Il MUR, Ministero dell’UniversitaÌ e della Ricerca, con il decreto n. 909/2022, ha reso nota la data per il concorso per l’ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione in Medicina (SSM) per il 2022, prevista quest’anno per il 26 luglio 2022. Il 1° novembre 2022 eÌ stata indicata come data di inizio delle attivitaÌ didattiche per coloro che saranno ammessi alle scuole di specializzazione. Al concorso possono partecipare tutti i candidati con laurea in Medicina e Chirurgia ottenuta entro 15 luglio 2022 e l’abilitazione alla professione medica. La domanda di iscrizione deve essere effettuata sul portale Universitaly, dal 31 maggio al 9 giugno. EÌ ancora ignoto il numero di borse e la loro ripartizione per Scuola, che saranno indicati con un provvedimento integrativo del bando prossimamente. Destano poi alcuni dubbi e sono oggetto di controversia i cosiddetti punti cv, ossia i punti bonus attribuiti in base al voto di laurea e alla media degli esami sostenuti che non possono essere assegnati ad alcune categorie, come ad esempio i medici specializzati o che stanno frequentando una scuola di specializzazione. TestBusters – il piuÌ grande network di docenti-studenti di Medicina in Italia fondato nel 2011 che si occupa di sviluppare attivitaÌ di orientamento e preparazione ai test di ammissione, da diversi anni ha esportato il suo metodo consolidato e codificato, con un approccio distintivo basato sulla peer education, anche alla preparazione del Concorso SSM con il suo brand dedicato, Peer4Med, che offre corsi online, in diretta e on demand e simulazioni online.
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Concorso per l’ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione in Medicina
Posted by fidest press agency su sabato, 11 giugno 2022
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Università: eliminare il numero chiuso dai corsi di specializzazione
Posted by fidest press agency su giovedì, 27 gennaio 2022
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha affermato che è necessario porre attenzione alla questione del sostegno. Infatti, “sono ancora tantissimi i docenti insegnano su posti di sostegno senza specializzazione. È insufficiente il numero di posti banditi nell’ultimo ciclo del Tfa. Eliminiamo il numero chiuso”. Il giovane sindacato ricorda che ha attivato la X edizione della campagna gratuita “nonunoradimeno”, l’iniziativa creata per garantire a ogni alunno con disabilità le ore settimanali di sostegno richieste dalle scuole come da consolidata giurisprudenza. La campagna ha garantito pure il diritto al risarcimento del danno a favore della famiglia dell’alunno disabile, il cui diritto all’istruzione e all’integrazione è stato violato dall’amministrazione.
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Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Parma
Posted by fidest press agency su martedì, 5 ottobre 2021
Parma. C’è tempo fino all’11 ottobre alle 12 per iscriversi alla prova di ammissione alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Parma per l’anno accademico 2021-22 (bando). 70 i posti disponibili. La Scuola, per laureati in Giurisprudenza, ha l’obiettivo formativo di sviluppare negli iscritti l’insieme di attitudini e di competenze caratterizzanti la professionalità dei magistrati ordinari, degli avvocati e dei notai. Ha la durata di due anni: il primo anno comune, il secondo distinto negli indirizzi giudiziario-forense e notarile. Nell’a.a. 2021-22 le lezioni potranno essere seguite anche in streaming oltre che in presenza in aula. Alla Scuola si accede mediante concorso pubblico per titoli ed esame Per iscriversi alla prova di ammissione occorre presentare domanda esclusivamente utilizzando la procedura on line. https://gspi.unipr.it/it/professionilegali
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Scuola: Sostegno, ai corsi di specializzazione si entra a caso
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 ottobre 2020
Il superamento della prova preselettiva per l’accesso al corso di specializzazione per le attività didattiche di sostegno, competenze, conoscenze e attitudini ad insegnare agli alunni con disabilità diventano elementi variabili e indefiniti: l’accesso muta in ogni ateneo sulla base del numero di posti messi a disposizione (che spesso non corrisponde a quelli necessari), alla quantità di partecipanti e al loro esito della prova. Le difformità di accesso ai corsi sono evidenti: da uno studio dell’Anief è emerso che gli aspiranti sono appena 129 candidati nell’ateneo di Trento, mentre alla Benincasa di Napoli sono 7.600, ma anche 1.943 a Bari, 1.535 a Catania e 1.361 dell’Università del Molise. Per essere ammessi agli scritti ogni ateneo ha avallato soglie diverse. Ma il dato più assurdo è quello conseguenziale: per essere ammessi ai corsi specializzanti della secondaria dell’Università degli Studi Internazionali di Roma servono 28,5 punti, all’Università di Catania 21, a Siena e nel Salento 20,5. Mentre per la primaria a Napoli ne bastano 11. Alla base di queste discrepanze vi è il fatto che il V ciclo specializzante per il sostegno agli alunni disabili risulta portatore di un sensibile e inevitabile squilibrio nell’assegnazione dei posti: per questi motivi, il giovane sindacato ha predisposto una serie di ricorsi finalizzati a essere ammessi e partecipare agli scritti. Di fatto, il livello di competenza minima per accedere ad un corso specializzante sul sostegno varia quindi a seconda della città dove si è presentata la domanda: il DM 92/2019 non prevede un punteggio minimo e ad ammettere alla prova scritta, dopo il test preliminare da 60 quesiti, un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili nella singola sede per gli accessi (nei singoli Atenei). Sono inoltre ammessi alla prova scritta coloro che conseguono lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi. Con il voto della preselettiva che non farà media con la prova scritta e orale, ma utile ai fini dell’accesso ai corsi. Una procedura che Anief vuole contrastare attraverso appositi ricorsi finalizzati a fare ammettere gli esclusi in modo illegittimo agli scritti. La decisione è stata impugnata dall’Anief, poiché è chiaro chi si tratta di un paletto alzato in modo del tutto ingiustificato, ancora di più alla luce dalla scarsità di domande in alcune province. Non si comprende come mai si continui a decidere il numero di posti dei corsisti solo sulla base delle disponibilità degli atenei e non alle esigenze precipue locali. “La domanda – chiosa il presidente Anief Marcello Pacifico – è d’obbligo: perché non si aumentano i posti da mettere a bando, laddove è palese l’alto interesse da parte dei docenti abilitati interessati a specializzarsi nel sostegno agli alunni disabili?”
