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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°79

Posts Tagged ‘ricercatori’

Recessione economica: i ricercatori italiani ci avevano avvertito

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 settembre 2022

Secondo l’ultima dichiarazione dell’agenzia di rating Fitch l’Italia entrerà in recessione nel 2023 a causa della situazione geo-politica internazionale e della crisi energetica ad essa collegata. Di fatto, come dichiarato, la crescita economica del secondo semestre 2022 non sarà sufficiente a colmare gli effetti avversi della crisi energetica, del prezzo delle commodity, dell’inflazione e dell’aumento dei saggi di interesse imposto dalla BCE. Eppure, questa notizia non dovrebbe meravigliarci dal momento che dal mese di agosto i Proff. Marco Mele della Unicusano e Cosimo Magazzino di Roma Tre avevano lanciato l’allarme su una possibile recessione per il nostro paese.In un loro studio, pubblicato su Energy Reports e riportato sulle maggiori testate giornalistiche italiane, si era dimostrato empiricamente come la riduzione del consumo di gas (energia) avrebbe generato un effetto negativo sulla crescita economica del PIL italiano. Gli autori avevano anche sottolineato come l’Italia sarebbe stata tra i paesi più vulnerabili dell’Unione Europea a causa della forte dipendenza di circa il 40% delle forniture di gas dall’estero e che difficilmente sostituti energetici alle importazioni avrebbero alleviato il fardello.Ed ora Ficth sembra dare ragione ai due economisti affermando che anche in caso l’Italia riuscisse a sostituire l’80% delle risorse provenienti dal mercato russo, l’offerta totale di gas nel Paese si contrarrebbe ugualmente di circa il 5%-10%, generando un effetto a cascata sul settore produttivo italiano. A questo punto ci si domanda come mai, a fronte di una evidenza empirica, non siano stati presi provvedimenti maggiormente tempestivi per evitare una recessione preannunciata.Di certo, come fa notare il Prof. Marco Mele, Prof. Associato di Politica Economica “l’aumento dei saggi di interesse volto a raffreddare il livello generare dei prezzi non ha certamente aiutato ma quello che maggiormente preoccupa, è quanto sta accadendo al comparto delle nostre PMI. Esse stavano superando la fase più acuta della crisi pandemica e dal 2021 i conti economici delle piccole e medie imprese stavano facendo registrare importanti segnali di ripresa. Ed ora, continua l’economista, il processo di ripresa delle PMI potrebbe riportare un rallentamento che si trasferirà indubbiamente su tutta la crescita economica italiana”. Queste parole coincidono con quanto dichiarato ultimamente da Confindustria relativamente alla necessità di agire rapidamente con interventi diversificati sia a livello nazionale che regionale volti al sostegno della competitività delle imprese del nostro territorio.

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Notte europea dei ricercatori

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 settembre 2022

Parma Venerdì 30 settembre, senza più le limitazioni imposte dalla pandemia, torna a Parma la Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica promossa in città dall’Università di Parma con la co-organizzazione e il patrocinio del Comune di Parma e di Imem – Cnr.L’Università di Parma proporrà venerdì 30 settembre, dalle 10 alle 22, tantissimi eventi in presenza: esperimenti, mostre, seminari e laboratori che si terranno in alcuni dei luoghi simbolo dell’Ateneo e dell’intera città, dal Campus Scienze e Tecnologie allo CSAC, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione ospitato nell’Abbazia di Valserena, per arrivare al centro storico, con le due location della Sede centrale dell’Ateneo in via Università e dell’Orto Botanico/Museo di Storia Naturale in via Farini. A breve saranno disponibili sul sito web ufficiale https://lanottedeiricercatori.unipr.it il programma dettagliato e le mappe degli appuntamenti.Le attività sono quasi tutte a libero accesso, ma alcune richiedono la prenotazione: sarà possibile prenotarsi esclusivamente online dal 22 al 29 settembre attraverso il sito web ufficiale dell’evento.La Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori è alla ricerca di volontarie e volontari che potranno collaborare attivamente alla realizzazione degli eventi. Partecipare come volontario significa rendersi disponibile alle attività che saranno richieste sulla base delle necessità: dal servizio informazioni (Infopoint) all’assistenza agli eventi alla “copertura” fotografica o video dei diversi appuntamenti.L’invito è rivolto a studentesse e studenti di corsi di laurea, corsi di dottorato e master dell’Ateneo: per partecipare è sufficiente compilare il modulo online dedicato (https://www.unipr.it/node/101171).La manifestazione di Parma rientra anche quest’anno nell’ambito del progetto LEAF, coordinato a livello nazionale da Frascati Scienza, che vede la partecipazione di numerose università ed enti di ricerca italiani. LEAF, acronimo per “heaL thE plAnet’s Future”, cura il futuro del pianeta, è finanziato dal programma HORIZON-MSCA-Citizens-2022 della Commissione Europea, nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie. Per avere informazioni è possibile seguire l’evento su (https://www.instagram.com/notte.ricercatori.unipr/).

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Accademia di Medicina di Torino bando per ricercatori

Posted by fidest press agency su domenica, 17 luglio 2022

La Fondazione per l’Osteoporosi Onlus con il supporto dell’azienda FGP Srl, leader in Italia nella progettazione e nella produzione di ausili per l’ortopedia e la riabilitazione, lancia un bando biennale (2022-2023) per due borse di studio del valore di 5.000 euro ciascuna, rivolte a giovani ricercatori e ricercatrici di età inferiore ai 35 anni che abbiano prodotto studi innovativi riconosciuti a livello internazionale in materia di osteoporosi. Il primo bando prende avvio oggi, il secondo verrà promosso nel 2023, ed entrambi si inseriscono nell’ambito della partnership siglata tra la Onlus nazionale presieduta dal Prof. Giancarlo Isaia e l’azienda scaligera FGP. Due eccellenze italiane che per il prossimo biennio hanno attivato una sinergia a partire dall’assegnazione di bandi di ricerca con l’obiettivo di sostenere l’attività scientifica e di sensibilizzazione sull’osteoporosi, malattia ad alto impatto sociale, che interessa milioni di persone e in particolar modo le donne, con numeri in continua crescita. Un tema caro all’azienda veronese FGP, che da oltre vent’anni anni investe in attività di ricerca e sviluppo per la progettazione di supporti ortopedici evoluti a sostegno dei pazienti con osteoporosi, nati dal confronto con gli specialisti e oggetto di numerosi studi clinici.I candidati dovranno far pervenire la domanda di partecipazione alla sede della Fondazione per l’Osteoporosi Onlus (via Po 18, Torino) entro il 10 settembre 2022, corredata di un sintetico curriculum vitae, dalla copia, in formato elettronico, del lavoro che intendono sottoporre al giudizio della commissione esaminatrice e dalle indicazioni sulle modalità di attribuzione del finanziamento. A tal fine è necessario segnalare gli estremi (nome, indirizzo, ragione sociale, Partita Iva o Codice Fiscale) dell’ente di appartenenza o di riferimento (Università, Ente di ricerca, Azienda Sanitaria ecc.). La commissione, nominata dalla Fondazione, procederà alla selezione degli elaborati premiando l’originalità del lavoro, la traslazionalità dei dati ottenuti dallo studio e la levatura scientifica del candidato o del gruppo di ricerca e privilegiando studi che posseggano caratteristiche tali da poter essere utilizzati nella pratica clinica dei medici e degli specialisti in osteoporosi. Le candidature dovranno pervenire al seguente indirizzo: osteoporosi@fondazioneosteoporosi.org. Si allega il bando che potrà essere consultato sui siti http://www.fondazioneosteoporosi.it e http://www.fgpsrl.it.

