Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘rispetto’

ACS si unisce alle richieste di rispetto dei diritti umani in Iran

Posted by fidest press agency su domenica, 1 gennaio 2023

La convocazione da parte del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani dell’Ambasciatore iraniano designato Mohammad Reza Sabouri per richiedere il rispetto dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran rappresenta un atto particolarmente apprezzabile. L’Iran è responsabile della violazione di molti diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa come definito dalle convenzioni delle Nazioni Unite.Qualsiasi attività volta ad evangelizzare in Iran è contro la legge. Le Chiese non registrate, soprattutto quelle evangeliche, sono considerate nemiche dello Stato e subiscono una persecuzione sistematica. I cristiani sono spesso vittime di arresti arbitrari, detenzione e aggressioni da parte della polizia. Molti fedeli sono stati arrestati durante cerimonie religiose e accusati di crimini contro la sicurezza nazionale. Il governo impone limitazioni legali alla costruzione e al restauro delle chiese. Sono vietate le celebrazioni in lingua farsi, l’idioma nazionale, di conseguenza non si possono celebrare Messe in persiano e diventa impossibile trasmettere la fede. Per lo stesso motivo non è permesso detenere Bibbie o libri sacri in persiano. La libertà, l’integrità fisica e perfino la vita dei convertiti al Cristianesimo sono particolarmente a rischio, potendo essere accusati di apostasia, un reato che prevede la pena capitale. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre si unisce pertanto alla voce delle Istituzioni italiane per chiedere una reale svolta nelle politiche del Paese.

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Italiani alla guida e al rispetto delle norme anti-Covid

Posted by fidest press agency su venerdì, 14 Maggio 2021

Sono ben 7 su 10 gli italiani che ammettono di infrangere le regole del Codice della strada e – non sarà un caso – la gran parte di loro confessa di avere lo stesso atteggiamento poco “serio” verso le norme sanitarie anti Covid-19. Lo rivela l’XI° edizione del “Barometro della guida responsabile”, indagine realizzata da Ipsos per la Fondazione VINCI Autoroutes, sul comportamento di 12.400 conducenti di undici Stati dell’Unione Europea.Stando ai dati, 7 europei su 10 (il 70%) trasgrediscono il Codice della strada e il 70% non rispetta sempre le regole sanitarie. Andando più a fondo si scopre che l’88% dei conducenti fa poca attenzione ai limiti di velocità e il 62% non si ferma al semaforo arancione o cosa peggiore non rispetta il rosso, per non parlare dell’uso degli indicatori di direzione dimenticato dal 51% degli intervistati. E gli italiani come si comportano alla guida? Secondo il Barometro della guida responsabile il 66% tende a non rispettare il codice stradale e il 75% non rispetta le regole sanitarie. Il 57% degli automobilisti italiani sembra aver compreso che non si devono mai “staccare” le mani dal volante per rispondere al telefono e dichiara di usare il sistema Bluetooth con un aumento di 4 punti in un anno e +14 punti in 5 anni. Tra i comportamenti pericolosi che gli italiani hanno confessato di adottare quando sono alla guida ci sono: non rispettare i limiti di velocità (86%), passare con il semaforo rosso o arancione (50%), non usare le frecce per indicare la direzione di svolta (48%).

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Vaccini: chi rispetta gli impegni e chi no

Posted by fidest press agency su sabato, 3 aprile 2021

Nei mesi scorsi, i media riportavano la polemica sul numero di dosi che le varie case farmaceutiche dovevano fornire all’Ue. Si era discettato sugli impegni rispettati, sulle fiale dalle quali si potevano ricavare dosi in più, ecc.Alla fine del trimestre, considerato come primo termine per la fornitura delle dosi di vaccino, vediamo come è andata. 1. Vaccino Pfizer-Biontech: ha rispettato gli impegni, anzi, ha fornito maggiori quantità di dosi; 2. Vaccino Moderna: poco sotto gli impegni di fornitura; 3. Vaccino Astrazeneca (ora Vaxzevria): non rispettati gli impegni. Ha fornito solo il 25% delle dosi, cioè 30 milioni a fronte di 120 milioni promesse. Il caso della britannica Astrazeneca è evidente. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato: “Ho il sospetto che alcune società si siano vendute le dosi due-tre volte”. Non vogliamo sospettare, ma rileviamo che gli impegni assunti da Astazeneca, cioè quantità di forniture “al meglio”, sono stati disattesi.Servirà come monito per il futuro.Nel frattempo, gli italiani continuano a pagare il prezzo degli errori della gestione del governo Conte2: dalle vaccinazioni a categorie sbagliate, al mancato confinamento nei primi giorni di febbraio, alla rinuncia di dosi del vaccino Pfizer, per non ricordare quelli della scorsa estate.Errori che si pagano: oggi, per milione di abitanti, in Italia ci sono 1.811 decessi a fronte dei 917 della Germania. Il doppio. Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Myanmar and the respect of human rights

