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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

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Nuovo studio sull’intelligenza artificiale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 giugno 2023

I team con un’attitudine positiva nei confronti dell’intelligenza artificiale (IA) sono più restii a collaborare quando sono costretti a utilizzarla. Questo emerge da un nuovo studio condotto dalla Professoressa Evangeline Yang dell’IÉSEG School of Management.La Professoressa Yang e i suoi coautori hanno scoperto anche che, al contrario, i team con una predisposizione negativa nei confronti dell’IA tendono ad essere più collaborativi quando vengono obbligati ad usarla.Lo studio, pubblicato sulla rivista accademica Group & Organization Management, evidenzia l’importanza della fiducia nell’IA e suggerisce come dovrebbe essere introdotta nelle aziende.Evangeline Yang, in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università di Buffalo, dell’Università di Rutgers e dell’Università Simon Fraser, ha esaminato le attitudini dei team nei confronti dell’IA e il suo grado di implementazione nelle organizzazioni.Intitolato “Perché i team adottano o meno l’IA: prospettive sull’uso dell’IA nei team”, lo studio fornisce una spiegazione su come l’IA viene adottata nelle aziende e come viene introdotta nelle loro operazioni.I ricercatori hanno scoperto che quando l’adozione dell’IA era volontaria, e non forzata, i team con una percezione positiva erano più inclini a utilizzarla, mentre il contrario accadeva per coloro che avevano maggiori preoccupazioniSecondo la Professoressa Yang, lo studio sottolinea l’importanza di valutare le attitudini dei dipendenti nei confronti dell’IA, attraverso sondaggi o questionari, prima di prendere una decisione su come adottarla in un’organizzazione, e se questa adozione deve essere forzata o volontaria.”In quanto ricercatrice nel campo delle Risorse Umane, mi interessa particolarmente il lato umano dell’adozione e dell’interazione dei team con l’IA”, spiega la Professoressa Yang. “Questo studio mostra quanto sia importante l’atteggiamento nei confronti dell’IA nell’implementarla e decidere se la sua adozione dipenderà dal team”.Lo studio dell’IÉSEG School of Management offre anche una serie di implicazioni pratiche per le aziende che vogliono sfruttare in modo efficace l’IA e ottimizzare le prestazioni dei loro team.Ulteriori informazioni e l’articolo completo sono disponibili al seguente link: Bezrukova, K., Griffith, T. L., Spell, C., Rice, V., & Yang, H. E. (2023). Artificial Intelligence and Groups: Effects of Attitudes and Discretion on Collaboration. Group & Organization Management, 48(2), 629-670.

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Studio del Politecnico di Torino per supportare le politiche di UNHCR

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023

Il numero di rifugiati a livello globale è quasi raddoppiato tra il 2005 e il 2016, passando da 12,1 a 23,1 milioni – l’aumento più consistente mai registrato. Milioni di persone sfollate a causa dei conflitti (Palestina, Syria, Iraq e Afghanistan in particolare) hanno trovato rifugio in paesi, spesso confinanti, situati in zone climatiche aride e semi-aride, in molti casi caratterizzate da pesanti condizioni di scarsità idrica. Fino ad oggi non era chiaro quale fosse l’entità della pressione dei rifugiati e quanta di essa sia dovuta alla domanda di cibo di queste popolazioni in fuga sui paesi ospitanti.Per rispondere a tale domanda e fornire un quadro attendibile supportato da dati oggettivi, Marta Tuninetti del Politecnico di Torino – DIATI (WatertoFood Lab) e i ricercatori del Laboratory for Coupled Human Water System, diretto dal professor Marc Muller della University of Notre Dame, hanno sviluppato un’analisi innovativa che quantifica le implicazioni dei flussi migratori per le risorse idriche e le possibili soluzioni per preservarle.I risultati, riportati sull’articolo pubblicato da Nature Communications – DOI 10.1038/s41467-023-38117-0, dimostrano che l’aumento della domanda di acqua – pari a 31 km3 nel 2016 – si è concentrato principalmente in alcuni Paesi tra cui Pakistan, Iran, Turchia, Libano e Giordania, ovvero in zone geografiche caratterizzate da livelli di scarsità d’acqua simili a quelli dei paesi di provenienza dei rifugiati. Secondo lo studio, i paesi ospitanti tendono tipicamente ad avere sistemi produttivi più efficienti dal punto di vista idrico, diete caratterizzate da prodotti più idro-esigenti (ovvero con maggiore impronta idrica) e sistemi alimentari principalmente locali e poco dipendenti dal commercio internazionale. In generale, spiegano gli autori, lo stress idrico associato all’aumento del consumo di cibo non è risultato essere un problema importante nella stragrande maggioranza dei Paesi di destinazione dei rifugiati, compresa l’Unione Europea, ma è risultato invece avere profonde implicazioni soltanto per alcuni Paesi. Ad esempio, si è scoperto che i movimenti di rifugiati hanno contribuito all’aumento dello stress idrico in Giordania fino al 45-75%.

