Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘regime’

Rai delle nostre pene. Come non contribuire all’informazione di regime

Posted by fidest press agency su martedì, 16 Maggio 2023

Tanta meraviglia e indignazione perché un conduttore come Fabio Fazio è stato licenziato dalla Rai dopo “anni di onorato servizio”, e ora sembra che altrettanta sorte potrebbe capitare alla giornalista Lucia Annunziata. Immaginiamo le ulteriori indignazioni e denunce di lottizzazione e cose del genere. Ma…. viviamo in un’altra galassia? La Rai è lottizzata per definizione e struttura, e ci stupiamo che, con il governo in carica, certi conduttori e giornalisti siano rimasti ancora fino ad oggi a fare i loro servizi. Certo, la Rai è lottizzata da tutto il regime dei partiti parlamentari, ma le percentuali di informazione/pubblicità sono calibrate rispetto alle maggioranze che esprime il nostro Parlamento. Ora abbiamo il governo di estrema destra ed è “normale” che l’ “house organ” del regime risponda a chi è maggioranza. Qualcuno (in genere quelli che comandavano prima) straparla di democrazia non rispettata… è noto che alla mancanza di buon gusto non c’è mai limite, soprattutto in ambito di gestione del potere. La Rai è questa. Non c’è altro da aggiungere fintanto che continuerà ad essere azienda di Stato per informazione e cultura di Stato. Gli italiani, con un referendum, avevano chiesto che fosse privatizzata… ma la volontà popolare non è stata rispettata, proprio perché c’è un regime che coinvolge tutti i partiti nell’uso della Rai.Poi ci siamo noi utenti che, per il fatto stesso che abbiamo un tv collegato al digitale terrestre, ci obbligano a pagare un canone che serve per finanziare questa loro Rai. Dobbiamo continuare a farci violentare così? In attesa che la Rai divenga solo informazione istituzionale, magari dopo che ha vinto una gara per l’assegnazione, possiamo disdire il canone. Pur possedendo un tv, se questo non è collegato al digitale terrestre, possiamo non pagare il canone, già da subito. Il prossimo 30 giugno è la scadenza entro cui si può presentare disdetta del canone per i prossimi sei mesi. E’ bene ricordare che, la disdetta va poi presentata ogni anno entro il 31 gennaio per tutto l’anno intero, altrimenti si diventa evasori fiscali.Molti canali Rai, anche in diretta, sono visibili in streaming via Internet, e così per tanta altra informazione. Non avremmo quindi meno informazione ma avremmo solo fatto una scelta di migliore qualità senza essere complici del gioco dei canali di propaganda del regime dei partiti.

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Dl Semplificazioni, a regime ricetta elettronica

Posted by fidest press agency su sabato, 13 Maggio 2023

La ricetta elettronica diventa “strutturale”. È una delle principali novità in tema di salute contenute nel Dl Semplificazioni approvato dal Consiglio dei ministri. Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare”. Dichiara il ministro della Salute Orazio Schillaci. Altra misura prevista del Dl Semplificazioni riguarda le carenze dei farmaci. Il testo contiene una norma per far fronte alle carenze di medicinali che modifica l’attuale normativa rendendo più tempestiva la comunicazione in caso di carenza e agevolando l’approvvigionamento dei farmaci. In particolare, si stabilisce che la comunicazione delle aziende all’Aifa, in caso di interruzione temporanea o definitiva della commercializzazione di un farmaco, riguardi le singole confezioni dei medicinali e che la comunicazione di carenza sia effettuata entro due mesi e non più quattro. Ciò consentirà ai medici di valutare per tempo i farmaci da prescrivere per il regolare proseguimento della terapia, evitando disorientamento e disagio ai pazienti preventivamente informati. Il provvedimento contiene anche un’altra importante novità che riguarda i pazienti cronici per i quali la ricetta dematerializzata sarà valida per un anno e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico. “Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco – aggiunge il Ministro – grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti”. (Fonte Doctor33)

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Banche centrali in regime “cruise control adattivo”, fino ai primi meeting del 2023”

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 novembre 2022

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte. La tipica correlazione negativa bond/equity quest’anno non ha portato i benefici degli anni passati, in un contesto di rapido cambio di regime sui tassi indotto dalla fase iperinflattiva in atto. Se si passa ad osservare più direttamente il mercato azionario US, si può notare come l’indice S&P500 abbia segnato i minimi dell’anno a metà anno, aggiornandoli marginalmente ad ottobre, ma di fatto segnando un doppio minimo con i livelli di giugno La variabile rimasta relativamente costante è stato il range di oscillazione della volatilità, con l’indice VIX ricompreso nel range 20/35 Ex post tale range è stato reso possibile principalmente dall’alternanza di toni duri/morbidi della Fed: a metà anno aveva accennato all’ipotesi di rallentamento del ritmo di rialzi (che il mercato ha scambiato per pivot imminente) a fine agosto riferimento all’ “andremo avanti anche con la recessione” ad ottobre il richiamo maggiore ai rischi di stabilità finanziaria, anche alla luce del caso fondi pensione Uk di settembre. Questo atteggiamento della Fed a ben vedere è stato recepito dagli operatori che progressivamente hanno iniziato a coprirsi sempre di meno contro rischio estremi, ad esempio di un avvitamento continuativo al ribasso dei mercati A testimonianza di ciò il fatto che è sceso il costo (ossia la volatilità) contro l’assicurazione da rischi estremi, come testimoniato dalla cosiddetta SKEW in prossimità dei minimi storici In altri termini gli operatori han percepito la necessità di coprirsi da acquazzoni (ossia cali limitati e controllati dell’equity) ma non uragani (alias cali continuativi ed incontrollati). Aggiungiamo un altro ingrediente: l’accelerazione del ritmo del rialzo tassi nella seconda parte dell’anno ha progressivamente interessato sempre di più la parte a breve termine della curva mentre quella a lungo termine ha seguito un percorso autonomo fino a intraprendere un sentiero dicotomico (tassi a breve al rialzo e tassi a lungo termine in calo) In altri termini le curve dei tassi si sono sempre più invertite soprattutto in US. Tutti questi fattori possono essere i primi ingredienti utilizzabili per provare a tracciare lo scenario mercati fino ai primi mesi del 2023, ossia fino ai primi incontri FED/BCE del prossimo anno, rispettivamente 1 e 2 febbraio Le banche centrali, Fed in testa, potrebbero continuare a cercare di controllare la volatilità dei mercati, nel tentativo di evitare sia avvitamenti eccessivi al ribasso sia anche eccessi di euforia: nel primo caso il rischio sarebbe quello di innescare uno dei tanti rischi di stabilità finanziaria, nel secondo caso (euforia) quello di vanificare parte degli intenti restrittivi, costringendo le stesse banche centrali a dover rincorrere i mercati alzando ulteriormente i tassi e/o accentuando il QT, il che a sua volta aumenterebbe i rischi di stabilità finanziaria (difficoltà da parte di alcune categorie di operatori, carenza di collaterale, illiquidità crescente dei mercati obbligazionari, ecc) Di fatto un regime che metaforicamente potremmo definire di “cruise control adattivo” dove le banche centrali adattano i loro toni/manovre non solo ai dati macro, ma sempre più al comportamento dei mercati, con in mano la bussola rappresentata dalla volatilità che potrebbe continuare ad oscillare nel range 20/35 visto nel corso del 2022 Tutto questo almeno fino ai primi mesi del 2023, in attesa di verificare l’andamento dell’inflazione e l’impatto delle manovre restrittive fin qui implementate. Sul fronte tassi i livelli fin qui raggiunti aprono lo spazio per opportunità di inserimento graduali e progressive innanzitutto di bond govies e corporate in portafoglio, in vista di un primo approdo sui tassi a febbraio in area 5% Fed e 2,75/3% BCE, che il mercato ha di fatto incorporato nelle attese In questo caso la bussola per operatori e banche centrali potrebbe essere il monitoraggio dei tassi reali che stanno iniziando a dare segnali di top raggiunto. Il tasso reale Us 10y (in blu nel grafico) si è infatti fermato al massimo dal 2010 in area 1,70%, mentre il tasso nominale 10y (in bianco nel grafico) si è spinto fino a segnare il top dal 2008 in area 4,35% (abstract – fonte: The Intermonte)

