“Siamo molto soddisfatti del 15o posto ottenuto quest’anno nello zRating e del riconoscimento di migliore società di servizi finanziari. Abbiamo guadagnato due posti rispetto all’anno precedente. Questo rappresenta un ulteriore riconoscimento degli sforzi compiuti da noi negli ultimi anni per instaurare una corporate governance esemplare. Per i fornitori di servizi finanziari, la valutazione della corporate governance della società fa parte dell’attività core. Essendo una società quotata in borsa, per noi è di importanza cruciale costituire un esempio. Essere nominati come il fornitore di servizi finanziari con il rating migliore in Svizzera è allo stesso tempo una conferma e un incentivo a un impegno costante per mantenere la leadership in tutto quello che facciamo e creare valore per i clienti, azionisti e collaboratori”, ha dichiarato David Jacob, Chairman di GAM.Lo zRating di Inrate AG è stato pubblicato per la 13a volta. Sono state analizzate 171 società svizzere quotate sulla base delle Relazioni annuali 2020 e delle Assemblee generali annuali 2021. Lo zRating valuta 65 criteri quantitativi e qualitativi nelle categorie “Azionariato e struttura di capitale”, “Diritti di partecipazione degli azionisti”, “Composizione del Consiglio d’Amministrazione (CdA)/Comitato direttivo (CD) e politica d’informazione” e “Modelli di remunerazione e partecipazione CdA/CD” ponderati con un modello di scoring. Il punteggio massimo possibile in tutte le quattro categorie è di 100 punti. Lo studio di quest’anno, pubblicato insieme alla classifica, ha posto l’enfasi sulla sostenibilità. Secondo lo studio, la comunicazione aziendale si sta sempre più orientando verso questi temi e la trasparenza è alla base di una buona corporate governance.Inrate AG è l’agenzia indipendente svizzera di rating di sostenibilità. Dal 1990 ha aiutato i clienti a sviluppare e mettere in atto con successo soluzioni innovative di sostenibilità, grazie a una conoscenza approfondita e soluzioni di ricerca. I rating misurano l’impatto del comportamento e dei prodotti di un’azienda sulla società e sull’ambiente, oltre alla volontà e capacità di vincere le sfide da affrontare.
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“GAM Holding si conferma al primo posto nella classifica dei fornitori di servizi finanziari nello zRating Corporate Governance di Inrate”
Posted by fidest press agency su martedì, 28 settembre 2021
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Consob \ Castelli: “Oscurati altri 7 siti di servizi finanziari abusivi”
Posted by fidest press agency su sabato, 25 gennaio 2020
“Nel decreto crescita abbiamo dotato la CONSOB di nuovi, importanti strumenti per permettere loro di ordinare ai fornitori di servizi di connettività a internet di bloccare l’accesso dall’Italia a siti web che offrono servizi finanziari senza la necessaria autorizzazione.
Da luglio sono 124 i siti web oscurati, segno che questo fenomeno necessitava di un argine e noi, nel decreto “crescita” dello scorso giugno abbiamo avviato un percorso che stiamo portando avanti anche nel decreto “Mille proroghe”. Tutto questo per essere più incisivi in via preventiva e proteggere i cittadini da tutte le potenziali truffe cui sono esposti. Ci vuole tempo affinché le norme che abbiamo fatto approvare in questi intensi mesi di lavoro producano gli effetti. Risultati come questi ci spingono ad andare avanti, consapevoli che il tempo ci darà le giuste risposte”.Lo ha scritto su Facebook il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.