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Un ddl per fermare l’emorragia dei ricercatori che scappano all’estero

Posted by fidest press agency su giovedì, 30 giugno 2022

Stop al precariato “a tempo indeterminato” per i ricercatori ponendo un argine alle fughe all’estero. Con un disegno di legge già passato alla Camera e in approvazione al Senato, il Parlamento definisce un percorso “chiaro e certo” per i talenti italiani della ricerca. Ne ha parlato, a margine della convention “Donne protagoniste in sanità”, che si è tenuta ieri e giovedì scorso a Bologna, la capogruppo M5S in Senato, e medico, Mariolina Castellone. E’ un dato di fatto, ha spiegato “che l’Italia non è un paese per ricercatori, nemmeno per quelli stranieri che, infatti, non sono attratti a venire”. Contemporaneamente, quello sui talenti in Italia è spesso “un investimento a perdere, dato che per formare un dottore di ricerca spendiamo circa 400.000 euro e poi solo uno su tre può continuare a lavorare in Italia. Insomma, in questo modo regaliamo questi investimenti ai paesi stranieri dove poi questi giovani trovano i fondi per fare ricerca e dunque per lavorare”. Da qui il disegno di legge per una definizione dell’iter, con tempi e obiettivi, per i ricercatori che oggi hanno una carriera precaria per decenni. Il percorso pre ruolo, precisa Castellone, ora verrà limitato al massimo a sei anni, dopo di che si può fare il proprio ingresso in ruolo come ricercatori e poi partecipare ai concorsi per diventare professori, tenendo presente che però si devono raggiungere determinati obiettivi, come accade negli altri paesi. In questo modo, aggiunge la senatrice, i ricercatori “non devono aspettare il loro ‘turno’, che spesso finora non era definito per criteri meritocratici”. Un altro tema è la valorizzazione dei titoli: “Nella scorsa legge di bilancio questo lavoro è già stato fatto per i dottorandi. Col nuovo regolamento approvato dal ministero dell’Università, c’è il riconoscimento dei dottorati di ricerca in tutti i concorsi pubblici. Inoltre, abbiamo ottenuto che per i dottorandi sia previsto il minimale contributivo Inps che finora, dopo tre anni di impegno, non veniva riconosciuto”. Quanto alle donne e alla formazione scientifica, all’interno del Pnrr sono previste quote rosa, conclude, “perché l’Europa ha dato all’Italia degli obiettivi da raggiungere per aumentare il numero di donne che sono occupate in queste discipline. Per questo, abbiamo stanziato dei fondi per borse di studio e per la formazione delle donne”.

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Sta per tornare la Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici targata Frascati Scienza

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 aprile 2022

L’appuntamento con l’edizione 2022 è fissato per l’ultimo venerdì di settembre, che quest’anno sarà il 30. Ma, come da tradizione, Frascati Scienza – per cui questa sarà la 17esima Notte – organizzerà una intera Settimana della Scienza ricca di eventi, da sabato 24 fino al 1° ottobre. Il tema prosegue quello dello scorso anno, LEAF – heaL thE plAnet’s Future, ma a partire dai risultati incoraggianti ottenuti, si vuole fare un ulteriore balzo in avanti nella cura del futuro del Pianeta. Gli argomenti trattati riprenderanno alcuni degli obiettivi del Green Deal Europeo: dalla fattoria alla tavola, biodiversità, economia circolare, zero inquinamento, ambienti privi di sostanze tossiche, salute e benessere, efficientamento energetico e delle risorse degli edifici, energia sicura, mobilità smart e sostenibile. L’obiettivo principale è rendere la scienza accessibile e divertente per tutti in chiave “pop”, generando così maggior consapevolezza sugli impatti del cambiamento climatico, ma anche sulle soluzioni messe a disposizione dalla comunità scientifica.Quest’anno, in particolare, la Commissione Europea ha voluto ridurre le distanze tra il mondo della ricerca e le istituzioni scolastiche, introducendo un nuovo work package, gruppo di lavoro interno al progetto, dedicato ad azioni speciali con focus sulle scuole. Nasce così Researchers@School, il nuovo filone di attività della Notte Europea dei ricercatori e delle ricercatrici, per cui ricercatori e divulgatori scientifici torneranno tra i banchi di scuola, per svolgere attività divulgative direttamente all’interno delle strutture scolastiche. Si inizierà già dal mese di maggio, durante il quale Frascati Scienza e i suoi partner proporranno laboratori e gigalabs a studenti e studentesse. Le attività saranno indirizzate a due fasce d’età diverse: i più piccini dai 3 agli 11 anni diventeranno “Little Researchers”, mentre gli 11-19enni vestiranno i panni dei “Young Researchers”.Gli obiettivi di queste azioni sono: aumentare la consapevolezza sull’importanza della ricerca e dell’innovazione, migliorare la fiducia nel lavoro dei ricercatori, avvicinandoli al pubblico dei più giovani, aiutare la comprensione dei principali vantaggi che la ricerca apporta alla società nella vita quotidiana, ridurre gli stereotipi sui ricercatori e incrementare la parità di genere nelle materie STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics), incoraggiare l’avvio alle carriere scientifiche.LEAF è finanziato dal programma HORIZON-MSCA-Citizens-2022 della Commissione Europea, nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie. Fin da ora sono previste attività in oltre 20 città disseminate in tutta Italia, grazie alla collaborazione di tanti partner, nuovi e storici, che porteranno i loro contributi e il loro supporto per questa celebrazione della ricerca scientifica.

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XVI Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 aprile 2022