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Studio internazionale sulla superconduttività

Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2023

Importante contributo dell’Università di Parma in un progetto internazionale su un tema di grande attualità della fisica della materia come la superconduttività. Il progetto riguarda lo studio della fase ad onda di densità di carica nei superconduttori Kagome di recente scoperta. Guidato dall’Università di Bologna, il progetto ha coinvolto oltre all’Università di Parma anche la Brown University e la University of California Santa Barbara, dove è stata portata avanti la sintesi dei materiali. Lo studio ha descritto in dettaglio proprietà mai viste prima in una famiglia di superconduttori Kagome, in particolare il superconduttore RbV3Sb5: un passo importante verso i futuri progressi nella tecnologia dei superconduttori. I ricercatori hanno utilizzato una strategia innovativa che combina la risonanza magnetica nucleare e la descrizione quantistica delle proprietà elettroniche, entrambe specialità del gruppo di Parma, per identificare la struttura microscopica di questo superconduttore, caratteristica del motivo Kagome (parola giapponese che designa le decorazioni, e per traslazione le disposizioni atomiche basate su un motivo uguale a quello della stella di David). In sostanza i risultati rappresentano un nuovo importante traguardo nella ricerca di nuovi superconduttori. Oltre a cercare di valicare l’attuale limite della tecnologia dei superconduttori, ossia il fatto che la conduzione senza resistenza elettrica, preziosa proprietà di tutti i superconduttori, si realizza solo a temperature molto basse, l’attuale interesse della ricerca internazionale è centrato sulle proprietà topologiche che la struttura Kagome presenta. Se da un lato futuri superconduttori che operino a temperatura ambiente fornirebbero enormi opportunità tecnologiche di efficienza energetica, nella trasmissione di elettricità, la presenza di proprietà topologiche, legate a come si annodano tra loro le traiettorie degli elettroni, promette di rendere materiali come i Kagome la soluzione più adatta per la computazione quantistica, il metodo di elaborazione dati del futuro. Nel progetto internazionale l’analisi sperimentale con risonanza magnetica nucleare (NMR) e quella computazionale basata sulla teoria del funzionale densità sono state condotte al Dipartimento di Scienze Matematiche Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma, con il coordinamento dei docenti Giuseppe Allodi e Pietro Bonfà. Lo studente di dottorato Jonathan Frassineti ha lavorato sotto la supervisione del prof. Allodi per l’analisi sperimentale e sotto quella del prof Bonfà per la parte computazionale.Nel progetto internazionale l’analisi sperimentale con risonanza magnetica nucleare (NMR) e quella computazionale basata sulla teoria del funzionale densità sono state condotte al Dipartimento di Scienze Matematiche Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma, con il coordinamento dei docenti Giuseppe Allodi e Pietro Bonfà. Lo studente di dottorato Jonathan Frassineti ha lavorato sotto la supervisione del prof. Allodi per l’analisi sperimentale e sotto quella del prof Bonfà per la parte computazionale. Al progetto hanno lavorato anche gli studenti della Brown University Erick Garcia e Rong Cong. Al progetto hanno lavorato anche gli studenti della Brown University Erick Garcia e Rong Cong. Articolo open access https://journals.aps.org/prresearch/abstract/10.1103/PhysRevResearch.5.L012017

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All’Università di Parma “Io, dove e quando?”

