stango Presidente Federazione Italiana dei Diritti Umani Eleonora Mongelli Vicepresidente Federazione Italiana dei Diritti Umani Olga Tokariuk Giornalista indipendente – Resident fellow al Reuters Institute e non-resident fellow al Center for European Policy Analysis Andrea Graziosi Storico Ruslan Deynychenko Co-founder e Direttore esecutivo di Stop Fake

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Vasculopatie, nuovi metodi diagnostici, prospettive di cura

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 novembre 2022

Padova sabato 19 novembre con inizio alle ore 8,30 nell’Aula magna di Palazzo Bo si terrà il Convegno L’Angiologia tra storia e futuroapre una grande finestra che abbraccia la storia, l’attualità e uno scorcio sul futuro sull’Angiologia, dalle tecnologie per la diagnostica alle diverse patologie legate ai problemi vascolari.Erano gli inizi del 1600 quando a Padova Fabrici d’Aquapendente effettuando osservazioni sulle valvole venose pubblica il De venarum ostiolis. Nonostante le valvole fossero simili a quelle sigmoidee alla radice delle grandi arterie, Fabrici le interpretò erroneamente come porticine (ostiola) che rallentavano il flusso di sangue nel suo movimento centrifugo. William Harvey propose invece un’interpretazione opposta, affermando che queste piccole porte servivano a ostacolare il ritorno del sangue all’indietro nel suo flusso centripeto.Si parlerà tra l’altro dei danni microcircolatori legati all’obesità, delle vasculopatie legate alla genetica, degli studi per rigenerare i vasi sanguigni, alle prospettive di cura di linfedema e lipedema, fino alle problematiche legate al trapianto di cuore.Il programma prevede inoltre un excursus sulla figura di Bruno da Longobucco, tra i fondatori dell’Università di Padova e primo Magister di Chirurgia nel 1222, per moltissimo tempo “dimenticato” fino alla pubblicazione nel 2004 (Laruffa Editore) del libro del prof. Alfredo Focà: “Maestro Bruno da Longobucco Chirurgo”. Alfredo Focà è stato ordinario di Microbiologia dell’Università Magna Graecia e grazie alla collaborazione del prof Giovanni Meloni, altro insigne ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova, ebbe accesso alle biblioteche patavine, dove condusse le sue ricerche.Ma la scienza è il luogo preferito dell’incontro con l’arte, particolarmente quella raffigurativa, fin dagli esordi lo studio del corpo umano ha infatti prodotto tavole anatomiche di particolare pregio, basti ricordare le sei tavole eseguite da Andrea Vesalio e accompagnate da didascalie sulle vene, l’aorta e lo scheletro, che furono pubblicate nel 1538.Affianca il Convegno una esposizione nella Sala della Basilica del Bo di quadri opera di due medici: Giuseppe Tarantini, Direttore di Emodinamica e Cardiologia interventistica, e Antonio Zanon, direttore della Chirurgia vascolare dell’Ulss 4 San Donà, di scuola padovana.«Questa mostra vuole sottolineare l’indissolubile rapporto esistente tra arte e professione medica – spiega il prof Giampiero Avruscio, presidente del Congresso -, fin dai tempi di Vesalio, le cui illustrazioni anatomiche furono affidate alla scuola di Tiziano. Infatti ricordo che l’OMS definisce la Salute non come stato di assenza di malattia, bensì come il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico-sociale. La Medicina quindi consiste nell’opera di “far star bene” le persone e questo si realizza anche attraverso altri strumenti, quali l’armonia, la musica, la danza e in questo caso la pittura. Medicina e Arte in questo perseguono un obiettivo comune.»Il Congresso rientra nelle celebrazioni degli 800 anni dell’Università di Padova.

