Il Consiglio di Amministrazione di Schroders annuncia di aver lanciato alcune proposte che porteranno all’enfranchisement (concessione del diritto di voto) delle Azioni Ordinarie Senza Voto (“Azioni Senza Voto”). Ciò consentirà a tutti gli azionisti che condividono gli stessi benefici e rischi economici di avere anche gli stessi diritti di voto. Aumenterà, inoltre, la liquidità delle azioni.In base all’enfranchisement, ogni Azione Senza Voto sarà convertita in un’Azione Ordinaria e tutte queste azioni ridenominate avranno gli stessi diritti delle Azioni Ordinarie esistenti, compresi i pieni diritti di voto. Secondo i termini proposti dell’enfranchisement, i titolari di Azioni Ordinarie riceveranno un’emissione bonus di tre Azioni Ordinarie aggiuntive per ogni 17 Azioni Ordinarie detenute a una data di registrazione da determinare, al fine di compensarli per la diluizione dei diritti di voto. Il Consiglio ritiene che questi termini siano equi per entrambe le classi di azionisti e riflettano lo sconto a lungo termine tra le Azioni Senza Voto e le Azioni Ordinarie.Gli azionisti di entrambe le classi di azioni dovranno votare separatamente per le proposte. Ulteriori dettagli, comprese le risoluzioni relative all’enfranchisement, saranno esposti in una circolare per gli azionisti che sarà pubblicata prima dell’Assemblea Generale, che si terrà a tempo debito, e richiederà l’approvazione del 75% dei voti espressi da ciascuna classe di azionisti.Il Principal Shareholder Group (“PSG”), che comprende gli interessi della famiglia Schroder, detiene circa il 47,93% delle Azioni Ordinarie e il 20,44% delle Azioni Senza Voto. I membri del PSG hanno indicato la loro intenzione di sostenere le proposte. Insieme ad altri azionisti senza diritto di voto che sono stati consultati, i titolari di oltre il 40% delle Azioni Senza Voto si sono pronunciati a favore delle proposte formulate. A seguito dell’enfranchisement, la partecipazione del PSG alle Azioni Ordinarie sarà di circa il 43,11%.
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Schroders promuove l’enfranchisement per semplificare la struttura a doppia classe di azioni
Posted by fidest press agency su domenica, 1 Maggio 2022
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Recovery Plan, Melilli “Bene Amendola per struttura coordinamento”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 dicembre 2020
“Molto bene l’ipotesi che sta emergendo e che sottolinea oggi il Ministro Amendola, di porre all’attenzione del Parlamento una proposta per la definizione di una struttura che coordini e monitori l’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Il tema della capacità e della velocità di spesa delle risorse europee è stato posto con forza negli indirizzi che il Parlamento ha indicato al Governo e va di pari passo con la necessità di concentrare le risorse ed i progetti sugli assi fondamentali e sulle misure in grado di supportare la ripresa. Come è accaduto per gli indirizzi al Recovery, sono certo che il Parlamento saprà dare un contributo di idee costruttivo e condiviso.” Così il presidente della commissione Bilancio alla Camera Fabio Melilli.
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Bollette: Riformare la struttura tariffaria
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 ottobre 2020
C’è chi parla di aumenti record, chi di rimbalzi. Le stime di Arera sul prezzo di luce e gas per il prossimo trimestre hanno scatenato il solito caos di numeri che rischia soltanto di creare ancora più confusione nel mercato dell’energia, che per il consumatore è già di per sé una giungla in cui è facile perdersi. L’associazione Codici prova a fare chiarezza, sottolineando quello che è il vero problema.“Stanno circolando troppe analisi sbagliate sulle previsioni fatte da Arera – dichiara Antonella Votta, esperta dell’associazione Codici in materia di energia – commenti che rischiano di portare fuori strada i consumatori. È vero che l’Autorità parla di aumenti, per la precisione +15,6% per elettricità e +11,4% per gas, ma questi dati vanno analizzati nel loro complesso. Dopo i forti cali dovuti al lockdown, c’è infatti una ripresa dei consumi e dell’economia, tant’è che nelle stime generali di Arera nel 2020 si prevedono risparmi per 207 euro all’anno per la famiglia-tipo rispetto al 2019”.“Il nodo centrale della questione – aggiunge Massimiliano Scalisi, esperto dell’associazione Codici in materia di energia – è rappresentato dalla spesa per gli oneri di sistema. È necessario un intervento urgente del legislatore per eliminare da essi costi non direttamente connessi con obiettivi di sviluppo sostenibile o di contrasto alla povertà. La bolletta energetica dei consumatori italiani è attualmente tra le più salate d’Europa, soprattutto a causa proprio degli oneri generali di sistema. Basti pensare che nel 2018 hanno gravato per circa 600 euro l’anno su ogni famiglia italiana”.“È arrivato il momento di una riforma seria – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e di un intervento forte per risolvere definitivamente il problema degli oneri di sistema. Ci aspettiamo segnali importanti in questa direzione, nel frattempo invitiamo i consumatori a prestare la massima attenzione alle bollette e, soprattutto, alle offerte che arrivano dagli operatori. Gli aumenti previsti da Arera riguardano il mercato di maggior tutela, ma saranno utilizzati dai venditori per proporre contratti per il mercato libero con maggiore insistenza. Occhio, dunque, alle proposte, perché dietro un prezzo allettante può nascondersi una clausola che in pochi mesi può far diventare salatissima la bolletta e liberarsene non è sempre semplicissimo”.
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Autostrade: Lo Stato compra una sua struttura privatizzata
Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 luglio 2020
Questo sostiene l’ex ministro dell’economia Carlo Calenda e con qualche ragione. Egli dice una cosa che nessuno dice: con questa operazione lo Stato ha comprato, per altro con soldi dei risparmiatori postali italiani, una società ch’era già sua.
Altro che “storico primato” del governo. Dov’è, in che cosa consiste questo strombazzato primato? Chi ha buona memoria ricorderà che nella tanto biasimata “Prima Repubblica” quasi la metà della realtà economica italiana era diretta proprietà dello Stato o da esso partecipata. Comprese le strade e le autostrade!!! Nella lista c’erano anche l’industria siderurgica, mineraria, la telefonia, le Poste, l’energia, i trasporti, settori dell’alimentare, parti dell’automobilistica, le principali banche, ecc. ecc., .
Lo Stato e la rete diffusa della cooperative sociali di produzione costituivano l’ossatura strategica della economia italiana e assicuravano milioni di posti di lavoro degnamente retribuiti. Fra nazionalizzazioni e partecipazioni (volute e sostenute dai tre principali partiti Dc. Pci e Psi) , grazie a questa originale realtà economica mista (pubblica e privata), l’Italia divenne la QUINTA potenza economica mondiale. Oggi è degradata sotto il 40° posto! Questo “miracolo” fu possibile grazie a una scelta politica e sindacale unitaria che creò gli enti di gestione coordinati da un Ministero delle Partecipazioni Statali. Certo, quella gestione non fu tutta rose e fiori. Vi furono errori e talune devianze.Tuttavia, nel complesso, il sistema funzionò e con risultati evidenti in certi comparti.Per altro, aggiungo che anche il Parlamento svolgeva una funzione di controllo e d’indirizzo, tramite la commissione per le Partecipazioni Statali (PP.SS.) della Camera dei Deputati della quale mi onoro di aver fatto parte.
