Roma 7-11 dicembre 22 La Nuvola Eur. Alla Fiera nazionale della piccola e media editoria anche un focus su come le classifiche orientano gli acquisti. Chiude la giornata un approfondimento sui diversi metodi di rilevazione della lettura in Europa È Instagram il social network a cui gli italiani che usano i social per orientarsi nell’offerta editoriale si affidano maggiormente per scegliere quali libri leggere o ascoltare (54), davanti a Facebook (53%) e a YouTube (29%). TikTok è al 26%, ma sappiamo essere quello più diffuso tra i giovani. I dati fanno parte del focus sull’impatto dei social network sul mercato editoriale italiano previsto nel programma professionale di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e in programma alla Nuvola di Roma dal 7 all’11 dicembre (in allegato il programma completo). L’incontro I social che stanno cambiando il mercato si terrà l’8 dicembre alle ore 11.30 in Sala ALDUS, ed è realizzato in collaborazione con ALDUS UP, il programma finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Europa Creativa. Interverranno Modestino Cedola (Minimum Fax), Lisa Ceccarelli (Hoepli) e Cristina Mussinelli (Ufficio studi AIE), moderati da Riccardo De Palo (Il Messaggero). È in programma l’8 dicembre in Sala ALDUS, alle ore 14.00, un incontro che indagherà su come le classifiche orientano le scelte dei lettori, e su come questo strumento di commerciale e di marketing per le case editrici si sia evoluto dagli Anni 80 a oggi. L’appuntamento Chi sta in classifica?, realizzato in collaborazione con Nielsen BookScan e IE – Informazioni Editoriali, vedrà gli interventi di Emanuele Di Giorgi (Tunuè), Monica Manzotti (Nielsen BookScan), Enrico Quaglia (NW Libri da asporto), moderati da Alessandra Rotondo (Giornale della libreria). Il programma professionale dell’8 dicembre si chiuderà alle ore 18.00, sempre in Sala ALDUS, con l’appuntamento Verso un’Europa dei lettori. Al centro dell’incontro, a cura di AIE e ALDUS UP, il tema dell’eterogeneità dei metodi di rilevazione della lettura in Europa e la corsa verso una maggiore uniformità. Sono previsti gli interventi di Luis González (Fundación Germán Sánchez Ruipérez), Enrico Turrin (FEP), Massimo Pronio (Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea), moderati da Piero Attanasio (AIE).
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Più libri più liberi: l’impatto dei social sulle scelte dei lettori: comanda Instagram
Posted by fidest press agency su venerdì, 2 dicembre 2022
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La ricchezza di una nazione e la povertà delle scelte
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 luglio 2021
Dopo questa pandemia che ci ha fatto perdere 50 miliardi di euro non possiamo dimenticare, ancora una volta, ciò che sono le nostre entrate mancanti. Abbiamo un’economia sommersa che vale 270 miliardi, un’evasione di 180 miliardi e una corruzione pubblica che ammonta a settanta miliardi. È questa la vera faccia del paese. L’onestà non premia. Il contribuente non è difeso. Si sfruttano le doti meno nobili dell’animo umano incoraggiando l’evasione, favorendo il sommerso, offrendo il voto di scambio e lasciando che gli strumenti a tutela dei cittadini vadano alla malora con milioni di processi in civile e in penale che prima di avere una sentenza definitiva richiedono tra gli otto e i 12 anni, E ancora chi si ammala e vuole essere curato adeguatamente deve sborsare di tasca propria, chi vuole cibarsi di alimenti di buona qualità deve pagare di più innescando quella spirale perversa che condanna tutti coloro che sono detentori di redditi medio-bassi ad essere più esposti a malattie e infezioni batteriche e virali. Quale sarebbe stato il gesto di “coraggio” di un governo, tanto per cominciare, se non quello di adottare una politica fiscale aperta al rimborso delle spese di mantenimento come accade in Germania e nei paesi anglosassoni? Così se a casa arriva l’idraulico o si va dal medico specialista e si è posti di fronte all’alternativa di pagare duecento euro senza ricevuta o 250 se non 300 con la ricevuta, la convenienza e la mancanza di un adeguato scomputo della spesa nella dichiarazione dei redditi, ci induce a scegliere la soluzione economicamente più vantaggiosa perché il fisco non ci riconosce l’onere di tale spesa. I politici lo sanno ma preferiscono fare come le scimmiette: non vedere, non sentire, non parlare perché le corporazioni sono quelle che dettano le fortune o le sfortune dei partiti nei confronti elettorali, mentre gli altri, pur essendo la maggioranza assoluta del paese, sono stati ammansiti dai tanti specchietti per allodole che si chiamano disinformazione, clientelismo, complessi d’inferiorità e diavolerie del genere. A questo punto come possiamo sperare che i duecento e passa miliardi che ci elargisce l’Europa possano essere utilizzati nell’interesse generale del paese? Ecco perché ci sarebbe voluta una riforma fiscale complessiva che badasse alle aliquote ma anche a tutto il resto. Perché i cittadini devono essere educati a ottenere risultati virtuosi nelle loro operazioni finanziarie, commerciali e negli scambi di servizi. Bisogna incoraggiare e non deprimere. Bisogna offrire opportunità oneste e non convenienza a evadere. (Riccardo Alfonso)
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Scelte terapeutiche in condizioni straordinarie
Posted by fidest press agency su martedì, 3 novembre 2020
È accaduto durante la prima fase della pandemia di Covid-19: nelle zone più colpite, nonostante tutte le misure messe in atto e all’aumento dei posti disponibili, i medici, si sono trovati a dover scegliere quali pazienti ammettere in Terapia Intensiva. Rischia di succedere di nuovo. Né il medico né la persona malata devono essere lasciati soli. Il medico con il peso delle sue scelte, la persona malata con la sua sofferenza. Occorre stabilire dei criteri, coerenti con i principi etici e con quelli professionali, che possano supportare il medico, qualora si trovi di fronte a scelte tragiche, dovute allo squilibrio tra necessità e risorse disponibili. E che possano garantire comunque al paziente i suoi diritti: dargli la certezza che non sarà abbandonato, ma sarà preso in carico con gli strumenti possibili, appropriati e proporzionati. È proprio questo il senso del Documento congiunto, elaborato dalla FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, e dalla SIAARTI, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Un Documento frutto di un lungo lavoro condiviso, che è stato recepito ieri dal Comitato Centrale – l’organo di governo – della FNOMCeO. Il lavoro nasce da un grido d’allarme, lanciato lo scorso 6 marzo dalla SIAARTI, con la pubblicazione delle Raccomandazioni di Etica Clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili. Un appello in seguito raccolto dalla FNOMCeO, che, su iniziativa del Presidente Filippo Anelli, ha istituito, in accordo con i vertici della SIAARTI, una Commissione di lavoro paritetica, per avviare insieme una riflessione all’interno dell’alveo deontologico. A parteciparvi, per la FNOMCeO, Claudio Buccelli, Gianfranco Iadecola, Marco Ioppi (Componenti CDN), Guido Marinoni (Componente Comitato Centrale), Roberto Monaco (Segretario FNOMCeO), Pierantonio Muzzetto (Coordinatore Consulta Deontologica Nazionale); per la SIAARTI, Alberto Giannini (componente Comitato Etico SIAARTI), Giuseppe Gristina (componente Comitato Etico SIAARTI), Davide Mazzon (componente Comitato Etico SIAARTI), Luigi Riccioni (Responsabile Comitato Etico SIAARTI), Marco Vergano (Coordinatore Gruppo di Studio di Bioetica SIAARTI). “Lo scenario in cui ci siamo trovati a marzo sta purtroppo tornando attuale – puntualizzano la presidente SIAARTI Flavia Petrini, e gli anestesisti-rianimatori componenti della Commissione paritetica che ha messo a punto il documento – con un’intensità e una durata ancora non quantificabili. La pressione sul sistema sanitario è già alta e potrebbe generare presto nuove situazioni di squilibrio. I medici anestesisti-rianimatori sono tra i sanitari maggiormente impegnati, in Italia come negli altri Paesi, nelle cure per i pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2. È un lavoro complesso e impegnativo. La scarsità di risorse prodotta dalla pandemia ci coinvolge in modo particolare anche nelle difficili scelte per individuare le persone che possono realmente beneficiare delle cure intensive. Abbiamo fatto e stiamo facendo ogni sforzo per garantire le migliori possibilità di cura in circostanze spesso drammatiche. Allo stesso tempo ci siamo impegnati per rendere espliciti e trasparenti i nostri processi decisionali, ancorando le nostre decisioni a solidi criteri di appropriatezza clinica e a principi etici ampiamente condivisi (come il principio di proporzionalità delle cure e quello di giustizia). Come peraltro affermato congiuntamente nel documento FNOMCeO-SIAARTI, auspichiamo, che attraverso una adeguata e rapida modifica del Codice di Deontologia, che riteniamo ormai inderogabile, si realizzi quanto prima quel concreto e utile supporto necessario ad affrontare, con le adeguate garanzie, il difficile compito che siamo chiamati di nuovo ad affrontare”.
