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Banche Centrali: un’inflazione persistente nello scenario macroeconomico

Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 aprile 2023

A cura di Martina Daga, Junior Macro Economist, AcomeA SGR. Le proiezioni macroeconomiche aggiornate al primo trimestre del 2023 della Fed e della Bce, presentate in occasione dei meeting di politica monetaria di marzo, mostrano sostanziali differenze: la Bce elabora le proiezioni prima del meeting e, in questo caso, prima delle recenti tensioni che hanno interessato il settore bancario partendo dagli Stati Uniti e poi in Europa, con il caso Credit Suisse. Sono, quindi, proiezioni soggette a un elevato livello di incertezza.Iniziando dalla crescita economica, il Pil è previsto crescere a un tasso medio pari all’1% nel 2023, in rallentamento rispetto al 2022, ma tale valore è stato rivisto al rialzo rispetto alle previsioni formulate a dicembre (0.5%). I dati pubblicati nei primi mesi del 2023 hanno mostrato un’economia più resiliente rispetto alle attese, costi energetici inferiori che hanno trainato al ribasso il valore dell’inflazione e la parziale ripresa della fiducia dei consumatori hanno fatto sì che le proiezioni di crescita per il 2023 fossero migliori rispetto a quanto non ci si aspettasse alla fine del 2022. La crescita nel medio termine è invece stata rivista leggermente al ribasso rispetto a quanto proiettato a dicembre. Per questi anni la Bce si aspetta, infatti, che le politiche monetarie avranno un peso maggiore e che gli incentivi fiscali da parte degli Stati per la crisi energetica verranno mantenuti per il 2023 ed eliminati in seguito.Per quanto riguarda la crescita dei prezzi, da un lato il valore dell’inflazione headline è stato rivisto al ribasso rispetto alle proiezioni di dicembre per il 2023 quando è previsto un forte rallentamento della crescita totale dei prezzi per poi stabilizzarsi nei due anni successivi. Il mercato del lavoro si sta, mostrando resiliente anche di fronte al rallentamento della crescita economica, in questo contesto la Bce si aspetta che il tasso di disoccupazione si assesti sui minimi storici per tutto l’orizzonte temporale in analisi, permettendo ai lavoratori di esercitare pressioni sui salari.Sul fronte Federal Reserve, invece, i singoli membri del board indicano le proiezioni relative alle varie variabili macroeconomiche e, dal momento che tra loro possono anche differire notevolmente, il valore di riferimento è la loro mediana. È tuttavia interessante analizzare anche la distribuzione di tali proiezioni. Questa distribuzione indica, infatti, se intorno a un dato c’è largo consenso o meno e verso quale direzione le visioni dei membri votanti della Fed siano orientate.Rispetto alle proiezioni di dicembre il contesto macroeconomico per i prossimi anni è rimasto sostanzialmente stabile. Tuttavia, i rischi inflattivi rimangono orientati verso l’alto; oltre al fatto che l’inflazione sia headline sia core sia stata rivista al rialzo in modo marginale per il 2023, guardando alla distribuzione delle proiezioni per l’inflazione core, mentre a dicembre il range massimo espresso dai membri del board era 3.7% – 3.8% per il 2023, a marzo la distribuzione è stata spostata verso l’alto, con 4 membri che hanno proiettato un livello di inflazione core compreso tra 3.9% e 4% e un membro al 4.1% – 4.2%. Anche per il 2024 il valore massimo si è spostato dal range 2.9% – 3% al 3.1% – 3.2%. In termini di decisioni di politica monetaria i meeting di marzo della Bce e della Fed hanno rappresentato una svolta in termini comunicativi. Se prima delle tensioni del settore finanziario iniziate con la Silicon Valley Bank negli Stati Uniti l’approccio dei membri di entrambe le banche centrali era sostanzialmente hawkish, a seguito di questo evento la retorica è diventata molto più cauta, sottolineando che a causa dell’elevata incertezza non sia possibile dare indicazioni precise sulle future decisioni di politica monetaria. Mentre la Bce, in precedenza, aveva ripetuto che i tassi dovevano ancora essere alzati significativamente a un ritmo costante, ora l’incertezza del contesto macroeconomico lascia spazio a una strategia completamente dipendente dai dati. Allo stesso modo la Fed ha eliminato ogni riferimento a prossimi aumenti del Fed Fund target rate, dicendo solamente che potrebbero essere necessari ulteriori misure di rafforzamento della politica monetaria per rendere le condizioni finanziarie sufficientemente restrittive per il raggiungimento del tasso di inflazione del 2%. Inoltre, Powell durante l’ultima conferenza stampa ha enfatizzato il fatto che, nonostante sia troppo presto per dirlo, oltre all’aumento dei tassi di riferimento, l’inasprimento delle condizioni finanziarie potrebbe essere accelerato dalle tensioni nel settore finanziario. Sembra che le banche centrali siano ora più caute e vogliano mantenere maggiore flessibilità sulle loro future mosse, senza dare indicazioni precise che poi dovranno essere soddisfatte. Agire diversamente da quanto indicato minerebbe, infatti, la loro credibilità.

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GAM: La minaccia dei tassi ostacola un nuovo scenario ”Goldilocks” per l’economia