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Il cambio di regime dei mercati richiede idee nuove

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 settembre 2022

A cura di Justin Thomson, Head of International Equity, T. Rowe Price. L’economista Paul Samuelson una volta ha detto: “Quando i fatti cambiano, io cambio idea. E tu cosa fai?”. Per capire il presente, a volte è utile studiare il passato. A metà degli anni ‘60, ad esempio, l’inflazione iniziò a salire dopo un lungo periodo di inflazione generalmente bassa. Continuò a salire per tutti gli anni ‘70 e nei primi anni ‘80 – periodo che divenne noto come Grande Inflazione – e incorporò quattro recessioni, due gravi crisi energetiche, un lungo periodo di stagflazione e livelli mai visti prima di controlli sui salari e sui prezzi in tempo di pace.La Grande Inflazione durò fino al 1982, ma i semi della sua inversione furono gettati quattro anni prima, quando si concluse il mandato di Arthur Burns alla presidenza della Fed. Durante i suoi otto anni di presidenza, Burns si dimostrò poco incline ad affrontare il problema dell’inflazione e fu ampiamente considerato una pedina politica. Per volere del Presidente Nixon, Burns tagliò i tassi di interesse proprio quando avrebbero dovuto essere aumentati, alimentando un boom economico statunitense in vista delle elezioni del 1972. Burns fu sostituito nel 1978 da George William Miller, ma fu Paul Volcker, che assunse la presidenza della Fed nel 1979, a determinare la fine della Grande Inflazione. Non credo. Nonostante le analogie tra il presente e gli anni ’70 e i primi anni ’80, ci sono anche differenze significative. Negli anni ’70, la Fed era sottoposta a forti pressioni per evitare politiche anti-inflazionistiche che avrebbero rallentato la crescita; oggi, l’attuale presidente della Fed Jerome Powell gode di un notevole sostegno da parte della Casa Bianca e del Congresso nei suoi sforzi per ridurre l’inflazione. C’è però un rovescio della medaglia: se le banche centrali indipendenti e orientate all’inflazione sono positive per l’economia, non lo sono necessariamente per i mercati finanziari, almeno nel breve periodo. Questo è il cambiamento di paradigma a cui mi riferivo e che potrebbe avere implicazioni di lunga durata. Secondo il vecchio paradigma, era possibile avere successo individuando il miglior asset di ogni settore e osservandone l’aumento di valore. È improbabile che questo funzioni nella nuova era. I giorni delle valutazioni elevate, alimentate dalla generosità delle banche centrali, sono finiti. Nella nuova era, gli investitori dovranno probabilmente essere più sensibili alle valutazioni rispetto ai tempi recenti. Le competenze tradizionali, come la capacità di individuare driver azionari e rischi idiosincratici, continueranno a essere essenziali, ma potrebbero essere necessari quadri d’investimento più sofisticati e olistici per tenere conto di fattori macroeconomici, sociali e geopolitici più ampi, oltre che dei fondamentali delle società. Non fare nulla non è una strategia: gli investitori che avranno successo nel periodo a venire saranno probabilmente quelli che sapranno evolvere al meglio i loro processi alla luce della nuova realtà. Probabilmente ci troviamo nella fase iniziale di un ciclo di revisione negativa degli utili, quindi, è importante che gli investitori testino i modelli e capiscano dove gli utili sono più vulnerabili. Le dinamiche di mercato sono cambiate, probabilmente in modo permanente, ma questo non significa che non ci sia possibilità di generare alpha. Ritengo che gli investitori attivi che saranno in grado di adattarsi al nuovo paradigma abbiano buone possibilità di uscire da questo periodo difficile più forti che mai. (abstract http://www.verinieassociati.com/)

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Regime fiscale degli studenti Phd italiani negli Stati Uniti

Posted by fidest press agency su domenica, 22 Maggio 2022

L’on. Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America ha dichiarato: Oggi, ho depositato una interrogazione al Ministro degli Esteri, Di Maio, per chiedere di risolvere i problemi fiscali degli studenti italiani che frequentano corsi di Phd negli Stati Uniti.Infatti, tali studenti che ricevono una borsa di studio come forma di sostentamento durante il periodo degli studi, in USA, in assenza di accordi bilaterali specifici con l’Italia, sono soggetti a pagare l’aliquota standard di imposta sui redditi, sia federale che statale o cittadina, mentre in Italia tale tipologia di borsa è esente da Irpef. Di conseguenza ho chiesto al Ministro Di Maio “quali iniziative intenda intraprendere al fine di giungere, con la controparte statunitense, alla stipula di una clausola aggiuntiva che modifichi l’articolo 21 della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati Uniti d’America per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito al fine di adeguarne il contenuto a quello delle analoghe convezioni sottoscritte dagli Stati Uniti con i due maggiori Paesi europei”, cioè Francia e Germania.”

