L’inizio dell’anno scolastico è generalmente un periodo cruciale. Nella vita di un bambino, ma anche in quella dei suoi genitori. Perché tornare a scuola è, tra l’altro, costoso. E fino a poco tempo, tornare a scuola poteva anche essere costoso per il pianeta. Ma oggi ci sono soluzioni più eco-responsabili. Ecco alcuni esempi. Tra le principali voci di spesa per l’inizio dell’anno scolastico, c’è la borsa della scuola di tuo figlio e l’astuccio che generalmente lo accompagna. Su un sito online o in una vendita di usato, possono esserci buone opportunità. Anche per quanto riguarda i libri, ora ci sono servizi di compravendita di seconda mano. Servizi offerti online, ma anche da alcuni grandi marchi nei punti vendita fisici. E non dimenticare il riciclaggio domestico. Quindi se sei un po’ bravo con le mani, una vecchia felpa troppo piccola può facilmente diventare un nuovo kit. Idem per le copertine di plastica per notebook. Se invece l’anno precedente hai investito in un raccoglitore di qualità – o hai insegnato a tuo figlio a prendersi cura della sua attrezzatura -, non esitare a utilizzarlo per un altro anno. Anche diversi anni. E per convincere tuo figlio, prova la personalizzazione che può dargli l’impressione di nuovo.Se la plastica è stata a lungo attraente, bisogna riconoscere che ha due svantaggi: a volte può essere fragile e poco ecologica. Allora perché non optare per forbici, righello o matite di legno o di metallo che si conserveranno più a lungo? Anche dai fratelli maggiori alle sorelline.Parallelamente ai materiali scolastici destinati a durare nel tempo, ora hai anche la possibilità di scegliere quelli più ecologici. Così colle a base di amido – preferibilmente in stick – gomme da cancellare prive di ftalati e lattice, penne senza profumo, pennarelli a base di coloranti naturali, correttori senza solventi, colori ad acquerello anziché acrilici, rivestimenti per calcolatrici o quaderni con, ad esempio, l’Ecolabel europeo o il logo NF Environnement.Al di là dei materiali scolastici, il ritorno a scuola può essere un’opportunità per adottare nuove abitudini più eco-responsabili. Sostituisci gli snack confezionati singolarmente con frutta fresca o snack fatti in casa trasportati in un contenitore specifico, ad esempio. Oppure opta per una bottiglia d’acqua invece di bottiglie d’acqua di plastica usa e getta. E se la scuola è vicina, perché non iniziare ad andare anche a piedi o in bicicletta? Un modo anche per praticare un po’ di attività fisica e perché no, per abituare i vostri bambini quando iniziano a crescere facendogli fare il percorso da soli, o con i loro amici. Ma intanto c’è anche la soluzione del pedibus che permette ai più piccoli di andare a scuola a piedi, sotto la supervisione dei genitori accompagnatori che, a loro volta, vanno a prendere i bambini per “condurli” a scuola. (Nathalie Mayer su Futura-Planète del 23/08/2022) http://www.aduc.it
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Rientro a scuola: Cinque consigli ecologici
Posted by fidest press agency su sabato, 27 agosto 2022
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Il rientro dei cervelli dall’estero è possibile?
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 aprile 2022
Al via la nuova serie di cinque puntate di Made IT Tips, la rubrica di consigli ospitata all’interno del podcast di imprenditoria Made IT, nato da un’idea di Camilla Scassellati Sforzolini e Inès Makula. Made IT racconta storie di imprenditrici e imprenditori italiani che hanno creato start-up di successo. La nuova mini-serie è ideata con Credimi, leader nell’Unione Europea dei finanziamenti digitali alle piccole e medie imprese, e sarà interamente dedicata al tema del rientro dei cervelli, argomento che sta molto a cuore alla fintech milanese sin dalla sua fondazione e sul quale è impegnata direttamente attraverso politiche innovative di attrazione dei talenti.La storia di Credimi è infatti strettamente interconnessa a questa tematica. Tra il 2015 e il 2016 il fondatore Ignazio Rocco, per lanciare la società, ha cercato giovani talenti negli hub tecnologici europei e in aziende come Google, che volessero intraprendere l’avventura di portare il fintech in Italia. Così è stato creato il team di Credimi, più di 80 professionisti specializzati nelle tecnologie digitali e finanziarie, in gran parte tra i 28 e i 35 anni, molti rientrati in Italia da Irlanda, Inghilterra e Australia appositamente per sviluppare il progetto della società.Attrarre e trattenere i migliori talenti è oggi una delle sfide più difficili da affrontare per qualunque azienda. Soprattutto in Italia dove la fuga dei cervelli è in costante aumento. Gli ultimi dati Istat mostrano che nel 2018 sono partiti 117mila italiani di cui 30mila laureati per trovare lavoro fuori dai confini nazionali. Un fenomeno che costa al nostro Paese circa 14 miliardi di euro all’anno vale a dire un punto percentuale di Pil. L’attrattività dell’Italia non è mai stata altissima nemmeno per i talenti stranieri, ma il contesto, soprattutto post-pandemia, sta cambiando e le opportunità stanno crescendo. L’Italia sta entrando nei radar dei professionisti come un posto piacevole da cui lavorare, che presenta tutta una serie di vantaggi legati alla qualità della vita. La recente legge sul rientro dei cervelli che prevede agevolazioni fiscali per i lavoratori rimpatriati è una grande opportunità di cui si sente parlare ancora molto poco, ma che può essere un buon punto di partenza per attrarre in Italia i talenti emigrati nel corso degli anni.Nelle cinque puntate, che saranno rilasciate circa ogni 5 settimane, saranno affrontate in modo chiaro e concreto tutte le novità interessanti in Italia per chi pensa di rientrare dall’estero e iniziare una nuova vita lavorativa qui. La prima puntata, già online, è quella dedicata alla fiscalità, in cui Ignazio Rocco e Jacopo Anselmi, co-fondatori di Credimi, dialogano con Camilla Scassellati Sforzolini e Inès Makula, ideatrici di Made IT. Si parla di stipendio reale, di agevolazioni fiscali e anche di come calcolare il costo della vita. Nelle successive puntate si approfondiranno le opportunità di carriera, si parlerà di aziende italiane che possono essere interessanti per i talenti, di smart working e remote working, di come stiano crescendo gli investimenti in start-up e di come si stia creando anche nel nostro Paese un ecosistema tech forte e dinamico.