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023

Commento a cura di Julian Howard, Lead Investment Director, Multi Asset Portfolios di GAM Investments. Il 2022 è stato un anno turbolento per i mercati. L’inflazione è aumentata, la politica monetaria (tassi d’interesse) è diventata restrittiva e di conseguenza il valore della maggior parte degli asset tradizionali ha corretto al ribasso. Poi qualcosa è cambiato: i semi di una serie di condizioni più favorevoli hanno iniziato a essere piantati in autunno e sono sbocciati nel gennaio di quest’anno. Tra questi, l’indebolimento dell’inflazione statunitense, sia nei dati ufficiali core che in quelli headline, ma anche lo sblocco delle catene di approvvigionamento globali grazie alla riduzione dei costi di spedizione e dei ritardi. Allo stesso tempo, le previsioni di recessione si sono improvvisamente rivelate eccessivamente pessimistiche e sono state frettolosamente riviste. Considerando il cosiddetto “Misery index” (una semplice somma dei tassi di disoccupazione e di inflazione degli Stati Uniti), almeno in apparenza, lo scenario economico sembra essere migliorato negli ultimi mesi, con i consumatori che hanno un lavoro e vedono migliorare il loro potere di spesa reale. Gli esperti hanno interpretato tutto ciò come indice di un nuovo periodo “goldilocks” dell’economia, con la promessa di rendimenti di conseguenza migliori per gli investitori.Questa visione si scontra con la posizione della Fed, secondo la quale, bisogna attendersi altri aumenti dei tassi d’interesse. Sia la Fed che il mercato – sulla base delle letture del cosiddetto “dot plot” e dei futures sui tassi d’interesse – sono ora ampiamente d’accordo sul fatto che i tassi d’interesse dovranno ancora salire a oltre il 5,0%, un livello significativamente più alto rispetto a quello in cui si trovavano appena un anno fa e forse si opterà per due ulteriori rialzi rispetto ai tassi attuali. Per il mercato azionario, la questione dei tassi di interesse sta chiaramente ostacolando ulteriori progressi. Sebbene il rendimento a termine dell’S&P 500 si attesti a un non irragionevole 5,5%, non è una compensazione sufficiente per la volatilità associata, dato che circa il 3,5% può essere ottenuto praticamente senza rischi con i titoli di Stato USA.Per gli investitori, la questione dei tassi d’interesse rimane quindi il principale ostacolo alla formalizzazione di “economia goldilocks” e alla possibilità di investire in modo significativo in attività a rischio. L’aspettativa di uno scenario di questo tipo ha giustamente spinto le azioni dall’ottobre dell’anno scorso alla fine di gennaio di quest’anno, ma la scarsa partecipazione degli investitori, osservata nei flussi di ETF e fondi comuni, suggerisce che il rally è stato scarsamente frequentato tra lo scetticismo che la piaga dell’inflazione sia stata davvero sconfitta e che i tassi possano tornare tranquillamente ai livelli precedenti al 2022.Per uno scenario “goldilocks” sostenibile, i tassi d’interesse della banca centrale e quelli di mercato dovranno scendere in modo significativo e far sì che le azioni tornino ad essere relativamente più attraenti per gli investitori. Ciò richiederà a sua volta un ritmo di disinflazione più rapido e lineare di quello attuale, probabilmente con una sostanziale debolezza del mercato del lavoro. Non è ancora chiaro se tutto ciò si realizzerà in modo così netto, e l’inflazione è nota nella letteratura accademica per essere difficile da prevedere con precisione. A partire dal 2020 i mercati hanno già sperimentato molteplici fasi in un breve periodo di tempo: lavoro da casa, riapertura, inflazione e ora presumibilmente goldilocks. Il problema per gli investitori consiste nel fatto che, anche qualora una fase sia stata identificata e i portafogli vengano adeguati di conseguenza, quella successiva potrebbe aver già preso il suo posto. Questo può essere scoraggiante per coloro che cercano di aggiungere valore nel breve periodo, ma qualunque cosa accada nei prossimi mesi, una qualche forma di scenario goldilocks sembra intrinsecamente probabile su un orizzonte molto più lungo.La crescita economica sarà probabilmente contenuta nei prossimi anni a causa della difficile situazione demografica e della disuguaglianza, che a sua volta dovrebbe avere l’effetto di mantenere l’inflazione e i tassi d’interesse “naturalmente” contenuti. Questo dovrebbe essere un sostegno a favore degli asset a lunga scadenza, come azioni e obbligazioni statunitensi, per realizzare ulteriori progressi. Nel frattempo, gli investitori devono fare attenzione ai ribassi dovuti ai tassi d’interesse.

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Come navigare in uno scenario inflattivo e dove trovare opportunità di investimento

Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023

A cura di Marco Ghilotti, Senior Manager Institutional Clients e Gabriele Susinno, Senior Client Portfolio Manager QUEST Global Equities di Pictet Asset Management. In questo inizio di 2023 abbiamo visto diversi fattori giocare a favore della crescita. In Europa, la forte discesa dei prezzi del gas e dell’elettricità sui mercati all’ingrosso e il clima relativamente mite per la stagione hanno permesso di risparmiare sulla domanda, scongiurando così le ipotesi pessimistiche dello scorso autunno. Inoltre, la riapertura della Cina agevolerà gli spostamenti dei cittadini, incrementando il livello di consumi di beni e servizi (come hotel, ristoranti e turismo); attualmente i consumi privati in Cina sono all’incirca il 20% in meno rispetto al periodo pre-covid. Nel 2022 abbiamo visto la Cina crescere di circa 3 punti percentuali, mentre per quest’anno, secondo le previsioni dei nostri economisti, la crescita dovrebbe rimbalzare al 5%. In questo contesto, le Banche Centrali in USA ed Europa stanno portando avanti il ciclo di rialzo dei tassi, attenuando però i toni aggressivi grazie anche al miglioramento nelle diverse dinamiche dell’inflazione, soprattutto nei settori food ed energy che rappresentano due componenti molto importanti. Al momento, negli USA il mercato del lavoro si mantiene solidissimo: oltre 500.000 posti di lavoro creati a gennaio e un tasso di disoccupazione al 3.4 % (ai minimi dal 1969), due fattori che non si conciliano bene con la necessità di mantenere le pressioni salariali sotto controllo. Il panorama attuale delle valutazioni azionarie e, in particolar modo, dei premi di rischio è coerente con un rallentamento dell’attività economica ma non con uno scenario recessivo che implicherebbe una discesa dei prezzi di almeno 15-20 punti percentuali. Così come il trend dell’inflazione, anche il rapporto tra i tassi di interesse a 10 anni e i rendimenti azionari sono cambiati nel tempo. In particolare, abbiamo assistito ad un drastico cambio di regime nel 2001: il rapporto tra rendimenti azionari e tassi di interesse sono stati negativi dal 1986 al 2001, per poi diventare e mantenersi prevalentemente positivi. Due le ragioni che meglio riescono a dar conto di una simile inversione di tendenza. Dal 2001 siamo rimasti in un regime di tassi in aumento, principalmente a causa dei forti dati del PIL. Tuttavia, a seguito degli shock economici post Covid, la fonte dell’attuale pressione inflattiva non è più correlata a un PIL elevato, ma alla carenza delle materie prime e relative turbolenze del mercato.Nel contesto attuale, riteniamo fondamentale per gli investitori istituzionale guardare oltre l’asset class, prendendo in attenta considerazione, in particolare, quattro variabili: In particolare, attraverso l’investimento in Protezione, è possibile selezionare titoli a bassa volatilità e bassa correlazione con il mercato; una scommessa perfetta in una fase di bassa crescita economica. Infatti, come visto, l’andamento del mercato è positivamente correlato alla crescita economica. Inoltre, tramite la componente di Prezzo, è possibile selezionare azioni value, mentre il fattore Prudenza protegge il portafoglio da azioni growth con una bassa crescita delle vendite. Secondo Morningstar, nell’ultimo trimestre del 2022 l’Europa, il più grande mercato per i fondi sostenibili, ha registrato un aumento dell’88% degli afflussi, dopo tre trimestri di calo. Gli investitori istituzionali europei, infatti, hanno investito 40 miliardi di dollari in prodotti sostenibili nel quarto trimestre, nonostante le difficili condizioni del mercato finanziario. L’Europa continua quindi a porsi come guida ed esempio nel panorama della sostenibilità, detenendo ad oggi l’83% delle attività globali dei fondi sostenibili. (abstract by BC Communication)

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Aperte le iscrizioni al bando “I Longobardi in viaggio verso nuovi scenari”