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Servizi finanziari: La Commissione definisce la sua politica in materia di equivalenza con i paesi terzi
Posted by fidest press agency su venerdì, 2 agosto 2019
Negli ultimi anni il sistema di equivalenza dell’UE è diventato un importante strumento di promozione dell’integrazione dei mercati finanziari globali e della cooperazione con le autorità dei paesi terzi. L’UE valuta il contesto politico generale e la misura in cui i regimi normativi di un determinato paese terzo producono risultati equivalenti a quelli delle proprie norme. Le decisioni positive in materia di equivalenza sono misure unilaterali della Commissione che consentono alle autorità dell’UE di fare affidamento sulle norme e sulla vigilanza dei paesi terzi, dando la possibilità ai partecipanti al mercato provenienti da paesi terzi che operano nell’UE di conformarsi ad un unico insieme di norme. La comunicazione odierna illustra anche il modo in cui i recenti aggiornamenti della legislazione UE garantiranno un’efficacia ancora maggiore del codice unico, della vigilanza e del monitoraggio dell’UE, promuovendo nel contempo le attività commerciali transfrontaliere nei mercati globali. La Commissione ha finora adottato oltre 280 decisioni di equivalenza riguardanti oltre 30 paesi.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e competente per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “Il sistema di equivalenza è uno dei principali strumenti a nostra disposizione per interagire con i paesi terzi nel settore dei servizi finanziari. È vantaggioso per entrambe le parti perché permette all’UE di intrattenere una solida cooperazione con i partner e di aprire i mercati agli operatori non UE, potendo a nostra volta avere accesso ai mercati di paesi terzi. La nostra politica in materia di equivalenza si è finora dimostrata efficace e ora abbiamo stabilito norme ancora migliori per realizzare i nostri obiettivi finalizzati alla salvaguardia della stabilità finanziaria, promuovendo al contempo l’integrazione internazionale dei mercati finanziari dell’UE.”La comunicazione illustra l’approccio globale e i recenti miglioramenti legislativi dell’UE riguardanti le modalità con cui la Commissione concede l’equivalenza ai paesi terzi. Descrive, altresì, il modo in cui la Commissione e le autorità europee di vigilanza monitorano la situazione in detti paesi dopo l’adozione delle decisioni di equivalenza, per accertarsi che essi continuino a conseguire gli obiettivi UE e a preservare la stabilità finanziaria, la protezione degli investitori, l’integrità del mercato e la parità di condizioni nell’UE. Il documento della Commissione fornisce anche una panoramica di come le recenti modifiche al diritto dell’Unione abbiano rafforzato il quadro di equivalenza dell’UE, sia in termini di valutazioni iniziali che di monitoraggio ex post, in particolare attraverso il rafforzamento del ruolo delle autorità europee di vigilanza. Queste recenti modifiche legislative, come nel caso dei regolamenti modificati sulle autorità europee di vigilanza, rafforzano il ruolo di dette autorità per quanto riguarda il monitoraggio dei paesi terzi equivalenti.
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Trasparenza sui costi ex-post nei servizi finanziari
Posted by fidest press agency su martedì, 5 marzo 2019
La Consob ha finalmente pubblicato una presa di posizione chiara sulla questione della comunicazione dei costi ex-post nei servizi d’investimento.Ricordiamo la vicenda a favore di chi avesse perso le “puntate precedenti”.Dall’inizio dello scorso anno è pienamente in vigore una normativa la quale – per usare le parole della stessa Consob – “impone in modo incondizionato, chiaro ed esplicito, agli intermediari di fornire agli investitori, ex ante ed ex post, informazioni in forma aggregata su tutti i costi ed oneri connessi ai servizi prestati ed agli strumenti finanziari, per consentire al cliente di conoscere il costo totale ed il suo effetto complessivo sul rendimento.”Ciò che spaventa gli intermediari è dover comunicare con i rendiconti relativi all’anno 2018 i costi che gli investitori hanno effettivamente pagato (costi ex-post) poiché la quasi totalità degli investitori non è a conoscenza di quanto effettivamente stiano pagando. Le coincidenze temporali, poi, non aiutano anche perché nel 2018 la quasi totalità degli investitori vedrà un rendimento negativo. Mediamente gli investitori pagano circa il 2% (ovviamente chi paga molto di più, chi paga di meno) sul capitale investito nei prodotti finanziari comunemente distribuiti. Poiché nel 2018, la media dei fondi comuni d’investimento ha perso tra il 4 ed il 5%, non sarà gradevole per i clienti scoprire che circa la metà delle perdite che hanno subito sono dovute ai costi che non sapevano di sostenere per un servizio di cui non percepiscono minimamente l’utilità.Ad inizio 2018 gli intermediari si sono lamentati del fatto che non erano pronti ad applicare la normativa. In modo in parte implicito, in parte esplicito, hanno ottenuto una sorta di “chiusura di un occhio” da parte dell’ESMA (l’Autorità di Vigilanza Europea) la quale ha detto che per quanto riguarda la comunicazione dei costi ex-post nel 2017 potevano evitarlo (essendo la normativa entrata in vigore nel 2018), ma che avrebbero dovuto farla comunque ai clienti che chiedevano il rapporto.