Si è svolta a Città del Messico sabato 9 aprile, presso l’Istituto italiano di cultura di Città del Messico, la XVI Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo.La manifestazione è stata organizzata dall’ARIM —Associazione dei Ricercatori Italiani in Messico— in cooperazione con la Texas Scientific Italian Community (TSIC) e con il patrocinio delle Camere dei deputati italiana e messicana, l’Istituto superiore di sanità, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), l’Alleanza globale per lo sviluppo Stanford-USAID México Energía Limpia 2050, l’Accademia IWR e il Consiglio Nazionale della Scienza e Tecnologia del Messico (Conacyt).Nel corso della cerimonia di apertura — guidata da Simone Lucatello, presidente dell’ARIM, e Vincenzo Arcobelli, Chairman della conferenza e Consigliere del CGIE in video messaggio— sono intervenute varie autoritá italiane e messicane,che hanno presenziato l’evento sottolineando l’importanza della ricerca e della cooperazione scientifica tra l’Italia, il Messico e il mondo. L’ambasciatore italiano in Messico Luigi de Chiara ha ricordato l’importanza di promuovere le associazioni di ricerca e il loro lavoro che contribuiscono in forma sostantivaall’eccellenza italiana nel mondo.Sono poi intervenuti il presidente della commissione Affari esteri della Camera dei deputati messicana, Jesús Femat, il Segretario tecnico della stessa commissione, Luis Huacuja, il politico e politologo Porfirio Muñoz Ledo, e Cassio Luiselli, ex ambasciatore ed economista esperto in questioni rurali, con una vasta esperienza accademica, nel servizio pubblico e in diplomazia. Come key-note speakers hanno partecipato Pablo Yanes, coordinatore delle ricerche della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi dell’Onu, e Blas L. Pérez Henríquez, direttore dell’iniziativa Mexico Clean Economy 2050.E’ stato poi il momento delle presentazioni di circa 30 ricercatori provenienti da 10 Paesi di 3 continenti, tra cui rappresentanti della Miami Scientific Italian Community (MSIC), la Texas Scientific Italian Community (TSIC) e ARIM.Le presentazioni hanno riguardato temi cruciali e di avanguardia nelle scienze naturali (astronomia) , la struttura interna della Terra, i sistemi planetari, la medicina, la tecnologia, i diritti umani, gli ambienti urbani, le arti e le scienze sociali, musica e filosofia.La giornata è stata anche caratterizzata dalla presenza di ben 7 Presidenti delle Associazioni dei Ricercatori Italiani all’estero, l’Associazione dei ricercatori italiani in Brasile (ARIB), in Francia (RéCIF), la Società degli accademici italiani in Svizzera (SAIS) e nella Cina Orientale, con L’Associazione dei Ricercatori Italiani in Messico (ARIM),la Miami Scientific Italian Community (MSIC) e la Texas Scientific Italian Community(TSIC). Nello spazio dedicato alle associazioni, si sono identificati temi e date per gli Stati Generali, un progetto che rimetta la questione delle Associazioni italiane all’estero al centro dell’agenda politica ed aprire un confronto con il Governo.

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I ricercatori scoprono un sintomo dell’infezione da SARS-CoV-2 completamente nuovo

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 gennaio 2022

Non solo tosse, febbre o un’improvvisa perdita del gusto sono segni di un’infezione da coronavirus. I ricercatori ora sospettano un altro sintomo. Come faccio a sapere se ho il Covid? L’elenco dei sintomi più comuni dovrebbe essere ben noto al grande pubblico. Questi includono segni come mal di gola, tosse, febbre o un’improvvisa perdita dell’olfatto e/o del gusto. Tuttavia, i ricercatori tedeschi hanno ora scoperto che un altro sintomo può essere un segno dell’infezione da SARS-CoV-2. L'”Ärztezeitung”, rivista medica tedesca, descrive il caso di un uomo di 35 anni che è svenuto ripetutamente. Viene visitato più volte in un ospedale di Berlino, ma i medici non trovano altro riscontro, a parte il fatto che è affetto da coronavirus. Gli esperti concludono che la sincope (svenimenti) può anche essere un segno di un’infezione da coronavirus. Questa associazione è dovuta “alle circostanze riproducibili in cui si manifesta la sincope, alla chiara correlazione cronologica dei sintomi con l’infezione da SARS-CoV-2 e all’assenza di caratteristiche indicative di cardiopatie strutturali”, scrive il “giornale medico”. Nell’agosto 2021, i risultati di un totale di 37 studi con 14.438 pazienti affetti da corona hanno mostrato che il 4,2% delle persone infette (604 casi) era svenuto (sincope) o aveva avvertito uno stato di incoscienza imminente (presincope) nelle prime fasi dell’infezione da corona. Secondo questo studio, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, le persone di età superiore ai 60 anni sono particolarmente colpite.

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Ricercatori insieme per la cura del pianeta