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Docenti di sostegno: corsi di specializzazione presi d’assalto o disertati
Posted by fidest press agency su sabato, 10 ottobre 2020
Mentre si stanno lentamente completando le nomine dei 100 mila supplenti annuali, in larga parte in deroga, anche per via delle graduatorie provinciali in continuo rifacimento a seguito degli errori a raffica derivanti dal cambio immotivato delle tabelle valutanti i titoli, dalle scuole di specializzazione di sostegno giungono notizie sconfortanti. Con 170 mila ragazzi disabili che hanno già cambiato o sono in procinto di cambiare il loro docente, con il “balletto” delle cattedre in pieno corso, si scopre che dei posti messi di sostegno messi a bando nell’ambito del concorso straordinario, al via il 22 ottobre (in tutto 5.669, di cui 4.069 per la secondaria di primo grado e 1.600 per le superiori), gli aspiranti che hanno presentato domanda di partecipazione sono 2.745, pari alla metà dei posti messi a bando. I corsi per diventare docenti di sostegno rasentano ormai l’assurdo. Vi sono alcune regioni dove la scarsità di aspiranti è particolarmente sentita. Altre dove vi è invece abbondanza di aspiranti e mancanza di posti nel bando (anche in presenza di cattedre scoperte): “se ad esempio in Lombardia, per la scuola media, ci sono 361 domande per 1.680 posti, in Sicilia per la scuola superiore ci sono 128 domande per 9 posti. La mancanza di aspiranti per queste cattedre è cronica, da anni ormai, purtroppo di procede per deroghe, permettendo il ruolo a professori non specializzati”, spiega Orizzonte Scuola.Ma c’è anche un altro aspetto che lascia davvero molto a desiderare sulla selezione dei docenti da specializzare: è quello della valutazione delle preselettive per l’accesso al nuovo corso di specializzazione per le attività didattiche di sostegno (TFA sostegno V ciclo anno accademico 2019/20): in base ai risultati ottenuti dagli atenei, risulta “ancora una volta deludente il meccanismo utilizzato per determinare il superamento della prova, in quanto a determinare l’accesso è il risultato del più bravo. Se il più bravo totalizza 30 punti su 30, quello è il metro di partenza. Se il più bravo totalizza 28, la scala scende”, spiega la stampa specializzata.In pratica, “per superare il test preliminare non c’è un punteggio minimo e, come prevede il DM 92/2019, è ammesso alla prova scritta un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili nella singola sede per gli accessi (nei singoli Atenei). Sono inoltre ammessi alla prova scritta coloro che conseguono lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi. Il test preliminare è stato costituito da 60 quesiti. La risposta corretta a ogni domanda vale 0,5 punti, la mancata risposta o la risposta errata vale 0 (zero) punti”. I risultati finora comunicati, determinanti ai fini dell’accesso, però “vengono ‘mal digeriti’ da alcuni candidati”. La stessa rivista Tuttoscuola ha di recente rilevato, all’interno di un focus sul sostegno, che “ci vuole ben altro per cercare di dare soluzione ai problemi di questo delicato settore, a cominciare dalla continuità didattica, ancora una volta e più di prima tradita dalle norme e procedure attuali. Sarebbe comunque sbagliato ritenere che questa crisi sia congiunturale, acuita soltanto dall’emergenza sanitaria e organizzativa in corso”. Perché “dei circa 185 mila posti di sostegno previsti quest’anno, solo 101.164 sono in organico di diritto, fissi e stabili, mentre i restanti 83.836 saranno in deroga, provvisori e funzionanti fino al 30 giugno”. Inoltre, è inammissibile che i posti messi a concorso risultino appena uno su quattro cattedre vacanti. Nel frattempo, la forbice, tra diritto e deroga si sta allargando, con “costante incremento dei secondi, tra un paio d’anni, se non interverranno modifiche radicali, raggiungerà la parità: 50% al diritto e 50% alla deroga, un risultato di ridottissima stabilizzazione del settore”. E, come “ciliegina sulla torta”, c’è da considerare che il “numero imprecisato di questi supplenti (si stima tra il 20-25%) è addirittura privo del diploma di specializzazione per il sostegno”. La risultanza di tutto questo è che quest’anno due alunni disabili su tre resteranno spaesati “davanti a un nuovo docente mai visto prima”.