Posted by fidest press agency su sabato, 20 febbraio 2021

Caritas Internationalis expresses alarm over the impact of the escalating violence in Myanmar on the already fragile humanitarian situation and asks to secure safe humanitarian access to deliver life-saving assistance. In a statement to the UN’s Human Rights Council on February 12, the 162-member confederation echoed the voice of its local humanitarian partners and of the local Catholic Church and expressed “grave concern about the ability of aid organisations to reach people in need.” Read the statement here. Caritas has worked in Myanmar for more than 30 years – helping communities in emergencies and providing support in areas such as education, HIV-AIDS, peacebuilding and human mobility – and expresses serious concern over restricted access to vulnerable communities since a political crisis erupted in the country on 1st February. The situation is even more critical and dangerous situation during the COVID-19 pandemic.Caritas Internationalis particularly welcomes the resolution adopted by the Human Rights Council that requests relevant UN Human Rights mechanisms and experts to monitor the situation in the country and take additional steps to address the current crisis. Addressing the UN’s Human Rights Council, Caritas also urges all parties to secure unhindered and safe humanitarian access to deliver life-saving assistance, resume pandemic response, and to refrain from using violence and to restore the rule of law and principles of democracy.“The only way out of this crisis in Myanmar is through dialogue and by respecting human rights and human dignity,” says Aloysius John, secretary general of Caritas Internationalis.“Caritas calls on the international community to stand in solidarity with the people of Myanmar and to support efforts for a peaceful resolution in the country, which promotes reconciliation and harmony, to echo Pope Francis’ recent call.”

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Bulgaria: PE chiede rispetto incondizionato dei valori dell’UE

Posted by fidest press agency su lunedì, 12 ottobre 2020

Il processo di riforma costituzionale e le proposte per modificare la legge elettorale poco prima delle elezioni sono preoccupanti. I deputati chiedono alle autorità bulgare di garantire che i principi della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali “siano rispettati appieno e senza condizioni”. Nella risoluzione non legislativa, adottata giovedì con 358 voti favorevoli, 227 contrari e 56 astensioni, i deputati esprimono il loro “inequivocabile sostegno alle legittime richieste del popolo della Bulgaria e alle aspirazioni che esso nutre in materia di giustizia, trasparenza, assunzione di responsabilità e democrazia”. Inoltre, condannano “l’intervento violento e sproporzionato della polizia”, in particolare per il presunto uso della forza contro donne, minori e giornalisti, così come “gli audit illeciti ed eccessivi” nelle imprese private che sostengono le proteste.lo stato dei diritti fondamentali, ad esempio per quanto riguarda le espressioni di odio, la discriminazione sessuale e di genere, i diritti di Rom e richiedenti asilo.I deputati condannano le campagne diffamatorie e le violenze contro i giornalisti e si dicono profondamente preoccupati dal deterioramento della libertà dei media, della trasparenza e della mancanza di diversità nella proprietà dei media. Temono che i fondi dell’UE vengano assegnati in via preferenziale ai mezzi di comunicazione favorevoli al governo.Inoltre, è necessario che il governo bulgaro garantisca un controllo più rigoroso delle modalità di spesa dei fondi dell’Unione e affronti immediatamente i sospetti secondo cui il denaro dei contribuenti viene utilizzato per arricchire i circoli vicini al partito al potere. Le proteste in Bulgaria sono scoppiate il 9 luglio, con manifestanti che chiedevano le dimissioni del Primo ministro Boyko Borissov e del procuratore capo Ivan Geshev, sulla base delle accuse di corruzione e di appropriazione dello Stato.

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Il tema dell’autoproduzione deve essere ricondotto al rispetto delle norme e della leale concorrenza

Posted by fidest press agency su lunedì, 6 luglio 2020

L’autoproduzione in ambito portuale è regolata dall’art. 16 della legge 84/94 e dal successivo decreto ministeriale 585 del 1995, ma negli ultimi 2 anni si è assistito ad applicazioni difformi ed interpretazioni soggettive delle norme. In alcune realtà portuali il ricorso all’autoproduzione da parte dei vettori marittimi è avvenuto al di fuori delle norme determinando distonie tra diversi porti e pregiudizio per i lavoratori e le imprese.Il Presidente di Assologistica Andrea Gentile, ricordando come il tema di una corretta applicazione di questa materia sia stato oggetto di incontri presso il Ministero dei Trasporti già nell’estate del 2018, dichiara: “il rispetto delle norme è un elemento imprescindibile e se le regole non sono chiare e determinano un’applicazione difforme vanno modificate migliorandole “. E’ fondamentale che in un ambito come quello portuale, dove operano diversi soggetti, le regole siano puntuali e uniformemente applicate. In un momento emergenziale come questo è ancora più importante garantire la corretta concorrenza tra i diversi attori”. Gli aspetti legati all’autoproduzione non solo sono rilevanti per evitare situazioni di dumping, ma anche perché vengano garantiti elevati standard di sicurezza.

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Bisogna tornare a scuola nel rispetto del diritto alla Salute

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 marzo 2020

Marcello Pacifico (Anief-Udir) ha affermato che, rispetto a una situazione che vede coinvolte soprattutto le aree individuate come focolai, “come sindacato abbiamo chiesto che venisse adottato un criterio univoco per la chiusura delle scuole, ma è evidente che ci sono casi differenti e in virtù di ciò si decide per la sospensione delle attività didattiche o per la chiusura vera e propria degli istituti. Intanto c’è da dire che anche noi, come forza sociale, stiamo facendo di tutto per contenere la diffusione del virus; infatti, abbiamo chiuso le sedi Anief laddove c’è stata la chiusura delle scuole e abbiamo sospeso pure le assemblee sindacali proprio per cercare di contenere quanto più possibile la diffusione di quella che potrebbe essere definita un’epidemia”.“Ricordiamo che siamo stai i primi a chiedere ai governatori delle regioni interessate, al premier Giuseppe Conte e alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di chiudere le scuole a causa dell’emergenza, ma siamo anche i primi a dire che a scuola bisogna tornarci se l’emergenza rientra. Bisogna poi anche ribadire che è indispensabile seguire le linee guida diffuse dal ministero della Salute, che vanno anche esposte per essere di facile consultazione. Come Udir, oggi abbiamo inviato una comunicazione a tutti i dirigenti scolastici per fare in modo che appunto queste semplici regole siano al servizio di tutti; si tratta di piccole precauzioni che vanno osservate. Il Paese deve certamente andare avanti, si deve ripartire: è necessario riprendere la vita di tutti i giorni, comprese le lezioni scolastiche, nel rispetto della salute dei lavoratori e soprattutto dei nostri studenti”. In chiusura il presidente Pacifico ha anche affermato che “la scuola ha bisogno di maggiori risorse per poter risolvere tutti i suoi problemi: l’augurio è quello di poter comprendere quanto sia necessario investire sull’Istruzione”.