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Se qualcuno aveva dubbi sul regime bielorusso, ora se li può togliere

Posted by fidest press agency su domenica, 19 dicembre 2021

Cosa fa un regime tirannico quando è al potere? Imprigiona gli avversari politici. Così è successo ieri con la condanna a 18 anni di carcere di Sergei Tikhanovsky, che è il marito della candidata alle scorse presidenziali Sviatlana Tsikhanouskaya, rifugiata all’estero per non essere arrestata. Attualmente, nelle carceri bielorusse ci sono 900 prigionieri politici.Ovviamente, alle elezioni presidenziali dello scorso anno ha “vinto” Aljaksandr Lukashenka, al potere dal 27 anni, che si è autoproclamato trionfatore. Da rilevare che Lukashenka è alleato dell’attuale presidente russo Vladimir Putin, al potere da 22 anni, che imprigiona gli avversari politici come Alexei Navalny.L’UE ha già iniziato a rispondere, applicando sanzioni a gerarchi e imprese bielorusse, ma ha maggiori possibilità di intervento utilizzando dazi e limitando le importazioni dalla Bielorussia, che quest’anno sono cresciute del 58% rispetto allo scorso anno. Una spallata economica metterebbe in serie difficoltà Lukhascenka.Perché ci occupiamo della Bielorussia, chiedono alcuni? Perché tutti i regimi dittatoriali provocano tragedie, in patria e all’estero, e in quell’estero c’è l’Unione europea e, quindi, l’Italia. Una tragedia che il nostro Paese ha già vissuto e non vorremmo rivivere. Primo Mastrantoni, Aduc

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Aiuti di Stato: approvato dalla Commissione un regime italiano da 1,5 miliardi di €

Posted by fidest press agency su sabato, 10 ottobre 2020

Bruxelles. La Commissione europea ha approvato un regime italiano da 1,5 miliardi di € destinato ad aiutare le imprese che operano nelle regioni del Sud Italia colpite dall’emergenza coronavirus, riducendone il costo del lavoro e aiutandole a mantenere il livello occupazionale in questo difficile momento. Il regime è stato approvato ai sensi del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato.L’Italia ha notificato alla Commissione, nell’ambito del quadro temporaneo, un regime di agevolazioni fiscali (che prevede la riduzione dei contributi previdenziali) per il periodo compreso tra il 1º ottobre 2020 e il 31 dicembre 2020 destinato ai datori di lavoro privati attivi nel Sud Italia.La misura prevede una riduzione del 30 % dei contributi previdenziali che i beneficiari devono versare nel quadro di contratti di lavoro che contemplano una sede di lavoro nelle regioni del Sud Italia. La misura si applica alle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), dove il PIL regionale è inferiore al 90 % della media UE e il tasso di occupazione è inferiore alla media nazionale. Del regime potranno beneficiare le imprese di tutte le dimensioni e attive in tutti i settori, ad eccezione dei settori finanziario, agricolo e del lavoro domestico.La Commissione ha concluso che la misura del governo italiano contribuirà alla gestione dell’impatto economico del coronavirus nelle regioni del Sud Italia. La misura è necessaria, opportuna e proporzionata a quanto necessario per porre rimedio al grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b) del TFUE e con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo.La Commissione ha adottato un quadro temporaneo per consentire agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’emergenza del coronavirus. Il quadro temporaneo, modificato il 3 aprile, l’8 maggio e il 29 giugno 2020, prevede che gli Stati membri possano concedere i seguenti tipi di aiuti: i) sovvenzioni dirette, conferimenti di capitale, agevolazioni fiscali selettive e anticipi fino a 100 000 € a un’impresa operante nel settore dell’agricoltura primaria, 120 000 € a un’impresa operante nel settore della pesca e dell’acquacoltura e 800 000 € a un’impresa operante in qualsiasi altro settore che deve far fronte a urgenti esigenze di liquidità. ii) garanzie di Stato per prestiti contratti dalle imprese per assicurare che le banche continuino a erogare prestiti ai clienti che ne hanno bisogno. Queste garanzie di Stato possono coprire fino al 90 % del rischio sui prestiti per aiutare le imprese a coprire il fabbisogno immediato di capitale di esercizio e per gli investimenti; iii) prestiti pubblici agevolati alle imprese (debito privilegiato o debito subordinato) con tassi di interesse agevolati alle imprese. Questi prestiti possono aiutare le imprese a coprire il fabbisogno immediato di capitale di esercizio e per gli investimenti; iv) garanzie per le banche che veicolano gli aiuti di Stato all’economia reale. Tali aiuti sono considerati aiuti diretti a favore dei clienti delle banche e non delle banche stesse; sono forniti orientamenti per ridurre al minimo la distorsione della concorrenza tra le banche; v) assicurazione pubblica del credito all’esportazione a breve termine per tutti i paesi, senza che lo Stato membro in questione debba dimostrare che il paese interessato è temporaneamente “non assicurabile sul mercato”; vi) sostegno per le attività di ricerca e sviluppo (R&S) connesse al coronavirus al fine di far fronte all’attuale crisi sanitaria con sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali. Un sostegno supplementare può essere concesso a progetti transfrontalieri di cooperazione tra Stati membri; vii) sostegno alla costruzione e all’ammodernamento di impianti di prova per elaborare e testare prodotti (compresi i vaccini, i ventilatori meccanici e gli indumenti di protezione) utili a fronteggiare l’emergenza coronavirus fino alla prima applicazione industriale. viii) sostegno alla produzione di prodotti per far fronte alla pandemia di coronavirus sotto forma di sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali, anticipi rimborsabili e garanzie a copertura di perdite. ix) sostegno mirato sotto forma di differimento del pagamento delle imposte e/o di sospensione del versamento dei contributi previdenziali per i settori, le regioni o i tipi di imprese particolarmente colpiti dalla pandemia; x) sostegno mirato sotto forma di integrazioni salariali per i dipendenti alle imprese in settori o regioni che hanno maggiormente sofferto a causa dell’emergenza Coronavirus e che altrimenti avrebbero dovuto licenziare del personale; xi) aiuto mirato alla ricapitalizzazione per le società non finanziarie, se non è disponibile un’altra soluzione adeguata. Il quadro temporaneo permette agli Stati membri di combinare tra loro tutte le misure di sostegno ad eccezione dei prestiti e delle garanzie sullo stesso prestito, sempre nel rispetto dei massimali fissati nel quadro temporaneo. Il quadro temporaneo integra inoltre le numerose altre possibilità di cui gli Stati membri già dispongono per attenuare l’impatto socioeconomico dell’emergenza coronavirus, in linea con le norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Il 13 marzo 2020 la Commissione ha adottato una comunicazione relativa a una risposta economica coordinata all’emergenza COVID-19 che illustra queste possibilità. Il quadro temporaneo rimarrà in vigore fino alla fine di dicembre 2020. Esclusivamente per le misure di ricapitalizzazione la Commissione ha prorogato tale periodo fino alla fine di giugno 2021, poiché i problemi di solvibilità potrebbero manifestarsi solo in una fase successiva con l’evolversi della crisi. Al fine di garantire la certezza del diritto, la Commissione valuterà prima di tali date se il quadro debba essere prorogato.

