Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘robeco’

Robeco: Corea del Sud, un vincitore invisibile nella competizione sui veicoli elettrici?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023

A cura di Jan de Bruijn, Client Portfolio Manager Emerging Markets di Robeco. L’ascesa dei veicoli elettrici è inarrestabile. L’Autorità internazionale per l’energia (AIE) prevede che le vendite dei veicoli elettrici cresceranno del 35% su base annua nel 2023, raggiungendo 14 milioni di unità, pari al 18% delle vendite globali di nuove auto. La rapida crescita del settore è stata sostenuta dallo sviluppo parallelo di un ecosistema produttivo in Cina che fornisce le batterie.Le case automobilistiche statunitensi ed europee stanno investendo per creare una propria base produttiva per rifornire il settore dei veicoli elettrici e molte si sono impegnate in programmi aggressivi per iniziare a sostituire le linee di prodotti con motori a combustione interna (ICE) con veicoli elettrici nel prossimo decennio. La rivalità geopolitica degli Stati Uniti con la Cina sta complicando la situazione con iniziative politiche e legislative volte a produrre in loco le tecnologie chiave, o almeno ad approvvigionarsi al di fuori della Cina. Ciò potrebbe rendere la Corea del Sud, che può vantare tre produttori di batterie a livello mondiale, un fornitore chiave per l’intero settore dei veicoli elettrici. Il predominio della Cina nella catena di fornitura dei veicoli elettrici riflette il mercato dei consumatori, che è anche il più grande del mondo, con volumi significativi nei segmenti di piccole e medie dimensioni piuttosto che in quelli di fascia alta, dove i veicoli elettrici si sono affermati con grande successo negli Stati Uniti e in Europa. A partire da gennaio 2023, il governo cinese ha posto fine al programma di incentivi per i veicoli elettrici iniziato nel 2010, quando il valore dei veicoli elettrici era ormai consolidato. Anche in molti Paesi europei gli incentivi per i veicoli elettrici sono stati ridotti o eliminati. Ciò è in contrasto con il mercato statunitense, che ha appena iniziato i suoi sforzi di sostegno all’elettrificazione e sta introducendo crediti d’imposta grazie all’Inflation Reduction Act (IRA), entrato in vigore nell’agosto 2022. La legge prevede l’erogazione di 370 miliardi di dollari di sussidi per la transizione energetica degli Stati Uniti, comprese le agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici e le batterie prodotte negli Stati Uniti. Un vantaggio significativo per la Corea del Sud nel settore delle batterie è la presenza di grandi fornitori nazionali di input. I materiali catodici sono un elemento strategico importante che rappresenta il 40-50% dei costi delle batterie dei veicoli elettrici e la Corea del Sud ospita alcune aziende leader di materiali catodici. Le aziende automobilistiche hanno rafforzato la cooperazione con le aziende produttrici di materiali catodici oltre che con le aziende produttrici di batterie; tuttavia, i produttori di batterie sudcoreani hanno storicamente forti relazioni con questi fornitori che, a nostro avviso, conferiscono loro un vantaggio competitivo. SNE Research prevede che il mercato globale dei materiali catodici crescerà da 32 miliardi di dollari nel 2022 a 83 miliardi di dollari nel 2030.La Cina detiene una posizione dominante a livello globale per quanto riguarda tutti questi input, con la Corea del Sud e il Giappone come unici rivali, e questo in futuro potrebbe dare ai fornitori sudcoreani e giapponesi un potere di determinazione dei prezzi con i consumatori statunitensi. Manteniamo un forte sovrappeso sulla Corea del Sud. I fondamentali macro sono relativamente forti e stabili, mentre la Corea del Sud è stata tra i primi ad aumentare i tassi d’interesse per contrastare il forte aumento dell’inflazione registrato in tutto il mondo. La Corea del Sud è stata anche all’avanguardia nelle iniziative di crescita green e dispone di un quadro politico articolato per una crescita sostenibile sia a breve che a lungo termine. Ciò andrà a vantaggio di molte aziende sudcoreane, soprattutto quelle che operano nel settore dell’export, poiché la Corea del Sud ha un’ampia esposizione al settore dell’energia pulita. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Robeco: Investimento sostenibile come processo o come cosa?

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023

A cura di Rachel Whittaker, Head of SI Research di Robeco. A più di 50 anni dalla nascita dell’investimento responsabile, una definizione unanime è ancora lontana, nonostante i grandi sforzi delle autorità di regolamentazione. Il dibattito sul concetto di investimento sostenibile è più che normale: quando nasce qualcosa di nuovo, infatti, spesso mancano sia la terminologia sia definizioni largamente accettate. Il primo rapporto pubblicato nel 2014 dalla Global Sustainable Investment Alliance (GSIA) – fondata nel 2012 – è uno studio senza precedenti, che descrive il panorama mondiale dell’investimento sostenibile e suddivide i vari approcci SI in sette categorie. La distinzione tra screening negativo, screening basato sulle norme, integrazione ESG, investimento tematico, community investing, azionariato attivo e approccio best-in-class/screening positivo ha contribuito a fornire un quadro comprensibile al mercato dei fondi, all’epoca in rapida ascesa.È apparso evidente che i vari approcci rispondessero a valori e aspettative di rendimento diversi e che, quindi, si potessero combinare per soddisfare le esigenze dei differenti investitori. Preso in questo contesto, l’investimento sostenibile è senz’altro un processo.La definizione di questi approcci, tuttavia, ha avuto un lato negativo, quello di legittimare strategie di investimento incentrate più sul potenziale di rendimento che non sulle effettive caratteristiche di sostenibilità. Approcci così variegati meritano tutti di essere considerati ugualmente “sostenibili”? A questo punto le autorità europee si sono gettate nella mischia, mentre quelle di altre regioni si sono limitate ad osservare da vicino. Di conseguenza, le associazioni di categoria hanno perso parte della loro autorevolezza, pur mantenendo una certa influenza. Nonostante le buone intenzioni dei regolatori, la legge spesso non riesce a stare al passo con l’innovazione. Una cornice normativa precoce può avere complicazioni indesiderate, costringendo persino i pionieri e i leader di pensiero a districarsi tra i requisiti da rispettare e le esigenze dei clienti da soddisfare.Rispetto ad altri ambiti della finanza, l’investimento sostenibile è un settore ancora relativamente nuovo. È facile rimanere impantanati tra definizioni e aspettative, specialmente quando le autorità di regolamentazione impongono scadenze per la presentazione di soluzioni. Tuttavia, anche mettendocela tutta, ci vorrà parecchio tempo per arrivare a una terminologia e a definizioni accettate e comprensibili a livello mondiale. Alla fine, conta davvero la velocità con cui si raggiunge l’unanimità? Lo strumento più importante per la tutela degli investitori è la trasparenza, mentre il principale obiettivo dell’investimento sostenibile è quello di sfruttare l’industria finanziaria per preservare il capitale naturale del nostro pianeta, fonte di ogni crescita economica e prosperità. Anche se forse non siamo tutti d’accordo su come arrivarci, abbiamo un obiettivo comune! (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco: High yield offre ancora valutazioni migliori rispetto alle azioni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 17 Maggio 2023

