A cura di Curt Organt, Portfolio Manager, T. Rowe Price US Smaller Companies Equity Strategy. Le tre questioni principali che hanno portato alla scomparsa di SVB e SBNY riguardano il grado di concentrazione della clientela, la percentuale di depositi non assicurati e la durata del portafoglio di attività. Tenendo conto di ciò, abbiamo “classificato” le banche del loro universo di copertura in base a questi fattori. La nostra analisi mostra che nessun’altra banca regionale, tra le quasi cento presenti, ha la stessa base di clienti altamente concentrata di SBNY (immobili a New York, depositi in criptovalute) e SVB (start-up di venture capital/tecnologia/scienze della vita). La maggior parte delle banche regionali ha depositi non assicurati compresi tra il 3% e il 20% dei depositi totali (rispetto al 90% circa di SBNY e SVB) e, cosa fondamentale, dispone della liquidità necessaria per far fronte ai prelievi in caso di necessità. A quest’ultimo proposito, tra tutte le banche analizzate, solo una ha registrato un deflusso di depositi superiore al 2% nella settimana immediatamente successiva alla scomparsa di SVB e SBNY. Infine, abbiamo sottoposto a stress test il capitale delle banche come se tutti i titoli fossero valutati al mercato – le grandi banche sono già tenute a farlo – in modo da applicare lo stesso standard alle controparti bancarie locali e regionali statunitensi più piccole. I nostri risultati mostrano che solo una piccola parte di esse avrebbe bisogno di aumentare il capitale. In questi casi, la sospensione dei riacquisti e dei dividendi è uno strumento per aiutare le banche che hanno bisogno di raggiungere questo obiettivo.Non sorprende che il nostro universo bancario statunitense abbia subito cambiamenti di rating, sia in termini di upgrade sia di downgrade, subito dopo i recenti crolli. Nel rivalutare il rischio e la ricompensa presentati dal settore bancario, abbiamo avuto l’opportunità di ridurre e aggiungere, come spesso accade quando un ampio settore del mercato si trova ad affrontare vendite indiscriminate. Continuiamo ad avere un’ampia esposizione alle banche statunitensi a piccola e media capitalizzazione. Questo approccio “a paniere” consente di ottenere un’esposizione diversificata a un sottoinsieme particolarmente interessante del mercato azionario statunitense. Nella porzione di mercato a media capitalizzazione non ci sono operatori nazionali. Le banche servono invece mercati più ristretti, magari alcuni Stati o addirittura alcune città all’interno di un singolo Stato. In questo settore, i nostri analisti selezionano le banche che offrono interessanti opportunità di mercato, come l’esposizione a città e Stati con una crescita demografica o commerciale superiore alla media. I recenti sviluppi hanno anche evidenziato che alcune banche regionali sono più a rischio a causa della loro esposizione a una specifica tipologia di clienti. Tuttavia, la nostra analisi suggerisce che poche altre banche regionali hanno basi di clienti altrettanto concentrate, né hanno clienti con percentuali così elevate di depositi non assicurati. Pertanto, la banca regionale americana “media” è meno vulnerabile alle forze che hanno portato al fallimento di SVB e SBNY. Tuttavia, siamo convinti che, in questa fase, poche banche regionali siano esposte a rischi di liquidità e di concentrazione così gravi come quelli di SVB e, da ultimo, di FRC. Di conseguenza, stiamo trovando opportunità interessanti laddove i titoli bancari di migliore qualità sono stati sopravvalutati rispetto ai loro rischi idiosincratici. Continuiamo a mantenere un’ampia esposizione alle banche statunitensi a piccola e media capitalizzazione, diversificando il rischio e il potenziale di rendimento offerti da questo interessante sottoinsieme del mercato azionario statunitense. By http://www.verinieassociati.com/
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Che ripercussioni hanno le tensioni nel settore bancario regionale sulle piccole imprese statunitensi?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 Maggio 2023
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Bitdefender presenta App Anomaly Detection per dispositivi mobili Android: il primo livello di protezione in tempo reale del settore
Posted by fidest press agency su sabato, 13 Maggio 2023
BUCHAREST, Romania e SANTA CLARA, California. Bitdefender, leader mondiale della sicurezza informatica, presenta oggi App Anomaly Detection, la prima app del settore di protezione in tempo reale basata sul comportamento, ora disponibile in Bitdefender Mobile Security per Android, che rileva continuamente comportamenti anomali e dannosi nelle applicazioni Android non appena emergono. Il numero di applicazioni Android dannose e compromesse disponibili per il download nei più diffusi app store continua a crescere, poiché i gruppi di criminali informatici sfruttano sempre più il modello del Malware as a Service (MaaS). La ricerca di Bitdefender ha identificato decine di applicazioni Android, per un totale di milioni di download dal Google Play Store solo nell’ultimo anno, che sono diventate dannose dopo l’installazione da parte degli utenti, alcune delle quali distribuiscono trojan bancari mobile che rubano le credenziali di accesso degli utenti. Descrizione generata automaticamenteBitdefender App Anomaly Detection è una nuova tecnologia integrata in Bitdefender Malware Scanner che fornisce un ulteriore livello di protezione, monitorando e rilevando continuamente qualsiasi comportamento dannoso e avvisando l’utente se rileva qualcosa di sospetto. Progettata per aiutare a salvaguardare i dati, le risorse finanziarie e le identità degli utenti mobili Android da applicazioni false o dannose, App Anomaly Detection protegge gli utenti da attacchi noti e sconosciuti (zero-day) che causano perdite finanziarie, acquisizione di account e frodi di identità. Altre soluzioni antimalware per Android, attualmente disponibili sul mercato, utilizzano un rilevamento basato sulle firme, che i criminali informatici potrebbero eludere progettando le loro applicazioni mobili in modo che attuino comportamenti dannosi solo quando sono soddisfatte determinate condizioni, o dopo un periodo di giorni o settimane dal primo download. Bitdefender App Anomaly Detection utilizza una combinazione di modelli di machine learning, scansione del comportamento in tempo reale, sistemi di reputazione e altri dati per monitorare continuamente e rilevare immediatamente il momento in cui un’applicazione si trasforma da benigna a dannosa. In questo modo, Bitdefender App Anomaly Detection protegge gli utenti anche quando hanno inconsapevolmente installato un’applicazione pericolosa che rimane inattiva per un certo periodo di tempo o un’applicazione apparentemente affidabile che interrompe la sua funzionalità per diventare dannosa, il tutto con un impatto minimo sulla durata della batteria.