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AFET adopts recommendation on EU stance on a key nuclear arms control regime

Posted by fidest press agency su venerdì, 21 febbraio 2020

MEPs call for effective multilateralism and rules-based international order in the run-up to the 2020 Non-Proliferation of Nuclear Weapons Treaty review process.The Committee on Foreign Affairs (AFET) adopted on Wednesday a recommendation to the Council and the EU Foreign Policy chief Josep Borrell on what stance to take on preparing the 2020 Non-Proliferation of Nuclear Weapons Treaty (NPT) review process, nuclear arms control and nuclear disarmament options.In a report adopted with 61 votes for, 1 against and 5 abstentions, AFET MEPs recommend that the Council and the EU foreign policy chief should reaffirm the EU’s and member states’ full support to the NPT and its three mutually reinforcing pillars of non-proliferation, disarmament and peaceful use of nuclear energy They should also reiterate that effective multilateralism and rules-based international order are a pre-condition for countering the proliferation of nuclear weapons, say MEPs They warn that exacerbating the situations in which nuclear weapons could be used could seriously jeopardise global strategic stability, urging the state parties to the NPT to ensure that the trend of reducing nuclear arsenal, since the number of nuclear weapons peaked in 1986, is not reversed.With the collapse of the INF treaty last summer in mind, MEPs recommend that EU representatives call on the US and Russia to resume a dialogue and find a way to put in place a new legally binding instrument for short- and medium-range missiles.They should also stress that a clear commitment from Russia and the US to extend the new START Treaty before it expires in February 2021 would contribute significantly to the NPT review conference.MEPs also recommend that the EU’s continuing commitment to the Iran nuclear deal (JCPOA) should be reaffirmed as the best possible means for obtaining assurances of an exclusively peaceful use of nuclear energy by Iran. However, MEPs also point out that the EU regrets that Iran stopped limiting its production of enriched uranium, which led to all European signatories to the JCPOA triggering a dispute mechanism. Regarding North Korea, MEPs recommend urging the country to abandon its nuclear weapons programme and return to the NPT and IAEA safeguards. They also recall that the DPRK continues to represent a regional and international nuclear and ballistic threat.Rapporteur Sven Mikser (S&D, ET) said: The European Union needs to continue to work hard to make the upcoming NPT Review Conference a success. For half a century, the NPT has provided a crucial framework to reduce the nuclear threat, and it continues to be the best instrument available to the international community to pursue a path towards a world free of nuclear weapons.”

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Mussolini e i ladri di regime

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 luglio 2019

Capalbio (GR) Sabato 13 luglio – Ore 19.30 Spazio espositivo IL FRANTOIO, Via Renato Fucini, 10 Mauro Canali e Clemente Volpini forniscono con documenti inediti una radiografia del malaffare in camicia nera, facendo i «conti in tasca» ai vertici della nomenclatura fascista. Una pagina che ancora mancava della storia del ventennio.
Il 5 agosto 1943, a pochi giorni dall’arresto di Mussolini, i giornali pubblicano una notizia sensazionale: il governo Badoglio ha istituito una commissione con il compito d’indagare sulle fortune accumulate dai gerarchi nel corso del ventennio, i cosiddetti illeciti arricchimenti del fascismo. Il duce e i capi del regime, un tempo intoccabili, finiscono in prima pagina, dati in pasto a un’opinione pubblica che fino al giorno prima li aveva temuti, odiati, riveriti, spesso invidiati. Chi sono e quanto hanno «rubato»? E lo Stato è voluto veramente andare fino in fondo o ha chiuso un occhio, consentendo ai più di farla franca? Infine, quanto è tornato nelle tasche degli italiani? Quello che l’inchiesta scoperchia è un autentico verminaio. Una storia di corruzione e concussione, di tangenti e appalti, di capitali che trovano riparo all’estero, di raccomandazioni; un intreccio perverso tra politica e affari alla faccia del rigore e dell’onestà tanto proclamati dalla propaganda fascista. È una storia anche grottesca, fatta di fughe rocambolesche, di rotoli di banconote nascosti nell’acqua degli sciacquoni, di tesori sotterrati in giardino; e verbali di sequestro così scrupolosi da non crederci: favolosi patrimoni in ville e palazzi, pellicce, arazzi, gioielli, fino al numero di posate in argento, all’ultima pantofola, calza e mutanda del gerarca inquisito.Mauro Canali è autore di numerosi libri sulla storia del fascismo ed in particolare sull’apparato repressivo del regime.
Segio Rizzo è giornalista professionista dal 1980, ha iniziato la sua carriera lavorando per Milano. Nel 2007 pubblica con il collega Gian Antonio Stella La Casta (Rizzoli, 2007), un saggio sugli sprechi della politica italiana che con 1.200.000 copie vendute e ben 22 edizioni è ancora il libro-inchiesta più venduto in Italia.

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Regime forfetario e sistemi equivalenti in Europa

Posted by fidest press agency su domenica, 14 ottobre 2018

Fra le misure inserite nel Documento di economia e finanza (Def) al centro del dibattito nazionale c’è l’introduzione dal 2019 della flat tax con un’aliquota ridotta al 15% per l’imposta sui redditi di impresa corrispondenti agli utili destinati all’acquisto di beni strumentali e alle nuove assunzioni. Il Governo sta pensando anche di estendere l’aliquota al regime forfetario delle Partite Iva con un volume d’affari fino a 65mila euro. Ma come funziona il regime contabile forfetario attuale? E in Europa ci sono esperienze imitabili? A queste domande risponde la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro con l’approfondimento del 12 ottobre 2018, in cui analizza la disciplina italiana comparandola ai sistemi di tassazione vigenti in altri Paesi europei (Francia, Irlanda, Russia, Romania, Ungheria, Bulgaria), che applicano la flat tax o, in alcuni casi, metodologie forfetarie di determinazione del reddito comparabili al c.d. regime forfetario italiano.La disciplina italiana prevede un’aliquota ordinaria del 15% sul reddito determinato forfetariamente se non si conseguono ricavi o compensi eccedenti i limiti individuati in funzione dell’attività svolta, che oscillano tra 25.000 e 50.000 euro. Considerati i vantaggi in termini di semplificazione offerti dal regime forfetario ai contribuenti, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, nel corso delle audizioni parlamentari, ha proposto di allineare il regime con gli istituti esistenti negli Stati europei analizzati nell’approfondimento, innalzando le soglie dei ricavi e dei compensi che ne consentono l’applicazione e modificando i relativi coefficienti di redditività.