A cura di Aliki Rouffiac, Portfolio Manager del team Sustainable Multi Asset Solutions di Robeco.Dall’inizio del 2023 gli asset rischiosi hanno evidenziato un buon andamento, e l’high yield ha prodotto rendimenti per unità di rischio paragonabili a quelli delle azioni globali. Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica: sulla scia della recente performance, il segmento high yield è ora prezzato alla perfezione; vi sono dunque minori chance di generare rendimenti futuri tramite il restringimento degli spread o di ottenere una remunerazione adeguata per il rischio di una tanto attesa recessione.La realtà è che l’high yield continua a offrire valutazioni più interessanti rispetto alle azioni, per cui se si è ottimisti rispetto ai rischi di recessione l’opportunità è ancora valida. Soffermiamoci sul differenziale storicamente elevato tra il rendimento dell’indice high yield globale e il rendimento degli utili delle azioni globali, che si colloca al 3,3%, al di sopra della media di lungo termine (2,7%) e ancor più in alto di quella del 2010-2023 (0,8%). I mercati prezzano attualmente scenari molto diversi tra loro, in quanto le aspettative di rendimento e le correlazioni tra asset rischiosi e “privi di rischio” dipingono di volta in volta un quadro di autocompiacimento o di imminente recessione, a seconda del proprio punto di vista. Avvicinandoci alla fine di un ciclo di rialzi dei tassi tra i più bruschi e rapidi mai registrati, ci aspetteremmo che i mercati iniziassero a riflettere prospettive più chiare e uniformi, ma l’andamento laterale osservato dall’inizio dell’anno ha fornito scarse indicazioni.Le aspettative sui tassi di riferimento prefigurano una riduzione dei tassi a partire dal terzo trimestre di quest’anno, suggerendo che una recessione non è lontana. D’altro canto, i mercati azionari e quelli del credito non scontano ancora una significativa probabilità di recessione entro la fine del 2023. Gli attuali livelli degli spread sono coerenti con tassi di default vicini alle medie storiche e i multipli azionari globali suggeriscono che gli utili rimangono sostenuti e al di sopra dei livelli previsti prima di una recessione. Cercando indicazioni negli ultimi dati macro, non si può trascurare l’enigma posto dal livello di disoccupazione degli USA rispetto agli indicatori ciclici. In passato, un indice ISM manifatturiero statunitense inferiore a 50, indicativo di una contrazione, ha coinciso tipicamente con un tasso di disoccupazione di almeno il 6% e un rischio crescente di recessione. Tuttavia, oggi il tasso di disoccupazione non ha ancora superato il 3,7%, anche se l’ISM è sotto quota 50 da novembre 2022. È evidente che il vigore del mercato del lavoro ha prodotto un contesto economico più favorevole, in cui i tassi di default delle imprese sono rimasti inferiori alle medie storiche. Questo nonostante i costi di finanziamento siano aumentati notevolmente a causa del continuo inasprimento della politica monetaria da parte delle banche centrali. Il peggioramento delle condizioni del credito per i prestiti commerciali e industriali alle medie e grandi imprese negli Stati Uniti, un indicatore anticipatore dei tassi di default, suggerisce che la probabilità di un’accelerazione delle insolvenze è in aumento. Che piaccia o meno, l’high yield offre un’alternativa migliore rispetto alle azioni in termini di valutazioni, ma il rischio asimmetrico di detenere quest’asset class nella fase finale del ciclo ha accresciuto il costo-opportunità per gli investitori multi-asset. La recente narrazione suggerisce di sposare un approccio più cauto, con una preferenza per la fascia di qualità superiore dell’universo high yield e una gestione attiva volta a indirizzare la selezione del credito. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco condivide i Country Sustainability Rankings attraverso l’Open Access Initiative

Posted by fidest press agency su giovedì, 4 Maggio 2023

Robeco ha annunciato di voler includere i ranking della sostenibilità per paese nella Sustainable Investing (SI) Open Access Initiative, piattaforma lanciata lo scorso anno per mettere la proprietà intellettuale (PI) di Robeco in materia di investimento sostenibile a disposizione di un gruppo di accademici e clienti. Gli stakeholder di Robeco avevano già libero accesso ai punteggi proprietari per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) con cui vengono misurati i contributi delle aziende agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Ora la seconda fase del progetto allarga la piattaforma ai Country Sustainability Rankings (CSR), strumento con cui Robeco punta a convertire l’analisi approfondita di una serie di dati ESG – dal cambiamento climatico alle disuguaglianze di reddito, alla corruzione e all’innovazione – in un singolo punteggio ESG per paese. Concentrandosi su fattori ESG rilevanti, tale valutazione della sostenibilità offre una visione dettagliata dei punti di forza e di debolezza di ciascun paese, che va a integrare l’analisi tradizionale del rischio sovrano, orientata su variabili macroeconomiche e di sostenibilità del debito. L’analisi tradizionale del rischio sovrano, tuttavia, non è sufficiente a cogliere e a capire a fondo tutti i rischi potenzialmente in grado di rivoluzionare l’economia e minacciare la solvibilità di uno Stato. A renderlo dolorosamente chiaro sono stati i passati default del debito sovrano e la portata globale delle recenti crisi regionali. Oltre a integrare l’analisi fondamentale degli investimenti, i Country Sustainability Rankings di Robeco servono anche a svolgere attività di engagement presso governi, policymaker, ONG, accademici e altri stakeholder istituzionali, nonché presso aziende che operano in giurisdizioni specifiche. Nato nel 2012, oggi il quadro CSR di Robeco copre 150 tra i più importanti paesi del mondo, tra cui 23 mercati sviluppati e 127 mercati emergenti ed economie in via di sviluppo, tutti inclusi nella SI Open Access Initiative. Il calcolo dei punteggi per paese e l’aggiornamento delle classifiche avviene due volte l’anno e, al termine di ogni aggiornamento, l’elenco dei primi (e degli ultimi) 20 paesi è pubblicato sul sito di Robeco.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco condivide i Country Sustainability Rankings attraverso l’Open Access Initiative

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 Maggio 2023

Rotterdam. Oggi Robeco ha annunciato di voler includere i ranking della sostenibilità per paese nella Sustainable Investing (SI) Open Access Initiative, piattaforma lanciata lo scorso anno per mettere la proprietà intellettuale (PI) di Robeco in materia di investimento sostenibile a disposizione di un gruppo di accademici e clienti. Gli stakeholder di Robeco avevano già libero accesso ai punteggi proprietari per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) con cui vengono misurati i contributi delle aziende agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Ora la seconda fase del progetto allarga la piattaforma ai Country Sustainability Rankings (CSR), strumento con cui Robeco punta a convertire l’analisi approfondita di una serie di dati ESG – dal cambiamento climatico alle disuguaglianze di reddito, alla corruzione e all’innovazione – in un singolo punteggio ESG per paese.Concentrandosi su fattori ESG rilevanti, tale valutazione della sostenibilità offre una visione dettagliata dei punti di forza e di debolezza di ciascun paese, che va a integrare l’analisi tradizionale del rischio sovrano, orientata su variabili macroeconomiche e di sostenibilità del debito. L’analisi tradizionale del rischio sovrano, tuttavia, non è sufficiente a cogliere e a capire a fondo tutti i rischi potenzialmente in grado di rivoluzionare l’economia e minacciare la solvibilità di uno Stato. A renderlo dolorosamente chiaro sono stati i passati default del debito sovrano e la portata globale delle recenti crisi regionali. Oltre a integrare l’analisi fondamentale degli investimenti, i Country Sustainability Rankings di Robeco servono anche a svolgere attività di engagement presso governi, policymaker, ONG, accademici e altri stakeholder istituzionali, nonché presso aziende che operano in giurisdizioni specifiche.Nato nel 2012, oggi il quadro CSR di Robeco copre 150 tra i più importanti paesi del mondo, tra cui 23 mercati sviluppati e 127 mercati emergenti ed economie in via di sviluppo, tutti inclusi nella SI Open Access Initiative. Il calcolo dei punteggi per paese e l’aggiornamento delle classifiche avviene due volte l’anno e, al termine di ogni aggiornamento, l’elenco dei primi (e degli ultimi) 20 paesi è pubblicato sul sito di Robeco.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco nomina i nuovi Head of Institutional Sales per Stati Uniti e Canada, Paesi Bassi e Regno Unito