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Paura del rientro in classe e danni psicologici
Posted by fidest press agency su domenica, 9 Maggio 2021
Più di 16 milioni di genitori italiani, hanno sviluppato nuove paure legate ai figli, paure che non avevano prima della pandemia. È questo uno dei dati emersi dall’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat e realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale adulta.Tra coloro che hanno ammesso di avere preoccupazioni che si sono manifestate solo dopo il Covid-19, più di 1 rispondente su 3, pari a oltre 8,5 milioni di individui, ha dichiarato di temere che a causa dei lockdown l’anno trascorso possa avere avuto un impatto psicologico negativo sul proprio figlio, mentre più di 1 genitore su 4 (26,8%, circa 6,7 milioni di persone), ha ammesso di essere preoccupato che la didattica a distanza possa avere creato lacune nella preparazione scolastica dei figli. A destare paure nei genitori italiani sono anche la possibilità che i figli incontrino gli amici, indicata da più di 4 milioni e mezzo (18,1%) di persone, e quella di far rientrare i figli a scuola, condivisa da ben 3,5 milioni di rispondenti.
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Dopo Pasqua rientreranno a scuola 3,7 milioni di alunni
Posted by fidest press agency su domenica, 28 marzo 2021
Un anticipo di questo rientro massiccio si avrà martedì 30 marzo, con il passaggio del Lazio dalla zona rossa all’arancione, quando circa un milione di alunni lasceranno la DAD, mentre passano in zona rossa la Toscana, la Calabria e la Valle d’Aosta. La nuova mappa delle presenze a casa o a scuola dal 7 aprile sarà la seguente: 3,2 milioni di studenti continueranno a seguire in DAD da casa (erano 6,9 milioni nei giorni scorsi) e 5,3 milioni nelle aule (erano solo 1,6 milioni). Passeranno da 2 a 6 su dieci gli alunni che potranno seguire le lezioni in classe e socializzare con compagni e insegnanti. Non si verificava questa situazione dall’inizio di marzo quando gli alunni in presenza erano stati 5,4 milioni. Il quadro non è omogeneo sul territorio: nelle Isole sarà confermato a scuola in presenza l’83% degli alunni, mentre nelle regioni settentrionali sarà in presenza il 57%. La Regione con la minore quota di studenti in presenza sarà la Campania (solo il 51%), quella con la maggiore presenza il Lazio (quasi l’84%). Dal prossimo 6 aprile 5,3 milioni di studenti seguiranno le lezioni in presenza a scuola. Sono il 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie. Tra loro 3,1 milioni frequentano scuole dell’infanzia, scuole primarie e il primo anno di secondaria di I grado anche se si trovano in regioni classificate in zona rossa. Per la stessa ragione potranno tornare nelle istituzioni educative, indipendentemente dal colore della regione, i bambini dei nidi d’infanzia. Da martedì prossimo, 30 marzo, 687mila ragazzi delle scuole laziali lasceranno la DAD per il cambio del colore della regione che da rossa passerà all’arancione, ma oltre mezzo milione di alunni toscani e 285mila calabresi andranno in zona rossa, tutti temporaneamente in DAD fino al 6 aprile. Per due giorni, prima che inizino le vacanze pasquali, saranno poco più di 2milioni gli alunni in presenza e quasi 6,5 milioni quelli in DAD. Se prima della data del rientro alcune regioni classificate in zona rossa transiteranno in zona arancione, il numero degli alunni in presenza potrebbe aumentare soprattutto in riferimento ai ragazzi degli ultimi due anni della secondaria di I grado e al 50% degli studenti delle superiori.La modifica di colore disposta dall’ordinanza del ministro della salute avrà effetto da martedì 30 marzo, mentre il parziale ritorno in presenza dopo Pasqua è stato deciso dal presidente Draghi che ha voluto rompere il vincolo delle zone rosse, autorizzando il rientro in presenza dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni della primaria e di quelli del primo anno della scuola secondaria di I grado. Nello specifico, secondo i calcoli di Tuttoscuola, dovrebbero essere dunque 5.296.519(sei su dieci) gli alunni di scuole statali e paritarie che potranno seguire le lezioni in presenza su un totale di 8milioni e 506mila. I dati comprendono circa anche un milione e 400mila bambini di scuola dell’infanzia da settimane esclusi dalle attività educative in presenza a scuola. Le regioni più interessate da questa riapertura in presenza con quantità notevoli di ragazzi a scuola sono la Lombardia con 785.910 in presenza (e 615.903 in DAD), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in DAD), la Campania con 484.731 (e 460.262 in DAD), la Toscana con 265.966 (e 238.650 in DAD), il Veneto con 373.003 in presenza (e 307.093 in DAD). Con la quasi totalità degli alunni in presenza (82-83%) le Isole: la Sicilia con 614.891 e la Sardegna con 170.004 alunni in presenza. Complessivamente vi saranno 5,3 milioni (62,3%) di alunni in presenza a scuola e 3,2 milioni (37,6%) in DAD, con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle regioni in cui è consentito. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 906.011 alunni della scuola secondaria di I grado (il 52,9%) e parzialmente in alternanza al 50% 407.304 studenti delle superiori (il 14,6%). L’approfondimento completo su tuttoscuola.com
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Rientro degli Stati Uniti negli Accordi di Parigi sul clima
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 gennaio 2021
Il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden avvierà ufficialmente il processo per il rientro degli Stati Uniti negli Accordi di Parigi sul clima. La decisione dà inizio a una nuova cruciale era per la diplomazia climatica globale, con gli Stati Uniti chiamati a compensare il loro impatto storico sul clima e a rimediare agli ultimi quattro anni di espansione dei combustibili fossili sotto Trump. Confermando alcune indiscrezioni riportate dalla stampa negli ultimi giorni, Biden inoltre revocherà i permessi federali per Keystone XL, sistema di oledotti tra il Canada e gli Stati Uniti, il cui completamento era stato bloccato da Obama, per poi essere riavviato da Trump. «Rientrare negli Accordi di Parigi sul clima è una decisione inevitabile per il Presidente Biden. Siamo felici che l’annuncio arrivi al primo giorno in carica», commenta Janet Redman, direttrice delle campagne per il clima di Greenpeace USA. «Visto che tutto il mondo si appresta a raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, gli Stati Uniti hanno la responsabilità di andare oltre e di arrivarci molto più velocemente. Ma per l’amministrazione Biden sul clima rientrare negli Accordi di Parigi è l’inizio, non il traguardo».Per Greenpeace, Biden deve ora rimboccarsi le maniche e lavorare realmente per garantire giustizia climatica. Revocare i permessi federali per il Keystone XL è dunque un ottimo inizio. L’organizzazione ambientalista chiede al Presidente di approvare di un pacchetto coraggioso di ripresa economica in stile Green New Deal che creerebbe quasi 16 milioni di nuovi posti di lavoro. L’amministrazione Biden ha la possibilità di garantire ad altri milioni di persone l’accesso ai benefici delle tutele sindacali e all’assistenza sanitaria, con posti di lavoro che risanino il nostro clima piuttosto che inquinarlo. Greenpeace esorta Joe Biden a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, comprese le azioni esecutive e l’approvazione di nuove leggi, per evitare ulteriori devastazioni climatiche e aiutare le persone a riprendersi dalla pandemia.