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Scuola Sostegno: appello M5S al Ministro per attuare le specializzazione
Posted by fidest press agency su martedì, 31 marzo 2020
L’on. Vittoria Casa ha presentato un’interrogazione in commissione a Gaetano Manfredi, con la quale chiede di “valutare una modifica delle attuali disposizioni in modo da garantire la conclusione dei corsi attraverso forme di didattica online e per facilitare la trasmissione dei documenti”. Alla luce della situazione difficile di queste settimane, che obbliga le persone a evitare al massimo gli spostamenti, la modalità formativa straordinaria per via telematica chiesta dal sindacato – anche per l’avvio di un nuovo corso da 20 mila posti – è l’unica misura possibile per mettere a disposizione degli alunni personale docente abilitato e specializzato per esercitare la professione, così da avviarsi verso l’immissione in ruolo.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “In questi giorni, sulla necessità estrema di specializzare i docenti sul sostegno anche noi abbiamo scritto al ministro Gaetano Manfredi, in modo che possa individuare delle modalità di attuazione dei corsi. E siamo stati anche promotori, in V commissione al Senato, della richiesta attraverso un preciso emendamento al D.L. n. 18 del 17 marzo 2020: l’intenzione, attraverso una modifica al decreto “Cura Italia”, è infatti quella di avviare dei percorsi alternativi di TFA sostegno rivolti ai precari che da anni prestano servizio, considerando che proprio sul sostegno ai 280 mila alunni con disabilità che frequentano le nostre scuole il personale non specializzato precario supera addirittura il 70% dei contratti stipulati”.
L’emergenza legata al Covid19 si è abbattuta anche sui corsi di specializzazione di sostegno: si tratta di una necessità, quella di completare lezioni ed esami, che per la scuola è fondamentale, visto che mancano all’appello circa 50 mila insegnanti specializzati sulle oltre 60 mila cattedre vacanti complessive, tra organico di diritto e deroghe, da assegnare con l’avvio del prossimo anno scolastico. A preoccupare è prima di tutto la conclusione del IV ciclo di specializzazione per le attività di sostegno.“I corsi – scrive in una nota l’on. Vittoria Casa, deputata del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura – si sarebbero dovuti completare a marzo 2020 e, nonostante la proroga dei termini maggio prevista dal decreto dell’11 marzo, rischiano di dover essere ulteriormente rinviati per via dell’impossibilità di svolgere le attività laboratoriali e gli esami finali in modalità telematica. Ci sono, inoltre, difficoltà nella presentazione dei documenti di fine tirocinio da parte dei corsisti, che non possono trasmettere i documenti in originale alle segreterie delle università”.
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Sostegno: Ancora un anno con docenti senza specializzazione
Posted by fidest press agency su sabato, 14 marzo 2020
Gli insegnanti che conseguiranno il titolo a maggio non bastano a coprire i vuoti di organico. Anief chiede l’avvio di un percorso straordinario, in modalità telematica e a costi ridotti, riservato al personale con 24 mesi di servizio su posti di sostegno per conseguire la specializzazione e garantire il diritto all’istruzione di tutti gli alunni. Scarica la lettera inviata dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, al ministro Gaetano Manfredi.
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Scuola: Specializzazione sostegno, sale a 20 mila il numero degli ammessi dopo le denunce di Anief
Posted by fidest press agency su martedì, 18 febbraio 2020
Ma sono meno della metà rispetto alle migliaia di posti vacanti coperti da docenti senza specializzazione. Ancora una volta, l’accesso sarà regolato dall’offerta degli Atenei e non dalle effettive esigenze del territorio come risulta dai numeri delle regioni: in Sicilia e Lazio il 40% dei 19.585 posti: per Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria soltanto l’1%. Il sindacato pronto a ricorrere in tribunale contro il D.M. 95/2020.
Ci risiamo: da Viale Trastevere, incuranti dell’errore commesso l’anno scorso, con il Dm n. 92 dell’08 febbraio 2019, si ripropone con il D.M. n. 95 del 12 febbraio 2020 una ripartizione regionale dei posti di sostegno non rispettosa delle esigenze del territorio, delle certificazioni degli alunni con handicap, del numero dei posti vacanti assegnati in supplenza e della mancanza di insegnanti specializzati, ma soltanto del potenziale formativo distinto per ogni ordine e grado fornito dagli Atenei, in palese violazione della legge 104/92 e del regolamento concernente la “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti” (DM 249/2010). Non prendendo in considerazione il forte squilibrio nell’assegnazione dei posti dell’ultimo ciclo di specializzazione nel sostegno, ancora sub iudice, dal nuovo ministero dell’Università e della Ricerca si continua sulla scia di quanto già deciso dall’ex ministro Marco Bussetti: in base alla tabella ‘A’ del DM 95 del 12 febbraio 2020, appena pubblicato, risultano delle regioni, come la Sicilia (4.675 posti) e il Lazio (ben oltre 3 mila), che fanno razzia di posti, aggiudicandosi il 40% dell’intero contingente (pari a 19.585 posti fra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado); altre regioni, invece, come il Piemonte (205 posti), il Friuli Venezia Giulia (290) e la Liguria (340), si devono accontentare di una percentuale appena superiore all’1%. La stessa Lombardia, con il numero di scuole e alunni più grandi d’Italia, si ferma a circa mille posti totali.