Posted by fidest press agency su martedì, 24 gennaio 2023

Parma venerdì 27 gennaio al Campus Scienze e Tecnologie dell’Ateneo una giornata di studio e approfondimento dedicata alla scienza e all’impegno civile cui parteciperanno circa 200 tra studentesse, studenti e insegnanti delle scuole superiori di Parma.Io, dove e quando?, questo il titolo dell’appuntamento, si svolgerà a partire dalle 9.30 nell’Aula L della Sede didattica di Ingegneria. Nel corso dell’incontro, inserito nella programmazione del Festival della Storia 2023, saranno presentate le figure di alcuni scienziati che si sono distinti per la loro attenzione ai problemi della società e che si sono impegnati per migliorarla.La mattinata si aprirà alle 9 con la registrazione dei e delle partecipanti. Alle 9.30 l’introduzione a cura della docente Maura Pavesi del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche (PLS-Fisica). A seguire gli interventi di Emanuela Colombi (Liceo delle Scienze Umane “A. Sanvitale” e Associazione GOOGOL) su Testimonianze locali e non tra scienza e impegno civile, di Roberto Fieschi (Professore emerito dell’Università di Parma e componente dell’USPID) su L’Unione Scienziati per il Disarmo in Italia. Dalle 10.45 la presentazione e la proiezione (in prima visione per Parma) del film documentario La Scelta. Edoardo Amaldi e la Scienza senza confini, diretto da Enrico Agapito e scritto da Adele La Rana (2019 – 78 min.). Intorno alle 12.30 le conclusioni.

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Studio SLA nuovo potenziale approccio terapeutico

Posted by fidest press agency su lunedì, 26 dicembre 2022

Uno studio coordinato dalla professoressa Cecilia Bucci di UniSalento individua un nuovo potenziale approccio terapeutico. Lo studio, “Allele-specific silencing as therapy for familial amyotrophic lateral sclerosis caused by the p.G376D TARDBP mutation” (https://academic.oup.com/braincomms/article/4/6/fcac315/6916867) è stato condotto in collaborazione con il gruppo del professor Mario Sabatelli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e con quello del professor Vincenzo La Bella dell’Università di Palermo, e ha portato all’individuazione di un RNA terapeutico di piccole dimensioni in grado di silenziare in maniera specifica l’allele mutato del gene per la proteina TDP-43, tra le principali cause genetiche della malattia. La SLA è una malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule nervose motorie, anche chiamate motoneuroni, e che porta progressivamente alla perdita della capacità di muoversi, parlare, mangiare e anche respirare; attualmente non esiste una cura per questa patologia, che conduce generalmente nell’arco di pochi anni alla morte. Spiega la professoressa Cecilia Bucci: «La tecnica che abbiamo utilizzato si basa sul concetto che un piccolo RNA, appaiandosi in una zona complementare a un RNA messaggero, formi un doppio filamento che blocca la produzione della proteina corrispondente, causandone una riduzione dell’abbondanza nella cellula. In questo caso abbiamo disegnato un piccolo RNA (chiamato siRNA) che causa la riduzione della proteina mutata, lasciando invece invariata la proteina normale che deve continuare a svolgere le sue funzioni all’interno delle cellule per consentirne la sopravvivenza». Gli studi, iniziati dalla ricercatrice Maria De Luca e continuati grazie al lavoro sperimentale delle ricercatrici Roberta Romano e Victoria Stefania Del Fiore, sono stati condotti su cellule prelevate da individui sani e da pazienti affetti da SLA a causa di una mutazione di TDP-43. Queste cellule sono state ottenute grazie alla collaborazione e al contributo, anche economico, dell’Associazione 2HE – IO POSSO, che da tempo si propone di orientare le attività di studio e di ricerca scientifica su vari temi con particolare attenzione alle malattie rare, sostenendo in particolare la ricerca scientifica sulla SLA. «Questa scoperta è per noi un importante passo verso una terapia genica, frutto di un lavoro che la nostra associazione porta avanti dal 2015», commenta la Presidente di 2HE – IO POSSO Giorgia Rollo, «Oltre ad aver sostenuto economicamente le attività di ricerca, attraverso le professionalità dei nostri volontari abbiamo sensibilizzato la popolazione e organizzato i prelievi biologici utili alla ricerca. L’associazione ha anche svolto un importante ruolo di coordinamento tra i gruppi di ricerca, che con entusiasmo e impegno portano avanti il progetto. Crediamo fortemente nel lavoro di rete come chiave di successo di tutti i progetti e siamo fiduciosi che il coinvolgimento delle istituzioni e il finanziamento economico delle attività contribuiranno a trovare finalmente una terapia genica per questa terribile malattia». Lo studio ha anche ottenuto un finanziamento della Regione Puglia dedicato alle malattie rare. La proteina TDP-43 mutata determina la formazione di aggregati proteici all’interno delle cellule interferendo con una serie di processi cellulari: «Grazie all’utilizzo di questo RNA, siamo stati in grado di ridurre la presenza di aggregati proteici all’interno delle cellule, causando un aumento della sopravvivenza cellulare e una riduzione dello stress ossidativo», aggiunge la ricercatrice dell’Università del Salento Roberta Romano, «Questi parametri indicano come il trattamento sia stato benefico per le cellule».Questo approccio sperimentale dovrà essere testato su altri modelli cellulari, in particolare su cellule nervose motorie, e cioè sulle cellule interessate direttamente dalla patologia, prima di poter essere utilizzato sulle persone, ma questi risultati pongono le basi per una possibile terapia genica per la cura della SLA causata da questa mutazione di TDP-43.