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Green deal: ridurre le emissioni di metano del settore energetico
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 Maggio 2023
Il Parlamento europeo invita la Commissione a rendere il 2030 un obiettivo vincolante per la riduzione delle emissioni di metano nell’UE per tutti i settori interessati entro la fine del 2025. Inoltre, i Paesi UE dovrebbero fissare obiettivi nazionali di riduzione nell’ambito dei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima. Secondo la proposta, gli operatori dovranno presentare alle autorità nazionali competenti un programma di rilevamento e riparazione delle fuoriuscite di metano entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento. I deputati chiedono che le indagini di rilevamento e riparazione siano più frequenti rispetto alla proposta della Commissione. Inoltre, chiedono di rafforzare gli obblighi di riparazione delle fuoriuscite, e che tutti i componenti con fuoriuscite di metano siano riparati o sostituiti subito dopo la rilevazione della perdita, o al massimo cinque giorni dopo. Il Parlamento sostiene il divieto di rilascio e di combustione in torcia del metano dalle stazioni di drenaggio entro il 2025 e dai pozzi di ventilazione entro il 2027, garantendo la sicurezza dei lavoratori nelle miniere di carbone. Inoltre, obbliga i Paesi dell’UE a stabilire piani di mitigazione per le miniere di carbone abbandonate e i pozzi di petrolio e gas fossile inattivi. Poiché le importazioni rappresentano oltre l’80% del petrolio e del gas consumati nell’UE, i deputati vogliono che, a partire dal 2026, gli importatori di carbone, petrolio e gas siano obbligati a dimostrare che anche l’energia fossile importata soddisfa i requisiti del regolamento. Le importazioni da Paesi con requisiti simili per le emissioni di metano saranno esenti dall’obbligo.
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Il settore Healthcare e Life Science è solido
Posted by fidest press agency su mercoledì, 10 Maggio 2023
Nonostante il rallentamento globale delle operazioni di M&A, causato principalmente dall’incertezza macroeconomica e geopolitica che ha caratterizzato la seconda metà dello scorso anno, il settore Healthcare e Life Science ha confermato la propria solidità anche nel 2022. Negli scorsi 12 mesi, infatti, questo comparto ha messo a segno il secondo miglior anno di sempre, sia in termini di volume che di valore delle operazioni, a quota quasi 90 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 151 miliardi di dollari registrati nel 2021, ma comunque superiore di oltre 10 miliardi di dollari rispetto all’anno migliore precedente al 2021. Ecco cosa emerge dal 12° Report annuale Global Healthcare Private Equity and M&A di Bain & Company. Dalla ricerca emergono alcuni segmenti a cui guarderanno gli investitori con più interesse nel corso di quest’anno: Biofarmaceutica e Lifescience. Tra le 10 principali operazioni registrate lo scorso anno, 6 hanno riguardato il settore biofarmaceutico, gli strumenti per le scienze della vita e i servizi correlati. All’interno di questi segmenti, negli ultimi cinque anni sono state realizzate oltre 600 operazioni di buyout nel settore sanitario a livello globale. Nel 2023, la concorrenza per questi asset sarà forte e le valutazioni sono in rialzo, anche nell’attuale contesto macroeconomico. Il 2022 è stato un anno di rilevanza storica per l’intelligenza artificiale, che è esplosa soprattutto per il segmento imaging. Anche l’IT in ambito sanitario continua a registrare performance positive. Nonostante l’assistenza sanitaria abbia tradizionalmente speso poco in tecnologia, nel 2022 il volume delle acquisizioni di informatica sanitaria (HCIT) è stato il secondo più alto mai registrato. Nell’ambito dell’IT biofarmaceutico, si registra un interesse per le aziende che utilizzano questi strumenti a supporto della produttività del flusso di lavoro e ridurre la durata degli studi clinici. Per quanto riguarda l’Italia, afferma Di Filippo, “l’outlook è positivo per le aziende farmaceutiche del nostro Paese, che sono sempre più protagoniste anche nell’ambito M&A, come dimostrano i diversi deal registrati nel corso degli ultimi mesi. Tuttavia, rimangono alcune sfide cruciali per uscire vincitrici dal contesto di incertezza: continuo focus su innovazione e nuove tecnologie, messa in sicurezza della Supply Chain e continuo miglioramento dell’efficienza, posizionamento strategico (e non solo difensivo) in ambito ESG, pieno sfruttamento delle potenzialità legate al digitale ed evoluzione verso modelli sempre più focalizzati su medico e paziente”.
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RBC BlueBay – Diventare globali con l’high yield nonostante la crisi di fiducia del settore bancario
Posted by fidest press agency su sabato, 29 aprile 2023
A cura di Claudio Da Gama Rose, BlueBay Institutional Portfolio Manager, Global Leveraged Finance team, RBC BlueBay Asset Management. La volatilità indotta dalle turbolenze del settore bancario si è attenuata verso la fine di marzo e continua a farlo. I problemi che hanno portato al fallimento rispettivamente di SVB e Credit Suisse sono dipesi da fattori specifici e riteniamo che, a differenza del 2008, non ci sia motivo di temere ripercussioni più ampie sul settore bancario globale. Tuttavia, gli standard per i prestiti continueranno ad inasprirsi, portando a condizioni finanziarie più restrittive. È probabile che, nel corso dell’anno, ciò agisca da freno sull’attività economica e, al momento, ci aspettiamo una recessione relativamente lieve su entrambe le sponde dell’Atlantico.Marzo è stato un mese ricco di eventi, con oscillazioni molto importanti dei prezzi sui mercati finanziari, sia per quanto riguarda i tassi sia per quanto riguarda il credito, con la fiducia del mercato intaccata dalle corse agli sportelli sia in Europa sia negli Stati Uniti.Nonostante ciò, il contesto operativo per le banche europee è buono come negli ultimi 15 anni e l’aumento dei tassi sta migliorando i margini di interesse netti e incrementando la redditività delle banche. Da questo punto di vista, riteniamo si possa mantenere una visione costruttiva sulle banche e sulle emissioni di debito subordinato, che offrono un valore interessante. Intanto, Moody’s sta diventando sempre più pessimista sulle insolvenze a causa dello stress del settore bancario, dell’ulteriore inasprimento delle condizioni di prestito e dell’indebolimento dei tassi di crescita di Stati Uniti ed Europa. Diventare globali con l’high yield Nonostante gli spread high yield globali si siano ampliati di 47 punti base, l’enorme rally dei tassi front-end e gli effetti positivi sul reddito hanno contribuito a mantenere il rendimento del benchmark dei mercati high yield globali in territorio positivo (+0,62% a marzo). Il contesto di rendimento positivo registrato nel primo trimestre dimostra i vantaggi dell’investimento in una asset class high yield. L’high yield globale, quindi, può offrire rendimenti positivi nonostante l’aumento dello stress creditizio e l’indebolimento dei tassi di crescita. La qualità iniziale dei fondamentali e i forti fattori tecnici portano a ritenere che, quest’anno, l’asset class possa continuare a rimbalzare.