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La ricchezza di una nazione e la povertà delle scelte
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2020
Dopo questa pandemia che ci ha fatto perdere 50 miliardi di euro non possiamo dimenticare, ancora una volta, ciò che sono le nostre entrate mancanti. Abbiamo un’economia sommersa che vale 270 miliardi, un’evasione di 180 miliardi e una corruzione pubblica che ammonta a settanta miliardi. È questa la vera faccia del paese. L’onestà non premia. Il contribuente non è difeso. Si sfruttano le doti meno nobili dell’animo umano incoraggiando l’evasione, favorendo il sommerso, offrendo il voto di scambio e lasciando che gli strumenti a tutela dei cittadini vadano alla malora con milioni di processi in civile e in penale che prima di avere una sentenza definitiva richiedono tra gli otto e i 12 anni, E ancora chi si ammala e vuole essere curato adeguatamente deve sborsare di tasca propria, chi vuole cibarsi di alimenti di buona qualità deve pagare di più innescando quella spirale perversa che condanna tutti coloro che sono detentori di redditi medio-bassi ad essere più esposti a malattie e infezioni batteriche e virali. Quale sarebbe stato il gesto di “coraggio” di un governo, tanto per cominciare, se non quello di adottare una politica fiscale aperta al rimborso delle spese di mantenimento come accade in Germania e nei paesi anglosassoni? Così se a casa arriva l’idraulico o si va dal medico specialista e si è posti di fronte all’alternativa di pagare duecento euro senza ricevuta o 250 se non 300 con la ricevuta, la convenienza e la mancanza di un adeguato scomputo della spesa nella dichiarazione dei redditi, ci induce a scegliere la soluzione economicamente più vantaggiosa perché il fisco non ci riconosce l’onere di tale spesa. I politici lo sanno ma preferiscono fare come le scimmiette: non vedere, non sentire, non parlare perché le corporazioni sono quelle che dettano le fortune o le sfortune dei partiti nei confronti elettorali, mentre gli altri, pur essendo la maggioranza assoluta del paese, sono stati ammansiti dai tanti specchietti per allodole che si chiamano disinformazione, clientelismo, complessi d’inferiorità e diavolerie del genere. A questo punto come possiamo sperare che i duecento e passa miliardi che ci elargisce l’Europa possano essere utilizzati nell’interesse generale del paese?
Ecco perché ci sarebbe voluta una riforma fiscale complessiva che badasse alle aliquote ma anche a tutto il resto. Perché i cittadini devono essere educati a ottenere risultati virtuosi nelle loro operazioni finanziarie, commerciali e negli scambi di servizi. Bisogna incoraggiare e non deprimere. Bisogna offrire opportunità virtuose e non convenienza a evadere. (Riccardo Alfonso)
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Tempo di riflessione e di scelte…
Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 aprile 2020
In questo tempo tragico di pandemia, vengono alla mente e al cuore le parole straordinarie e profetiche di San Giovanni Paolo II. Era l’Anno della Redenzione, Domenica 25 marzo 1984 nel Giubileo delle Famiglie quando egli pronunciò questa preghiera e questo accorato appello nell’Atto di Affidamento e di Consacrazione del Mondo Al Cuore Immacolato di Maria per la salvezza dell’umanità. Con lo sforzo, l’impegno da parte di ciascuno e non pochi sacrifici, riusciremo a combattere anche questo terribile male. Ma ci chiediamo quale sia il senso di quanto sta accadendo. Possiamo avere una risposta nelle parole del Cardinale Angelo Comastri con cui iniziava il Rosario il 31 marzo scorso su TV2000: “La Madonna ci ottenga il dono della luce per capire la lezione che ci viene da questa epidemia. Prima di tutto è un invito a fare un bagno di umiltà, per capire che siamo piccoli e fragili, e tutti abbiamo bisogno di aggrapparci ad una roccia, e La Roccia è soltanto Dio! Non dimentichiamolo! Poi, è un invito ad uno stile di vita più sobrio, più rispettoso nei confronti della creazione, che ha delle leggi ben precise, che vanno rispettate, altrimenti ci facciamo del male con le nostre stesse mani. Se mettiamo la mano sul fuoco, il fuoco non è cattivo; stolti siamo noi che mettiamo la mano sul fuoco! Ed infine, è un invito a riscoprire il vero senso, il vero significato della vita. La vita non è un gioco ma è un impegno per preparare il biglietto per entrare nella vera Festa che è al di là di questa vita! E nella festa si entra soltanto con il biglietto della bontà, il biglietto della Carità, che va preparato quaggiù, con una vita buona, subito, ora. Se vivessimo così la vita, saremmo felici fin da quaggiù”. È tempo di ritrovare la strada per Dio che i più hanno perso, ciò che è essenziale e il bene vero. Proviamo a metterci “dalla parte di Dio”: cosa ne abbiamo fatto dei Suoi Comandamenti? E delle vite che dovevano nascere e non essere abortite? Cosa ne abbiamo fatto del Matrimonio e i Suoi doni straordinari come il Battesimo, l’Eucarestia e la vita Eterna? Il Signore vuole salvarci e cerca il nostro cuore! Ma tocca a noi. Chiediamo perdono, preghiamo per tutti e aiutiamoci gli uni gli altri. Dio ci aiuterà a trovare un valido rimedio. (by Don Stefano Tardani)
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Scelte di Classe: Leggere in Circolo
Posted by fidest press agency su mercoledì, 25 marzo 2020
Romanzi, fumetti, albi illustrati: tutto il meglio della letteratura per bambini e ragazzi nel Catalogo Scelte di Classe-Leggere in Circolo 2020 disponibile online da oggi. Con questo nuovo volume il catalogo Scelte di Classe fa il giro di boa, ed esce per l’undicesima volta, direttamente in Rete. Un’opportunità mai così preziosa come in questo momento segnato dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19, in seguito alla quale è stato disposto l’annullamento della Bologna Children’s Book Fair, nel cui ambito era prevista anche la presentazione del Catalogo.L’iniziativa rientra come anteprima nel programma del Maggio dei Libri, la campagna del Centro per il libro e la lettura che quest’anno ha il claim “Se leggo, scopro” e ha lanciato l’hastag #IoLeggoACasa”. “Promuovere questo catalogo – dichiara Paolo Fallai, Presidente delle Biblioteche di Roma – ci rende orgogliosi: è una guida fondamentale distribuita gratuitamente a bibliotecari, insegnanti, librai, editori, A tutti coloro che si occupano di promozione della lettura in un mondo dove la moltiplicazione dei titoli e delle pubblicazioni non corrisponde alla moltiplicazione dei lettori, ma spesso aumenta il disorientamento.Segnaliamo libri dai tre ai cinque anni perché la lettura si coltiva in età prescolare e finiamo con la fascia dai 14 ai 16 perché la lettura si abbandona a quell’età. E noi siamo gente che non si arrende facilmente. Neanche in questi giorni. Soprattutto in questi giorni.”Il catalogo, curato dall’Associazione Hamelin e pubblicato da AIB in collaborazione con il Cepell, appena possibile sarà distribuito gratuitamente (fino ad esaurimento copie) a tutti gli insegnanti, editori, biblioteche e associazioni che ne faranno richiesta anche nella versione cartacea. Una raccolta ragionata che comprende 25 titoli divisi in 5 fasce di età (dai 3 ai 16 anni), selezionati da un comitato di qualità formato quest’anno da: Nicola Galli Laforest – Hamelin Associazione Culturale, Martino Negri – Docente letteratura per l’infanzia Universita Bicocca Milano, Nicoletta Gramantieri – Responsabile della biblioteca Sala Borsa Bologna, Tuttestorie – Libreria Cagliari, Laura De Santis – Biblioteche di Roma. Il volume è frutto di un progetto di educazione alla lettura promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Crescita culturale e organizzato da Biblioteche di Roma, dal Centro per il libro e la lettura (MIBACT) e dall’Associazione Culturale Playtown con il sostegno di AIB (Associazione Nazionale Biblioteche) e della SIAE. L’edizione 2020 del Catalogo contiene, come di consueto, schede, voci della critica, percorsi tematici e commenti ed è ulteriormente arricchita da un’appendice allegata al testo dedicata a Gianni Rodari, tra i più grandi autori di letteratura per l’infanzia, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La scelta dei libri è stata curata dal Premio Scelte di Classe-Leggere in circolo, formato da Biblioteche di Roma e Centro per il libro e la lettura, rappresentativo dell’intera filiera editoriale. Le cinquine dei titoli finalisti in corsa per il Premio, presentate lo scorso dicembre a Più Libri Più Liberi, Fiera della piccola e media editoria, sono analizzate e valutate dagli alunni degli istituti di Roma, attraverso attività di laboratorio a scuola e in biblioteca che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, slitteranno tra settembre e ottobre. Il percorso dell’intero progetto si conclude con la decretazione dei vincitori del Premio Scelte di Classe-Leggere in circolo 2020. La proclamazione, che vede la partecipazione, oltre che dei circa 120 circoli di classe, degli editori, insegnanti e autori coinvolti nell’iniziativa, è prevista a ottobre all’Auditorium Parco della Musica.