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Robeco, prospettive per il 2023: “Difficoltà nel breve e opportunità nel lungo termine”

Posted by fidest press agency su giovedì, 17 novembre 2022

Nelle sue prospettive annuali, Robeco prevede un notevole miglioramento delle prospettive di rendimento per le principali asset class nel corso del 2023, ma non prima che l’inflazione, i tassi d’interesse e il dollaro americano raggiungano picchi significativi. Questi picchi sono all’orizzonte, ma devono essere ancora raggiunti. Le banche centrali stanno ancora lottando per contenere l’inflazione e sono in procinto di attuare il penultimo rialzo del ciclo di stretta monetaria. I rendimenti delle obbligazioni sovrane a breve termine rimangono superiori ai tassi di riferimento e il dollaro continua a regnare sovrano. L’ultima tappa di una ripida salita comporta difficoltà a breve termine, poiché la spossatezza e la resa prevalgono in tutto lo spettro multi-asset.Per il 2023 Robeco prevede un calo degli utili per azione del 20-30%, che rende le valutazioni dell’high yield più interessanti di quelle azionarie. Tuttavia, in previsione della diminuzione dei tassi reali e di una recessione degli utili che sarà pienamente scontata nel 2023, possiamo aspettarci un importante punto di svolta nelle valutazioni degli asset rischiosi verso il 2024. Secondo Robeco, a metà del 2023 – quando il tasso di disoccupazione raggiungerà il 5% e la disinflazione accelererà – dovrebbero crearsi validi punti di ingresso per assumere un’esposizione lunga alla duration nel reddito fisso, seguiti da ragionevoli punti di minimo nei mercati azionari e obbligazionari rischiosi. Potrebbe essere un anno particolarmente positivo per le azioni dei mercati emergenti, Cina esclusa, essendo un segmento abituato a sovraperformare i paesi sviluppati quando il dollaro entra in una fase ribassista. Inoltre, la flessione del ciclo degli utili nei mercati emergenti è anche più matura perché le banche centrali di questi paesi hanno anticipato le autorità monetarie delle economie sviluppate nella lotta all’inflazione. Nell’affrontare la crisi energetica del 2023, l’Europa dovrà trovare un compromesso tra efficienza e sicurezza economica. L’aumento dell’efficienza energetica non sarà sufficiente a emancipare la regione dal gas russo. I tetti al prezzo volti a garantire la sicurezza energetica delle famiglie a basso reddito possono inoltre stimolare la domanda, intensificando la crisi energetica. D’altra parte, la necessità aguzza l’ingegno e ci aspettiamo di osservare un allineamento degli obiettivi della transizione energetica con l’accelerazione della sicurezza energetica e la riduzione dell’impronta di carbonio.Nel 2023 Robeco prevede che le strategie di investimento sostenibile torneranno a crescere come percentuale di asset in gestione, poiché gli investitori continueranno a cercare soluzioni alle molteplici sfide che l’umanità deve affrontare, tra cui il cambiamento climatico, la crisi del costo della vita e la disuguaglianza di reddito. Fonte Colin Graham, Head of Multi-Asset Solutions e Rachel Whittaker, Head of SI Research By http://www.verinieassociati.com

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“PGIM: Prospettive economiche globali, trovare riparo nella tempesta”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 16 novembre 2022