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RBC BlueBay – Diventare globali con l’high yield nonostante la crisi di fiducia del settore bancario
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 aprile 2023
A cura di Claudio Da Gama Rose, BlueBay Institutional Portfolio Manager, Global Leveraged Finance team, RBC BlueBay Asset Management. La volatilità indotta dalle turbolenze del settore bancario si è attenuata verso la fine di marzo e continua a farlo. I problemi che hanno portato al fallimento rispettivamente di SVB e Credit Suisse sono dipesi da fattori specifici e riteniamo che, a differenza del 2008, non ci sia motivo di temere ripercussioni più ampie sul settore bancario globale. Tuttavia, gli standard per i prestiti continueranno ad inasprirsi, portando a condizioni finanziarie più restrittive. È probabile che, nel corso dell’anno, ciò agisca da freno sull’attività economica e, al momento, ci aspettiamo una recessione relativamente lieve su entrambe le sponde dell’Atlantico.Marzo è stato un mese ricco di eventi, con oscillazioni molto importanti dei prezzi sui mercati finanziari, sia per quanto riguarda i tassi sia per quanto riguarda il credito, con la fiducia del mercato intaccata dalle corse agli sportelli sia in Europa sia negli Stati Uniti.Nonostante ciò, il contesto operativo per le banche europee è buono come negli ultimi 15 anni e l’aumento dei tassi sta migliorando i margini di interesse netti e incrementando la redditività delle banche. Da questo punto di vista, riteniamo si possa mantenere una visione costruttiva sulle banche e sulle emissioni di debito subordinato, che offrono un valore interessante. Intanto, Moody’s sta diventando sempre più pessimista sulle insolvenze a causa dello stress del settore bancario, dell’ulteriore inasprimento delle condizioni di prestito e dell’indebolimento dei tassi di crescita di Stati Uniti ed Europa. Diventare globali con l’high yield Nonostante gli spread high yield globali si siano ampliati di 47 punti base, l’enorme rally dei tassi front-end e gli effetti positivi sul reddito hanno contribuito a mantenere il rendimento del benchmark dei mercati high yield globali in territorio positivo (+0,62% a marzo). Il contesto di rendimento positivo registrato nel primo trimestre dimostra i vantaggi dell’investimento in una asset class high yield. L’high yield globale, quindi, può offrire rendimenti positivi nonostante l’aumento dello stress creditizio e l’indebolimento dei tassi di crescita. La qualità iniziale dei fondamentali e i forti fattori tecnici portano a ritenere che, quest’anno, l’asset class possa continuare a rimbalzare.
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Criticità del terzo settore socio-sanitario
Posted by fidest press agency su domenica, 9 aprile 2023
Intervenire per risolvere le criticità che attanagliano il terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo dove alle difficoltà strutturali connesse alla carenza di manodopera e all’elevato turnover si affianca lo stallo in cui versano le trattative di rinnovo dei contratti nazionali, connotate dall’atteggiamento dilatorio di alcune associazioni datoriali, mentre si assiste in misura crescente a fenomeni di dumping sociale, salariale e contrattuale. E’ quanto ribadito dalle organizzazioni sindacali di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uiltucs ricevute dal Senatore Francesco Zaffini, Presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità, presente al flash mob organizzato durante il Convegno sul DDL Anziani svoltosi il 16 marzo scorso presso la Sala Capitolare del Senato. Nel corso dell’incontro i rappresentanti sindacali hanno riferito quanto avvenuto durante la trattativa per il rinnovo del Ccnl Anaste, che ha sottoscritto un contratto al ribasso con organizzazioni sindacali non rappresentative, di fatto interrompendo una trattativa che durava da 18 mesi. Tra i principali punti per i quali le organizzazioni sindacali confederali non hanno sottoscritto il rinnovo contrattuale: il trattamento di malattia, decurtato per i primi tre giorni; la facoltà di licenziare il lavoratore essendo previsto un periodo di comporto di soli 140 giorni in 3 anni; sulla parte economica tabellari disallineati con gli altri Ccnl di settore 2020/2022 rinnovati o in fase di rinnovo, determinando un notevole dumping salariale. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fisascat Cisl e Uiltucs continueranno la loro azione di mobilitazione e metteranno in campo tutte le iniziative per tutelare la dignità del lavoro e la valorizzazione economica e professionale di chi opera nel settore socio-sanitario-assistenziale.
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Capital Group: 5 tendenze che guideranno il settore energetico nel 2023
Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023
A cura di Darren Peers, Analista degli investimenti azionari di Capital Group. Storicamente, la traiettoria dei prezzi del petrolio ha rappresentato un buon indicatore delle prospettive per il settore, in quanto il prezzo ha un impatto diretto sui profitti di molte società. Tuttavia, finora nel 2023, sembrano esserci alcune deviazioni da questa comprovata correlazione. Infatti, i prezzi del petrolio hanno avuto un percorso tumultuoso lo scorso anno, di recente tornando quasi al punto di partenza del 2022. Per contro, i titoli energetici continuano a mantenere i loro guadagni. Siamo convinti di essere agli inizi di una fase rialzista pluriennale per i titoli petroliferi. Questo non significa che il settore energetico, guidato dai titoli petroliferi, si sposterà in linea retta. Il business model del settore si è ampiamente concentrato sull’elevata crescita e sul reinvestimento della produzione, focalizzandosi su distribuzioni di dividendi più elevate e più disciplina in termini di capitale. Questo è stato uno dei maggiori cambiamenti che abbiamo osservato nel corso della nostra vita. E questa tendenza sembra destinata a continuare. L’Inflation Reduction Act del 2022 è un punto di riferimento legislativo. Il disegno di legge destina 369 miliardi di dollari USA di finanziamenti federali a incentivi fiscali, prestiti e sussidi al consumo e commerciali per l’energia pulita che hanno il potenziale per rendere il profilo di rendimento più interessante per gli investimenti in aree quali il sequestro di carbonio e lo sviluppo di infrastrutture a idrogeno pulito. Nel prossimo decennio, la normativa potrebbe contribuire a scatenare un’ondata di spese in conto capitale. Le società del petrolio e del gas, oltre ai produttori di prodotti chimici e auto, sono solo alcuni dei potenziali beneficiari. Solo alcuni dei colossi statunitensi hanno in corso progetti scalabili a basse emissioni di carbonio, ma le sovvenzioni dell’Inflation Reduction Act dovrebbero avvicinarne anche altri.Le società del petrolio e del gas, indipendentemente dalla regione, cercano nuovi modi per ridurre le emissioni nelle proprie attività. Uno dei fattori chiave di questo cambiamento di comportamento è la proliferazione di obiettivi di neutralità carbonica, in cui la quantità di emissioni di gas serra prodotte dall’uomo è bilanciata da una pari riduzione. Le società europee nel settore del petrolio e del gas stanno cercando proattivamente di sostituire le proprie attività nel settore dei combustibili fossili, mentre le società statunitensi si concentrano principalmente su come rimuovere le emissioni di carbonio dalle attività esistenti. Stanno sfruttando tattiche come il sequestro di carbonio, in cui l’anidride carbonica viene rimossa dall’atmosfera e mantenuta in forma solida o liquida, invece di cercare di diversificare il proprio mix energetico. Come le controparti statunitensi, le società europee sono incentivate da nuove normative. Il piano REPowerEU, adottato dalla Commissione europea a marzo 2022, destina circa € 210 miliardi di nuovi investimenti verso il settore dell’energia pulita nell’Unione europea. Il progetto di legge finanzia nuove partnership energetiche con fornitori di gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, nonché progetti a idrogeno pulito e costruzioni a energia solare ed eolica. È opinione piuttosto diffusa che i costi di produzione delle sabbie bituminose canadesi, situate nella regione dell’Alberta, siano elevati. Ma i fatti stanno cambiando. Negli ultimi due decenni, il costo della produzione petrolifera è diminuito. La natura a lunga durata e a basso declino di questi attivi indica che l’intensità di capitale necessaria a mantenere le operazioni è relativamente bassa rispetto alle controparti statunitensi e consente un’elevata generazione di flussi di cassa liberi, ossia un cash flow superiore alle spese operative e di capitale della società. Inoltre, i titoli canadesi relativi alle sabbie bituminose sono spesso scambiati a sconti di valutazione rispetto al gruppo di riferimento statunitense per l’esplorazione e la produzione, in parte a causa dei timori a livello ambientale e dell’elevata intensità di carbonio della produzione al barile. I team di gestione di alcuni giganti petroliferi statunitensi ed europei stanno operando con la più forte disciplina in termini di capitale osservata negli ultimi decenni e i dividendi offrono una certa protezione agli investitori, anche se i prezzi del petrolio sono scesi rispetto ai livelli attuali. In base alle valutazioni, i colossi europei effettuano negoziazioni a uno sconto più ampio del solito rispetto alle controparti statunitensi sui multipli prezzo-utile, nonostante caratteristiche aziendali molto simili. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Cosa si prospetta adesso per il settore bancario?