Il volume è sfogliabile sul portale https://issuu.com/gianlucagiannelli/docs/scelte_di_classe_2019_web e raggiungibile tramite link dai siti Bibliotu (www.bibliotechediroma.it) Cepell, Aib, Scelte di Classe e Cinema e scuola.
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Carceri: Fp Cgil, noi col Garante, Dap riveda sue scelte
Posted by fidest press agency su domenica, 15 dicembre 2019
La Funzione Pubblica Cgil si pone al fianco del Garante nazionale dei detenuti Palma, oggetto di attacchi da parte di alcune sigle sindacali della Polizia Penitenziaria, e chiede all’Amministrazione Penitenziaria di rivedere le sue scelte. “Coloro che lavorano in carcere – afferma il sindacato – non hanno alcun timore del lavoro di un organismo indipendente che controlla i luoghi di detenzione, ma lo considerano come un elemento di garanzia per tutti coloro che in quel sistema operano con dedizione e lealtà, mettendo al servizio del paese grande competenza e professionalità”. “Non è accettabile il retaggio culturale che vede gli organismi di garanzia come un pericolo per chi lavora e non un soggetto con cui confrontarsi per migliorare non solo le condizioni di vita delle persone private della libertà, ma anche dei lavoratori impegnati nel difficile e delicato compito di reinserire tali soggetti nella società – prosegue il sindacato della Cgil rappresentativo di tutte le componenti del sistema penitenziario, civile e di polizia – come altrettanto incomprensibile è l’attacco fatto al personale di Polizia Penitenziaria che presta il proprio servizio negli uffici del garante, i cui diritti dovrebbero essere tutelati dai sindacati in questione”.La Funzione Pubblica Cgil esprime poi preoccupazione perché “le posizioni più retrograde di alcuni sindacati di Polizia Penitenziaria rischiano di vedersi rafforzate, non isolate, da scelte organizzative dell’amministrazione penitenziaria poco coerenti con la missione che la Costituzione assegna ad essa e che appaiono come la definitiva consegna del sistema penitenziario italiano all’esclusiva funzione di custodia e repressione della popolazione carceraria”. Per questo la Fp Cgil chiede “un intervento del Ministro della Giustizia teso a ristabilire il rispetto di tutti i ruoli che convivono nell’istituzione penitenziaria, partendo da una profonda riflessione su ciò che ha scatenato tali attacchi ingiustificati”, conclude.
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“Serve spinta verso agroecologia e scelte alimentari consapevoli”
Posted by fidest press agency su lunedì, 12 agosto 2019
Il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini, commenta il Rapporto IPCC su cambiamenti climatici e territorio: per evitare la catastrofe è necessario favorire “pratiche agricole che aumentano il contenuto del carbonio nei suoli” e contenere il consumo di carne.Se non invertiamo la rotta con il taglio drastico delle emissioni, l’aumento della siccità, delle piogge estreme e delle calamità naturali e l’avanzamento del processo di desertificazione dei territori dovuti al riscaldamento globale comprometteranno la produzione agricola e la sicurezza alimentare dell’umanità, soprattutto delle popolazioni più povere del Pianeta, in primis quelle di Asia e Africa.È questo il monito lanciato dall’IPCC, il comitato scientifico dell’Onu sul clima, nell’ultimo report “Cambiamento climatico e territorio” diffuso oggi. Lo studio è incentrato sul rapporto tra cambiamento climatico e territorio, ed il focus principale è sull’impatto del surriscaldamento globale sull’agricoltura e sulle foreste.Secondo i ricercatori dell’IPCC, le conseguenze dei cambiamenti climatici saranno molto dannose anche se riuscissimo a contenere le temperature terrestri entro 1,5 gradi centigradi, come previsto dall’Accordo di Parigi, con scarsità d’acqua, incendi e degrado del permafrost e dei suoli.Ma se la soglia dei 2 gradi venisse superata, i rischi saranno “molto alti”: l’aumento dell’intensità e della durata delle ondate di calore nelle regioni del Mediterraneo e dell’Africa meridionale, e l’incremento degli eventi climatici estremi, afferma lo studio, comprometteranno seriamente la qualità dei raccolti causando conflitti per le risorse e migrazioni ambientali.Il messaggio di questo nuovo Rapporto rappresenta un ulteriore forte stimolo a rivedere le attuali pratiche agricole, favorendo quelle che consentono di aumentare il contenuto del carbonio nei suoli, e sottolinea l’importanza del contenimento del consumo di carne – afferma il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini. Il nostro impegno contro l’emergenza climatica deve quindi sempre più affiancare al sostegno a rinnovabili, efficienza e mobilità elettrica, anche una decisa spinta verso l’agroecologia e una revisione delle scelte alimentari”.
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Le persone e le figure professionali che influenzano maggiormente le scelte dei lavoratori italiani
Posted by fidest press agency su sabato, 1 giugno 2019
La strada per il successo non è mai semplice, soprattutto se percorsa da soli, per questo, spesso, un’influenza positiva nella scelta del proprio lavoro e nella crescita del percorso professionale intrapreso, sicuramente aiuta i professionisti a raggiungere i propri obiettivi più facilmente. È proprio su questi aspetti legati all’influenza nel mondo del lavoro che LinkedIn, la rete professionale online più grande del mondo, ha voluto indagare attraverso la Community Research, che fa emergere quali figure legate alla vita personale e lavorativa hanno influito, e influiscono tutt’ora, sulle scelte relative alla carriera dei professionisti italiani.Lo studio, sviluppato dalla società Censuswide per conto di LinkedIn, ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori italiani, part-time e a tempo pieno, di diverse fasce d’età e provenienza geografica.
La famiglia, gli insegnanti e i professionisti del work placement sono le persone che maggiormente influenzano le scelte iniziale della nostra carriera lavorativa
Tra i principali dati della ricerca, emerge che, in merito alla scelta della tipologia di lavoro e di carriera da intraprendere, circa il 50% degli intervistati hanno fatto emergere diverse tipologie di figure in diversi ambiti della vita personale, il 13% ha indicato i propri insegnanti durante la scuola, l’11% un career advisor o un professionista deputato al work placement dopo il periodo degli studi, il 10,5% il recruiter/HR con il quale i professionisti italiani hanno sostenuto un primo colloquio, l’8% ha attribuito le proprie preferenze ai professori universitari, con il restante 7,5% legato a diverse tipologie di figure significative, come un politico, un business leader o, addirittura, un attore/attrice particolarmente carismatico/a.