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Nissoli (FI): Comites/Il Governo rinvia la democrazia per mancanza di budget!!! Ma abbiate un minimo di rispetto!

Posted by fidest press agency su venerdì, 13 dicembre 2019

Roma “Ieri, il Sottosegretario agli Esteri, on. Manlio Di Stefano, ha risposto alla mia interrogazione in cui chiedevo certezza sulla data delle elezioni dei Comites che normalmente dovrebbe essere, a scadenza naturale, il 17 aprile 2020.Il Sottosegretario nella sua risposta non ha dato alcuna certezza, anzi ha evidenziato che le elezioni sono “strettamente condizionate dalla disponibilità di adeguate risorse finanziarie, rispetto alle quali potrà essere decisiva la manovra di bilancio in corso di esame da parte delle Camere”.
Una risposta inaccettabile per un Paese democratico! Infatti, non dovrebbe essere il Governo stesso ad assicurare il minimo budget per il funzionamento della democrazia? Immaginate se ad un Comune italiano si dice che il rinnovo del Consiglio comunale è subordinato alla legge di bilancio!? Insomma, se vogliono emarginare gli italiani all’estero dai loro diritti politici lo dicano chiaramente! Votare no, ma le tasse si! Beh questo sinceramente mi lascia senza parole, spero che il Governo, invece, trovi presto le parole adatte per indicare un cambiamento di rotta, un ravvedimento che lo porti a rispettare i connazionali che vivono all’estero e che, spesso, hanno dato lustro a quell’Italia che hanno dovuto lasciare per mancanza di lavoro!” Lo ha dichiarato l’on. Fucsia Nissoli Fitzgerald (FI), eletta nella Circoscrizione Estera – Ripartizione Nord e Centro America.

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Castelli: “Vincoliamo la politica economica al rispetto dell’ambiente”

Posted by fidest press agency su martedì, 15 ottobre 2019

“Per anni i trattati internazionali e i protocolli di intesa sul clima e l’ambiente sono stati ignorati. La politica, dopo averli firmati, si dimenticava di portarli avanti con una programmazione concreta. Con il Decreto Legge “Clima” questo governo ha voluto dare un segnale forte di discontinuità. Come? Rendendo vincolanti gli impegni assunti con il programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e vincolando la politica economica al rispetto ambientale.
Così si assicura il futuro del pianeta. Un grazie di cuore al Ministro Sergio Costa che porterà nel mondo questa grande innovazione”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Il senso della giustizia nel rispetto delle regole

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 settembre 2019

Appare di frequente nell’immaginario degli adulti, solitamente adusi a guardare il fuscello che si infila nell’occhio del nostro vicino e a non rilevare il tronco che si abbatte su di loro, la figura di giovani trasgressivi che non accettano d’essere limitati nei loro comportamenti anche se a condizionarli possono esservi delle regole di vita comune da dover rispettare. Anzi. Vi appare ovvio contravvenirle. Questo modo di fare spinge i giovani, a volte, ad essere nel loro anticonformismo tremendamente conformisti. Si va in discoteca per ballare ma vi si associa lo spinello, l’abuso di alcolici e via di questo passo. E’ una sorta di sfida con se stessi che i più forti superano ed i più deboli soccombono. Da adulti non ci rendiamo conto che dobbiamo prendere atto che, rispetto al passato, vi sono problemi che ce li troviamo oramai di fronte, costruiti, definiti, attivi, come dimostra l’esempio dei minori che entrano in rapporto con la giustizia. Prima, come osserva giustamente Gaetano De Leo nel “Manuale di Psicologia giuridica” (edizioni Led) curato insieme al collega universitario Assunto Quadrio, ci si soffermava maggiormente ad analizzare quale fosse il problema, chi e come lo avesse definito come tale. Quali implicazioni concettuali, metodologiche, sociali politiche ci fossero alla base delle definizioni di quel problema, ecc.” L’impressione è che la situazione ci sia sfuggita di mano offrendo ai giovani non un rapporto positivo della società ma piuttosto le sue negatività e frustrazioni. Un esempio può valere per tutti. Non consideriamo una vita degna d’essere vissuta se ogni giorno, per una modesta paga, dobbiamo affrontare lavori faticosi e stressanti. Il modello che invece opponiamo ai giovani è quello di chi riesce nella vita a guadagnare molto e a lavorare poco. I primi sono la maggioranza ed i secondi una ristretta minoranza. Ed i primi sempre e comunque restano in questa contesa dei frustrati che finiscono con il riverberare il loro disagio sociale tra i più giovani e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo. (Riccardo Alfonso)

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Crescere si può, anche rispettando i vincoli europei