Purtroppo, nella “seconda” e “terza” Repubblica questa lungimirante politica fu completamente abbandonata. Il ministero PP.SS fu abolito poiché prevalse la linea, dettata anche da grandi interessi stranieri, della privatizzazione selvaggia ossia della svendita dei beni strategici di proprietà del popolo italiano. In altri Paesi europei (Francia, Germania ecc) la privatizzazione non fu generalizzata come in Italia.Questa scelta, che ha segnato la vita politica dell’ultimo trentennio, può considerarsi il vero banco di prova di quasi tutte le forze politiche, alternatesi al governo del Paese con il beneplacito delle grandi oligarchie finanziarie internazionali e globaliste. On. Agostino Spataro (già deputato Pci, membro della commissione Bilancio e Partecipazioni Statali della Camera dei Deputati).
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Campidoglio, al via struttura di accoglienza per donne sole
Posted by fidest press agency su lunedì, 20 aprile 2020
Roma Capitale inaugura una nuova struttura di accoglienza per donne sole, mamme con bambini e gestanti senza dimora per l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19. I 40 posti di accoglienza, H24, sono stati predisposti dall’Amministrazione presso l’Istituto San Michele, in zona Tor Marancia, e già oggi sono previsti i primi inserimenti.Il servizio è rivolto a donne sole, madri con figli minori, gestanti e donne vittime di violenza in grave disagio sociale, che presso la struttura potranno trovare un posto sicuro tramite la Sala Operativa Sociale, in stretta collaborazione con i Centri Antiviolenza di Roma Capitale.A tutte le ospiti sarà effettuato uno screening in ingresso e un monitoraggio sanitario quotidiano. La struttura prevede anche la possibilità di stanze singole.“Continua l’impegno di Roma Capitale per le donne in condizioni di fragilità, specialmente in questo periodo in cui per molte di loro possono aumentare i rischi e le necessità. Oggi avviamo i primi inserimenti in una struttura che offre alle donne e ai loro figli un posto sicuro per tutta la durata dell’emergenza. Ringrazio la Sala Operativa Sociale e i nostri Centri Antiviolenza, raggiungibili ogni giorno H24, per l’impegno mai interrotto nell’intercettare i bisogni delle persone più fragili e in difficoltà. Continuiamo a lavorare senza sosta per tutti i cittadini”, dichiara l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale Veronica Mammì.
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INGV, uno studio ricostruisce in 3D la struttura sepolta dei Campi Flegrei
Posted by fidest press agency su martedì, 5 novembre 2019
La ricerca, effettuata mediante l’uso innovativo della tomografia di resistività elettrica wireless, ha permesso di ottenere un modello 3D dei primi 500 metri del sottosuolo. “Il modello di resistività 3D del settore centrale della caldera”, spiega Antonio Troiano, ricercatore INGV e co-autore dello studio, “è stato ricostruito con un rapporto costi-benefici senza precedenti, favorito da vari fattori tra cui l’uso di strumenti moderni, l’applicazione di criteri di acquisizione innovativi e di procedure originali nell’analisi dei dati, l’agilità delle procedure sul campo non invasive – nonostante l’uso di una sorgente di energia attiva – e la sensibilità della resistività elettrica nell’individuare, tra le strutture sepolte, le vie di risalita di liquidi e gas”.Il modello 3D utilizzato nello studio ha inoltre evidenziato un’ottima correlazione con gli ipocentri dei terremoti superficiali avvenuti tra il 2011 e il 2019, dando indicazioni più chiare sulle strutture e sulle faglie maggiormente attive nell’area studiata.“Grazie al dettaglio con cui sono state definite per la prima volta le strutture di profondità del vulcano Solfatara, della zona di degassamento di Pisciarelli, della piana di Agnano e di altre strutture del settore”, aggiunge Roberto Isaia, primo ricercatore INGV e co-autore dello studio, “la nostra ricerca rappresenta un importante elemento di novità nel quadro delle conoscenze strutturali della caldera dei Campi Flegrei”.I risultati ottenuti si sono rivelati di fondamentale importanza nella definizione degli elementi chiave per la comprensione della dinamica dei Campi Flegrei, probabilmente guidata dalle strutture più profonde presenti nel settore.“Il settore della caldera flegrea ricostruito dalla tomografia elettrica è considerato tra quelli con maggiore probabilità di apertura di nuove bocche eruttive in caso di ripresa dell’attività vulcanica”, conclude Troiano, “i risultati di questa ricerca ci aiuteranno a fornire elementi utili per sviluppare e perfezionare modelli fisico-matematici volti a comprendere i fenomeni fumarolici, idrotermali e sismici attualmente in corso nonché la loro possibile evoluzione”.
The central sector of the Campi Flegrei volcano, including the Solfatara maar and Pisciarelli fumarole field, is currently the most active area of the caldera as regards seismicity and gaseous emissions and it plays a significant role in the ongoing unrest. However, a general volcano-tectonic reconstruction of the entire sector is still missing. This work aims to depict, for the first time, the architecture of the area through the application of deep Electrical Resistivity Tomography. We reconstructed a three-dimensional resistivity model for the entire sector. Results provide useful elements to understand the present state of the system and the possible evolution of the volcanic activity and shed solid bases for any attempt to develop physical-mathematical models investigating the ongoing phenomena.
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Campi Flegrei: uno studio integrato svela struttura e dinamica
Posted by fidest press agency su giovedì, 24 ottobre 2019
Mappate, mediante l’integrazione di tecniche avanzate di analisi di interferometria radar e sismica, le porzioni della struttura interna del supervulcano flegreo, attualmente più attive in termini di concentrazione degli sforzi, di dinamica del suolo ed emissione fumaroliche superficiali. A rivelarlo, uno studio condotto da Cnr, Ingv e Università Federico II di Napoli, pubblicato su Remote Sensing of Environment. Individuate le regioni interne più attive dei Campi Flegrei mediante l’integrazione di indagini geofisiche, della sismicità e delle deformazioni del suolo dell’area telerilevata. A mettere in luce le parti più attive del supervulcano flegreo, situato ad occidente dell’area urbana napoletana, uno studio condotto dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea), dall’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv-Ov) e dal Dipartimento di scienze della terra dell’ambiente e risorse dell’Università degli studi di Napoli Federico II, in collaborazione con INVOLCAN (Instituto Volcanológico de Canarias, Tenerife, Spagna) e Institute for Geosciences JGU (Johannes Gutenberg-Universität Mainz). La ricerca, ‘Volcanic structures investigation through SAR and seismic interferometric methods’, è stata pubblicata su Remote Sensing of Environment. “L’integrazione di tecniche di analisi innovative dei dati satellitari e sismici”, spiega il coordinatore scientifico Pietro Tizzani, ricercatore Cnr-Irea, “ha permesso di mappare le porzioni della struttura interna del supervulcano flegreo attualmente più attive sia in termini di concentrazione degli sforzi, che di dinamica del suolo”. In particolare, i risultati sono ottenuti dai dati radar satellitari in banda X della costellazione Cosmo-SkyMed dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), elaborati presso i laboratori del Cnr-Irea di Napoli insieme ai dati sismici acquisiti dalla rete di monitoraggio permanente dell’Ingv-Ov.Inoltre, spiega Francesca Bianco, direttrice Ingv-Ov, le analisi integrate hanno evidenziato “come l’area a est della solfatara, in prossimità della regione fumarolica di Pisciarelli, rappresenti la porzione di caldera caratterizzata dai più alti tassi relativi di deformazioni del suolo, tra il 2011 ed il 2014, a cui corrisponderebbe, a una profondità tra gli 0.8 ed 1.2 km, una regione caratterizzata dalla massima concentrazione di sismicità registrata: tendenza che prosegue anche dopo il 2014”.I risultati della tecnica di interferometria sismica impiegata nell’analisi, nota come Ambient Noise Tomography (ANT), hanno poi evidenziato in quest’area una porzione di crosta in cui si registra un significativo cambiamento nella velocità di propagazione delle onde sismiche, che testimonierebbe la presenza di corpi geologici con caratteristiche meccaniche diverse rispetto alla regione ad est di Pisciarelli. Variazioni probabilmente legate a intensi fenomeni idrotermali estesi tra la superficie topografica e circa 1.5 km di profondità, che andrebbero a costituire strutturalmente il sistema di interconnessione della sorgente magmatica profonda con la superficie. Tale interpretazione è supportata anche dall’intensa attività fumarolica registrata tra la solfatara e la località Pisciarelli nel periodo 2011-2014.