Di quel 50% di professionisti che ha indicato molteplici figure chiave nella scelta del proprio lavoro, i suggerimenti ricevuti in famiglia (genitori, nonni, zii, fratelli sorelle e cugini) sono quelli che hanno maggiormente influenzato le scelte dei professionisti italiani con il 59,5% delle risposte; andando nello specifico di questo dato, entrambi i genitori (indistintamente tra madre e padre) risultano come gli elementi familiari più influenti, con il 34,6% delle preferenze, e in particolare il padre, con il 20,5% delle risposte, è il genitore che risulta più influente, mentre alla madre resta solo il 4,7% delle risposte. A seguire, con un netto distacco, vi sono gli amici, che influenzano le scelte dei professionisti italiani in merito al percorso di carriera da intraprendere per il 16,1% degli intervistati, poi le figure professionali incontrate durante le primissime esperienze di lavoro (capi, colleghi e soci di lavoro) con l’11,7% delle risposte, con un restante 5% che attribuisce solo a se stessi le proprie scelte professionali, e il 7,7% di risposte attribuito a fattori generici e non imputabili a nessuna delle principali categorie (es. conoscenti, consulenti, psicologi etc.).
Il maturare degli anni e la maggiore esperienza porta a credere di più in noi stessi, ma i formatori e i superiori in ufficio restano figure chiave per il proseguimento della nostra carriera.
Lo scenario cambia sostanzialmente in relazione alle scelte intraprese dai professionisti italiani per il proseguimento del proprio percorso di carriere: in questo contesto, i lavoratori del nostro paese indentificano in se stessi (o in alcuni casi nessuna figura in particolare oltre se stessi) la risorsa fondamentale in termini di crescita professionale, con il 35% delle risposte, a dimostrazione che, con il procedere degli anni, i lavoratori italiani tendono a sentirsi più maturi e self confident rispetto alle proprie capacità di avere successo nel lavoro; a seguire, il 19,5% degli intervistati ha, invece, identificato il primo capo o un superiore nella precedente esperienza professionale; il 18,5% ha indicato l’attuale superiore o manager di linea; il 13,5% degli intervistati si sono dimostrati ancora legati ai professori dei tempi della scuola o dell’università, o un formatore generico, come figure che continuano ad avere influenza anche sugli anni successivi nelle proprie esperienze professionali; il 5,5% ha indicato un/a collega; il 2,5% un business leader e un residuo 1,5% ha addirittura indicato i propri sottoposti in ufficio. In questa speciale classifica, gli “indecisi”, ovvero coloro che hanno indicato più tipologie di risposta, totalizzano il 4% delle risposte.
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“Summer School 2018: Governare il cambiamento”
Posted by fidest press agency su domenica, 23 settembre 2018
Asiago-Gallio. È stata l’autonomia il tema centrale della Summer School, organizzata a Gallio, da Motore Sanità. Ad aprire il confronto tra i politici il ministro degli Affari Regionali Erika Stefani: “Governare il cambiamento implica scelte coraggiose. Penso al percorso dell’Autonomia che è a un passo dal compimento. La mia proposta sarà sul tavolo del consiglio dei ministri entro Ottobre e sarà una svolta per il Paese. Istituzionalizzeremo un nuovo sistema virtuoso di gestione della cosa pubblica – ha sottolineato il ministro Stefani – Alle Regioni che ne hanno fatto richiesta spetterà il compito di gestire in proprio le competenze alle quali corrisponderanno le relative risorse e quindi la responsabilità diretta degli amministratori di offrire ai cittadini servizi efficienti e senza sprechi. In questa evoluzione la sanità sarà chiaramente uno dei settori cruciali”. Fabiola Bologna, componente XII Commissione (Affari Sociali), Camera dei Deputati ha dichiarato: “Ci sono regioni che hanno una sanità a livello europeo, che sanno organizzarsi meglio e che hanno una illegalità meno diffusa, e ci sono regioni con sistemi sanitari poveri perché mal gestiti e addirittura saccheggiati che costringono i loro cittadini a spostarsi per pagare o ricevere cure adeguate. Ci sono regioni che hanno avanzato richieste di Autonomia da quella legislativa, amministrativa a quella organizzativa. Sull’argomento ha rafforzato l’assessore alla Sanità e Programmazione Socio-Sanitaria, Regione del
Veneto Luca Coletto “Il nostro è un sistema universalistico, considerato tra i migliori del mondo perché costa meno degli altri e dà tutto a tutti e abbiamo l’obbligo di difenderlo e sostenerlo. L’Autonomia è la strada giusta e va perseguita con tenacia”. Il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha chiesto per la sanità “Autonomia assoluta”. “La strada è quella dell’Autonomia e se siamo convinti che la chiave verso il futuro sia il glocalismo, l’agire localmente pensando globalmente, vedremo come, almeno in Italia, le Regioni costituiscano il bacino ideale di azione: il Veneto ha quasi cinque milioni di abitanti, poco meno della Norvegia e più della Croazia e più del doppio della Slovenia per capirci, da sole le due provincie di Vicenza e Treviso nel 2017 hanno segnato un export di circa 30 miliardi contro i 28,5 dell’intera Grecia, ma ha una dimensione storica, culturale e territoriale tale da consentire il governo della modernità nella competizione internazionale” – ha detto il presidente Ciambetti. Il Capo questore del Senato della Repubblica Antonio De Poli ha sostenuto quanto l’Autonomia sia una partita indispensabile. “Il Veneto potrà ancor di più il proprio sistema sanitario partendo da un potenziamento della medicina territoriale per rispondere ai cittadini, rafforzare la prevenzione e investire in risorse”. Giovanni Endrizzi, componente 1° Commissione Permanente (Affari Costituzionali) Senato della Repubblica ha sostenuto che “La politica più vicina ai cittadini può garantire servizi di qualità e più efficace nell’impiego di risorse, a patto che proprio ad ai cittadini sia restituito potere di indirizzo
nelle scelte e di controllo sulle azioni. Devono essere informati e ascoltati nelle scelte sulla rete ospedaliera e dei servizi – ha continuato il Senatore – Poter verificare neutralità e massima trasparenza sulle nomine della dirigenza, sulla spesa sanitaria, sugli appalti; avere accesso ai sistemi di monitoraggio e gestione ambientale, e poter verificare la qualità, puntualità, universalità di servizi e prestazioni. Così meriti e demeriti emergono; le Regioni virtuose dovranno avere maggiore autonomia, mentre per quelle inadempienti lo Stato dovrà esercitare un potere sostitutivo”. Per l’onorevole Dario Bond “è giusto che il Veneto meriti l’Autonomia. Ma deve essere un’autonomia che ci consente di trattenere i tributi. Noi chiediamo che a fronte di una materia così importante, come è quella della sanità, ci teniamo i nove decimi dei tributi. Sonia Viale, Vice Presidente Regione Liguria, Assessore Sanità Politiche Sociali, Immigrazione, Sicurezza ed Emigrazione: “In Regione Liguria abbiamo affrontato questa sfida con una profonda riforma della sanità, trasformando profondamente la governance con la creazione di un’azienda ligure sanitaria, Alisa, con compiti di coordinamento delle altre Asl. Abbiamo promosso un piano di efficientamento della spesa con l’azzeramento progressivo del disavanzo per poter reinvestire in sanità le risorse frutto dell’azzeramento del disavanzo. In questo modo abbiamo predisposto un piano di rinnovamento tecnologico, premi al personale impegnato nei pronto soccorso e via via individueremo altri filoni aggiuntivi rispetto alla spesa storica – ha sostenuto la Vice Presidente –
Stiamo lavorando per promuovere come Regione Liguria un percorso di autonomia, in particolare nella materia sanitaria, perchè crediamo di poter cogliere questa sfida e di poter quindi avere maggiori spazi di scelta e decisione. C’è un problema forte di carenza di medici che anche noi scontiamo, soprattutto professionisti legati all’emergenza: grazie al percorso virtuoso di riduzione del disavanzo abbiamo potuto finanziare borse di studio ma certamente il Governo e il ministero dovranno affrontare questo tema con un piano di investimenti sul personale per colmare questo imbuto formativo che rischia di determinare una fortissima crisi del sistema sanitario pubblico che tutti insieme dobbiamo difendere.