A cura di Michael Dicks, Chief Economist and Deputy Head of Research di PGIM Wadhwani. Persistono problemi di inflazione. Non c’è da stupirsi se l’inflazione continuerà a sorprendere al rialzo nel 2023. Anche se dovrebbe iniziare a diminuire l’anno prossimo, la difficile combinazione di eccesso di domanda e offerta limitata dovrebbe persistere. Ciò renderebbe difficile che l’inflazione scenda al 3% stimato dal consenso entro la fine dell’anno, il che significa che questa potrebbe rimanere una preoccupazione primaria per tutto il 2023, o anche più a lungo.Dopo aver erroneamente liquidato il rialzo dell’inflazione come “transitorio”, le banche centrali sono ora costrette a muoversi con decisione per recuperare il tempo perduto. È probabile che la maggior parte di esse continuerà ad alzare i tassi per tutta la prima metà del prossimo anno. Anche se i tassi di interesse dovessero raggiungere i livelli massimi (forse il 5% negli Stati Uniti) nei prossimi sei-nove mesi, le banche centrali dovranno probabilmente mantenere tassi più alti e più a lungo per risultare efficaci.Nell’ultimo decennio i titoli obbligazionari hanno assunto un ruolo di bilanciamento rispetto alle azioni in un contesto di volatilità sul mercato azionario, ma i rendimenti sempre più correlati rivelano significativi limiti nella loro efficacia in questo ruolo. La storia mostra che i rendimenti azionari e obbligazionari presentano correlazioni negative o positive per anni e anni, il che significa che le recenti tendenze potrebbero far presagire un periodo prolungato in cui azioni e obbligazioni si comporteranno allo stesso modo. In tal caso, gli investitori devono avere accesso ad altre asset class per diversificare.I timori legati all’inflazione, i problemi della catena di approvvigionamento e i conflitti sul fronte geopolitico sono solo alcuni esempi recenti di fattori che contribuiscono all’aumento della volatilità macro. Lungi dall’essere isolati, essi fanno parte di un flusso costante di eventi a supporto di quello che potrebbe essere un cambiamento strutturale verso una maggiore volatilità. Le strategie global macro hanno tipicamente sovraperformato il mercato durante le fasi recessive e maggiormente volatili grazie alle loro caratteristiche di trading direzionale e alla flessibilità nel valutare azioni, obbligazioni e valute globali per trovare un insieme completo di opportunità di investimento.I fondi alternativi liquidi mirano a fornire fonti di rendimento decorrelate rispetto ai tradizionali approcci azionari e obbligazionari long-only, impiegando strategie di short che capitalizzano il calo dei prezzi ed estendendo il campo di ricerca con il fine di investire in altre asset class. Sebbene i liquid alternative rappresentino generalmente una buona allocazione strategica per gli investitori in qualsiasi contesto, nelle condizioni attuali è particolarmente opportuno aumentare l’esposizione agli alternativi liquidi in chiave tattica. Una recessione economica globale sembra estremamente probabile dopo la partenza lenta delle banche centrali. Quel che è meno certo sono le tempistiche. Potrebbe arrivare presto, ma anche alla fine dell’anno prossimo o all’inizio del 2024, se la Fed decidesse di fare una pausa, per valutare se ha inasprito a sufficienza le condizioni economiche, per poi scoprire che deve riprendere con i rialzi dei tassi – proprio come fece Paul Volcker.

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PGIM Fixed Income: Prospettive non così cupe, ma i rischi rimangono elevati