“La ricerca”, conclude Riccardo Lanari, direttore Cnr-Irea, “rappresenta un esempio di come la collaborazione e l’integrazione multidisciplinare delle professionalità presenti nel contesto scientifico partenopeo delle scienze della terra, abbiano portato ad un avanzamento significativo della conoscenza della natura e del comportamento del vulcano flegreo e dello sviluppo tecnologico dei sistemi per il monitoraggio vulcanico, fondamentale sia per lo studio della loro struttura interna sia per il riconoscimento delle regioni dinamicamente più attive con relativa gestione del rischio”.
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La nuova struttura della Commissione europea
Posted by fidest press agency su domenica, 15 settembre 2019
La Presidente eletta Ursula von der Leyen ha presentato la sua squadra e la nuova struttura della prossima Commissione europea.La Commissione è strutturata attorno agli obiettivi che sono valsi alla Presidente eletta von der Leyen la fiducia del Parlamento europeo. Al centro del lavoro vi è la necessità di affrontare i cambiamenti climatici, tecnologici e demografici che stanno trasformando le nostre società e il nostro modo di vivere. Le potenze esistenti stanno intraprendendo nuovi percorsi da sole. Stanno emergendo e si stanno consolidando nuove potenze. Ciò diffonde un sentimento di scontento e d’inquietudine in molte comunità della nostra Europa. L’UE deve guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo digitale. Per farlo, però, deve unire le persone e adeguare la nostra economia sociale di mercato unica alle nuove ambizioni dell’epoca attuale.
Il nuovo collegio avrà otto Vicepresidenti, tra i quali l’Alto rappresentante dell’Unione per la Politica estera e la politica di sicurezza (Josep Borrell). I Vicepresidenti sono responsabili delle principali priorità enunciate negli orientamenti politici. Guideranno le nostre attività sulle questioni generali più importanti, come il Green Deal europeo, un’Europa pronta per l’era digitale, un’economia che lavora per le persone, la protezione del nostro stile di vita europeo, un’Europa più forte nel mondo e un nuovo slancio per la democrazia europea. I Commissari, al centro della struttura del nuovo collegio, gestiranno le competenze specialistiche fornite dalle direzioni generali. Tre Vicepresidenti esecutivi avranno una doppia funzione: saranno nel contempo Commissari e Vicepresidenti responsabili di uno dei tre temi centrali dell’agenda della Presidente eletta.
La Vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager (Danimarca) coordinerà l’intera agenda per un’Europa pronta per l’era digitale e sarà Commissaria per la Concorrenza, con il sostegno della direzione generale della Concorrenza.
Il Vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis (Lettonia) coordinerà le attività per un’economia al servizio delle persone e sarà Commissario per i Servizi finanziari, con il sostegno della direzione generale della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali. I cinque altri Vicepresidenti sono:
Josep Borrell (Spagna, attuale ministro spagnolo degli Affari esteri): Alto rappresentante/vicepresidente designato, Un’Europa più forte nel mondo;
Věra Jourová (Repubblica ceca, Commissaria nella Commissione Juncker): Valori e trasparenza;
Margaritis Schinas (Grecia, ex membro del Parlamento europeo, una lunga carriera come funzionaria nella Commissione europea): Proteggere il nostro stile di vita europeo;
Maroš Šefčovič (Slovacchia, Vicepresidente nella Commissione Juncker): Relazioni interistituzionali e prospettive strategiche;
Dubravka Šuica (Croazia, membro del Parlamento europeo): Democrazia e demografia.
Dubravka Šuica guiderà inoltre le attività della Commissione nell’ambito della conferenza sul futuro dell’Europa.La Presidente eletta von der Leyen desidera guidare un collegio impegnato, che comprenda l’Europa e ascolti le richieste dei cittadini europei.
Ecco perché tutti i membri del collegio visiteranno i singoli Stati membri nella prima metà del loro mandato: non conosceranno soltanto le capitali, ma visiteranno le regioni in cui vivono e lavorano i cittadini europei.L’Europa deve prepararsi per l’era digitale e la Commissione deve dare l’esempio. Le riunioni del collegio si svolgeranno in modo digitale, senza l’uso di carta.
L’obiettivo della nuova Commissione è semplificare la vita dei cittadini e delle imprese. Al fine di snellire la burocrazia, per ogni nuova norma o regolamento approvato, la Commissione si impegna a eliminare una norma analoga già in vigore.
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Mercati, Campidoglio: 4 milioni in bilancio per le strutture di Roma
Posted by fidest press agency su lunedì, 6 agosto 2018
Roma Ammontano a 4 milioni di euro i fondi stanziati dall’Amministrazione di Roma Capitale in favore dei mercati cittadini.L’assestamento generale di bilancio 2018-2020 prevede infatti il trasferimento dei fondi ai Municipi che ospitano i mercati rionali, da destinare alla manutenzione straordinaria delle strutture, all’adeguamento e messa a norma degli impianti e alla riqualificazione, secondo le priorità individuate caso per caso. L’iter di rilancio, partecipato e condiviso da tutti i Municipi coinvolti, ha evidenziato fabbisogni di strutture e operatori, in vista di una valorizzazione che passa anche per nuovi servizi ai cittadini, promozione delle attività commerciali, azioni per la sicurezza di chi vende e di chi compra.
“I mercati rionali ci stanno particolarmente a cuore. Rappresentano la romanità della tradizione, quella del rito della spesa dei clienti abituali e del piacere della scoperta per visitatori e turisti. Realtà importantissime, catalizzatrici di attività commerciali e vissuto sociale: prodotti di qualità, ma anche familiarità e coesione. Il nostro obiettivo è quello di rilanciarli a tutto tondo, dall’estensione degli orari di apertura alla facilitazione delle somministrazioni e dell’assegnazione dei banchi rimasti vuoti. Investimenti e innovazione, a beneficio della Roma operativa, che lavora e produce”, dichiara Carlo Cafarotti, Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale.
Il PIANO INVESTIMENTI MERCATI 2018 si cumula ai 4 milioni di euro già stanziati nel 2017, e riguarda diversi Municipi, che singolarmente hanno deciso su quali realtà mercatali investire.
Nello specifico, i finanziamenti per la manutenzione straordinaria sono così articolati: 1.320.000 euro al I Municipio, 729.000 euro al II, cui vanno anche 219.795 euro per gli interventi adeguamento impiantistico del parcheggio di via Chiana del Mercato Trieste.
Ancora: 350.000 euro al III Municipio, 650.000 euro al V, 1.310.000 euro al VII Municipio, con l’aggiunta di 110.000 per la riqualificazione del Mercato Metronio. Sempre per interventi strutturali di manutenzione, 108.692,60 euro sono destinati all’VIII Municipio, 150.000 al IX e 300.000 al X.
Attenzionate anche le realtà di vendita diretta di prodotti agricoli, per le quali Roma Capitale è stata fra le prime città d’Italia a dotarsi di un regolamento specifico: 105.000 euro serviranno infatti all’adeguamento e messa a norma dell’impiantistica del Farmer’s Market Garbatella.