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Come cambiano le scelte dei Consumatori nella spesa alimentare
Posted by fidest press agency su martedì, 22 Maggio 2018
Cosa mettono nel carrello gli italiani? Quali sono i fattori che influenzano la loro scelta di consumo nella spesa alimentare? A queste e molte altre domande risponde un’indagine condotta da Nielsen.Un’interessante trend di consumo sarebbe quello dell’allontanamento dai grandi marchi, i brand delle multinazionali sono in calo, mentre emergono dati positivi sul comportamento d’acquisto dei consumatori più mirato e consapevole.La ricerca di prodotti di qualità e la conseguente scelta orientata all’acquisto di alimenti provenienti da aziende medio-piccole è un aspetto che denota una maggiore attenzione alla salute e una fiducia in marchi più versatili al cambiamento dei gusti dei consumatori.Dai dati che emergono sui consumi, c’è una flessione delle vendite, contemporaneamente ad un calo del consumo di prodotti tradizionali, come i primi piatti.Dall’altra parte, negli ultimi mesi, è stato registrato un importante elemento: è aumentato il livello di spesa relativo a prodotti più ricercati, “di nicchia”, come gli alimenti salutistici e gourmet.I numeri parlano chiaro: ad aprile 2018 il consumo di primi piatti tradizionali si è attestato a -1,1%, i primi e secondi pronti: +7,1%, l’aperitivo in casa: +3,8%, i gourmet, quelli tipici regionali o di alta qualità raggiungono il +7%, i prodotti relativi a benessere e salute registrano +5,6%.Consumatori sempre più attenti alla propria salute e al palato, dunque, che si accostano ai prodotti in modo sempre più attento e mirato. Un percorso che porta inevitabilmente a rivedere le regole della GDO, un circuito che comincia ad offrire reparti specialistici dedicati per ogni genere di consumatore (biologico, intollerante, celiaco, alla ricerca di prodotti regionali o light, ecc..), che nelle previsioni future sarà più esigente e si aspetta un’offerta variegata che soddisfi richieste specifiche.Le nuove generazioni vanno alla ricerca di prodotti “cruelty free”, prima di quelli “bio” o “DOP”. Con l’avanzare dell’età del consumatore, il trend si inverte. Dunque, entrano in gioco una complessità di fattori nel momento in cui si parla di spesa alimentare.Altro dato che indica come siano cambiate le abitudini degli italiani è quello relativo al consumo di cibo etnico: ben 14 milioni di italiani hanno scelto ristoranti di cucina etnica tra gennaio e marzo 2018, un numero considerevole che denota come il consumatore sia sempre più globalizzato e parte di una società multiculturale.L’Associazione CODICI ha riscontrato un occhio sempre più attento da parte dei Consumatori e si augura che a questo corrisponda una maggiore attenzione da parte del retail alimentare; una sfera, quella della GDO, che deve essere pronta a gestire questa evoluzione dei consumi da parte dei consumatori per soddisfare adeguatamente i loro bisogni.
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Tempo di libri, tempo di scelte
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 marzo 2018
Un libro si sceglie innanzitutto per l’interesse per l’argomento: risponde così il 65% dei campione di 14-75enni intervistati, rappresentativi della popolazione nazionale. Un altro 35% indica nell’interesse (e nella fedeltà) al nome dell’autore le ragioni della scelta, quasi come un brand di garanzia della qualità di ciò che si compra. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sui consumi culturali realizzato in collaborazione con Pepe Research, presentato a Tempo di Libri, la Fiera internazionale dell’Editoria. Seguono – per la verità a distanza – il consiglio di amici/parenti (26% dei casi), i social (10%), e solo dopo il consiglio del libraio (6%), di bibliotecari/insegnanti (6% delle risposte) e della community (6%). In sintesi: il 43% delle risposte rimandano al passaparola come strumento usato dal lettore per scegliere il libro da leggere.A sorpresa, i consigli e le indicazioni che provengono da momenti relazionali (personali o via Internet) valgono, nell’insieme, più delle tradizionali leve di marketing, che raggiungono complessivamente quota 40%. La segnalazione o l’intervista dell’autore viene indicata dal 13% degli intervistati come motivo che li ha portati a scegliere di comprare e leggere proprio quel libro; l’esposizione in libreria dal 13%, lo sconto dal 12%, l’ascoltare l’autore in un evento o in libreria dal 5%, la classifica dei libri più venduti influisce nella scelta del libro solo per il 9%, il passaggio televisivo o radiofonico ancora per il 9%.Dove comperano, poi il libro? Otto italiani su dieci continuano a scegliere – nonostante lo sviluppo dell’eCommerce – la libreria: sono il 76% di chi ha letto almeno un libro («di qualsiasi genere – anche parzialmente -, come ad esempio un romanzo, un giallo, un fantasy, un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, ecc. su carta o in formato digitale o audiolibro) nei 12 mesi precedenti. La libreria, sia essa indipendente o di catena, si conferma il canale più utilizzato da tutti i target di lettori: giovani, adulti e anziani.Per le librerie la scelta si orienta verso le librerie di catena nelle grandi città (55%) o quelle situate nelle gallerie dei centri commerciali (23%). Staccate, ma sostanzialmente con valori simili le altre librerie.L’e-commerce riveste una quota importante (il 29% delle risposte) ed è più spesso utilizzato per l’acquisto di libri cartacei da chi compera ebook. Ma è superato da un insieme molto eterogeneo di pratiche che vanno sotto l’etichetta di «regalo e prestito» (43%) o dal fatto di avere già in casa il libro. Il banco libri della grande distribuzione organizzata (che comprende in questo caso anche cartolibreria ed edicola) – canali e punti vendita con grandi potenzialità di intercettare un pubblico di deboli e occasionali lettori – segue con il 25% delle indicazioni.
C’è poi un 4% di lettori dichiara di aver comprato libri in occasione di Saloni del libro e Festival letterari.«Quello che si delinea dalla ricerca – ha detto il responsabile dell’Ufficio studi AIE, Giovanni Peresson – è un lettore che sta rapidamente cambiando nei suoi comportamenti relativi al modo di informarsi e poi comprare. Questo è evidente nel binomio «passaparola» reale e ricorso a informazioni e consigli che passano attraverso social, e community. Non si escludono a vicenda, ma sembrano convivere uno accanto all’altro. In ogni caso è il ricorso a una pluralità di fonti e di canali di informazione che dobbiamo cercare di tutelare e sviluppare. La trasformazione degli inserti domenicali sulla lettura, l’inserimento di indicazioni di libri da leggere in articoli e notizie nei supplementi o in trasmissioni televisive sono una chiara indicazione della necessità che abbiamo di favorire in tutti i modi la possibilità di informare meglio e di più il nostro pubblico e chi ancora non lo è ma che lo può diventare vedendo che il libro non è marginale rispetto al sistema informativo più generale. Un pubblico che esprime, anche nella scelta del canale d’acquisto, questa sua richiesta di libertà e autonomia. Che per noi significa tutelare le varie espressioni dei canali e delle formule di vendita. Favorire la possibilità di scegliere dove comprare, offrendo le maggiori opportunità di scelta è la condizione necessaria allo sviluppo e all’allagamento stesso del bacino della lettura nel nostro Paese e al suo consolidamento in chi lettore lo è già».