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Retorica, ancora retorica di regime… tra il dire e il fare

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 agosto 2018

Così abbiamo vissuto i momenti prima e durante gli anni di guerra mentre la lotta s’inaspriva ed entrava di prepotenza nelle nostre case. E dire che la dichiarazione di guerra di Mussolini fu fatta senza consultare il suo gabinetto, il gran Consiglio Fascista, e nemmeno i suoi capi di Stato maggiore. Non poteva essere altrimenti: Mussolini ha sempre ragione! La stessa cosa fece autonominandosi comandante in capo delle forze armate.
Per una simile carica era considerato, a ragion veduta, una nullità. La mancata invasione dell’Inghilterra lo ringalluzzì: era una prova evidente che lui s’intendeva di faccende militari ben più del Fuhrer. Pura illusione. I rovesci militari italiani furono una conseguenza diretta del suo comando. Il diario di Ciano è spesso ricordato in questi frangenti per rilevare il grado di subalternità assoluta, persino umiliante, che si aveva rispetto alle iniziative tedesche e per le quali Mussolini non trovava di meglio che rispondere con dispetti e ricatti. La verità è che noi italiani, in particolare, siamo rimasti vittime di una cultura vagamente machiavellica della politica per la quale la valutazione delle scelte politiche e militari si faceva solo in base alla forza e alla potenza dei possibili alleati. E quella razza di pecore, come Mussolini definiva gli italiani, non poteva certo far lega con chi avrebbe potuto mangiarli con un sol boccone. Stava ora da capire chi fosse realmente il mangiatore di turno: la Germania nazista con il suo travolgente carisma militare che sembrava non avere intoppi e limiti territoriali o l’arroganza dei francesi e dei britannici? Costoro, in effetti, mancarono di tatto e di diplomazia. Tutto ciò non permise loro di trattare, nel giusto verso, la sensibilità del dittatore fascista.
Intanto Ciano annotava, nel suo diario, come a ogni vittoria tedesca il Duce asserisse: “Intendo avere la mia parte di bottino in Croazia e Dalmazia”, “non ci conviene esserci urtati con la Germania poiché anche noi dobbiamo prendere la nostra parte di bottino e così via.” Quest’ansia di arrivare in tempo, e nelle migliori condizioni possibili, per spartirsi con i tedeschi le spoglie delle potenze democratiche occidentali sembrava una costante del pensiero mussoliniano dalle prime ostilità del 1939 alla sua decisione di entrare in guerra e poi ancora negli anni successivi. (Riccardo Alfonso)

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Nuovo regime di solvibilità

Posted by fidest press agency su giovedì, 12 luglio 2018

A seguito delle disposizioni introdotte dalla normativa di recepimento delle indicazioni europee legate al nuovo regime di solvibilità, nota come “Solvency II”, l’attuario diventa sempre più una figura chiave. La disciplina sta imponendo modifiche organizzative funzionali e di governance di rilievo alle imprese di assicurazioni, con particolare riguardo alla Funzione Attuariale in quanto ha indicato, a livello europeo e italiano, tale funzione come l’unica in grado di valutare le componenti tecniche alla base della misurazione della solvibilità.Durante il seminario “La Funzione Attuariale” tenutosi oggi a Milano presso la sede del Gruppo Zurich Italia, dove sono intervenuti Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, e Fausto Belliscioni, Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale degli Attuari, si è voluto mappare lo stato dell’arte, sia in ambito organizzativo sia tecnico, della Funzione Attuariale, e identificare le future strategie da intraprendere sulla base dell’analisi dei punti ancora aperti, mettendo a fattor comune le diverse esperienze concrete di operatività degli attuari.In un contesto di complessità crescente, l’Ordine degli Attuari – afferma Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari – è impegnato a evidenziare il ruolo strategico dell’attuario inteso in via generale come risk manager in ambito non solo assicurativo, ma anche finanziario e non. Grazie al percorso di studi svolto e alla formazione continua, l’attuario ha maturato l’approccio mentale e gli strumenti quantitativi in grado di identificare, misurare e gestire i rischi secondo un approccio di terzietà, a garanzia della solvibilità di impresa. La funzione attuariale ne è un’importante quanto significativa applicazione”.Nell’innovativo sistema di vigilanza prudenziale l’attuario è infatti dotato di tutte gli skills necessari, derivanti non solo dal percorso di studi, ma anche dal fatto di essere iscritto ad un Albo professionale, che ne tutela la qualità delle prestazioni nonché la formazione continua attraverso un percorso obbligatorio di crediti.L’Ordine degli Attuari sta seguendo con grande attenzione questo passaggio per la professione e ha da tempo analizzato a tutti i livelli il ruolo e i compiti della Funzione Attuariale. Oltre ad aver approfondito l’attività, l’organizzazione, l’indipendenza e l’autonomia di tale funzione, l’Ordine ha già fornito indicazioni relativamente allo svolgimento di tale attività. L’attuario, secondo l’Ordine, non è un mero calcolatore, ma un gestore di rischi attraverso un approccio certamente quantitativo, ma integrato da un sistema qualitativo fatto di progettualità, esperienze, managerialità e idee innovative che lo portano a diventare, sempre più, una parte proattiva della governance delle imprese di assicurazioni. (Giovanna Marchi Comunicazione)

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Il regime delle quote zucchero dell’UE giunge al termine