Posted by fidest press agency su lunedì, 3 aprile 2023
A cura di William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments.La fiducia, che sta alla base di un sistema finanziario ben funzionante, è stata messa a dura prova all’inizio di marzo, quando le notizie di alcuni fallimenti bancari e gli interrogativi sulla liquidità hanno messo in allarme depositanti e investitori. Nell’odierna era digitale/mobile è relativamente facile trasferire fondi verso una grande banca d’affari e, nel contesto attuale, molti depositanti e Chief Financial Officer (CFO) ritengono questi istituti meno rischiosi; nel breve periodo ci aspettiamo un possibile spostamento di depositi dalle banche regionali verso istituti di maggiori dimensioni. Il governo degli Stati Uniti non vede di buon occhio le istituzioni finanziarie “troppo grandi per fallire” (“too big to fail”), ma il mercato sta andando ora in quella direzione e le grandi banche sembrano destinate a crescere ulteriormente. Questo non significa, però, che per questi istituti sia tutto rose e fiori: se da un lato possono fare incetta di depositi, dall’altro sono infatti chiamati a finanziare l’assicurazione di tali depositi. Nel 2018 il Congresso ha esentato le banche di minori dimensioni dal controllo normativo che ancora pesa sui grandi istituti bancari, come gli stress test condotti ogni anno dalla Fed nel quadro della Comprehensive Capital Analysis and Review (CCAR). Ci aspettiamo che questi controlli vengano oggi reintrodotti.Gli stress test, che valutano la capacità di una banca di sopportare perdite di importo ingente, saranno probabilmente applicati anche alle banche regionali, in quanto le autorità di regolamentazione hanno riconosciuto che anche gli istituti di dimensioni più ridotte sono potenzialmente in grado di destabilizzare il settore finanziario. L’aumento della regolamentazione accresce di fatto i costi delle banche regionali e, anche se queste norme saranno applicate gradualmente nell’arco di alcuni anni per dare agli istituti il tempo sufficiente per adeguarsi, la stretta normativa ridurrà probabilmente la redditività e forse le valutazioni delle azioni bancarie, pur rassicurando gli investitori.Il reddito netto da interessi (NII) è pari alla differenza tra gli interessi attivi percepiti da una banca sui prestiti e gli interessi passivi che versa sui depositi. L’NII determina la redditività di un istituto bancario. L’aumento dei tassi ha permesso alle banche di incrementare l’NII realizzando maggiori rendimenti sui prestiti e pagando ai detentori di depositi meno interessi sui loro conti di risparmio. Durante la grande crisi finanziaria, uno strumento comunemente utilizzato dalle autorità di regolamentazione nel quadro delle risoluzioni bancarie è stato quello di trovare un acquirente (ossia una banca solida) disposto a rilevare l’istituto in difficoltà. Vi sono quattro motivi per cui oggi la Fed non può ricorrere a questa soluzione. In primo luogo, durante la grande crisi finanziaria, le banche intervenute a salvare gli istituti in crisi si sono trovate successivamente soggette a un intenso controllo normativo, senza che le concessioni accordate nella foga delle trattative venissero rispettate.In secondo luogo, in base ai principi contabili attualmente vigenti, l’acquirente deve valutare i prestiti, i titoli e i depositi della banca acquisita, cioè il suo bilancio, al valore di mercato. Dato che tutti i prestiti e i titoli sono stati originati o acquistati a tassi più bassi, la valutazione “mark to market” comporterebbe una serie di perdite per l’acquirente, con ricadute negative sui suoi coefficienti patrimoniali. Gli acquirenti vorrebbero che ciò si riflettesse nel prezzo di acquisizione (che dovrebbe quindi essere basso), scoraggiando il venditore e alimentando il sentiment negativo riguardo al valore delle azioni bancarie. In terzo luogo, per le grandi banche è vietato aumentare ulteriormente le proprie dimensioni tramite acquisizioni, salvo espressa autorizzazione delle autorità di regolamentazione.Infine, l’attuale crisi è dovuta alla fuga improvvisa di un gran numero di depositanti dalle banche, spesso attraverso l’online banking e le app mobili. A causa di questo fenomeno, è molto difficile per le autorità radunare i possibili acquirenti e fornire loro i dati necessari per prendere tempestivamente e fiduciosamente una decisione ben informata. È improbabile, dunque, che si possa salvare una banca sotto pressione attraverso il consolidamento. (abstract by http://www.columbiathreadneedle.it )
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La crisi del settore bancario
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 marzo 2023
La scorsa settimana le montagne russe dei mercati finanziari sono state dominate dalle preoccupazioni per il settore bancario, dopo il fallimento di due banche negli Stati Uniti e l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Ci interessa valutare ora le implicazioni di questo scenario per i tassi di interesse e i mercati finanziari.Le preoccupazioni negli Stati Uniti riguardano le banche americane di piccole e medie dimensioni, che sono state regolamentate in modo più blando rispetto alle controparti più grandi e offrono tassi di deposito non competitivi con i fondi del mercato monetario. La fuoriuscita dei depositi si è trasformata in un’alluvione e questo aggraverà la contrazione del credito, un processo già in atto ben prima dello scoppio dell’ultima crisi. Il credito alle imprese più piccole e, in generale, al settore commerciale immobiliare ne risentirà: è doloroso, ma fa parte del processo di trasmissione monetaria. L’irrigidimento delle condizioni di credito implicherà che la Federal Reserve non dovrà probabilmente alzare i tassi ufficiali più di tanto. Infatti, i mercati si aspettano forti tagli dei tassi prima della fine dell’anno e prevedono che inizino presto.In Europa lo squilibrio normativo è assente e non si è verificato lo stesso deflusso di massa di depositi. Le banche sono generalmente ben capitalizzate e molte banche europee stanno restituendo il capitale agli azionisti. Sembra che Credit Suisse sia un caso isolato. Lo stesso vale per le banche del Regno Unito e, sebbene le condizioni di credito si stiano restringendo in Europa, il ritmo è più graduale rispetto agli Stati Uniti.I dati economici sono stati oscurati dalla crisi bancaria, ma i numeri più recenti sono stati forti. Gli indici dei responsabili degli acquisti pubblicati per l’Europa e gli Stati Uniti mostrano un’impennata dell’attività dei servizi, sebbene il settore manifatturiero sia risultato più debole. Il settore manifatturiero è importante per il mercato azionario, ma i servizi contano molto di più per l’economia generale e, in particolar modo, per l’occupazione. E questo è ciò che conta per la politica monetaria. Senza la crisi bancaria, questi ultimi dati avrebbero rilanciato la prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.Riteniamo che la crisi del credito negli Stati Uniti abbia ora avvicinato la recessione, sebbene l’economia sembrasse più forte prima della crisi. Mentre in Europa, il calo dei prezzi del gas naturale ha portato sollievo a consumatori, aziende e governi. Alla luce dell’attuale contesto, preferiamo gli asset di rischio in Europa, sebbene l’azionario nel suo complesso potrebbe presentare delle difficoltà. Mentre l’euro potrebbe rafforzarsi rispetto al dollaro. Infine, le obbligazioni rimangono interessanti, nonostante il recente rally.