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Giochetti elettorali e scelte coraggiose
Posted by fidest press agency su domenica, 29 ottobre 2017
Lettera aperta di Enrico Cisnetto al presidente del consiglio: “Caro Gentiloni, ora che la spinosa vicenda del rinnovo della guida di Bankitalia si è chiusa e che la nuova legge elettorale ha varcato anche le colonne d’Ercole del Senato, e mentre il Governo si accinge a varare la versione definitiva della manovra di bilancio, ci consenta, in nome dell’antica amicizia, di rivolgerci direttamente a Lei con alcune riflessioni e un accorato appello. Sappiamo bene, e lo apprezziamo, che Lei incarna la figura del politico mite e rispettoso degli altri, amici o avversari che siano, e delle regole, a cominciare da quelle comportamentali. Più volte, in questa sede, abbiamo detto che il suo stile alieno da enfasi e retorica era quanto di più necessario dopo le dosi massicce di overstatement introdotte nella politica italiana da Matteo Renzi e dal renzismo, e in un contesto dove il populismo la fa da padrone. Inoltre, non ci sfugge la vecchia regola secondo cui, quasi sempre, ostacolare con troppa veemenza gli incendiari rischia di far divampare ancor di più il fuoco, anziché spegnerlo. Per questo, caro Presidente, l’abbiamo sempre difesa, pur non facendo mai mancare il nostro pungolo costruttivo, anche quando francamente avevamo voglia di tirarle la giacca. Ed è sempre per questo che, pensando al futuro, teniamo a preservarla, nella convinzione che dopo le elezioni e per come si stanno mettendo le cose in Europa, ci sia bisogno di uomini come Lei per trarre d’impaccio il Paese. Detto questo, e proprio per questo, non possiamo esimerci dal dirLe che è venuto il momento di voltare nettamente pagina. Lei, finora, ha tenuto fede al patto di lealtà che ha moralmente sottoscritto con il segretario del suo partito, fatto inusuale in un mondo, quello della nostra politica, dove regnano ipocrisia e trasformismo. Cosa tanto più apprezzabile visto che non è stato affatto ricambiato. È però venuto meno a quel patto confermando, alla fine, Ignazio Visco a governatore della Banca d’Italia. Ha fatto bene, ma doveva farlo prima. Molto prima. La necessità di preservare l’autonomia e l’indipedenza della banca centrale con cui il Governo (privo dei ministri renziani, assenti) ha motivato la scelta invisa a Renzi sussisteva fin dall’inizio, ed è difficile credere che negli ultimi mesi, anche prima dell’estate, in vista della scadenza del mandato di Visco, il segretario del Pd sia andato chiedendo a diversi interlocutori – non si capisce bene a che titolo – la loro disponibilità ad accettare un’eventuale candidatura. Insomma, come da più parti Le era stato suggerito, noi compresi, che sarebbe stato bene procedere alla designazione – a quel punto anche altra persona, non per forza Visco – ben prima della data ultima, tagliando così la strada ai giochi e giochetti che intorno a quella nomina si erano messi in moto, e ad essere onesti non solo per mano di Renzi. Siamo convinti che il Quirinale avrebbe accettato di buon grado quell’anticipo. Attendere, nella (comprensibile) preoccupazione che il Pd potesse procurare danni al Governo, e quindi introdurre elementi di instabilità in un quadro già complicato, ha finito per generare i presupposti del “caso” che si è venuto a creare nelle ultime due settimane, con ben più grave nocumento di quello che si temeva.Ma non è per tornare sul tema Bankitalia, su cui abbiamo detto tutto quello che c’era da dire la scorsa settimana, che abbiamo fatto questo discorso. No, questo è lo spunto per riflettere sulla necessità che sia il Governo, e quindi Lei, a indicare al suo azionista di maggioranza la strada da percorrere, piuttosto che viceversa. Per carità, non Le chiediamo di mettersi in guerra con Renzi (tanto ci pensa già lui). Ma di sottrarsi al gioco di precostituirsi alibi e dotarsi di armi per la campagna elettorale, anche al prezzo di fare scelte sbagliate per il Paese, di alimentare il clima di tensione già in atto e di minare ancor più di quanto già non sia la credibilità delle istituzioni democratiche, questo sì, glielo chiediamo con forza. Prendiamo il caso della legge elettorale. Quella che porta il nome di Ettore Rosato è probabilmente incostituzionale e sicuramente una schifezza. Lei, giustamente, aveva detto che il Governo ne sarebbe rimasto fuori. Perché, dunque, farsi costringere a mettere la fiducia, finendo così per far propria una cosa che è nata altrove e che doveva rimanere (anche se fosse stata una buona legge) di responsabilità del Parlamento? Ora sarà più difficile, una volta che si dimostrerà che il mix tra proporzionale e maggioritario aiuta l’ingovernabilità, indicare Gentiloni come l’uomo adatto alle complesse mediazioni che saranno necessarie dopo il voto perché estraneo alla modalità elettorale che avrà favorito il caos politico. Peccato. Ma queste di Bankitalia e legge Rosato sono scelte ormai fatte. Vediamo invece quelle da fare, specie sul terreno dell’economia. Il giochetto di comportarsi come se fosse all’opposizione pur essendo il partito di maggioranza relativa che esprime il Governo, Renzi sembra volerlo ripetere con la richiesta di rinviare a dopo le elezioni l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita. Una scelta che sarà pure pagante sul piano elettorale – ma se si ragionasse sulla dimensione della platea dei diretti interessati, forse le aspettative si ridimensionerebbero – ma che rischia di essere devastante per la tenuta dei nostri conti, tanto che il presidente dell’Inps Boeri ha già avvisato che su questo potrebbe ritornare la speculazione finanziaria, misurabile con l’andamento dello spread. Dunque, che il presidente del Consiglio dia retta al ministro dell’Economia, fermamente contrario al rinvio, e mostri il coraggio necessario per tenere la barra dritta: dal 2019 l’età di quiescenza salirà dai 66 anni e 7 mesi di oggi a 67 anni. Se poi Lei, caro Gentiloni, volesse addirittura stupirci (in positivo, naturalmente), potrebbe ripensare all’assunto su cui ha basato la legge di bilancio 2018, che fin qui è apparsa, per quanto se ne sa, una manovrina ina-ina di fine legislatura. È stato dato per certo, infatti, che l’aumento dell’Iva sarà sterilizzato, con ciò esaurendo quasi tutte le risorse della prossima Finanziaria. Ma c’è da chiedersi se, in un momento di ripresa che deve essere assolutamente sostenuta se si vuole si trasformi in crescita strutturale, sia davvero la giusta priorità usare 19 miliardi per tenere ferma l’Iva, considerato anche il fatto che bisognerebbe trovare altri 19 miliardi sia per il 2019 che per il 2020. Ora, facendo finta che le altre misure della legge di Bilancio siano tutte indispensabili e inderogabili – e non è così – è evidente che destinare solo un euro su cinque allo sviluppo è sbagliato. Tanto più che quasi 60 miliardi in tre anni sono proprio la cifra che servirebbe per rilanciare gli investimenti pubblici in conto capitale, che hanno un effetto moltiplicatore sul pil e sull’occupazione, più che recuperando così l’effetto negativo sui consumi che l’aumento dell’Iva avrebbe. Certo, capiamo bene che non sarebbe facile far approvare a pochi mesi dalle elezioni una manovra del genere, magari spiegandola con gli effetti positivi che avrebbe sull’inflazione, ancora maledettamente troppo bassa. Ma comunque non è di sicuro grazie alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia Ue (tra cui l’Iva, appunto) che gli italiani correranno in massa alle urne. Invece, una misura coraggiosa potrebbe restituire credibilità, oltre che verso i mercati e i partner europei, anche nei confronti degli elettori, perché non è vero che le cose serie e coraggiose sono elettoralmente improduttive. E poi, avendo noi quattro aliquote (4-5-10- 22 percento), mentre, per esempio, la Germania solo due (al 7% e al 19%), c’è spazio per una riorganizzazione intelligente. Anche perché la differenza tra gettito Iva potenziale e reale è intorno ai 40 miliardi, e questa “tassa occulta” va in qualche modo colpita. Insomma, se per sterilizzare l’aumento dell’Iva e nella molto aleatoria ipotesi che questo porti consenso elettorale, il governo si lega mani e piedi impegnando quasi tutte le (poche) risorse che ci sono, forse è il caso di cambiare rotta. E se non lo si vuole fare con questa manovra, almeno si dica che nella prossima legislatura sarà questa la scelta di fondo.Caro Presidente, come avrà capito apprezziamo il suo understatement ma la vogliamo decisamente più coraggioso. Pronto a prendere per mano questo Paese smarrito, che altrimenti sarà definitivamente preda del populismo dilagante. Con stima e speranza.(Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it)
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Il coraggio delle scelte popolari pensando al voto del 2018
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 agosto 2017
Questo governo non merita la nostra considerazione perché non ha coraggio. Non ha il coraggio d’affrontare le scelte popolari nel senso che siano percepite dai cittadini a tutela del bene comune. E’ contro il popolo dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, dei precari, dei disoccupati, delle famiglie con redditi medio-bassi perché non ha il coraggio d’imporre la patrimoniale ai ricchi, di fermare la corruzione incominciando a reintrodurre il reato di falso in bilancio, ad affrontare l’area dei privilegi a partire dalle banche (è il caso della reintroduzione dell’interesse sul massimo dello scoperto e dei conto correnti onerosi per i pensionati costretti ad aprire un conto per percepire la pensione), a colpire gli sprechi che gravano sul conti pubblici per ben 80 miliardi di euro, a ridurre le spese militari, i costi della politica, a favorire un percorso virtuoso alla filiera alimentare per contenere i costi dei beni di prima necessità, a dare al mercato del lavoro una reale svolta innovativa a prescindere dall’art.18 e a porre mano alla riforma della giustizia. E’ tempo che in tutti noi vi sia la consapevolezza dei limiti di un’azione governativa che non è rappresentativa di un interesse diffuso e generalizzato e dove si perpetuano e persino si esaltano i privilegi facendoli pagare ai più deboli. Ora che la sovranità del parlamento è stata umiliata mostrando chiaramente la sua incapacità di governare il paese. Ora che la sovranità popolare è stata umiliata con leggi impopolari e ingiuste.