Posted by fidest press agency su sabato, 29 aprile 2023

Rotterdam. Robeco ha nominato i nuovi Head of Institutional Sales per gli Stati Uniti e il Canada, i Paesi Bassi e il Regno Unito, con effetto dal 1° maggio. Angela Ruane rivestirà il ruolo di Head of Institutional Sales negli Stati Uniti e in Canada, operando dalla sede di New York; Tim Kruis, a Rotterdam, farà altrettanto per i Paesi Bassi e Arabella Townshend da Londra si occuperà del Regno Unito. I tre saranno responsabili dell’attività di Institutional Sales nelle rispettive regioni e faranno capo direttamente a Malick Badjie, Head of Institutional Sales per l’Europa, Nord America e Africa.Angela Ruane vanta oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario. Prima del suo arrivo in Robeco ha lavorato presso Insight Investments, dov’era responsabile dell’attività di institutional business development per gli Stati Uniti. Prima ancora ha trascorso oltre 10 anni in Rogge Global, dove ha ricoperto ruoli quali Partner e Head of North American Distribution. Dopo l’acquisizione di Rogge da parte di AGI nel 2016, è stata incaricata dalla nuova società di svolgere un ruolo ibrido incentrato sulle relazioni con i consulenti, sulle vendite dirette e sulla specializzazione dei prodotti per le strategie ereditate da Rogge.Tim Kruis ha maturato 25 anni di esperienza nel settore degli investimenti e delle vendite. In passato ha lavorato presso Record Asset Management ad Amsterdam nel ruolo di Head of Institutional Advisory, dirigendo l’attività di business development in Europa con una specifica attenzione al Benelux. In precedenza, ha diretto i team di Institutional Sales del Benelux, prima di Amundi e poi di Invesco. Ha inoltre ricoperto ruoli incentrati sull’attività di business development presso City of London Investment Management a Londra e Capital Dynamics a Zurigo. All’inizio della sua carriera, Kruis ha trascorso dieci anni presso Robeco in veste di Product Specialist a Rotterdam e New York e di Senior Institutional Sales Manager a Zurigo.Arabella Townshend arriva in Robeco da River and Mercantile, dove negli ultimi 13 anni ha ricoperto vari ruoli senior nelle vendite e nel marketing, tra cui quelli di Head of Global Consultant Relations e Managing Director, Head of UK Institutional Distribution. In quest’ultimo ruolo era responsabile della definizione della strategia di vendita istituzionale del gruppo relativamente a tutti i canali istituzionali nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia. Ha maturato una notevole esperienza nella distribuzione di un’ampia gamma di prodotti e di soluzioni più ampie per i clienti. Ha uno spiccato interesse per le soluzioni sostenibili, avendo lanciato i primi prodotti sostenibili e partecipato all’elaborazione del quadro di sostenibilità di River and Mercantile. Malick Badjie, Head of Institutional Sales per l’Europa, Nord America e Africa: “Siamo lieti di accogliere in Robeco e nel nostro team di Institutional Sales professionisti di grande esperienza come Angela, Tim e Arabella. Queste nomine dimostrano il nostro impegno a preservare ed espandere la nostra attività in questi mercati fondamentali. Mentre ci confermiamo leader nel settore degli investimenti sostenibili, l’arrivo di Angela, Tim e Arabella rafforzerà ulteriormente la nostra presenza e ci permetterà di lavorare con i clienti per identificare le aree in cui le capacità e le competenze di prim’ordine di Robeco possono essere messe al loro servizio”.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Robeco: L’inflazione morde più delle attese

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 aprile 2023

A cura di Colin Graham, Head of Multi-Asset Strategies di Robeco. Le banche centrali hanno aumentato ripetutamente i tassi nel corso dell’ultimo anno, da quando l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato un aumento dei prezzi a livello globale. Secondo la narrazione che ha preso piede all’indomani della crisi finanziaria globale, l’immissione senza precedenti di denaro e liquidità nel sistema avrebbe condotto presto o tardi a un’impennata dell’inflazione, anche se stavamo fissando il fondo del barile di una spirale deflazionistica. Fino a poco tempo fa, questa politica ultra-espansiva non ha alimentato la crescita dei prezzi nell’economia reale; in effetti, l’inflazione dei beni e dei servizi è aumentata solo a partire dal 2020, sulla scia dei problemi causati dal Covid lungo le catene di approvvigionamento. Di conseguenza, la politica monetaria è rimasta accomodante e l’espansione dei bilanci delle banche centrali è proseguita ancora a lungo.Ora che il morso dell’inflazione si fa sentire, gli istituti centrali stanno aumentando rapidamente i tassi, ma si confrontano con l’ulteriore ostacolo della spesa pubblica, che ha ricevuto impulso da provvedimenti come l’US Inflation Reduction Act e i sussidi per l’energia, che hanno complicato notevolmente il loro compito.L’attuale spirale inflazionistica ha suscitato paragoni con gli anni ’70 e con i tagli alla produzione operati dall’OPEC nel 1973, che causarono un’impennata dei prezzi dell’energia. Quei rincari condussero in definitiva a richieste di aumenti salariali, scioperi, recessioni e rialzi dei tassi a doppia cifra, con i governi impegnati a riportare i prezzi sotto controllo per il resto del decennio.Le implicazioni sono problematiche, perché le possibilità di ridurre l’inflazione e aumentare la disoccupazione senza provocare un atterraggio duro si sono assottigliate notevolmente. Le tensioni sul mercato del lavoro stanno alimentando le richieste salariali, segno tangibile di un radicamento di elevate aspettative d’inflazione nella psiche dei consumatori.Quindi, anche se siamo vicini a un picco dei tassi, una loro riduzione non è affatto imminente, a meno che non si verifichi un incidente finanziario. È qui che le nostre opinioni si discostano dal consensus, che prevede un taglio dei tassi da parte della Fed in tempi brevi e da parte della BCE verso la fine dell’anno.Finora il ritiro del sostegno monetario è avvenuto senza intoppi, lasciando emergere gradualmente le aree del sistema che si sono eccessivamente indebitate durante l’epoca caratterizzata da tassi a zero.Tuttavia, potrebbe comunque verificarsi un “incidente finanziario” in grado di scatenare una crisi paragonabile a quella del 2008-2009 anziché a quella degli anni ’70, osserva Graham. Il crollo di Silicon Valley Bank e l’acquisizione forzata della travagliata Credit Suisse da parte di UBS dimostrano che alcune parti del settore bancario sono ancora pericolosamente fragili. I clienti delle banche hanno ritirato i depositi per finanziare le proprie attività, e dunque le banche con uno squilibrio di duration hanno dovuto vendere obbligazioni per far fronte ai ritiri, cristallizzando in tal modo le perdite in bilancio. Si è creato così un circolo vizioso, poiché altri clienti, temendo che i propri depositi fossero a rischio, hanno a loro volta ritirato i propri fondi, aggravando lo squilibrio di liquidità per le banche.Siamo quindi di fronte a un altro circolo vizioso? No, ma non bisogna aspettarsi tagli dei tassi che possano in teoria alleviare questo particolare problema. Il nostro scenario d’investimento principale prevede che la politica monetaria più restrittiva si tradurrà in una crescita economica nominale molto più contenuta nel corso di quest’anno, anche se riteniamo che le banche centrali non abbiano i margini per ridurre i tassi finché l’inflazione non sarà sconfitta o la crescita economica non subirà un crollo precipitoso. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco: La regola d’oro degli investimenti, come i titoli a bassa volatilità mitigano le perdite