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 gennaio 2023

Sono aperte le iscrizioni al bando “I Longobardi in viaggio verso nuovi scenari” rivolto alle scuole italiane di ogni ordine e grado, con lo scopo di favorire la partecipazione degli studenti ad attività didattico-formative e a visite guidate nell’ambito di viaggi di istruzione, nei territori che ospitano i sette gruppi monumentali appartenenti al sito seriale patrimonio UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Il bando, cui è possibile accedere fino al 12 febbraio 2023, prevede l’erogazione di contributi fino ad un massimo di 48.000 euro, di cui 24.000 euro riservati alle scuole dei territori comunali appartenenti al sito seriale UNESCO. I contributi dovranno essere utilizzati per il finanziamento di attività didattico-laboratoriali, da effettuarsi nel periodo compreso tra il 20 febbraio e il 30 novembre 2023, con visite guidate condotte da esperti che collaborano con le realtà comunali della rete e incentrati su progetti educativi inerenti il tema dei Longobardi, esclusivamente nei Comuni del sito seriale UNESCO: Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno (PG), Castelseprio (VA), Gornate Olona (VA), Cividale del Friuli (UD), Monte Sant’Angelo (FG) e Spoleto (PG). L’iniziativa, promossa dall’Associazione Italia Langobardorum, ente incaricato della gestione del sito seriale longobardo, ha l’obiettivo di coinvolgere gli studenti delle scuole italiane nella conoscenza del patrimonio culturale dei Longobardi – popolazione di ceppo germanico stanziatasi in Italia nella seconda metà del VI secolo, che visse da protagonista la transizione dal mondo antico alla civiltà del Medioevo, coniugando in una efficace e originale sintesi l’eredità romano classica con l’apporto culturale germanico – ed in particolare incentivare la scoperta delle straordinarie architetture che fanno parte del sito seriale UNESCO dei “Longobardi in Italia”: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore-Santa Giulia a Brescia, il castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio – Torba (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG) e il Complesso di Santa Sofia a Benevento.Le candidature delle scuole dovranno pervenire entro le ore 23.00 del 12 febbraio 2023, con l’invio dell’apposito modulo B (disponibile insieme al Bando e all’offerta formativa su http://www.longobardinitalia.it sezione “news”), debitamente compilato. Le graduatorie degli istituti ammessi a contributo, saranno pubblicate a partire dal 15 febbraio 2023 sul sito web dell’Associazione Italia Langobardorum http://www.longobardinitalia.it, sezione “news”.

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PGIM Fixed Income: High Yield Europa, attesi tassi di default favorevoli nonostante lo scenario negativo

Posted by fidest press agency su giovedì, 24 novembre 2022

A cura di Jonathan Butler, head of European leveraged finance di PGIM Fixed Income. Le preoccupazioni per l’economia globale, l’aumento dell’inflazione e le politiche più restrittive delle banche centrali hanno fatto salire i rendimenti obbligazionari in tutto il mondo. Se si considera nello specifico il mercato obbligazionario high yield europeo, a fine settembre il segmento aveva un rendimento medio dell’8,61%, superiore a quello dell’8,1% registrato nel pieno dell’emergenza Covid e decisamente inferiore ai livelli della crisi finanziaria globale del 2008-09 (26,91%) e della crisi del debito sovrano europeo del 2011-12 (10,9%).I rendimenti delle obbligazioni high yield europee sono più che raddoppiati nel 2022 in un contesto di aumento dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine e di ampliamento degli spread di credito, che a fine settembre sono quasi raddoppiati da 318 a 632 punti base (pb). Il rendimento effettivo che gli investitori ricevono è ancora più alto quando gli emittenti rimborsano le obbligazioni in anticipo, pagando un premio. A titolo di confronto, l’high yield statunitense aveva un rendimento a scadenza con copertura valutaria in euro del 6,61%, ma uno spread rispetto ai Treasury di soli 543 pb. Inoltre, molti investitori che cercano un reddito denominato in euro dalle obbligazioni statunitensi devono pagare i costi di copertura, il che riduce i rendimenti nominali e rende più interessante il segmento high yield europeo.Sebbene gli spread dei titoli high yield europei siano più ampi di quasi 90 pb rispetto alle controparti statunitensi, il rating creditizio medio degli high yield europei è BB-, un gradino più alto rispetto agli omologhi statunitensi. Inoltre, le obbligazioni con rating BB, ad esempio, costituiscono il 69% dell’indice europeo e solo il 53% di quello statunitense. Pertanto, l’high yield europeo presenta una combinazione di spread creditizi più elevati e qualità del credito più solida. A dimostrazione della sensibilità alle variazioni dei tassi d’interesse, l’high yield europeo ha una duration relativamente breve di soli 3,4 anni, mentre l’high yield statunitense ha una duration di 4,3 anni, il che lo rende più volatile nei periodi di rialzo dei tassi di interesse. Considerando la qualità del credito relativamente elevata, i recenti default degli high yield europei storicamente si sono mantenuti bassi e ci aspettiamo solo un moderato aumento nel 2023. Nei 12 mesi precedenti il 31 luglio 2022, Moody’s ha assegnato un rating di default ad appena l’1,95% dei titoli high yield europei. Se escludiamo la Russia e l’Ucraina, la percentuale scende a meno dello 0,5%, molto meno della media decennale del settore, pari al 2,94%.Le previsioni di base di Moody’s per l’Europa e gli Stati Uniti vedono default rispettivamente del 3,08% e del 3,93% per i prossimi 12 mesi fino alla metà del 2023. La nostra analisi prevede default in Europa pari al 2,5% del valore nominale nel 2023, che prevediamo di sovraperformare grazie alla nostra selezione del credito e alla nostra gestione attiva.Sebbene gli investitori tendano a concentrarsi sulle caratteristiche del settore, come gli elevati rendimenti, la migliore qualità del credito, la duration breve e le moderate aspettative di default, anche i parametri esterni – tra cui i tassi di interesse, l’inflazione e le tempistiche – sono fondamentali.Le banche centrali della maggior parte dei mercati sviluppati hanno aumentato i tassi di interesse quest’anno e i mercati si aspettano che aumentino ancora in modo sostanziale. Le nostre stime indicano che le aspettative di mercato sui tassi di politica monetaria delle banche centrali potrebbero raggiungere il “picco dell’inasprimento” e che gli investitori potrebbero sovrastimare l’entità dei rialzi futuri delle banche centrali. Le aspettative degli investitori per un inasprimento della politica monetaria hanno fatto salire i rendimenti obbligazionari ai massimi pluriennali, e ci aspettiamo che la BCE non riesca a soddisfare tali aspettative da falco.Nonostante l’incertezza sulle tempistiche, l’attrattiva di investire in questo contesto è data dal fatto che l’opportunità si presenta prima che la BCE passi da una politica restrittiva e di lotta all’inflazione a uno stimolo monetario per favorire la crescita. Considerati gli sforzi collettivi compiuti finora dalle banche centrali, riteniamo che in generale avranno successo e che l’inflazione diminuirà a partire dal febbraio del prossimo anno, data in cui ricorre l’anniversario delle impennate dei prezzi dell’energia provocate dal conflitto russo-ucraino. Di conseguenza, stimiamo che l’inflazione dell’eurozona rallenterà da una media dell’8,4% nel 2022 al 2,8% nel 2023. Le nostre proiezioni per il 2023 e oltre indicano un intervallo di inflazione generalmente inferiore alle stime del consenso. Uno scenario in cui si concretizzasse la parte inferiore di tale intervallo fornirebbe un ulteriore sostegno ai prezzi delle obbligazioni e a tassi d’interesse più bassi.Prevediamo che i rendimenti obbligazionari fluttueranno a causa dei tagli al gas russo, dei rialzi dei tassi delle banche centrali e dei dati economici che continueranno a provocare volatilità nei prossimi mesi. I fondamentali economici dell’Europa suggeriscono che i rendimenti e gli spread potrebbero aumentare nel breve termine, il che giustifica la cautela.Tuttavia, questi fattori pongono anche le premesse per un picco dei rendimenti e degli spread a breve, che rappresentano dei trigger point importanti per gli investitori nel valutare le tempistiche nell’allocazione. Questo approccio indica un interessante punto di ingresso da cui gli investitori possono generare interessanti rendimenti a lungo termine.