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 dicembre 2018

A dimostrarlo è uno studio elaborato da NENS, il centro studi Nuova Economia Nuova Società, in collaborazione con Fondazione Inarcassa, la Fondazione Architetti e Ingegneri liberi professionisti iscritti Inarcassa, presentato nel corso di un evento tenuto presso la sede della Fondazione a Roma al quale hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente di NENS ed ex Ministro del Tesoro, Vicenzo Visco, l’On. Pierluigi Bersani e il Presidente dell’UPI – Unione Provincie Italiane, Achille Variati.Attraverso le misure proposte, il paper ha calcolato – a fronte di un’espansione fiscale quantificabile in circa 54 miliardi di euro in tre anni – la creazione di maggior reddito complessivo per 98 miliardi di euro, l’innalzamento del sentiero di espansione del Pil di circa 1 punto percentuale in media all’anno e un’accelerazione del cammino di risanamento delle finanze pubbliche tale da contrastare la spinta verso l’alto del rapporto indebitamento-Pil. In definitiva, la “ricetta” proposta dallo studio ipotizza un aumento del PIL di circa 3,2 punti percentuali in tre anni e la possibilità di raggiungere il pareggio di bilancio già nel 2022. In che modo? Attraverso una manovra di politica economica con interventi sia dal lato delle entrate che delle spese, oltre a specifiche misure che vanno dall’ambito fiscale al sostegno al welfare. Ma è sul versante della spesa che lo studio riserva particolare attenzione con una proposta tanto ambiziosa quanto necessaria e sostenibile: riportare il livello degli investimenti pubblici agli standard pre-crisi.
Nello specifico, lo studio sottolinea la necessità di intervenire attraverso l’estensione per i prossimi tre esercizi di bilancio dell’attuale struttura di sgravi fiscali per interventi di riqualificazione energetica, ristrutturazione edilizia e messa in sicurezza delle abitazioni residenziali; l’estensione dei benefici fiscali anche alle spese di manutenzione ordinaria delle unità immobiliari residenziali, attualmente deducibili solo dai condomini; e infine, l’equiparazione delle spese per ristrutturazione delle unità abitative residenziali appartenenti ai centri storici dei comuni soggetti a spopolamento a quelle sostenute per la messa in sicurezza degli edifici posizionati in zone ad elevato rischio sismico.Nel complesso, considerate le detrazioni definite dall’attuale assetto normativo e dalle ultime leggi di stabilità, gli interventi suggeriti dallo studio comporterebbero un flusso finanziario a carico dello Stato pari a 900 milioni di euro nel 2019, 2,2 miliardi nel 2020 e 3,2 miliardi nel 2010 garantendo una dinamica del PIL sempre positiva e pari, in media, ad un decimo di punto per esercizio fiscale (0,1%). Inizialmente, il maggior contributo alla crescita sarebbe determinato dall’incremento degli investimenti pubblici per il potenziamento della rete infrastrutturale italiana e la messa in sicurezza del territorio. In un secondo momento, a questa fonte di crescita, si affiancherebbe anche il maggior reddito generato dall’incremento della domanda aggregata grazie al miglioramento del reddito disponibile delle famiglie con l’entrata a regime degli sgravi fiscali su IRPEF, IRES e IRAP previsti dal documento NENS – Fondazione Inarcassa.“Una crescita di qualità è raggiungibile unicamente attraverso la riattivazione di un programma serio di investimenti. Non occorrerà soltanto concentrarsi sul raggiungimento dei livelli pre-crisi, ma anche e soprattutto rafforzare le infrastrutture del Paese e riqualificare il patrimonio immobiliare italiano dal punto di vista energetico; mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico; intervenire sulla crisi delle aree interne attraverso la riqualificazione dei centri dei piccoli comuni colpiti dal fenomeno dello spopolamento. Il piano di fatto tenderà ad autofinanziarsi grazie all’elevato moltiplicatore scaturito da questo tipo di investimenti”. Ha dichiarato Vincenzo Visco, Presidente del NENS durante il dibattito.“Quel che ci vuole è un grande piano di piccole opere rivolte al territorio e agli edifici scolastici e pubblici con investimenti che partano subito, con certezza di finanziamento, potenziando strutture tecniche a scala provinciale e con meccanismi di gara che non facciano perno sul massimo ribasso e sulla umiliazione delle risorse professionali largamente presenti nel paese”, ha sottolineato l’On. Pierluigi Bersani nel suo intervento conclusivo.
“Il rilancio degli investimenti pubblici e privati rappresenta un elemento fondamentale per la crescita e il rilancio dell’economia italiana” ha dichiarato Egidio Comodo, Presidente di Fondazione Inarcassa. “Da questo punto di vista, assumono particolare rilievo iniziative finalizzati alla tutela e riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, pubblico e privato, anche sotto il profilo della prevenzione sismica, e interventi di messa in sicurezza del territorio. Fondazione Inarcassa in questi anni si è distinta per l’impegno proprio in questi ambiti, con iniziative che vanno dalla messa in sicurezza degli edifici scolastici, con il progetto FondAzione Scuola, alla prima edizione della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, iniziativa dal grande spessore sociale che ha visto il coinvolgimento di 500 piazze in tutta Italia.” (Nicolò Marcon Ufficio Comunicazione & Media Relations)

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Turchia: tagliati 70 milioni di euro per il mancato rispetto dei valori UE