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Si chiama “BFree”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 aprile 2017
E’ l’applicazione che segnala i percorsi per raggiungere agevolmente in carrozzina, elettrica o manuale, i principali luoghi d’arte di Verona, Roma, Siena e Lugano con informazioni sulle strutture e sul loro grado di accessibilità. L’applicazione è stata sviluppata da Global Accessibility, grazie anche al supporto e ai suggerimenti di DAS, compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale, e della onlus romana Abiliatour, che durante la scorsa estate proprio a Verona avevano testato sul campo l’accessibilità delle principali attrazioni turistiche tracciando la mappa riportata nella app. La prima versione dell’applicazione è disponibile per dispositivi Android. Entro settembre sarà tuttavia sviluppata una versione 2.0 che permetterà alle aziende turistiche di proporre itinerari e servizi alternativi, purché accessibili e a misura dei portatori di handicap.“D.A.S. è scesa in campo – commenta Roberto Grasso, amministratore e direttore generale di DAS – per verificare direttamente, con alcuni colleghi disabili, l’accessibilità dei principali punti di interesse nel centro storico di Verona. Oggi il frutto di questo lavoro, grazie alla app gratuita BFree, è a disposizione di tutti coloro che hanno difficoltà di mobilità, non solo disabili, ma anche mamme con passeggini.”
D.A.S. continuerà a sostenere la onlus Abiliatour, per proseguire in questo percorso di “abbattimento delle barriere architettoniche”. Anche nel 2017, per il terzo anno consecutivo, devolverà infatti all’associazione 50 centesimi per ogni polizza “Difesa in movimento” venduta, il prodotto che tutela gli assicurati dai rischi legati alla circolazione stradale. (foto: piazza delle erbe, carrozzina, casa giulietta)
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Infarto: una struttura sanitaria su due non rispetta i volumi minimi fissati dal Ministero della Salute
Posted by fidest press agency su venerdì, 24 febbraio 2017
In Italia una struttura sanitaria su due (49%) non rispetta i volumi minimi di attività fissati dal Ministero della Salute per quanto riguarda gli infarti. Solo il 51% raggiunge infatti i 100 casi annui di infarto miocardico acuto di primo ricovero.
Il dato emerge da un’indagine di Doveecomemicuro.it, il primo motore di ricerca che aiuta i cittadini nella scelta della migliore struttura sanitaria per la propria salute, e rappresenta un campanello d’allarme non soltanto in termini di riorganizzazione della rete ospedaliera. Come dimostra una vasta letteratura scientifica, infatti, i volumi hanno un notevole impatto: dove si fanno più interventi è più probabile che gli esiti siano migliori.
Per quanto riguarda l’infarto miocardico acuto, le strutture più virtuose che rispettano i volumi minimi di ricoveri, sono principalmente al Nord (45%), seguono il Sud e le Isole (34% complessivo) e il Centro Italia (21%). In particolare si distingue l’Emilia Romagna con le strutture Ospedale di Parma e l’Arcispedale Sant’Anna (Cona) e la Campania con l’Azienda Ospedaliera A. Cardarelli di Napoli.
Se si tiene conto della minore mortalità a 30 giorni dal ricovero nel rispetto dei volumi, la classifica dei cinque migliori ospedali riserva qualche sorpresa. Al primo posto troviamo l’Ospedale Civile di Guastalla (Emilia Romagna) seguito dallo Stabilimento San Bartolomeo di Sarzana (Liguria), l’Ospedale di Bentivoglio (Emilia Romagna), l’Ospedale Civile San Giovanni di Dio – Frattamaggiore, Napoli (Campania) e l’Ospedale Santa Croce – Castelnuovo Garfagnana, Lucca (Toscana).
Prendendo in esame gli interventi di by pass aorto-coronarico la situazione peggiora: il 76% delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate non rispetta i volumi minimi (200 interventi chirurgici all’anno per struttura). Il 24% virtuoso è distribuito nel territorio senza grandi differenze geografiche.
Così troviamo in cima alla classifica degli ospedali che effettuano più interventi di by-pass l’Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi, Salerno (Campania), l’Ospedale Borgo Trento, Verona (Veneto), la Casa di Cura Sant’Anna Hospital, Catanzaro (Calabria).Tra le prime cinque strutture che, anche in questo caso, rispettano i volumi minimi e hanno un basso tasso di mortalità troviamo al primo posto Città di Lecce Hospital (Puglia), Ospedale di Parma (Emilia Romagna), Ospedale Mazzini, Teramo (Abruzzo), Casa di Cura Sant’Anna Hospital, Catanzaro (Calabria) e Fondazione Gabriele Monasterio, Pisa (Toscana).
Per avere il quadro complessivo degli interventi al cuore in Italia, Doveecomemicuro.it ha preso in considerazione anche l’intervento di aneurisma all’aorta addominale non rotto, ovvero quell’intervento usato per correggere una dilatazione dell’aorta addominale prima che questa si rompa. La situazione in Italia è simile a quella del by-pass: il 76% delle strutture non rispetta i volumi minimi (60 interventi annui). La distribuzione di queste strutture è a favore del Nord Italia (56%), con una menzione all’Ospedale San Raffaele di Milano (Lombardia), il Presidio Molinette di Torino (Piemonte) e il Policlinico Umberto I a Roma.Considerando le strutture con minor tasso di mortalità e che rispettano i volumi minimi, emergono come migliori Azienda Universitaria Careggi di Firenze (Toscana), Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia (Lombardia), Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (Toscana), Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (Toscana), Fondazione Poliambulanza di Brescia (Lombardia).
Come descritto in precedenza, il volume di attività di una struttura sanitaria è una caratteristica misurabile del processo e ha un impatto sull’efficacia e sull’esito delle cure. Il rispetto delle soglie ministeriali influirebbe quindi positivamente sulle prestazioni relative alle malattie del sistema circolatorio che rappresentano da anni, insieme ai tumori, la più frequente causa di morte in Italia.
Se tra gli uomini queste due patologie hanno lo stesso peso (il 34% circa), tra le donne le malattie cardiovascolari (41,2%) superano di molto i tumori (25,2%). Più ci si sposta verso età più elevate e più questa tendenza è evidente: dopo i 75 anni infatti le malattie del sistema circolatorio sono la prima causa di morte in entrambi i generi.
Doveecomemicuro.it mette a disposizione di tutti gratuitamente un database di oltre 1.300 strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate SSN e oltre 700 strutture territoriali (poliambulatori, centri diagnostici, case della salute, centri specialistici), con oltre 400.000 informazioni. Le valutazioni si basano su fonti ufficiali come il Programma Nazionale valutazione Esiti (PNE), gestito dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) per conto del Ministero della Salute. (grafico: infarto miocardio, by pass, aneurisma non rotto)
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Terremoto: necessaria una struttura permanente con grande operatività
Posted by fidest press agency su venerdì, 4 novembre 2016
«Un piccolo ministero che sia parte integrante non solo dell’attuale ma anche dei futuri Esecutivi. Questo deve diventare il progetto Casa Italia in considerazione della pericolosità sismica del territorio italiano, delle molteplici criticità idrogeologiche presenti e della necessità di adeguare infrastrutture ed edifici pubblici e privati. Le parole del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fanno sperare che si abbandoni una volta per tutte l’approccio legato alla contingenza e all’emotività post evento, in modo da privilegiare una visione di lungo periodo che contempli, oltre ovviamente agli aspetti umanitari e assistenziali in favore delle popolazioni colpite dal terremoto, l’istituzione di un organo permanente che si occupi a tempo pieno di prevenzione e sicurezza urbanistico-ambientale. Una cosa simile in Italia è già accaduta per la Protezione Civile: dopo le tragedie del Friuli e, soprattutto, dell’Irpinia fu protagonista di un notevole salto di qualità dal punto di vista strutturale ed organizzativo e oggi è senza dubbio un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale».Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.«Le competenze tecnico-scientifiche per dare vita a una macchina efficiente non ci mancano di certo – prosegue Simoncini –, ma ovviamente c’è anche bisogno di risorse finanziarie adeguate e di un valido supporto legislativo: una struttura di questo tipo deve poter incidere davvero e fungere da efficace raccordo sia a livello interministeriale sia nei rapporti con gli enti locali. Anche in Giappone fu fatta un’operazione del genere in seguito al sisma e allo tsunami del 2011: seppur varata con qualche ritardo, l’Agenzia per la Ricostruzione ha operato positivamente, risultando un punto di riferimento decisivo anche per la ripresa industriale ed economica delle regioni colpite. Da noi, purtroppo, si deve partire da più lontano, perché certi standard di sicurezza sul patrimonio urbanistico sono ancora un miraggio. L’unica cosa da non fare, però, è di mancare per l’ennesima volta l’occasione. Siamo pieni di studi e dossier sulla fragilità del nostro territorio e sulla pericolosità dei nostri edifici: sappiamo dove e come bisogna intervenire».