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 agosto 2021

Centinaia gli eventi già in programma per la Settimana della Scienza che si apre il 18 settembre, si chiude il 25 e culmina venerdì 24, in contemporanea con tutta Europa, toccando 19 località da Parma a Palermo, da Potenza a Carbonia, con il clou nel centro storico di Frascati, uno dei magnifici Castelli Romani, dove si concentrano tantissimi Enti di Ricerca italiani ed europei. Matematica per le strade di Roma e un ricco programma multidisciplinare con Università degli Studi Roma Tre, oppure nei segni e nei disegni dei più giovani insieme all’Associazione ParimPari, e poi ancora cifrari e codici segreti da decifrare e da comporre, o giochi di ruolo per salvare la Terra in tre ore a cura de Il Salotto di Giano aps, stanze del delitto imperfetto da investigare un assaggio del fitto programma dell’Università di Parma, caccia ai segreti dei più piccoli viventi e a quelli delle foglie della Città di Ariccia, DNA e api al microscopio, bracci bionici e cure con sistemi microfluidici di nanoparticelle insieme ai ricercatori di Università Campus Bio Medico, meteoriti e come riconoscerli, chimiche e alchimie, nanomateriali ecocompatibili per i supporti dei dipinti, spiegate dagli esperti di Istituto Centrale per il Restauro, realtà virtuali … ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età. Vi invitiamo a cliccare sui nomi dei partner per vedere tutta la programmazione. Il programma online sul sito di Frascati Scienza è ricco e ghiotto: comprende gli eventi nazionali e presto si aggiungeranno quelli di Frascati. Ricco e ghiotto anche nel senso letterale del termine: tra i tanti eventi di CREA, uno show cooking guidato dai ricercatori. Di cibo, alimenti e scarti si parla in varie salse scientifiche. Dai racconti dedicati aI più piccoli sugli ortaggi, alle degustazioni frutto della collaborazione tra Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’, Frascati Scienza, Ospitalità Castelli Romani (OCR), dall’analisi delle proprietà e della bontà del latte purché sostenibile, al manuale sul mangiar bene, scritto con e per gli adolescenti, dal rimorchio supersostenibile per lo street food, alla fisica tecnica del pop corn, dai robot per l’agricoltura di precisione alla scienza per gli scarti. Dopo un anno di infodemia sul Covid pare si senta il bisogno di una pausa: pochissimi eventi, tra le centinaia, affrontano direttamente il tema, ma parlandone ad esempio in termini di sequenziamento, big data e medicina di precisione con gli esperti di IFO – Istituto nazionale tumori Regina Elena e Istituto dermatologico San Gallicano, di ‘long Covid’ e l’eredità dell’infezione, di nuove declinazioni di ‘nomi, cose, città’. L’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Alumni-ALACLAM Associazione Laureati Ateneo Cassino e Lazio Meridionale celebrano gli 80 anni dalla pubblicazione del Manifesto di Ventotene con una serie di eventi che intendono riconoscere il fondamentale ruolo svolto dalle donne nella realizzazione e diffusione della ‘Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea’. Università LUMSA racconta tutti i colori della ripartenza, mentre con Istituto Nazionale Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ si parlerà del ruolo del dubbio nella scienza. A proposito di salute e medicina, si parla di nuove frontiere della ricerca in ambito medico con Fondazione AIRC ma anche dei microbi che non vengono per nuocere, mentre Fondazione Umberto Veronesi esplora in una serie di laboratori online rivolti agli studenti delle scuole secondarie quali sono le molecole inquinanti più comuni negli spazi in cui viviamo e come tutelare la nostra salute contribuendo a migliorare la qualità dell’ambiente. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù parla di ricerca medica pediatrica, e Fondazione European Brain Research Institute (EBRI) Rita Levi-Montalcini di dis-abilità tra neuroscienza e arte, fino ad arrivare persino a vedere una vera sala operatoria in un centro commerciale con l’Associazione Infermieri di Camera Operatoria. Si possono fare cacce al tesoro nell’Orto Botanico con i ricercatori, pedalate ecologiche, anche in e-bike ai Castelli Romani, nel Comune di Nemi è possibile seguire percorsi d’acqua dai borghi ai laghi, e con altri partner, vivere un giorno da pesce insieme ai ricercatori dell’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’, passeggiare tra navi e onde, tra idraulica e viscosità, immersi in piante acquatiche e in quartieri interni, come la Garbatella, ma pure capire bene quali tecnologie sostenibili vengono usate per i restauri o quali rilievi e modelli matematici servono per ricostruire il passato.Laboratori intriganti, aperitivi scientifici, webinar su ogni scienza, giochi e spettacoli, kit da giocare con Marie Curie. Tutto per il futuro del pianeta, appunto. Alla biodiversità, di cui l’Italia è straricca, sono dedicati molti eventi in tutte le località della Notte, di sostenibilità e biodiversità si parlerà anche nelle visite guidate in programma con il FAI – Fondo per l’ambiente italiano. Ma c’è anche la chimica al servizio della sostenibilità (e quella che c’è tra noi). Bioeconomia: ecco un corso per insegnanti e attività per bambini di FVA New Media Research con i progetti Biovoices e Transition2Bio. Economia circolare, argomento in cui il nostro paese eccelle, è oggetto di aperitivi scientifici, di laboratori per bambini a cura di Explora Il Museo dei Bambini di Roma, di giochi più impegnativi per i più grandi, di mostre itineranti insieme al Gruppo Astrofili Monti Lepini che coinvolgono persino la luna, approfondimenti per esperti e tanto altro. Progettare un futuro non può prescindere dal tema dell’energia, scandagliato e raccontato in ogni modo possibile dai ricercatori. C’è chi mostra la torre nearly zero net, chi, come Sotacarbo, conduce il pubblico nel progettare la propria casa a impatto zero, chi lo fa giocare energicamente, chi lo fa esercitare in frugalità, chi gli mostra l’eolico galleggiante e la fragilità dei territori, chi come ISINNOVA – gli parla di mobilità a zero emissioni e chi di velocità da formula SAE. La sostenibilità parte dall’emergenza climatica, dall’inquinamento, certo, ma non è solo ambientale, si sa. Non a caso, tra gli eventi, c’è chi sceglie di parlare di giustizia sociale, parità di genere, di donne scienziate e del ruolo delle donne (s)confinate.Incontri vis à vis, interviste, concorsi sul “mio ricercatore” per i piccoli pazienti di Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e chiacchierate con ogni ricercatore possibile, su Facebook, nei webinar online, dal vivo durante gli eventi: i ricercatori lasciano le loro stanze (o vi accompagnano grandi e piccini) per portare le scienze tra le mani di tutti. Perché per vincere la sfida del futuro, scienza e tecnologia non bastano, hanno bisogno del sostegno, del supporto, dell’aiuto di ogni cittadino.Eventi per bambini, altri per adulti, pochi per gli esperti, ma tanti, tantissimi da seguire, da nord a sud, da est a ovest, dal vivo e online: impossibile riportarli tutti, ma sul sito di Frascati Scienza, divisi in due programmi (uno per tutti, un altro esclusivamente per le scuole), si possono già scegliere per località, data, organizzatore ed età. A breve sempre online anche il ricchissimo programma clou della Settimana della Scienza a Frascati. Quanto alle prenotazioni, il sito le accoglie a partire da settembre.

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Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici

Posted by fidest press agency su domenica, 20 giugno 2021

Frascati. 24 settembre al via la 21° edizione organizzata da Frascati scienza. Quest’anno il nome del progetto firmato Frascati Scienza è LEAF, acronimo per “heaL thE plAnet’s Future”, cura il futuro del pianeta. L’immagine non poteva che essere una foglia: non fragile e rinsecchita, ma verde lussureggiante. D’altronde chi meglio della ricerca può essere foglia fresca, vitale e resiliente. La boccata d’ossigeno per rispondere alle sfide di oggi e di domani, dalla pandemia di Covid-19 al cambiamento climatico.Per un pianeta in salute serve il lavoro dei ricercatori e delle ricercatrici, per questo è necessario che tanti giovani si sentano incoraggiati nell’intraprendere la carriera scientifica.Saranno tante le “foglie” di ricerca per tutto lo Stivale. La kermesse scientifica di Frascati Scienza come un grosso albero con le radici nell’area tuscolana della Capitale raggiungerà quindici città (Ariccia, Cagliari, Carbonia, Cassino, Gaeta, Gorga, Grottaferrata, Frascati, Matera, Nemi, Palermo, Parma, Potenza, Roma, Ventotene), coinvolgendo oltre 30 partner.La linfa conduttrice di tutti gli appuntamenti sarà creare consapevolezza sull’importanza della ricerca e dell’innovazione, nonché far crescere la fiducia nel lavoro dei ricercatori e delle ricercatrici. I temi che riempiranno l’agenda della settimana sono selezionati dal Green Deal dell’Unione Europea e tra questi ci sono: Agricoltura dal produttore al consumatore, Tutela della biodiversità, Economia circolare, Zero – inquinamento, Ambienti privi di sostanze tossiche, Salute e benessere. Il sottobosco di ogni appuntamento sarà il fare scienza in modo accessibile, pop e divertente per tutti.LEAF è finanziato dal programma HORIZON 2020 della Commissione Europea, nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie. Adempiendo a tutte le misure richieste per l’emergenza sanitaria, l’appuntamento si terrà – sia in presenza che online – a settembre. Comincerà il 18 con l’avvio della Settimana della Scienza, per culminare l’ultimo venerdì del mese con la European Researchers’ Night e terminare il 25. La partecipazione, come sempre, è ad accesso libero e gratuito. Tanti sono i partner, nuovi e storici, che contribuiscono con attività e supporto a questa celebrazione della ricerca scientifica: AICO – Associazione Infermieri di area chirurgica e di Camera Operatoria, Alumni-ALACLAM Associazione Laureati Ateneo Cassino e Lazio Meridionale, Associazione Parimpari, Banca d’Italia (Vermicino), Bioscienza responsabile, Città di Ariccia-Ufficio Statistica, Comune di Nemi, Consorzio HYPATIA, Consorzio Nettuno – Digital Education Industry 4.0, CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ESA – Agenzia Spaziale Europea, Explora Il Museo dei Bambini di Roma, Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Fondazione EBRI “Rita Levi-Montalcini”, Fondazione Umberto Veronesi, FVA New Media Research, G.Eco, Giornalisti Nell’Erba, Gruppo Astrofili Monti Lepini, ICR – Istituto Centrale per il Restauro, Il Salotto di Giano A.P.S., INMI Lazzaro Spallanzani, ISINNOVA – l’Istituto di Studi per l’Integrazione dei Sistemi, IRCCS IFO- Istituto Nazionale Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano, Libera Università Maria Ss. Assunta – LUMSA, Mindsharing.tech, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Raffa fa Cose, Sotacarbo, T6 Ecosystems, Unitelma Sapienza, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Università di Parma, Università degli studi di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Biologia, Università degli Studi Roma Tre – Dipartimenti di Scienze, Matematica e Fisica, Ingegneria, Architettura, WWF.