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Il settore medico in Svizzera e altrove nel mondo
Posted by fidest press agency su domenica, 26 marzo 2023
Nel 2022 si contavano sul suolo elvetico 40.000 medici in attività, in aumento del 2% (+780 persone) rispetto al 2021. Una crescita dovuta principalmente all’incremento del numero di dottoresse, la cui percentuale è passata dal 37,5% nel 2012 al 45,7% lo scorso anno. Tra le professioniste e i professionisti attivi sul territorio elvetico, il 39,5% ha ottenuto il diploma all’estero. Complici le condizioni salariali che in Svizzera sono più vantaggiose rispetto ad altri Paesi, delle 15.783 persone che lavorano nella Confederazione, solo la percentuale di chi ha conseguito la laurea in Germania (il 38,6%) è superiore a quella di chi l’ha ottenuta in Italia (23%). Seguono l’Austria con il 10,2%, la Francia con il 7,6%, la Grecia con il 4,3%. Gli altri Paesi, rappresentano il 26,3%. A livello globale, la Svizzera si trova al secondo posto della classifica di Stati che maggiormente dipendono dall’estero per coprire il proprio fabbisogno di dottori e dottoresse. Il primato è detenuto da Israele, con il 57,8%. Seguono la Svizzera (39,5%), l’Inghilterra (31,9%) e la Svezia (29,4%). Le donne rappresentano dal canto loro una presenza sempre più marcata, anche se per una perfetta parità c’è ancora un po’ di strada da fare: le professioniste sono il 43,6% contro il 56,4% di colleghi uomini. A livello di responsabilità, più si sale sulla scala gerarchica, più i posti sono ricoperti da uomini. Una tendenza che sta lentamente cambiando. In Francia così come in Italia o Germania, moltissimi infermieri preferiscono venire a lavorare in Svizzera, sottostando a condizioni contrattuali migliori di quelle che avrebbero in patria. “Continua la nostra ricerca sui #deserti_sanitari_europei in Italia ,Europa e nel mondo. Ecco le statistiche in svizzera che confermano che alcuni paesi sono più avanti nella programmazione e prevenzione del fenomeno carenza medici e infermieri che sono ormai mondiali ,in questi anni e da più di 15 anni denunciamo la carenza di medici specialisti e infermieri in Italia e nel mondo ,i deserti sanitari europei causando direttamente ed indirettamente deserti sanitari nei paesi poveri ,in Africa ,paesi arabi ,India ,Asia ,Sud America ,Pakistan visto che i loro professionisti della sanità locali cercano soluzioni migliori e con salari più alti. Urge una soluzione Globale come la questione dell’immigrazione e no a soluzioni fai da te e momentanei ,urgono soluzioni mondiali e collettive altrimenti i paesi ricchi assorbono tutti i professionisti della sanità dei paesi poveri, a parte i paesi che non programmano nessuna soluzione da 15 anni e anzi penalizzano gli investimenti in sanità.” Cosi dichiara Foad Aodi , Presidente Amsi (associazione medici di origine straniera in Italia ) e UMEM( Unione medica euromediterranea) e membro Commissione Salute Globale Fnomceo e annuncia le nostre statistiche in Europa ci sono più di 650 mila medici di origine straniera di cui 150 mila mobili durante per loro attività professionale. Fonte: http://www.unitiperunire.org
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Schroders – Crisi, quale crisi? La Fed alza i tassi nonostante lo stress del settore bancario
Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023
A cura di Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders. Nel corso dell’ultima riunione, la Federal Reserve ha alzato il tasso di riferimento dei Fed fund di 25 punti base, portandolo al 5% nel suo limite superiore. La mossa arriva dopo una settimana tumultuosa in cui le aspettative di rialzo dei tassi in vista di questo meeting sono passate da un rialzo di 50 punti base dopo la testimonianza del presidente Powell al Congresso, ad una probabilità del 50% di un rialzo di 25 pb.Durante la conferenza stampa, il presidente Powell ha sottolineato le azioni intraprese dalla Fed, dal Tesoro e dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) per sostenere il sistema bancario e garantire un’adeguata liquidità. Tuttavia, la decisione di continuare ad aumentare i tassi non ha ignorato la situazione del settore bancario. La dichiarazione della Fed ha rilevato che le condizioni del credito nell’economia sarebbero state inasprite dai recenti eventi e la forward guidance è stata ammorbidita, dicendo che potrebbe essere necessario un “ulteriore irrigidimento” della politica invece di un “proseguimento dell’aumento dei tassi”.La Fed era chiaramente in difficoltà su come reagire. Se avesse enfatizzato l’impatto delle banche sull’economia e non avesse proceduto a un rialzo, avrebbe potuto alimentare il timore che la situazione fosse peggiore di quanto temuto dall’opinione pubblica e dai mercati. Gli investitori si sarebbero chiesti: cosa sa la Fed che noi non sappiamo? Questo avrebbe potuto portare a un ulteriore ritiro dei depositi, a un maggiore intervento delle autorità e a un inasprimento ancora maggiore delle condizioni di credito. Se fosse andata avanti con un rialzo di 50 punti base, ci sarebbe stato il rischio di esagerare e di essere accusati di aver aggravato la situazione e innescato una recessione. La Fed ha invece scelto una via di mezzo e Powell ha sottolineato di ritenere il settore bancario sano e ben capitalizzato, pur rilevando che l’impatto complessivo sull’economia non è noto.Le proiezioni dei futuri tassi d’interesse (dot plot), ampiamente seguite, sono scese solo di 25 punti base. Sia il FOMC che i mercati prevedono un ulteriore rialzo a maggio, ma sul futuro le view sono diverse: i membri del FOMC prevedono tassi fermi fino al 2024, mentre il mercato si aspetta un taglio di 50 punti base entro la fine di quest’anno. Noi concordiamo con le prospettive del mercato, poiché ci aspettiamo che il rallentamento prenda piede e costringa la Fed a intervenire nel corso dell’anno. La crisi bancaria è un segno che la politica di restrizione sta mordendo e che, a nostro avviso, domerà l’inflazione una volta che gli effetti ritardati si saranno manifestati.