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Scuola di specializzazione in Farmacia ospedaliera
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 agosto 2019
Parma La Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera ha una durata di 4 anni e rilascia il titolo di “Specialista in Farmacia Ospedaliera”. La Scuola è rivolta ai laureati in Farmacia e in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche in possesso del Diploma di abilitazione alla professione di farmacista e ha lo scopo di assicurare ai laureati in discipline farmaceutiche la formazione professionale utile all’espletamento della professione nell’ambito delle strutture farmaceutiche ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale. Sono specifici ambiti di competenza la gestione dei farmaci e dei dispositivi medici, la produzione di farmaci anche a carattere sperimentale, l’informazione e documentazione sul farmaco, la vigilanza sui prodotti sanitari, la vigilanza sull’esercizio farmaceutico.L’impegno richiesto agli specializzandi è a tempo pieno, pertanto non è compatibile con altre attività lavorative nei giorni feriali.Domande dal 3 settembre (ore 12) al 27 settembre (ore 12), con tre posti disponibili.
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Scuola: Corsi di specializzazione sostegno
Posted by fidest press agency su martedì, 26 febbraio 2019
Bussetti firma il decreto di suddivisione dei 14.224 posti e le date della selezione. Anief conferma i ricorsi per i tanti candidati esclusi con diploma AFAM, educatori, dottori di ricerca e abilitati nella classe A-66. Contestato anche il numero programmato degli ammessi agli scritti dopo la pre-selettiva vista la carenza di organici. Il Miur ha firmato il decreto di distribuzione alle Università dei posti per le specializzazioni, attraverso cui si individuano anche nel 28 e 29 marzo le date delle prove di accesso ai corsi: in una tabella allegata c’è anche la suddivisione dei posti a livello regionale. Anief conferma i ricorsi al Tar Lazio cui aderire entro l’11 marzo per l’accesso TFA Sostegno(Scuola Primaria) del Personale Educativo; (Scuola Secondaria) dei diplomati Conservatorio, Accademia Belle Arti o Accademia Danza e dei Dottori di Ricerca, dei docenti con diploma utile per l’accesso alla classe di concorso ad esaurimento A-66 (ex cdc A075 e A076) e per tutte le altre ugualmente non contemplate.
Inoltre, il sindacato avvia fin da subito la preadesione al ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’accesso alla prova scritta per il corso di specializzazione per tutti i candidati che supereranno la prova preselettiva, in considerazione dell’alto numero dei posti vacanti presenti in tutte le regioni.
Dopo il Decreto n. 92/2019, il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha firmato il decreto di distribuzione alle Università dei 14.224 posti disponibili per l’anno accademico 2018/2019 per le specializzazioni sul sostegno, così come previsto dall’art 2, commi 2, 3 e 4 del D.M. 948/2016: il decreto, spiega il Miur, individua anche le date delle prove di accesso ai corsi. Le prove si terranno il 28 marzo di mattina per la Scuola dell’infanzia e di pomeriggio per la Scuola primaria, il 29 marzo di mattina per la secondaria di primo grado e di pomeriggio per la scuola secondaria di secondo grado. Il Ministero dell’Istruzione ha anche comunicato, in un’apposita tabella allegata al decreto, la suddivisione dei posti a livello regionale dei corsi di specializzazione sul sostegno.
“In tre anni – ha detto il ministro Bussetti – specializzeremo 40.000 nuovi insegnanti sul sostegno per garantire un servizio migliore ai nostri studenti. Partiamo con questi primi 14 mila posti e proseguiremo, nei prossimi due anni, con una precisa programmazione che mette al centro il bene della scuola e degli studenti con disabilità. Era un impegno che avevo preso fin dai primi mesi del mio mandato e che stiamo concretizzando rapidamente. Il sostegno è un problema annoso, lo stiamo affrontando con serietà e con una visione di lungo periodo”. L’Anief, però, rileva tante anomalie e incongruenze nella suddivisione dei posti pubblicata ed evidenzia come in alcune regioni siano previste pochissime disponibilità quando, invece, la disponibilità di cattedre vacanti è altissima. L’avvio dei corsi di sostegno viene accolto dal sindacato con positività. Tuttavia, Anief è costretta a rilevare che anche in questa occasione il Miur ha realizzato una pre-selezione senza che ve ne fossero motivazioni logiche e norme che escludono diverse categorie di docenti come quelli in possesso del diploma di Conservatorio, di Belle Arti o Accademia di Danza e del titolo di dottore di ricerca, non considerato dal Miur come abilitante. Palesemente illegittima risulta l’esclusione del personale educativo che deve poter accedere al sostegno per la scuola primaria. Chiarito invece il dubbio sulla partecipazione straordinaria degli ITP, gli insegnanti tecnico-pratici. In mille avevano già preaderire gratuitamente al ricorso lanciato dall’Anief e ora potranno partecipare alle prove. Lo studio legale di Anief continua a ritenere irricevibile, inoltre, la soglia di sbarramento nella pre-selettiva per l’accesso alle prove scritte: sempre secondo il decreto 92/2019, saranno ammessi a sostenere la prova scritta solamente i candidati che rientreranno nel numero pari al doppio dei posti messi a bando, anche qualora abbiano superato brillantemente i test preliminari. In questo caso, il ricorso sarà notificato dopo la pubblicazione delle graduatorie, ragione per cui allo stato attuale risulta necessario soltanto attivare la preadesione alla specifica azione legale.