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Schroders: dove trovare opportunità in uno scenario di stagflazione

Posted by fidest press agency su domenica, 10 luglio 2022

A cura di Alex Tedder, Head and CIO of Global and US Equities, Schroders Il 2022 è stato un anno difficile per l’azionario. Il conflitto in Ucraina ha provocato un’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie prime, un crollo del mercato azionario globale e un’elevata volatilità. La recessione appare probabile, in Europa e forse anche negli Stati Uniti. Aumenta anche il rischio di un periodo prolungato di “stagflazione”. Il Nasdaq – con la sua forte componente tech – a maggio è entrato in un “mercato orso” (un calo del 20% rispetto al picco più recente). L’S&P500 e lo Stoxx600 Europe lo hanno seguito a giugno. Dopo anni di sottoperformance, l’azionario britannico ha resistito relativamente bene, con un calo del 12% (dividendi inclusi). L’alta percentuale di società nel settore dell’energia e delle materie prime nell’indice britannico ha sostenuto il FTSE, così come l’esposizione a grandi società farmaceutiche come AstraZeneca e GlaxoSmithKline. La storia mostra che la durata media di un mercato orso è di 290 giorni. Negli ultimi 140 anni, i mercati sono scesi in media del 37% in tali fasi, il che suggerisce un potenziale ulteriore ribasso su entrambe le sponde dell’Atlantico. Come sempre nelle fasi ribassiste, ci si deve aspettare una volatilità elevata, con probabili rally in alcuni momenti, nonché drawdown sostanziali. È probabile che ciò sarà particolarmente evidente attorno alla stagione degli utili del secondo trimestre, che ha inizio a metà luglio negli USA. Guardando agli stili, quest’anno i titoli value hanno registrato le migliori performance. L’ambito considerato value comprende società del settore energetico e dei materiali, ma anche molte banche e compagnie assicurative, che hanno beneficiato dell’impatto positivo dell’aumento dei tassi sulle loro attività fruttifere, come i prestiti e portafogli obbligazionari. Per contro, la performance dei titoli growth è stata debole, proseguendo il trend iniziato a fine 2021, quando la Fed ha iniziato a segnalare un rialzo dei tassi in risposta alle pressioni inflazionistiche. Molti osservatori paragonano l’attuale contesto a quello degli anni ’70, quando l’inflazione era dilagante e la spirale costi-salari-prezzi si era consolidata prima dell’azione aggressiva delle banche centrali. Tuttavia questa volta la disoccupazione è a livelli estremamente bassi e, di fatto, tendente al ribasso. Ci auguriamo che questo scenario si realizzi. C’è una linea sottile tra la gestione dell’inflazione (attraverso i tassi d’interesse) e il mantenimento della fiducia e della crescita, e le banche centrali potrebbero ancora fallire in questa impresa. Il nostro scenario di base prevede una risposta positiva da parte delle banche centrali, ma è chiaro che c’è il rischio che lo slancio dell’inflazione si riveli inarrestabile. Una tempesta perfetta di questo tipo sarebbe certamente una sfida notevole sia per le azioni che per le obbligazioni. La nostra attenzione rimane quindi rivolta al “pricing power”: la capacità di trasferire gli aumenti dei costi senza compromettere la domanda. Ci sono settori in cui il potere di determinazione dei prezzi è generalmente molto forte: il settore sanitario, ad esempio, è guidato dall’innovazione, e molte società hanno uno o più prodotti unici che danno loro la possibilità di stabilire i prezzi e far crescere gli utili.Per ragioni comprensibili, il mercato oggi è incredibilmente concentrato sul breve termine. Tuttavia, sembra aver perso di vista i trend di fondo che probabilmente domineranno le nostre vite per molti anni a venire. Il cambiamento climatico è una realtà, eppure negli ultimi mesi le società legate al clima sono andate relativamente male. La digitalizzazione è una realtà che sta accelerando enormemente dietro le quinte, eppure la tecnologia è stata una delle aree più deboli negli ultimi 12 mesi. I progressi nelle biotecnologie proseguono a ritmo sostenuto, ma anche in questo caso il settore è stato fortemente ridimensionato dopo la pandemia. Tuttavia, riteniamo che stiano emergendo grandi opportunità per gli investitori che hanno la capacità e la pazienza di guardare oltre le attuali turbolenze. Riteniamo che investire in queste aree di crescita strutturale ripagherà nel lungo periodo.

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Che scenario macro stiamo attraversando?

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 novembre 2021

By Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte: “Stiamo attraversando uno scenario che può essere descritto con tre fotogrammi: 1) shock dell’offerta con forti rialzi dei prezzi. In questa fase (circa il terzo trimestre) le aziende riescono mediamente a riversare i rialzi sui consumatori finali senza quindi risentirne sui margini; 2) rallentamento della crescita (circa quarto trimestre). In questa fase le aziende iniziano ad accusare cali di fatturato ed anche dei margini; 3) shock della domanda (dal primo trimestre 2022) che, sotto i colpi dei prezzi elevati arretra a causa della perdita del potere d’acquisto Ora siamo appunto nella seconda fase, con indicazioni di rallentamento sempre più evidenti. Si osservi ad esempio il PIl US del terzo trimestre trainato relativamente poco dai consumi e molto invece dalle scorte (contribuzione pari a +2%), perché riflette il ripristino dei magazzini dal lato aziende per difendersi dai rincari e soprattutto dalla lentezza della catena di fornitura. Il primo impatto è quello già in corso ed evidente, ossia appiattimento della curva. I tassi a breve seguono le aspettative di inflazione crescenti e salgono in vista di possibili rialzi dei tassi delle banche centrali (qualcuna ha già iniziato come la Norvegia, Sud Corea e Brasile) mentre quelli a lungo termine riflettono la crescita in calo e quindi tendono mediamente anche essi a calare. In poche parole, la curva si spacca Primi sintomi evidenti si hanno negli USA dove il tasso a 30 anni è già sotto a quello a 20 anni. Quindi, in sintesi, uno scenario di tassi nominali (ed anche reali) a lungo termine in calo per fine anno/inizi 2022. Potremmo assistere, sotto questo punto di vista, ad uno scenario simile a quello del taper tantrum del 2013. Da maggio 2013 in poi i tassi a lungo termine Us salirono in attesa poi della partenza del tapering a gennaio 2014. Da quel momento i tassi calarono velocemente e la curva si appiattì. Venendo ad oggi, il mercato ha registrato una sorta di taper tantrum concentrato tra settembre ed ottobre con tassi in rialzo. Il problema principale è che le banche centrali sono attrezzate per combattere shock di domanda e non di offerta. Ora, pur di frenare la spinta inflattiva, stanno utilizzando le armi che hanno per combattere però uno shock di offerta, con l’effetto collaterale di ridimensionare la crescita. Un bel dilemma di politica monetaria. Un po’ come provare a combattere il virus con un antibiotico che invece è efficace contro i batteri”. (abstract)

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UE-Regno Unito: PE favorevole a un accordo, ma si prepara a scenario contrario