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VIII Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 ottobre 2015
In occasione della VIII Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale, la Società Italiana di Neurologia (SIN) ribadisce l’importanza delle Stroke Unit, unità ospedaliera di assistenza dedicata ed esperta, in rapporto alla quale l’evidenza scientifica indica, rispetto ai trattamenti della fase iperacuta, le potenzialità di una ulteriore ed importante quota di riduzione degli esiti, e la necessità di riorganizzarne al più presto la rete nel nostro Paese, per poter garantire a ogni paziente la terapia più appropriata e la corretta assistenza. Con le nuove indicazione riportate dal decreto Lorenzin del 2 aprile 2015 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera italiana, il numero delle Stroke Unit dovrà all’incirca raddoppiare soprattutto nelle regioni meridionali. “Ogni Stroke Unit dovrà – afferma Domenico Inzitari, Direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e Professore Ordinario presso la Clinica Neurologica dell’Università di Firenze – prevedere un’organizzazione più strutturata, che faccia riferimento al neurologo e a personale specializzato dedicato H 24. Oggi – prosegue Inzitari – possiamo contare su terapie molto efficaci, come la trombolisi sistemica, un farmaco che può disostruire l’arteria, e la trombectomia meccanica, ossia il trattamento endovascolare che prevede la rimozione meccanica e non invasiva del trombo, ma, a parte il numero delle strutture non sufficiente assistiamo a una carenza di specialisti. In questo nuovo scenario terapeutico emerge la figura del neuro interventista, uno specialista che possiede tutte le competenze necessarie per effettuare la trombectomia e che affianca il neurologo nella cura del paziente. La SIN – conclude Inzitari – sta lavorando proprio a progetti di formazione su questa “specialità” attraverso il finanziamento di Master di II livello rivolti a tutti gli operatori coinvolti, dai neurologi ai neurochirurghi, dai neuro radiologi ai radiologi”.
L’ictus cerebrale colpisce ogni anno ancora 15 milioni di persone nel mondo e 200.000 solo in Italia. L’ictus cerebrale è la morte di cellule cerebrali prodotta dall’occlusione di un’arteria del cervello a causa di un coagulo di sangue che ne impedisce il flusso normale, o dalla rottura di un’arteria che provoca emorragia cerebrale. I fattori di rischio più importanti sono rappresentati dalla pressione alta e dalla fibrillazione atriale. Bocca storta, difficoltà a parlare, mancato movimento degli arti di un lato del corpo, cefalea improvvisa e violenta sono i sintomi rivelatori di un ictus in arrivo. L’insorgenza di questi sintomi deve allertare tutto il sistema dell’emergenza (118, pronto soccorso) in modo da consentire diagnosi e trattamento in tempi rapidissimi. Se applicate in modo rapido ed appropriato, le moderne terapie della fase iperacuta dell’ictus sono in grado di ridurre in modo importante disabilità e mortalità, che rappresentano esiti pesanti per le persone colpite, le famiglie e l’intero sistema sanitario e sociale.
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E’ italiano uno dei maggiori terminal del Kazakhstan
Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2015
Con un investimento complessivo di oltre dieci milioni di dollari in una delle regioni strategiche a livello mondiale per la produzione di gas naturale, Tuvia Group, tramite la sua controllata locale Tuvia Kazakhstan, ha appena realizzato il suo primo terminal per la movimentazione, lo stoccaggio e la distribuzione di GPL estratto nel paese centro asiatico.Il Gruppo internazionale, guidato da Marco Oriolo, consolida il suo ruolo di leadership come operatore trasversale nel mondo dell’ oil & gas, in particolare nelle repubbliche centro asiatiche, e prenota un posto ancora di maggior rilievo, dopo ulteriori investimenti già programmati per i prossimi anni.Il terminal, che come estensione è uno dei tre maggiori del paese, è situato alla periferia di Uralsk, nella regione di Zelenovskiy, zona nord occidentale del Paese dove sono attive importanti attività estrattive vitali per l’economia del Kazakhstan. Si estende su una superficie totale di oltre 8 ettari ed è al momento costituito da 7 serbatoi di stoccaggio da 250 metri cubi ognuno, per una capacità lorda di 1.750 metri cubi di GPL. Sono già previste successive fasi di sviluppo che porteranno la struttura a contare 28 serbatoi, alcuni dedicati al gas propano puro altri per il GPL, per una capacità di stoccaggio totale di oltre 7.000 metri cubi.Il processo di ricezione, stoccaggio e trasbordo del gas è stato studiato nei
minimi dettagli con l’obiettivo di massimizzarne l’efficienza, favorire l’integrazione con i processi di estrazione e distribuzione e ridurre al minimo ogni possibile rischio per la salute dell’ambiente e dell’uomo, rispecchiando gli elevati standard europei.
Una volta a regime il terminal sarà in grado di movimentare complessivamente, in questa prima fase, 200.000 tonnellate di GPL all’anno. La costruzione del terminal è stata realizzata in poco più di tre anni grazie anche al supporto di alcuni istituti di credito italiani, fra cui Intesa Sanpaolo, che ha concesso un finanziamento a medio lungo termine di 3,5 milioni di Euro “finalizzato al progetto industriale di Tuvia Group”. Tuvia ha anche potuto contare sull’apporto di alcuni partner locali oltre che sul rapporto ormai consolidato e fattivo dell’Ambasciata Italiana ad Astana.Nei piani futuri del gruppo c’è anche la possibilità – oltre all’ampliamento del terminal -, di realizzare un moderno impianto dedicato anche al lavaggio dei vagoni ferroviari destinati al trasporto di petrolio. Un investimento di circa 2 milioni di dollari che si prevede di realizzare nel 2016-2017.“Siamo un player globale e questo risultato premia la nostra capacità di espanderci e diversificare le nostre attività” – ha dichiarato Marco Oriolo, presidente di Tuvia Group, a margine dell’apertura del terminal. “Con questo investimento diamo un contributo fondamentale allo sviluppo di una zona rurale, dando occupazione a cinquanta addetti e valorizzando le capacità strategiche e di expertise dell’imprenditoria italiana nel mondo”. “Il Kazakshstan – continua Oriolo – è un Paese straordinario che offre incredibili opportunità di business alle nostre aziende e che tiene in grande considerazione la nostra conoscenza tecnica e professionalità. Ritengo questo Paese offra uno dei terreni più fertili per la nostra imprenditoria”.
Tuvia è presente in Kazakhstan da oltre dieci anni con propri uffici nelle principali città del paese: l’ultimo investimento conferma il radicamento dell’azienda guidata da Marco Oriolo nel Paese asiatico.