In Italia, la Consob, fino ad oggi, ha chiuso entrambi gli occhi, dal momento che nel 2018 nessun intermediario ha fatto questa comunicazione ai clienti che hanno chiuso il rapporto.
Ad inizio del mese scorso viene pubblicato su articolo riporta un incontro tra le associazioni delle banche e degli intermediari finanziari (Abi, Assoreti, AssoSim ed Assogestioni) e la Consob nel quale le associazioni chiedevano dei chiarimenti su come fare questi rendiconti.Secondo le fonti giornalistiche, l’incontro avrebbe partorito l’idea di proporre un “tavolo di lavoro” con l’ESMA per ottenere questi chiarimenti.A seguito dello scandalo che questo articolo ha generato, finalmente, la Consob ha chiarito che la norma è pienamente in vigore ed è “chiara ed esplicita”.Siamo a Marzo è gli intermediari avrebbero già dovuto provvedere a fornire i rendiconti per l’anno scorso, ma evidentemente hanno il terrore della reazione dei clienti.Adesso che la Consob ha finalmente preso una posizione inequivoca, non resta che mettere gli intermediari davanti alle proprie responsabilità, mettendoli formalmente in mora Se non adempiranno in tempi ragionevoli, dovranno risarcire i danni! (Alessandro Pedone – Responsabile Aduc Tutela del Risparmio)
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Chi soddisferà i nuovi bisogni dei clienti dei Servizi Finanziari e ne coglierà i benefici?
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 gennaio 2018
NEW YORK NY e DAVOS, SVIZZERA Secondo la società di consulenza Oliver Wyman, le imprese tradizionali di servizi finanziari dovranno radicalmente aumentare la capacità di soddisfare i bisogni dei clienti per non rischiare di perdere, a favore delle Big Tech, una parte sempre più significativa dell’attenzione e della volontà di spesa dei propri clienti. Nonostante le più grandi imprese di servizi finanziari siano sul mercato, in media, da quasi 150 anni, in trent’anni i dieci leader della tecnologia di consumo hanno raggiunto una capitalizzazione di mercato media superiore di 2,3 volte a quella raggiunta dai leader globali della finanza.Il rapporto Oliver Wyman sullo stato dell’industria dei servizi finanziari 2018, intitolato The Customer Value Gap: Re-calculating Route, evidenzia come la sostanziale ripresa del settore dei servizi finanziari dopo dieci anni di crisi sia oggi percepita come a rischio di sostenibilità. Il principale motivo di preoccupazione è legato alla velocità e alle modalità con le quali i Big Tech stanno aumentando, nei settori che oggi presidiano, il valore generato per i propri clienti. “Le lezioni impartite dalle Big Tech negli ultimi dieci anni non riguardano solo l’acquisizione e la crescita dell’attenzione dei clienti, piuttosto rivelano la natura della competizione futura che esse imporranno” – afferma Rick Chavez, co-autore del rapporto e partner di Oliver Wyman. “Le basi della concorrenza si sono spostate da vendita di prodotti all’offerta di soluzioni dinamiche per i problemi più importanti dei clienti, con un continuo e veloce miglioramento dell’esperienza d’acquisto, che produce un circolo virtuoso di più clienti e più informazioni, che a loro volta consentono di migliorare il servizio e quindi la soddisfazione dei bisogni dei clienti”.Il 21mo rapporto annuale di Oliver Wyman ha analizzato il mercato del retail banking come caso di studio, per evidenziare il divario oggi esistente tra i bisogni espressi dai clienti di servizi finanziari e quanto oggi offerto dalle istituzioni finanziarie tradizionali. Oliver Wyman ha condotto una vasta ricerca, che comprende un’indagine sulla percezione del valore e sui bisogni finanziari non soddisfatti di circa 4.000 clienti retail residenti in USA, Regno Unito, Francia e Australia.