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Scuola: Rientro superiori il 7 gennaio, accordo Stato-Regioni per studenti al 50%
Posted by fidest press agency su sabato, 26 dicembre 2020
Sulle modalità di riapertura delle scuole il 7 gennaio arriva l’intesa della Conferenza Unificata Stato-Regioni: alla presenza del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, la Conferenza ha dato il via libera al ritorno in classe subito dopo l’Epifania, ma ad una condizione: nella prima fase del rientro la presenza di studenti scenderebbe dal 75% al 50%, una percentuale da aumentare poi nel corso del tempo se ve ne saranno le condizioni. Il documento prodotto, come riportato dalla stampa specializzata, prevede anche la realizzazione di un sistema di comunicazione rapido ed efficace attraverso cui le scuole “sappiano con precisione quali studenti o unità di personale debbano essere posti in quarantena, per quanto tempo e con quali modalità di rientro a scuola”. Inoltre, la bozza prevede che una eventuale sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza dovrà essere prevista “come misura residuale e disposta unicamente sulla base di evidenze scientifiche”. Da parte sua il governo si impegna a incrementare – si legge ancora nel testo – “il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa per il riconoscimento del salario accessorio al personale Ata, al fine di garantire il proseguimento del funzionamento delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado anche nelle ore pomeridiane”. Anief ritiene che si sta procedendo senza un progetto definito. Lo stesso DPCM del 3 dicembre, che prevedeva il 75% di studenti da collocare in classe il prossimo 7 gennaio, sembra ora vacillare. La retromarcia dello stesso Governo è probabilmente arrivata dopo che, sulla base dei resoconti dei governatori delle Regioni, si è reso conto che il virus è ancora vivo, non tutte le province sono in grado di garantire una maggiorazione adeguata di mezzi di trasporto e sono molti gli istituti scolastici a non detenere spazi e organici adeguati a garantire il rientro in sicurezza del 75% di allievi. Il rischio, in queste condizioni, è che la sicurezza non possa essere garantita.
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Tutti gli italiani che si trovano all’estero possono rientrare in Italia
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 dicembre 2020
“Finalmente il Governo permette anche agli italiani all’estero, residenti nei Paesi della lista F, tra cui Panama e Repubblica Dominicana, di poter fare rientro in Italia”. Così Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America. “Una richiesta – spiega – avanzata da diverse aree politiche ed organizzazioni, fra le quali i Comites di Panama e della Repubblica Dominicana; il MIRE, che ha fatto ricorso al TAR; il Corriere di Panama, che il 4 agosto ha promosso una petizione; l’on Lorenzato, che ha presentato un’interrogazione il 5 agosto; i Lombardi nel Mondo, che hanno addirittura creato una chat per sostenere gli italiani in questa situazione e l’on Borghese con un’interrogazione il 17 novembre. Anche io mi sono impegnata in questo senso attraverso una interrogazione parlamentare il 20 luglio, una lettera al Presidente Conte il 6 agosto e un intervento nel corso di un’audizione in Commissione Esteri, sollecitando il Ministro Di Maio”. “Sono pertanto soddisfatta – prosegue l’esponente azzurra – che il Comitato Tecnico Scientifico abbia ritenuto di permettere a tutti gli italiani all’estero ed a prescindere dalla residenza, di poter tornare in Italia in presenza di precise motivazioni e con obbligo di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria. Un risultato che dimostra quanto, lavorando in sinergia, con saggezza e responsabilità e senza finalità di propaganda, si riesca a portare risultati concreti per la nostra collettività. Non vantiamo meriti – conclude -, siamo solo compiaciuti di aver fatto il nostro lavoro onorando il mandato ricevuto dai cittadini”.
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Ecco come i docenti vivono il rientro in classe quest’anno
Posted by fidest press agency su lunedì, 28 settembre 2020
L’emergenza sanitaria ha presentato varie sfide, anche nell’ambito della didattica: i docenti hanno dovuto cercare un metodo alternativo alle lezioni in presenza in un tempo ridotto e, per questo motivo, la didattica a distanza è sempre più un argomento di grande attualità e uno strumento indispensabile per il mondo dell’istruzione contemporanea. BricksLab – la piattaforma di contenuti editoriali che permette di costruire una didattica interattiva e personalizzabile fatta di contenuti certificati – ha esaminato il particolare momento storico che stiamo vivendo, nei primi giorni della tanto discussa ripresa delle lezioni, chiedendosi “Ma cosa pensano i professori e con quali strumenti si può affrontare questa nuova normalità?”.Un parere, quello dei docenti, fondamentale per poter capire la direzione più giusta da prendere, soprattutto all’interno di un panorama frammentato e ancora incerto. Il Prof. Raina – insegnante di lettere e personalità conosciuta a livello nazionale perché docente nel famoso reality Il Collegio – e il Prof. Masini – docente di religione e esperto di e-learning – ci aiutano a dissipare dubbi e domande, mettendo al centro sempre lo studente e le esigenze della classe, avendo presente che la priorità è trovare un metodo di insegnamento e una didattica modulabile e flessibile, proprio come il periodo storico richiede.