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2022

A cura di Robert Tipp, CFA, Chief Investment Strategist & Head of Global Bonds di PGIM Fixed Income. I timori sui mercati obbligazionari globali non sono mancati nel terzo trimestre. Le banche centrali hanno spinto aggressivamente al rialzo i tassi a breve in risposta alla peggiore inflazione dell’ultimo mezzo secolo, e il conseguente appiattimento ribassista delle curve dei rendimenti si è aggiunto alle forti perdite dell’anno. Il calo dei prezzi delle obbligazioni ha continuato ad alimentare i deflussi dai fondi retail e, date le scarse condizioni di liquidità, ciò ha portato ad un contesto di mercato prudente con forti oscillazioni intra-day e giornaliere. Gli investitori hanno la possibilità di osservare con attenzione i movimenti quotidiani, che a loro volta possono essere determinati da una serie di rischi. Tuttavia, uno sguardo più attento a quattro temi di mercato fornisce un contesto sulla fragilità dei mercati, sui fattori che contribuiscono all’inflazione, sulla volatilità delle valute e sull’evoluzione del riassetto del reddito fisso.In prospettiva, vediamo un limbo continuo tra aspetti positivi e negativi contrastanti, con gli aspetti negativi ancora probabilmente dominanti. Il persistere di dati sull’inflazione elevati e la forte crescita dell’occupazione continueranno probabilmente a spingere le banche centrali ad alzare i tassi in modo aggressivo, alimentando i timori di un hard landing. Più avanti, tuttavia, il quadro dell’inflazione potrebbe migliorare, dato che i prezzi degli immobili e dell’energia potrebbero aver superato i livelli massimi. Più in generale, anche gli squilibri tra domanda e offerta dell’era COVID sembrano essere in via di correzione, il che suggerisce una riduzione dell’inflazione core. Se si considera l’impatto ritardato dei precedenti rialzi dei tassi e quelli che sembrano destinati ad arrivare nei prossimi mesi, c’è motivo di essere ottimisti sul fatto che i picchi di crescita, inflazione e, quindi, dei tassi di interesse a lungo termine dovrebbero essere vicini.Ma è necessario fare delle precisazioni. In primo luogo, se la crescita e l’inflazione dovessero continuare a sorprendere al rialzo, i tassi potrebbero avere ancora un punto percentuale di margine al rialzo, anche se il nostro scenario di base prevede un picco dei tassi a lungo termine più vicino ai livelli attuali. In secondo luogo, dati i bassi livelli di disoccupazione a livello globale e la probabilità che il ritorno ai livelli target dell’inflazione richieda del tempo, il livello più elevato dei tassi appena raggiunto potrebbe persistere per diversi trimestri: questa volta potrebbe non esserci una rapida inversione di rotta.Sebbene il ribilanciamento di queste componenti e le loro traiettorie suggeriscano che l’uragano che sta colpendo il mercato obbligazionario dovrebbe indebolirsi, è ancora troppo presto per essere certi che non ci troviamo nell’occhio del ciclone, con ulteriori aumenti dei tassi seguiti da una futura recessione. L’ampio ventaglio di potenziali esiti ha di conseguenza reso i mercati più cauti, come dimostrano gli alti livelli di volatilità implicita dei tassi d’interesse e il continuo rally del dollaro, il bene rifugio preferito dai mercati valutari, tendenza che sembra destinata a continuare.Le condizioni economiche sembrano destinate a ritornare ad una configurazione più simile a quella pre-COVID: fattori secolari, come l’invecchiamento demografico e il debito elevato, dovrebbero portare ad un ritorno di crescita e inflazione moderate, che potrebbero quindi tradursi in un contesto di tassi d’interesse più bassi, anche se con qualche eccezione nel mercato dell’Eurozona. Quando ci si guarderà indietro, ad esempio tra cinque anni, sarà probabilmente chiaro che i tempi attuali hanno visto i livelli più alti di crescita, inflazione e tassi di interesse per le generazioni a venire. Quindi, a qualunque livello i tassi raggiungeranno il loro picco – e riteniamo altamente probabile che la maggior parte del rialzo sia alle spalle – si tratterà di una soglia che probabilmente si rivelerà il punto più alto per anni, decenni o forse anche generazioni a venire. Forse stiamo assistendo a un mini-ripristino del livello dei tassi degli anni ’80.Come ulteriore elemento positivo per i rendimenti del reddito fisso, l’attuale configurazione – in cui gli spread si sono ampliati e i rendimenti dei titoli di Stato sono aumentati – non è certo la norma. Conclusioni. I rischi rimangono elevati. Sebbene la maggior parte del rialzo dei rendimenti di questo ciclo sia quasi certamente alle spalle, la questione riguardante l’hard landing – e le prospettive dei prodotti a spread – rimane offuscata da rischi al ribasso. Tuttavia, è bene tenere d’occhio la situazione, poiché i dati economici mostrano almeno alcuni segnali di moderazione. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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Vitamina D, nuove prospettive di utilizzo

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 ottobre 2022

Ribadire il ruolo e l’efficacia della vitamina D come ormone, sensibilizzando sul perché prescriverla, quando prescriverla e in che modo. Questo il focus della VI Consensus Conference Internazionale sulla Vitamina D, in corso a Firenze. L’incontro – che affronterà anche il tema del legame tra vitamina D e Covid e dell’uso di questo composto nei pazienti con obesità grave che si sottopongono a chirurgia bariatrica – è coordinato da Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e John Bilezikian, della Columbia University di New York.

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PIMCO: Elezioni di Midterm USA, quali le prospettive?