Posted by fidest press agency su sabato, 30 settembre 2017

zuccheroBruxelles. Dopo quasi 50 anni, l’ultimo sistema di contingenti agricoli ancora in vigore per gestire la produzione di zucchero nell’Unione europea giungerà al termine il 30 settembre 2017.
La decisione di porre fine in tale data al regime delle quote zucchero è stata presa di comune accordo dal Parlamento europeo e dagli Stati membri nell’ambito della riforma della politica agricola comune (PAC) del 2013, in seguito a un importante processo di riforma e ristrutturazione avviato nel 2006.
Tra il 2006 e il 2010 il settore dello zucchero è stato completamente ristrutturato con un finanziamento di 5,4 miliardi di EUR: esso ha potuto quindi prepararsi adeguatamente a questo momento e la produttività è notevolmente migliorata negli ultimi anni. La fine del sistema delle quote offre ai produttori la possibilità di adattare la propria produzione alle effettive opportunità commerciali, esplorando in particolare nuovi mercati di esportazione, e semplifica considerevolmente l’attuale gestione della politica e gli oneri amministrativi che gravano su operatori, produttori e commercianti.Per continuare ad aiutare il settore europeo dello zucchero a far fronte a problemi imprevisti sul mercato è possibile avvalersi di diverse misure previste dalla politica agricola comune. Tra queste figurano un sostanziale dazio all’importazione nell’UE (al di fuori degli accordi commerciali preferenziali) e la possibilità di fornire aiuti all’ammasso privato e applicare disposizioni anticrisi, che permetterebbero alla Commissione di prendere provvedimenti in caso di gravi crisi del mercato che comportino un forte aumento o una marcata riduzione dei prezzi di mercato. È inoltre previsto un sostegno al reddito degli agricoltori sotto forma di pagamenti diretti, compresa la possibilità offerta agli Stati membri dell’UE di fornire un “sostegno accoppiato facoltativo” ai settori in difficoltà, ivi compresa la bieticoltura.
La possibilità di negoziare collettivamente le condizioni di ripartizione del valore nei contratti conclusi tra i bieticoltori e l’industria di trasformazione dell’UE sarà mantenuta dopo lo smantellamento delle quote.La Commissione europea ha inoltre migliorato la trasparenza sul mercato dello zucchero in previsione dell’abolizione del sistema delle quote. Un nuovo Osservatorio del mercato dello zucchero fornisce analisi a breve termine e statistiche su tale mercato, nonché analisi e previsioni per aiutare gli agricoltori e l’industria di trasformazione a gestire con maggiore efficacia le proprie attività.
ContestoIl regime delle quote nel settore dello zucchero è stato instaurato con le prime norme della PAC sullo zucchero nel 1968, unitamente a un prezzo di sostegno a favore dei produttori fissato a un livello nettamente superiore al prezzo del mercato mondiale. La decisione di abolire il regime delle quote zucchero è stata presa dagli Stati membri nel 2006.La fine di tale regime segue l’importante riforma del settore attuata tra il 2006 e il 2010. Il prezzo medio dello zucchero dell’UE ha registrato una ripresa dalla fine del 2016 attestandosi a circa 500 EUR/t e si è mantenuto stabile nel corso degli ultimi mesi.
L’UE è il primo produttore al mondo di zucchero di barbabietola (all’incirca il 50% del totale). Quest’ultimo rappresenta tuttavia soltanto il 20% della produzione mondiale di zucchero: il restante 80% è ottenuto infatti dalla canna da zucchero. Nell’Unione europea, la barbabietola da zucchero viene coltivata prevalentemente nel nord Europa, dove il clima è più favorevole alla sua coltivazione. L’UE possiede altresì un’importante industria di raffinazione dello zucchero di canna greggio importato.

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Dal sistema democratico al regime della maggioranza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 luglio 2017

camera deputatiMentre il vicino oriente continua a generare venti di guerra, l’Italia si incammina decisamente verso l’alterazione del sistema democratico in una regime individualistico a tutela e difesa del leader tanto dei suoi interessi privati che dei suoi presunti reati. Ma siamo sicuri di poter parlare ancora con il linguaggio della vera democrazia? La distorsione culturale della democrazia è la dittatura della maggioranza, quella che solo pochi decenni addietro si chiamava “regime”, che esclude ogni forma di dialettica interna ad ogni società civile e scaturisce, inevitabilmente, in una frattura insanabile tra governanti e popolo governato; è l’esaltazione della iniqua legge del più forte che impone le sue scelte. La prova che un sistema, inizialmente, democratico vira verso il regime della maggioranza è data dal ricorso al “voto di fiducia” che il leader di una maggioranza pone su un libero esercizio di voto, per garantirsi che la maggioranza precostituita obbedisca agli ordini impartiti. Praticamente l’obbligo, per i rappresentanti del popolo, di tacitare la propria coscienza e mettere il cervello all’ammasso. Il voto di fiducia stronca sul nascere qualsiasi velleità di autonoma capacità di giudizio, di critica, di dibattito, è la negazione stessa della democrazia. Quando il ricorso a questo strumento diventa sistema di governo, significa che il concetto stesso di democrazia è giunto al fondo del barile. Non contano più nulla i principi dell’etica politica, contano solamente le decisioni di quel leader, peraltro senza alcuna autorevolezza, che impone le sue scelte, solo con l’autorità del potere, non consentendo nessun diritto di critica o di replica o di libero esercizio della coscienza. La dispersione del sistema democratico e la sua trasformazione in regime della maggioranza, si materializza in eventi che non tengono in nessun conto gli interessi di quel popolo che ha legittimato quella maggioranza. Non c’è nessuna differenza tra il regime della maggioranza che decide unilateralmente di aggredire un Paese con un proditorio attacco bellico in una guerra preventiva, e quello che impone scelte di governo che trascurano gli interessi del popolo, ma non quelli del leader. La differenza sta nella conta dei morti, ma nella sostanza i due comportamenti sono sovrapponibili, essendo entrambi frutto dell’arrogante uso del potere sostenuto da una occasionale e temporanea maggioranza. E’ la quotidiana tragedia alla quale stiamo assistendo: lo scontro di vertice provocato da interessi che nulla hanno a che vedere con il benessere dei popoli, che si tramuta in forme aggressive di belligeranza o di personale tornaconto. Questa costante, dove il più forte vuole imporre la sua legge e il suo tipo di ordine, genera la tragedia della guerra, così come genera una medesima tragedia la scelta economica tornacontista che non tiene in considerazione gli interessi della collettività e soffoca anche la parvenza della dissidenza invocando il voto di fiducia. I “sordomuti” della politica, gli eletti dal popolo che non sanno imporre il diritto di critica, quelli che la dialettica spicciola popolare chiama “i peones”, avallano, con il silenzio, le scelte dei capi, salvando così il proprio diritto a un posto a tavola, dove vengono blanditi con i resti di un lauto pranzo e con gli avanzi del bottino, premio di fedeltà per avere tradito la propria Coscienza e con essa il mandato ricevuto. Tutto ciò genera un vincitore e un vinto; al centro, indistintamente confuso tra vincitori e vinti, sta il popolo sovrano, che sovrano non è più perché non chiamato a dirimere le controversie ed evitare gli abusi con libere elezioni; emergono solo le vittime di una tale dispersione democratica, incolpevoli soggetti sacrificali della logica del non-essere e del volere apparire. (Rosario Amico Roxas)

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La Commissione europea approva un regime di aiuti da 12 milioni di euro per nuove rotte aeree verso la Calabria

Posted by fidest press agency su giovedì, 30 marzo 2017

reggio-calabriaLa Commissione europea ha concluso che un regime italiano di aiuti di avviamento alle compagnie aeree per l’apertura di nuove rotte verso la Calabria è conforme alle norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Il regime consentirà alla regione Calabria di coprire fino alla metà delle tasse aeroportuali dovute dalle compagnie aeree per l’esercizio di nuove rotte da o verso gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone per un periodo massimo di tre anni. Le rotte devono essere nuove, ovvero verso destinazioni non attualmente collegate alla regione Calabria.Gli aiuti, fino ad un importo massimo di 12 milioni di euro, saranno concessi alle compagnie aeree tramite invito a presentare proposte.Secondo la Commissione il progetto migliorerà i collegamenti con la regione Calabria, in linea con gli obiettivi dell’UE, senza indebite distorsioni della concorrenza nel mercato unico.A norma degli orientamenti per il settore dell’aviazione, le compagnie aeree possono ricevere aiuti di avviamento quale incentivo per creare nuove rotte dagli aeroporti regionali, aumentare la mobilità dei cittadini dell’Unione grazie all’istituzione di punti di accesso a voli intra-UE e stimolare lo sviluppo regionale.

