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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘serra’

“Premio Serra – Campi Flegrei”

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 ottobre 2021

Giunge alle fasi finali la prima edizione del “Premio Serra – Campi Flegrei” che si concluderà lunedì 8 novembre – a partire dalle ore 20:00 – presso la sede del teatro sperimentale di via Diocleziano 316, con la finale riservata ai sette monologhisti selezionati dalla Giuria Selettiva composta da nomi autorevoli come Conni Celotto, Elena De Candia, Fabiana Fazio, Luisa Guarro, Sara Lupoli, Margherita Romeo, Sarah Paone, Elena Soria, Pietro Iuliano, Vladimir Marino, Niko Mucci, Mauro Palumbo e Pietro Tammaro.Indetto nell’autunno del 2020, per creare a Napoli un’occasione di visibilità per interpreti di ogni età, pronti a cimentarsi con la disciplina del monologo e più volte interrotto dalla pandemia, l’iniziativa ha coinvolto circa quaranta attrici e attori, senza limiti di età, né barriere formative, impegnati nell’interpretazione di un monologo a scelta – edito, o inedito, in lingua Italiana, in dialetto, di autore conosciuto o meno, integrale o rivisto – della durata massima di dieci minuti. In palio, c’è un premio in denaro da 500€ ed un’opera d’arte ideata appositamente per il “Premio Serra – Campi Flegrei” dalla poliedrica artista Antonella Romano. Le sette attrici qualificate alla fase finale e che si esibiranno per aggiudicarsi il Premio sono: Ludovica Artel, Clara Bocchino, Francesca Fedeli, Roberta Frascati, Alessia Thomas, Luisanna Vespa e Giovanna Cappuccio. All’evento interverrà la Giuria Onoraria che, in questa prima edizione del Premio, è composta da:
 Peppe Mastrocinque, Ernesto Lama, Giovanna Manna, Antonella Romano, Alessandra D’Elia, Raffaele Esposito.

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Salvare l’agricoltura che mitiga effetto serra

Posted by fidest press agency su venerdì, 8 ottobre 2021

Il riscaldamento globale (1,5-2°C fino al 2050) sta compromettendo la salute del pianeta, l’equilibrio degli ecosistemi e la salvaguardia delle produzioni agricole, principale fonte di sostentamento alimentare per oltre 7 miliardi di persone nel mondo. In Italia, nel solo 2021, tra nubifragi e siccità, sono saliti del 60% gli eventi estremi e si è raggiunto il record di incendi, alimentati dal forte caldo, con più di 103 mila ettari bruciati in soli 8 mesi. Fiamme, maltempo e danni da parassiti, insieme alla crisi pandemica, hanno tolto quest’anno dalle tavole degli italiani oltre il 10% del cibo e procurato alle aziende agricole perdite economiche di svariati milioni di euro. Eppure, l’agricoltura è la più importante alleata contro inquinamento ed effetto serra. Da Cia-Agricoltori Italiani ai grandi della terra, riuniti a Milano per la Pre Cop26, l’ultima chiamata affinché i lavori preparatori per la Conferenza di novembre prossimo a Glasgow portino ad accordi fattivi e chiari, ad azioni concrete in grado anche di riconoscere il ruolo centrale dell’agricoltura mondiale. Cia torna, dunque, a porre l’accento sulla rilevanza strategica della buona agricoltura che, pur subendo le conseguenze dirette dei cambiamenti climatici, mitiga l’effetto serra e riduce le sue emissioni (-25%), produce energie rinnovabili e biomasse (+690%), limita il consumo di acqua e di pesticidi (-27%), aumenta le superfici biologiche (+56%) e ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento di anidride carbonica, giungendo a “sequestrare” circa 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno.Ancor più dopo la terribile esperienza dell’emergenza sanitaria, è il momento, secondo Cia, di riconoscere nei fatti il contributo straordinario che può dare l’agricoltura alla transizione ecologica, in grado non solo di sostenerne lo sviluppo, ma soprattutto di guidarne l’applicazione. Le imprese agricole italiane stanno infatti dimostrando, sottolinea Cia, grande senso di responsabilità e propensione al cambiamento, facendo spazio in azienda a ricerca e innovazione, soluzioni antispreco ed ecosostenibili.“Ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali, presidio del territorio e del paesaggio nelle aree rurali, cura del verde in città, introduzione di tecniche per la prevenzione e la difesa attiva delle colture e nuovi strumenti per la gestione del rischio, ristrutturazione delle stalle orientate al benessere animale e alla sostenibilità -commenta il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino- sono già le priorità delle nostre aziende che però, oggi, sollecitano incentivi anche in ottica di lotta al cambiamento climatico e Green Deal Ue. L’appello -conclude Scanavino- è alla concretezza. Questo ci attendiamo dalle istituzioni riunite a Milano”.