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“La richiesta di reintroduzione dell’obbligo del certificato medico per il rientro a scuola è priva di fondamento scientifico”
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 settembre 2020
“E contraddice le raccomandazioni sin qui promosse per contenere l’epidemia. Il mondo della scuola dovrebbe volere insieme a noi le misure che consentano a bambini e ragazzi di frequentare le lezioni in sicurezza. E la reintroduzione del certificato, che si basa solo sulla valutazione delle condizioni cliniche, offrirebbe invece una falsa sicurezza sulle condizioni di contagiosità degli alunni. Restiamo alle norme dell’ultimo DPCM e seguiamo il percorso assistenziale indicato che prevede l’esecuzione del tampone naso-faringeo in tutte le principali e più frequenti condizioni che causano l’assenza dalle comunità scolastiche. Piuttosto cerchiamo di migliorarne la gestione degli aspetti organizzativi, per la quale durante gli ultimi mesi si è fatto ben poco”. Questa la replica del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci alla richiesta dell’Associazione Nazionale Presidi di rendere obbligatoria, dopo un’assenza superiore a 5 giorni, la presentazione del certificato medico per la riammissione a scuola. “Abbiamo ormai un collaudato sistema di triage telefonico, eventualmente associato al videoconsulto – afferma Biasci – che ci permette di individuare tutti i casi sospetti di infezione da COVID-19. Per una frequenza scolastica in sicurezza abbiamo la necessità del referto di un tampone in tempi più rapidi possibili, per poter redigere un attestato che permetterà il rientro a scuola. Vogliamo tornare ad affollare gli studi dei pediatri di famiglia con accessi non necessari per un adempimento burocratico cancellato tempo fa, proprio perché privo di valore scientifico e che non permette di escludere la contagiosità? Come possiamo infatti certificare con certezza la non contagiosità di un paziente senza prima aver effettuato l’unico test ad oggi validato per risolvere la diagnosi?”. “Piuttosto – conclude Biasci – concentriamoci sugli aspetti organizzativi della gestione dell’epidemia. Noi stiamo facendo la nostra parte, ma non è possibile dover attendere 4-5 giorni ed anche più l’esito del tampone naso-faringeo per il Covid-19 quando, se lo stesso paziente va in Pronto Soccorso, la risposta arriva in 4 ore. Cerchiamo di ridurre la disparità tra tempi dell’ospedale e del territorio. I primi a beneficiarne saranno i bambini e le loro famiglie».
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Rientro a scuola: 140 mila studenti del Sud senza aula
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 settembre 2020
L’anno scolastico è alle porte, ma con situazioni ben diverse da istituto a istituto per via dell’applicazione uniforme della politica dei tagli degli ultimi 12 anni che ha penalizzato soprattutto il Meridione del Paese. Ci sono, ad esempio, ancora 140 mila studenti che non avrebbero trovato una collocazione in sicurezza, concentrati soprattutto a Sud (dalla Puglia, alla Calabria, Campania e Sicilia), dove l’edilizia scolastica presenta anche carenze non indifferenti per via della riduzione della spesa, del processo di emigrazione. Marcello Pacifico (Anief): Basta assegnare organici in base ai numeri ma riformularli sulle effettive esigenze. Il sindacato Anief chiede di dare una risposta urgente ai fondi richiesti dalle Regioni in una specifica lettera, per far ripartire tutte le scuole con un livello organizzativo e strutturale soddisfacente in tutti gli oltre 42 mila plessi scolastici italiani collocati nel territorio nazionale. I fondi aggiuntivi potrebbero servire al recupero di altri 12 mila plessi dismessi, da aggiungere ai 3 mila già recuperati dal Governo su richiesta di Anief dopo l’inopinato taglio prodotto dalle leggi sul dimensionamento avviate dal 2008 e mai abrogate dai successivi esecutivi.“Gli investimenti – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – servirebbero oltre che per rendere agibili i plessi dismessi, dove collocare i 140 mila alunni in più, anche per portare in organico di diritto i più 60 mila solo su sostegno, i 70 mila docenti-Ata cosiddetti Covid, a breve assunti invece con l’inaccettabile modalità del lavoratore usa e getta e per assumere in organico un numero maggiore di supplenti annuali: in tutto 160 mila insegnanti e 40 mila Ata. Per centrare queste priorità, magari anticipando i fondi per poi recuperarli dall’UE, abbiamo chiesto al premier Giuseppe Conte di accantonare 15 miliardi del Recovery Fund a questo preciso scopo. Proprio perché i 4 miliardi rispetto al niente sono importanti ma non sufficienti alla causa Scuola e a evitare che si arrivi a discriminare gli alunni”.Fatte le norme per il rientro in sicurezza, la scuola si rende conto che non saranno applicabili in tutti gli istituti. L’ultimo protocollo approvato dal Comitato tecnico scientifico prevede il rispetto del metro di distanziamento tra uno studente e l’altro, oltre alla necessità di rispettare le regole di igiene. Nel caso non fosse possibile far rispettare il metro, gli strumenti a disposizione delle scuole vanno da modifiche all’assetto didattico da interventi edilizi, fino alla ricerca di locali alternativi per i quali sono stati stanziati dei fondi appositi. Secondo il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, vi sarebbero Regioni che hanno chiesto interventi per l’affitto di strutture parallele agli istituti scolastici per una somma di 300 milioni di euro, a fronte di 70 milioni stanziati. Ma siccome quei soldi non sono arrivati, una fetta di studenti ad oggi si ritrova senza possibilità di svolgere lezione.