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Angelini Pharma al fianco dell’Università dell’Aquila a sostegno dei giovani ricercatori

Posted by fidest press agency su venerdì, 23 aprile 2021

In un contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo, continua ad essere massimo lo sforzo dell’azienda per stare al fianco delle persone e del territorio. Tra le numerose iniziative di solidarietà messe in campo da Angelini Pharma fin dall’inizio della pandemia, l’azienda ha deciso di donare all’Università dell’Aquila strumentazioni di alto valore scientifico e tecnico dei propri laboratori di ricerca situati a Pomezia (Roma).La scelta di Angelini Pharma è ricaduta sull’Università degli Studi dell’Aquila per sostenere la crescita dei giovani ricercatori e valorizzare i loro talenti. In particolare, si è scelto l’ateneo aquilano per il suo contributo alla crescita culturale, sociale ed economica del territorio, degli studenti e dei ricercatori, e pensando alla tragedia di dodici anni fa quando l’Aquila è stata colpita dalla scossa di terremoto che devastò l’Abruzzo. “Con questa donazione abbiamo voluto manifestare la vicinanza alla città dell’Aquila e in particolare al mondo giovanile universitario” afferma Lorella Ragni, Global R&D PLCM Executive Director. “Investire sulle università è scommettere sul futuro del paese: è per noi un onore sostenere e promuovere la crescita dei giovani brillanti ricercatori di domani. La scienza è il motore per il progresso dell’umanità – continua Lorella Ragni – e sostenerla è un dovere di tutti. Oggi più che mai”. Il progetto di donazione ha visto come principali interlocutori per l’Università degli Studi dell’Aquila il Professor Armando Carlone, docente di chimica organica, e il Professor Giuseppe Celenza, docente di biochimica e biologia molecolare clinica.

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Oggi la Notte europea dei ricercatori

Posted by fidest press agency su venerdì, 27 novembre 2020

Torna “la Notte europea dei ricercatori”, promossa dalla Commissione Europea e giunta alla sua quindicesima edizione. Migliaia di ricercatori e centri di ricerca di tutta l’Europa apriranno le porte dei loro laboratori per far conoscere al grande pubblico la bellezza e l’importanza della ricerca scientifica, con esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze e seminari divulgativi, spettacoli e concerti. Per il 2020, in 29 paesi e 388 città, sono stati organizzati 52 eventi. A causa del Covid, molti eventi saranno fruibili solamente in via digitale. L’obiettivo è di creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. L’Italia ha aderito, da sempre, all’iniziativa europea con una molteplicità di progetti che ne hanno fatto tradizionalmente uno dei paesi europei con il maggior numero di eventi sparsi sul territorio. Per il 2020 la manifestazione coinvolge in Italia 7 progetti per un totale di oltre 80 città. By Christian Flammia

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L’Italia ha “perso” 14 mila ricercatori

Posted by fidest press agency su domenica, 15 novembre 2020

«Dal 2008 al 2019 si possono stimare circa 14 mila persone che hanno conseguito un dottorato di ricerca in Italia, dove erano residenti prima dell’immatricolazione all’università, e che sono emigrate permanentemente all’estero. Stima peraltro prudente, che non considera i laureati che erano già andati all’estero per conseguire il dottorato e hanno proseguito lì la carriera». Una vera e propria emorragia. Ma è sbagliato definirla “fuga di cervelli”: piuttosto, la decisione di lasciare l’Italia, per ricercatori italiani con in tasca laurea e dottorato – la componente più qualificata di chi ha compiuto il percorso universitario – è una scelta consapevole dettata dal bisogno di essere valorizzati sia dal punto di vista della carriera, sia sotto il profilo economico. Nel nostro Paese, infatti, sarebbero solitamente destinati ad anni di lavoro precario, con una scarsa possibilità di stabilizzazione e di ascesa professionale, e a una bassa remunerazione per i loro titoli e la loro preparazione.È quanto emerge dal saggio di Leopoldo Nascia (ricercatore e membro della redazione di Sbilanciamoci!) e Mario Pianta (professore ordinario di politica economica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, sede di Firenze), anticipato ieri pomeriggio nella web conference (qui il programma completo) “Vecchia” e “nuova” emigrazione italiana all’estero, organizzata dal Centro studi e ricerche Idos (che firma anche l’annuale Dossier Statistico Immigrazione). Un appuntamento per lanciare la nuova ricerca targata Idos sui nostri connazionali all’estero, finanziata dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e realizzata in partnership con il Circolo studi diplomatici, che verrà pubblicata a dicembre in un numero speciale della rivista Affari sociali internazionali. I primi risultati dello studio sono stati quindi illustrati durante il convegno online, disponibile sul canale Youtube di Idos.Se gli italiani iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero (Aire) erano quasi 5,5 milioni nel 2019, oltre la metà dei quali “espatriati” soprattutto per lavoro, al 31 ottobre 2020 «negli schedari consolari risultano iscritti 6 milioni 240 mila italiani, il doppio di 15 anni fa: una popolazione pari a 2 volte quella di Roma, presente soprattutto in Paesi europei, mentre in Argentina vivono oltre un milione di connazionali, oltre a quelli in Brasile, Venezuela, Stati Uniti, Canada, con una presenza crescente anche in Sudafrica», ha dichiarato Emanuela Del Re, vice ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, chiarendo che comunque la cifra resta parziale: «Di moltissimi italiani non abbiamo notizia». E ha voluto ricordare che «l’associazionismo resta forse la caratteristica più bella della nostra migrazione: contiamo circa 1.700 associazioni regolarmente registrate nel mondo. A Buenos Aires, per esempio, un’associazione di giovani figli e nipoti di emigrati in Argentina crea contatti con i nuovi emigrati: c’è la necessità di fare rete». Paolo Crudele, vicedirettore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha riferito: «Cerchiamo di favorire come Farnesina un dialogo fra nuova emigrazione e associazionismo molto robusto in diversi Paesi di destinazione. Un impegno che richiede aggiornamento nei metodi e nella mentalità».