“Le società di servizi finanziari devono imparare a riconoscere e misurare l’effettivo valore creato per i clienti” – ha affermato Aaron Fine, partner di Oliver Wyman e co-autore del rapporto. “le istituzioni finanziarie si sono finora focalizzate su tre categorie di bisogni finanziari tradizionali, Finanziamento, Protezione e Accumulazione, sebbene nel vissuto dei clienti ve ne siano altri tre altrettanto ed anche più rilevanti: Produzione di reddito, Spesa e Trasferimento. La nostra indagine indica che queste categorie sono prioritarie nella lista dei bisogni attualmente più pressanti per la clientela retail. Nel caso degli Stati Uniti, se si potessero aiutare le famiglie a conseguire risparmi nelle proprie spese medie annue del 4%, ciò porterebbe alla creazione di 1.000 $ di valore annuo. Per ottenere lo stesso impatto dai servizi finanziari, attraverso un aumento dei rendimenti derivanti dai risparmi investiti o una riduzione degli interessi maturati su prestiti, sarebbe necessario aumentare i rendimenti di 33 volte o ridurre i costi finanziari del 15%. In pratica queste sono le aree in cui si scatenerà la competizione per la creazione di nuovo valore nei servizi finanziari”.
Dal rapporto si evince che all’avanguardia nel soddisfare questi bisogni finanziari sono le nuove aziende Big Tech. Ad esempio il rapporto calcola che dal 2010 negli USA è stato creato un trilione di $ in nuovo valore di Borsa nelle aree di finanziamento, risparmio e protezione, in maggioranza prodotto da banche, asset manager e assicurazioni. In parallelo un ulteriore trilione di $ in nuovo valore è da ricondurre a nuovi servizi focalizzati su spesa, produzione di reddito e trasferimenti, in massima parte riconducibile ad attività condotte da Big Tech. (market)
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Nel 2017 retribuzioni in crescita ma non per tutti
Posted by fidest press agency su martedì, 20 dicembre 2016
Per il 2017 è prevista una crescita media delle retribuzioni del 2,5%, un trend che accomuna dirigenti, middle management, tecnici e personale di funzioni di supporto. A beneficiare di questa crescita sarà però una fascia ristretta del management: se da una parte gli stipendi della fascia media sono sostanzialmente fermi, quelli per i ruoli executive e top management (dai Direttori Generali ai CEO) la crescita è al ritmo del 10% annuo. Il numero limitato dei soggetti coinvolti spiega la limitata incidenza sulla performance generale.