Posted by fidest press agency su venerdì, 14 aprile 2023

A cura di Harald Lohre, Executive Director of Research di Robeco. La prima regola d’investimento di Warren Buffet è di non perdere mai denaro; la seconda è di non dimenticare mai la prima. Questa regola d’oro è fondamentale per la protezione e la crescita del capitale a lungo termine. Una strategia spesso utilizzata per limitare le perdite con mercati volatili è l’allocazione in oro. L’investimento in oro è ampiamente considerato come un rifugio sicuro durante le fasi di estrema crisi macroeconomica, in periodi di guerra, iperinflazione o gravi recessioni. Ma tali allocazioni in oro forniscono davvero la protezione che ci si attende? E se anche così fosse, esistono metodi migliori per mitigare i rischi? Per rispondere a queste domande, abbiamo rivisto il ruolo strategico dell’oro nei portafogli di investimento e ci siamo concentrati sui suoi vantaggi marginali in termini di riduzione del rischio di ribasso rispetto ad azioni e obbligazioni. I risultati principali del nostro studio empirico indicano che una modesta allocazione in oro in un classico mix di azioni e obbligazioni riduce il rischio di perdite di capitale di circa il 10% in un’ampia gamma di allocazioni azionarie e obbligazionarie. Tuttavia, questo riduce anche il rendimento, portando a un piccolo aumento del rapporto rendimento/rischio, come mostrato nella Figura 1 che riassume i principali risultati di questo studio. Di conseguenza, questo mix difensivo presenta un rischio di ribasso significativamente inferiore rispetto a un portafoglio tradizionale di azioni/obbligazioni, mentre i rendimenti più elevati determinano un forte aumento del Sortino ratio. Questa strategia difensiva si rivela quindi un modo efficace per gli investitori per seguire la regola d’oro di Buffet, garantendo al contempo una crescita del capitale a lungo termine. Inoltre, ulteriori simulazioni e controlli sull’affidabilità della strategia dimostrano che questi risultati chiave sono validi non solo per i rendimenti annuali inizialmente considerati, ma anche per un’ampia gamma di orizzonti di investimento, che vanno da un mese a 36 mesi. Sebbene questi risultati si dimostrino solidi soltanto quando si utilizzano i futures sull’oro e non con un investimento diretto nel metallo giallo, l’aggiunta di titoli minerari auriferi è meno efficace nel ridurre il rischio di ribasso di un portafoglio azionario a bassa volatilità. Infine, segnaliamo che, sebbene il ruolo di mitigazione del rischio dell’oro sia attenuato in una configurazione di media-varianza, l’investimento a bassa volatilità è considerato altrettanto rilevante anche se valutato nell’ottica di un rischio di ribasso. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Robeco: Ottimisti, pessimisti o realisti sullo sviluppo sostenibile?

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 aprile 2023

A cura di Masja Zandbergen, Responsabile Sustainability Integration di Robeco. Nonostante le iniziative mirate all’adozione di tecnologie più pulite nella produzione di energia e a dispetto di una pandemia mondiale, che ha abbattuto le emissioni globali per un anno, le emissioni di CO2 sono tornate ai livelli pre-Covid. Le emissioni continuano ad aumentare a causa della crescita economica. Per gli investitori è urgente rispondere al giudizio dell’IPCC secondo cui il settore finanziario non tiene sufficientemente conto del rischio climatico. L’IPCC è giunto alla conclusione che nei prossimi 5-10 anni sarà necessario dedicare un notevole volume di investimenti verso l’energia, i trasporti e le infrastrutture urbane a basse emissioni di carbonio. Si tratta di questioni complesse e interconnesse. Ad esempio, sarà difficile raggiungere l’SDG 2.1 (porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e le persone più vulnerabili, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno), e contemporaneamente conseguire l’SDG 15.1, che mira a garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali, o molti altri traguardi legati al clima e alla biodiversità. Se bisogna coltivare più cibo per soddisfare l’SDG 2.1, diventa molto più difficile conseguire l’SDG 15.1. Negli ultimi anni, il settore finanziario ha preso coscienza della “sostenibilità” e si è concentrato sull’integrazione dei fattori ESG finanziariamente rilevanti nei portafogli al fine di prendere decisioni di investimento più informate. Tuttavia, questo approccio comporta due problemi. La questione della sottovalutazione del rischio climatico, menzionata dall’IPCC nel suo ultimo rapporto, vale anche per altre esternalità come la perdita di biodiversità, le pessime condizioni di lavoro, la cattiva governance e le deboli relazioni con le comunità. Questo problema andrebbe risolto con una migliore regolamentazione globale, che attribuisca un prezzo a tali questioni e induca gli investitori e le imprese a internalizzare i relativi costi esterni. In alternativa, bisogna trovare un modo per andare oltre l’integrazione ESG e passare all’investimento ad impatto, creando strutture in grado di finanziare le migliaia di miliardi di dollari di investimenti necessari (nei mercati emergenti) per creare uno sviluppo sostenibile. Un primo passo è stato fatto alla COP27, con la creazione di un fondo per risarcire i paesi emergenti per perdite e danni causati dalla crisi climatica. Questo fondo, però, deve ancora diventare operativo.Altri strumenti validi con cui i grandi investitori possono produrre un impatto concreto sono le obbligazioni verdi, sociali e legate alla sostenibilità (“green, social and sustainability linked bond”). L’investitore finale deve esprimere chiaramente il proprio desiderio di ottimizzare non solo la ricchezza, ma anche il benessere. Non siamo ancora arrivati a quel punto: solo una minuscola quota di tutte le masse in gestione viene destinata al finanziamento diretto di progetti aziendali che contribuiscono allo sviluppo sostenibile. È importante, di tanto in tanto, fare il punto su ciò che accade nella realtà. Purtroppo, non ci sono molti motivi di ottimismo. Grazie a COP27 siamo avviati a un riscaldamento globale di 2,5 °C, cinque anni fa eravamo diretti verso un aumento delle temperature di 4 °C. Quindi, per concludere con un’altra citazione di Churchill: “Per quanto mi riguarda, sono ottimista: non ha molto senso essere altro.” (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Robeco: Credit Outlook: Buy the dip – Compra il ribasso

