Sul social network Tik Tok, il farmaco antistaminico a base di ciproeptadina (Periactin) viene consigliato impropriamente come prodotto per ridefinire le forme del corpo, in particolare seno e glutei. Il fenomeno è emerso soprattutto in Francia e riportato da diverse testate. Ed è per questo la Societé Franaise de Pharmacologie et de Therapeutique ha diffuso in una nota il corretto utilizzo e gli effetti avversi del prodotto. Ciproeptadina: Il principio attivo è un antagonista dell’istamina e della serotonina efficace come bloccante dei recettori H1. Viene utilizzato nel trattamento acuto e cronico sintomatico delle pollinosi stagionali (riniti, congiuntiviti), dell’orticaria e del prurito Alcune dermatosi allergiche quali eczema. Sottoposto a prescrizione medica deve essere dato su indicazione del medico curante. Gli effetti avversi possono variare dalla sonnolenza, vertigini, allucinazioni, ritenzione urinaria, costipazione, palpitazioni cardiache e anomalie dell’emocromo fino allo shock anafilattico in caso di allergia al prodotto. Tuttavia, viene sfruttato uno degli effetti indesiderati della ciproepatdina cioè l’aumento di peso. Alla luce di alcuni profili di Tik Tok che ne promuovono l’utilizzo tra le giovani per aumentare seno e glutei è stato nuovamente necessario ricordarne la corretta assunzione. Non è la prima volta che capita, infatti l’utilizzo improprio di questo principio attivo era già stato segnalato ad inizio del 2022 dall’ Agenzia del farmaco francese. Ora la Societé Francaise de Pharmacologie et de Thèrapeutique ribadisce “L’uso improprio a scopo di aumento di peso di questo vecchio antistaminico espone a molti effetti indesiderati dovuti alle sue proprietà sedative, atropiniche, adrenolitiche e antiserotonergiche, effetti il più delle volte trascurati dai pazienti utilizzatori” (fonte: Farmacista33)
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Antistaminici. Dai social promosso uso improprio tra adolescenti
Posted by fidest press agency su giovedì, 20 aprile 2023
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The Hospital inside out: historical legacies and social innovation
Posted by fidest press agency su domenica, 20 novembre 2022
Roma 24 H14:00-14:15 e 25 H 10,15 novembre 2022 Museo di Storia della Medicina Sapienza Università di Roma Viale dell’Università 34. Ingresso gratuito. La pandemia di Covid-19 ha reso l’ospedale un tema di attualità e la competenza medica un argomento da talk show popolare. Sullo sfondo dell’onnipresenza dell’ospedale nei media negli ultimi due anni, questa conferenza internazionale cerca di rivisitare e ripensare l”ospedale’ come un luogo che è allo stesso tempo universale e specifico a livello locale: un complesso in cui la scienza si inserisce in questioni sociali e politiche e in cui la tecnologia incontra le esigenze etiche. Le tendenze attuali in Svizzera vedono una crescente centralizzazione dell’ospedale come mega-istituzione con centri di eccellenza, che porta alla chiusura o alla trasformazione dei piccoli ospedali regionali. In Italia, invece, prevalgono la persistenza e l’adattamento delle vecchie strutture ospedaliere. In entrambi i casi gli ospedali rimangono inseriti in contesti locali, siano essi urbani o rurali, e sono modellati da contesti politici e finanziari locali. Anche all’interno dell’ospedale, la situazione del personale e dei pazienti rispecchia questioni sociali più ampie, relazioni di potere ed esigenze di società e culture specifiche. In definitiva, la pandemia ci ha ricordato che gli ospedali e le loro infrastrutture devono rimanere estremamente flessibili e adattarsi agli sviluppi talvolta improvvisi della salute pubblica e delle conoscenze mediche. Con questo incontro, l’Istituto Svizzero intende presentare e collegare le ricerche in corso sull’ospedale da diverse prospettive disciplinari. Mettendo in dialogo prospettive storiche e contemporanee, la conferenza cerca anche di contribuire a una comprensione storicamente informata delle sfide che gli ospedali devono affrontare oggi e in futuro. La conferenza fa parte della serie INNOVATION dell’Istituto Svizzero, che esamina le innovazioni nella ricerca, esplorandone le potenzialità e le sfide da una prospettiva tecnologica e sociale. (By Istituto Svizzero)
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La comunicazione social dei top manager sta assumendo connotati sempre più sociali
Posted by fidest press agency su martedì, 25 ottobre 2022
“I temi più discussi dai top manager sui social mettono in luce la crescente importanza del loro ruolo – spiega il CEO di Reputation Manager, Andrea Barchiesi –. Negli ultimi sei mesi, il 50% dei contenuti apparsi in Rete, infatti, ruota attorno alla sfera della Leadership, facendo segnare una crescita del +6%. Segnale di come i leader d’azienda siano sempre più integrati nel dibattito pubblico, non solo in quello economico. Soprattutto in momenti di crisi in cui gli altri punti di riferimento vacillano, i top manager fanno sentire la propria voce anche su tematiche di attualità, sociali e politiche. Una dinamica che trova espressione su Twitter, dove i manager possono intervenire nel dibattito pubblico, e su LinkedIn, il social che nell’ultimo semestre ha fatto registrare la percentuale di crescita più alta. C’è poi un altro grande tema che occupa circa un terzo della torta (28%): sono gli argomenti legati agli ESG, gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Fare impresa, anche in Italia, significa così prestare attenzione sia al benessere interno (vedi ad esempio le tante iniziative dedicate ai dipendenti) che a quello esterno, cercando di avere un impatto positivo anche sulla società che ci circonda. Non a caso sempre più top manager si fanno portavoce di valori e desideri di cura del Pianeta e delle persone, soprattutto su LinkedIn. Rimane importante, anche se ancorata ad eventi specifici come la presentazione delle trimestrali, la sfera delle Performance dei top manager (17%). Minore, invece, il peso generato dalla sfera Life story (5%), il cui racconto è concentrato soprattutto su Instagram. I dati mostrano tuttavia come la comunicazione social dei top manager sia ancora troppo frammentata. A fronte di manager che utilizzano questi canali per comunicare vision, valori e impegno sociale, un quarto degli executive attivi nel nostro Paese ancora è assente da queste piattaforme”.Secondo l’Osservatorio Social Top Manager, a settembre 2022 rimane invariata la percentuale di manager completamente assenti dai social media: la categoria degli Asocial rappresenta infatti il 26% del totale. Inoltre, tra coloro che sono presenti con un profilo o una pagina personale su almeno una piattaforma, il 20% è inattivo da almeno un anno. Una percentuale diminuita di 6 punti rispetto a un anno fa. Lo stile comunicativo Brand Ambassador resta quello più comune tra gli oltre 150 profili analizzati nel periodo in esame: il 25% dei top manager attivi sceglie una modalità di comunicazione in linea con i temi e lo stile dell’azienda di cui è a capo.Nell’ultimo semestre, le principali tematiche oggetto della comunicazione su LinkedIn dei top manager sono state la crisi energetica, amplificata dal conflitto russo- ucraino, e l’importanza della transizione verso la carbon neutrality attraverso l’elettrificazione e scelte sostenibili. I profili più seguiti su LinkedIn sono cresciuti a un tasso medio del 17,6% nell’ultimo semestre. Tra i profili che sono cresciuti di più nell’ultimo semestre: Andrea Orcel di UniCredit (+57%), Pierroberto Folgiero di Fincantieri (+42%) e Cristina Scocchia di Illycaffè (+38%). Tornano a crescere anche i profili Twitter: il tasso medio di crescita si attesta ora al 5,7%, le migliori performance sono state fatte registrare da Fabrizio Di Amato di Maire Tecnimont (+36%), Luca Dal Fabbro di Iren (+21%) e Lapo Elkann di Italia Independent (+20%). La crescita di follower su Instagram risulta più contenuta, con un tasso di rialzo medio pari al 4%.L’Osservatorio Social Top Manager di Reputation Manager ha analizzato la presenza degli executive su Wikipedia. Degli oltre 150 profili inclusi nell’analisi dell’osservatorio, solo un manager su due presidia l’enciclopedia libera. Un valore in lieve calo (-2 punti percentuali) rispetto alla rilevazione di aprile 2022.