È’ quanto emerge dall’Osservatorio Willis Towers Watson sulle politiche retributive giunta quest’anno alla XX edizione, l’analisi ha riguardato 500 aziende, prevalentemente medio-grandi, appartenenti ai principali settori industriali e ai servizi e ai servizi finanziari. Il divario tra i tassi di crescita della popolazione Executive e le altre è dovuto principalmente alla riorganizzazione di molte aziende, che se pur hanno ripreso a investire sulle risorse umane per intercettare talenti per sviluppare una crescita internazionale, si espongono comunque solo verso quelle figure ritenute “chiave” perché in grado di fare davvero la differenza. Per tutte le altre, invece, non si registrano pressioni salariali.A livello di settori, quelli che promettono i maggiori aumenti retributivi sono i media (+2,9% annuo) e i professional services (+2,7%), mentre l’energy e la chimica si fermano intorno al 2% di progresso atteso.Edoardo Cesarini, Managing Director di Willis Towers Watson Italia, commenta: “La crescita nominale delle retribuzioni si attesta da qualche anno intorno al 2,5%, una tendenza legata anche ad un periodo inflazione 0 se non di vera e propria deflazione”.L’indagine evidenzia inoltre, come finalmente si stiano riducendo il gap tra i generi: fino a due anni fa gli uomini guadagnavano mediamente l’8% in più delle donne, mentre oggi la distanza si è quasi dimezzata. Si riscontra però che il 77% del management nelle aziende italiane è composto da uomini.Quanto ai livelli retributivi d’ingresso nel mondo del lavoro, la ricerca non evidenzia particolari differenze in base al titolo di studio. In effetti chi è in possesso di un master o di un dottorato guadagna mediamente 32mila euro lordi annui o poco meno, contro i 28-30mila di chi ha la laurea specialistica. Le strade tendono poi a divaricarsi negli anni, in base alla capacità di scalare posizioni.Le stesse dinamiche sono replicate anche in Francia, Spagna e UK; la Germania rimane un’eccezione, con una crescita nelle retribuzioni più sostenuta per tutti i livelli. In questi paesi emerge però un maggiore appiattimento delle retribuzioni di ingresso.A livello di retribuzione variabile, per i Middle e Senior Management, i bonus erogati sono pari al 90% dei risultati attesi, mentre la fascia Executive ha mediamente ottenuto più del target – il 110%; percentuali molto diverse rispetto a quanto riscontrato per Professional e Senior Professional: mediamente hanno ricevuto il 70-75% rispetto al target.Le retribuzioni nominali sono sostenute dalle negoziazioni contrattuali ma sono comunque allineate a quelle degli altri paesi Western Europe, quelle reali da un tasso di inflazione negativo; in ogni caso si ricorda che sino al 2013 la crescita media nominale era del 3%.Edoardo Cesarini, conclude: “Se nel 2015 avevamo notato qualche segnale di robusta crescita delle retribuzioni per alcuni ruoli e settori di nicchia, il 2016 sembra essersi riallineato agli anni immediatamente precedenti: anche le previsioni per il 2017, a fronte di un’inflazione marginalmente positiva, ci confermano una dinamica piuttosto piatta”. (foto: edoardo cesarini)
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Accenture e Avanade per il settore dei servizi finanziari
Posted by fidest press agency su venerdì, 29 aprile 2016
Accenture (NYSE:ACN) e Avanade annunciano il lancio di una nuova soluzione progettata per consentire alle società di servizi finanziari di offrire ai propri clienti un’esperienza digitale ancora più personalizzata. Sviluppata in collaborazione con Microsoft e basata su Microsoft Dynamics CRM, Accenture Customer Analytic Insights per Microsoft (ACAI), aiuta banche, compagnie assicurative ed aziende attive nei mercati finanziari a proporre ai propri clienti offerte più vantaggiose ed una esperienza davvero differenziata. Gli operatori del settore possono ora sfruttare le capacità di analisi predittiva di ACAI per proporre NBA (Next Best Action) ottimizzate, come ad esempio indicazioni su prodotti e servizi consigliati, personalizzati in base alle specifiche esigenze e alla storia individuale del cliente. La soluzione ACAI è il risultato dell’esperienza nei servizi finanziari acquisita da Accenture, Avanade e Microsoft attraverso la collaborazione con centinaia di aziende provenienti dal settore dei financial services.Con la crescita del digitale anche in questo mercato i clienti finali sono più disponibili a valutare alternative rispetto ai fornitori tradizionali. Questa situazione spinge le società di servizi finanziari a differenziare velocemente la propria offerta. Da uno studio condotto da Accenture emerge che entro il 2020 