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Le emissioni di gas serra degli allevamenti intensivi

Posted by fidest press agency su martedì, 29 settembre 2020

Essi rappresentano il 17 per cento delle emissioni totali dell’Ue, più di quelle di tutte le automobili e i furgoni in circolazione messi insieme. Senza una decisa riduzione del numero di animali allevati l’Ue non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi definiti dell’Accordo di Parigi sul clima. Lo rivela una nuova analisi di Greenpeace, secondo la quale le emissioni annuali degli allevamenti sono aumentate del 6 per cento tra il 2007 e il 2018. Tale aumento, l’equivalente di 39 milioni di tonnellate di CO2, equivale ad aggiungere 8,4 milioni di auto sulle strade europee. La zootecnia europea emette l’equivalente di 502 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Includendo le emissioni indirette di gas a effetto serra, che derivano dalla produzione di mangimi, dalla deforestazione e da altri cambiamenti nell’uso del suolo, le emissioni annuali totali attribuibili alla zootecnia europea sono equivalenti a 704 milioni di tonnellate di CO2, più delle emissioni annuali di tutte le auto e furgoni circolanti nell’Ue nel 2018 (655,9 Mt CO2eq)Il potenziale di riduzione dei gas a effetto serra derivante dalla riduzione del numero di animali allevati è quindi enorme: una riduzione del 50 per cento consentirebbe un risparmio di emissioni dirette di 250,8 milioni di tonnellate di CO2, una cifra paragonabile alle emissioni nazionali annuali di Paesi Bassi e Ungheria messi insieme. Ridurre la produzione del 75 per cento permetterebbe un risparmio di gas serra di 376 milioni di tonnellate di CO2, più delle emissioni nazionali annue combinate di 13 paesi dell’Ue, e circa equivalente all’impatto climatico totale di tutti i processi industriali di tutti i Paesi membri.Agire per un profondo cambiamento della zootecnia europea non solo è necessario per affrontare i cambiamenti climatici, ma anche per prevenire nuove pandemie. L’allevamento intensivo di animali ha un ruolo ben riconosciuto nell’emergere e nella diffusione di infezioni virali simili a Covid-19. Si stima che circa il 73 per cento di tutte le malattie infettive emergenti abbia origine negli animali e le specie allevate trasmettono un numero straordinario di virus alle persone, come i coronavirus e i virus dell’influenza.

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Il permafrost in Siberia si scioglie e l’effetto serra globale aumenta

Posted by fidest press agency su martedì, 12 Maggio 2020

Nelle regioni artiche il riscaldamento del clima provoca lo scioglimento del permafrost che a sua volta minaccia di aumentare l’effetto serra globale. Questo fenomeno, purtroppo, è noto alla comunità scientifica internazionale. Ciò che invece non era noto fino ad oggi è l’età e la quantità del carbonio emesso in atmosfera come gas effetto serra, proveniente dalle acque che sovrastano i terreni perennemente ghiacciati della tundra siberiana. A scoprirlo è stata una ricerca condotta dalla Vrije Universiteit di Amsterdam, a cui ha partecipato anche la Fondazione Edmund Mach, approdata di recente sulla prestigiosa rivista Nature Communications. Dallo studio, in particolare, è emerso che il carbonio antico, che deriva dallo scioglimento del permafrost, rappresenta solo il 20% delle emissioni di gas serra.