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ICT for Development and Social Good
Posted by fidest press agency su sabato, 6 agosto 2022
Il primo Master universitario in Italia che crea figure manageriali capaci di utilizzare al meglio le tecnologie digitali per i programmi sociali e di cooperazione allo sviluppo Dalle nuove metodologie per il project management e l’innovazione sociale, alle ICT per la raccolta e visualizzazione dei dati nei programmi di sviluppo. Dalle applicazioni mobili funzionanti anche offline per lavorare nei paesi del Global South sui temi della sanità, dell’agricoltura e dei diritti umani, fino ai nuovi trend nel campo dello sviluppo come l’uso della blockchain, senza trascurare l’importanza della sicurezza delle informazioni e le implicazioni future dell’intelligenza artificiale. Sono questi i temi centrali del Master “ICT for Development and Social Good” organizzato dall’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con ImpactSkills e il network Ong 2.0 e con il sostegno del programma “Innovazione per lo Sviluppo” promosso da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo e il patrocinio dell’AICS – Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo, che indaga in dettaglio le potenzialità (e i rischi) dell’applicazione delle ICT – Information and Communication Technologies nei progetti sociali e di cooperazione allo sviluppo.Questo innovativo percorso di studi, giunto alla sua quinta edizione, nasce con l’obiettivo di creare figure manageriali capaci di utilizzare al meglio gli strumenti digitali per potenziare efficacia ed efficienza dei programmi sociali. Nelle precedenti edizioni, oltre 700 studenti provenienti da 34 paesi del mondo hanno presentato le loro domande per iscriversi al Master; 80 studenti provenienti da 15 paesi si sono laureati con successo; il 98% degli studenti ha ricevuto un job placement in organizzazioni italiane e agenzie internazionali, imprese sociali e progetti di ricerca guidati da università.Il Master, interamente in lingua inglese, si svolge nella doppia formula live online e residenziale ed è fortemente incentrato sulla metodologia learning by doing, prevedendo un’ampia gamma di esercitazioni applicative, corsi intensivi (crash courses), project work e tirocini realizzati in collaborazione con organizzazioni umanitarie e aziende IT. Sono previste borse di studio.www.ictforsocialgoodmaster.eu
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Social: censura. La stupidità dell’algoritmo e l’arroganza dei suoi padroni
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 gennaio 2022
La solita denuncia verso alcuni social che fanno censura per salvare l’umanità? Il solito topolino contro l’elefante? Il solito matto che vuole vomitare quello che lui non ritiene odio e gli viene impedito dai morigerati algoritmi dei big con la felpa, l’aereo privato e il missile per lo spazio?Probabile. Ma una fotografia di dove siamo arrivati e dove stiamo andando.Dell’ultima censura, clamorosa, se ne parla già molto in Rete e non solo. E’ Instagram che ha messo un bollino rosso sulle nudità di una statua del Canova. Non è la prima volta: oggi la foto dell’opera Teseo e il Minotauro. C’abbiamo fatto il callo, dicono alla Fondazione Antonio Canova. Ci spiace che alla Fondazione si siano abituati, ché probabilmente è quello che serve a questi social per continuare a fare scempio di buon senso e (nel nostro caso) bellezza. La loro denuncia finirà nel novero delle tante e in milioni di milioni continueranno ad iscriversi, usare e dare legittimità di mercato non solo all’esistenza di questi social, ma ai loro metodi.Sono storie quotidiane, per esempio, quelle su Facebook (al secolo Meta), il gigante di questi big (anche proprietario di Instagram): cancellazioni di account senza spiegazione e quando si cerca di capire non è dato saperlo, e con l’impossibilità di recuperare quanto si era accumulato magari in anni di uso. E dire che su questo social si propaganda anche l’uso a fini economici dello stesso… un disastro per chi ci è cascato e cade vittima dei loro sistemi.Qualcuno gliela dovrà pur far pagare, oltre alle tasse che evadono per il loro corpo multinazionale e presenza territoriale specifica? Rari episodi, tra Antitrust e Agenzia nazionali del Fisco, tutte con multe che non fanno loro neanche il solletico e che riescono ad assimilare senza battere ciglio, con stuoli di studi legali per i quali contano le parcelle miliardarie con cui usano l’arte forense per scivolare tra norme e cavilli. Qualche rara sentenza per il singolo utente privato della propria identità virtuale. Tutte storie che non fanno testo e non fermano nulla perché dai miliardi che perdono da una parte ne entrano altri coi dati di miliardi di persone che continuano ad iscriversi.I social sono utili e belli, non c’è dubbio. Ma non è detto che siano l’unico sistema di comunicazione interpersonale, valutando chi e cosa foraggiamo con il loro servizio che gratis non è (usano i nostri dati). http://www.aduc.it
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Pearson lancia “Pearson Social Reading”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 marzo 2021