più del 30% del fatturato bancario potrebbe essere messo a rischio da nuovi competitor e nuove tendenze. Le organizzazioni tradizionali del settore devono pertanto individuare modi innovativi per fidelizzare la clientela e cogliere le opportunità di business. Ponendo un’enfasi sulla personalizzazione della proposta con soluzioni come ACAI, che prevedono un approccio proattivo e orientato al cliente, le organizzazioni possono diventare customer-centric e proattive, offrendo cioè ai clienti esattamente ciò di cui hanno bisogno, anziché prodotti e servizi definiti a priori.Sviluppata su Microsoft Dynamics CRM, ACAI combina tecnologie e innovative funzionalità di analisi in un’unica soluzione integrata per aiutare le organizzazioni del settore Finance a proporre la “next-business-action” (NBA) cioè la migliore opzione possibile per uno specifico cliente in quel determinato momento, in modo proattivo ed attraverso qualsiasi canale. Il Customer Analytics Record (CAR) di Accenture, frutto di decenni di esperienza nei financial services, offre una visione di insieme delle attività dei clienti in tutti i canali in un formato ottimizzato per favorire i processi decisionali in tempo reale. ACAI impiega al meglio le capacità di Machine Learning di Microsoft Azure per analizzare le attività dei clienti eseguendo modelli di analisi efficienti, in grado di prevederne il comportamento e proporre le NBA. Una nuova funzionalità di esecuzione delle NBA sviluppata da Avanade ne consente l’integrazione con tutti i sistemi e i canali di interazione, inclusi quelli customer service che utilizzano Microsoft Dynamics e quelli digitali.
“Le società di financial services innovative utilizzano l’analisi dei dati per ottenere una visione di insieme utile per prendere migliori decisioni di business e presentare ai clienti offerte più interessanti e personalizzate” afferma Piercarlo Gera, Distribution and Marketing Services Senior Managing Director di Accenture. “La soluzione Accenture Customer Analytic Insights per Microsoft unisce decenni di esperienza nel settore dei servizi finanziari con strumenti testati e avanzate funzionalità. La nuova soluzione consente alle società di offrire ai clienti esperienze e prodotti differenziati, migliorare il proprio vantaggio competitivo e contribuire alla crescita delle aziende”.“La partnership di Microsoft con Accenture e Avanade è solida e ACAI è la più recente innovazione nell’ambito del nostro costante impegno nel fornire agli istituti finanziari gli strumenti necessari per conseguire i propri obiettivi nel mondo digitale”, ha aggiunto Karen Cone, General Manager for Financial Services di Microsoft Corporation. “ACAI dimostra che la tecnologia Microsoft può favorire l’evoluzione delle società di servizi finanziari in organizzazioni più agili, più intelligenti e più orientate ai clienti”.
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Educazione finanziaria e servizi bancari
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 marzo 2010
Codroipo 18 marzo, alle ore 18 nella nuova Sala Convegni della Bcc di Basiliano, ingresso da Piazza Giardini, a Codroipo incontro informativo aperto alla cittadinanza promosso dal Credito Cooperativo del Fvg. Secondo appuntamento del percorso formativo che la Federazione regionale delle Bcc, in collaborazione con la Bcc di Basiliano, ha sviluppato a favore di un pubblico non specializzato in una logica di maggiore conoscenza e responsabilità nella gestione dei loro risparmi, l’incontro permetterà di approfondire le caratteristiche di prestiti bancari; credito responsabile e credito al consumo; iter e particolarità dei mutui; TAN e TAEG. Nata dal protocollo sottoscritto con l’Assessorato regionale all’istruzione, l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci Fvg) e l’Ufficio scolastico regionale, l’iniziativa parte dalla consapevolezza che la banca può svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’educazione finanziaria dei cittadini, diffondendo una cultura corretta della gestione dei risparmi e, più ampiamente, del rapporto con il denaro e con i servizi bancari in generale. Un ruolo auspicato in più occasioni anche dal Governatore della Banca d’Italia e dalla normativa sulla Vigilanza Bancaria, sostenitori d’iniziative di financial education, sviluppate a livello aziendale o in sede associativa, che consentano alla clientela di effettuare scelte più coerenti con le proprie esigenze. È diffusa la convinzione che clienti adeguatamente informati contribuiscono alla disciplina del mercato, incoraggiando la concorrenza e spingendo gli intermediari a offrire prodotti e servizi di migliore qualità.