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Torna all’Università di Parma la Notte dei Ricercatori

Posted by fidest press agency su venerdì, 11 settembre 2020

Parma venerdì 25 e sabato 26 settembre 2020. la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica è promossa dall’Università di Parma con la co-organizzazione e il patrocinio di Comune di Parma e IMEM-CNR. Il centro storico di Parma ospiterà gran parte delle attività di sabato 26 settembre. Il programma degli eventi e le novità di questa edizione, dovute all’emergenza coronavirus, sono state presentate dal Rettore Paolo Andrei, dal Consigliere incaricato del Comune di Parma al Welfare dello studente universitario Leonardo Spadi, dal Direttore di IMEM-CNR Andrea Zappettini e dalla Dirigente dell’Area Ricerca, Internazionalizzazione e Terza Missione dell’Ateneo Barbara Panciroli. 33 gli eventi in programma. Il Campus Scienze e Tecnologie (Parco Area delle Scienze) e lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Abbazia di Valserena – strada Viazza di Paradigna 1) aspettano i visitatori nel pomeriggio di venerdì 25 settembre, dalle 16 alle 20. Sabato 26 settembre ancora la possibilità di visitare lo CSAC dalle 16 alle 20 e dalle 10.30 alle 20 seminari divulgativi interdisciplinari in centro storico tenuti da ricercatori dell’Ateneo e visite guidate al Museo di Storia Naturale e all’Orto Botanico.
Venerdì 25 al Campus sarà possibile visitare le stanze della chimica e il Museo di Cristallochimica, viaggiare nel packaging intelligente, approfondire il comportamento degli edifici in caso di collasso o di terremoto, giocare con la Scienza dei Materiali all’IMEM-CNR e scoprire come funziona la macchina umana in movimento. Alcune attività proposte dai ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia e del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco riguarderanno invece l’emergenza coronavirus, con focus su farmaci e vaccini, test e tamponi, supercomputer e Big Data, alimentazione e regole di prevenzione, con la possibilità di stampare e portare a casa la propria mascherina ergonomica. Nella Sala Congressi del Centro Convegni Aule delle Scienze sono in programma 3 “Pillole di Scienza”, con inizio alle 17, dedicate alla prospettiva filosofica della tolleranza, a diritto e giustizia nell’universo di Batman e alle conseguenze economiche del coronavirus. Sarà esposta anche la macchina da corsa dell’Unipr Racing Team: gli studenti che lavorano al progetto spiegheranno ai visitatori tutti i segreti della monoposto.
Nella Sede Centrale dell’Ateneo sono in programma seminari divulgativi tenuti da ricercatori dell’Università, aperti alle 10.30 da una riflessione sull’esperienza del Covid Hospital 1 di Parma. A seguire si parlerà di previsione del futuro attraverso modelli e algoritmi, fenomeni migratori, simulazione di alluvioni e medicina di genere. Il pomeriggio, a partire dalle 16.30, sarà dedicato a docenti e ricercatori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, con focus su neuroscienze, intelligenza artificiale, le novità in odontoiatria, Epatite B, uso della tecnologia in medicina e la cura con il plasma per il Covid-19, argomento di strettissima attualità. Sono inoltre in programma visite guidate al Museo di Storia Naturale in via Università 12 e all’Orto Botanico in via Farini 90.
Sia venerdì 25 che sabato 26 allo CSAC sarà infine possibile effettuare visite guidate gratuite alla mostra “Il canone” di Luca Vitone, che aprirà al pubblico il 6 settembre.

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43 ricercatori di 10 Stati per favorire la produzione di energia pulita e sostenibile

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 agosto 2020

L’Università di Camerino grazie ai Fondi di Ateneo di Ricerca 2019, promuove attività di ricerca internazionali e favorisce l’aggregazione di ricercatori così da cogliere le più grandi sfide offerte alla società presente e futura. Nel solco tracciato dal programma Horizon 2020 sono stati finanziati, su base competitiva e dopo una procedura di referaggio, progetti proposti da dieci gruppi di ricerca dell’Ateneo. Per la Scuola di Giurisprudenza il progetto selezionato è incentrato sulla transizione energetica e sulla studio di un nuovo fenomeno il “prosumerismo”. Il prosumer è, infatti un consumatore di energia che a sua volta è in grado di produrre energia. L’auto-consumo di energia è già noto e diffuso, anche se soltanto lo scorso anno l’Unione Europea ha adottato una nuova regolamentazione che porterà ad una grande rivoluzione del mercato energetico: si favorirà, infatti, la creazione di comunità energetiche costituite da condomini, quartieri o interi piccoli villaggi in grado di produrre energia pulita attraverso l’uso integrato di tecnologie innovative. Nella società del futuro attraverso tecnologie quali blockchaines, nuove batterie, nuove forme di produzione di energia i consumatori da clienti che pagano bollette potranno divenire “venditori” di energia. Da queste innovazioni discendono nuove sfide: come usare i proventi della vendita? Quali contratti utilizzare per aggregare tra loro proprietari di case di un condominio o di un quartier o di un villaggio? Un team composto da 43 ricercatori provenienti anche da Brasile, Croazia, Francia, Giappone, Regno Unito, Kazakistan, Romania, Spagna, Stati Uniti coordinato dalla Prof.ssa Lucia Ruggeri, cercherà per due anni di trovare soluzioni e risposte. Il gruppo di ricerca lavorerà con un approccio multidisciplinare aggregando competenze di ambito giuridico, socio-economico, medico-legale, informatico e ingegneristico. I ricercatori effettueranno una ricognizione delle esperienze di successo comparando legislazioni e analizzando problemi quali la vulnerabilità e la povertà energetica, forme di criminalità legate al mercato energetico e tipologie di malattie connesse alla povertà energetica. E’ previsto il coinvolgimento di municipalità, associazioni si consumatori e utenti per poter promuovere il passaggio dall’auto-consumo alla produzione di energia a livello diffuso e decentralizzato (il titolo del progetto è, infatti significativamente, “Enabling Conumer to become Prosumer in the Energy transition era”). Nella fase finale del progetto sono previsti incontri che coinvolgeranno in particolare le aree colpite dal sisma del 2016 con la promozione di progetti di creazione di energy community in occasione della ricostruzione.

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Covid-19: I ricercatori sperimentano un nuovo test diagnostico rapido

Posted by fidest press agency su martedì, 21 luglio 2020

Per aiutare il mondo a rispondere a COVID-19, 3M e i ricercatori del MIT stanno sperimentando un nuovo test rapido per il rilevamento del virus. È attualmente in corso un progetto di ricerca accelerato per comprendere se un dispositivo diagnostico facile da usare possa fornire risultati altamente accurati in pochi minuti e possa essere prodotto su larga scala.Il National Institute of Health degli Stati Uniti ha selezionato il test rapido per COVID-19 per accelerarne lo sviluppo e supportarne la commercializzazione, dopo una rigorosa revisione da parte di un gruppo di esperti. Il test rientra nel programma Rapid Acceleration of Diagnostics Tech (RADx Tech), un’iniziativa di diagnostica per COVID-19 dai tempi serrati del National Institute of Biomedical Imaging and Bioengineering del NIH.Il test rileverebbe gli antigeni virali e fornirebbe risultati altamente accurati in pochi minuti attraverso un dispositivo su base cartacea. Il test potrebbe essere somministrato presso il centro di cura e non avrebbe bisogno di essere inviato ai laboratori per i test.Questo sforzo si basa sulla profonda competenza tecnologica di 3M nel campo dei biomateriali e del bioprocessing, unitamente al suo know-how nella produzione globale di dispositivi medici. Il team di 3M è guidato da scienziati, esperti di produzione e di regolamentazione provenienti dai suoi laboratori di ricerca aziendali e dal gruppo del settore salute.Il team di ricerca del MIT è invece diretto dal Professor Hadley Sikes presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Istituto. Il laboratorio guidato da Sikes è specializzato nella creazione e nello sviluppo di tecnologie molecolari per migliorare le prestazioni dei test proteici rapidi a base di cellulosa.I team di 3M e del MIT ritengono che un test diagnostico possa essere messo in campo una volta approvato. Gli strumenti di produzione possono essere scalati per produrre milioni di unità al giorno.Il team è preparato per collaborare con il programma RADx Tech del governo americano per dimostrare la capacità del test e per distribuirlo il più rapidamente possibile. Il programma di innovazione a fasi di RADx Tech prevede inizialmente il supporto per un periodo di quattro settimane di intensa ricerca per dimostrare che il concetto di test funziona e può essere commercializzato su larga scala. Il progetto ha ricevuto 500.000$ di finanziamento per la validazione da parte di RADx Tech ed è idoneo per ulteriori finanziamenti nelle fasi successive dello sviluppo. (by Alessandra Spagnolo)