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Scuola: Rientro a settembre, tutte le norme da approvare per farlo in sicurezza
Posted by fidest press agency su domenica, 9 agosto 2020
Il Ministero dell’Istruzione e i sindacati sono al lavoro per la stesura di un protocollo di sicurezza per garantire l’avvio dell’anno scolastico. Il protocollo prevede una serie di punti: dall’obbligo della mascherina per chiunque entri a scuola alla misurazione della temperatura prima di entrare in classe. Bozza protocollo di sicurezza. Diverse sono state anche le richieste delle parti sociali su cosa fare in caso di positività, ma anche sulla necessità di introdurre un medico in ogni scuola, un adeguato sostegno psicologico per personale scolastico e studenti. Molta attenzione dovrà quindi essere posta sulla gestione, nelle scuole, degli gli spazi comuni. Risultano, intanto, in via di adeguamento alla nuova situazione epidemiologica le Linee guida nazionali prodotte a fine giugno. Sono state invece approvate in via definitiva le linee guida 0-6 anni, attraverso l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata di pochi giorni fa, con accorgimenti specifici per i bambini in tenera età. Nel frattempo, alcune regioni hanno già deliberato le loro linee guida, come l’Emilia Romagna, il Lazio, la Sicilia e il Veneto. Come è prevista una dotazione organica aggiuntiva, fino a 50mila docenti e ATA per gestire l’emergenza; un organico che la Ministra ha definito “il personale Covid”. Infine, risultano al parere del Cspi le indicazioni del MI sulla possibile Didattica a distanza, con le scuole realizzeranno piano per la didattica digitale integrata. Anche l’Anief risulta in prima linea per dare il suo contributo al ritorno a scuola in sicurezza, attraverso le richieste prodotte durante i tavoli di confronto organizzati dal Ministero. “Stiamo chiedendo – ha detto Marcello Pacifico, in una intervista pubblicata in queste ore da Orizzonte Scuola – delle modifiche. In particolare Anief chiede che si firmi l’accordo sullo svolgimento dell’attività didattica a distanza e sul lavoro agile, come prevede la legge 41. Devono essere chiari i diritti dei lavoratori, anche perché ricordiamo che nel vecchio contratto si parla di diritto alla disconnessione e invece con la didattica a distanza è tutt’altro”. Il sindacalista autonomo ha detto che c’è l’esigenza pure “di chiarire le norme sui lavoratori fragili: più del 60% del personale scolastico è over 55, una fascia di età in cui il lavoratore è più a rischio contagio”.
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Nissoli (FI): Il Governo garantisca il diritto di rientrare in Italia a tutti i cittadini italiani a prescindere dalla residenza
Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 luglio 2020
“Ho presentato una interrogazione al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e al Ministro della Salute per chiedere di permettere il rientro in Italia a tutti cittadini italiani residenti all’estero nel rispetto delle regole precauzionali.Infatti, in considerazione che e’ un diritto di ogni italiano poter tornare in Patria e che questo alimenterebbe anche il turismo di ritorno aiutando la nostra economia in crisi, ho chiesto al ministro di Maio e al Ministro Speranza se intendono “favorire adeguate procedure che consentano agli italiani all’estero di trascorrere le vacanze nei luoghi di origine, previa effettuazione dei test medici richiesti a proprie spese, sia alla partenza dal Paese estero sia all’arrivo all’aeroporto, evitando il blocco all’ingresso in Italia e rispettando le regole precauzionali prescritte.” Auspico che il Governo riconosca il diritto degli italiani residenti all’estero di fare rientro in Italia, un diritto connesso alla cittadinanza che non può essere negato nel rispetto delle regole precauzionali, compresa la quarantena, per impedire i contagi da Covid-19.” Lo ha dichiarato l’On. Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Forza Italia eletta nella Circoscrizione estera – Ripartizione Nord e Centro America.
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Scuola: Piano di rientro a settembre ma con fondi dimezzati
Posted by fidest press agency su sabato, 27 giugno 2020
Il ministero dell’Economia continua a tirare i fili della scuola pubblica, bypassando letteralmente le decisioni del Governo e del ministero dell’Istruzione. È accaduto qualche giorno fa con la carta del docente, utile anche all’aggiornamento e acquisto e del PC, negata ai precari, dopo che in Senato la maggioranza aveva dato l’assenso. Si è ripetuto adesso con il Piano di rientro a scuola, a settembre, di 8 milioni di alunni e un milione e trecentomila docenti e Ata. Il premier Giuseppe Conte parla di priorità per l’istruzione e dice che si farà tutto il necessario; la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina chiede due miliardi di euro. Il Mef, invece, tira come al solito il “freno a mano”, oppone resistenza e concede appena la metà delle risorse richieste. Risorse che, tra l’altro, dovevano essere ben più corpose di quelle richieste dal dicastero di Viale Trastevere.“Ancora una volta – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – i tecnici del Mef assumono un atteggiamento irremovibile, mettendo sotto scacco il volere delle più alte cariche dello Stato e di chi è responsabile delle sorti dell’istruzione pubblica. La domanda che facciamo, allora, è la seguente: sono stati coinvolti nella ripresa delle lezioni a settembre decine, anzi centinaia, di esperti, tra cui medici, epidemiologi, docenti universitari e di altissimo livello, è stata allestita una task force ministeriale, è stata giustamente affidata la problematica del ritorno in classe ai più alti dirigenti del ministero dell’Istruzione, l’argomento rientra nelle priorità dell’agenda di Governo per la ripresa dopo il lockdwon, si continua a lavorare alacremente in Parlamento e a livello di enti locali, Regioni in testa, per approvare le norme indispensabili per passare alla fase attuativa. Infine, attraverso le Linee Guida, realizzate anche sulla base del confronto sindacale, si è quindi stilato un ventaglio di indicazioni operative che poi ognuna delle 8.200 scuola farà proprie. È possibile che sul più bello, dopo che il ministero dell’Istruzione ha cercato di contenere in un documento le esigenze delle tanti parti coinvolte, studenti e famiglie comprese, tutto deve essere ridimensionato perché da Via Venti Settembre dicono che per la scuola non ci sono soldi”.