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Borse di studio dal Consiglio Regionale del Piemonte

Posted by fidest press agency su sabato, 17 dicembre 2022

Torino “In Consiglio regionale abbiamo dato il via libera ad un ulteriore stanziamento di 6 milioni di euro a favore di Edisu per coprire il 100% delle borse di studio universitarie relative all’anno accademico 2022-23. In questo modo la nostra regione si conferma attrattiva non solo per la qualità dei corsi di laurea, ma anche per la capacità inclusiva verso gli studenti provenienti da altre regioni. Come Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, non posso che esprimere tutta la mia soddisfazione perché l’obiettivo della copertura totale delle borse di studio è stato da sempre una battaglia del nostro gruppo già nella passata legislatura. Rimaniamo critici su altri aspetti legati sempre al Diritto allo studio, dalla scelta di aumentare le tariffe delle mense universitarie, all’aumento del costo del posto letto nelle residenze universitarie per i beneficiari di borsa di studio. Inoltre per quanto riguarda i Voucher per la scuola dell’obbligo rimane troppo cospicuo il numero degli aventi diritto ma non beneficiari, più di 70mila famiglie che hanno visto la propria richiesta ammessa ma non finanziata per mancanza di risorse.Riteniamo infatti necessario proseguire ad ascoltare le istanze degli studenti e noi continueremo a farlo in futuro, anche e non solo nelle discussioni per i prossimi bilanci regionali, persistendo nel difendere un diritto fondamentale come il Diritto allo studio, in un paese che purtroppo rimane fanalino di coda tra i paesi dell’Unione Europea per la quota di laureati, solo la Romania infatti fa peggio di noi.

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Primo Osservatorio italiano sul diritto allo studio in carcere

Posted by fidest press agency su martedì, 6 dicembre 2022

L’Osservatorio svolge una triplice funzione: di rappresentanza degli studenti ristretti, di monitoraggio periodico delle loro condizioni di studio e, infine, di ricerca, con riferimento all’impatto degli interventi formativi in carcere in termini di qualità della vita detentiva, di tutela e di ripristino di diritti, oltre che di estensione delle possibilità di reinserimento sociale. Le attività dell’Osservatorio includono principalmente l’istituzione di tavoli di lavoro su diverse tematiche (borse di studio, spazi, strumentazione informatica, connessione, tirocini, studenti in regimi detentivi speciali), il mantenimento del dialogo con le figure istituzionali di riferimento (Garante, Regione, Comune, PRAP, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e l’elaborazione di rapporti semestrali. L’Osservatorio si avvale dell’accordo di collaborazione pluriennale con il PRAP – Provveditorato regionale amministrativo penitenziari della Regione Lombardia e del dialogo interistituzionale con gli organi che monitorano la situazione carceraria presso il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Ne fanno infatti parte, tra gli altri, oltre alla Statale di Milano, il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, il Comune di Milano, la Regione Lombardia, il Garante comunale delle persone private della libertà personale, i rappresentanti del corpo studentesco e di quello docente e una rappresentanza dei tutor universitari attivi nelle carceri sede del PUP e degli studenti ristretti. L’Università Statale di Milano, con tutti i suoi Dipartimenti coinvolti, i 34 corsi universitari frequentati e gli oltre 150 studenti ristretti iscritti, che costituiscono oltre il 15% del totale nazionale, è il primo Ateneo italiano per numero di studenti ristretti iscritti ai propri corsi. Gli istituti penitenziari coinvolti sono di Milano- Opera, Milano-Bollate, Milano S. Vittore, Pavia e, più recentemente, Vigevano, Voghera, Lodi e Monza. Il progetto della Statale di Milano è reso possibile grazie alla presenza di 123 tutor attivi presso i diversi istituti penitenziari. Il loro ruolo risulta fondamentale nella traduzione pratica del diritto allo studio, poiché ovvia alla maggior parte delle limitazioni che caratterizzano la condizione detentiva: supportano infatti gli studenti ristretti in ogni fase del loro percorso accademico, aiutandoli nella costruzione di un metodo di studio efficace, affiancandoli nella preparazione degli esami e occupandosi della gestione dei materiali didattici tra carcere e Biblioteche di Ateneo.