Leggere e commentare testi secondo le dinamiche dei social networks familiari ai ragazzi, in un ambiente digitale protetto e sicuro, in una stanza di lettura comune a studenti e docenti da tutta l’Italia: Pearson Italia, leader nel settore education, lancia il progetto didattico “Pearson Social Reading with Betwyll”, il social network della lettura, per avvicinare i ragazzi al testo scritto attraverso un’esperienza di lettura personale e condivisa. Pearson Social Reading funziona grazie a un’App gratuita e scaricabile su smartphone e tablet: studenti e docenti, attraverso i loro profili dedicati e all’interno di un ambiente digitale educativo sicuro e ideato specificamente per le scuole, possono leggere insieme un testo, commentarlo e discuterne secondo le dinamiche dei social network, con brevi messaggi di testo di massimo 140 caratteri (twyll). La stanza di lettura è comune a tutti gli studenti coinvolti, che possono così condividere i loro commenti tra ragazzi e ragazze da scuole diverse in tutto il territorio nazionale. Il progetto è trasversale alle diverse discipline ma anche a differenti tipi di testo: testi letterari ma anche poesie, saggi, documenti, articoli di giornale. Dal prossimo anno scolastico, infatti, Pearson Social Reading diventa parte integrante dell’offerta formativa di oltre trenta manuali Pearson: libri di letteratura italiana, ma anche di discipline come storia, biologia, inglese, fisica, diritto ed economia.Tutti i contenuti e le attività̀ didattiche a essi collegate saranno fruibili liberamente dai docenti attraverso la Pearson Social Reading App: alcuni percorsi di lettura pubblici saranno avviati da Pearson, ma gli stessi docenti potranno lanciare progetti di social reading privati creando “stanze virtuali” di lettura per le proprie classi, su temi e con testi a loro scelta dalla libreria messa a disposizione dall’editore, con un calendario di lettura autonomo. I docenti potranno utilizzare un’ampia offerta di strumenti di supporto e avvalersi del costante monitoraggio di Pearson.Ai progetti già avviati partecipano migliaia di studenti e i loro docenti di tutta Italia: sono infatti più di 3.000 i partecipanti al progetto “Generazione 2030”, su cittadinanza e sostenibilità e quasi 2.500 per “Will&Youth”, percorso su lingua e letteratura inglese.Il social reading, quindi, non è appannaggio esclusivo delle materie umanistiche, ma diventa un approccio rivoluzionario al testo come strumento di confronto e dibattito, in un’aula virtuale dove i ragazzi possono commentare con pensieri e riflessioni e lanciare spunti di dibattito usando parole scritte, brevi video, “meme”, immagini, come fanno tutti i giorni sui social networks. Ogni testo diventa così oggetto di un’esperienza di lettura condivisa, in una contaminazione di generi e saperi. Il docente e gli studenti interagiscono liberamente attraverso i commenti, con una sorpresa: la presenza di personaggi “misteriosi”, protagonisti dei testi stessi – da Shakespeare a Dante – che con veri e propri profili social partecipano alla discussione: così avremo Shakespeare che fornisce una chiave di lettura inedita a un suo testo, e Paolo e Francesca che parlano in diretta della propria storia nella Divina Commedia, secondo le logiche dei giochi di ruolo amati dai ragazzi. Per altre informazioni sul progetto: https://it.pearson.com/pearson-social-reading-betwyll.html
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C’è un nuovo social network in città
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 febbraio 2021
Potrebbe essere particolarmente prezioso per chi si occupa di ricerca e selezione del personale. Ci riferiamo a Clubhouse, la piattaforma di cui tutti parlano nelle ultime settimane. E parlare è assolutamente il verbo azzeccato, partendo dal presupposto che Clubhouse è un social senza immagini e senza video, in cui si può pubblicare solo con la propria voce, e nulla di più. Si tratta dunque di una piattaforma del tutto peculiare, che si stacca dai soliti social, e che proprio per le sue caratteristiche uniche sta raccogliendo velocemente centinaia di migliaia di iscritti. A dire il vero c’è un altro fattore che sta spingendo in altissimo Clubhouse, ovvero la sua esclusività: è possibile iscriversi al social solo dietro invito di un altro utente. Questi aspetti, uniti alla presenza su Clubhouse di celebrità del calibro di Oprah, Ashton Kutcher, Drake e Jared Leto, stanno contribuendo alla grande scalata dell’App, che ha il vantaggio di dare una voce a tutti, senza pregiudizi di sorta, per via dell’eliminazione delle immagini.Su Clubhouse si può parlare di qualsiasi cosa: è sufficiente entrare una stanza dedicata a un tema preciso e ascoltare quello che gli altri utenti stanno dicendo, ed eventualmente intervenire dicendo la propria. Si tratta quindi di un mondo a metà strada tra quello delle chat, quello dei social e quello dei podcast, un mondo che sta incuriosendo non poco i recruiter e i cacciatori di teste.Clubhouse potrebbe quindi diventare un nuovo strumento di valore nelle mani dei recruiter, seguendo le orme di LinkedIn.
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Lo strapotere dei social media: pericolo per la democrazia?
Posted by fidest press agency su martedì, 26 gennaio 2021
By Domenico Maceri. Jack Dorsey, fondatore di Twitter, dopo avere deciso di sospendere l’account di Donald Trump ha dichiarato che non è occasione per “celebrare né provare orgoglio” per l’estrema ma necessaria azione. Il dilemma di Dorsey si capisce e ha ovviamente scatenato ammiratori ma anche detrattori per ovvie ragioni.Dopo gli assalti al Campidoglio del 6 gennaio Dorsey e i suoi colleghi degli altri social media si sono resi conto che le loro aziende venivano usate per incitare la violenza e hanno preso misure necessarie. All’inizio Twitter aveva sospeso temporaneamente l’account di Trump. Facebook, citando la possibile violenza, però ha agito poco dopo bloccando l’account di Trump in modo permanente. Twitter ha quasi tempestivamente seguito la stessa strada come hanno fatto altre piattaforme usate dall’allora presidente degli Stati Uniti.Il primo emendamento della costituzione americana garantisce la libertà di parola e di stampa. Le piattaforme digitali hanno abbracciato questi principi e li hanno messi in evidenza offrendo a tutti i loro utenti questo servizio che gli permette la condivisione di idee mediante l’Internet. I limiti al primo emendamento però esistono e spesso si scontrano con serie conseguenze causate dalle parole. Le piattaforme digitali hanno dunque bloccato account di individui e gruppi ma con una forte riluttanza, sempre sostenendo il concetto fondamentale della libera comunicazione.I social media, a differenza di quelli tradizionali che scelgono e filtrano le informazioni usando criteri professionali di giornalismo, offrono la libertà a tutti di comunicare, scrivere, incontrarsi senza intermediari e confrontarsi nella rete. Un’idea geniale che avrebbe dovuto promuovere la tolleranza e il confronto civile. Ciò è avvenuto ma solo in parte. Inevitabilmente i social media sono stati usati e continuano ad esserlo anche per fomentare discordia e in casi estremi incitare alla violenza. Lo hanno fatto gruppi terroristici come ISIL, i cui account sono stati chiusi fra il 2014 e il 2016 per gli incitamenti alla violenza del gruppo terroristico. Twitter ha anche chiuso più di 70.000 account che promovevano l’agenda complottista del gruppo di estrema destra QAnon. La chiusura di questi account ha avuto un effetto salutare nelle ultime settimane: la disinformazione sulla presunta frode elettorale promossa su Twitter è diminuita del 73 percento, secondo un’analisi dell’azienda Zignal Labs di San Francisco.Il linguaggio incendiario e gli incitamenti alla violenza su Twitter e il suo potere sono stati usati da Trump. L’ex presidente aveva più di 80 milioni di follower. Inevitabilmente i suoi tweet venivano riciclati, arricchendo, nel bene e nel male, la loro visibilità, incoraggiando i lettori all’azione, a volte con serie conseguenze. Le parole del 45esimo presidente ispirarono evidentemente un individuo nel 2019 ad uccidere 20 persone a El Paso, Texas, principalmente per ragioni razziali. L’ex inquilino della Casa Bianca usò anche un linguaggio battagliero per attaccare i suoi avversari politici. Non pochi di questi individui hanno subito minacce da alcuni sostenitori di Trump. Inoltre, nel 2020, commentando la vicenda di alcuni incidenti violenti causati dall’uccisione di George Floyd a Minneapolis, Trump scrisse in uno dei suoi tweet che “quando i saccheggi iniziano, cominciamo a sparare” per dimostrare la sua linea dura. Twitter aveva etichettato il tweet come inaccettabile ma fece poc’altro. Dopo il 3 novembre Trump iniziò una campagna di falsità asserendo che aveva vinto l’elezione e che la vittoria gli era stata rubata a causa della frode, senza però riuscire a provarla. I tweet che hanno fatto traboccare il vaso per Dorsey sono stati quelli del 6 gennaio in cui Trump ha incoraggiato i suoi sostenitori a dirigersi verso il Campidoglio per tentare di bloccare la proclamazione di Joe Biden a presidente. Questo incitamento ha causato la morte di cinque persone ed ha messo in pericolo la vita di centinaia di legislatori incluso Mike Pence, il vicepresidente.Twitter era stato molto tollerante con Trump in parte perché, come altri social media, sosteneva che le parole del presidente sono importanti poiché ci fanno vedere come pensa e ci dimostra chi lui è veramente. In effetti, molto di quello che dice il presidente fa notizia, ma quando le parole incitano alla violenza per cercare di mantenersi al potere, come ha cercato di fare Trump, bisogna agire. Le pressioni degli impiegati di Twitter hanno eventualmente convinto Dorsey a prendere la decisione di staccare la spina. L’azione è stata criticata per la violazione alla libertà di espressione. Persino la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dimostrato le sue riserve per l’azione di Twitter, additando all’immenso potere nelle mani di alcuni individui che possono controllare la libera comunicazione.La crescita della popolarità dei social media negli ultimi dieci anni è stata fenomenale ed ha generato notevoli profitti ai fondatori di queste aziende. In un certo senso queste piattaforme hanno rimpiazzato i media tradizionali accaparrandosi un’ingente percentuale degli annunci pubblicitari che rappresentano, almeno in America, l’unico modo di mantenersi a galla economicamente. I giornali locali stanno infatti scomparendo a causa dei social media che distribuiscono notizie gratuitamente anche senza i dovuti fact-checking. In effetti, nulla è gratis. I social media guadagnano con le informazioni dei loro utenti che poi vendono e con gli annunci che riflettono il folto numero di utenti. Più utenti, più profitti. Ecco come si spiega almeno in parte la riluttanza di Twitter, Facebook ed altri social di ridurre il numero di utenti, anche quando le loro regole vengono violate.Il loro potere però è divenuto troppo grande e le voci di necessari controlli hanno cominciato ad alzarsi in modo fortissimo. Ovviamente, i repubblicani che credono alla libertà delle corporation di fare quello che vogliono, sono poco interessati ai controlli governativi. Con l’elezione di Biden e il controllo del Partito Democratico alla Camera e al Senato esistono buone probabilità che il governo metta dei paletti ai social. Joe Biden, il nuovo inquilino della Casa Bianca, aveva già suonato il campanello di allarme nel mese di giugno dell’anno scorso che gli account di Trump meritavano essere chiusi a causa delle sue “dichiarazioni strampalate”. Biden ha già indicato che i social media senza controlli rappresentano un problema alla democrazia. Che tipo di paletti avrà in mente il 46esimo presidente? Al momento è difficile prevederlo perché Biden è occupatissimo con la tragica situazione della pandemia, unificare il Paese e riportare l’America a partecipare attivamente negli affari internazionali. Gli immensi poteri nelle mani di pochi individui sono però chiaramente pericolosi. Elizabeth Warren, senatrice democratica del Massachusetts, avrebbe la risposta: imporre delle leggi di anti-trust ai colossi dei digitali per ridurre il loro potere economico e politico che rasenta il monopolio. Questa strada di Warren condurrebbe alla cessione di alcuni asset di questi colossi digitali, impedendo loro nuove acquisizioni e allo stesso tempo proteggendo la privacy degli utenti. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College
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Social media, DeRev: ecco le tendenze del 2021
Posted by fidest press agency su sabato, 2 gennaio 2021
Se i comportamenti degli utenti sono cambiati, le piattaforme social non sono rimaste a guardare: rispondono ai cambiamenti dettati dalla pandemia e anticipano le tendenze del 2021 introducendo nuove funzionalità e strumenti. Facebook e Instagram rafforzano le aree legate all’e-commerce e spingono l’acceleratore sulla creazione di funzionalità utili ad attirare i creator, mentre LinkedIn guida i suoi utenti verso percorsi di carriere ideali. È quanto emerge da un’analisi condotta da DeRev, l’azienda italiana di servizi e strategie digitali, crowdfunding e comunicazione sui social media, fondata e guidata da Roberto Esposito, insignito dal Parlamento Europeo in collaborazione con Microsoft della qualifica di Digital Democracy Leaders.Nel corso del 2020 è mutata la modalità di fruizione dei contenuti sul web: stando a casa è diminuita la quota di utilizzo dei device mobili ed è aumentata la navigazione da desktop. Si usano ancora molto gli smartphone, ma connessi al wifi casalingo e, comunque, vengono preferiti gli schermi più grandi. Di questo stato di “iper-connessione” possono beneficiare tutti i servizi online, a patto di insistere su driver che rispondano a specifiche esigenze all’interno di un’esperienza sempre più omnicanale centrata su valore, in termini di servizio proposto, e convenienza, in termini di accessibilità.L’impossibilità di muoversi liberamente, infatti, ha enfatizzato il bisogno di sfruttare la Rete per sopperire alle attività che richiedevano la presenza fisica, creando nuove abitudini di comportamento. Sono stati sperimentati ad esempio nuovi livelli di interazione tra aziende e consumatori, che hanno delineato il profilo dei novelli internauti italiani.Secondo un recente rapporto di McKinsey, dall’inizio dell’emergenza il 66% degli utenti in Italia è ricorso a nuovi comportamenti di acquisto, affidandosi ad un Brand diverso (rispetto ad uno abituale), servendosi di un sito anche in questo caso meno “consueto” e, dato ancora più importante, circa il 70% ha intenzione di continuare con un approccio innovativo e digitalizzato. In questa ottica, il contesto digitale è diventato non solo un canale di vendita ma una “declinazione di strumenti”; strumenti che interagiscono a vario livello lungo tutto il processo d’acquisto (customer journey del cliente-tipo) e che creano delle opzioni di relazione diverse tra il consumatore e il Brand, che una normale situazione offline escluderebbe.Allo stesso tempo gli italiano hanno anche sviluppato un desiderio di intrattenimento e comunicazione, dettato probabilmente dalla voglia di evadere dalla clausura domestica e, al contempo, ad usare alcuni strumenti di apprendimento e di home working/smart working. Il 73% del campione, sempre secondo McKinsey, ha dichiarato che continuerà a servirsi dello streaming online e il 43% delle videoconferenze per uso professionale. Un buon numero di utenti continuerà, inoltre, a seguire lezioni online per tenere in forma il corpo e la mente (rispettivamente 47% e 49%).Secondo DeRev, proprio questo cambio di paradigma ha permesso a molte piattaforme social di prepararsi e “attrezzarsi”, in vista del futuro. Facebook, ad esempio, che nei mesi scorsi ha lanciato in Italia (e nel mondo) un programma di sostegno per le PMI da 2 milioni di euro ha deciso di puntare sull’area e-commerce, con lo Shops e la feature Gestore delle vendite: le aziende avranno così la possibilità di creare e personalizzare la propria vetrina digitale, caratterizzata da opzioni utili e pagamenti sempre più rapidi e “semplici”. Anche per Instagram lo sviluppo dello spazio e-commerce è il vero obiettivo principale del prossimo anno, e verranno aggiunti ancora più strumenti d’acquisto integrati con il Business Manager di Facebook. Transazioni in pochi clic, strumenti AR e tag dei prodotti nei video promettono di ampliare il ciclo di affari imputabile alla piattaforma. Per quanto riguarda LinkedIn, invece, il “social per i professionisti” numero uno al mondo, dopo l’introduzione del formato stories (che, per adesso, non sembra aver sortito l’effetto desiderato) pare sempre più intenzionato a sfruttare i dati dei suoi utenti per fornire loro maggiori informazioni e guidarli verso un ideale percorso di carriera. A tal proposito, Career Explorer evidenzia possibili percorsi di “avanzamento” in base alle competenze ed esperienze possedute. Gli esperti di DeRev mettono infine in rilievo come sia Facebook sia Instagram siano fortemente orientate alla creazione di funzionalità utili ad attirare “creator”, utenti che realizzano e condividono contenuti originali come video, dirette streaming e contenuti multimediali.
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Natale insieme sui canali social del Parco Archeologico di Ercolano
Posted by fidest press agency su martedì, 22 dicembre 2020
Abbiamo mutato le nostre abitudini e dovuto rinunciare a frequentare per mesi i luoghi della cultura. Una delle buone sorprese di quest’anno è stato scoprire quanto i valori culturali siano presenti e tendano ad espandersi andando a coprire i vuoti e i cambiamenti nell’uso del tempo attraverso i mezzi digitali. Pur nella difficoltà di una rimodulazione della vita, della fruizione della cultura e dell’istruzione è stato ugualmente un anno vissuto intensamente in ogni suo giorno. L’intero staff del Parco Archeologico di Ercolano si è rimboccato le maniche, trasponendo i contenuti dalla concretezza delle domus, delle strade del Parco, alla grande rete virtuale che in questo periodo ha supportato i contatti, la comunicazione, la fruizione. I risultati non hanno tardato ad arrivare, la curva della crescita delle interazioni, dei follower, degli appassionati che hanno potuto soddisfare la propria sete di cultura grazie alla rete, è in ascesa continua. Non si è trattato di un riversamento di visitatori fisici a visitatori virtuali, ma ha costituito un arricchimento notevole della conoscenza del Parco attraverso la rete: la copertura organica non sponsorizzata social oramai raggiunge quasi mensilmente due terzi del numero di visitatori fisici che in un anno si recano al Parco. Il nuovo ruolo svolto dai social è quello di aver creato una vera e propria piazza virtuale dove i visitatori frequentano i canali non solo per fruire dei contenuti ma anche per intervenire, incontrarsi, scambiare idee ed opinioni.Una settimana cadenzata tra appuntamenti e novità. Tra i format oramai consolidati ci sono i mercoledì dei Lapilli del Parco Archeologico di Ercolano, che continuano a crescere, con un appuntamento oramai atteso dalla community – clip più viste della serie quelle sui Fornici e quella sui Legni, con circa 300.000 impression ciascuna, con un tasso di crescita del numero complessivo di impression dei video che è del 127% solo nel terzo trimestre 2020.Piacciono anche i close up digital edition, trasposizione in digitale delle passeggiate ai cantieri di restauro e manutenzione dell’area archeologica e tra le novità il nuovo format “scegli tu”, dove si fa scegliere ai visitatori cosa vogliono che gli si presenti: La signora degli anelli, con un singolo post non sponsorizzato, in pochi giorni supera le 90.000 persone, ma soprattutto oltre 10.000 hanno deciso di interagire, lasciando un like o un commento o inoltrando il post.I riconoscimenti sono giunti numerosi: è recente la pubblicazione della Lonely Planet della classifica delle nove città perdute più affascinanti del mondo ed Ercolano è l’unica italiana presente. (Ercolano copyright beni culturali)
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A Landmark in Human Rights and Social Responsibility
Posted by fidest press agency su domenica, 29 novembre 2020
The development of ISO 26000 was a standardization project of unusually large scope, representing an ambitious addition to a catalogue of standards addressing environmental management and sustainability. That journey began with ISO 14001, which further broadened the scope of ISO’s work from the industrial, technical and quality standards for which it’s best known. Wide participation was integral to the concept of developing a new International Standard that could be applied to almost every sector imaginable.The result was a specialized project committee that would draw on the combined knowledge and input of more than 500 global experts. Around 80 countries contributed, together with bodies like the International Organization of Employers and consumer groups. When it was published in November 2010, ISO 26000 set new firsts, both for consensus building in standardization, and a comprehensive set of guidelines that increased engagement and recognition of social responsibility.
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InvestEU Fund for sustainable and social investment, MEPs ready for negotiations
Posted by fidest press agency su lunedì, 16 novembre 2020
InvestEU aims to be a fund that provides support to EU investors by integrating and simplifying the financing, offered under a single budgetary guarantee scheme. • Aim to generate at least €1 200 billion in investments • Launchpad for investments which otherwise would be difficult to finance • Solvency support to help companies overcome the COVID-19 crisis On Friday, MEPs gave the green light with 480 votes to 142 and 64 abstentions for the negotiations on the renewed EU programme to support investments and guarantee access to finance. It will address market failures, sub-optimal investments and the investment gap in targeted sectors, for the period 2021-27. In the adopted text, the Plenary backed reintroducing solvency support. MEPs believe that not all companies have the same level of access to market financing and certain member states may not have sufficient budgetary means available to provide adequate support to companies hit by the COVID-19 crisis. The solvency support will help recovering companies, safeguard employment levels, and counter-balance the expected distortions in the single market (up to around €11 billion).
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Highlights Committee on Employment and Social Affairs
Posted by fidest press agency su martedì, 10 novembre 2020
Brussels Tuesday 10 November 2020, 9.00 – 11.00 József Antall building, room 2Q2, and by videoconference. Presentations and debates. Coordination of social security systems. Rapporteur: Gabriele Bischoff (S&D, DE). Reporting back to committee on the negotiations. 9.05 – 9.10 Old continent growing older – possibilities and challenges related to ageing policy post 2020. Rapporteur: Beata Szydło (ECR, PL). Consideration of amendments. 9.10 – 9.40. Shaping digital education policy. Rapporteur: Victor Negrescu (CULT, S&D, RO). Rapporteur for the opinion: Anna Zalewska (ECR, PL). Consideration of amendments. 9.40 – 10.10 Commission Delegated Regulation amending Commission Delegated Regulation (EU) 2020/256 establishing a multiannual rolling planning. Presentation by the Commission. 10.10 – 10.35. Commission Delegated Regulation (EU) amending Delegated Regulations (EU) on the Fund for European Aid to the Most Deprived, as regards the detailed minimum requirements for audit purposes and the data to be recorded and stored. Presentation by the Commission. 10.35 – 11.0
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MEPs stress the social aspect of the new EU Directive on adequate minimum wages
Posted by fidest press agency su lunedì, 2 novembre 2020
Improving living standards and increasing social convergence are the main aims of the EU Directive on adequate minimum wages, said Commissioner Schmit to MEPs.Jobs and Social Rights Commissioner Nicolas Schmit today discussed the new Directive on adequate minimum wages in the European Union with the European Parliament’s Employment and Social Affairs Committee. This new proposal calls on member states to promote collective bargaining on wages and to establish clear criteria for setting minimum wages.Questioned about the enforcement of this directive and its guidelines, Commissioner Schmit reassured MEPs that this proposal does not oblige member states to introduce statutory minimum wages, nor does it try to set a common minimum wage: “it is just creating a framework for higher minimum wages in member states”.Regarding the criteria for setting the minimum wage, MEPs asked Commissioner Schmit about the benefits and consequences of using productivity to establish minimum wages. The Commissioner reiterated the importance of productivity and said that wages should not lag behind productivity, as “wages have not followed productivity increases”.Several Members were concerned about member states being required to take action if their collective bargaining coverage is less than 70%. This would interfere with national systems, MEPs said, especially in the Nordic countries, where collective bargaining is ensured exclusively by trade partners. The Commissioner reassured MEPs that this proposal is simply a basic legal principle and that the Commission would not radically change national systems. Regarding the scope of this directive, several MEPs expressed their concern about atypical workers, people outside the labour market, and employees who are not . Commissioner Schmit stated that this proposal applies only to contracted employees and that the situation of workers without a contract needs to be addressed through other measures. Furthermore, member states who only have should encourage social partners to extend to people that are still not covered by it, he added.The Commissioner stressed that the practical impact of this directive could not be measured in the short-term, but rather the medium- to long-term. The Commission therefore proposes that an effective monitoring system be established, with annual reports assessing the evolution of wages and minimum wages in member states.On the topic of inequalities, MEPs highlighted the gender pay gap, stressing that the majority of low-wage earners (1 in 6 EU workers) are women. The Commissioner repeated that increasing minimum wages would benefit women and help close the gender pay gap.
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InvestEU Fund: boost for sustainable, innovative and social investment
Posted by fidest press agency su domenica, 1 novembre 2020
On Wednesday evening, MEPs from the Budgetary and Economic and Monetary Affairs committees adopted with 71 votes to 17 and 7 abstentions the renewed EU programme to support investments and guarantee access to finance. It will address market failures, sub-optimal investments and the investment gap in targeted sectors, for the period 2021-27. The EU guarantee of around €91.8 billion (current prices) is expected to mobilise more than €1 200 billion in additional investment across the European Union and should be allotted to the following policy objectives:Solvency support: MEPs reintroduced this, as not all companies have the same level of access to market financing and certain member states may not have sufficient budgetary means available to provide adequate support to companies hit by the COVID-19 crisis. It will help recovering companies, safeguard employment levels, and counter-balance the expected distortions in the single market (up to around €11 billion); Sustainable infrastructure: investment in the areas of sustainable transport and road safety, rail and road infrastructure, renewable energy, energy efficiency renovation projects, digital connectivity, environmental and climate resilience research (up to around €20 billion);Innovation and digitisation (up to around €11 billion);Access to finance primarily for SMEs, including for innovative SMEs and SMEs operating in the cultural and creative sectors, as well as small mid-cap companies (up to €5 billion);Social investment and skills (up to around €6 billion); Strategic European investment: future-oriented investment, including in critical healthcare, manufacturing of medicinal products and critical infrastructure, whether physical, analogue or digital (up to around €31 billion);Parliament will vote on its mandate to start negotiating with EU governments during the session in November.
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American Express ha diffuso il suo primo Environmental, Social and Governance
Posted by fidest press agency su sabato, 24 ottobre 2020
Il Report delinea a 360 gradi l’approccio dell’Azienda a sostegno dei propri colleghi, dei clienti e della comunità. Il rapporto, un’evoluzione rispetto al Corporate Social Responsibility report già in essere, include informazioni aggiornate e ampliate su argomenti chiave, tra cui la valorizzazione della diversity in azienda, l’impegno a supporto dei diversi stakeholder durante la pandemia COVID-19, i continui progressi rispetto al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e le iniziative filantropiche più significative. Il report, in linea con la strategia del Gruppo, è basato su un’analisi approfondita delle aspettative degli stakeholder interni ed esterni, tra cui terze parti, clienti, colleghi, partner, regolatori, fornitori e rappresentanti delle comunità locali, i cui validi spunti hanno contribuito ad evolvere la strategia e le priorità dell’azienda in ambito in ambito ESG. Per facilitare ulteriormente il raggiungimento dei nuovi obiettivi, il Gruppo ha istituito un nuovo Comitato direttivo ESG, composto da dirigenti senior di tutta l’azienda, che sarà responsabile di guidare lo sviluppo di nuovi traguardi e parametri ESG. Il Report ESG di American Express risponde alle linee guida tracciate della Global Reporting Initiative (GRI), del Sustainability Accounting Standards Board (SASB) della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD).
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Oncologi italiani sempre più social e digitali
Posted by fidest press agency su domenica, 27 settembre 2020
Gli oncologi italiani utilizzano sempre di più i social, anche per aggiornamento professionale, mentre, per l’interazione con il paziente preferiscono altri strumenti, anche in un periodo come questo che, per l’emergenza Covid, ha visto una riduzione delle visite di controllo e screening “face to face”. È quanto emerso nella seconda edizione dell’evento MEMO 2.0 20 (Merck Oncology Meeting Emotional Experience), promosso da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, e tenutosi quest’anno, per la prima volta, in modalità completamente virtuale nei giorni 11 e 12 settembre.Nel corso di una delle sessioni interattive della prima giornata, gli oltre 100 oncologi collegati hanno partecipato a un sondaggio sulla loro propensione all’utilizzo dei social media e di altre risorse digitali nell’ambito della loro professione. Ne è emerso un quadro molto interessante, che rivela una figura specialistica in evoluzione: il 90% dei rispondenti ha un profilo social attivo, e, tra questi, più della metà utilizza i social per aggiornamento professionale e per condividere informazioni riguardanti la propria attività scientifica. Il social più utilizzato con queste finalità è ovviamente LinkedIn, ma anche Twitter, in misura minore, viene considerato una fonte utile.Gli oncologi intervistati hanno riconosciuto ai social anche un valore in termini di condivisione dell’esperienza da parte dei pazienti: sorprendentemente la maggior parte di loro ha valutato positivamente il fenomeno emrgente dei cancer blogger. I social media sono invece poco utilizzati nella comunicazione medico-paziente: nonostante il 59% dei rispondenti attivi sui social abbiano affermato di essere stati contattato dai propri pazienti tramite social, la larghissima maggioranza (76%) non avvia un’interazione con essi.La gestione dell’interazione col paziente viene affidata prevalentemente al “face-to-face” o, in caso di soluzioni a distanza, prevalgono modalità come il contatto telefonico o il video-consulto.“Gli intervistati hanno riconosciuto il valore delle soluzioni di telemedicina, e non solo dal punto di vista funzionale – spiega Alberto Maestri, Digital Transformation Advisor, che ha presentato l’indagine nel corso dell’evento. Il 58% dei rispondenti ha infatti confermato che questi strumenti non penalizzano affatto l’interazione col paziente dal punto di vista dell’empatia, anche quando confrontati alla classica visita face-to-face”.Proprio queste nuove modalità di consulto hanno consentito di ridurre sensibilmente l’impatto dell’emergenza Covid-19 sull’attività dei reparti di oncologia italiani, come illustrato da Antonio Messina, a capo del business farmaceutico di Merck in Italia nel suo discorso di apertura al MEMO. “Un recente studio pubblicato sull’European Journal of Cancer ha dimostrato come il 70% dei nostri reparti di oncologia abbia ridotto di poco o nulla l’attività durante il lockdown – conferma Messina. Certo, tanto resta da fare: se l’assistenza ha rallentato di meno, il numero degli screening pare aver subito una significativa riduzione anche nel nostro Paese. Questo non deve succedere: sappiamo tutti come i ritardi nelle diagnosi riducano sensibilimente le possibilità di curare i tumori efficacemente. In questo, ancora una volta, un grosso aiuto potrà venire dalla rete e dalla tecnologia digitale. L’oncologia italiana è ben consapevole di ciò, e oltremodo attiva, come hanno dimostrato le tante esperienze e best practices presentate nel corso delle due giornate del MEMO. Da parte nostra, confermiamo il nostro impegno nel favorire il confronto e la diffusione del sapere scientifico, anche in un periodo così difficile, attraverso formati innovativi: MEMO 2.0 20 è stata la nostra prima esperienza di meeting 100% virtuale, e di certo non sarà l’ultima”.