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Scuola: Corso di specializzazione sostegno
Posted by fidest press agency su domenica, 17 febbraio 2019
Il Decreto Ministeriale n. 92/2019 definisce i requisiti per partecipare al prossimo corso di specializzazione sul sostegno (ex TFA). Il sindacato ricorre: per l’accesso TFA Sostegno (Scuola Primaria) – Personale Educativo, per l’accesso TFA Sostegno per diplomati Conservatorio, Accademia Belle Arti o Accademia Danza, per l’accesso TFA Sostegno per Dottori di Ricerca, per l’accesso Specializzazione Sostegno per diplomati ITP e per l’accesso alla prova scritta per il corso di Specializzazione Sostegno per tutti i docenti che supereranno la prova preselettiva.
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Scuola: Corso di specializzazione sostegno
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 febbraio 2019
È stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 92/2019 che definisce le norme necessarie per partecipare al prossimo corso di specializzazione sul sostegno (ex TFA). Il sindacato attiva i ricorsi: per l’accesso TFA Sostegno (Scuola Primaria) – Personale Educativo, per l’accesso TFA Sostegno per diplomati Conservatorio, Accademia Belle Arti o Accademia Danza, per l’accesso TFA Sostegno per Dottori di Ricerca, per l’accesso Specializzazione Sostegno per diplomati ITP e per l’accesso alla prova scritta per il corso di Specializzazione Sostegno per tutti i docenti che supereranno la prova preselettiva.
Il giovane sindacato rappresentativo avvia il ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’accesso al corso di specializzazione sul sostegno dei docenti in possesso di diploma di Conservatorio, Accademia di Belle Arti o Accademia di Danza. Il ricorso è volto a far accedere al Tfa Sostegno i docenti in possesso di diploma di conservatorio, accademia di danza o belle arti non in possesso dei 24 CFU richiesti dal Decreto n. 92/2019 o dei 3 anni di servizio. E una raccomandazione: “Affidati a Eurosofia per potenziare le tue opportunità di superare la prova preselettiva con corsi online e in presenza”.
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Prove suppletive concorso docenti e specializzazione sostegno: le prove a maggio
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 aprile 2017
Al Miur hanno preso atto dell’impossibilità di far coincidere le date delle due selezioni: i test per l’accesso all’insegnamento agli alunni disabili si svolgeranno il 25 e 26 maggio; nello stesso mese un’altra tornata di suppletive per il concorso docenti 2016, ma in altri giorni. Ha vinto il sindacato che aveva subito chiesto lo spostamento delle date, dopo aver preso visione della concomitanza delle prove: in quel modo, diversi candidati avrebbero dovuto rinunciare a una delle due possibilità. Nel decreto, il Miur ha anche ampliato di alcune decine di posti il numero di candidati che verranno ammessi, portandoli a circa 9.700 unità. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non ci voleva chissà quale abilità organizzativa per non far coincidere le due sessioni selettive. Ci lascia un po’ perplessi il fatto che gli ultimi docenti che svolgeranno le prove suppletive il 22 maggio avranno solo due o tre giorni di tempo per preparare l’accesso al Tfa sostegno. Sarebbe stato meglio, a questo punto, concedere loro una settimana o dieci giorni in più. Detto questo, è chiaro che siamo soddisfatti per il risultato raggiunto, con l’Anief che porterà ben oltre 2mila candidati alle selezioni ulteriori dell’ultimo concorso a cattedra, dopo che il Ministero dell’Istruzione aveva detto loro che non potevano.
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La Scuola di specializzazione IdO lavora con Brasile, Usa e Israele
Posted by fidest press agency su sabato, 31 dicembre 2016
La Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’Età Evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) è aperta alle relazioni internazionali. “La più antica e continuativa è con il Brasile, avendo promosso con l’Università Veiga de Almeida, e altre istituzioni, dei corsi sul primo approccio terapeutico evolutivo italiano all’autismo denominato Progetto Tartaruga. Attraverso un master annuale abbiamo formato delle persone sul nostro progetto Tartaruga, e alla fine del percorso sono venute da noi, in Italia, a svolgere il tirocinio”. Lo fa sapere Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttrice della Scuola di specializzazione dell’IdO che il 21 gennaio inaugura il nuovo ciclo di lezioni. Sarà, pertanto, possibile iscriversi entro questa data.
La collaborazione con il Brasile è ancora attiva. “Stiamo portando avanti delle ricerche insieme- precisa Di Renzo- e il prossimo anno si svolgerà un convegno a San Paolo”. Interessanti collaborazioni anche con Israele, “in particolare con il Milman Center di Haifa che si occupa di autismo e con l’Università di Haifa per dei confronti sulla terapia diadica”.
Infine, c’è la Monmouth University in New Jersey (Usa) “dove abbiamo svolto dei seminari- spiega la responsabile del Servizio Terapie dell’IdO- ed è attualmente attiva una ricerca con dei bambini con disturbi dello spettro autistico. Vogliamo esaminare gli aspetti della prosodia del linguaggio- conclude- finora non tenuti. sufficientemente in considerazione”.