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 aprile 2023

A cura di Victor Verberk, Sander Bus, co-responsabili del team credito di Robeco. Negli ultimi trimestri abbiamo sottolineato l’importanza di individuare il penultimo rialzo dei tassi della Fed quale strumento per elaborare una strategia di portafoglio di fine ciclo. Le previsioni del mercato riguardo alla conclusione del ciclo di inasprimento della Fed dimostrano che non si tratta di un compito facile, ma del resto lo sapevamo. Lo scenario di base rimane caratterizzato da una continuazione del ciclo di inasprimento della Fed. I dati economici e quelli sull’inflazione non si sono ancora raffreddati abbastanza. Cosa è successo a Silicon Valley Bank e a Credit Suisse? In quanto banca regionale, Silicon Valley Bank beneficiava di una lacuna della regolamentazione bancaria statunitense. Gli istituti di minori dimensioni (con bilanci inferiori a 250 miliardi di dollari) godono di un regime normativo più blando rispetto alle banche più grandi. Non sono infatti tenute a incorporare le perdite non realizzate nel portafoglio di attività finanziarie “disponibili per la vendita”, che è inteso come riserva di liquidità. I guai per Silicon Valley Bank sono iniziati con il ritiro di depositi da parte di alcune società di venture capital, che costituiscono di solito capitale circolante anziché depositi tradizionali. Silicon Valley Bank è stata costretta a vendere le attività liquide “disponibili per la vendita”, cristallizzando quindi le perdite.Riteniamo che il settore bancario abbia ridotto notevolmente la leva finanziaria, che abbia rafforzato i coefficienti patrimoniali e che abbia assunto un atteggiamento molto più prudente sui rischi in bilancio. Pertanto, questa volta il settore bancario non costituisce un fattore di rischio sistemico. Il quadro europeo è fiacco. L’economia è in stagnazione, come è spesso accaduto in passato. È evidente che la produzione industriale è la più penalizzata da questa situazione. Per contro, il comportamento dei consumatori è molto più stabile grazie alla crescita dell’occupazione, all’aumento dei salari e, in prospettiva, al calo dell’inflazione.Da anni le banche centrali conducono esperimenti di politica monetaria e hanno inventato molti nuovi strumenti e strategie. Questo processo ha prodotto un contesto di rendimenti bassi o negativi per un periodo troppo lungo. Il sistema economico ha creato debito in tutte le pieghe della società.Un ciclo di rialzi rapido e aggressivo non potrà che rivelare molti problemi. Non sappiamo quali saranno tali criticità, ma non ci stupiremmo di vedere qualche crepa nel settore immobiliare e in quello bancario.Tutte le serie storiche indicano che la recessione potrebbe iniziare verso la fine dell’anno, e crediamo che un contributo in tal senso arriverà sicuramente dalle banche centrali.La nostra strategia nell’attuale fase del ciclo economico consiste nell’acquistare sui minimi. I mercati dei prodotti a spread riflettono di tanto in tanto uno scenario di recessione, sotto la spinta di picchi dei rendimenti, di tensioni finanziarie come quelle recenti o di una tradizionale minor disponibilità di credito per le imprese.La Fed non ci è ancora amica e l’aspettativa di un taglio dei tassi è per adesso troppo ottimistica. Prepariamoci a considerare i tassi risk-free un’alternativa molto credibile ad altre asset class per un periodo piuttosto lungo. È arrivato il momento della loro rivincita dopo anni di rendimenti negativi e bolle speculative. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

“Robeco: Prospettive per il reddito fisso, i mercati non smettono mai di stupire”

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023

A cura di James Stuttard, Head of Global Macro team di Robeco. L’esperto continua a prevedere una recessione negli Stati Uniti come caso base per i prossimi 12 mesi. Le economie del G7, come la Germania e il Regno Unito, sono già in territorio di stagnazione/contrazione; gli Stati Uniti entreranno semplicemente in un contesto di rallentamento economico che è evidente essere già in corso. È possibile che le tensioni derivanti dall’aumento dei tassi si materializzino in altri segmenti del sistema non bancario (come visto negli LDI britannici lo scorso ottobre). Quando 40 anni di aumento del debito pubblico e privato incontrano il più forte aumento dei tassi di interesse degli ultimi 12 mesi, l’unica cosa che si sa è che gli incidenti sono probabili. La domanda da un milione di dollari è dove si verificheranno esattamente. Le implicazioni per il posizionamento del portafoglio nel medio-lungo termine sono chiare: curve più ripide, rendimenti più bassi e opportunità di investire in prodotti a spread a livelli da recessione.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Robeco nomina Ralf Oberbannscheidt come Global Head of Thematic Investing

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023

Rotterdam/Zurigo. Ralf Oberbannscheidt è stato nominato Global Head of Thematic Investing. In questo ruolo, sovrintenderà i team e l’ulteriore espansione dell’offerta di investimenti tematici attivi. I team di investimento operano a Rotterdam e a Zurigo e, insieme, gestiscono asset per circa 18,7 miliardi di euro. Ralf Oberbannscheidt assumerà l’incarico il 1° maggio 2023, riporterà a Mark van der Kroft, CIO Fundamental and Quant Equity, e opererà a Zurigo. In attesa dell’approvazione normativa, Oberbannscheidt entrerà a far parte del Comitato esecutivo di Robeco Switzerland Ltd. – un punto di riferimento per le strategie tematiche sostenibili pionieristiche e attive da oltre due decenni.Ralf Oberbannscheidt proviene da Global Thematic Partners, New York (GTP), di cui è stato socio fondatore e Portfolio Manager. Ha ricoperto vari incarichi manageriali e di supervisione, tra cui quelli di Gestore di portafoglio per le strategie Global Thematic e Global Agribusiness, nonché di responsabile della gestione degli analisti e del portafoglio. La base clienti di GTP era costituita da mandati istituzionali e da fondi retail in regime di sub-consulenza. Dal 1999 al 2010 è stato Senior Portfolio Manager presso Deutsche Asset Management, con sede a Francoforte e successivamente per DB Advisors a New York.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Robeco: Credit Outlook, dalla corsa dei tassi ai problemi di rating

Posted by fidest press agency su sabato, 1 aprile 2023

A cura di Victor Verberk, Sander Bus, co-responsabili del team credito di Robeco.In un ciclo di rialzi che si chiude con una recessione, i tassi segnano il livello massimo generalmente prima rispetto agli spread del credito. Gradualmente la recessione guadagna spazio e viene sempre più integrata nelle prospettive generali, aumentando la dispersione del mercato. Il credito di qualità più bassa dovrebbe registrare un aumento dei tassi di default, mentre la fascia più alta del mercato potrebbe beneficiare di tassi più bassi e di una corsa alla qualità. Con l’aumento dell’offerta di titoli di Stato europei, prevediamo un ulteriore restringimento dei differenziali sugli swap in euro. Visto il punto del ciclo che attraversiamo e dal momento che gli spread sugli swap incidono fortemente sullo spread totale del segmento investment grade in euro, guardiamo con fiducia a una posizione moderatamente lunga nei mercati investment grade in euro mentre ci muoviamo con grande prudenza su altri mercati scarsamente movimentati. Nel 2023 il nostro scenario di base prevede una recessione sia negli Stati Uniti che in Europa. Prevediamo che le recessioni investiranno simultaneamente queste due regioni, traendone vicendevolmente forza, ma per cause di fondo diverse. Gli Stati Uniti dovrebbero attraversare un tipico ciclo di balzi repentini seguiti da improvvise contrazioni, mentre l’Europa sarà spinta in recessione soprattutto a causa dello shock generato dai limiti di approvvigionamento energetico.La Cina si trova in una fase diversa. Ha appena abbandonato la sua politica di azzeramento dei contagi. Per quanto strano possa sembrare, nel breve periodo la riapertura può portare a una minore attività economica, poiché il virus si diffonderà rapidamente e i consumatori si autoimporranno una riduzione alla mobilità. Entro un paio di mesi, tuttavia, l’economia cinese dovrebbe ripartire.Nei mercati sviluppati, dove lo scenario di base è recessivo, la domanda chiave è: quali ripercussioni patiranno i segmenti più rischiosi del mercato del credito? A che livelli gli spread sono abbastanza elevati per iniziare ad acquistare? Sappiamo dal passato che gli spread in genere raggiungono il picco prima dei tassi di default.Mentre la stretta sui tassi potrebbe essere vicina alla fine, il ciclo di inasprimento quantitativo è appena iniziato. La Fed, la BCE e la BoE hanno iniziato a ridurre i propri bilanci. Con la scomparsa di questa domanda, che ora sta invertendo la rotta, c’è urgente bisogno di nuovi acquirenti per i prodotti di credito. Un elemento di aiuto viene dal posizionamento difensivo, che sembra comune tra gli investitori obbligazionari, e dall’elevata liquidità presente in molti portafogli di investimento. Tecnicamente parlando, quindi, sono ancora le banche centrali a guidare i mercati. Finché le banche centrali continueranno a togliere liquidità dal nostro mercato, l’unica indicazione che possiamo seguire è quella della cautela. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