La strategia di progressiva integrazione verticale nella supply chain del mondo oil&gas ha consentito all’azienda di affermarsi come operatore logistico integrato, in grado di fornire un’ampia gamma di servizi ad alto valore aggiunto che vanno ben oltre la classica offerta di logistica industriale. Quest’ultimo investimento conferma questa strategia e va ad integrare il parco asset costituito negli ultimi anni: dai mezzi navali (barges) a servizio delle attività off-shore, ai mezzi speciali per il trasporto del GPL, alla flotta di camion in Germania a servizio dei trasporti dall’Europa a i Paesi CIS.
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Nuove importanti informazioni sulla struttura molecolare delle piante
Posted by fidest press agency su domenica, 31 Maggio 2015
Gli scienziati di IBM Research e delle università di Melbourne e del Queensland hanno compiuto un passo avanti nell’identificazione della nanostruttura della cellulosa, la componente strutturale di base delle pareti cellulari delle piante. Sfruttando la potenza del supercomputing di IBM, i ricercatori sono riusciti a modellare la struttura e la dinamica della cellulosa a livello molecolare. Le informazioni derivate potrebbero aprire la strada a varietà di colture più resistenti alle malattie e aumentare la sostenibilità dell’industria della polpa, della carta e fibra – uno dei principali impieghi della cellulosa. Il lavoro, descritto in un recente articolo scientifico pubblicato su Plant Physiology, rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della biosintesi della cellulosa e delle modalità di assemblaggio e funzionamento delle pareti cellulari delle piante. La ricerca fa parte di un programma a più lungo termine, nell’ambito della Victorian Life Sciences Computation Initiative (VLSCI), finalizzato allo sviluppo di un modello in 3D simulato al computer dell’intera parete cellulare delle piante.
La cellulosa rappresenta uno dei composti organici più abbondanti sulla terra, con una quantità prodotta dalle piante ogni anno stimata in 180 miliardi di tonnellate. Una pianta produce cellulosa legando tra loro semplici unità di glucosio per formare catene, che vengono poi raggruppate per formare delle fibre. Queste fibre si avvolgono quindi intorno alla cellula come principale componente della parete cellulare della pianta, conferendo rigidità, flessibilità e protezione dalle sollecitazioni interne ed esterne. Finora la descrizione dettagliata della struttura delle pareti cellulari delle piante aveva rappresentato una sfida per gli scienziati, a causa della complessità del lavoro e della natura invasiva delle metodiche fisiche tradizionali, che spesso danneggiano le cellule vegetali.“Si tratta di un progetto pionieristico, con il quale mettiamo a frutto la competenza di IBM Research nella biologia computazionale, nei big data e nella smarter agriculture in un progetto scientifico australiano su grande scala, in collaborazione con alcune delle menti più brillanti in questo campo. Siamo entusiasti sostenitori della Victorian Life Sciences Computation Initiative e siamo molto felici di vedere l’impatto scientifico che questo lavoro sta avendo”, commenta il Dr. John Wagner, Manager of Computational Sciences, IBM Research Australia.Utilizzando il supercomputer IBM Blue Gene/Q alla VLSCI, nota come Avoca, gli scienziati sono riusciti a eseguire i quadrilioni di calcoli necessari per modellare i movimenti degli atomi di cellulosa. La ricerca dimostra che, nella struttura della cellulosa, sono presenti tra 18 e 24 catene all’interno di una microfibrilla elementare, molte meno delle 36 catene che si ipotizzavano in precedenza.
“La cellulosa è una parte vitale della struttura della pianta, ma non se ne conosce ancora pienamente la sintesi”, spiega la Dr. Monika Doblin, Research Fellow & Deputy Node Leader presso la School of BioSciences dell’Università di Melbourne. “È molto difficile lavorare sulla sintesi della cellulosa in vitro, perché una volta aperte le cellule vegetali la maggior parte dell’attività enzimatica va perduta; dovevamo quindi trovare altri approcci per studiarne la composizione. Grazie alla competenza di IBM nella modellazione molecolare e alla potenza computazionale della VLSCI, siamo riusciti a creare modelli della parete cellulare della pianta a livello molecolare, che consentiranno di approfondire enormemente la conoscenza sulla formazione della cellulosa”.“Le pareti cellulari delle piante rappresentano la prima barriera ai patogeni responsabili delle malattie. Anche se non comprendiamo appieno la via molecolare dell’infezione da patogeni e la risposta della pianta, stiamo esplorando i modi per manipolare la composizione della parete al fine di renderla più resistente alle malattie”, spiega il Dr. Daniel Oehme di IBM Research.Il lavoro è stato svolto dai biologi del Centre of Excellence in Plant Cell Walls del consiglio delle ricerche australiano (Australian Research Council, ARC) all’interno delle Università di Melbourne e del Queensland, in partnership con IBM Research Collaboratory for Life Sciences. Ospitato presso la Victorian Life Sciences Computation Initiative dell’Università di Melbourne, il Collaboratory permette ai ricercatori di IBM e dell’ateneo di lavorare fianco a fianco sulla ricerca nei campi della medicina e della biologia computazionale.
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Novità organizzative in Canon, evolve la struttura della sede italiana
Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 gennaio 2015
In linea con la visione e le strategie recentemente presentate dall’Amministratore Delegato Enrico Deluchi, Canon Italia annuncia oggi un’evoluzione della propria struttura organizzativa, che rappresenta un ulteriore passo che la società compie per continuare a creare valore per tutto l’ecosistema che circonda il mondo Canon.Il percorso evolutivo impatta sia la struttura dedicata alle soluzioni per il mercato consumer, sia quella responsabile della commercializzazione di soluzioni professionali e aziendali, e rappresenta, come sottolinea Enrico Deluchi, “la nostra ferma volontà di modellare l’organizzazione per rispondere puntualmente e rapidamente ai cambiamenti del mercato”.I cambiamenti organizzativi, effettivi dall’1 gennaio 2015, si concretizzano come segue:
Marco Di Lernia assume il ruolo di Country Director, Consumer Imaging. La sua responsabilità è quella di definire la strategia locale e assicurare la corretta implementazione dei piani d’azione per tutta l’organizzazione B2C in Italia. In Canon Italia dal 1996 e sino ad oggi Marketing e Retailer Channel Director della divisione consumer, Marco è un vero “veterano” del mercato con una grande esperienza sviluppata sia a livello italiano che a livello EMEA.Le attività di vendita, sia per quanto riguarda il canale Retailer che la Distribuzione e IT&Office, verranno guidate da Elisabetta Bisignano, Sales Director Consumer Imaging. Elisabetta, che vanta una pluriennale esperienza nella gestione del canale distributivo, coordinerà e ottimizzerà le attività commerciali per tutto il comparto B2C.Tutte le attività di marketing verranno infine gestite da Andrea Contarini, Marketing Director Consumer Imaging . Andrea, che possiede una ricca esperienza sia in ambito sales che marketing, guiderà la “rivoluzione” nell’approccio di Canon al mercato e agli utilizzatori finali, interpretando lo spirito della nuova campagna “Come and See”, in cui Canon invita e stimola tutti gli utenti a raccontare con le immagini nuove e affascinanti storie, esplorando con più curiosità ciò che li circonda.“In questi ultimi anni il mercato Imaging è stato caratterizzato da forti e rapidi cambiamenti. La nostra ambizione è quella di continuare a giocare un ruolo fondamentale in tutto ciò che il consumatore decide di fare con le immagini: scattare, archiviare, condividere, modificare e stampare. ” ha aggiunto Deluchi. “Sono certo che Marco, Elisabetta e Andrea otterranno grandi successi nei loro rispettivi ruoli, creando un nuovo dialogo con i consumatori e coinvolgendo un numero sempre più ampio di persone grazie a quello che in Canon consideriamo un linguaggio universale: le immagini”.Per rafforzare il proprio ruolo e leadership nel mercato delle soluzioni e dei servizi, Canon annuncia inoltre la costituzione di una nuova struttura organizzativa denominata Information & Imaging Solutions.A guidare la nuova divisione è Massimiliano Ceravolo, Director Information & Imaging Solutions. Massimiliano, forte della sua pluriennale esperienza che spazia dai mercati B2C a quelli B2B e maturata sia in ambito locale che EMEA, avrà la capacità di guidare la trasformazione di Canon da azienda focalizzata sui prodotti a partner che abilita la digitalizzazione con le proprie soluzioni.