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Nella Scuola di specializzazione IdO il terapeuta ha un ruolo attivo
Posted by fidest press agency su giovedì, 8 dicembre 2016
La scuola di specializzazione in psicoterapia dell’età evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma è di tipo psicodinamico. “Questo significa che le teorie di riferimento sono quelle psicoanalitiche per ciò che attiene allo sviluppo, ma si rifanno alla psicologia analitica per quanto riguarda la dimensione simbolica e il rapporto psiche-soma”. Lo spiega Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttrice della Scuola di specializzazione dell’IdO, aggiungendo che c’è una caratteristica particolare in questo approccio: “Il terapeuta ha un ruolo particolarmente attivo nell’interazione con il bambino. Interviene, si muove e gioca con il bambino, e ciò viene letto in una dimensione simbolica”.
Questo accomodamento del modello psicodinamico “ci ha permesso di lavorare con bambini molto piccoli e anche con patologie importanti- chiarisce la direttrice- dove sono presenti aree molto arcaiche dello sviluppo e dove non è possibile intervenire attraverso la verbalizzazione”. Per questo motivo, nei quattro anni di specializzazione, l’IdO dedica “uno spazio peculiare alla formazione corporea e, quindi, alla possibilità di essere consapevoli della propria espressività corporea per poterla utilizzare come uno strumento di pensiero all’interno del setting terapeutico. Soprattutto negli scenari attuali- aggiunge Di Renzo- questo modello ci consente di lavorare sia in una terapia diadica, riadattata con l’intervento attivo dell’operatore, che in terapie di gruppo che coinvolgano o solo i bambini oppure i bambini e i genitori insieme. Il padre e la madre- conclude la direttrice della Scuola-rappresentano una parte integrante della terapia e ricevono un’attenzione particolare nella formazione”.
Le iscrizioni per l’anno accademico 2017 sono aperte e le lezioni partiranno a gennaio. La scuola di specializzazione prevede una formazione di 2.000 ore di insegnamenti teorici, lezioni frontali e seminari con esperti nazionali e internazionali, 400 ore di formazione personale, laboratoriale, clinica e di supervisione, e 400 ore di tirocinio. Tutte le informazioni sul sito http://www.ortofonologia.it
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6000 borse di studio per scuole specializzazione medicina
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 ottobre 2015
“E’ con una certa soddisfazione che ho trovato nella legge di stabilità 2015 la stabilizzazione di 6000 borse di studio per le scuole di specializzazione in Medicina e chirurgia. E’ vero non sono ancora sufficienti, perché i laureati in medicina sono almeno 7.500 ogni anno. Ma è il doppio di quanto veniva stanziato solo 2-3 anni fa”.Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc).
“Un bel salto di qualità di cui i futuri specializzandi debbono ringraziare il Ministro Giannini, che ha mantenuto quanto aveva promesso in questo campo. Da quando sono in Parlamento tutti gli anni faccio la stessa battaglia a favore dei giovani medici- spiega Binetti- ricordando con tutti i mezzi a disposizione: interrogazioni, interpellanze, emendamenti, che la facoltà di medicina andrebbe considerata come una facoltà a ciclo unico della durata minima di 10 anni, perché la specializzazione è parte integrante della formazione del giovane medico. Senza specializzazione non c’è spazio per un lavoro professionale stabile e dignitoso. Il numero di borse messe a disposizione dei giovani laureati deve coincidere con il numero di posti messi a bando al momento della iscrizione, sei anni prima, perché si tratta di un processo di formazione unico ed unitario. E’ indispensabile avere una specializzazione per poter esercitare in una struttura pubblica o accreditata la propria professione di medico. Più volte interpellata il ministro Giannini ha sempre dato rassicurazioni in tal senso, ma quello di oggi è un fatto concreto che va oltre le generiche rassicurazioni. Per questo la stiamo sollecitando da tempo ad abolire il tirocinio di sei mesi che separa laurea ed abilitazione, essendo quest’ultima conditio sine qua non per accedere al concorso nazionale per le scuole di specializzazione. Meglio saldare la fase formativa di base: i sei anni del corso di laurea, alla fase specialistica successiva, 4-5 anni, senza interruzioni di sorta. In un ciclo che dura almeno 10 anni di formazione, occorre evitare ritardi e dispersione”, conclude la parlamentare.
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Medicina e scuole di specializzazione
Posted by fidest press agency su domenica, 26 luglio 2015
“La prossima settimana ci sarà la seconda edizione del concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di specializzazione. I problemi strutturali sono noti a tutti, nonostante quest’anno il Ministero dell’Università e le Regioni abbiano trovato un buon accordo per oltre 6000 contratti di lavoro per i futuri specializzandi, almeno un 40 % dei giovani laureati è destinata a rimanere fuori da questa importante opportunità formativa, propedeutica a futuri inserimenti professionali”.
Lo afferma in una nota Paola Binetti, deputato di Area Popolare (Ncd- Udc) “Non sorprende quindi che ci sia un livello di attenzione enorme da parte dei concorrenti sulle modalità con cui si svolgerà la prova di concorso. L’esperienza dello scorso anno ha mostrato quanti e quali irregolarità si siano verificate, spiega Binetti- in gran parte involontarie, ma non per questo meno insidiose. Gli esclusi hanno ovviamente fatto ricorso denunciando le irregolarità ed è stato molte volte accolto, dando ragione a coloro che contestavano le modalità tecniche con cui si era svolta la prova.Note a tutti anche le conseguenze che hanno rallentato le procedure di iscrizione e hanno creato un disagio che si è ripercosso sulla organizzazione stessa della vita dei reparti e dei laboratori in cui gli specializzandi.