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EUinMyRegion Media Trips: programma di studio per giornalisti

Posted by fidest press agency su sabato, 26 novembre 2022

Il programma di studio EUinMyRegion Media Trips è aperto a tutti i giornalisti locali e regionali che lavorano in una delle regioni dell’UE e desiderano saperne di più sulla politica di coesione, sui fondi e sulle altre politiche dell’UE. Il programma, che prevede sessioni di formazione online e una visita di studio a Bruxelles, è mirato a scoprire le istituzioni dell’UE, le loro strutture e procedure, la politica di coesione e il modo in cui l’UE gestisce le frodi e la cattiva gestione dei fondi. Si avrà inoltre la possibilità di incontrare esperti della Commissione che si occupano dei singoli paesi, visitare i progetti finanziati dall’UE e imparare a utilizzare gli strumenti di dati della Commissione. Il primo viaggio di studio a Bruxelles si svolgerà il 2 e 3 febbraio 2023. Altri due viaggi saranno organizzati in marzo e aprile. Si prevede che circa 40 giornalisti parteciperanno a ciascun viaggio. La Commissione coprirà le spese di viaggio e alloggio per la partecipazione al programma. Scadenza: 21 dicembre 2022, alle ore 17.00 (CET). https://www.euinmyregion-mediatrips.eu/

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Uno studio de Il Sole 24 Ore sul mercato del lavoro

Posted by fidest press agency su domenica, 13 novembre 2022

E’ stato diffuso a settembre 2021 e parlava di 1,2 milioni di posti da coprire con urgenza, a fronte di una disponibilità di pochi profili con le giuste competenze. Un divario quello tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro che nel nostro Paese viene lamentato ormai da tempo. Ed è con l’obiettivo di colmare questo gap e avvicinare il mondo delle aziende non solo alle Università, ma anche agli studenti stessi, che è nata la collaborazione tra Simposio, agenzia fondata da Emanuele Pecora, Innovation Manager iscritto all’albo dei manager dell’innovazione del MISE, e l’Università “La Sapienza” di Roma, nella persona della Professoressa Barbara Mazza, Presidente del Corso di Laurea Magistrale “Organizzazione e Marketing per la comunicazione d’impresa” e docente del corso “Comunicazione organizzativa e di corporate”.Una partnership che va avanti con successo dal 2016, e che offre agli studenti una piccola anteprima di come sarà lavorare nel mondo della comunicazione e cosa significhi realizzare un project work. Ogni anno Simposio coinvolge un gruppo di aziende tra i suoi clienti e altre realtà con cui è in contatto, mettendosi in gioco anche in prima persona. Le aziende coinvolte partecipano poi ad una giornata di brief, nel corso della quale si presentano agli studenti, illustrando gli obiettivi che vorrebbero raggiungere. Successivamente gli studenti si organizzano in gruppi di lavoro, scelgono una delle aziende, e devono ideare da zero un piano di comunicazione della durata di 12 mesi, che preveda un budget massimo di 20 mila euro, che aiuti il loro “cliente” a rafforzare o sviluppare brand awareness e a raggiungere gli obiettivi aziendali. Poco dopo, Simposio organizza un Q&A con i referenti aziendali e il gruppo di lavoro per chiarire eventuali dubbi e rispondere alle domande. Infine, si tiene un evento in presenza in cui partecipano la Professoressa, gli studenti, Simposio e tutti i referenti aziendali, nel corso del quale vengono presentati i project work, proprio come in una riunione agenzia-cliente, e, infine, ricevono una valutazione dalla docente.