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 ottobre 2018

Il PE ha deciso martedì di cancellare 70 milioni di euro in fondi di preadesione destinati alla Turchia, poiché non è migliorato il rispetto dello Stato di diritto nel paese.Lo scorso novembre, durante i negoziati sul bilancio 2018, il Parlamento e il Consiglio avevano deciso di porre in riserva 70 milioni di euro in fondi di preadesione per la Turchia (70 milioni di euro in impegni e 35 milioni di euro in pagamenti), da erogare a condizione che fossero conseguiti “miglioramenti tangibili nei settori dello Stato di diritto, della democrazia, dei diritti umani e della libertà di stampa, in base alla relazione annuale della Commissione”.Tuttavia, nella relazione annuale della Commissione europea sulla Turchia, pubblicata il 17 aprile 2018, si afferma che “la Turchia si è molto allontanata dall’Unione europea, specie per quanto riguarda lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e l’indebolimento del sistema di bilanciamento dei poteri.”. I deputati hanno perciò sottolineato come la condizione necessaria non sia stata soddisfatta.Di conseguenza, hanno sostenuto il progetto di bilancio rettificativo n. 5/2018, nel quale la Commissione propone di trasferire i 70 milioni di euro destinati alla Turchia per rafforzare lo strumento europeo di vicinato. La somma finanzierà le azioni legate alla rotta migratoria del Mediterraneo centrale, gli impegni dell’UE a favore della Siria e il potenziamento dell’aiuto umanitario (quest’ultimo con i 35 milioni di euro in pagamenti).

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Rispetto delle regole e la tutela dei diritti

Posted by fidest press agency su venerdì, 27 luglio 2018

In ogni Paese civile e democratico deve esistere una costante, quella del presidio della legalità. Solo attraverso questo processo è infatti possibile garantire il rispetto delle regole e la tutela dei diritti. Se invece tutto questo viene meno, pian piano le basi cominciano a sgretolarsi e si inizia ad intraprendere un sentiero estremamente pericoloso.Un rischio in tal senso arriva dai dati messi in evidenza dell’ispettorato nazionale del lavoro per la ‘Nuvola del lavoro’. In questi numeri, infatti, emerge il calo degli individui che si è accertato far parte del mondo del lavoro nero, ma solo perché è crollata in maniera vertiginosa la quantità di controlli effettuata in questi anni.Naturalmente garantire il presidio della legalità non significa mettere in piedi “uno Stato di polizia”, semmai il contrario, e cioè creare meccanismi collaborativi tra i datori di lavoro e i lavoratori.Il progresso e la crescita delle società si basano proprio sulla combinazione di diversi fattori, i quali, interagendo ognuno con la propria competenza, riescono a garantire che ogni passaggio venga fatto osservando criteri economici, sociali e culturali.E’ quindi compito del governo, anche in osservanza dell’enunciata volontà di un cambiamento rispetto al passato, combattere questa sorta di decadentismo che rischia di pregiudicare seriamente il futuro delle nuove generazioni, le quali, già sprovviste di numerosi diritti, rischiano un ulteriore e pericoloso passo indietro.

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La polizia merita rispetto e considerazione

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 giugno 2018

Rilanciamo la lettera aperta pervenutaci e indirizzata al dottor Gino Strada, medico fondatore della ONG Emergency. “Ho appreso dalla trasmissione “Mezz’ora in più” in onda su Rai Tre, che ha utilizzato in senso dispregiativo, il termine “sbirri”. Non è la prima volta che Lei utilizza con livore la parola ‘sbirro’ e di questo sono profondamente dispiaciuto. Vorrei ricordarle, innanzitutto, che con questa espressione offensiva, colpisce e svilisce la funzione istituzionale delle Forze dell’Ordine. Si, perché quando si utilizzano determinati appellativi, si colpiscono inevitabilmente quegli uomini e donne in divisa (che Lei dovrebbe conoscere bene), impegnati da anni in Sicilia a fornire aiuti umanitari durante gli sbarchi. Dottor Gino Strada, noi siamo orgogliosi di essere sbirri e la brava gente è orgogliosa di noi, perché svolgiamo il nostro lavoro con rischio, dedizione, umanità, ogni giorno per garantire una convivenza civile a tutti i cittadini nel rispetto della legge e dei valori democratici e soprattutto, senza guardare al colore politico del Governo in carica, né il colore della pelle di chi stiamo aiutando. Siamo orgogliosi di aver potuto contribuire con il nostro lavoro durante le operazioni di sbarco, rischiando spesso il contagio perché muniti esclusivamente di mascherine anti alito. Siamo orgogliosi di aver tenuto in braccio quei bambini appena scesi dai gommoni e con il terrore stampato in volto e aver dato loro un po’ di calore umano, un abbraccio paterno; una carezza ai loro genitori rassicurandoli che il peggio era passato e che erano in salvo. Questi sono gli ‘sbirri’, dottor Strada. E noi siamo fieri di esserlo. (Stefano Paoloni Segretario Generale Sindacato Autonomo di Polizia (Sap)

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Polizze: Per favore, potreste rispettare la legge?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 marzo 2017

Banca d'ItaliaFirenze. Quando si estingue in anticipo un qualsiasi finanziamento, dai mutui ai prestiti personali ecc., si ha diritto alla restituzione della quota-parte non goduta dei premi assicurativi unici anticipati che si sono pagati all’inizio. Dal 2012 la restituzione è prevista per legge, ma anche in precedenza la Cassazione si era sempre espressa a favore della restituzione. La Banca d’Italia si è accorta che molto spesso le banche non restituiscono al debitore quanto spetta, nonostante il fatto che debbano farlo senza nemmeno che il cliente lo richieda.La Banca d’Italia ha quindi chiesto all’Abi (l’Associazione Bancaria Italiana) di “sensibilizzare” le banche sul tema, invitandole ad erogare il dovuto. L’Abi ha scritto agli istituti per evidenziare quanto richiesto dalla Vigilanza, invitando quindi ad attenersi alla norma.Insomma, esiste una legge da rispettare e loro “sensibilizzano”. Immaginiamo il testo: “Scusate l’intrusione, ci rendiamo conto che avete sempre tanto da fare, ma dato che la legge prevede di rimborsare la quota-parte di premio assicurativo, sempre la cosa non vi provochi troppa fatica o disturbo, potreste ricordarvi di rispettarla?” (fonte Aduc)

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Cultura del rispetto e violenza di genere

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 dicembre 2016

Boldrini lauraLunedì 19 dicembre, alle 16.30 nell’Aula Pessina della storica sede centrale dell’Ateneo federiciano, si svolgerà l’incontro “Cultura del rispetto e violenza di genere, nel web e nel mondo reale” promosso dal Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo. Con l’obiettivo di sostenere un’azione di informazione e formazione, all’interno dell’Ateneo e sul territorio, aiutando a comprendere le radici culturali che sono alla base della violenza di genere. Ospite dell’incontro la Presidente della Camera onorevole Laura Boldrini che discuterà dei temi della violenza contro le donne, in particolar modo sul web. Dopo i saluti del Rettore Gaetano Manfredi , interverranno Concetta Giancola, docente Federico II e Presidente del Comitato Unico di Garanzia e l’onorevole Valeria Valente Presidente del Comitato Pari Opportunità della Camera dei Deputati. Seguirà la tavola rotonda con la partecipazione di Fabiola Silvestri, Primo Dirigente Polizia Postale di Stato di Napoli, Cultura del rispetto e violenza di genere Maura Striano, Coordinatrice del Dottorato “Mind, Gender and Language”, Dipartimento Studi Umanistici Universita degli Studi di Napoli Federico II, Patrizia Esposito, Presidente del Tribunale per i Minorenni, Ester Siracusa, Avvocato penalista, Elvira Reale, Psicologa, Centro Dafne –Codice Rosa dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Modera l’incontro Patrizia Capua, giornalista de “La Repubblica”. L’evento si concluderà con una performance dell’attrice Cristina Donadio accompagnata dal musicista Marco Zurzolo.

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La volontà dei cittadini va rispettata: Voto Subito

Posted by fidest press agency su domenica, 11 dicembre 2016

quirinaledi Giulia Grillo e Luigi Gaetti, capigruppo M5S Camera e Senato. Oggi abbiamo portato all’attenzione del Presidente Mattarella tre questioni fondamentali:
1) Renzi, tutto il suo governo e l’intero PD hanno fallito. Questa non è una nostra asserzione ma un’affermazione certificata da 19.419.730 cittadini che hanno votato NO al referendum di domenica scorsa.
2) Qualunque nuovo governo, ancora una volta calato dall’alto, non avrebbe la legittimazione popolare per governare. E in continuità con quello precedente imporrebbe al Paese le solite ricette economiche, a base di lacrime e sangue, a danno di tutti i cittadini. E’ intollerabile che gli italiani debbano subire ancora una volta – impotenti – decisioni economiche che non hanno scelto e che non sono state legittimate dal loro voto.
3) Oggi in Italia ci ritroviamo con due leggi elettorali diverse per Camera e Senato. Una paralisi istituzionale dolosa, generata dall’irresponsabilità di questa classe politica, guidata da Renzi e dal Pd. Una situazione, questa, che il Movimento cinque stelle denunciò già il 26 febbraio 2015, quando i nostri garanti – Grillo e Casaleggio – incontrarono proprio il Presidente Mattarella. Per questo abbiamo chiesto a Mattarella di garantire il percorso istituzionale più rapido per andare al voto, con la legge elettorale che sarà certificata dalla Corte costituzionale nelle prossime settimane.
È impensabile che, di fronte alla sfiducia espressa dai cittadini italiani nei confronti di questa classe politica il 4 dicembre scorso, – e di fronte alla grave situazione economica in cui ci troviamo – questa stessa classe politica possa ancora sprecare tempo e denaro pubblico per ridiscutere una nuova legge elettorale. La quale, visti i precedenti, rischia una nuova pronuncia di incostituzionalità a Parlamento già eletto. Abbiamo ribadito al presidente Mattarella la nostra assoluta contrarietà al conferimento di un nuovo incarico di governo. In attesa che la Consulta si esprima sulla legge elettorale, il Governo dimissionario deve limitarsi ad essere mero strumento regolamentare al servizio del Parlamento e soprattutto della Corte costituzionale.Qualsiasi altra soluzione sarà un tradimento della volontà popolare. Non si può abusare oltre ogni misura della pazienza dei cittadini. La loro volontà va rispettata, non violata. (fonte: blog beppe grillo)

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Governo e maggioranza sordi rispetto alle richieste della Scuola