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PGIM Fixed Income: I messaggi contrastanti sul settore bancario insidiano la svolta dovish della Fed
Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023
A cura di Daleep Singh, Chief Global Economist, PGIM Fixed Income. L’esito della riunione del FOMC di mercoledì ha rispettato le nostre aspettative (e quelle del mercato) di un rialzo dovish, anche se permangono più domande che risposte. La parte meno sorprendente del meeting è stata il segnale di prudenza che ha accompagnato il rialzo dei tassi di 25 punti base verso un target del 4,75-5,00%: la Fed ha ammorbidito le proprie indicazioni su ulteriori rialzi dei tassi – si è passati dal dichiarare “aumenti costanti dei tassi saranno appropriati” a “potrebbe essere necessario un ulteriore irrigidimento della politica monetaria”. Inoltre, il tasso di picco previsto dalle proiezioni del FOMC è stato lasciato invariato al 5,25%, segnalando che la fine della campagna di rialzo dei tassi è ormai alle porte; il presidente della Fed Powell ha riconosciuto che, in occasione di quest’ultima riunione, è stata valutata l’ipotesi di una pausa. La dichiarazione ha anche chiarito, con una particolare enfasi da parte del presidente Powell durante la conferenza stampa, che lo stress del settore bancario peserà sulla crescita, sul mercato del lavoro e sull’inflazione – in sostanza, un pretesto per ulteriori rialzi dei tassi.Tuttavia, discutendo i recenti sviluppi del settore bancario, non possiamo fare a meno di rimanere perplessi di fronte alla continua enfasi del Presidente della Fed Powell sul fatto che “tutti i correntisti sono al sicuro” quando, quasi nello stesso momento, il Segretario al Tesoro Yellen ha dichiarato al Congresso che l’assicurazione sui depositi senza massimale “non è qualcosa che abbiamo preso in considerazione”. Senza una chiara copertura governativa per i correntisti non assicurati delle banche di medie dimensioni (oltre il 40% del totale delle banche di medie dimensioni nel quarto trimestre del 2022), la probabilità che le tensioni continuino e si intensifichino rimane elevata. In effetti, come ha riconosciuto il presidente Powell, l’entità e la persistenza dello shock del settore bancario sull’economia reale rimangono molto incerte, mettendo in dubbio la convinzione che non saranno necessari tagli dei tassi per quest’anno. La nostra previsione rimane che il rialzo odierno sarà probabilmente l’ultimo di questo ciclo e che la coda lunga dell’attuale shock del settore bancario costringerà la Fed a tagli dei tassi di 50-75 punti base entro fine anno.Sebbene i mercati siano stati inizialmente sostenuti dall’inclusione dei rischi di ribasso nella valutazione del presidente Powell, compresi i suoi tentativi di rassicurare i correntisti, l’ottimismo è venuto meno con il discorso al Senato del Segretario al Tesoro e l’esclusione, avvenuta quasi in contemporanea, di potenziali e ampie garanzie sui depositi. Dopo che sono state svelate le difficoltà delle banche regionali, i titoli azionari hanno subito un ampio calo e gli spread creditizi si sono ampliati.Tutte queste cattive notizie, tuttavia, non sono state altro che buone notizie per il mercato dei Treasury. Mentre i rendimenti sono scesi lungo tutta la curva, l’attenzione della Fed per il sostegno alla crescita e l’affievolimento dell’attenzione per la lotta all’inflazione, almeno per il momento, hanno portato a un irripidimento della curva, in quanto i tassi a breve sono scesi più di quelli a lunga scadenza.In prospettiva, i movimenti del mercato saranno logicamente guidati dai dati e dagli eventi. Se i numeri della crescita e dell’inflazione dovessero risultare elevati e forti, i mercati del rischio probabilmente ne risentiranno, poiché il margine di manovra della Fed per combattere lo stress bancario con condizioni più favorevoli sarebbe limitato. Al contrario, una moderazione della crescita e dell’inflazione – che sembra probabile visto l’inasprimento delle condizioni del credito – dovrebbe mantenere viva la speranza di una fine dei rialzi dei tassi della banca centrale e guadagnare tempo per la stabilizzazione del settore bancario.
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Schroders – Settore bancario: esiste un rischio contagio?
Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023
A cura di Justin Bisseker, European Banks Analyst e Jonathan Harris, Global Credit Investment Director, Schroders. Il crollo di Silicon Valley Bank, istituto di credito statunitense, è stato seguito, una settimana dopo, dalla notizia dell’acquisizione da parte di UBS di Credit Suisse. Entrambi gli annunci hanno causato turbolenze nei prezzi delle azioni del settore bancario. Tuttavia, le due banche si sono trovate in difficoltà per motivi in gran parte diversi.I problemi di Silicon Valley Bank derivavano da una base di clienti dominata da start-up tecnologiche, i cui depositi erano investiti dalla banca in Treasury Usa e titoli simili. Con il forte aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, il valore di questi titoli è sceso. Allo stesso tempo, l’aumento dei tassi d’interesse ha provocato l’esaurimento dei finanziamenti alle start-up, che hanno iniziato a ritirare i depositi da SVB. Il prezzo delle azioni di Credit Suisse, invece, è stato in diminuzione negli ultimi due anni. Ciò è dovuto in gran parte all’impatto dei fallimenti nella gestione del rischio, come l’esposizione della banca ad Archegos Capital Management, fallita nel 2021. A ottobre 2022 Credit Suisse ha annunciato un nuovo piano di rilancio, che però è stato considerato dal mercato non sufficientemente aggressivo. Questo, insieme alla pressione sul prezzo delle azioni per un aumento di capitale di 4 miliardi di franchi svizzeri, ha provocato un significativo deflusso di depositi dalla banca. Durante lo scorso fine settimana, UBS ha annunciato l’acquisizione di Credit Suisse, i cui azionisti riceveranno 3 miliardi di franchi svizzeri in azioni di UBS. Le autorità di regolamentazione hanno convinto UBS a concludere l’accordo per preservare la stabilità finanziaria. L’alternativa sarebbe stata il disordine, con un calo ancora più marcato del prezzo delle azioni di Credit Suisse e implicazioni negative per la percezione globale della stabilità del sistema bancario svizzero.Il settore bancario è davvero un gioco di fiducia. Non c’è banca al mondo che possa sopravvivere se ogni singolo depositante ritira il proprio denaro. È per questo che una buona regolamentazione e la prudenza sono fondamentali.È politicamente inaccettabile che i depositanti perdano denaro. Bisogna quindi essere sicuri di avere un sistema che funzioni, in cui non perdano denaro e in cui il governo non debba intervenire.Per il settore paneuropeo in generale, questo accordo dovrebbe eliminare il rischio di un’implosione disordinata di Credit Suisse. Si tratta di un fatto positivo per le banche. Credit Suisse è stato un caso isolato nel settore bancario europeo e non c’è alcuna possibilità che la situazione si trasmetta ad altre banche.Inoltre, la situazione che il settore bancario si trova ad affrontare è molto diversa e molto meno grave di quella della crisi finanziaria del 2008. Le banche sono molto più conservative, il capitale è molto superiore rispetto a quello del 2008, la liquidità è strettamente regolamentata e le banche centrali sono in una posizione migliore per rispondere, data l’esperienza maturata dal 2008.Una parte interessante dell’operazione di salvataggio del Credit Suisse è che, mentre gli azionisti riceveranno 3 miliardi di franchi svizzeri in azioni di UBS, il valore di 16 miliardi di franchi svizzeri di obbligazioni Additional Tier 1 (AT1) verrà azzerato.Le obbligazioni AT1 sono un tipo di debito bancario concepito per sopportare le perdite durante una crisi come quella attuale. Tuttavia, l’aspettativa era che gli azionisti subissero le perdite prima dei detentori di obbligazioni AT1. In effetti, la normativa svizzera è stata modificata per rendere possibile l’imposizione di una perdita totale ai detentori del debito AT1 di Credit Suisse, al fine di portare a termine l’operazione, nonostante il debito AT1 sia di grado superiore rispetto alle azioni nella struttura del capitale. L’Autorità bancaria europea e la Bank of England hanno rilasciato dichiarazioni separate, prendendo le distanze da questa decisione, rispettivamente per le banche dell’UE e del Regno Unito. Queste dichiarazioni sono importanti perché confermano che i bond AT1 nell’Unione Europea e nel Regno Unito potranno essere salvati solo dopo l’azzeramento dei titoli azionari. Abstract By http://www.verinieassociati.com
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Credit Suisse: quali ripercussioni sul settore bancario italiano?