Ora è tempo che tutti noi ci riappropriamo dei nostri diritti sovrani per esprimere un voto che penalizzi i partiti che oggi ci hanno sospinti in questo vicolo cieco e a dare fiducia a quanti hanno scelto la via dell’opposizione perché hanno mostrato d’essere consapevoli del danno arrecato alla comunità nei suoi interessi vitali. Forse anch’essi finiranno con il deluderci, ma per lo meno, se il nostro voto diventa corale, avremmo la possibilità di non vedere riconfermati i soliti politici. E noi abbiamo bisogno non di un governo qualsiasi, non di un governo cosiddetto “tecnico”, ma di un governo che sappia guardare a tutti gli italiani e non ad una piccola parte di essi. E’ la sola risposta democratica che la ragione e il buon senso ci invitano ad esprimere. (Riccardo Alfonso direttore del centro studi politici e sociali della Fidest)
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Meloni: Ministri attaccati alla poltrona
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 dicembre 2016
«Più volte nel suo discorso Gentiloni ricorre al termine “responsabilità”. Ma non è responsabile fregarsene del voto degli italiani che hanno bocciato in massa le sciagurate politiche del governo e la sua pessima riforma costituzionale. Non è responsabile promuovere gli autori della riforma a più prestigiosi incarichi di governo. Non è responsabile continuare a rivendicare le folli politiche migratorie portate avanti fino ad ora, le copiose marchette al sistema bancario e ai poteri forti, le scelte sbagliate in tema di economia e lavoro e i miliardi di euro spesi in deficit per fare marchette in campagna elettorale
Non è responsabile: è solo attaccamento alla poltrona. Contro questo governo la nostra opposizione, in Parlamento come fuori, sarà totale». Lo scrive su facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
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Il farmacista ospedaliero tra scelte e futuro
Posted by fidest press agency su martedì, 20 ottobre 2015
Catania dal 22 al 25 ottobre XXXVI congresso nazionale SIFO. L’evento vedrà riunirsi oltre 1.500 professionisti che lavorano nel campo sanitario: oltre ad un “esercito” di farmacisti degli ospedali pubblici e privati e delle strutture territoriali del Servizio sanitario nazionale (le pre-iscrizioni a dieci giorni dall’inizio dell’evento sfioravano il tetto delle 1000 persone), a Catania arriveranno anche autorità, rappresentanti del mondo dell’industria farmaceutica, professori, studenti e ospiti esterni. “Il Farmacista per Scelte, Interventi, Futuro, Outcome”, questo il titolo del congresso scelto dopo un certosino lavoro di selezione tra oltre 100 parole rappresentative dello scenario in cui in questo momento si muovono i farmacisti. Il congresso, che torna a svolgersi nel centro Le Ciminiere di Catania come accadde nel 2005, prende il via giovedì pomeriggio e prosegue fino a domenica. Quattro giorni densi di appuntamenti, tra lezioni magistrali (che vedranno in cattedra scienziati del calibro di Silvio Garattini e Napoleone Ferrara) e un corso pre-congressuale, lunch meeting, sei sessioni plenarie e 14 parallele. Per arricchire la sessione inaugurale di giovedì sarà lanciato un talk twitter all’insegna dell’hashtag #Sifo2015, mentre la sessione conclusiva di domenica si articolerà in un talk show condotto dal giornalista televisivo Franco Di Mare. Un’altra curiosità del congresso è il Worshop lab movie (a numero chiuso) di venerdì, pensato per formare farmacisti galenici a eseguire correttamente le preparazioni ma anche a produrre video efficaci per insegnare ai colleghi i dettagli della galenica. Ogni giorno, poi, dalle 14 alle 15, ci sarà uno spazio dedicato ai simposi aziendali, nei quali saranno affrontate le novità del momento.
A fare gli onori di casa come presidente del congresso ci sarà Franco Rapisarda, segretario nazionale SIFO e direttore del Dipartimento strutturale del farmaco all’Asp di Catania, a cui spetterà il compito di accogliere gli oltre mille colleghi arrivati in Sicilia per questo momento di confronto sui temi attuali in campo farmaceutico e sui progetti avviati e portati a termine da SIFO nel corso dell’ultimo anno. Il congresso sarà pertanto l’occasione per parlare del nuovo regolamento europeo per la sperimentazione clinica, ma anche dell’Health tecnology assestment, dei dispositivi medici e di appropriatezza ed errori di terapia, ma anche di molto altro. E ancora, quella di Catania sarà anche la vetrina da cui presentare un manuale sul rischio clinico messo a punto da SIFO per promuovere una maggior consapevolezza nei farmacisti e un’appropriata interpretazione delle prescrizioni compilate dai medici. Quello sul rischio clinico non sarà l’unico manuale che verrà present ato al congresso: ce ne saranno anche due sul tema dell’Hta e uno sui farmaci biosimilari, una sulla gestione dei gas medicinali, oltre ad un vademecum per gli specializzandi e a due documenti di indirizzo sul rischio chimico.“Quello che questo congresso si prefigge, perché è la sfida dei prossimi anni, è discutere e capire insieme il fatto che, per assicurare l’equità dell’accesso ed il diritto delle cure,è necessario saper fare delle scelte, scelte consapevoli e professionali, ma sempre più anche di tipo etico, che coinvolgeranno inevitabilmente le coscienze e i comportamenti dei decisori, costretti ad assumersi piena responsabilità”, afferma Franco Rapisarda, presidente del congresso. In questo scenario, conclude Rapisarda, “dovremo pensare a un processo decisionale al quale anche il farmacista con la sua storia e la sua cultura, ma anche con le sue conoscenze specialistiche, potrà e dovrà contribuire”.
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I Rainbow MagicLand!