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Studio globale di Storia Naturale della Fibrodisplasia Ossificante Progressiva

Posted by fidest press agency su giovedì, 20 ottobre 2022

Ipsen (Euronext: IPN; ADR: IPSEY) annuncia la pubblicazione dello Studio di Storia Naturale (Natural History Study – NHS) della Fibrodisplasia Ossificante Progressiva (FOP) su Genetics in Medicine, la rivista ufficiale dell’American College of Medical Genetics and Genomics (ACMG). È la prima volta che viene effettuata una valutazione globale, prospettica e longitudinale della FOP, con un periodo di osservazione di 36 mesi. I risultati hanno dimostrato l’impatto debilitante e la natura progressiva della malattia, con la maggior incidenza di nuove ossificazioni eterotopiche (HO; o crescita ossea che ha luogo al di fuori del normale sistema scheletrico nelle articolazioni e nei tessuti connettivi molli) durante l’infanzia e la prima età adulta. I risultati dello Studio di Storia Naturale hanno dimostrato che al mese 36, nell’intera popolazione oggetto di studio, in media 2,6 aree del corpo sono interessate dall’insorgenza di una nuova HO; il valore risulta più elevato (3,9) nell’età compresa tra i 2 e gli 8 anni ed inferiore (1,5) tra i 25 e i 65 anni. Tuttavia, nonostante le persone tra i 25 e i 65 anni presentino volumi più bassi di nuove HO alla visita annuale, circa il 70% ha continuato ad accumulare nuove HO per tutta la durata dello studio. Questi dati confermano la natura progressiva della FOP secondo un modello di evoluzione caratteristico: un accumulo di HO nelle persone più giovani, a partire dalla zona superiore del corpo (spalle e busto) con successivo interessamento delle zone inferiori (anche e gambe). Inoltre, lo studio ha valutato la compromissione funzionale, i cambiamenti nella funzione articolare in associazione con HO, la necessità di assistenza, dispositivi di assistenza e adattamenti (AADA), e le condizioni mediche. Nella popolazione analizzata, il volume totale di HO e i nuovi AADA sono aumentati durante lo studio, con più di 9 persone su 10 che hanno utilizzato almeno un nuovo AADA durante lo studio, suggerendo che l’utilizzo di AADA potrebbe essere un indicatore di real-world della compromissione della mobilità nella FOP. Al contrario i pazienti hanno riferito cambiamenti non significativi negli esiti funzionali, probabilmente a causa della durata dello studio troppo breve per rilevare variazioni sostanziali nella funzione articolare. Lo studio è stato condotto in otto centri internazionali. L’età media era 15 anni ed era composto da un numero maggiore di uomini. Il tempo mediano dall’ultima riacutizzazione prima dell’arruolamento era 0,5 anni. Due terzi dei partecipanti (66,7%) hanno riportato ≥1 riacutizzazione, con una media globale di 2,5 riacutizzazioni nei 12 mesi precedenti l’arruolamento. Tutti i partecipanti presentavano malformazioni dell’alluce e circa la metà aveva malformazioni del pollice. (abstract https://doi.org/10.1016/j.gim.2022.08.013 by ipsen.com)

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Istituto Risorgimento italiano, pubblicato un bando per tre borse di studio

Posted by fidest press agency su sabato, 10 settembre 2022

Roma.L’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, ubicato presso la prestigiosa sede del Vittoriano in Roma, ha pubblicato un bando di concorso per 3 borse di studio annuali dell’importo di € 15.000,00 per dottori di ricerca in discipline storiche, per lo svolgimento di ricerche nell’ambito della storia politica, culturale, istituzionale, sociale del Risorgimento e del “lungo Ottocento”. Le modalità e i criteri di ammissibilità per le domande sono consultabili sul sito dell’Istituto http://www.risorgimento.it. Il termine ultimo di presentazione delle stesse è il 22 settembre 2022 alle ore 12 al recapito mail pec segreteria.istrisorgimento@pec.it.Con questa iniziativa il Commissario straordinario dell’Istituto, Anna Maria Buzzi, coadiuvato dal Comitato scientifico, presieduto da Carmine Pinto, intende rilanciare le attività dell’Istituto con la volontà di dare un nuovo impulso agli studi sul Risorgimento italiano e avvicinare un pubblico quanto più vasto alle tematiche dell’Ottocento, soprattutto tra le nuove generazioni.