Posted by fidest press agency su venerdì, 17 marzo 2023
By Redazione AdviseOnly. Dopo SVB, anche Credit Suisse sotto pressione. la Swiss National Bank e l’autorità di vigilanza (Finma) hanno comunicato che “non ci sono indicazioni di un rischio diretto di contagio per le istituzioni svizzere a causa delle attuali turbolenze bancarie negli Stati Uniti”, e la Finma ha ribadito che il Credit Suisse soddisfa i requisiti patrimoniali e di liquidità più elevati applicati alle banche di importanza sistemica. Ora il Credit Suisse ha annunciato l’intenzione di rafforzare preventivamente la sua posizione di liquidità, come spiega in una nota Luigi De Bellis, co-head dell’Ufficio Studi di Equita, esercitando l’opzione di prendere a prestito dalla banca centrale fino a 50 miliardi di franchi svizzeri, attraverso una linea di credito a breve termine e una garantita da covered loans.Una mossa che ragionevolmente punta a rassicurare i clienti sulla capacità dell’istituto di onorare i propri impegni, evitando così una crisi di liquidità che potrebbe manifestarsi in caso di deflussi dei depositi.Il Credit Suisse ha anche annunciato l’intenzione di agire sul proprio debito, con una cash tender offer su 10 strumenti senior denominati in dollari Usa per un ammontare complessivo di 2,5 miliardi (di dollari Usa, appunto), a cui si aggiunge un’ulteriore tender offer di 500 milioni sui titoli senior denominati in euro. “L’operazione è finalizzata a nostro avviso a fornire un messaggio di fiducia”, commenta De Bellis, “oltre a sfruttare il livello dei prezzi”. L’infusione di liquidi può essere una misura di supporto nel breve termine, aggiunge De Bellis, ma difficilmente basterà “a garantire una soluzione ai problemi della banca (fiducia del mercato sulla strategia/brand, ristrutturazione complessa) su cui sono necessarie misure più incisive”.
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Pirateria nel settore dell’audiovisivo digitale
Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2023
“Abbiamo già cominciato a lavorare nelle commissioni riunite Cultura e Trasporti e Telecomunicazioni a una norma che, credo in tempi celeri, e per questo abbiamo costituito un comitato ristretto, possa dare il colpo di grazia alla pirateria nel settore dell’audiovisivo digitale, sia relativo a cinema e serie, sia ai diritti di manifestazioni sportive. Stiamo parlando di un fenomeno fin troppo diffuso che impoverisce l’intero settore e rischia di mandare all’aria migliaia di posti di lavoro. Per questo è necessario intervenire con la massima urgenza. Per quanto mi riguarda, come relatrice del provvedimento per la Commissione Cultura, sono consapevole della necessità di mettere mano all’attuale normativa che deve inasprire le pene e, soprattutto, impedire entro pochi minuti la visione di materiale audiovisivo abusivo”. Lo dice il deputato di Fratelli d’Italia Grazia Di Maggio.
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GAM: Nel 2023 Digital 4.0 e sicurezza informatica guideranno il settore Tech”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 febbraio 2023
A cura di Mark Hawtin, Investment Director, Disruptive Growth Equities di GAM. Da tempo abbiamo rilevato che, sebbene le azioni growth siano in grado di realizzare buone performance nelle fasi di rialzo dei tassi, generalmente riportano scarse performance quando l’andamento dei tassi è più incerto, come è accaduto per buona parte del 2022. In questo periodo abbiamo cercato soprattutto di contenere i rischi monitorando l’andamento del mercato e riducendo la duration. Il forte incremento dei rendimenti obbligazionari nel corso dell’anno e le profonde oscillazioni nei mercati azionari e valutari segnalano che probabilmente i mercati si sono già in buona parte adeguati al nuovo contesto dei tassi. In considerazione della maggiore visibilità sull’andamento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, il mercato dovrebbe tornare a concentrarsi sui fondamentali. Siamo convinti che le prospettive restino estremamente positive per il segmento disruptive e per il processo di digitalizzazione in corso. Il divario tra vincitori e vinti si amplierà ulteriormente, pertanto si potrà generare più alpha se si sapranno scegliere le società vincenti. Nel 2023 continueremo a concentrarci sulle principali opportunità in campo tecnologico in grado di sfidare le imprese consolidate nell’ambito di Digital 4.0 che, secondo noi, resta un tema importante. Nel segmento della connettività, i timori di un calo della domanda e gli squilibri tra domanda e offerta hanno alimentato la volatilità nei semiconduttori. Nel 2023 emergerà però il potenziale di rialzo di alcuni titoli che abbiamo selezionato, man mano che tali squilibri si stabilizzeranno. Il metaverso e la sua adozione sono stati oggetto di ampio dibattito, dato che si trova ancora nelle sue fasi iniziali. Se, da una parte, crediamo che l’adozione del metaverso sia un tema a più lungo termine, dall’altra siamo convinti che la generazione del flusso di cassa attraverso le tecnologie infrastrutturali del metaverso, come ARVR e blockchain, sarà un vantaggio nel breve periodo. Ciò conferma le nostre prospettive positive nel lungo periodo, ma prudenti nel breve termine per via delle oscillazioni del sentiment. La sicurezza informatica resta un’opportunità di investimento attiva e in crescita; i consumatori devono proteggere la privacy online, le reti casalinghe e i loro dispositivi. Noi andiamo alla ricerca delle società che offrono opportunità di cross selling per essere sempre più connessi online. È stato un anno difficile per la Cina ma continuiamo a monitorare la situazione. Storicamente abbiamo generato un rendimento elevato in Cina e le tendenze macro attuali favoriscono i mercati azionari laddove le valutazioni sono ancora inferiori ai dati storici. Puntiamo inoltre sui titoli di qualità del settore Internet di consumo per le valutazioni interessanti e con una traiettoria degli utili visibile, mentre i grandi operatori del segmento e-commerce continuano a penetrare il mercato e a incrementare la redditività. La ricerca continuerà dunque a concentrarsi sulle migliori opportunità in tale ambito.