“Robeco: Il New New Normal”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 marzo 2023

A cura di Jack Neele, Portfolio Manager della strategia Robeco Global Consumer Trends Equities di Robeco. L’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il Covid-19 una pandemia globale e tutti noi siamo finiti in lockdown, in una forma o in un’altra. Nei tre anni successivi, le economie di tutto il mondo hanno in gran parte riaperto, ma be poche cose sono tornate esattamente come prima. Analizziamo quindi l’impatto che la pandemia ha avuto sul nostro modo di lavorare, vivere e trascorrere il tempo libero. Tre anni dopo che le restrizioni imposte dal Covid hanno costretto a casa tutti i lavoratori tranne quelli essenziali, ristoranti, negozi e scuole hanno in gran parte riaperto, mentre gli uffici rimangono semivuoti.Prima della pandemia, secondo la Federal Reserve Bank di Dallas, solo l’8,2% dei dipendenti negli Stati Uniti lavorava da casa ogni giorno. Nel 2022, il 49% dei dipendenti ha mantenuto un orario di lavoro ibrido, il 35% è tornato in ufficio a tempo pieno e il 17% ha continuato a lavorare completamente da remoto, secondo l’indagine globale sui lavoratori in ufficio di Slack, software di collaborazione aziendale. Queste diverse modalità di lavoro hanno un impatto non solo sulla cultura aziendale, ma creano anche problemi di orario e di personale per i servizi connessi, dai bar ai trasporti pubblici.Tuttavia, anche se la decelerazione del servizio SaaS ha avuto ripercussioni negative sulle valutazioni, il settore continua a crescere più del doppio rispetto al settore dei software in generale e quasi il triplo rispetto al settore tecnologico nel suo complesso. Il futuro delle sale cinematografiche appare incerto. Con la chiusura dei cinema nel 2020, gli incassi sono ovviamente crollati e da allora non si sono più ripresi del tutto. Il declino dell’affluenza nelle sale cinematografiche è iniziato ben prima della pandemia, con il miglioramento della tecnologia degli schermi piatti e l’aumento dei servizi di streaming, mentre i produttori di contenuti hanno spostato la propria attenzione dai film di successo alle serie televisive di simile produzione, come Game of Thrones e Stranger Things. Questi sviluppi hanno portato anche a un continuo declino della televisione via cavo, con un calo degli abbonati negli Stati Uniti da 100 milioni nel 2012 a 70 milioni nel 2022. Il settore dei viaggi e dell’ospitalità è un altro settore che si è ripreso con l’allentamento delle restrizioni, ma rimane ancora al di sotto del trend pre-pandemia. Secondo le Nazioni Unite, nel 2022 il turismo globale raggiungerà il 63% dei livelli registrati nel 2019, con l’Europa che avrà un recupero del 79% e le Americhe del 65%. Con la prolungata chiusura delle frontiere da parte della Cina, il traffico turistico nella regione Asia-Pacifico nel 2022 raggiungerà solo il 23% dei livelli del 2019.Mentre riflettiamo sui tre anni trascorsi dall’inizio della pandemia, è chiaro che le nostre vite sono state modificate in modo permanente: il modo in cui lavoriamo, viviamo e giochiamo si è trasformato con l’adozione del lavoro a distanza, dell’e-commerce e l’aumento dei servizi di fitness online, ad esempio. Mentre alcuni settori hanno mostrato segni di ripresa, altri sono stati rimodellati; la resilienza e l’adattabilità di individui e aziende sono state messe alla prova e continueranno a plasmare la nuova normalità negli anni a venire. (Abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: | Leave a Comment »

Robeco pubblica la 3a edizione del Global Climate Survey

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

Rotterdam. Per il terzo anno consecutivo, Robeco ha pubblicato un’indagine annuale sul modo in cui gli investitori affrontano le opportunità e i rischi associati al cambiamento climatico. L’indagine copre 300 dei maggiori investitori istituzionali e wholesale al mondo provenienti da Europa, Nord America, Asia-Pacifico e Sudafrica, che rappresentano un totale di circa 27.400 miliardi di dollari di masse in gestione. Realizzato da CoreData Research, il Global Climate Survey 2023 di Robeco mostra che il numero di investitori che hanno assunto (o sono sul punto di assumere) pubblicamente un impegno per il net zero entro il 2050 è leggermente cresciuto (48% rispetto al 45% del 2022). Al momento la sfida da affrontare è quella dell’implementazione, destinata a ridefinire i portafogli. L’indagine evidenzia grandi progressi nella valutazione della rilevanza, con il 55% degli investitori che calcola l’impatto dei propri portafogli in termini di emissioni di carbonio. Le emissioni di Scope 3 (le emissioni indirette come i viaggi di lavoro e lo smaltimento dei rifiuti) si confermano problematiche e vengono misurate solo dal 20% degli intervistati. Inoltre, solo il 27% ha una visione prospettica dei percorsi verso il net zero intrapresi dalle società partecipate, elemento fondamentale per valutare opportunità di investimento, engagement e disinvestimenti. Secondo l’indagine, gli scenari sul cambiamento climatico vengono presi molto sul serio, con il 25% degli investitori che già li integra nelle ipotesi sull’andamento dei mercati dei capitali o intende farlo nei prossimi 12 mesi. Infine, il 29% ha adottato o adotterà benchmark climatici nel corso del prossimo anno. Sempre stando al Climate Survey di quest’anno, la crisi energetica ha accresciuto l’importanza di sostenere le fonti rinnovabili per il 51% degli investitori, anche se solo il 30% ha accelerato la decarbonizzazione dei propri portafogli alla luce dei recenti sviluppi. Per scongiurare una sottoperformance di breve termine, quasi la metà degli intervistati (47%) ha rivisto alcuni dei propri approcci ESG, inclusa la riluttanza a rinunciare ai buoni rendimenti offerti dal settore petrolifero e del gas. In effetti, in Europa il 38% degli investitori accetta ancora di aumentare l’allocazione a società del settore petrolifero e del gas nel breve termine, percentuale che sale al 48% in Nord America e al 59% nella regione Asia Pacifico. Nel passare a un’economia a basse emissioni di carbonio, agli investitori sta a cuore anche il concetto di “transizione giusta”, per una corretta gestione delle implicazioni sociali del cambiamento energetico. Per il 68% degli intervistati, nei prossimi due anni questo tema rappresenterà un fattore importante delle politiche d’investimento, anche se solo il 41% ha le competenze necessarie per sostenerlo.Tra i risultati chiave dell’indagine sul clima di quest’anno emergono i forti timori per la biodiversità e il perseguimento della parità sul fronte del cambiamento climatico. Un ultimo risultato degno di nota del Climate Survey 2023 è la maggiore pressione politica che gli investitori devono affrontare, pur con grosse differenze a livello geografico. La diffusione del movimento anti-ESG negli Stati Uniti, ad esempio, preoccupa il 47% degli investitori nordamericani, soprattutto per le crescenti resistenze politiche e legali ai loro piani di investimento sostenibili, rispetto solo al 30% in Europa. Per contro, gran parte degli investitori europei (63%) e della regione Asia Pacifico (57%), teme di subire pressioni politiche per non aver preso provvedimenti in materia di ESG e clima, rispetto a una minoranza in Nord America (40%). (abstract by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco lancia Sustainable Senior Loan Fund