Numerose le interrogazioni che in Parlamento hanno fatto presente il problema, ricevendo sempre rassicurazioni piene e convincenti da parte del Ministro, in flagrante contraddizione però con quanto denuncia oggi il coordinamento degli specializzandi, che parla di cambi di sede comunicati agli interessati all’ultimo momento. Entrare in Scuola di specializzazione oggi significa avere un posto di lavoro assicurato per almeno 4-5 anni ed è logico che ogni concorrente sia impegnato a fare nel migliore dei modi la prova per cui si è certamente preparato a fondo in questi mesi.
Ma la sua attenzione sarà equamente suddivisa anche sul rispetto delle regole e dei regolamenti, per evitare che ci siano prevaricazioni di qualsiasi tipo.
Il Ministro sia particolarmente esigente su questo punto – auspica la parlamentare- in tutte le sedi concorsuali, imponendo standard rigorosi, senza eccezioni di sorta. Utilizzi tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire che le prove si svolgano nel miglior modo possibile, senza sottovalutare il rischio dei ricorsi. E la stessa cosa faccia il ministro l’8 settembre quando oltre 60.000 studenti tenteranno la prova di accesso a medicina per poco più di 9.000 posti”
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Scuole di specializzazione: Binetti: (Ap): più facile vincere il ricorso che il concorso
Posted by fidest press agency su sabato, 27 giugno 2015
“Ma che Paese è mai questo, se anche un concorso nazionale, il primo del suo genere, lungamente desiderato, attentamente programmato, faticosamente giunto ad una apparente conclusione, può essere smontato pezzo per pezzo da sentenze della magistratura, che stanno trasformando i suoi inevitabili difetti, in un radicale capovolgimento delle posizioni iniziali”? Questo il commento di Paola Binetti, deputato di Area Popolare. “Mi riferisco al concorso nazionale per l’ammissione alle scuole di specializzazione, svolto nell’Ottobre dello scorso anno per la prima volta. Accolti i ricorsi di Bari, dove in aula 3 fu trovato un plico manomesso. Accolti anche tutti i ricorsi della Federico II di Napoli, quelli di piccoli gruppi della Sapienza a Roma, quelli di Tor Vergata e della Statale di Milano, emerge la triste realtà che è più facile vincere il concorso sulla base del ricorso che non sulla base della qualità del test fatto. A questa amara conclusione di molti partecipanti che non hanno fatto ricorso: non contano tanto le capacità dei concorrenti quanto i difetti del sistema. Rispettiamo le sentenze, ma ci attendiamo- commenta la parlamentare- che il Miur riservi le dovute attenzioni alla selezione della futura classe di specialisti. Proprio ieri il MIUR rispondendo ad una mia duplice interrogazione nell’Aula di Montecitorio, ha glissato proprio sul passaggio, in cui si faceva riferimento alla vicenda dei 300 aspiranti, di cui il TAR aveva bocciato il ricorso, poi accolto dal Consiglio di Stato.Un vero pasticciaccio tra le Istituzioni che crea amarezza e confusione anche tra i candidati di quest’anno, che per altro vedono ridursi il numero di posti complessivamente disponibili, dal momento che non ci sono risorse aggiuntive. Giustamente preoccupato Walter Mazzucco, presidente nazionale dell’Associazione Giovani Medici, cauto sull’ultima sentenza del Tar del Lazio, che permetterà a quasi mille studenti di essere equiparati ai vincitori del test per l’ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, passando dalla condizione di immatricolati con riserva a quella di immatricolati di diritto. Nessun raccordo tra numeri di immatricolati al corso di Laurea in medicina e numero di contratti per gli specializzandi. L’unico punto di convergenza consiste nella drammatica confusione che si crea tra ammessi subito dopo i rispettivi concorsi, e ammessi invece su indicazione dei successivi ricorsi. Davvero non c’è nessuna certezza- conclude Binetti- in fase di ammissione, né al corso di laurea né alla scuola di specializzazione. L’unica speranza sembra che stia solo nelle maglie di un sistema che trasforma gli errori in opportunità. Per alcuni però, solo per alcuni e non per i migliori”.