Il team avrà il compito di accelerare la crescita dell’azienda attraverso lo sviluppo e la commercializzazione di soluzioni costituite da prodotti, software e servizi rivolte sia alle imprese sia ai professionisti. Maurizio Basile assume il ruolo di Sales Director Business Imaging Group. Già responsabile della vendita diretta, Maurizio Basile avrà ora la supervisione di tutti i canali di vendita delle soluzioni office di Canon Italia. Come sottolinea Enrico Deluchi “Maurizio, nel suo nuovo ruolo, avrà il compito di assicurare una maggiore efficienza operativa e una migliore collaborazione tra tutti i canali”.
Basile, in Canon dal 1988, ha ricoperto posizioni di crescente importanza all’interno delle organizzazioni commerciali focalizzate sulla vendita di soluzioni printing per le aziende, sia in ambito SMB che large account, e per i professionisti della stampa.
Fondata nel 1937 per produrre fotocamere di altissimo livello, Canon, multinazionale giapponese con sede a Tokyo, è leader mondiale nella fornitura di innovative soluzioni di imaging per le aziende e i consumatori.Attualmente, l’azienda sviluppa, produce e vende un’ampia gamma di prodotti che spaziano dalle fotocamere compatte alle reflex digitali, dai dispositivi per radiografie agli obiettivi broadcast, dalle stampanti ai multifunzione di produzione, tutti coadiuvati da un’ampia gamma di servizi a valore aggiunto.Il marchio Canon è conosciuto e stimato in tutto il mondo da clienti, famiglie, aziende e settori industriali, confermato dal terzo posto nella classifica Interbrand nella graduatoria dei migliori marchi giapponesi per l’anno 2012.Il fatturato complessivo di Canon Inc. nel 2013 ammonta a circa 3.731,4 miliardi di yen, al quale Canon Europa contribuisce per circa un terzo vendendo in 116 paesi tra Europa, Medio Oriente e Africa.L’Azienda investe costantemente in Ricerca & Sviluppo, nel 2013 circa l’8% del fatturato, per fornire soluzioni all’avanguardia e servizi che soddisfino le esigenze dei propri clienti. Nel 2013 con 3.825 brevetti depositati si è classificata al terzo posto negli USA e negli ultimi 28 anni è sempre stata nelle prime cinque posizioni.A professionisti, appassionati di fotografia, professionisti della stampa, Canon consente di soddisfare ogni esigenza legata all’imaging. Ritiene, inoltre, che essere sensibili agli interessi della società e dell’ambiente sia parte integrante di una buona attività commerciale. Questo concetto è racchiuso nella filosofia Kyosei: “Vivere e lavorare assieme per il bene comune”.Canon è presente in Italia dal 1957 con sedi a Milano e Roma.
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Assistenza sanitaria in ambito europeo
Posted by fidest press agency su sabato, 12 aprile 2014
E’ entrato in vigore il D.lgs.38/2014 che ha recepito la Direttiva 2011/24/UE di disciplina dell’assistenza sanitaria in ambito europeo, “concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera”.Le nuove norme sono andate ad integrare quelle già esistenti in materia di “coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale” (Regolamento CE 883/2004), e quindi anche di assistenza sanitaria diretta, che già offre al cittadino di un Paese europeo (UE, SEE e la Svizzera) la possibilità di fruire di assistenza sanitaria all’estero previa autorizzazione della ASL, con pagamento diretto da parte del servizio sanitario nazionale, quando i tempi di attesa nel proprio Paese risultino inadeguati rispetto alle esigenze terapeutiche. Qual’è quindi la novità? A parte la maggiore omogeneità e chiarezza delle norme, il più funzionale coordinamento delle informazioni tra Paesi diversi, i più stretti e precisi controlli sulla qualità delle prestazioni sanitarie, viene sancito il diritto del cittadino europeo a scegliere dove fruire di cure, con la possibilità di mettere le stesse a carico del sistema sanitario nazionale (tramite rimborso delle spese sostenute) anche nei casi diversi dall’assistenza diretta già detta, quindi anche se è stata scelta una struttura privata o una cura particolarmente specializzata. La condizione per fruire del rimborso è l’ottenimento di una autorizzazione preventiva da parte della ASL di residenza; quest’ultima fissa l’importo rimborsabile, calcolato in base alle tariffe regionali vigenti, tenendo conto delle normative nazionali e regionali. La legge consente di ottenere il rimborso solo per le prestazioni comprese nei “livelli essenziali di assistenza”, ma le Regioni possono prevedere coperture anche per gli interventi di livello diverso (come per esempio le operazioni di chirurgia estetica o particolari cure dentistiche) nonché per le spese si viaggio e di accompagnamento. Le due soluzioni (assistenza diretta e indiretta) coesistono e il cittadino può essere in difficoltà a capire a quale possa aver diritto. Un aiuto in tal senso deve venire dalle autorità sanitarie (Ministero salute, ASL), che son tenute a suggerire al paziente la soluzione per lui più vantaggiosa. La ASL di residenza è il punto di riferimento per ogni informazione e adempimento. Resta da vedere come si svilupperà la cosa e se le nuove norme risulteranno davvero efficaci, soprattutto in merito ai rimborsi che, a detta di molti, rischiano di rivelarsi difficili da ottenere e, visto il criterio con il quale vengono calcolati, insufficienti a coprire la cifra effettivamente spesa.
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Nasce “MxIT-Microcredito per l’Italia”
Posted by fidest press agency su sabato, 12 Maggio 2012
E’ una impresa sociale creata da Etimos Foundation per diffondere in Italia un modello innovativo di microcredito, che si rivolge non solo alle famiglie ma anche e soprattutto alle piccole e microimprese, con un’attenzione particolare al segmento delle start-up. Un autentico strumento di welfare, crescita e sviluppo, lontano da logiche assistenziali, che si basa su un modello completo di intervento e si distingue nel panorama nazionale della microfinanza per efficacia, sostenibilità economica, alto impatto sociale e trasparenza nella comunicazione (gli aggiornamenti dei dati sulle erogazioni sono pubblicati online in tempo reale). Il banco di prova, superato con successo, è il progetto “Microcredito per l’Abruzzo” (www.microcreditoabruzzo.it) coordinato da Etimos Foundation, che ha dimostrato tutta la sua efficacia come strumento di sostegno alla popolazione colpita dal devastante sisma del 2009: 4 milioni 483mila euro di crediti erogati da gennaio 2011 a fine aprile 2012, per un totale di 223 finanziamenti che hanno permesso l’accesso al credito a soggetti che altrimenti ne sarebbero stati esclusi, in quanto incapaci di offrire le garanzie patrimoniali o personali normalmente richieste dalle banche. Forte di questi risultati, la fondazione ha intrapreso un percorso per replicare l’esperienza in altri territori italiani con una funzione che non è più quella di sostegno post emergenza, ma di supporto per affrontare la crisi economica e la stretta del credito. A tale scopo Etimos Foundation ha creato “MxIT-Microcredito per l’Italia” (operativa non appena ottenuta l’iscrizione come intermediario finanziario presso Banca d’Italia) e lancia oggi una campagna per la costituzione di un fondo dedicato al microcredito nel nostro paese.