Posted by fidest press agency su domenica, 20 dicembre 2020

Il Parlamento spera in un accordo sulle future relazioni tra l’UE e il Regno Unito, ma sottolinea che ha bisogno di tempo per esaminarlo e votarlo.Durante il dibattito con il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič e il negoziatore capo dell’UE Michel Barnier, quasi tutti i deputati intervenuti hanno sottolineato che il Parlamento vuole firmare un accordo con il Regno Unito, ma non a costo di mettere in pericolo l’integrità del mercato unico.I deputati si preparano allo scenario di un mancato accordo, con l’imminente voto di venerdì su una serie di misure di emergenza. Hanno sottolineato che l’accordo proposto dall’UE è senza precedenti per quanto riguarda la portata e l’offerta di assenza di tariffe e quote, e che in cambio il Regno Unito deve rispettare le regole della concorrenza leale. I deputati hanno anche chiesto che la flotta peschereccia dell’UE abbia libero accesso alle acque britanniche. Il termine troppo breve accordato alla negoziazione di un accordo così complesso è stato fissato dal Regno Unito, hanno ricordato. Diversi deputati hanno accolto con favore i passi in avanti realizzati giovedì che garantiscono, tra l’altro, i diritti dei cittadini e la pace sull’isola d’Irlanda. Hanno anche ribadito che, se un accordo dovesse giungere dopo la scadenza del 20 dicembre, fissata giovedì dai leader dei gruppi politici, il Parlamento non sarà in grado di esaminare a fondo il testo e di decidere in merito alla ratifica affinché possa entrare in vigore il 1° gennaio 2021.

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Da Cisco ancora più semplicità nella protezione dell’attuale scenario informatico

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 giugno 2020

Cisco Live Digital – Cisco (NASDAQ: CSCO) leader nella sicurezza enterprise, ha annunciato che, a partire dal 30 giugno 2020, Cisco SecureX, la più completa piattaforma di sicurezza integrata e cloud-native, sarà disponibile in tutti i prodotti Cisco Security, permettendo così ai clienti di semplificare e migliorare la gestione della sicurezza. Oggi, le aziende si trovano ad affrontare numerose sfide di business e sicurezza senza precedenti. Ciò è dovuto all’accelerazione dei progetti di trasformazione digitale e all’aumento delle persone che lavorano a distanza. Cisco è da sempre impegnata nel connettere e proteggere i propri clienti, ovunque si trovino e qualunque dispositivo utilizzino, e oggi, con SecureX, l’azienda prosegue nell’unificare e ottimizzare la propria gamma di soluzioni per la sicurezza.Gestire un’azienda è molto complesso – tenere sempre aggiornati i processi di business, seguire l’evoluzione delle minacce e orientarsi in un panorama di fornitori in continua espansione. E la così detta C-suite conferma tale complessità. Secondo il nuovo studio CIO Perspectives 2020 di Cisco, le due sfide principali che i CIO devono affrontare sono la sicurezza e la complessità. Oltre due terzi dei CIO intervistati ritengono di essere stati sottoposti a uno sforzo eccessivo. I leader della sicurezza stanno combattendo la complessità attraverso il consolidamento dei vendor. Lo studio 2020 CISO Benchmark Report di Cisco ha riscontrato che, quando si trovano ad affrontare un attacco informatico, le aziende con un maggior numero di vendor di sicurezza sperimentano tempi di inattività più lunghi, costi più elevati e un maggior numero di dati violati.Per affrontare le sfide attuali e future in materia di sicurezza, SecureX coniuga la vasta gamma di soluzioni di sicurezza integrata di Cisco con l’infrastruttura di sicurezza dei clienti per un’esperienza uniforme e semplificata. Unifica la visibilità, consente l’automazione e rafforza la sicurezza lungo la rete, gli endpoint, il cloud e le applicazioni.

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Il nuovo scenario di emergenza rischia di generare un forte stress psicologico

Posted by fidest press agency su lunedì, 30 marzo 2020

A lungo andare può avere serie conseguenze anche sulla salute. Per questo, noi di Soggetto Giuridico esprimiamo forte apprezzamento per iniziative come quella dell’Ordine degli psicologi, che si è attivato per fornire supporto sulla gestione della crisi alle autorità e ai cittadini, oltre a proporre un teleconsulto gratuito. In questi giorni sono numerose le offerte di sostegno. Anche la Società psicanalitica italiana ha infatti messo a disposizione un servizio di ascolto gratuito per problemi connessi all’emergenza coronavirus, mentre diverse sono le iniziative a livello regionale e locale.Noi di Soggetto Giuridico crediamo che per superare l’emergenza sia fondamentale la risposta psicologica che ogni cittadino saprà dare. Poter disporre di assistenza personalizzata è un servizio che in questa fase deve essere garantito. Come si è fatto per i medici, anche per gli psicologi laureati sarebbe opportuno procedere all’abilitazione automatica su richiesta degli interessati. Non solo perché ce n’è bisogno oggi, ma perché potrebbe essere ancora più necessario nei prossimi mesi, quando le persone dovranno affrontare le conseguenze economiche della crisi. Di fronte al veloce evolversi della crisi, crediamo anche necessaria una particolare attenzione alla comunicazione da parte delle istituzioni, evitando toni troppo rassicuranti e al contempo allarmismi ingiustificati. Siamo convinti che occorra trovare un giusto punto di equilibrio per combattere con successo l’emergenza e le sue conseguenze psicologiche. Rivolgiamo la stessa richiesta ai media, che nonostante i rischi stanno raccontando quanto succede nel nostro Paese: è importante che continuino a svolgere al meglio il loro lavoro cercando di evitare eccessi di qualunque tipo nell’esercizio del diritto di cronaca che è essenziale per ogni democrazia. (fonte: http://www.soggettogiuridico.it)

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“Stiamo combattendo una pandemia”

Posted by fidest press agency su domenica, 22 marzo 2020

Equivale a uno scenario economico apocalittico. Un problema che non riguarda più solo l’Italia, ma coinvolge tutta l’Europa, contagiata dalla Cina prima e dalla Germania poi. L’intervento nella notte della Bce con un piano straordinario da 750 miliardi di euro, per contrastare gli effetti della crisi innescata dal Covid-19, arriva in grande ritardo. Serviva forse far crollare i mercati finanziari e bruciare decine di miliardi di euro per muovere un dito? Meglio tardi che mai, ma serve un cambio di passo. Magari cominciando a salvaguardare le economie europee indebitate senza lasciarle affogare, e su questo l’Italia non può fare da sola. Serve un’Europa forte con misure finanziarie ancora più straordinarie. Una sfida dove né la Bce né la presidente Lagarde possono sottrarsi. Non è tempo di Mes, vengano restituiti agli Stati nazionali i soldi appostati all’epoca, in una fase storica diversa. Questa è l’ora degli investimenti sulle economie nazionali al collasso, si trasformi la Bce in una banca di ultima istanza, come la Federal Reserve, se si vuole salvare l’Europa”. E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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Coronavirus: mercati e scenario