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Specializzazione in farmacia ospedaliera
Posted by fidest press agency su domenica, 10 Maggio 2015
La specializzazione è una delle chiavi del futuro della professione farmaceutica, un concetto da tempo al centro della linea d’azione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti. Di qui la grande attenzione dedicata alla prima e per ora unica specializzazione riconosciuta: quella in Farmacia ospedaliera. Inevitabile, quindi che a Farmacista Più, l’assise professionale patrocinata dalla FOFI, grande interesse abbia suscitato il convegno “Scuole di specializzazione: le novità del DM 68/2015”, organizzato dalla Federazione e dalla SIFO. E’ stata l’occasione di mettere a fuoco che questo percorso formativo si è enormemente arricchito negli anni dal punto di vista tecnico e scientifico ed è divenuto conseguentemente più impegnativo riducendo, semmai ce ne fossero state, le differenze rispetto alle specializzazioni di area medica. L’hanno ricordato, con i loro interventi, oltre alla presidente della SIFO, dottoressa Laura Fabrizio, la Referente nazionale per il Consiglio direttivo dell’Università, dottoressa Alessia Pisterna, e il presidente della Conferenza dei direttori delle Scuole, professor Santi Mario Spampinato. Ancora più stridente, dunque, il contrasto con il diverso trattamento sul piano della retribuzione e previdenziale che la normativa attuale riserva agli specializzandi in farmacia ospedaliera. “Un tema che è da sempre centrale per l’azione della Federazione” ha detto il vicepresidente della FOFI, senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri. “Un tema che abbiamo costantemente riproposto all’attenzione della politica e sul quale abbiamo ottenuto, nel tempo, che venissero stabiliti almeno alcuni importanti punti fermi. Già nel Piano sanitario 2012-2013, con l’allora Ministro Fazio, fu fatta espressa previsione di provvedere a sanare questa disparità nel momento in cui fossero state reperite le risorse necessarie e da allora non abbiamo mai allentato l’attenzione su questo aspetto”. Vanno in questo senso, tra gli altri interventi, gli emendamenti presentati dal Senatore D’Ambrosio Lettieri alla Legge di stabilità 2014, e quello al DDL Lorenzin (AS 1324), l’ordine del giorno della 12ma Commissione Sanità del Senato, approvato trasversalmente da tutte le forze politiche. Un’azione costante, dunque, proseguita con la recentissima interrogazione al Ministro dell’Istruzione Giannini in cui si chiede “come si conti di garantire il trattamento economico di cui agli articoli 37, 38, 39, 40 e 46 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ai soggetti non medici specializzandi in discipline dell’area sanitaria, in conformità con quanto previsto per i laureati in medicina iscritti ad analoga scuola di specializzazione ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 401 del 2000”. Interrogazione alla quale il Ministro ha risposto che il suo dicastero sta che il Ministero sta agendo in pieno accordo con il Commissario ad acta e che insieme alle altre amministrazioni interessate, Ministero della salute e MEF, “anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste”. E’ dunque in atto un percorso positivo. “Le condizioni di fatto per una piena equiparazione di tutte le specializzazioni di area sanitaria ci sono” ha concluso d’Ambrosio Lettieri. “E un riconoscimento legislativo non deve tardare. Continueremo a operare perché questo avvenga al più presto, anche perché non possiamo accettare che ci siano giovani colleghi meritevoli che debbono abbandonare il percorso formativo solo perché le famiglie non possono sostenerne l’onere economico”. Una sorta di selezione negativa che nemmeno il Servizio sanitario può più permettersi.
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Medici: accesso alle scuole di specializzazione
Posted by fidest press agency su domenica, 3 Maggio 2015
“Il Miur risponde con un Regolamento, pubblicato ieri in GU, alle aspettative di oltre 10.000 candidati al prossimo concorso nazionale per accedere alle Scuole di specializzazione. Non è il Bando tanto atteso, ma un semplice regolamento, che giunge all’ultimo momento rispetto alla scadenza prevista del 30 aprile. Conferma che i quiz saranno 70 e che verteranno sulle conoscenze cliniche previste dal piano di studi, riduce il numero delle opzioni possibili per rendere più veloci i processi di immatricolazione e demanda alla università gli aspetti organizzativi-procedurali. Ma soprattutto corre voce che il numero delle borse disponibile si attesti intorno ai 4.000 contratti. A questo punto non stupisce che i candidati non siano contenti e minaccino di tornare nuovamente in piazza” Lo afferma l’on. Paola Binetti, deputato di Area popolare e membro della commissione Affari sociali, da sempre schierata a fianco dei giovani medici.
“Ci aspettavamo qualcosa di più preciso rispetto alle modalità degli esami, tenendo conto delle infinite polemiche dello scorso anno, sia per gli errori del Cineca che per il clima tutt’altro che sereno in cui si sono svolti gli esami in molte sedi. Ma soprattutto ci aspettavamo che l’opzione fatta da molti specializzandi per il nuovo ordinamento, che riduce a quattro gli anni di quasi tutte le scuola di specializzazione, avesse liberato risorse adeguate per tutelare il diritto agli studi dei futuri medici. Non dimentichiamo infatti che senza una specializzazione l’accesso a molte posizioni professionali è precluso. E invece ci troviamo ancora una volta a fare i conti con una forbice che si allarga di anno in anno. Perché la coda degli aspiranti si allunga con tutti coloro che di anno in anno restano fuori. Né tanto meno ci consolano le sentenze della magistratura che ammette chi fa ricorso non sulla base del merito ma solo sulla base del vizio di forma. Chi veglierà quest’anno sulle procedure centrali e locali per evitare chesi possano ripetere gli stessi errori dell’anno scorso?” aggiunge Paola Binetti. ” Si può riformare la costituzione, la legge elettorale e mille altre cose come è accaduto ieri con i Manager, i direttori generali, della PA. Ma occorre iniziare dalle cose solo apparentemente più piccole, laddove i giovani incontrano per la prima volta le istituzioni e chiedono che sia tutelato il merito di chi intende continuare a studiare e non vuole trovarsi davanti ad una porta sbarrata prima ancora di potersi mettere alla prova. Per questo, chiediamo ai ministri del Miur, Salute e soprattutto al MEF di rivedere attentamente il numero dei contratti disponibili e di non contribuite a incrementare la lista drammatica dei giovani disoccupati” conclude.
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