A suo sostegno, una campagna pubblicitaria ad hoc nelle pagine dei principali quotidiani e nei più importanti media, nella quale “MxIT-Microcredito per l’Italia” ha scelto di raccontarsi proprio attraverso le voci e le storie dei beneficiari abruzzesi: famiglie in difficoltà, artigiani e commercianti che avevano visto la propria attività distrutta dal terremoto, persone che, perso il lavoro, si sono inventate una nuova opportunità microimprenditoriale e, fra queste ultime, un numero rilevante di giovani. Alla base di “MxIT-Microcredito per l’Italia” ci sarà lo stesso modello innovativo sperimentato in Abruzzo, che ha visto Etimos Foundation funzionare da cabina di regia coordinando i diversi attori coinvolti, definire le condizioni di accesso al credito (tassi, tempi di erogazioni e di restituzione) e fare da garante dei soggetti beneficiari presso le banche. «Dopo gli ottimi risultati ottenuti in Abruzzo», annuncia Marco Santori, presidente di Etimos Foundation «lanciamo “MxIT-Microcredito per l’Italia” nella convinzione che, oggi più che mai, il microcredito possa essere utilizzato come strumento di welfare e di sviluppo per il nostro Paese: da un lato per combattere l’esclusione sociale e la povertà, dall’altro per offrire risposta al bisogno di sostegno finanziario delle micro e piccole imprese. Un canale ulteriore rispetto alle modalità classiche del credito bancario, estremamente importante nell’attuale contesto di pesante credit crunch. In questa fase stiamo monitorando i bisogni dei territori e costruendo network e partnership con i vari attori locali. Contiamo di essere operativi entro la fine del 2012 in altre regioni, a partire probabilmente da Sardegna, Toscana e Veneto». Il modello, così come accaduto in Abruzzo, prevede la presenza iniziale di un fondo patrimoniale che non viene utilizzato direttamente nell’attività di finanziamento, bensì impiegato progressivamente come garanzia per la concessione di prestiti erogati attraverso il sistema bancario locale, il quale utilizza fondi propri e a sua volta si impegna ad applicare un meccanismo di leva finanziaria sul fondo stesso (rendendo così possibile un più consistente plafond potenziale di finanziamenti, proprio in virtù dell’effetto moltiplicatore). Fondamentale, in tal senso, è la scelta di non creare una nuova struttura operativa e di non affidarsi a un unico istituto di credito, bensì di coinvolgere il sistema bancario del territorio. Alla sostenibilità e ai bassi costi di gestione contribuisce anche l’apporto di un comitato tecnico di volontari esperti in materia bancaria, cui è affidata la preistruttoria sociale dei finanziamenti.
“MxIT-Microcredito per l’Italia” sarà presentato ufficialmente all’Aquila giovedì 10 maggio alla Casa del Volontariato durante la giornata inaugurale di Join for Change”, appuntamento dedicato al confronto fra gli attori attivi nel microcredito, nell’impresa sociale e nel cooperativismo, modelli efficaci per guardare oltre la crisi.
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Rita Verdirame – Narratrici e lettrici, (1850 – 1950)
Posted by fidest press agency su domenica, 8 aprile 2012
Le letture della nonna dalla contessa Lara a Luciana Peverelli Libreriauniversitaria.it, Padova 2009 «Il romanzo sono le donne; generalmente scritto per loro, spesso su di loro, talvolta da loro», scriveva Albert Thibaudet. In questo “talvolta” i lettori italiani possono contare – nel periodo trattato da Rita Verdirame in questo informatissimo volume – scrittrici del calibro di Matilde Serao, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo (Rina Faccio), ma anche Neera (Anna Zuccari), Contessa Lara (Evelina Cattermole), Marchesa Colombi ( Maria Antonietta Torriani Viollier), Mura (Maria Volpi Nannipieri), Annie Vivanti, Amalia Guglielminetti, Bruno Sperani (Beatrice Speraz), Luigi di San Giusto (Luisa Gervasio), Jolanda (Maria Majocchi Plattis), Luisa Saredo, Ada Negri, Donna Paola (Paola Baronchelli Grosson), Térésah (Corinna Teresa Ubertis Gray), Regina di Luanto (Guendalina Lipperini Ratti), Paola Bianchetti Drigo, Benedetta Cappa Marinetti, Gemma Ferruggia, Carolina Invernizio, Liala (Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi), Luciana Peverelli. | Non solo romanziere (o “romanzatrici” come le chiamava Benedetto Croce), ma anche verseggiatrici, novellatrici, scrittrici di odoeporica (letteratura di viaggio), insomma una coorte di donne invade la nostra tranquilla ed exclusive (Arbasino), fino ad allora, Repubblica delle lettere. La formazione del mercato unitario interno (anche quello delle lettere, del prodotto-libro dunque), la lotta all’analfabetismo, la diffusione delle biblioteche circolanti prima e delle edicole delle stazioni dopo, favoriscono l’emersione della “letteratura donnesca”. Che è silenziosa, imperiosa quanto vincente presso il pubblico degli indotti (non solo donne, poiché unisex è il target di riferimento). Sembrerebbe, non certo per consapevole programma delle scrittrici, ma in parte per i limiti interni alla loro produzione e in parte per i divieti di accesso al cerchio dell’alta letteratura, sorvegliato da arcigni critici (Boine, Croce, Serra, e per altro verso Gramsci), che le donne puntino più che al Parnaso letterario al mercato letterario tout-court (compresi i bassifondi, vedi la Invernizio con i suoi titoli necrofili) sapendo catturare con rabdomantiche doti demo-piscologiche – da “strega” si direbbe, usando al loro indirizzo un termine da esse contestato e rivendicato- quello che Dwight McDonald chiama il mass-cult. (Che su un altro medium, quello televisivo oggi, altre donne sanno magistralmente governare ed alimentare). | Quel che più conta è che le donne « le “escluse”, catturate dall’amore molesto per la scrittura, intingono la loro penna nell’inchiostro dell’anima, mediano e divulgano, trivializzandoli, i modelli culturali vigenti, intercettano i gusti correnti, accolgono le mode, ma si cimentano con i temi emergenti di un femminismo molto spesso concettualmente disorganizzato e certamente non ancora elaborato su una salda humus progettuale e su procedure argomentative coerenti, ma rispondenti all’affioramento dell’autoscoscienza». | I rapporti coi letterati maschi non sono al centro dell’indagine, anche se qualche giudizio maschile colpisce: «Se scrivono male ci irritano. Se scrivono bene ci umiliano». Ma è la genesi e la struttura del “campo letterario” italiano, ora nazionale, a conquistare l’attenzione di Verdirame e dunque dei suoi operatori principali: critici, editori (da qui l’impressionante sarchiatura dei cataloghi delle case editrici estinte), scrittori, anzi scrittrici più o meno a pieno titolo, eppure abilissime come abbiamo visto, a sapere invadere e presidiare quel campo. | Metà del lavoro è dedicato alla ripresa di alcuni testi di Luciana Peverelli, l’anti-Liala, maestra del palpito cardiaco (rosa e giallo), intellettuale antifascista, partigiana, emancipata, e di fulgida carriera. Molto bella la sua autobiografia che chiude il volume: da sola reclama l’ispezione di questo prezioso lavoro scientifico di Rita Verdirame. (Alfio Squillaci)
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