Sulla scuola nelle ultime ore è andata in onda la replica di un vecchio film. Stavolta è stata girata sulla complessa e onerosa gestione della ripresa a settembre: prima il premier Giuseppe Conte ha ricordato che “la scuola è un pilastro del nostro sistema sociale” e “stiamo lavorando tutti i giorni per consentire di ritornare in sicurezza a scuola a settembre” facendo intendere che si farà di tutto per raggiungere l’obiettivo del diritto allo studio garantito in sicurezza; subito dopo la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina chiarisce che “i fondi per l’edilizia scolastica non li decido io, ma il ministero dell’Economia. Io devo fare lo slalom tra questi paletti”, per poi aggiungere che “abbiamo già un miliardo stanziato per la ripartenza di settembre: io ne ho chiesti almeno due. Ma il ministro Gualtieri ha fatto resistenza: del resto non c’è un solo ministro del Tesoro che dia volentieri soldi alla scuola”, ha detto ancora Azzolina.
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Scuola:Rientro in classe, come si farà nei Paesi UE?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 giugno 2020
Nel documento prodotto dal Comitato tecnico-scientifico consegnato in queste ore al ministero dell’Istruzione sono state pubblicate le principali misure contenitive organizzative e di prevenzione attuate in Europa nel settore scolastico: si va da non oltre 10 allievi in Belgio ai due metri di distanza lineare di Regno Unito e Spagna, con la raccomandazione di indossare la mascherina qualora si scenda al di sotto. Per gli insegnanti le distanze si raddoppiano.
BELGIO Le lezioni dovrebbero essere organizzate in classi di massimo 10 studenti, con un minimo di 4 m quadrati per studente e altri 8 m quadrati per insegnante. I movimenti di gruppo all’interno della scuola devono essere limitati al minimo (pianificazione pausa, pranzo, ricreazione e orari separati per entrare e uscire da scuola, rispettando sempre la distanza sociale di 1,5 m). Una maschera in tessuto deve essere indossata da tutto il personale durante il giorno, dagli alunni del sesto anno di scuola elementare e da tutti gli alunni della scuola secondaria, durante il giorno.
FRANCIA Non sono previste mascherine di comunità per gli allievi: dovrà indossarle solo il personale in presenza di allievi e in caso di stanziamento inferiore ad un metro.
SVIZZERA Per il personale è prevista una distanza minima di 2 m nei contatti interpersonali e per quanto possibile anche nei contatti tra gli allievi. Non è previsto l’uso della mascherina. Tenere una distanza minima di 2 m nei contatti interpersonali per il personale. Per gli allievi tenere una distanza di 2 m durante tutte le interazioni. In base alle caratteristiche dell’aula in alcuni casi è possibile un insegnamento in presenza solo parziale. L’uso delle mascherine non è indicato in questo contesto ma dai 16 anni in su può essere preso in considerazione, senza alcun obbligo, in determinate situazioni. Vanno utilizzate in contesti formativi specifici quando non è possibile rispettare la distanza minima di 2 m.
GERMANIA Le lezioni devono svolgersi in piccoli gruppi, con un massimo di 15 studenti alla volta. La riapertura prevede delle misure di sicurezza: nelle classi, ad esempio, ci devono essere solo piccoli gruppi di studenti e sono previste anche stringenti misure igieniche. Se necessario, riprogrammare gli orari delle lezioni e delle pause. Va mantenuta una distanza di almeno 1,5 m. Mantenere i gruppi divisi e non mescolare. Quasi tutti gli studenti, così come gli insegnanti, indossano le mascherine
OLANDALe ore di insegnamento vengono divise nei giorni, in modo da limitare il più possibile gli spostamenti. Gli alunni svolgono il 50% dell’orario di insegnamento in classe e il rimanente 50% del tempo a distanza. In tutte le scuole è prevista la regola di 1,5 m di distanza, anche per gli stessi studenti. I bambini della scuola primaria non devono mantenere una distanza di 1,5 m; dovrebbero tenersi il più lontano possibile e a 1,5 m dagli adulti (insegnanti e altro personale). Le maschere per il viso non sono necessarie per la scuola primaria.
REGNO UNITO Per le scuole primarie, le classi devono normalmente essere divise a metà, con non più di 15 alunni per gruppo e un insegnante. Per le scuole secondarie e i collegi, le classi vengono dimezzate, prevedendo di riorganizzare le aule e i laboratori con postazioni distanziate di 2 m. Nelle strutture dove è possibile, la distanza di 2 m dovrebbe essere rispettata. Nelle scuole e nei vari contesti educativi non è consigliabile utilizzare la mascherina o una copertura facciale. Tali strumenti possono essere utili per brevi periodi in ambienti chiusi.
SPAGNA La distanza interpersonale minima deve essere sempre di 2 m. Nel caso in cui non sia possibile garantire una distanza interpersonale di 2 m, è necessario utilizzare una mascherina, da parte dello staff dei centri educativi, nonché dagli studenti in tutte le aree della scuola. L’uso della mascherina è obbligatorio per il personale addetto al trasporto scolastico
ITALIA In Italia, le mascherine accompagneranno la vita degli studenti e dei docenti, ricorda la rivista Orizzonte Scuola riassumendo le disposizioni del Comitato tecnico scientifico: dovranno essere indossate durante tutto l’arco delle lezioni. bambini della scuola d’infanzia non dovranno indossare la mascherina.Si dovrà garantire all’interno delle classi il distanziamento dei banchi fino ad un metro. In palestra i metri dovranno essere 2. Anche per tutto il personale non docente, negli spazi comuni dovranno essere garantite le stesse norme di distanziamento di almeno 1 metro, indossando altresì la mascherina chirurgica. Per i bambini della scuola dell’infanzia, sarà particolarmente critico mantenere il distanziamento fisico: dovranno essere applicati particolari accorgimenti organizzativi e comportamentali del personale scolastico.Nel documento del Comitato Tecnico Scientifico, si dice che ogni istituzione scolastica potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza / turnazione / didattica a distanza proporzionate all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo. In particolare, per gli ordini di scuola secondaria di I e II grado, al fine di ridurre la concentrazione di alunni negli ambienti scolastici, potranno essere in parte riproposte anche forme di didattica a distanza.In base al grado di scuola, gli ingressi potrebbero essere scaglionati fino alle 10 del mattino con conseguente uscita fino alle 16. Il consiglio della task force è di consentire gli ingressi ogni 45 minuti, dalle 8 alle 10 e 15. Per le fasce d’età delle elementari e medie potrebbe essere consentito, invece, l’ingresso alle 8 per tutti.