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Scuola. Bucalo: grande lavoro di FdI per rispondere a problematiche del settore
Posted by fidest press agency su sabato, 21 gennaio 2023
“Gli emendamenti presentati in commissione da Fratelli d’Italia al ‘Mille proroghe’ sono il frutto di un grande lavoro portato avanti senza sosta per dare risposte celeri e concrete ad alcune problematiche cruciali del mondo della scuola. Un lavoro che ha trovato ampia convergenza da parte dei colleghi della maggioranza e di cui sono diversi i punti chiave. Tra questi, la ricerca di una soluzione alle tante criticità del discusso concorso per dirigenti del 2017; la proroga dei termini per la mobilitaÌ straordinaria dei docenti in deroga ai vincoli esistenti e l’integrazione delle graduatorie dell’ultimo concorso straordinario-bis. Crediamo fortemente che sia necessario investire sul futuro dei nostri ragazzi e che il modo migliore per farlo è puntare sulle istituzioni scolastiche e sul lavoro di chi, incessantemente e con grande spirito di sacrificio, costruisce le basi per il domani dei nostri figli.” Lo afferma la Senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della Commissione Cultura del Senato e responsabile del Dipartimento Scuola di FdI.
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Si è da poco concluso un anno che ha visto un’importante crescita del settore fintech
Posted by fidest press agency su martedì, 10 gennaio 2023
L’Italia, nello specifico, si sta rivelando un luogo favorevole alla crescita delle aziende specializzate. Alla luce di quanto visto negli ultimi 12 mesi, anche in relazione all’attuale contesto mondiale, è possibile quindi tirare le somme e provare a stabilire quelli che saranno i trend della fintech in questo 2023. Innanzitutto stiamo assistendo alla crescita parallela di due macro fenomeni: l’interesse verso NFT, Crypto e Blockchain e il recente boom di beni rifugio come oro, diamanti, orologi, arte. Non appena questi due fattori cominceranno ad andare a braccetto vedremo emergere uno dei macro trend, ovvero i beni rifugio digitali. Chi riuscirà a risolvere l’equazione compliance/business model/User Experience in modo da farli funzionare con successo, riuscirà a rendere interessante questo mercato al mondo fintech. Una nuova tendenza che emergerà nel 2023 e coprirà i prossimi 5 anni è sicuramente l’aggregazione: vedremo nascere le meta-fintech, che avranno il solo scopo di aggregare e rendere l’esperienza dell’utente il più agevole possibile per un numero servizi sempre maggiore. E poi ci sono i dati, che hanno rappresentato sin dagli albori del fintech la sua sfida primaria. Qualità, big data, elaborazione, analisi, PSD2, PSD3, GDPR… l’Europa è sempre stata all’avanguardia nella regolamentazione dei dati. Ora c’è la più totale conformità per gestire e ottenere il massimo dai dati dei clienti retail e dei clienti business. A partire da quest’anno assisteremo al lancio e al consolidamento di nuovi prodotti e servizi basati sui dati, che si nascondono da un po’.Finora abbiamo, infatti, solo iniziato a vederne timide applicazioni. Questo perché i mercati finanziari hanno sempre cercato prima di tutto la responsabilizzazione. Infine, anche se quest’ultima è una speranza più che un trend, potrebbe finalmente arrivare l’ora in cui il regolatore possa guidare l’innovazione, costruendo un terreno fertile in cui le aziende possano innovare, incentivate a farlo grazie a leggi e norme che glielo permetteranno.
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Settore marittimo e trasporto carburanti
Posted by fidest press agency su sabato, 19 novembre 2022
Sharm El Sheikh, Egitto. Un nuovo rapporto pubblicato oggi dal Tyndall Center dell’Università di Manchester ha evidenziato il ruolo fondamentale che il settore marittimo svolgerà nel trasporto dei carburanti verdi necessari per raggiungere gli obiettivi climatici globali, ma ha anche rilevato un enorme divario tra i progetti annunciati dai governi e ciò che è richiesto, chiedendo la creazione di politiche nazionali molto più forti sui combustibili a basse emissioni di carbonio.Gli autori di Shipping’s Role in the Global Energy Transition identificano la crescita dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio e della bioenergia sostenibile come essenziali per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi. Ma hanno scoperto che la mancanza di politiche abilitanti da parte dei governi, come la garanzia di mercati e prezzi per produttori e consumatori, sta frenando gli investimenti nelle infrastrutture per la navigazione necessarie per sostenere la transizione energetica globale. Il mondo ha bisogno di 50-150 milioni di tonnellate di idrogeno a basse emissioni di carbonio entro il 2030, ma c’è un grande divario tra questo e quanto pianificato fino ad oggi: i progetti già annunciati produrranno solo 24 milioni di tonnellate entro il 2030, secondo l’Autorità internazionale per l’energia. È preoccupante che solo il 4% di questi progetti abbia una decisione finale di investimento. I ricercatori del Tyndall Center hanno chiesto politiche governative più forti per dare ai produttori, agli spedizionieri e ai consumatori di idrogeno a basse emissioni di carbonio la fiducia di cui hanno bisogno per investire. La professoressa Alice Larkin, coautrice del rapporto, ha dichiarato: “I nuovi carburanti verdi sono essenziali per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi, e il settore marittimo ha un ruolo fondamentale nel trasportarli. Ma la produzione di carburanti verdi deve essere incrementata: c’è un enorme divario tra i piani attuali e ciò che è necessario per raggiungere gli obiettivi di Parigi”. Il rapporto identifica un ruolo importante per il settore marittimo in questa transizione energetica globale, trasportando bioenergia e idrogeno convertito in ammoniaca. Ha scoperto che il trasporto marittimo di ammoniaca e bioenergia nei prossimi decenni potrebbe eguagliare l’attuale trasporto di gas e carbone. Tuttavia, ciò richiederebbe circa 20 nuovi grandi vettori di ammoniaca all’anno, per collegare i produttori di idrogeno verde con i consumatori. Data la tempistica di 2-3 anni per la costruzione di nuove navi, i rappresentanti del settore marittimo hanno affermato di aver bisogno di certezze sulla produzione di idrogeno il prima possibile per poter giustificare gli investimenti necessari in nuove infrastrutture. Il Rapporto è stato commissionato e accolto con favore dall’International Chamber of Shipping, che ha invitato i governi partecipanti alla COP27 a inviare “segnali di mercato più forti” all’industria marittima per ridurre i timori che qualsiasi nuova nave costruita per il trasporto di carburanti a basse emissioni di carbonio non venga mai utilizzata. Il rapporto del Tyndall Centre ha identificato diverse potenziali considerazioni per le politiche dei governi volte ad aumentare la loro efficacia nel consentire gli investimenti. Questi includono l’introduzione di mandati per l’aumento delle percentuali di idrogeno verde, la creazione di “crediti di produzione” per la produzione di idrogeno o la fornitura di mercati e prezzi garantiti per produttori e consumatori. Tali misure sono già in fase di sperimentazione negli Stati Uniti, in Germania e in India.
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