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 novembre 2014
Vuoi divertirti con la magia dei parchi divertimenti? Hai occhio per le immagini e abilità con le parole? PaesiOnLine sta cercando proprio te! Sono aperte le selezioni per un inviato speciale che diventerà testimonial del progetto “Un giorno di divertimento al parco Rainbow MagicLand”, che dovrà raccontare in modo accattivante e originale il concetto di divertimento sulle pagine social di Vita da Turista (www.vitadaturista.it), il progetto di promozione turistica non convenzionale di PaesiOnLine. Per candidarsi basta collegarsi alla pagina http://www.vitadaturista.it/magicland entro il 24 novembre 2014, caricare una o più foto (fino a un massimo di 10) che rappresenti la propria idea di divertimento, spiegando perché sia stata scelta proprio quell’immagine. Il testimonial selezionato trascorrerà la giornata dell’8 dicembre presso il parco divertimenti Rainbow MagicLand di Valmontone (RM), raccontando l’esperienza in diretta web, foto e post sulla pagina Facebook di Vita da Turista. Alla fine dell’esperienza, inoltre, pubblicherà un resoconto finale sotto forma di diario.Al vincitore della selezione PaesiOnLine proporrà un Contratto di lavoro autonomo occasionale della durata di 3 giorni, che prevederà un compenso di 100,00 euro netti, l’ingresso al parco per il selezionato e un accompagnatore, un MagicPass, un buono pasto per 2 persone, un pacchetto foto, per un valore complessivo di 155,00 euro.Il progetto Vita da Turista è promosso da PaesiOnLine con l’obiettivo di raccontare destinazioni ed esperienze in modo immediato e non convenzionale, utilizzando linguaggi originali e mezzi multimediali. Ciò che rende innovativo questo progetto è il concetto di esperienza e la scelta dei testimonial: per raccontare un luogo o un evento, è indispensabile viverlo, farne esperienza diretta, e la credibilità di un testimonial passa attraverso la reale conoscenza che questi ha degli argomenti che propone. PaesiOnLine (www.paesionline.it) punto di riferimento per oltre 30 milioni di utenti che cercano informazioni su viaggi e per aziende e operatori che investono nella promozione dei loro prodotti in Italia e all’Estero. Attualmente le località recensite sono circa 15 mila, e le foto condivise oltre 40 mila. Le pagine social connesse al portale sono ai primi posti in Italia per engagement generato.
Rainbow MagicLand è il parco divertimenti di Roma – Valmontone (a circa 30 minuti d’auto dalla Capitale), dove la “magia” è l’elemento dominante. Un vero e proprio “viaggio” in una terra fantastica, tra castelli fatati, coraggiosi vichinghi, magiche fate, potenti stregoni e abili avventurieri, il tutto inserito in suggestive e accattivanti scenografie che ricostruiscono mondi fatati in ogni dettaglio. http://www.rainbowmagicland.it
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Tutto è spettacolo
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 luglio 2013
Vi è tanta l’ansia di creare uno spazio d’ascolto che non si trascurano gli eccessi per rendere più allettante l’audience da chi è preposto al lancio di queste “bufale”. Non solo. Se ci troviamo in competizione con altri come accade nei talk show cerchiamo di strappare il breve tempo che ci è riservato adottando due specifiche tecniche. La prima è quella d’interloquire mentre parlano gli altri per rubare il loro spazio e la seconda per cercare le frasi a effetto che sintetizzino in qualche modo un certo discorso anche a costo d’essere incompleti e vaghi. Questo significa che occorre essere preparati e aggressivi, concilianti e pacati quanto basta per cogliere il massimo d’attenzione non certo per gli astanti ma per quel pubblico che è dall’altra parte dello schermo. Tutto questo va detto per capire la ragione che spinge Grillo a scoraggiare la partecipazione dei suoi rappresentanti a incontri mediatici del genere dove si rischia di fare da cassa di risonanza più per la diffusione delle idee altrui che per le proprie. Ma l’insidia è ancora più raffinata nel far passare questa scelta prudenziale come l’arroganza del padre padrone che vuole accentrare solo su di se le luci della ribalta. La verità è che si vuole far dimenticare, la vera natura del dominus che convoca periodicamente i suoi “lacchè” per l’indottrinamento prima di lanciarli nell’agone mediatico e non è certo il caso di Grillo. Chi è buon intenditore intenda. (Riccardo Alfonso fidest@gmail.com)
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Formazione post-laurea
Posted by fidest press agency su martedì, 8 Maggio 2012
Oltre 5000 i master presenti in Italia, questo il risultato della ricerca di Universita.it, che ha deciso di censire tutti i corsi post laurea esistenti nel nostro territorio e di riunirli in un’unica nuova sezione.
Lo studente/utente potrà così avere una visione completa dei corsi attivati o in via di attivazione messi a disposizione dalle Università e dai vari Enti.
Universita.it diventa così uno dei pochi siti ad offrire una panoramica totale di tutta l’offerta formativa dei master presenti nel nostro territorio. Continuano le novità del quotidiano on line d’informazione universitaria più letto dai giovani studenti che ha creato all’interno della propria pagina web una guida vera e propria (con oltre 5000 schede complete inserite, entro l’anno, in database) capace di indirizzare gli interessati verso il corso di cui hanno bisogno.
Indispensabile, intelligente, pratica e facile da usare queste le caratteristiche della nuova sezione interamente rivolta ai corsi post-laurea.
Un’idea funzionale e semplice da usare. Basta “sintonizzarsi” sulla home page di Universita.it, e con un semplice click entrare nella pagina dedicata ai master.
La nuova sezione sarà suddivisa in tre parti, in base a tre diverse offerte ognuna delle quali contenente una propria home page e un proprio filtro :
Master Post Laurea
Master Online
Master Executive (esplicitamente rivolti a professionisti di alto profilo o manager con un’esperienza lavorativa pluriennale).
Selezionata la tipologie l’utente potrà, attraverso un filtro di ricerca, effettuare vari tipi di indagine: per categorie o sottocategorie (es. Comunicazione, Management) per sede, (es. Milano, Roma) per fascia di
prezzo (es dai 1500 a 3000, dai 3001 ai 5000) o per data d’inizio del corso (es aprile 2012, maggio 2012).
Non solo funzionale e semplice da usare ma anche previdente nei confronti dell’utente in cerca di master. Delle semplici icone grafiche ben visibili indicheranno infatti il termine di scadenza delle iscrizioni (icona verde bando attivo, rossa bando scaduto, giallo in scadenza).
In questo modo l’utente, potrà conoscere con un semplice click non solo quali e quanti corsi rispondono a determinati criteri, ma anche fino a quando sarà possibile inoltrare la domanda di partecipazione.
Un sito come Universita.it si propone come primo step nella ricerca del master adatto alle proprie esigenze. Un vero e proprio condottiero della vita universitaria, che dirige gli studenti verso le proprie scelte.
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Manca il coraggio delle scelte popolari
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 marzo 2012
Questo governo non merita la nostra considerazione perché non ha coraggio. Non ha il coraggio d’affrontare le scelte popolari nel senso che siano percepite dai cittadini a tutela del bene comune. E’ contro il popolo dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, dei precari, dei disoccupati, delle famiglie con redditi medio-bassi perché non ha il coraggio d’imporre la patrimoniale ai ricchi, di fermare la corruzione incominciando a reintrodurre il reato di falso in bilancio, ad affrontare l’area dei privilegi a partire dalle banche (è il caso della reintroduzione delle commissioni sul massimo dello scoperto e dei conto correnti onerosi per i pensionati costretti ad aprire un conto per percepire la pensione), a colpire gli sprechi che gravano sul conti pubblici per ben 80 miliardi di euro, a ridurre le spese militari, i costi della politica, a favorire un percorso virtuoso alla filiera alimentare per contenere i costi dei beni di prima necessità, a dare al mercato del lavoro una reale svolta innovativa a prescindere dall’art.18 e a porre mano alla riforma della giustizia.
E’ tempo che in tutti noi vi sia la consapevolezza dei limiti di un’azione governativa che non è rappresentativa di un interesse diffuso e generalizzato e dove si perpetuano e persino si esaltano i privilegi facendoli pagare ai più deboli.
Ora che la sovranità del parlamento è stata umiliata mostrando chiaramente la sua incapacità di governare il paese.
Ora che la sovranità popolare è stata umiliata con leggi impopolari e ingiuste.
Ora è tempo che tutti noi ci riappropriamo dei nostri diritti sovrani per esprimere un voto che penalizzi i partiti che oggi ci hanno sospinti in questo vicolo cieco e a dare fiducia a quanti hanno scelto la via dell’opposizione perché hanno mostrato d’essere consapevoli del danno arrecato alla comunità nei suoi interessi vitali.
Forse anch’essi finiranno con il deluderci, ma per lo meno, se il nostro voto diventa corale, avremmo la possibilità di non vedere riconfermati i soliti politici.
E noi abbiamo bisogno non di un governo qualsiasi, non di un governo cosiddetto “tecnico”, ma di un governo che sappia guardare a tutti gli italiani e non ad una piccola parte di essi.
E’ la sola risposta democratica che la ragione e il buon senso ci invitano ad esprimere. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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