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Che cosa è il regime di tortura del 41 bis?

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2017

BXP35776Firenze Sabato 8 aprile 2017, nella Sala del Centro Sociale Valdese in Via Manzoni, 21 si terrà il convegno dal titolo: 1992- 2017: 25 ANNI DI 41 BIS 25 ANNI DI TORTURA.
Programma della giornata: Ore 9,45 presentazione della giornata: Giuliano Capecchi, associazione Liberarsi; Letizia Tomassone, pastora chiesa valdese di Firenze;
Ore 10 intervento di Beniamino Deidda, Sandro Margara: il carcere speciale e l’ergastolo;
Ore 10,20 Venticinque anni di 41bis: interventi di: Riccardo De Vito, magistrato di sorveglianza di Nuoro e Presidente di Magistratura Democratica; Carlo Fiorio, ordinario di diritto processuale penale, università di Perugia; Carla Serra, avvocatessa; Giuseppe Mosconi, ordinario sociologia del diritto, università di Padova;
Ore 11,30 testimonianze di: Pasquale De Feo (una lettera), Jean Félix Kamba Nzolo, pastore valdese, Benedetto Labita, Maria Milazzo Labita, Carmelo Musumeci, Sebastiano Prino, Pepè Ritorto, Giovanni Farina (una lettera);
Ore 12,30 dibattito.
Ore 13,30 pausa momento conviviale.
Ore 14,30 ripresa lavori, interventi sulla tortura: Emilio Santoro, ordinario sociologia, università di Firenze; Maria Rita Prette, Edizioni Sensibili alle Foglie; Gustavo Leone, avvocato; Alessio Scandurra, Associazione Antigone;
Ore 15,30 Allora che fare? Interventi di: Ornella Favero, Presidente Conferenza nazionale volontariato giustizia; Alessia Petraglia, senatrice; Luca Maggiora, camera penale di Firenze; Elisabetta Zamparutti, rappresentante del governo italiano nel Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio di Europa; Elton Kalica, ricercatore Università di Padova; Ristretti Orizzonti di Padova.
Ore 16,30 dibattito;
Ore 17,30 interventi di: Caterina Calia, avvocatessa; Nicola Valentino, Edizioni Sensibili alle Foglie; tortura, ergastolo, pena di morte.
Aderiscono alla giornata: Associazione l’Altro Diritto; Associazione Antigone; Coordinamento fiorentino contro l’ergastolo; Commissione carcere camera penale di Firenze; Edizioni Sensibili alle foglie; Conferenza nazionale volontariato giustizia.
Scrive in proposito Carmelo Musumeci nella parte del testimonial: “Era il 1992. Mi trovavo nella cella liscia. Ero in isolamento. Non vedevo e non parlavo con nessuno. La mia cella sembrava una scatola di sardine. Un fazzoletto di cemento, con una branda piantata sul pavimento. Un tavolino di pochi centimetri inchiodato al muro. Una finestra con doppie sbarre, una porta blindata spessa una spanna. Un bagno turco aperto senza nessuna riservatezza e, al lato, un piccolo lavandino. Lo spazio nella cella era minimo. A malapena riuscivo a stare in piedi per fare giusto qualche passo avanti ed indietro. Probabilmente un animale, vivendo in quel modo, sarebbe morto. Io invece sono riuscito a sopravvivere. Una notte, era l’ultima dell’anno, era passata la mezzanotte e le guardie stavano festeggiando rumorosamente l’anno nuovo. Erano ubriachi. Davano calci ai blindati e urlavano insulti verso di noi. Intuii che presto sarebbero venuti a divertirsi con me. Non mi sbagliavo. Arrivarono. Aprirono la cella ed entrarono. Ridevano. Erano ubriachi. Imprecai contro di loro, e loro iniziarono a colpirmi con i pugni. Quando poi fui a terra, iniziarono a colpirmi con i piedi. Per ripararmi mi trascinai sotto la branda. Le guardie fecero più fatica a colpirmi e presto si arresero e andarono a divertirsi con qualche altro detenuto. Infine, ho detto ad Anna che adesso il regime di tortura del 41 bis è ancora peggiore e si sa ancora di meno di quello che avviene, perché quei prigionieri hanno smesso di vivere, pensare, sognare e sperare.

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Proposte sul regime fiscale per le società

Posted by fidest press agency su sabato, 30 gennaio 2016

commissione europeaStrasburgo 2 febbraio 2016. La Commissione europea presenterà le proposte sul regime fiscale per le società Il Commissario per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici illustrerà martedì mattina in Plenaria le ultime proposte della Commissione riguardanti le imposte sulle società. Queste comprendono un progetto di direttiva del Consiglio per contrastare l’erosione delle basi imponibili e il trasferimento degli utili (BEPS), che fa seguito a un piano d’azione dell’OCSE sulla tassazione delle imprese. Nel corso di un’audizione parlamentare dello scorso 12 gennaio, Moscovici aveva promesso ai deputati che avrebbe presentato un “ambizioso pacchetto anti evasione” entro la fine del mese. Durante un’altra audizione, davanti la seconda commissione speciale in materia fiscale (TAXE2), il Commissario aveva anche informato i deputati delle possibili difficoltà in seno al Consiglio dei Ministri UE nel raggiungere un accordo su misure ambiziose poiché, in materia fiscale, l’unanimità è la regola e alcuni Stati membri non erano molto inclini a questo accordo. Il Parlamento ha approvato le proprie raccomandazioni in una risoluzione redatta da Anneliese Dodds (S&D, UK) e Luděk Niedermayer (PPE, CZ) e adottata il 16 dicembre dello scorso anno.