Lezioni da 40/45 minuti Potrebbe essere il nuovo standard per le lezioni, almeno fino a che non miglioreranno le condizioni legate al contagio Covid.
Secondo quanto riporta Corrado Zunino su Repubblica, la task force nominata dal Ministro, ha consigliato che, per far fronte alla necessità di un aumento di docenti, quelli su potenziamento rientrino in cattedra.Per far fronte alla necessità di mantenimento del distanziamento sociale, vengano utilizzati anche locali messi a disposizione da enti pubblici o privati per effettuare le lezioni. Il CTS consiglia di adottare misure per limitare al minimo la presenza dei genitori nelle scuole.
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E’ necessario far rientrare gli italiani dall’estero
Posted by fidest press agency su martedì, 19 Maggio 2020
“Continua l’odissea dei nostri connazionali all’estero che cercano in ogni modo di rientrare in Italia. Oggi è la volta del Kenya, che va ad aggiungersi all’Argentina, al Messico, alla Bolivia e a una lunga lista di Stati dove migliaia di italiani sono bloccati senza avere alcuna certezza sul come e sul quando poter tornare in Italia” è quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari, annunciando un’altra interrogazione al ministro degli Affari Esteri.“Ho depositato un’ulteriore interrogazione al ministro Di Maio, dopo quella sul funzionamento della rete consolare e quella proprio sulle difficoltà di rientro degli italiani all’estero, chiedendo nuovamente al ministro Di Maio di fare chiarezza sulla vicenda e, soprattutto, di predisporre velocemente gli strumenti per risolverla. In Kenya, in particolare, la nostra ambasciata, in collaborazione con il vettore Neos, ha programmato un volo per l’Italia il prossimo 17 maggio. Sembra però che numerosi nostri connazionali non possano usufruire di questo volo, subendo un grave pregiudizio a causa della inadeguata gestione della situazione da parte delle autorità italiane e della compagnia aerea. Chiedo al ministro di attivarsi e di risolvere velocemente la questione, fornendo anche linee guida univoche per tutta la nostra rete consolare, in modo da porre fine a questa vicenda e permettere ai nostri connazionali di fare rientro quanto prima in Italia”.
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Scuola: Rientro anticipato con metà alunni sempre a casa
Posted by fidest press agency su lunedì, 4 Maggio 2020
Quelle che erano delle ipotesi tutte da vagliare per organizzare il ritorno in classe, ovvero i possibili doppi turni, con parte della classe in presenza e parte in videolezione, rischiano di diventare dei disegni legislativi motivati. Vi sono delle iniziative dell’on. Luigi Gallo (M5S), presidente in Commissione Istruzione della Camera, sui quali presto i deputati si dovranno esprimere e potrebbero pure legiferare. Per il sindacato, ciò che non si comprende è come si possa pensare di attuare una didattica con gruppi classe divisi in due o tre parti, senza pensare ad un potenziamento del personale scolastico. Il Governo vuole forse farci credere che il problema del digital divide sarà cancellato. Chi sembra avere compreso tutto è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: in una lettera inviata alla ministra dell’Istruzione, afferma che, nel caso in cui si dovesse attuare il “dimezzamento” di alunni per classe e doppi turni, sarebbe “necessario un potenziamento degli organici”.Per Marcello Pacifico (Anief) “se non si presta attenzione, si rischia di ampliare il digital divide. Ecco perché ha ragione De Luca a chiedere di implementare il numero di docenti e di assistenti tecnici, come abbiamo chiesto noi attraverso specifici emendamenti al Decreto Legge sulla Scuola n. 22 che da oggi sono all’esame della VII commissione del Senato. L’alternativa, sempre proposta da Anief, è quella di introdurre il limite massimo di 15 alunni per classe, una norma che garantirebbe il diritto alla salute, alla sicurezza e allo studio. Altre strade, a meno che non si voglia ampliare il gap tra alunni che fruiscono delle lezioni e quelli che ne sono esclusi, non ce ne sono”.Sul rientro in classe ognuno dice la sua. Ed in Parlamento si va oltre. L’onorevole Luigi Gallo, presidente del M5S in Commissione Istruzione della Camera, ha presentato un ordine del giorno, che sembra possa contare sul sostegno di una parte della maggioranza parlamentare, con il quale chiede il rientro a scuola prima di settembre per gli alunni non raggiunti dalla didattica a distanza.
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Il rientro a scuola si allontana
Posted by fidest press agency su sabato, 28 marzo 2020
Possibili anche ad agosto. È quanto potrebbe avvenire se il Governo deciderà di prolungare fino al 31 luglio la sospensione delle attività didattiche come prevede il combinato disposto dell’articolo, commi 1 e 2, lettera p) dell’ultimo Decreto-Legge n. 19 del 25 marzo 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale“La data di riapertura delle scuole si avrà quando il quadro epidemiologico lo consentirà, garantendo quindi la massima sicurezza a tutti gli studenti”: lo ha detto ieri la ministra dell’Istruzione, durante una interrogazione parlamentare alla Camera. E lo ribadirà oggi al Senato. L’Anief si dice d’accordo, ma servono indicazioni chiare entro la prossima settimana, dopo il monitoraggio avviato, se si pensa di rientrare a maggio o di terminare l’anno senza più di rientrare tra i banchi di scuola. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “il ministero ha il dovere di prendere una decisione chiara a breve dopo aver valutato cosa è stato possibile fare con la cosiddetta “didattica a distanza” e come valutare scrutini ed esami di Stato per far intervenire gli organi collegiali delle scuole su programmazione e scrutini. Si potrebbero fare in teleconferenza e su quali programmi prima del 31 luglio? Perché no, ma bisogna attrezzarsi il prima possibile, a meno che si pensa di aspettare per rinviare tutto ad agosto, magari in presenza, sempre che il virus sarà contenuto e debellato”.