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 marzo 2020

A cura di Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management. Le recenti sessioni sono state caratterizzate da volatilità estreme. Il tema dominante resta senz’altro quello della revisione in negativo delle aspettative degli operatori circa la capacità, da parte dei governi del mondo occidentale, di rispondere in maniera adeguata e coordinata alla crisi da Coronavirus in corso e al timore che le ricadute macroeconomiche delle misure da adottare (sull’esempio di Cina e Italia) possano risultare di dimensioni ben superiori a quanto inizialmente temuto: la minor crescita di -0,5% stimata dall’OCSE solo una settimana fa rischia di essere uno scenario molto ottimistico. Infatti, allo shock d’offerta inizialmente attribuito al blocco dell’attività cinese, ora si aggiunge lo shock di domanda legate alla necessita di prevenire la diffusione del virus SARS-Cov-2 attraverso misure di distanziamento sociale. Del resto, ad oggi, è ancora incerta la loro efficacia e la loro durata.Restano evidenti le incognite circa la dinamica di sviluppo del Covid-19: in Cina dove simili misure sono state introdotte appena è emerso qualche centinaio di casi, l’emersione dei contagi ha raggiunto il picco 12 giorni dopo. Se l’evoluzione della pandemia segue lo stesso profilo anche da noi, il picco sarà nella seconda metà di marzo (con incrementi giornalieri di svariate migliaia). Tuttavia, il lockdown italiano è stato più progressivo (10/3 dopo 15 giorni dai primi focolai) e rimane meno radicale. Altri paesi europei sono solo agli inizi della curva epidemica ed è lecito attendersi un’escalation di casi e misure. Negli Stati Uniti, l’amministrazione e il pubblico americano solo ora sembrano avvertire l’urgenza del problema. Data la natura privatistica dell’assistenza sanitaria americana e la possibile reticenza a misure di contenimento che possano privare delle libertà personali (quale quella di circolazione), la gestione e durata della crisi rischia di essere più complicata che non altrove. In definitiva, ora sappiamo che l’emergenza avrà durata misurabile in mesi, non in settimane.A questo tema si è aggiunta, sabato 7 marzo, l’improvvisa e destabilizzante decisione dell’Arabia Saudita di innescare una guerra al ribasso sul prezzo del petrolio all’indomani del fallimento dei negoziati sulla riduzione delle quote di produzione fra paesi OPEC e la Russia per sostenere i corsi petroliferi. Questo improvviso cambio di strategia ha provocato, alla riapertura dei mercati, uno shock ulteriore con il prezzo del greggio in calo del 30% rispetto alla già debole chiusura del venerdì.Queste le novità di mercato che impongono una riflessione sul potenziale correttivo degli indici azionari e, più in generale, degli attivi a rischio. In particolare, occorre chiedersi se le risposte di politica monetaria e fiscale – per quanto massicce – possano rappresentare un punto di svolta nella crisi attuale o se siano unicamente propedeutici a una stabilizzazione temporanea dei mercati finanziari. Le misure annunciate dalla Bce nel corso della riunione di giovedì 12 – peraltro macchiata da un grossolano e doloroso (per i mercati) “inciampo comunicativo” da parte della Presidente Lagarde – e quelle di natura fiscale annunciate venerdì 13 dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, vanno nella direzione giusta e offrono flessibilità ai paesi membri per affrontare l’emergenza sanitaria e le sue ricadute economiche. Lo stesso, si può dire della Federal Reserve che, a pochi giorni dal primo intervento del 3 marzo, torna con un’azione straordinaria tagliando i tassi a 0,25 e lanciando un massiccio programma di Quantitative Easing da 700 miliardi di dollari. Una manovra, quindi, che arriva in sintonia con le principali Banche centrali internazionali, Bce compresa, che hanno attivato misure per iniettare liquidità in dollari ai mercati e proteggerli dalle conseguenze della pandemia.In merito ai mercati azionari si possono, quindi, fare le seguenti considerazioni: la violenta correzione gli indici azionari in un intervallo temporale così breve – con chiari segnali di capitolazione nella giornata di giovedì – lascia spazio a possibilità di recuperi, anche significativi, dei corsi in virtù delle azioni di stabilizzazione (monetaria e fiscale) già intervenute o annunciate questa settimana nonché di quelle attese nei giorni a venire (pacchetto fiscale dell’amministrazione US e riunione della FED).
Infine, una particolare nota va rivolta alla classe d’attivo del credito stante il posizionamento massiccio degli investitori, la mancanza di liquidità sul mercato secondario e la nuova strategia perseguita dall’Arabia Saudita (con gravi implicazioni sulla sopravvivenza dello shale oil americano, le cui società costituiscono una parte sostanziale dell’indice HY US). Il recente, violento allargamento degli spread di credito alimenta i timori di fallimenti societari e di un possibile, imminente, credit crunch. Le BC però hanno imparato la lezione dalle crisi del 2008 e confidiamo siano in grado di evitare quantomeno una destabilizzazione bancaria o un corto circuito sulla liquidità.

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Forum: “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 settembre 2019

Cernobbio venerdì 6 settembre (alle 8.45) a Villa d’Este di Cernobbio, per concludersi domenica 8 settembre (alle 14.00 circa), quarantacinquesima edizione dell’annuale Forum:
“Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”.
Nel corso del Forum interverranno gli esponenti di 16 Paesi e di 9 governi mondiali. Gli oltre 200 partecipanti presenti rappresentano un fatturato aggregato di 1,2 trilioni di Euro, pari al 15,5% del fatturato prodotto dall’industria manifatturiera europea e 47,5 trilioni di Euro in asset pari a 2,9 volte il PIL dell’Unione Europea.Il programma del Forum prevede lo sviluppo dei seguenti temi:
Venerdì 6 settembre
§ Le sfide globali del futuro e gli impatti sull’economia; modera Paolo Gentiloni
Intervengono i governi russo, turco e di Singapore, oltre all’ex capo della Cia, David Petraeus
Intervento del Ministro italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi
§ Il quadro economico; con alcuni dei principali economisti al mondo
§ Oggi il mondo di domani – Sviluppi scientifici e tecnologici
Video collegamento in diretta con Luca Parmitano dalla Stazione Spaziale Internazionale
§ Le buone notizie di cui il mondo ha bisogno
Terza edizione della Peres Heritage Initiative: si tratta di un progetto ideato da The European House – Ambrosetti per ricordare Shimon Peres, grande statista della nostra era e grande contributore del nostro Forum al quale ha partecipato per ben 24 edizioni. I premiati di questa edizione sono Enas Abo-Hamed, Lucrezia Bisignani e Dhruv Ghulati.
Sabato 7 settembre
§ L’Agenda per cambiare l’Europa; modera Enrico Letta
Messaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella
Più o meno Europa nel nostro futuro? Lezioni apprese e priorità della nuova Commissione Europea.
Dibattito tra Romano Prodi, Geert Wilders, Mario Monti e Alexis Tsipras
Intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze della Francia, Bruno Le Maire
Crescita e competitività – Attrattività e investimenti
Intervento del Ministro delle Finanze del Portogallo e Presidente dell’Eurogruppo,
Mário Centeno e del Vice Ministro delle Finanze tedesco Jörg Kukies e del Vice Presidente della Banca Centrale Europea
§ Le sfide sociali attuali
Dibattito tra Marcus Kerber, Vice Ministro dell’Interno, delle opere pubbliche e della coesione sociale della Germania e Cindy McCain, moglie dello scomparso Senatore John McCain
§ Aggiornamento sulla Brexit
Intervento del Ministro del Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea, Steve Barclay
Conferma in attesa delle evoluzioni politiche.
§ Verso un’evoluzione sostenibile. Intervento del Ministro per l’Ambiente e l’Energia della Polonia e Presidente della COP24, Michael Kurtyka
§ Country Focus USA
Intervento di Hillary Rodham Clinton, ex Segretario di Stato degli Stati Uniti
Intervento di Lindsey Graham, Membro del Senato degli Stati Uniti Abbiamo l’onore di ospitare la delegazione ufficiale di 5 tra Senatori e Membri del Congresso americano
§ Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Giuseppe Conte
Domenica 8 settembre
§ L’Agenda per l’Italia: Le voci delle Regioni
Intervento del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana
Intervento del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini
Intervento del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti
Intervento del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca
Giustizia Pubblica Amministrazione
Intervento del Ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno Competitività e crescita
Intervento del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Intervento del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia
Economia e finanza
Intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Sono stati invitati anche il leader politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e il leader politico della Lega, Matteo Salvini.Come di consueto, nel corso dei lavori saranno presentate 10 ricerche e analisi realizzate da The European House – Ambrosetti