Posted by fidest press agency su martedì, 21 marzo 2023

Rotterdam. Robeco ha lanciato Robeco Sustainable Senior Loan Fund (SLF), il suo secondo fondo chiuso di private debt che è anche fra i primi di questo universo a integrare in modo convincente la sostenibilità. Oltre a investire in aziende già a vocazione “ambientalista”, SLF finanzia misure tangibili e significative che un potenziale mutuatario è disposto ad adottare per migliorare il proprio profilo di sostenibilità. Il Sustainable Senior Loan Fund di Robeco prende le mosse dalla forza del primo fondo di private debt di Robeco, il Bedrijfsleningenfonds (BLF), che dal 2016 ha investito più di 700 milioni di euro in 41 operazioni societarie nei Paesi Bassi. Anche SLF, come BLF, è gestito dal nostro team di investimento nel debito privato paneuropeo, composto da Erik Hylarides e Jan Hendrik Kroon di Rotterdam e da Glebs Ivanovs e Erwin Schreiber di Francoforte, responsabili dei mercati di lingua tedesca. Il team di investimento è parte integrante della divisione Fixed Income di Robeco, comprendente oltre 100 professionisti del reddito fisso che gestiscono circa 60 miliardi di euro di asset a livello globale. Ciò consente al team di investimento nel private debt di utilizzare l’infrastruttura, le conoscenze e il supporto dedicati al reddito fisso durante l’intero processo di investimento. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Robeco: Il miglioramento delle politiche di genere aumenta il PIL

Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 marzo 2023

A cura di Audrey Kaplan, Portfolio Manager della strategia RobecoSAM Global Gender Equality Equities di Robeco. Sebbene le quote nei consigli di amministrazione siano strumenti di elevata visibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica e ridurre i pregiudizi di genere, le aziende che vogliono davvero abbracciare la diversità e tutti i suoi vantaggi devono avere più donne nella C-suite (l’insieme dei dirigenti più importanti di una azienda). Alla fine dello scorso anno il Parlamento europeo ha imposto a tutte le società quotate nelle borse valori dell’UE di avere un minimo del 40% di donne nei loro consigli di amministrazione o almeno un terzo di donne come amministratori entro il 2026 Le società che non si adeguano devono “fare disclosure e spiegare” come il processo di selezione sia effettivamente obiettivo e non discriminatorio. Se le aziende non raggiungessero gli obiettivi e non fornissero sufficienti spiegazioni, potrebbero incorrere in multe e nel rifiuto dei candidati eletti al consiglio di amministrazione. Sebbene in alcuni Stati membri le quote siano già in vigore, la nuova legge rappresenta il primo requisito unificato e vincolante nella storia dell’UE. Il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa nell’UE è del 66% e il 60% dei nuovi laureati sono donne. Tuttavia, nonostante le straordinarie credenziali e la presenza nella forza lavoro, la quota di donne nei consigli di amministrazione dell’UE di società quotate in borsa è solo del 31,5%.[3] In alcuni Stati membri questo dato scende a una singola cifra. La legge sottolinea l’impegno dell’UE per il “valore fondamentale” della parità tra uomini e donne. Ma non è solo una questione di valore sociale: è in gioco anche un significativo valore economico. Secondo l’Istituto europeo per le politiche di genere, il miglioramento dell’uguaglianza di genere aggiungerebbe fino al 9,6% al PIL pro capite dell’UE (o 3.000 miliardi di euro) entro il 2050 – contribuendo al PIL pro capite anche più delle riforme del mercato del lavoro e dell’istruzione. I legislatori dell’UE sperano che dare alle donne una voce unitaria ai vertici dovrebbe anche ridurre le disuguaglianze in termini di retribuzione, compensi e avanzamento per le donne al di fuori dei consigli di amministrazione. Ma le ricerche condotte finora rivelano che, sebbene le quote sensibilizzino l’opinione pubblica e migliorino la gestione e l’impegno dei consigli di amministrazione, fanno ben poco per incrementare l’uguaglianza di genere al di fuori dei consigli di amministrazione.[10] In Norvegia, il primo Paese a varare una legislazione nazionale di ampio respiro, la quota femminile nei consigli di amministrazione è balzata quasi oltre il 40%; tuttavia, le percentuali di dirigenti in alti profili e le retribuzioni sono rimasti invariati.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

“Robeco: Pompe di calore, fattore chiave per la transizione energetica”

Posted by fidest press agency su venerdì, 3 marzo 2023

A cura di Roman Boner, Portfolio Manager della strategia RobecoSAM Smart Energy Equities di Robeco. L’energia necessaria per riscaldare case, uffici, scuole e fabbriche rappresenta il 10% delle emissioni globali annue. Il gas naturale rappresenta la principale forma di energia per il riscaldamento degli edifici e soddisfa il 42% della domanda globale, la maggior parte della quale (70%) è utilizzata per il riscaldamento degli ambienti. Sebbene la decarbonizzazione degli edifici si basi su una serie di soluzioni (tra cui l’energia di origine rinnovabile e le ristrutturazioni ad alta efficienza energetica), le pompe di calore elettriche saranno fondamentali per rendere il calore degli edifici non solo più “pulito”, ma anche più sicuro e conveniente. Le pompe di calore sono da tre a cinque volte più efficienti dal punto di vista energetico rispetto alle caldaie a gas naturale. Ciò significa che è necessario fino a un quinto di energia in meno per riscaldare lo stesso spazio. Questo si traduce in un consumo significativamente inferiore da parte dell’utente finale, con conseguente riduzione della domanda e aumento dei risparmi per milioni di famiglie che soffrono il peso dell’inflazione causata dai prezzi dell’energia.A livello mondiale, gli investimenti in energia pulita sono aumentati notevolmente dal 2020, con una stima di afflussi verso le tecnologie ad alta efficienza energetica quasi alla pari con le energie rinnovabili nel 2022 (470 miliardi di dollari vs 472 miliardi di dollari).Le pompe di calore sono una tecnologia consolidata, con 190 milioni di unità installate in tutto il mondo. Le regioni del nord Europa sono un esempio di questa opportunità di crescita: gli incentivi finanziari combinati con le normative hanno portato a una penetrazione del 40-60% nelle abitazioni in Svezia, Finlandia e Norvegia, rispetto al 20% nel resto d’Europa.Il Sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell’UE è un pilastro centrale dei piani dell’Unione Europea per l’azzeramento delle emissioni. Tuttavia, il sistema comporta un aumento dei prezzi delle attività ad alto contenuto di carbonio, come il riscaldamento degli ambienti, e grava indirettamente sui bilanci delle famiglie, in quanto le impennate dei prezzi si ripercuotono sui consumatori finali. L’UE prevede di estendere il sistema ETS ai combustibili per il riscaldamento – sono compresi gli uffici e il calore dei processi industriali – il che significa che i cittadini dell’UE potrebbero trovarsi in una situazione di maggiore disagio economico.Sebbene la tecnologia delle pompe di calore sia matura e la produzione scalabile, diversi colli di bottiglia ne ostacolano l’adozione. Nonostante i costi del ciclo di vita più bassi in generale, la necessità di apparecchiature sofisticate e di un’installazione complessa fanno sì che i costi dei modelli più efficienti dal punto di vista energetico siano notevolmente elevati. Inoltre, i ritardi nei permessi di costruzione, la carenza di installatori qualificati, lo scarso isolamento degli ambienti e l’integrazione con le reti tradizionali complicano la diffusione delle pompe di calore.I governi di tutto il mondo stanno intensificando le normative e i sussidi che stimolano la produzione, la penetrazione e la ricerca e sviluppo delle pompe di calore da parte di attori del settore pubblico e privato. Le pompe di calore rappresentano un fattore chiave per la transizione energetica e ci aspettiamo, per i prossimi anni, un consolidamento e un significativo flusso di capitali verso le aziende della catena del valore delle tecnologie di riscaldamento. (abstract fonte by http://www.verinieassociati.com)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Robeco: Le tendenze dei consumatori nel 2023, salute e consumo sostenibile