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Reintroduzione dell’obbligo del certificato medico per il rientro a scuola
Posted by fidest press agency su lunedì, 2 marzo 2020
“Il provvedimento rischia di far collassare la rete di cure primarie su cui già si sta poggiando largamente la gestione dell’emergenza Coronavirus. Il governo riveda una norma priva di fondamento scientifico e che contraddice le raccomandazioni sin qui promosse per contenere l’epidemia”. Questo l’appello del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci sulla misura contenuta nel DPCM del 25 febbraio scorso, che prevede, dopo un’assenza superiore a 5 giorni, la presentazione del certificato medico per la riammissione a scuola.“Da una parte chiediamo alle famiglie di limitare gli accessi non necessari in ambulatorio e prediligere un primo contatto telefonico, dall’altra le costringiamo ad affollare gli studi medici per un adempimento burocratico cancellato tempo fa proprio perché privo di valore scientifico. Come possiamo infatti – denuncia Biasci – certificare con certezza la non contagiosità di un paziente, come possiamo contenere il rischio della propagazione del virus in uno studio affollato, come non correre il rischio di essere contagiati noi stessi e diventare vettori del virus?”“Il quadro di questo nuovo Coronavirus è ancora assai incerto – spiega Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP –. Lo è per tutti i medici di cure primarie. Nessuno di noi ha gli strumenti per certificare con ragionevole certezza l’assenza del nuovo Coronavirus nelle vie respiratorie. Mentre è proprio questo che le disposizioni del DPCM sottendono. E poi, non è più “pericoloso” un bambino che torna a scuola dopo 4-5 giorni di assenza senza certificato (perché non previsto) rispetto a quello che torna guarito dopo 6-7 giorni? Inoltre, se è vero che i bambini sembrano meno colpiti, è altrettanto vero, come dicevamo in tempi non sospetti, che possono fungere da incubatori del nuovo Coronavirus, rimanere paucisintomatici e trasmetterlo a persone anziane o con una fragilità immunitaria importante”. “Se non proteggiamo il sistema della medicina territoriale è a rischio collasso l’intero sistema sanitario – conclude il Presidente Biasci -. Gli accessi ai Pronto Soccorso si sono ridotti di oltre il 30% negli ultimi giorni proprio grazie al lavoro capillare che facciamo con le famiglie. Dobbiamo restare in prima linea, ma dobbiamo essere messi in condizione di farlo e di farlo in sicurezza. In molte Regioni sono in distribuzione mascherine chirurgiche che, come è noto, non servono a nulla. Ci aspettiamo maggiore attenzione per un ambito, quelle delle cure territoriali, già sottoposto a grandi pressioni”.
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Scuola: Rientro dei docenti assunti nelle proprie province
Posted by fidest press agency su giovedì, 13 febbraio 2020
Il rientro dei docenti nella propria provincia di appartenenza è una delle battaglie storiche dell’Anief ed ora diventa parte essenziale di un disegno di legge, presto all’esame dei parlamentari della Camera: a proporlo, alcuni giorni fa, è stata l’on. Tiziana Drago, del M5S, all’interno di una proposta articolata per la riforma del welfare familiare. Il ddl parte dall’assunto di favorire la natalità e attuare misure che consentano alle donne di avere figli nel picco maggiore di fertilità. Marcello Pacifico (Anief): “Il tema della mancata tutela del diritto alla famiglia del personale assunto, rischia di riproporsi anche nelle prossime settimane, dal momento che con la ‘call veloce’ si dà l’opportunità ai docenti precari di presentare domanda in un’altra regione per essere immessi in ruolo, un po’ come avvenne già in passato con il piano straordinario della Legge 107/2015. Costringerli, poi, a rimanere fermi per cinque anni, come prevedono le ultime norme approvate, pur in presenza di cattedre vacanti, è un atto di ingiustizia e di cinismo” Secondo quanto riferisce Orizzonte Scuola, il testo – ufficializzato il 30 gennaio scorso, ma non ancora assegnato alle competenti Commissioni per la lettura – non è ancora disponibile. Tuttavia, alcuni punti sono anticipati dalle agenzie giornalistiche: tra quelli centrali del ddl, figura proprio il rientro dei docenti nelle proprie province, motivato da fatto che “il benessere degli insegnanti passa anche da una condizione di lavoro stabile, accanto ai propri affetti. Un problema acuitosi con la mobilità straordinaria (2016) conseguente al piano di assunzioni Renzi, ma che riguarda anche docenti assunti con altri canali”.
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Fazzolari (FdI): Rischio tempesta finanziaria, rimpatriare subito riserve auree italiane
Posted by fidest press agency su giovedì, 24 ottobre 2019
“L’Italia riporti subito in Patria le sue riserve auree custodite all’estero. È partita la corsa all’oro in tutto il mondo per timore di una tempesta finanziaria: Russia e Cina aumentano le riserve auree, Germania e Austria lo rimpatriano; Usa, Uk, Francia e Svizzera costituiscono il “Golden Billion Group” e detengono riserve auree di molti Stati esteri. Mentre l’Italia, che è il terzo Stato possessore di riserve auree al mondo, lascia all’estero gran parte dei suoi lingotti. Una assurdità alla quale Fratelli d’Italia ha provato a mettere fine con una mozione, a mia firma, che è stata vergognosamente bocciata con il voto contrario di tutte le altre forze politiche: PD, M5S, Lega e FI. Oggi che il tema torna prepotentemente di attualità ed espone la Nazione a gravissime conseguenze, Fratelli d’Italia torna a chiedere che il governo e Bankitalia si attivino immediatamente per riportare all’interno dei confini nazionali l’oro degli italiani”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di FdI.
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