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Farmacia clinica, uno studio Sifac ripreso dalla Fip

Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 agosto 2022

L’International pharmaceutical federation (Fip) ha recentemente pubblicato un testo dal titolo “Empowering self-care: A handbook for pharmacists”. All’interno del saggio vengono affrontati diversi aspetti correlati al self-care ed alle modalità di approccio e gestione di alcuni disturbi minori comunemente trattati grazie al supporto clinico del farmacista. Tra le autorevoli fonti di riferimento anche lo studio condotto da Sifac, in collaborazione multidisciplinare con l’Istituto Humanitas di Milano e con autorevoli ricercatori di aziende ospedaliere universitarie, durante il periodo pandemico sull’adattamento professionale del farmacista. Oggi, anche il farmacista italiano può coniugare l’attività di erogazione del farmaco con quella di ricerca sullo stesso, che altro non sono che aspetti complementari, volti a sostenersi a vicenda per poter ottimizzare sempre più la pratica clinica», afferma Corrado Giua Marassi, presidente Sifac.La pandemia ha drasticamente modificato l’attività del farmacista contribuendo a tirar fuori un animo clinico, presente, ma privo dei giusti spazi di concreta espressione. La farmacia si è subito saputa riorganizzare riuscendo a fronteggiare efficacemente la gestione dell’emergenza sanitaria e creando nuove relazioni comunicative con il proprio paziente. Dall’osservazione di questo fenomeno è nato l’input per la realizzazione di un’indagine che ci ha restituito un’immagine chiara delle criticità affrontate dal farmacista e che ha fornito una quantificazione efficace del lavoro svolto durante questo periodo.Dalla ricerca, condotta su un campione di 169 farmacisti dislocati su tutto il territorio, è emerso come, durante il periodo pandemico, la farmacia sia risultata uno dei principali servizi essenziali sul territorio, riuscendo a svolgere con continuità un servizio di assistenza sanitaria forte e autorevole. Il farmacista è divenuto il referente principe nel supportare e confortare il paziente, nel monitoraggio dell’aderenza alle terapie, nella gestione dei disturbi minori e nell’aiutare il paziente ad acquisire nuove consapevolezze sulle scelte di salute.Tali aspetti, percepiti come necessariamente attuabili in un momento emergenziale, rappresentano tuttavia degli argomenti sui quali, da anni, i governi lavoravano per un miglioramento della governance sanitaria del territorio, sempre più orientata verso la razionalizzazione delle risorse e la funzionalizzazione dei processi e degli attori. In un periodo dove i presidi sanitari hanno faticato, la revisione delle criticità del sistema è divenuta un aspetto prioritario e l’esempio offerto dallo studio è risultato paradigmatico per l’analisi dei processi e delle criticità legati all’implementazione del self-care” conclude il presidente Sifac. By Paolo Levantino Farmacista clinico (fonte: Farmacista33)

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“Settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier”