Posted by fidest press agency su venerdì, 24 febbraio 2023

A cura di Jack Neele, Portfolio Manager della strategia Robeco Global Consumer Trends Equities di Robeco. In primo luogo, i farmaci efficaci per la perdita di peso approvati di recente hanno suscitato l’interesse dei consumatori, dei medici e degli operatori sanitari. In secondo luogo, cinque miliardi di persone, in aumento, vivono con una vista scarsa o con occhiali, offrendo notevoli opportunità alle aziende che si occupano di correzione della vista. In terzo luogo, i dermocosmetici stanno guadagnando popolarità grazie alla loro efficacia e al marketing intelligente delle aziende di bellezza. In generale, i consumatori post-Covid stanno adottando un approccio più proattivo nei confronti della salute e del benessere. Queste tendenze sono sostenute anche dai venti di coda demografici: secondo McKinsey, negli Stati Uniti i Millennial e la Gen Z spendono in prodotti e servizi per il benessere a un tasso superiore di sei-sette punti percentuali rispetto alla media dei consumatori. Attualmente, solo il 2% circa delle persone obese viene trattato con farmaci. Anche l’interesse dei consumatori sui social media e nelle ricerche su Google per i farmaci dimagranti è in aumento. È interessante notare che, in attesa dell’approvazione normativa e di una maggiore offerta di farmaci per l’obesità, i farmaci per il diabete di tipo 2 Mounjaro e Ozempic, che contribuiscono entrambi alla perdita di peso, hanno registrato un crescente interesse da parte dei consumatori. Le aziende che si occupano di ipovisione hanno notevoli opportunità di crescita grazie all’enorme quantità di persone che necessitano di una correzione della vista. Circa 2,7 miliardi di persone vivono con problemi di vista non corretti e altri 2 miliardi con problemi di vista corretti e necessitano regolarmente di nuovi occhiali o lenti a contatto quando la loro vista cambia, i prodotti si usurano, o cambiano le tecnologie, i gusti e le mode. Una piccola percentuale di questi 4,7 miliardi di persone sarà sottoposta a interventi di chirurgia oculistica, per i quali le attrezzature sono fornite da un piccolo numero di aziende altamente specializzate. La crescita futura del numero di persone che necessitano di una correzione della vista è determinata dall’evoluzione del comportamento dei consumatori, tra cui l’aumento del tempo trascorso davanti allo schermo, l’intensificazione del lavoro da vicino e le tendenze demografiche, come l’invecchiamento della popolazione e la crescita demografica in Asia (dove la miopia è più diffusa). Le vendite di prodotti dermocosmetici crescono di circa il 10% all’anno, il doppio rispetto al mercato complessivo della bellezza, grazie anche agli influencer. La crescita è dovuta principalmente al fatto che questi prodotti sono sviluppati da farmacisti e dermatologi e offrono soluzioni a problemi specifici della pelle, come pelle sensibile, eczema o acne. Poiché questi prodotti spesso trattano “imperfezioni” della pelle del viso chiaramente visibili, sono anche strettamente legati al senso di bellezza dei consumatori. Oltre alla propria salute, sempre più consumatori vogliono che le loro scelte siano sostenibili anche per il pianeta. Negli ultimi anni, il sentiment pubblico, il progresso tecnologico e le motivazioni economiche hanno raggiunto un punto di svolta a favore di beni e servizi prodotti in modo sostenibile. Vediamo un’opportunità pluriennale in un’ampia gamma di segmenti, tra cui automobili, abbigliamento, alimenti ed energia, per le aziende innovative di fornire ai consumatori soluzioni non solo sostenibili, ma anche competitive sul mercato.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Robeco: Abbiamo davvero bisogno di dati ESG che siano perfetti?

Posted by fidest press agency su domenica, 19 febbraio 2023

A cura di Rachel Whittaker, Head of SI Research di Robeco. Oggi la maggior parte delle imprese pubblica un report di sostenibilità, gli investitori hanno a disposizione grandi volumi di informazioni ESG e il mercato dei dati alternativi, in particolare nell’area dell’elaborazione del linguaggio naturale e dei dati geospaziali, è in pieno boom. Rispetto all’inizio del secolo, siamo sommersi dai dati e nei prossimi anni la regolamentazione condurrà a una valanga di ulteriori informative da parte delle aziende.Pertanto, oggi siamo indubbiamente in grado di prendere decisioni più informate rispetto al passato. Ma una sovrabbondanza di dati potrebbe addirittura creare nuovi problemi, riducendo la capacità degli investitori di identificare gli indicatori più importanti in mezzo a tutto il rumore.I dati ambientali e sociali escono spesso sfavoriti dal confronto con i dati finanziari. I critici individuano nei principi contabili globali, nelle regole di quotazione in borsa, nei requisiti normativi in materia di certificazioni dei bilanci e nelle severe sanzioni per le frodi contabili i motivi per cui i dati finanziari sono superiori ai dati ambientali e sociali non finanziari.Tuttavia, anche le informazioni finanziarie hanno le loro criticità. Gli analisti d’investimento devono sempre adattare i loro modelli di valutazione al fine di riflettere le decisioni aziendali relative, ad esempio, alla struttura del capitale e alle acquisizioni, per comprendere pienamente la performance di una società rispetto a un’altra. Le relazioni finanziarie standardizzate non dipingono il quadro completo.Inoltre, gli investitori fondamentali non prendono decisioni basate esclusivamente sui bilanci ma vogliono anche conoscere la futura evoluzione del settore e il comportamento dei concorrenti. Lo stesso vale per i dati ESG.Un’altra critica mossa ai dati ESG riguarda le difformità riscontrate tra i rating ESG. Tuttavia, questa critica scaturisce da un fraintendimento riguardo alla natura dei rating e al modo in cui dovrebbero essere utilizzati. Un rating è un’opinione soggettiva, non un dato oggettivo. L’opinione potrebbe basarsi su diverse convinzioni sottostanti in merito alle questioni ESG più importanti o al fatto che si debba attribuire maggiore importanza alla rilevanza finanziaria o all’impatto sulla sostenibilità.Gli analisti del settore dell’asset management (ricerca buy-side) ne sono consapevoli e non prendono alla lettera le raccomandazioni dei broker (ricerca sell-side); piuttosto, utilizzano le diverse valutazioni per migliorare la propria ricerca e prendere decisioni più informate. Chi utilizza i rating ESG deve assicurarsi di aver compreso la metodologia di valutazione per essere certo di utilizzare le informazioni in modo appropriato. Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo dell’investimento sostenibile: convogliare il capitale verso attività economiche sostenibili, investendo in aziende sostenibili che producano rendimenti finanziari e abbiano un impatto positivo sul mondo. La raccolta di dati in sé non è l’obiettivo finale, e la ricerca di dati perfetti non deve essere una scusa per non agire. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »