Tra i primi provvedimenti del nuovo governo, sembra che la proposta della Lega di elevare la possibilità di pagare in contanti passi dagli attuali 2.000 a 10.000 sia prossima a diventare legge, e dovrebbero farlo velocemente perché dal prossimo 1 gennaio la soglia massima dovrebbe scendere a 1.000 euro. Non dovrebbe essere la fine del mondo, visto anche che mediamente in Europa le soglie sono più alte della nostra, dal prossimo 1 gennaio ci “batterebbe” solo la Grecia e saremmo “in linea” con Francia e Portogallo. Ma il condizionale è d’obbligo visto che l’Italia è tra i Paesi con maggiore evasione fiscale. Non sappiamo se da quando è entrato in vigore il limite l’evasione sia stata minore, ma in teoria potrebbe essere un deterrente per le piccole evasioni, soprattutto del commercio al dettaglio, che le evasioni “consistenti” andrebbero cercate nei bilanci e nelle fatturazioni. Una teoria per la quale siamo ancora in fase sperimentale, tant’è che, per l’appunto, dalla soglia di 1.000 prevista dalla legge siamo in fase di “aggiustamento” con l’importo doppio di 2.000. Non ci piace che l’urgenza del Governo si manifesti in questo ambito, come se questo fosse uno dei massimi problemi. Sicuramente è più facile risolverlo (basta deciderlo) che non, per esempio, il costo dell’energia, ma ci sfugge la ratio. Non si tratterebbe neanche di difendere le categorie più deboli che, per esempio, è raro che provvedano ai loro acquisti in contanti con importi superiori a 1.000 o 2.000 euro. Ci sarebbe piaciuto di più un intervento fiscale per agevolare meglio i pagamenti, visto che in diverse occasioni i costi delle transazioni bancarie con le carte potrebbero scoraggiare l’uso delle stesse. Ma evidentemente siamo su una linea diversa di approccio alla questione, soprattutto perché non capiamo chi e perché dovrebbe acquistare qualcosa pagando con 10.000 euro in contanti.Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it
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Nuova soglia pagamenti contanti
Posted by fidest press agency su domenica, 30 ottobre 2022
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Dl Proroghe: Fp Cgil, contraddizioni su soglia minima smart working Pa
Posted by fidest press agency su domenica, 2 Maggio 2021
“Appare in contraddizione promuovere la flessibilità di definizione delle percentuali dello smart working in base alle esigenze delle amministrazioni con l’introduzione di limiti individuati per decreto, quando in queste ore Aran apre la strada alla contrattualizzazione”. Così la Fp Cgil commenta quanto previsto, come riporta il ministro della Pa, Renato Brunetta, nel decreto legge proroghe approvato oggi in Cdm in tema di smart working.Una notizia, aggiunge il sindacato, “uscita mentre con l’Aran le organizzazioni sindacali avviavano il confronto per il rinnovo contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori delle Funzioni Centrali, cui seguiranno gli avvii delle trattative per tutti gli altri contratti pubblici, e il presidente Naddeo comunicava che proprio lo smart working dovrà essere parte centrale del nuovo testo contrattuale”.Per la Fp Cgil, “Brunetta riconosce che è sbagliato imporre per legge soglie minime o massime di lavoratori che le amministrazioni potranno mettere in lavoro da remoto, perché limiterebbe la flessibilità organizzativa di cui le amministrazioni pubbliche, molto diverse tra loro, hanno bisogno. Però poi impone una soglia al ribasso del 15%, mentre la ministra Dadone prima di lui l’aveva posta al 60%. Sarebbe meglio, visto che si sta parlando di norme a regime, quindi superata l’emergenza e comunque dal 31 dicembre 2021 in avanti, non mettere immediatamente un intralcio sul percorso della contrattazione appena avviato. Altrimenti il ministro commette un ulteriore autogol rispetto alla volontà dichiarata di voler chiudere i contratti pubblici in fretta”, conclude.
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Senza il Reddito e la Pensione di Cittadinanza, 2,9 milioni di persone sarebbero sotto la soglia di povertà
Posted by fidest press agency su giovedì, 21 gennaio 2021
È il dato principale che emerge dalla “fotografia” divulgata dall’Osservatorio dell’INPS. Ed è un dato estremamente significativo, in un momento così delicato.Il Reddito di Cittadinanza, in questo anno e mezzo, ha rappresentato un’importantissima rete di protezione sociale ed un’interessante strumento per riportare i cittadini all’interno del mondo del lavoro, che possiamo ulteriormente migliorare, intervenendo soprattutto nelle parti che riguardano i rapporti con i Comuni e con le imprese.Ogni tanto si dovrebbe avere il coraggio di riconoscerlo, al di là dell’appartenenza politica o della paternità delle idee. Abbiamo messo in campo uno strumento che può fare da apripista al reddito universale, e quindi anche ad una organica e strutturata riforma degli ammortizzatori sociali.La pandemia ci ha insegnato tante cose, ma quella più importante è che nessuno deve essere lasciato indietro. L’abbiamo affrontata con gli strumenti che avevamo, ed inventandocene di nuovi, come i contributi a fondo perduto, o l’Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO) che finalmente garantisce una forma di ammortizzatore sociale anche agli autonomi.Davanti a noi abbiamo una grandissima sfida, che è anche una grandissima opportunità. Costruire l’Italia del futuro vuol dire innovazione, infrastrutture, opportunità occupazionale e politiche attive del lavoro, istruzione e ricerca scientifica, ma soprattuto ricostruzione di una rete sociale. Quello che forse è mancato per troppo tempo, e su cui noi abbiamo avviato un bel percorso.Andiamo avanti, dopo il Covid tutto dovrà essere meglio di prima”.Così, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.
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Da oggi le Biblioteche civiche torinesi ripartono con il prestito ‘sulla soglia’ e il Bibliobus
Posted by fidest press agency su lunedì, 23 novembre 2020
Torino. I servizi – in considerazione delle indicazioni ricevute dalla Prefettura di Torino e della Circolare della Direzione Biblioteche del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo che autorizza a dare continuità al prestito e alla restituzione libri, definiti ‘beni essenziali’ – saranno effettuati nel pieno rispetto delle misure previste per il contenimento del contagio da Covid19.Pur dovendo mantenere la chiusura al pubblico delle sedi, come da disposizioni di legge, sarà però possibile tornare a prendere in prestito libri e documenti su prenotazione telefonica o dal catalogo online, con ritiro su appuntamento e sulla soglia, nelle sedi: Biblioteche civiche Centrale, Dietrich Bonhoeffer, Italo Calvino, Cascina Marchesa, Francesco Cognasso, Natalia Ginzburg, Bianca Guidetti Serra, Primo Levi, don Lorenzo Milani, Cesare Pavese, Villa Amoretti e Mausoleo della Bela Rosin.Contemporaneamente sarà riavviato anche il prestito e la restituzione tramite il Bibliobus, effettuato all’esterno del mezzo, nelle tradizionali soste già in calendario (https://bctwww.comperio.it/sedi_orari/bibliobus.shtml), al quale sarà affiancato – in via sperimentale e su richiesta – un nuovo servizio di ‘prestito a domicilio’ destinato alle persone anziane e/o con difficoltà, sempre nel pieno rispetto delle misure relative all’emergenza sanitaria Covid19.Restano attivi per tutti i cittadini i servizi di iscrizione online al prestito, utilizzando l’apposito modulo di pre-iscrizione; la biblioteca digitale (MLOL) per il prestito di eBook e la consultazione online di giornali e riviste; la riproduzione digitale di documenti nelle Biblioteche civiche Centrale e Musicale, su richiesta via e-mail a biblioteche.civiche@comune.torino.it (Centrale) o a biblioteca.musicale@comune.torino.it (musicale Andrea Della Corte); le videoletture e gruppi di lettura (info nella sezione eventi del sito) e le attività didattiche e laboratori online per le scuole.Per avvalersi del prestito ‘sulla soglia’ contattare la biblioteca civica di riferimento (verifica i numeri su bct.comune.torino.it) mentre per il Bibliobus (e relativo servizio a domicilio nei casi previsti) chiamare al numero 3420100532.
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Debito sovrano: debito: soglia di 2500 mld è alle porte
Posted by fidest press agency su sabato, 19 ottobre 2019
Il debito delle Amministrazioni pubbliche è sceso in agosto a 2.462,6 miliardi.”Anche se il debito è sceso rispetto al record storico di luglio, il dato preoccupante è che, con la revisione del debito e l’inclusione dei buoni fruttiferi postali, la soglia di 2500 miliardi è ora alle porte” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Si tratta di un traguardo di cui faremmo volentieri a meno, per quanto sia solo simbolico. Il punto è che il Governo dovrebbe approfittare di questi tassi di interesse al minimo per ridurre il debito sia rispetto al Pil che in valore assoluto. Altrimenti il rischio che lo spread torni a salire è concreto” conclude Dona.
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Superata in Italia la soglia delle 1000 auto elettriche pure immatricolare in un mese
Posted by fidest press agency su domenica, 29 settembre 2019
Per la prima volta in Italia, ad aprile, è stata superata la soglia delle 1.000 auto elettriche pure immatricolate in un mese, risultato che si è ripetuto in maggio e in giugno e che si deve certamente anche agli incentivi all’acquisto (“Ecobonus”) introdotti dalla Legge di Bilancio 2019, grazie ai quali si è scalfita la barriera più rilevante alla diffusione della mobilità elettrica, cioè l’elevato costo iniziale del veicolo. Questo ha fatto salire a circa 6.000 le auto elettriche “pure” (BEV – Battery Electric Vehicle) vendute nei primi sette mesi del 2019, ben un migliaio in più rispetto a tutto il 2018, con una crescita del 113% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2018 infatti sono state 9.579 le auto elettriche immatricolate (5.010 pure e 4.569 ibride), appena lo 0,5% del totale (2 milioni) e tuttavia abbastanza da far salire il parco circolante a 22.000 unità. Né va dimenticata la crescita relativa: i BEV sono aumentati di una volta e mezza rispetto all’anno precedente (e del 113% se si considerano i primi 7 mesi del 2019), i PHEV, o ibridi plug-in, del 60%.
In tutto il mondo, nel 2018 sono stati immatricolati 2,1 milioni di veicoli elettrici, sia “full electric” (70% del totale) che ibridi plug-in, con un trend di crescita sul 2017 (+78%) che ci si aspetta venga confermato nel 2019, quando si dovrebbero superare i 3 milioni. La Cina svetta con 1,2 milioni di nuovi veicoli elettrici (+78%), il triplo dell’Europa che però si conferma il secondo mercato con oltre 400.000 immatricolazioni (+34%). Seguono Stati Uniti (350.000, +79%) e Giappone (53.000, -6%). In Europa, al primo posto ancora la Norvegia, che con oltre 72.000 nuove auto elettriche segue Cina e Stati Uniti e registra un impressionante 49% sul totale dei nuovi veicoli nel Paese. Al secondo posto la Germania (67.000, +24%), poi Gran Bretagna e Francia (rispettivamente 60.000 e 45.000, +26% e +24%).
Gli incentivi economici rappresentano ancora un fattore determinante per la diffusione della mobilità elettrica e sommando “bonus” nazionali e locali all’acquisto emerge la fotografia di un’Italia in cui è il Nord a mostrare la maggiore dinamicità. Se poi si assume la prospettiva del Total Cost of Ownership, ossia il costo di un veicolo lungo tutta la sua vita utile, che include anche il pagamento del bollo auto ed eventuali modalità privilegiate di accesso a parcheggi e a zone a traffico limitato, la situazione si chiarisce ancora di più: l’esenzione dalla tassa di circolazione, temporanea o permanente, è presente in tutte le regioni, mentre per quanto riguarda le facilitazioni all’accesso o alla sosta si passa da Valle d’Aosta, Campania o Lazio, dove sono ampiamente diffusi, ad Abruzzo o Calabria, dove risultano sostanzialmente assenti.
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Scuola: Stipendi sotto la soglia di povertà
Posted by fidest press agency su giovedì, 11 aprile 2019
La differenza strutturale tra il compenso di un insegnante italiano e quello di un collega europeo sta nelle progressioni accreditate nel tempo: ai nostri docenti si applicano aumenti minimi, in media ogni quattro-cinque anni, mentre ai colleghi di oltre confine si danno incrementi più ravvicinati e sostanziosi. Il risultato di questo gap, riportato in modo fedele nell’annuale pubblicazione dell’OCSE, Regard de l’éducation, riferita al 2018, viene evidenziato per bene oggi della rivista Tuttoscuola: ai maestri della primaria, ad esempio, mancano 11 mila euro l’anno. Marcello Pacifico (Anief) insiste: servono subito almeno 200 euro al mese, quindi 2 miliardi e mezzo l’anno. Il Governo deve trovarli.
Quando si parla di stipendi annui lordi dei docenti europei, nella maggior parte dei casi in fase iniziale sono abbastanza ravvicinati: tranne “la Germania che assegna retribuzioni doppie di quelle italiane”, lo stipendio lordo iniziale annuo dei docenti italiani di scuola primaria (e di scuola dell’infanzia), è di circa tre mila euro al di sotto della media dei Paesi dell’UE (31.699) e di quasi 4 mila sotto la media dei Paesi aderenti all’OCSE”. La rivista rileva che la forbice sulla retribuzione, però, a fine carriera si triplica: prima di andare in pensione, la distanza “per i docenti italiani di primaria è di 11 mila euro inferiore alla media dei Paesi europei”.
Lo stesso vale per gli altri gradi scolastici. “Vi è analogia di posizioni e di rapporti anche per i professori della secondaria di I grado, che, rispetto alla media retributiva iniziale dei Paesi dell’UE, hanno stipendi annui lordi inferiore di circa 3mila euro. Gli stipendi di fine carriera dei professori di scuola secondaria di I grado dei Paesi UE superano di circa 10 mila euro annui quelli degli italiani”. È emblematico il caso dei docenti francesi delle scuole medie: “Nel confronto con i colleghi francesi i professori italiani la differenza nello stipendio iniziale vede i transalpini in vantaggio di poche centinaia” di euro, “ma a fine carriera i francesi superano di ottomila euro i docenti di casa nostra”. In questo caso il gap nel corso degli anni diventa abissale, perché si materializza in una condizione di partenza quasi analoga. Per Tutttoscuola, la conclusione è inevitabile: esiste un gap retributivo rispetto ai collegi europei così evidente che “soltanto una coraggiosa riforma potrà colmare. Intanto in Parlamento, su iniziativa del Movimento 5 Stelle, si discute di ridurre ulteriormente il rapporto alunni-docenti: si pensa di farlo lasciando invariata la retribuzione (il che comporterebbe un aumento di spesa per gli stipendi proporzionale alla riduzione del rapporto), oppure di aumentarla come “vorrebbe tanto” il ministro Bussetti, con conseguente esplosione del costo per stipendi?”
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Equitalia non può iscrivere l’ipoteca per un debito inferiore ad 8mila euro
Posted by fidest press agency su sabato, 21 aprile 2012
Buone notizie per i contribuenti. E’ illegittima l’adozione da parte dell’Equitalia – Agente della Riscossione – della misura cautelare dell’iscrizione ipotecaria laddove l’importo a ruolo rechi un debito inferiore alla soglia di Euro 8.000,00 prescritta dalla disciplina del D.P.R. 602/1973. Ad evidenziarlo è Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, a seguito della lettura della sentenza n. 5771 delle sezioni unite della Cassazione del 12 aprile 2012.Sul punto, va ricordato che la Corte di Cassazione con sentenza n. 2053/2006 ha osservato che essendo l’ipoteca, al pari del fermo amministrativo, preordinata all’espropriazione forzata, quando sia decorso un anno dalla notifica della cartella di pagamento, l’espropriazione può essere avviata e, di conseguenza, l’iscrizione ipotecaria può essere eseguita solo dopo la notifica di intimazione di pagamento di cui al secondo comma dell’art. 50 del D.P.R. 602/1973, in quanto la mancata attivazione della fase espropriativa nel termine annuale fissato dalla predetta disposizione determina il venir meno della capacità del ruolo a valere come titolo esecutivo, essendo la sua efficacia sospesa ex lege sino a quando non è ripristinata dalla notificazione dell’intimazione ad adempiere. Inoltre la stessa Corte con sentenza n. 4077 del 2010, già citata, ha dichiarato illegittime le ipoteche iscritte sugli immobili per i debiti di importo inferiore agli 8.000 Euro. La pronuncia della Corte suprema è stata poi recepita in un decreto legge (art. 3, comma 2ter, del D.L. 25 marzo 2010, n. 40, convertito in L. 22 maggio 2010, n. 73).
Alla luce di tale importante precedente, poiché ancora oggi ci sono centinaia di migliaia di ipoteche sugli immobili che pur essendo sotto la soglia degli 8mila euro non vengono cancellate dall’agente di riscossione così come richiede la legge, Giovanni D’Agata, chiede l’intervento immediato del Governo e del Ministro della Giustizia per porre fine a queste paradosso introducendo maggiori controlli per il rispetto dei diritti dei contribuenti.
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Dove va l’economia…e l’energia?
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 marzo 2012
L’ultima nota di “Popolo Sovrano” formulava un quesito elementare: dobbiamo salvare l’art. 18 oppure salvare i posti di lavoro? La questione ha sollevato un mare di commenti, a favore e contro. Ai tanti a cui non abbiamo avuto il tempo di rispondere, destiniamo queste ulteriori riflessioni, chiarendo che l’art. 18 della legge 300/1970 non è direttamente responsabile dell’introduzione della soglia dei 15 dipendenti, addebitabile invece alla legge 11/5/1990, n.108.
1) da piccole e medie imprese, alzando la soglia dei 15 dipendenti se scende sulla Terra il solito marziano che nulla sa di art. 18, di Fornero, di Monti e CGIL, e indaga sulle ragioni della montante disoccupazione italiana, prima o poi si imbatte in un dato eclatante: il 95% , ossia pressocchè la totalità, delle imprese italiane, ha meno di 16 dipendenti. Non è necessario essere marziani per scoprire che questo numero-blocco è tutt’altro che accidentale, ma figlio della legge italiana. Anche un infante avanzerebbe la proposta di mettere mano a questa soglia, lasciare mano libera agli imprenditori, per licenziare, da una parte, ma, per assumere, dall’altra, timori e problemi. Ci chiediamo: perchè mai il Governo Monti-Fornero non pensa semplicemente di alzare la soglia dei non reintegrabili (con risarcimento monetario) dall’attuale numero di 15. Si potrebbe fare la prova per un quinquennio e “vedere l’effetto che fà”.
2) pagare di più chi rnuncia alla sicurezza della illicenziabilitàla contrattazione privata, per Costituzione, è e dovrebbe essere libera, mentre da decenni si impone agli assunti il cappello sindacale, con evidente atteggiamento – questo sì – anticostituzionale. In base a questa osservazione la vera rivoluzione del Governo Monti potrebbe essere costituita dall’obbligo, per tutti i dipendenti, al momento dell’assunzione, di optare per l’accettazione o il rifiuto della tutela dell’art. 18. A ciascuna opzione dovrebbe ovviamente corrispondere un trattamento economico differenziato, almeno il 10 o il 20% di differenza. Insomma, andremmo a dare sostanza alla recente polemica del Primo Ministro sul posto fisso, ossia sicuro, chiarendo quello che allora non fu chiarito. Il posto fisso è un valore economico e come tale va contrattato. E da sprovveduti dell’economia trattare allo stesso modo quelli che non rischiano il posto di lavoro e quelli che lo rischiano. In sostanza, chi sceglie la licenziabilità, dovrebbe essere adeguatamente retribuito per questo rischio rispetto a chi opta per l’illicenziabilità. Si potrebbe pensare ad una assicurazione che l’azienda paga per chi accetta la licenziabilità. In questo modo si verrebbe a chiarire il sempre sottaciuto concetto del costo della sicurezza del posto di lavoro. Solo una subcultura sindacale ignorante e peggio dispregiativa nei confronti del principio ineluttabile del costo (non c’è nulla che non abbia un costo), ha potuto portare avanti per decenni la teoria della gratuità della sicurezza del posto di lavoro. Rcordiamo non a caso che un disastro immane il sindacato l’ha commesso facendo perdere decine di migliaia di posti di lavoro, quelli di portinai. Avendo inserito nei contratti collettivi che la casa data in uso gratuito al portiere non aveva praticamente peso nella valutazione della retribuzione, quei miopi sindacati hanno ottenuto il risultato che tutti i condomìni si sono affittati la casa, molti camcellando definitivamente il posto di lavoro del portinaio, molti riducendolo nell’orario.
3) manomissione dell’art. 18? del tutto costituzionale ai molti (stranamente) che hanno opposto alla nostra alternativa l’obiezione della impraticabilità costituzionale di una manomissione dell’art. 18, chiariamo che già in occasione del referendum per l’abolizione dell’articolo 18, promosso dal Partito radicale e celebrato nel 2000, la Corte costituzionale si è espresso a favoe della compatibilità costituzionale del referendum, ammettendo quindi come del tutto costituzionale la sua ipotetica abolizione. Nella pletora di altre leggi, incluso il Codice civile, non mancano comunque articoli che si occupano della illicenziabilità e della reintegrabilità del lavoratore licenziato.
4) livellamento inevitabile. riguardo alle scorpacciate di “libertà”, “dignità”, “democrazia”, le litania che tanto piacciono ai quacquaracquà sempre pronti ad intervenire alla radio o in tv sul tema del lavoro, vorrei ricordare che con il crollo dell’URSS è scattata la cosiddetta globalizzazione. E’ come se gli stati, prima in qualche modo isolati ciscuno in un blocco, siano stati messi in comunicazioe tra loro. E’ il principio dei vasi comunicanti che stabilisce una regola inovviabile: chi stava peggio andrà a migliorare, chi stava meglio andrà a peggiorare. E’ una legge della fisica che nessun marchingengo potrà eludere. Al più ritardare. Non si tratta di essere pessimisti o ottimisti, ma semplicemente realisti. Se in Slovenia, appena più in là di Trieste, un ingegnere guadagna 300 euro/mese, fino a quando si potrà sostentere la discriminazione per cui al di qua, a qualche kilometro di distanza, un pari ingegnere deve guadagnane 7 volte tanto? e se in Polonia una dottoressa che lavora in un ospedale pubblico guadagna 600 euro mese, come giudicherà quelli che con la stesa cifra in Italia denunciano di morire di fame? Il tema è complesso, lo sappiamo, ma i fatti o fatti.
5) bolletta energetica e fusione fredda: Rubbia parli
l’Italia paga ad altri stati una bolletta energetica di oltre 60 miliardi di euro/anno, ossia 120 mila miliardi di lire. Un dissanguamento immane. E non spenderli più ci farebbe un gran comodo, di questi tempi. Ecco perchè chiediamo al prof. Rubbia di dirci che fine ha fatto il rapporto che anni or sono gli era stato consegnato dai tre ricercatori a cui lui, allora presidente dell’ENEA, aveva commissionato una ricerca sulla fusione nucleare a bassa energia (volgarmente detta fusione fredda). Quel rapporto aveva dato esiti positivi. Come mai tutto è scomparso nel nulla? (Fausto Carratù – Associazione popolo sovrano)
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Fimp, in alimenti freschi tossine oltre la soglia
Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 febbraio 2012
Si riapre il dibattito sulla genuinità degli alimenti specifici per l’infanzia da 0 a 3 anni rispetto a quella degli alimenti freschi, a seguito della pubblicazione dei risultati dell’analisi voluta dalla Federazione italiana dei medici pediatri con la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli. La Fimp, si legge in un comunicato, ha sviluppato un’analisi sistematica di cibi e prodotti alimentari indirizzati all’infanzia per verificare le effettive composizioni alimentari che ha confermato quanto emerso in merito alla presenza di micotossine e altre sostanze al di sopra delle percentuali previste. «Questi dati sono stati inviati al ministero della Salute e alle autorità competenti» scrive la Fimp «per un’ulteriore verifica di merito». «Abbiamo voluto fare questa verifica scientifica» ha comentato Giuseppe Mele presidente Fimp «con l’obiettivo di valutare l’eventuale presenza di componenti dannose per la salute dei più piccoli, che ci è stata puntualmente confermata, in modo da poterli salvaguardare nel momento più delicato del loro sviluppo, l’età pediatrica. I primi 3 anni sono, infatti, fondamentali per la salute del bambino ed è quindi decisivo per le famiglie disporre di alimenti sicuri».(fonte farmacista33)
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Italiani e il fascino del surreale
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 settembre 2011
Quanto accade in Italia da qualche anno a questa parte ha del surreale. Il primo effetto che se ne ricava è che tutte le parole più trasgressive sono in “libera uscita”. Qualcuno asserisce che la più grande differenza con il fascismo è che mentre allora nessuno parlava perché tutti ascoltavano, oggi tutti parlano perché nessuno ascolta. E’ un discorso tra sordi. Il tutto sembra sovvertito. Non vi è parola, pronunciamento, che riescano a superare la soglia della ragionevolezza, del serio intento, di un concreto impegno. Scivolano via perdendosi nel vago. Non vi sono più certezze ma solo un impegno maniacale alla trasgressione, alla corsa frenetica per arricchirsi, per fregare il prossimo. Una nazione che sembra sfuggire alla governabilità delle piccole e grandi cose. Una nazione che trova fisiologica una evasione da 200 miliardi di euro. Una nazione che a detta degli uni, quelli che contano, ha magistrati golpisti, una nazione dove uomini di governo predicano la secessione, una nazione dove il presidente del consiglio svolge il suo ruolo a “tempo perso”, una nazione dove si parla di rivolta sociale, una nazione dove la politica diventa sinonimo di pornografia, di prostituzione minorile, di ricatti e di ricattati. Una nazione dove si tendono trappole o “trappoloni” al presidente del consiglio citato come testimone ma con il rischio di diventare imputato ed arrestato, per le sue bugie, poiché in flagranza di reato non si può invocare l’immunità parlamentare. Se tutto questo, e molto altro ancora, non è surreale ditemi voi cosa dovrebbe esserlo. E se ciò non bastasse ci teniamo l’attuale presidente del consiglio, altrimenti se si dimettesse lo arresterebbero. Ce lo teniamo e speriamo almeno una volta di ballare con lui il “bunga bunga”. Viva l’Italia il paese più surreale del mondo. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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Popolazione mondiale: sette miliardi entro ottobre
Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 luglio 2011
Sette miliardi di esseri umani: l’ultimo rilevamento sul sito dello «United Nations Population Fund» segnava 6 miliardi, 929 milioni e 976.450 di abitanti sul pianeta terra. Entro la fine dell’anno, dicono le stime, raggiungeremo i sette miliardi: accadrà a luglio, secondo il «Census Bureau» americano, mentre l’Onu scommette sulla fine di ottobre. Sulla questione dicono la loro anche i bookmaker d’oltremanica che, riferisce Agipronews, danno nettamente ragione alla previsione dell’Onu: la soglia dei sette miliardi di abitanti nel mondo – dicono i quotisti di Paddy Power – sarà oltrepassata e raggiunta entro il 31 ottobre, ipotesi più bassa del tabellone a quota 1,72. La stima del Census statunitense, invece, è ben lontana in lavagna e pagherebbe 51,00. Se non sarà a ottobre, dicono ancora le quote, il traguardo dei sette miliardi per la popolazione mondiale potrebbe essere infranto a novembre, ipotesi da 2,75, mentre per settembre e dicembre la proposta sale a 8,00 e 9,00. Infine, l’opzione agosto pagherebbe 17,00.
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Menopausa e terapie ormonali
Posted by fidest press agency su venerdì, 10 giugno 2011
Le avvenenti forme “a pera” si trasformano nelle assai meno sexy sembianze “a mela” e, dopo i 50, si ingrassa in media di 1 kg all’anno: sono le conseguenze della menopausa. Fra i primi sintomi si verifica un aumento dell’adipe e una sua diversa distribuzione, molto più simile a quella maschile. Sale anche la pressione, che tende a superare i valori soglia ( < 130 mmHg), e cresce il girovita, uno dei parametri che definiscono la sindrome metabolica che spesso viene trascurato. Per combattere i più pericolosi nemici del cuore la terapia ormonale sostitutiva è un valido alleato. “L’elemento essenziale è il progestinico: il drospirenone, che riduce o addirittura annulla i possibili effetti sulla ritenzione idrica ed è particolarmente efficace nel controllo del rischio cardiovascolare. Abbassa la pressione arteriosa e può ridurre fino a 3 cm la circonferenza addominale”, spiega il prof. Marco Gambacciani, dell’azienda ospedaliera universitaria pisana e segretario della European Menopause and Andropause Society (EMAS), autore dello studio che ha portato a questi risultati. Il Congresso Mondiale della Menopausa, che fino all’11 giugno riunisce a Roma oltre 3.500 esperti da più di 80 Paesi, apre una nuova stagione per le terapie ormonali sostitutive, un vero e proprio “rinascimento”, termine che non a caso dà il titolo all’evento. In particolare, è la presentazione dei dati dello studio EURAS-HRT a sancire definitivamente la sicurezza di quelle a basso dosaggio. “Si tratta di una vasta ricerca internazionale, iniziata nel 2002, che ha coinvolto oltre 30.000 pazienti per un totale di 100.000 anni/donna – spiega il prof. Andrea Genazzani, Presidente del Congresso -. Fra tutte le TOS prese in esame colpisce l’efficacia del drospirenone che non aumenta la patologia venosa (tromboembolismo), mentre ha decisamente diminuito quella arteriosa (stroke e infarti del miocardio) con un calo nell’ordine del 40%. In molte nazioni, anche emergenti, le donne trascorrono 30 anni e più in menopausa. Bisogna quindi muoversi in un’ottica di medicina preventiva, agendo in primo luogo sui comportamenti alimentari, l’attività fisica e la prevenzione del fumo, per evitare la disabilità ed assicurare il più lungo periodo possibile di autonomia e buona qualità di vita”. In Italia vi è uno scarsissimo utilizzo delle terapie ormonali (meno del 5%) ed una ancora più limitata conoscenza. Le preoccupazioni sono prevalentemente legate al rischio oncologico, soprattutto di tumore al seno. “Le nostre pazienti ci chiedono di capire se e di quanto aumentino le probabilità di ammalarsi – spiega la prof.ssa Nicoletta Biglia, dell’Università di Torino -. Come rassicurarle? Molte di loro ci chiedono “Dottoressa, cosa farebbe al mio posto?”. I dati di un’indagine da me coordinata indicano che il 37% di un campione rappresentativo composto da 1.000 donne medico o mogli di medico del nostro Paese utilizzava o aveva utilizzato la TOS, 7 volte in più rispetto alla popolazione generale. Mi sembra un’ottima risposta”.
Con la menopausa cessa la produzione degli ormoni che rappresentano il “motore” dell’organismo femminile. Il loro calo, improvviso o graduale, determina una serie di disturbi noti (come le vampate) e altri problemi meno conosciuti, che intervengono in una fase successiva. Fra questi, quelli dell’umore: “Il 25% sperimenta nel periodo di transizione che caratterizza la fine dell’età fertile alterazioni sino a veri e propri sintomi depressivi – aggiunge la prof.ssa Biglia -, aggravati da un’altra condizione che diventa molto comune: l’insonnia. Ne soffre una donna su tre in pre-menopausa e una donna su due in peri- e post-menopausa”.
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Sulla soglia dell’eternità
Posted by fidest press agency su lunedì, 28 marzo 2011
Questo libro rappresenta il testamento spirituale di Xavier Emmanuelli uno dei fondatori di Medici Senza Frontiere, e ripercorre la sua esistenza dedicata agli ultimi e ai dimenticati, senza nascondere i propri errori e i difetti. Dal ricordo del padre, medico di famiglia, al suo lavoro nei reparti di medicina d’urgenza, ma soprattutto le incredibili avventure con “Medici senza Frontiere” e con il “SAMU social”, impegnato a dare assistenza ed aiutare secondo la filosofia della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, senza dimenticare gli eccessi dei media, la disumanità di certa medicina incurante delle reali necessità degli uomini. di Xavier Emmanuelli Edizioni San Paolo 144 pagine € 12,00
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Calano i consumi cresce soglia povertà
Posted by fidest press agency su giovedì, 30 settembre 2010
Adiconsum chiede al Governo: • una riduzione delle tasse alle famiglie per rilanciare i consumi; • un controllo sugli aumenti delle tariffe dei vari servizi pubblici locali e nazionali; • sanzioni e più concorrenza contro le speculazioni, e una decisa lotta all’evasione fiscale. A differenza degli altri Paesi europei la busta paga e le pensioni nel nostro Paese sono state più leggere: ogni anno i consumatori italiani hanno perduto circa 550 euro. Inoltre per molte famiglie si è aggiunta la cassa integrazione che comporta un ulteriore ridimensionamento del potere d’acquisto. La conseguenza è ovvia: calano i consumi, aumenta la soglia di povertà delle famiglie e molte per arrivare alla fine del mese si indebitano. Questi non sono dati delle Associazioni Consumatori, ma dell’Istat. Di fronte alla situazione di emergenza vissuta da numerose famiglie del nostro Paese – afferma Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum – è quanto mai urgente che il Parlamento torni a discutere di occupazione, di consumi, di sviluppo e intraprenda una decisa lotta all’evasione, per evitare che la parola “riforma” significhi poi nel concreto solo taglio dei servizi ai cittadini o maggiori ticket.
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In calo l’età delle neo-mamme
Posted by fidest press agency su sabato, 11 settembre 2010
L’età media del concepimento tra le donne che si sottopongono a pma è scesa sotto i 35 anni. «C’è maggiore consapevolezza che il tempo è il primo nemico della fertilità», ricordano gli esperti del centro ProCrea di Lugano Diminuisce l’età delle coppie che diventano neo-genitori grazie alla procreazione medico assistita: solo nel 2010 l’età media delle mamme si è abbassata di un anno rispetto al 2009, scendendo per la prima volta sotto la soglia dei 35 anni. Il dato, in controtendenza rispetto all’aumento dell’età media di chi affronta la prima gravidanza, emerge dalle statistiche del centro svizzero di procreazione medico assistita ProCrea di Lugano, dove oltre l’80% delle coppie arriva dall’Italia. Secondo i dati Istat 2008, il 5,7% dei nati ha avuto una madre con almeno 40 anni (si è passati dai 12.383 nati nel 1995 ai 32.578 nel 2008). Sempre nel 2008, l’età media della prima gravidanza in Italia si è assestata a 31,1 anni, circa un anno e mezzo in più rispetto al 1995 quando era 29,8. Ringiovaniscono, invece, le coppie che realizzano il sogno della maternità rivolgendosi alla procreazione medico assistita.
Del resto, «l’età è il principale nemico della fertilità e questi dati lo dimostrano», sottolinea Michele Jemec, medico esperto in medicina della riproduzione di ProCrea. «Una donna viene considerata pienamente fertile fino a circa 30 anni, poi inizia una lenta fase di diminuzione della fertilità, fino ai 35 anni. Dopo i 40 anni, le possibilità di una gravidanza si abbassano notevolmente». E i dati di successo nei trattamenti di procreazione medico assistita lo confermano. Sulle circa 4mila coppie trattate negli ultimi tre anni dallo staff di ProCrea, le tecniche di medicina della riproduzione con cicli a fresco hanno dato esito ad una gravidanza in più del 50% dei casi nelle donne fino ai 30 anni; la percentuale di successo cala al 17% nella fascia di età tra i 40 ed i 42 anni. I passaggi intermedi oscillano dal 44% di successo tra i 31 e i 34 anni, al 39% a 35 e 36 anni fino al 28% dai 37 ai 39 anni. Del tutto simili i dati di successo con transfer di embrioni scongelati. «Sono risultati che si basano sulla diagnosi genetica che viene effettuata all’interno del centro e sulla scelta di percorsi personalizzati per ciascuna coppia», ricorda Jemec. «Risultati che ci hanno portato a festeggiare più di 1.300 bambini nati negli ultimi tre anni».
ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un’équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare, ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell’infertilità con tecniche d’avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8. http://www.procrea.ch.
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Povero un pensionato su due
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 giugno 2010
In Italia una un pensionato su due è povero con una pensione che non supera la soglia dei 500 euro al mese. Sono quasi 14 milioni e mezzo le pensioni ed il 49% del totale pari a 7 milioni non superano la soglia dei 500 euro al mese. Di questi, quasi 1.800.000, pari al 12,4% del totale, non oltrepassano nemmeno la soglia dei 250 euro al mese. Ad effettuare lo studio sull’identikit dei pensionati è stato KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani. Il risultato che emerge e’ molto allarmante. Se da un lato la spesa previdenziale continua ad aumentare, dall’altro gli importi corrisposti sono relativamente modesti e, per la metà, non superano la soglia di povertà. La media dell’importo mensile erogato dall’Inps ai pensionati italiani e’ di circa 655 euro. Ad innalzare la media ci sono i “pensionati d’oro”, circa 56omila titolari di pensioni, lo 0,4% del totale, che prendono più di 3.000 euro al mese. “I pensionati italiani ed in particolare quelli del sud sono tra i più poveri in Europa – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Serve un’armonizzazione europea del sistema pensionistico ed una politica economica seria che ponga al centro del sistema economico l’uomo con i suoi bisogni.” Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani
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Cresce lettura e giro d’affari del mondo del libro
Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 Maggio 2010
Questa nuova edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, al via dal 13 al 17 maggio al Lingotto, apre forte di due dati positivi per il settore. Cresce infatti la percentuale dei lettori, che nel 2009 hanno raggiunto quota 45,1%, come rilevato da Istat, superando la soglia dei 25milioni di persone con più di 6 anni che leggono almeno un libro in un anno. E cresce il mercato trade per il settore librario, attestandosi sul 3,7% in più nei primi 3 mesi e mezzo del 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009, come emerge da uno dei nuovi dati dell’indagine NielsenBookScan che sarà presentata il 13 maggio alle 13.45 nella sala Azzurra del Salone nell’ambito del convegno, organizzato da Associazione Italiana Editori (AIE) e Salone internazionale del libro di Torino, “Che fine farà l’e-book: tra libri di carta e applicazioni digitali”. A partire dalla fotografia del mercato del libro di carta di NielsenBookScan si andrà ad indagare – grazie ad una ricerca condotta dall’Ufficio studi di AIE nel dicembre scorso nell’ambito della fiera Più libri più liberi – la propensione degli italiani all’e-book. In base ai primi dati emerge che il 7,5% degli intervistati dichiara di aver già comprato (o di accingersi a farlo) un e-book. Un altro 5,8% aspetta solo un maggior numero di titoli in italiano e un altro 2,8% la possibilità di leggersi sullo schermo dei best seller. Numeri per ora ancora lontani da quelli del mercato dei canali trade ma che indicano grandi potenzialità, anche in ambito italiano.L’evento – Si aprirà alle 13.45 con i saluti del direttore editoriale del Salone Ernesto Ferrero e del presidente dell’AIE Marco Polillo. Il dibattito sarà introdotto dalla presentazione dell’indagine sul mercato italiano, a cura di Monica Manzotti di NielsenBookScan, e della propensione degli italiani all’ebook a cura di Giovanni Peresson di AIE. Ne parleranno – moderati dal giornalista del Sole 24 Ore Stefano Salis – Riccardo Cavallero, direttore generale Libri trade Mondadori, Alessandro Baldeschi, amministratore delegato Messaggerie Libri, Bruno Mari, vice presidente di Giunti.
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Aumenta la spesa su carte di debito Visa
Posted by fidest press agency su venerdì, 22 gennaio 2010
Presentati i risultati dell’esercizio 2009 di Visa Europe, il sistema di pagamento leader in Europa, che mostrano un incremento dei volumi generati da carte di debito Visa del 6,3% ed una crescita delle corrispondenti transazioni di acquisto del 10%. Nel corso del 2009 in tutta Europa la spesa totale di tutte le carte di pagamento Visa ha registrato un incremento del 3,7% per un controvalore di €856 miliardi. Il numero delle transazioni processate da Visa Europe durante l’anno ha raggiunto la soglia di 7,2 miliardi, evidenziando una crescita del 11,3%. Fino a ben 894 transazioni al secondo nei periodi di maggiore flusso. Nell’ultimo trimestre 2009 i volumi di spesa internazionali hanno evidenziato una forte ripresa sia all’interno sia al di fuori dell’area europea, rivelando che i consumatori sono tornati a generare livelli di spesa pre-crisi in viaggi d’affari e in vacanze all’estero.
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