Questi gli obiettivi del progetto “Capire l’Economia”, che si articola in un ciclo di incontri educativi e formativi sul territorio regionale rivolti a tutta la cittadinanza durante i quali interverranno gli esperti delle Bcc regionali. Alla fine del convegno seguirà un momento conviviale.
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Lezioni di educazione finanziaria
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 marzo 2010
Sono più di 14,5 mila i ragazzi dai 9 ai 19 anni che partecipano quest’anno alle proposte di alfabetizzazione finanziaria “Our Community”, “Io e l’economia” e “Banks in action”. Verso una scuola più concreta e vicina agli studenti e al mondo del lavoro, vince l’approccio didattico interattivo e divertente. Le innovazioni tecnologiche e di marketing proposte negli ultimi anni dall’industria dei servizi finanziari hanno avvicinato a questo mercato la fascia più giovane della popolazione. Ma la curiosità delle nuove generazioni verso questi argomenti si accompagna a una significativa e preoccupante asimmetria in materia di informazione. Gli stessi genitori, secondo uno studio di VISA, considerano oggi l’acquisizione di buone abilità di gestione finanziaria personale così importante al punto che viene dato più valore solo alla sicurezza personale. L’introduzione dell’educazione finanziaria a scuola oltre ad essere in linea con le più attuali politiche scolastiche mondiali rende più piacevole e motivante proprio lo studio di quelle materie – matematica ed economia aziendale – nelle quali i nostri studenti ottengono sempre scarsi risultati nelle diverse indagini e valutazioni europee. La didattica proposta da Junior Achievement Italia fatta di video-lezioni, simulazioni e business game anche online spinge gli studenti ad assumere un ruolo centrale nel loro percorso di apprendimento, potenzia le loro conoscenze, competenze e abilità e consente di trovare collegamenti stimolanti tra le proposte scolastiche e la vita reale. Dalla ricerca “Financial Literacy, a survey on JA-YE participants” (www.ja-ye.org) svolta su un campione di circa 3 mila ragazzi di 12 Paesi EU già raggiunti da programmi di finanza, il 79% ha dimostrato di aver acquisito una buona alfabetizzazione nelle nozioni riferite alle quattro macro aree reddito, gestione del denaro, risparmio e debito, il 73,6% ha apprezzato la modalità di insegnamento interattiva e dinamica per apprendere alcuni concetti e comportamenti cruciali per affrontare con la giusta consapevolezza le responsabilità del diventare adulti. I 2/3 degli intervistati confermano che questa è la didattica che vorrebbero sempre sperimentare a scuola. Junior Achievement Italia è la prima associazione nonprofit leader per la promozione dell’economia nella scuola. In collaborazione con aziende e istituzioni offre alle scuole, dalle primarie alle superiori, percorsi innovativi di educazione economica. Secondo la tipica pedagogia dell’imparare facendo, le classi che partecipano alle iniziative di JA sperimentano concretamente alcuni concetti di finanza personale, imprenditorialità, mercato del lavoro, etica degli affari, sostenibilità. La presenza di un esperto d’azienda in aula – manager volontario di una delle aziende partner dell’associazione – arricchisce le proposte didattiche trasferendo l’esperienza aziendale alla scuola.
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