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 ottobre 2022

A cura di Libby Cantrill, Managing Director, Public Policy di PIMCO A 36 giorni dalle elezioni di Midterm negli Stati Uniti, nonostante il miglioramento del contesto politico per il Presidente Biden, il calo dei prezzi del gas e l’entusiasmo per i Democratici significativamente più alto rispetto a pochi mesi fa, è ancora molto probabile che la Camera dei Rappresentanti passi sotto il controllo repubblicano. Ricordiamo che alla Camera vi sono 435 seggi, tutti in palio alle elezioni di novembre, e i democratici a novembre avranno una maggioranza di soli 5 seggi, il che significa un margine di errore molto ridotto. Con tutti i seggi in palio, la Camera è considerata un’elezione nazionale, più indicativa dell’umore del Paese e dello spirito generale, e tipicamente un referendum sul partito al potere. A tal fine, l’umore nazionale, pur essendo migliorato, è ancora negativo, con un’ampia minoranza di elettori che pensa che il Paese sia sulla strada sbagliata; l’inflazione e l’economia continuano a essere uno dei temi più importanti, se non il più importante, sia per gli elettori repubblicani sia per quelli democratici, mentre allo stesso tempo la maggioranza degli elettori pensa che i repubblicani siano più preparati a gestire la sfera economica. Il Generic Ballot – il sondaggio che storicamente ha un potere predittivo relativamente alto nelle elezioni di metà mandato per la Camera – prevede ancora la parità, ma gli esperti in materia elettorale hanno riscontrato che storicamente i democratici hanno bisogno di un vantaggio significativo nel Generic Ballot per superare alcune delle distorsioni strutturali di questo sondaggio.Un elemento importante, secondo il Cook Political Report, è che i democratici dovrebbero “fare il pieno” di seggi in bilico alla Camera; secondo tale analisi, ci sono 31 seggi in bilico e, per mantenere la maggioranza, i democratici dovrebbero conquistarne 26 su 31. La situazione è resa ancora più difficile dal fatto che 22 dei 31 seggi in bilico sono presidiati dai democratici e solo 9 dai repubblicani, il che significa che i repubblicani difendono meno seggi vulnerabili e hanno bisogno di mantenere solo una frazione dei seggi in bilico per riconquistare la Camera.In conclusione: L’ipotesi di base è che i repubblicani vincano alla Camera, ma con un numero di seggi inferiore a quello che sembrava possibile fino a pochi mesi fa. I dati sembrano indicare che i repubblicani otterranno 10-20 seggi (rispetto ai 20-30 attesi all’inizio dell’estate), lasciando loro una maggioranza piuttosto esigua, che potrebbe condizionare le decisioni politiche quotidiane, come il finanziamento delle attività governative e l’aumento del tetto del debito. Una vittoria è comunque una vittoria: quindi, dal punto di vista dei mercati, una maggioranza repubblicana alla Camera, a prescindere dall’ampiezza della maggioranza stessa, significherà che l’agenda legislativa di Biden è di fatto congelata (anche se si potrebbero trovare dei compromessi su temi come le criptovalute e la sicurezza energetica). Il Senato: Come abbiamo detto più volte, il Senato è molto diverso rispetto alla Camera, con solo un terzo dei 100 seggi del Senato in palio e i democratici che presidiano meno seggi (14) dei repubblicani (20). La competizione al Senato tende ad essere molto più incentrata sui candidati e a essere guidata dalla raccolta di fondi; inoltre dipende dalle peculiarità degli Stati. I democratici hanno maggioranze molto ristrette e devono effettivamente aggrapparsi a ogni seggio del Senato per mantenere la maggioranza. In pratica, il controllo del Senato si ridurrà a poche sfide decisive; tra queste, tuttavia, sono quattro in particolare che, probabilmente, decreteranno il dominio del Senato, tra cui la sfida della Georgia (attualmente stato democratico), del Nevada (democratico), della Pennsylvania (repubblicano) e del Wisconsin (repubblicano). In conclusione: A 36 giorni dalle elezioni di metà mandato, il Senato è in ballottaggio, anche se le probabilità di mantenere il Senato sono leggermente a favore dei democratici. Se i democratici vincono, la maggioranza rimarrà sottile come la lama di un rasoio – un buon risultato si tradurrebbe in una loro maggioranza per 52 a 48, lo stesso sarebbe anche per i repubblicani, per i quali un buono scrutinio si tradurrebbe comunque in una maggioranza altrettanto stretta. Per chiarire: un Senato repubblicano rappresenterebbe una sfida per il Presidente Biden, poiché i repubblicani controllerebbero l’agenda e potrebbero rendere molto più difficile per Biden nominare i suoi candidati per la magistratura e l’amministrazione; tuttavia, finché la Camera sarà repubblicana, il Senato rappresenterà un problema di minore entità per i mercati. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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PGIM RE: Prospettive per l’Europa, il repricing offre opportunità di guadagno a lungo termine che saranno interessanti per gli investitori