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 novembre 2016

ministero pubblica istruzioneGli emendamenti presentati dal sindacato e dall’opposizione, riportanti la “voce” di chi vive negli istituti scolastici tutti i giorni e ne conosce i problemi, non trovano il consenso della Commissione Bilancio della Camera: bocciate le modifiche su un nuovo piano di assunzioni straordinario e sul rifinanziamento del fondo nazionale per i ricorsi legati ai contratti dei docenti. Sembra che il premier Renzi abbia imposto un diktat: congelare per due settimane qualsiasi decisione su leggi delega alla L. 107/15 e sugli emendamenti alla Legge di Stabilità. Se ne riparla dal 5 dicembre. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il Governo preferisce porsi a muso duro contro centinaia di migliaia di docenti e Ata: non comprende che, così facendo, volta le spalle ad oltre 600mila dipendenti della scuola che scioperano, come è accaduto un anno e mezzo fa, ignorando anche lo sciopero indetto dal sindacato il 14 novembre. L’esecutivo rifiuta, poi, l’esito delle tante sentenze che giungono da tribunali in merito all’assunzione dei precari che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, continuando a rimanere sordo alle indicazioni dell’Europa sulla piena parità di trattamento tra precari e docenti di ruolo, anche per il conferimento degli scatti di anzianità professionale con il pieno riconoscimento del periodo pre-ruolo, ribadito di recente dalla Cassazione. Allo stesso modo, si continua ad ignorare l’esclusione illegittima dei docenti abilitati dalle GaE, a partire dai diplomati magistrale; per non parlare dell’esclusione illegittima dal Concorso a cattedra. È inevitabile che l’imminente referendum rischi di diventare il luogo e lo strumento più immediato per sfogare il proprio malcontento contro lo stesso Governo che sta proponendo un provvedimento di riforma della Costituzione ma che, comunque, lascia la scuola nell’immobilismo, costringendo il personale a rivolgersi ancora una volta al giudice.

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Il rispetto

Posted by fidest press agency su martedì, 1 novembre 2016

Giovanissimi che prendono a pugni i docenti, che denudano le coetanee e le violentano, che picchiano a sangue un compagno fino a renderlo più morto che vivo, un pari età diversamente abile preso a calci, tutto ciò senza un sussulto di vergogna, emozioni costantemente in apnea asfissiante. Non si tratta più di solo bullismo, oggi dovrebbe esser meglio conosciuto il disagio relazionale, attraverso questa inondazione mediatica travolgente, quanto inarrestabile. Eppure nonostante l’esposizione dirompente, l’impressione che se ne ricava, è che non c’è sufficiente consapevolezza della realtà che ci circonda, come se il moltiplicarsi di accadimenti e letterature più o meno sgangherate, spingano a una minore comprensione della drammaticità che ci investe tutti, al punto da condurci lontano dalla sostanza delle cose, la quale sembra più circondarci e restringerci, piuttosto che responsabilizzarci di fronte a un presente tutto da ricostruire, ma non con la paglia delle promesse facili a bruciare, come ha ben detto qualcuno. Forse è il caso di tentare di parlare comprensibilmente e correttamente su cosa è possibile dire a un adolescente imbizzarrito affinché s’arresti e impari a contare fino a dieci prima di ripartire per una guerra che spesso non fa prigionieri. E’ già importante riuscire a guardarlo negli occhi il guerriero in erba, trovare il tempo necessario per farlo, la pazienza occorrente per aspettarlo qualche metro prima delle conseguenze che ci saranno e avranno il fragore della montagna, soprattutto per chi si ritiene il più furbo, il più forte, il più scaltro. Credo convintamene che ai più giovani occorra spiegare con le parole della sofferenza ingiustamente imposta, cos’è il rispetto, questa ambita medaglietta da appuntarsi al petto come fosse il passaporto per ogni prossima avventura. Perché quando si parla con un giovanissimo, si nota il recinto, il luccichio del filo spinato delle abbreviazioni, degli acronimi, degli slogan-echi di rimbalzo, lo stesso linguaggio migra a spintoni dalla grammatica resa fantasma, qualcosa manca, è fuori posto, assente, una sorta di mutilazione non immediatamente avvertita.Ecco che allora diventa un’impresa dialogare e capirci, se non fa capolino l’urto e il fastidio di un’emozione. C’è necessità di spiegare ai ragazzi (come agli adulti), che il rispetto di cui vanno tanto fieri, di cui vanno a caccia con tanto di digrignar di denti, è quello tramandato dallo slang che straripa da una certa filmografia, dalla sub-cultura che dal basso bussa alle porte della città, messaggio sub-urbano mafioso che fa tendenza, ma che non preserva dal disfacimento che nel frattempo interverrà. E’ impellente raccontare bene e chiaro che quel rispetto che tanti proseliti fa l’osannare cortometraggi alla gomorra e suburra, non sta a condizione-dimensione per cui abbiamo considerazione di noi stessi prima, e degli altri subito appresso, perché sappiamo di valere qualcosa senza eccellere in presunzione. Quel rispetto tanto ricercato con il taglio seghettato del coltello, è sinonimo di prevaricazione, di prepotenza, di violenza usata senza alcuna conoscenza, quel rispetto è silenzio colpevole, sordità di un momento che diventa malattia del cuore. A quel ragazzino con le mani in tasca e le gambe larghe, con il tirapugni tra le dita, forse non è più rinviabile lo spiegargli che meritare rispetto significa guadagnarselo, perché rispetto e dignità sono facce della stessa medaglia, ma non rimangono avvinte alla nostra vita qualsiasi comportamento manterremo, dobbiamo averne cura e attenzione, altrimenti saremo destinati a perderli entrambi. Noi non siamo eroi di cartone, non siamo il centro del mondo a discapito degli altri, più semplicemente persone normali, dunque non siamo persone che fanno del sopruso la moneta di scambio con i più deboli, o che usano gli altri per raggiungere una meta a tutti i costi. Forse è bene rammentare al peggior sordo che non vuole sentire che:“Un uomo è rispettabile solo in quanto porta rispetto”. (vincenzo andraous)

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Immigrati e chi fa rispettare le leggi. Ma l’obbedienza è solo una virtù?