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Rome integration: EU must do more against social exclusion and anti-gypsyism
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 settembre 2020
Structural anti-gypsyism must end, say MEPs, who demand measures to ensure Romani people have equal access to housing, education, healthcare and employment.In a resolution adopted on Thursday with 545 votes to 96 and 54 abstentions, Parliament stresses that, due to persistent anti-gypsyism, Romani people in Europe suffer the highest rates of poverty and social exclusion. MEPs therefore call for inclusive education, early childhood development and an end to discrimination and segregation.The situation of Romani people in the EU has not improved, denounces the text, partly because of “the lack of political will”. MEPs complain that a significant number of Romani people in Europe live in “extremely precarious” conditions, with most deprived of their fundamental human rights.They call on the Commission to table a legislative proposal focused on fighting poverty and anti-gypsyism and on improving Romani people’s living and health conditions. The proposal should include a plan to eliminate housing, health, employment and education inequalities, as well as specific binding objectives to improve inclusion.Member states should improve access to good quality and affordable healthcare for Romani people, including sexual and reproductive healthcare. All forms of ethnic segregation in health facilities must be banned, including maternal health care settings. MEPs also ask member states to compensate survivors of forced and coercive sterilisation.Providing Romani children with an equal start in life is essential to breaking the poverty cycle, say MEPs, who want to end all forms of school or class segregation experienced by these pupils. They condemn the discriminatory practice of placing them in schools for children with mental disabilities, still in place in some EU countries, and call on the Commission to continue pressing member states to desegregate, taking the cases to the European Court of Justice if needed.
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Roma integration: fight social exclusion, poverty and anti-gypsyism, MEPs demand
Posted by fidest press agency su sabato, 12 settembre 2020
The Civil Liberties Committee passed on Thursday a resolution denouncing that, due to persistent anti-gypsyism, Romani people in Europe suffer the highest rates of poverty and social exclusion. MEPs therefore demand inclusive education, early childhood development and an end to discrimination and segregation. The text, which will be put to the vote in plenary in October, was adopted with 52 votes to 9 and 5 abstentions.The resolution regrets that the situation of Romani people in the EU has not improved, partly because of “the lack of political will”, and that a significant part of Romani people in Europe lives in “extremely precarious” conditions, with most deprived of their fundamental human rights in all areas of life.They call on the Commission to table a legislative proposal focused on fighting poverty and anti-gypsyism and improving living and health conditions of Romani people. The proposal should include a plan to eliminate housing, health, employment and education inequalities, as well as specific binding objectives to improve inclusion. Efforts should be accelerated in all EU member states but especially in those with a large Romani population, say MEPs.Member states should improve access to good quality and affordable healthcare for Romani people, including sexual and reproductive healthcare. All forms of ethnic segregation in health facilities must be banned, including maternal health care settings. MEPs also ask member states to compensate survivors of forced and coercive sterilization.
Providing Romani children with an equal start in life is essential to break the poverty cycle, say MEPs, who want to end all forms of school or class segregation of these pupils. They condemn the discriminatory practice of placing them in schools for children with mental disabilities, still in place in some EU countries, and call on the Commission to continue pressing member states to desegregate, taking the cases to the European Court of Justice if needed.MEPs finally note that the COVID-19 crisis has worsened the situation of marginalised communities of Romani people living in overcrowded and inhuman conditions and warn that, due to limited access to healthcare, drinking water, sanitation and food, they are more at risk of contracting the virus.
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Lusso e social: il report Altagamma Social Luxury index
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2020
L’Altagamma Social Luxury Index, realizzato da Accenture Interactive, la digital agency più grande al mondo, giunge alla seconda edizione e conferma una crescita significativa della presenza social dei marchi Altagamma sempre più consapevoli della rilevanza di questo canale di comunicazione e distributivo. Si affacciano all’orizzonte e catalizzano l’attenzione dei più giovani anche nuove piattaforme social asiatiche quali Tik Tok, Twitch, Douyin, Little Red Book, mentre il Made in Italy – leva reputazionale di rilievo – mostra un potenziale ancora da sviluppare. Nove lingue, 8 settori, 35 canali digitali internazionali monitorati nel corso di un intero anno, tra social media, blog e forum: è questo il perimetro dell’analisi che ha preso in esame le conversazioni spontanee relative agli oltre 100 brand di Altagamma. Insieme ai dati dell’anno 2019, in questa seconda edizione sono presentate le dinamiche inedite seguite dai social durante l’emergenza COVID-19, che ha influenzato le conversazioni online, alternando periodi di silenzi, a nuovi picchi, in corrispondenza dell’attesa ripartenza.I brand hanno rafforzato la loro presenza sui local social media come WeChat, Weibo e VK (passando dal 28% al 32%). La prossima frontiera è tuttavia rappresentata dai canali emergenti come TikTok, Douyin (versione cinese di Tik Tok) e Little Red Book dove i brand del lusso risultano ancora poco presenti, ma che sono fondamentali per intercettare alcune categorie chiave di consumatori, come i giovani asiatici. Si tratta di canali in rapida crescita in termini di utenti attivi. Molto popolari in Paesi come Cina e India stanno diventando sempre più rilevanti per le giovani generazioni. Tra il 2019 e il 2020 il numero dei download dell’app di TikTok ha registrato un aumento del 68% (arrivando a 315 milioni nel primo quarter del 2020) e un aumento del 60% degli utenti giornalieri nello stesso periodo. Il 41% degli utenti ha tra i 16 e 24 anni e il 70% ha meno di 35 anni.L’app di Little Red Book ha registrato un aumento del 200% tra il 2018 e il 2019 e a luglio 2019 il numero di utenti registrati è arrivato a 300 milioni. L’86% degli utenti è rappresentato da donne e l’84% ha meno di 35 anni. Twitch, altro canale emergente, ha già 15 milioni di utenti giornalieri, con 3,6 milioni di streamer mensili. Ha registrato un aumento delle visualizzazioni dall’8 al 21 marzo 2020 e un aumento del 66% delle visualizzazioni provenienti da utenti italiani a febbraio 2020. Il 68% degli utenti è rappresentato da millennial, il 31% sono donne e il 57% del totale utenti proviene da mercati asiatici.
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