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Tra autoritarismo e stabilità, l’incerto futuro del modello turco

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 novembre 2015

giornalistiturchiaCon il voto a Recep Tayyip Erdoğan in Turchia l’elettorato ha scelto la stabilità e i prossimi mesi saranno cruciali per capire se il modello di Islam politico turco andrà verso una sempre più marcata autocrazia – il cui segnale più evidente è l’attacco contro la stampa indipendente – o verso le aperture da anni auspicate dall’Unione europea. L’offensiva russa in Siria a fianco delle forze del regime va avanti, e Aleppo è ogni giorno di più una città accerchiata. Eppure, a pochi metri dal fronte, c’è chi con tenacia sopravvive nella quotidianità dei piccoli gesti. Gli Stati Uniti hanno deciso di inviare tra i 20 e i 30 uomini delle Forze speciali nel Nord della Siria per addestrare alcuni gruppi ribelli in funzione anti Stato islamico. L’occidente non sa oggi come contrastare la veloce ascesa dell’ISIS, eppure la sua entrata in scena non è stata improvvisa: i germi erano già presenti nella regione. Sul campo di battaglia si declina inoltre l’ennesimo scontro tra sunniti e sciiti. Chi sono e perché la loro rivalità ha radici antiche? (fonte Oasis) (foto: giornalisti turchia)

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1943: l’anno delle illusioni

Posted by fidest press agency su sabato, 27 luglio 2013

Il 1943 può essere definito come l’anno delle illusioni: si illusero i congiurati del Gran Consiglio del Fascismo di salvare il Regime sacrificando Mussolini; si illusero il Re e Badoglio di tradire l’alleato senza pagare dazio; si illusero i ragazzi di Salò di difendere l’onore d’Italia e finirono col combattere i propri fratelli; si illusero i partigiani di sostituire la dittatura fascista con quella del proletariato, pensando di fare dell’Italia una repubblica sovietica e si ritrovarono, invece, a sostenere la monarchia e l’occupante americano; si illusero infine gli italiani convinti che la guerra fosse finita, quando invece ne stava per iniziare una seconda ben peggiore.Tutto ebbe inizio il 25 luglio 1943 quando, con una deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo, il Regime cessò di esistere. Mussolini, pur potendo rigettare l’ordine del giorno del Ministro Grandi e far arrestare i congiurati, inspiegabilmente accettò il deliberato che lo esautorava di tutti i suoi poteri per essere trasferiti al Re.Intanto Vittorio Emanuele III con i vertici delle Forze Armate tramava per liquidare Mussolini, come primo atto per poi passare dalla parte vincente, quella degli alleati.Il responso del Gran Consiglio, contrariamente alle intenzione dei protagonisti (che di fatto si comportarono come utili idioti, per dirla alla Lenin), tornò utile al Re per dare una insperata veste istituzionale a quello che fu a tutti gli effetti un Colpo di Stato.L’indomani Mussolini, rispettoso delle regole e convinto della correttezza di Vittorio Emanuele III, si presentò al monarca per rassegnare le proprie dimissione da Capo del Governo. Il Re, il cui unico scopo era quella di salvare la corona e se stesso dal tracollo bellico, con un atto inconcepibile dal punto di vista istituzionale, lo fece sequestrare (e non arrestare in quanto ne mancavano i presupposti giuridici).Tutti i poteri furono affidati ai vertici dell’esercito che instaurarono una dittatura militare con a capo il Maresciallo Badoglio. Del nuovo esecutivo nessun esponente politico ne faceva parte in quanto i partiti rimanevano fuori legge al pari del partito fascista nel frattempo sciolto.A parte qualche spontanea manifestazione di giubilo, derivante dall’equivoco che con la caduta del regime sarebbe finita la guerra, degli antifascisti e dei partigiani neanche l’ombra, li avremmo visti solo dopo al seguito delle vittoriose truppe alleate.Il nuovo governo si affrettò a rassicurare l’alleato tedesco circa la fedeltà dell’Italia e il proseguimento della guerra al suo fianco e nel contempo avviò segreti contatti con gli angloamericani per passare armi e bagagli dalla parte del nemico, nella patetica illusione di uscire indenni da una guerra che volgeva al peggio.L’8 settembre del 1943 arrivò l’annuncio di Badoglio che chiamò armistizio quello che in realtà fu tradimento: nel volgere di 24 ore i tedeschi divennero improvvisamente nemici e gli invasori americani alleati.Questo atto scellerato non mutò le sorti del conflitto, non servì a lenire le sofferenze della popolazione civile che continuò a lungo a morire sotto i bombardamenti terroristici dell’aviazione angloamericana. Servì solo a scatenare l’ira vendicativa di Hitler, in quel momento padrone assoluto del nostro Paese.
Con il rovesciamento del fronte e il passaggio dell’Italia dalla parte degli angloamericani (che faceva presagire una rapida e vittoriosa conclusione del conflitto), si riorganizzarono i vecchi partiti che seppero, soprattutto quello comunista che aveva mantenuto una sua struttura clandestina, cogliere al volo quella insperata opportunità di tornare ad essere protagonisti della vita politica italiana. La guerra invece continuò per altri 18 mesi e nel conflitto tra eserciti si inserirono i partigiani, alcuni smaniosi di ricostruirsi una verginità politica dopo essersi affermati grazie al regime, altri per attribuirsi delle onorificenze da spendere al tavole della spartizione del potere alla fine del conflitto. E fu guerra civile.Questi sono i fatti che ognuno può giudicare, ma che dubito si possano contestare. (Gianfredo Ruggiero, presidente Circolo Culturale Excalibur – Varese)

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Carmine Senise: Quando ero capo della polizia

Posted by fidest press agency su lunedì, 23 aprile 2012

Marshal Pietro Badoglio succeeded Mussolini as...

Marshal Pietro Badoglio succeeded Mussolini as Prime Minister. (Photo credit: Wikipedia)

Diario 1940-1943 Carmine Senise (Napoli 1883-Roma 1958) fu capo della Polizia dal 1940 al 1943 durante il regime fascista e poi, per un breve periodo dopo la destituzione di Mussolini, con il governo del maresciallo Badoglio. Entrato con un concorso nell’amministrazione del ministero dell’Interno nel 1908, poté seguire da un osservatorio privilegiato gli eventi cruciali che portarono alla nascita del fascismo e alla marcia su Roma. Edite per la prima volta nel 1946, in epoca molto vicina agli eventi narrati, le sue memorie raccontano in modo dettagliato e lucido gli eventi di cui fu un testimone chiave e mostrano come abbia sempre cercato di preservare il ruolo autonomo della Polizia rispetto al regime. Pagine 294 Euro 18,00 Codice 14334D EAN 978-88-425-4987-1 Mursia editore

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