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Governo: uno scenario possibile

Posted by fidest press agency su domenica, 18 agosto 2019

“La novità del giorno che emerge dalla stampa è l’ipotesi di un “governo istituzionale” sostenuto da Pd, M5S e Forza Italia. Il tutto con la benedizione di Romano Prodi. È uno scenario che fa venire i brividi e che riproporrebbe in Italia la stessa grande ammucchiata che in Europa ha portato all’elezione di Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione europea. A Bruxelles Fratelli d’Italia non ha partecipato a questo patto del Nazareno allargato al M5S e non intende assolutamente farlo qui in Italia. In questa crisi di governo dai contorni grotteschi, nella quale tutti dicono tutto e il suo contrario, gli italiani hanno una sola certezza: Fratelli d’Italia. Siamo l’unico movimento politico sulle cui scelte dei prossimi giorni non ci sono congetture. Perché noi siamo sempre, graniticamente, dalla stessa parte, e non regaliamo sorprese. Per noi l’unico governo possibile è un governo sovranista legittimato dagli italiani”. È quanto dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. (n.r. E’ un’potesi di governo che ci lascia molti dubbi di là di quelli ventilati dalla Meloni. Restiamo convinti che alla fine si continuerà con l’attuale coalizione sia pure rimaneggiata all’interno dell’esecutivo. E non vedrei male in questa cornice il Presidente Conte commissario europeo.)

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Lo scenario dell’economia e della finanza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 aprile 2019

Villa d’Este di Cernobbio. Inizia venerdì 5 aprile p.v. (alle ore 8.30 precise) e per concludersi sabato 6 aprile p.v. (alle ore 13.30 circa), la trentesima edizione dell’annuale Workshop LO SCENARIO DELLL’ECONOMIA E DELLA FINANZA. Questi i principali argomenti che saranno trattati nel corso del Workshop:
Venerdì 5 aprile – L’economia globale: sfide e prospettive – Rischi e opportunità nei Paesi emergenti – La mappa dei rischi per gli investimenti – Le banche del futuro: dal FinTech al TechFin
Sabato 6 aprile – Agenda per l’Europa
▪ Le sfide per l’ulteriore crescita dell’Eurozona
▪ La competitività dell’Europa e dei mercati finanziari europei – Agenda per l’Italia nello scenario europeo
Coerentemente con il riconoscimento – per il sesto anno consecutivo – di The European House – Ambrosetti come primo Think Tank privato italiano, tra i primi 10 in Europa, tra i primi 20 al mondo e nei primi 100 più apprezzati Think Tank indipendenti su 8.100 a livello globale nell’edizione 2018 del Global Go To Think Tanks Report dell’Università della Pennsylvania, attraverso una survey indirizzata a 70.000 leaders di imprese, istituzioni e media, in oltre 100 Paesi nel mondo, verranno distribuite molte analisi e ricerche da noi realizzate:
▪ “Un’analisi comparativa sui principali indicatori macroeconomici delle maggiori economie” rielaborata da The European House – Ambrosetti sulle previsioni dei più rilevanti Istituti di Credito, Banche d’Affari e Istituzioni Internazionali;
▪ “Le banche del futuro” – realizzata dalla community di CEO Ambrosetti Club in collaborazione con Openjobmetis;
▪ “Cashless Revolution: a che punto siamo e cosa resta da fare per l’Italia” – Rapporto 2019 della Quarta Edizione della Community Cashless Society, una piattaforma di confronto di alto livello per la diffusione dei pagamenti elettronici in Italia;
▪ “Il rapporto Debito pubblico/PIL italiano è a -18% dal livello massimo raggiunto nel primo dopoguerra. Ne siamo consapevoli?” – realizzata da The European House – Ambrosetti;
▪ “Brexit: scoccata l’ora “X” domina l’incertezza” – realizzata da The European House – Ambrosetti;
▪ Ambrosetti Club Economic Indicator – Prima rilevazione 2019 sulle prospettive economiche dell’Italia, sull’occupazione e sugli investimenti delle imprese. I lavori si svolgeranno, come da tradizione, a porte chiuse.

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Brexit preparedness: EU completes preparations for possible “no-deal” scenario

Posted by fidest press agency su venerdì, 29 marzo 2019

Brussels.As it is increasingly likely that the United Kingdom will leave the European Union without a deal on 12 April, the European Commission has today completed its “no-deal” preparations.At the same time, it continues supporting administrations in their own preparations and urges all EU citizens and businesses to continue informing themselves about the consequences of a possible “no-deal” scenario and to complete their no-deal preparedness. This follows the European Council (Article 50) conclusions last week calling for work to be continued on preparedness and contingency. While a “no-deal” scenario is not desirable, the EU is prepared for it. Following a request by Prime Minister Theresa May, the European Council (Article 50) agreed on Thursday 21 March to extend the UK’s departure date to 22 May 2019, provided the Withdrawal Agreement is approved by the House of Commons by 29 March 2019 at the latest. If the Withdrawal Agreement is not approved by the House of Commons by then, the European Council has agreed to an extension until 12 April 2019. In that scenario, the United Kingdom would be expected to indicate a way forward before this date.While the European Union continues to hope that it will not be the case, this means that if the Withdrawal Agreement is not ratified by Friday 29 March, a “no-deal” scenario may occur on 12 April. The EU has prepared for this scenario and has remained united throughout its preparations. It is now important that everyone is ready for and aware of the practical consequences a “no-deal” scenario brings.In a “no-deal” scenario, the UK will become a third country without any transitionary arrangements. All EU primary and secondary law will cease to apply to the UK from that moment onwards. There will be no transition period, as provided for in the Withdrawal Agreement. This will obviously cause significant disruption for citizens and businesses.
In such a scenario, the UK’s relations with the EU would be governed by general international public law, including rules of the World Trade Organisation. The EU will be required to immediately apply its rules and tariffs at its borders with the UK. This includes checks and controls for customs, sanitary and phytosanitary standards and verification of compliance with EU norms. Despite the considerable preparations of the Member States’ customs authorities, these controls could cause significant delays at the border. UK entities would also cease to be eligible to receive EU grants and to participate in EU procurement procedures under current terms. Similarly, UK citizens will no longer be citizens of the European Union. They will be subject to additional checks when crossing borders into the European Union. Again, Member States have made considerable preparations at ports and airports to ensure that these checks are done as efficiently as possible, but they may nevertheless cause delays.
Since December 2017, the European Commission has been preparing for a “no-deal” scenario. It has published 90 preparedness notices, 3 Commission Communications, and has made 19 legislative proposals (see below). The Commission has held extensive technical discussions with the EU27 Member States both on general issues of preparedness and contingency work and on specific sectorial, legal and administrative preparedness issues. The Commission has now also completed its tour of the capitals of the 27 EU Member States. The aim of these visits was to provide any necessary clarifications on the Commission’s preparedness and contingency action and to discuss national preparations and contingency plans. The visits showed a high degree of preparation by Member States for all scenarios.
Member States have also been engaged in intensive national preparations. An overview of residency rights in the EU27 Member States is available here, as well as direct links to national preparedness websites.
To date, the Commission has tabled 19 legislative proposals. 17 proposals have been adopted or agreed by the European Parliament and the Council. Formal adoption of all those files by the European Parliament and Council is currently taking place. Two proposals are to be finalised by the two co-legislators in due course.As outlined in the Commission’s Brexit Preparedness Communications, the EU’s contingency measures will not – and cannot – mitigate the overall impact of a “no-deal” scenario, nor do they in any way compensate for the lack of preparedness or replicate the full benefits of EU membership or the favourable terms of any transition period, as provided for in the Withdrawal Agreement. These proposals are temporary in nature, limited in scope and will be adopted unilaterally by the EU. They are not “mini-deals” and have not been negotiated with the UK. The EU has maintained – and will continue to maintain – a fully united position throughout its preparations, and during any possible “no-deal” period.