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Emergenza del Covid-19 e e i ricercatori che operano in ambito oncologico

Posted by fidest press agency su sabato, 18 luglio 2020

La gestione dell’emergenza del Coronavirus in Italia rende necessaria una riorganizzazione del lavoro dei ricercatori che operano in ambito oncologico. È quanto sostiene una recente indagine della Federation of Italian Cooperative Oncology Groups (FICOG) svolta tra i clinici di 52 diversi centri della Penisola. Il 65% sostiene di avere avuto negli ultimi mesi difficoltà nella comunicazione ed informazione con pazienti sempre più intimoriti dalla pandemia. Per sette su dieci è prioritario riuscire a limitare la migrazione dei malati, che partecipano a studi clinici, da una Regione all’altra. L’83% afferma come sia indispensabile implementare, al più presto, le attività via web e da remoto. I dati sono presentati oggi in un webinar della FICOG al quale partecipano rappresentanti dei pazienti e delle associazioni medico-scientifiche. “Il Covid-19 potrebbe ridurre nei prossimi mesi la partecipazione a studi clinici per la messa a punto di nuovi trattamenti anti-tumorali – sottolinea il prof. Carmine Pinto, Presidente FICOG -. E questo potrebbe avvenire soprattutto nei territori che sono stati più duramente colpiti dalla pandemia. Bisogna ricordare ai malati che il rischio di contagio nelle strutture sanitarie della Penisola adesso risulta minimo e che invece sono numerosi i vantaggi derivati dalla riapertura delle sperimentazioni cliniche. Al tempo stesso non va dimenticato come l’emergenza Coronavirus non sia ancora finita. È fondamentale ridurre gli spostamenti interni tra le Regioni e organizzare gli accessi agli ospedali. Creare una rete nazionale di centri, che svolgono ricerca oncologica, è secondo noi la soluzione ottimale”. Durante il webinar della FICOG sono inoltre presentati i dati preliminari di uno studio condotto a Reggio Emilia su pazienti oncologici ricoverati in ospedale perché colpiti da Covid. Circa il 70% di questi malati, al momento dell’infezione, avevano avuto una diagnosi di tumore da più di cinque anni. “Si tratta di pazienti così detti “survivors” e che possono essere considerati guariti dal cancro – prosegue Pinto -. Al momento del contagio non erano quindi sottoposti ad un trattamento antitumorale attivo ed in buona parte non rientravano più nelle visite di controllo previste nei follow up. È un dato interessante che merita di essere approfondito da ulteriori ricerche, e che ci impone per il futuro, anche al di là dell’emergenza Covid, una riflessione sui bisogni delle persone guarite da cancro e sul cosiddetto “survivorship plane”. “Il coinvolgimento riconosciuto per legge delle Associazioni dei pazienti nella definizione dei protocolli di ricerca nelle diverse fasi delle sperimentazioni cliniche facilita l’alleanza con i clinici e garantisce libertà di scelta, privacy, trasparenza delle attività, ma senza fermare la ricerca” afferma il prof. Francesco De Lorenzo, Presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO). “Come Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ci siamo attivati per rendere disponibili e operative delle linee guida per la gestione dell’infezione da Coronavirus in persone che hanno già sconfitto il cancro – conclude il prof. Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM -. Stiamo lavorando ad un documento scientifico condiviso con i rappresentati dei pazienti e altre Società Scientifiche. È importante svolgere attività di ricerca anche in questo particolare ambito per incrementare le nostre conoscenze anche in vista di una possibile ricrescita di casi di Coronavirus nei prossimi mesi”.

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Workshop Nazionale Giovani Ricercatori

Posted by fidest press agency su martedì, 14 luglio 2020

Milano. Si è tenuta nei giorni scorsi una serie di incontri nell’ambito del Workshop Giovani Ricercatori per le aree interne promosso dal Politecnico di Milano, al quale hanno partecipato le dottorande del curriculum Civil law and Constitutional legality dell’Università di Camerino Silvia Montecchiari e Karina Zabrodina.
L’iniziativa è stata promossa dalla Rete nazionale per le aree interne, costituita da un gruppo di giovani ricercatori e dottorandi di diverse aree disciplinari del Politecnico di Milano, con il supporto dei dottorati di ricerca in Preservation of the Architectural Heritage, in Urban Planning, Design and Policy, in Management, Economics and Industrial Engineering e del progetto DAStU, Dipartimento di Eccellenza sulle Fragilità Territoriali 2018-2022.
Lo scopo del workshop è stato quello di riunire giovani ricercatori di diverse discipline che, da diverse prospettive, si stanno occupando del grande tema delle Aree Interne, per offrire loro l’opportunità di incontrarsi e di confrontarsi sui propri lavori e riuscire a tracciare così una vera e propria geografia delle ricerche sul tema. La dottoranda Karina Zabrodina ha partecipato al tavolo del 29 giugno incentrato sul tema Aree Interne Ed Innovazione Sociale, portando un contributo sulla Leadership culturale per lo sviluppo locale, in cui ha analizzato la necessità dell’informazione degli stakeholders e della formazione di una cittadinanza attiva. La dottoranda Silvia Montecchiari ha preso parte al tavolo di lavoro e dibattito Presidio del Territorio e Rischio Idrogeologico dello scorso 8 luglio, in cui ha portato uno sguardo giuridico all’interno del dibattito, sostenendo la necessità dell’introduzione di una normativa post-sisma unitaria per l’intero territorio italiano, che permetterebbe di superare l’attuale frammentarietà, disomogeneità e scarsa efficacia delle risposte ai sismi e accoglierebbe le indicazioni delle più avanzate convenzioni internazionali in materia. Il dottorato civilistico Unicam, coordinato dalla Prof.ssa Lucia Ruggeri, subito dopo il sisma del 2016, grazie al sostegno di Fondazione Intesa Sanpaolo, ha attivato uno specifico programma incentrato sullo studio delle zone interne e sul loro rilancio; il programma si inserisce in un più ampio quadro di collaborazioni con università straniere impegnate al pari dell’Ateneo camerte nella rivitalizzazione di aree colpite da disastri naturali come la Toyo University di Tokyo e la Louisiana State University impegnata nelle aree investite dall’uragano e ora chiamate a fronteggiare una seconda crisi economica dovuta alla pandemia. Il recente intervento normativo a sostegno di dottorati che formino giovani ricercatori impegnati nel rilancio delle zone interne trova in Unicam un Ateneo già pronto a cogliere ed affrontare questo nuovo compito e questa sfida.