Posted by fidest press agency su giovedì, 17 settembre 2015

ungheriaLe immagini che giungono dall’Ungheria sono epocali: reti di metallo e filo spinato per impedire che alcuni esseri umani possano trovare rifugio dalla malvagita’, dall’arroganza, dalla sete di potere, dal fanatismo, dall’incapacità di altrettanti esseri umani. Niente di nuovo. La storia e’ piena di vicende del genere. Solo che, a differenza dei secoli passati, oggi ci sono i media, c’è la Rete, c’e’ l’informazione in tempo reale e a 360 gradi. Prima si veniva a sapere quel che accadeva solo dopo mesi e anni, coi particolari narrati in qualche libro di qualche tenace e attento osservatore. Oggi è tutto immediato. Meglio cosi’? Credo di si’, anche perche’ mi stava stretto il passato e non so cosa potra’ essere in futuro… E quel che piu’ colpisce, a parte alcune isolate e “tagliate” voci che trovano poco spazio sui media, e’ quella sorta di compattezza che le istituzioni ungheresi sembrano presentare nell’assecondare le scelte del governo in carica. Istituzioni in cui includo anche i cosiddetti servitori delle stesse: autorita’ intermedie, amministrative, fino ai poliziotti.
Fin da bambino (sono nato nel 1953), quando piano piano mi sono reso conto cosa aveva significato il nazismo, avendo avuto la fortuna di aver sviluppato un alto senso civico, quello che piu’ mi lasciava “di stucco” era come mai tanti uomini e donne avessero potuto partecipare al tentativo di affermazione di quella ideologia. E restavo attonito quando ascoltavo e mi capitava di frequentare i cosiddetti fascisti locali che, al di la’ delle macchiette che avrebbero rimpianto qualunque cosa fosse appartenuto alla loro gioventu’, non facevano tagli netti con il pensiero e la pratica dei nazisti. Leggevo libri di storia, vedevo film, ascoltavo le storie vive di chi aveva partecipato alla seconda guerra mondiale (tra cui anche mio padre) e anche alcune mitizzazioni della cosiddetta guerra partigiana su cui -forse per fortuna e intuizione- ci facevo gia’ allora la tara. La mia centralita’ era l’essere umano, con un approccio che, andando avanti col tempo, era sempre meno confessionale. Come poteva un essere umano, figlio di un padre e di una madre, nipote di nonni, marito di donne che adoravano e con cui si riproducevano, amanti della musica e del vivere cordiale, obbedire ad ordini cosi’ raccapriccianti? Certo -mi rispondevo- chi fa il soldato o il servitore dello Stato ha come prioritario scopo l’obbedire, non importa a cosa: obbedire. E quante volte l’ho sentito da parte dei soldati di questo o quell’altro esercito (non necessariamente in armi). Non era un qualche pensatore dell’antica Roma che aveva esplicitato una frase che ancora oggi (pur -per fortuna- in modo diverso) viene ancora usata: dura lex, sed lex? Ma questo non mi convinceva mai, perche’ lo associavo all’altro detto latino medievale “mors tua vita mea”, che mi evocava (e mi evoca) barbarie e incivilta’. Da qui quanto evocato nel titolo di queste righe -l’obbedienza e’ solo una virtu’?-, grazie all’applicazione del quale, da parte di uomini e donne anche coraggiosi, in Italia e non solo abbiamo raggiunto livelli di civilta’ umana e giuridica in tempi che per velocita’ la storia ci aveva insegnato essere impensabili. E di muri, a partire da quello della Cina e d quello di Berlino, ne sono caduti, anche se altri, oltre a quello ungherese, ne sono stati costruiti.
Torniamo all’Ungheria. Dover parlare di nazismo et similia non e’ opportuno, e sarebbe fuorviante. Mentre mi sembra opportuno ricordare quei principi civici e umani che ispirano noi bipedi silenti; principi che, nella mia fattispecie, mi si sono formati come ho descritto sopra e, di conseguenza, non posso non evocarli per capire il presente e pormi alcune domande. Che sono:
Ma un poliziotto ungherese, come si sente quando pattuglia le reti e i reticolati con dall’altra parte persone che chiedono aiuto? Possibile che esiste solo il senso del dovere, lo stipendio a fine mese che probabilmente servira’ anche a dar da vivere a dei pargoli? Certo, se erano rarissimi i tedeschi che a meta’ del secolo scorso avevano avuto qualcosa da ridire sul nazismo, perche’ stupirsi? Sembra non siamo serviti quasi cento anni trascorsi, con l’umano che e’ andato sulla Luna, con quasi ovunque tutti gli esseri umani che hanno uguali diritti e doveri, anche se si continua a morire di fame ed e’ sopraggiunto l’avvelenamento da incuria, distruzione e avvelenamento ambientale. Ma i poliziotti ungheresi sono li’, a qualche centinaio di chilometri nelle nostre case, il loro governo fa parte integrante dell’Unione Europea, sulla loro pelle hanno vissuto tragedie note a tutti…. eppure, indefessi, vivono la loro obbedienza come una virtu’. Forse hanno dei mal di stomaco bincredibili quando fanno le loro pattuglie di fronte ai disperati che fuggono da guerra, fame e disperazione, ma probabilmente faranno buon uso di efficaci antidolorifici (premi sugli stipendi?). Sono fatto male io? Mi manca il senso dello Stato? Sono una persona “tutto diritti” e “niente doveri”? Non lo so. Comunque provo molto, ma proprio molto disagio che, piu’ si va avanti, si trasforma in arrabbiatura per meglio esserci, per invitare a disobbedire. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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