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“Il paziente complesso, un nuovo protagonista sullo scenario della salute”

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 novembre 2018

Roma mercoledì 5 dicembre, alle ore 11.00, nella Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale in Piazza di Monte Citorio 131 si terrà la conferenza stampa su “Il paziente complesso, un nuovo protagonista sullo scenario della salute: medici competenti e certificati per vincere la sfida”

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I titoli di Stato italiani e le incertezze dello scenario italiano

Posted by fidest press agency su sabato, 24 novembre 2018

Commento di Garland Hansmann, gestore di Investec AM. I prezzi dei titoli di Stato italiani hanno visto un miglioramento. I commentatori hanno sottolineato al riguardo le dichiarazioni del Ministro dell’Economia italiano su una certa disponibilità a un compromesso con l’Unione Europea per evitare le sanzioni. Una simile dichiarazione era prevedibile, anche se solo da un punto di vista tattico e negoziale, perché un’eventuale sanzione emessa dall’UE sarebbe dolorosa sia per le casse italiane che per l’economia.Alcuni operatori del mercato sembrano credere che questo segnale di disponibilità al dialogo sia in realtà, fondamentalmente, un indicatore di una sorta di “resa” del governo italiano.
Ma non è forse eccessivo aspettarsi che il governo del Paese rinunci completamente ai suoi piani? Oppure, le differenze di posizione tra l’UE e il governo italiano sono forse così ridotte che basterebbe qualche piccolo aggiustamento per arrivare a un accordo?
Non bisogna dimenticare che la posizione della Lega Nord nei sondaggi è aumentata notevolmente, passata dal 18% a quasi il 35% dalle elezioni di marzo. La sua retorica provocatoria, secondo cui l’Italia non si sarebbe arresa alla burocrazia europea, ha contribuito in modo significativo all’aumento delle preferenze nei sondaggi.
Questo potrebbe suggerire che la Lega Nord, che fa parte della coalizione di governo, potrebbe avere un interesse politico a mantenere una posizione conflittuale nei confronti dell’UE e quindi la questione relativa al bilancio potrebbe non trovare una soluzione rapida.
Per questo motivo, a nostro avviso, è prematuro concludere che la situazione dei titoli di Stato italiani migliorerà significativamente nel breve periodo. Per il momento l’Italia sembra rimanere in una posizione più rischiosa nel contesto dei mercati europei dei titoli di Stato e la volatilità potrebbe persistere ancora per un po’ di tempo.

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Un paese senza leader o il problema è un altro?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 marzo 2018

Il direttore del Corsera Luciano Fontana ci parla del suo libro ad una settimana dopo le elezioni presentandolo con le storie dei suoi protagonisti e i retroscena di una classe politica in crisi.
Il suo saggio è impietoso. Lo scenario che ci presenta è formato da partiti che si sgretolano, gruppi politici allo sbando e con leader un giorno osannati e in quello successivo gettati nel fango. Dobbiamo ritenere, dopo una lettura così sconfortante, che ci troviamo al cospetto di un paese che sta andando alla deriva? Non vi è dubbio, a mio avviso, che la classe politica italiana, nel suo insieme, ha una grossa responsabilità e soprattutto è stata incapace di cogliere i segnali di un cambiamento lasciando che le cose andassero per il loro verso senza trarne un giudizio di merito e porvi, per tempo, i necessari correttivi. Il tutto è cominciato nel giorno in cui Amintore Fanfani, in un’assise congressuale del suo partito, pose la questione morale e indicò i pericoli di un progressivo inquinamento della politica nel mondo del malaffare e dei facili arricchimenti. Qualche anno dopo furono Moro e Berlinguer a coglierne gli aspetti derimenti pensando di ovviarli con il compromesso storico. Finì male prima con il rapimento e l’uccisione dello statista democristiano e poi per la morte di Berlinguer. Un altro segnale non colto fu la stagione di “mani pulite” e, ciliegina sulla torta, abbiamo continuato a impazzare con una scelta sbagliata mandando alla guida del paese un personaggio dalle molte ombre e dagli scarni chiarori. Entrando nel nuovo secolo e arrivando ai giorni nostri si continuò impropriamente, ad esaltare la figura carismatica di un personaggio e si pose scarsa attenzione a tutto il resto. L’errore fatale è stato, e continua ad esserlo, nel voler scegliere soprattutto chi sa rappresentare meglio la figura dell’imbonitore e non chi possa dare spessore a quella di uno statista.
Ora che fare? Occorre, necessariamente, un periodo di decantazione e come succede per certi tipi di avvelenamento è necessario porre mano a una seria cura disintossicante ma con l’accortezza di scegliere il medicamento più appropriato per non far assumere al malandato paziente quello che i medici definiscono danno collaterale. D’altra parte se stiamo ai dati che ci pervengono dalle urne in quest’ultima tornata elettorale dobbiamo convincerci che vi è più saggezza nell’elettore che non in quella dei politici. Forse è mancato il coraggio di andare sino in fondo per realizzare una vera e propria mutazione genetica. E a restare in mezzo al guado si finisce con il produrre più danni che vantaggi. (Riccardo Alfonso direttore dei Centri studi politici e sociali della Fidest)

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Gli scenari e i trend del turismo nazionale e internazionale

Posted by fidest press agency su sabato, 27 gennaio 2018

tempio-adriano-romaRoma Martedì 30 gennaio 2018, alle 9.30, all’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi 190), inizierà la VI edizione del Master in Management delle Organizzazioni Turistiche.La lezione inaugurale sarà tenuta da Marco Misischia, imprenditore turistico e Presidente della CNA Turismo Lazio (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), sul tema “Gli scenari e i trend del turismo nazionale e internazionale”.L’incontro sarà aperto da un saluto del Rettore dell’Università Europea di Roma Padre Pedro Barrajón LC. Il Master offre le competenze necessarie per inserirsi nelle organizzazioni delle filiera turistica (Tour Operator, Alberghi, Eventi, Web Agency) e per ricoprire posizioni manageriali. Fornisce le competenze propedeutiche all’esercizio delle tradizionali professioni turistiche (Direttore tecnico di Agenzia di Viaggio, Accompagnatore turistico). Sono previsti quattro mesi di formazione in aula e quattro mesi di stage, che permetteranno di applicare le conoscenze acquisite e facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.

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