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Università e ricerca: Per la ripresa in arrivo 1,4 miliardi e l’assunzione di 4.000 ricercatori

Posted by fidest press agency su martedì, 19 Maggio 2020

Nel decreto legge Rilancio, il Governo ha stanziato un finanziamento specifico per i comparti Università e Ricerca che prevede anche l’assunzione in ruolo di migliaia di nuovi ricercatori pure per gli enti di ricerca grazie ad ulteriori 250 milioni: l’iniziativa è stata confermata durante la conferenza stampa sul tema tenuta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sono anche previsti “165 milioni sul Fondo di finanziamento ordinario per allargare l’area no tax degli studenti, poi 40 milioni in più sulle borse di studio, 15 milioni per i dottorati, 62 milioni per l’Alta formazione musicale. Il Fondo per la ricerca First sale di 300 milioni.“Come Anief – dice il suo leader Marcello Pacifico – siamo convinti che occorra lavorare alacremente per la stabilizzazione dei precari con conseguente stop ai licenziamenti per non perdere professionalità acquisite. Come anche all’avvio della contrattazione per lo smartworkinge a garantire norme di sicurezza che in questo periodo di pericolo di contagio diventano prioritarie. Dopo lo stanziamento dei fondi mirati, bisogna anche provvedere alla programmazione pluriennale per l’immissione in ruolo dei 4.000 ricercatori e tecnici, dando la priorità a chi è in lista di attesa da lungo tempo. Sull’Afam occorre puntare sulla sperimentazione e sul supporto degli studenti e del personale per l’acquisto degli strumenti”.

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I ricercatori dell’azoto perduto

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 Maggio 2020

L’atmosfera terrestre è composta per il 78% di azoto e il 21% di ossigeno, una miscela unica nel sistema solare. L’ossigeno è stato prodotto da alcuni dei primi organismi viventi. Ma da dove viene l’azoto? È fuggito dal mantello terrestre attraverso l’attività vulcanica? Per cercare di rispondere a queste domande, un team internazionale di ricercatori anche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha raccolto e studiato campioni di gas da diversi sistemi vulcanici sul nostro pianeta, tra cui lo Yellowstone, l’Islanda, il rift continentale Africano. Il loro studio “Hydrothermal 15N15N abundances constrain the origins of mantle nitrogen”, recentemente pubblicato sulla rivista Nature, mostra che l’azoto del mantello terrestre non ha la stessa composizione isotopica dell’azoto atmosferico, il che implica che quest’ultimo non proviene dal degassamento del mantello.“È stato scoperto che la contaminazione dell’aria stava mascherando la ‘firma originale’ di molti campioni di gas vulcanici”, afferma Antonio Caracausi, ricercatore dell’INGV e coautore della ricerca.Senza questa distinzione, gli scienziati non erano in grado di rispondere a domande di base come: l’azoto è rimasto dalla formazione terrestre o è stato consegnato al pianeta in seguito? In che modo l’azoto dell’atmosfera è collegato all’azoto che esce dai vulcani? Lo studio è basato su una nuova e innovativa metodologia per studiare gli isotopi dell’azoto. Questo metodo ha fornito un modo unico per identificare le molecole di azoto che provengono dall’aria, ed ha permesso ai ricercatori di individuare la composizione di gas in profondità all’interno del mantello terrestre. Questo alla fine ha rivelato la prova che l’azoto nel mantello è molto probabilmente presente da quando il nostro pianeta si è inizialmente formato. Quindi, “una volta presa in considerazione la contaminazione dell’aria, abbiamo acquisito nuove e preziose informazioni sull’origine dell’azoto e sull’evoluzione del nostro pianeta”, afferma lo scienziato. Inoltre, questi nuovi risultati hanno permesso di distinguere nei geyser, nelle fumarole e nelle altre manifestazioni naturali di gas vulcanici, il contributo dell’atmosfera (sotto forma di acqua piovana riscaldata) da quello del mantello terrestre (gas magmatico). Ad esempio, quantità di gas magmatico sono state riconosciute nei geyser nel Parco Nazionale di Yellowstone, indicando una rinnovata attività del sistema vulcanico. Data l’alta precisione di questi dati, essi potrebbero anche contribuire ad una più approfondita comprensione dei processi magmatici potenzialmente capaci di generare eruzioni vulcaniche. I campioni continuano a essere raccolti a Yellowstone e in altri sistemi vulcanici attivi nel mondo, tra cui l’Etna che è il vulcano più attivo d’Europa. In ogni caso, l’origine dell’azoto atmosferico resta un mistero … per ora.

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I ricercatori dell’Istituto Spallanzani isolano il virus SARS-CoV-2 nelle lacrime di una paziente

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 aprile 2020

Roma. Il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia COVID-19, è attivo anche nelle secrezioni oculari dei pazienti positivi al virus: è quanto emerge da una importante ricerca pubblicata dalla rivista Annals of Internal Medicine e realizzata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.
Partendo da un tampone oculare prelevato tre giorni dopo il ricovero da una paziente positiva al virus, ricoverata presso l’ospedale Spallanzani alla fine di gennaio e che presentava una congiuntivite bilaterale, i ricercatori dello Spallanzani sono riusciti ad isolare il virus, dimostrando così che esso, oltre che nell’apparato respiratorio, è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive.
Si tratta di una scoperta che ha importanti implicazioni anche sul piano della salute pubblica, tant’è che il risultato è stato comunicato all’Organizzazione Mondiale della Sanità d’accordo con l’Editor della rivista prima della pubblicazione.
“Questa ricerca dimostra che gli occhi non sono soltanto una delle porte di ingresso del virus nell’organismo, ma anche una potenziale fonte di contagio – ha commentato Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità Operativa Virus Emergenti del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani – ne deriva la necessità di un uso appropriato di dispositivi di protezione in situazioni, quali gli esami oftalmici, che si pensava potessero essere relativamente sicure rispetto ai rischi di contagio che pone questo virus”. La ricerca dello Spallanzani ha inoltre evidenziato che i tamponi oculari possono essere positivi quando invece i i campioni del distretto respiratorio non mostrano più tracce del virus: i campioni respiratori della paziente, infatti, a tre settimane dal ricovero risultavano ormai negativi, mentre il campione oculare era ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero. Saranno necessari ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e potenzialmente infettivo nelle lacrime: va ricordato infatti che l’analisi molecolare rileva soltanto la presenza del RNA virale nel campione, e soltanto l’isolamento del virus in una coltura cellulare può evidenziare la sua capacità infettante.“La scoperta dei nostri ricercatori– conclude Marta Branca, direttore generale dello Spallanzani – è un altro piccolo tassello che si inserisce nel complicato puzzle di questo virus. La nostra soddisfazione è quella di contribuire, con questa ricerca, a far conoscere meglio i meccanismi di contagio e, quindi, a creare maggiore consapevolezza e sicurezza negli operatori chiamati a confrontarsi con la gestione clinica dei pazienti”.

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