Posted by fidest press agency su martedì, 27 settembre 2022

A cura di Greg Kane, Head of European Investment Research di PGIM Real Estatel . L’aumento dei prezzi dell’energia e dei costi di finanziamento sta colpendo duramente le famiglie e sta minando la modesta ripresa economica post-pandemia. Ciò si ripercuote direttamente sui mercati degli spazi per logistica e retail, mentre l’impatto sul sentiment e la pressione sugli utili aziendali si ripercuotono sull’indebolimento della domanda di spazi nel mercato degli uffici. All’inizio dell’anno, gli effetti dell’aumento dell’inflazione si sono tradotti in un aumento dei tassi di interesse di mercato, con un impatto sui valori dei mercati finanziari. Sapevamo già che il volume delle transazioni aveva iniziato a diminuire e che i rendimenti immobiliari avevano iniziato ad aumentare. Tuttavia, i mercati dei capitali reagiscono rapidamente e possono dare falsi segnali. Ma le recenti indicazioni provenienti dall’economia reale e dall’andamento della domanda confermano che è in corso una flessione e che i valori reali in capitale non stanno reagendo solo allo stress dei mercati finanziari.In termini reali, il valore del capitale immobiliare è sceso del 2% nel secondo trimestre del 2022, un declino modesto, ma che di solito si verifica solo quando è in corso o è imminente un’ampia flessione. Ciò che colpisce è la rapidità con cui la performance positiva si è trasformata in negativa, dato che fino a poco tempo fa la crescita del valore del capitale reale era in accelerazione. Sebbene le previsioni più diffuse collochino l’imminente recessione a metà strada, con un calo del valore reale del capitale del -20% nei prossimi anni, un rapido sguardo alle correzioni passate mostra che le flessioni tendono a rientrare in due grandi categorie: rapide e poco profonde o durature e profonde. Al momento il sentiment sta calando rapidamente, le previsioni vengono riviste al ribasso e vi sono rischi significativi derivanti da fattori come l’approvvigionamento energetico che potrebbero spingere al ribasso la crescita, il che fa temere che possa tradursi in una recessione lunga e prolungata. Uno scenario di questo tipo condivide diverse caratteristiche con l’esperienza del Regno Unito negli anni ’70, quando, in particolare, gli shock dei prezzi del petrolio e l’inflazione elevata portarono a un lungo periodo di performance economiche deboli, a tensioni più ampie sui mercati finanziari e a un mercato immobiliare in difficoltà. Quello che sappiamo è che il sentiment è in calo, il che suggerisce che il mercato si sta riprezzando rapidamente. Poiché i rischi rimangono elevati, investire nei prossimi trimestri è azzardato, ma allo stesso tempo abbiamo iniziato a pensare a cosa dobbiamo vedere in termini di repricing per sentirci più tranquilli nel ricominciare a guardare alle opportunità. Il rischio di perdita di capitale nel breve termine rimane elevato, anche se il repricing offre opportunità di guadagno a lungo termine che saranno interessanti per gli investitori.

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