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Ue: tagliare i gas serra fa bene all’economia

Posted by fidest press agency su venerdì, 28 Maggio 2010

La Commissione Europea ha reso noto oggi agli Stati Membri che un aumento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nell’UE (dal 20 al 30 per cento al 2020) costerebbe assai meno di quanto ipotizzato, con notevoli conseguenze per la creazione di posti di lavoro e sviluppo economico. La Commissione stima che il raggiungimento degli attuali obiettivi di riduzione (20 per cento) al 2020 costerebbe almeno un terzo meno (22 miliardi di euro) di quanto calcolato nel 2008. Sempre secondo la Commissione, aumentare i tagli al 30 per cento potrebbe in realtà farci risparmiare 40 miliardi di euro solo in importazioni di combustibili fossili e creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le industrie manifatturiere europee sostengono che maggiori tagli alle emissioni di gas serra rischiano di esporre il settore alla competizione dall’estero. Tuttavia, si è scoperto che le stesse industrie stanno accumulando miliardi grazie ai crediti di emissione di CO2 non utilizzati per il rallentamento delle attività dovuto alla crisi economica. La scorsa settimana, un rapporto (1) ha dimostrato che i settori dell’acciaio, della raffinazione e del ferro hanno scaricato sui consumatori europei i costi “immaginari” di questi crediti, guadagnando non meno di 14 miliardi di euro negli ultimi tre anni.Greenpeace chiede agli Stati Membri di sostenere le argomentazioni della Commissione a favore di un ulteriore taglio delle emissioni al 30 per cento al 2020. Ciò sarebbe un grande passo avanti verso l’obiettivo di una riduzione delle emissioni da parte dei Paesi industrializzati di almeno il 40 per cento: questo obiettivo è necessario per rispettare le decisioni del G8 de L’Aquila di mantenere l’aumento delle temperature entro i 2°C.

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Per un nuovo trattato sul clima

Posted by fidest press agency su lunedì, 30 novembre 2009

Roma, 4 dicembre 2009 (orario: 10-13) Ex  Hotel Bologna – Senato della Repubblica,  Via Santa Chiara 5 La crisi climatica è in atto: l’aumento medio delle temperature e dei fenomeni atmosferici estremi sono alcuni dei suoi effetti più evidenti. Le sue cause sono chiare e note. La comunità scientifica dell’IPCC (il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico), nel suo ultimo Rapporto ha documentato che per contenere l’aumento della temperatura media rispetto all’era preindustriale di 2 °C, ed evitare esiti globali drammatici e non più controllabili, sarebbe necessario contenere le concentrazioni di  gas di serra in atmosfera entro le 450 ppm in volume: ciò richiede riduzioni delle emissioni dei Paesi più industrializzati dell’ordine dell’80-95% entro il 2050 e dell’ordine del 25-40% entro il 2020.  L’Italia non può rimanere in coda né frenare il processo di riduzione dei gas di serra, ma deve invece svolgere un ruolo di traino, insieme all’Unione Europea, per portare al successo la trattativa di Copenhagen (7-18 dicembre). Presiedono:   Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico Kyoto Club e Raimondo Orsini, Direttore Fondazione per lo Sviluppo sostenibile 10:00 – 10:30 Le proposte di Kyoto Club e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per la Conferenza di Copenaghen (7 – 18 dicembre 2009) Catia Bastioli, Presidente Kyoto Club – Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile 10:30 – 12:00 Interventi di:  Emma Bonino, Vice-Presidente Senato della Repubblica  Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare – invitata Pasquale Pistorio, Presidente onorario STMicroelectronics  Flavio Morini, Delegato Ambiente e Tutela del Territorio ANCI Emma Marcegaglia, Presidente Confindustria  – invitata Corrado Clini, Direttore generale Ministero dell’Ambiente – invitato Pietro Colucci, Presidente FISE-Assoambiente 12:00 – 13:00 Interventi di: Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente, Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo Greenpeace Italia, Stefano Leoni, Presidente WWF Italia, Giuseppe D’Ercole, Responsabile Ambiente Cisl, Paola Agnello Modica, Responsabile Ambiente Cgil, Andrea Costi, Responsabile Ambiente Uil.   Partecipano: Toni Federico, Comitato tecnico Scientifico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Gianluigi Angelantoni, Vice-Presidente Kyoto Club, Francesco Ferrante, Vice-Presidente Kyoto Club.

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