Posted by fidest press agency su sabato, 20 agosto 2022

Nell’ambito della “settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier”, si e’ svolto a Cura di Vetralla (Vt) un incontro di studio dedicato al grande libro di Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985, pp. XIV + 296. Il volume raccoglie una serie di saggi del grande pensatore, educatore ed attivista nativo americano, saggi che costituiscono ad un tempo una documentazione delle straordinarie lotte dei nativi americani nei primi anni Settanta e una riflessione su di esse profonda e illuminante.Vine Deloria Jr. (1933-2005) e&#39! ; stato uno dei piu’ grandi e influenti intellettuali nativi americani del XX secolo: docente universitario, teologo, storico, politologo, saggista, attivista, promotore di rilevantissime iniziative culturali e per i diritti umani, autore di molti libri che sono stati decisivi per la coscientizzazione sulla cultura e sulla resistenza delle popolazioni native americane e per contrastare il genocidio, l’etnocidio e l’ecocidio di cui sono tuttora vittime da parte del potere razzista, colonialista, rapinatore e imperialista bianco.Tra le opere di Vine Deloria Jr. ricordiamo particolarmente il capolavoro “Custer e’ morto per i vostri peccati”, al quale abbiamo dedicato un incontro di studio mesi fa, unico dei suoi libri tradotto anche – e tempestivamente – in italiano (presso Jaca Book, Milano 1972, ed in seconda edizione nel 1977), un classico della saggistica novecentesca e profondo un appello che ancora ci convoca all’ascolto e all’impegn! o, al riconoscimento e alla solidarieta’, al sostegno dell! a lotta dei nativi americano in difesa dell’umanita’ intera e dell’intero mondo vivente.Tra le varie altre opere di Vine Deloria Jr., purtroppo tutte ancora non tradotte in italiano, segnaliamo particolarmente il classico “God is Red. A Native View of Religion” del 1973 (terza edizione del 2003), e per un accostamento insieme introduttivo e panoramico due rappresentative antologie di suoi scritti: “For this Land. Writing on Religion in America”, 1999, 2011, e “Spirit & Reason”, 1999 (quest’ultimo volume da’ conto dei vari campi di ricerca in cui Deloria ha dato contributi assai significativi; il libro e’ articolato in cinque parti dedicate rispettivamente a: Filosofia, Scienze umane, Educazione, Indiani, Religione).Il libro oggetto dell’incontro odierno, “Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence”, pubblicato nel 1974 nel vivo e nel cuore della fase piu’ alta! della Resistenza dei nativi americani contro la violenza onnicida del potere razzista bianco, e’ stato poi riedito nel 1985, e attende ancora una traduzione nella nostra lingua. Sarebbe una lettura preziosissima per la riflessione morale e civile odierna, qui come ovunque. Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo.

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Studio pilota per la prevenzione del carcinoma mammario e ovarico

Posted by fidest press agency su martedì, 28 giugno 2022

Rita Antonelli, dottoranda di ricerca in Medicina Molecolare del Centro Universitario di Odontoiatria del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, ha ricevuto il premio “miglior progetto in Medicina Personalizzata”. Il riconoscimento è stato ottenuto grazie al lavoro di ricerca presentato al Contest 2022 – Clinical Research and Innovation della XII edizione del Taobuk Festival di Taormina, coordinato dalla docente universitaria Carmen Mortellaro (UniCamillus Roma), da Giuseppe Ippolito, Direttore Generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità del Ministero della Salute e da Giovanni Migliore, Presidente della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere).Il progetto di ricerca premiato è uno studio pilota di nutri-epigenomica, il cui obiettivo finale è quello di valutare, attraverso dei biomarcatori salivari, se un programma nutrizionale personalizzato possa modulare l’espressione di variabili epigenetiche associate allo sviluppo tumorale e quindi modulare la penetranza di mutazioni germinali a carico dei geni BRCA1 e BRCA2. Le donne che ereditano la mutazione di uno di questi due geni sono predisposte a sviluppare un tumore alla mammella nel 55-60% dei casi e un tumore all’ovaio nel 16-59%. Attraverso questi studi sperimentali si spera di realizzare in un futuro un nuovo esame diagnostico salivare che possa prevedere l’insorgenza del carcinoma in modo personalizzato e riuscire, attraverso un corretto stile di vita, a diminuire la percentuale di sviluppo del carcinoma mammario e ovarico.Lo studio pilota è condotto dalla Breast Unit Interaziendale della provincia di Parma coordinata da Antonino Musolino, dal Salivary Research Group del Centro Universitario di Odontoiatria di Parma coordinato da Marco Meleti, dal Laboratorio di Tossicologia Industriale e metodiche analitiche avanzate con Paola Mozzoni, ed è finanziato dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt).Nella sezione “Medicina Orale” del Contest 2022 – Clinical Research and Innovation l’Università di Parma è stata presente con l’apprezzato contributo scientifico di Giulia Ghidini, Ilaria Giovannacci e Alessandra Dormiente del gruppo di Patologia – Chirurgia Orale e Laser Terapia, coordinato da Paolo Vescovi e del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, presieduto da Maddalena Manfredi.

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Cresce l’interesse per lo studio dell’italiano

Posted by fidest press agency su martedì, 10 Maggio 2022

L’inglese è la lingua straniera più studiata al mondo (28%), principalmente per motivi di lavoro (49,4%) e formazione (29,7%). Anche lo spagnolo conquista terreno (10%), trainato dagli Stati Uniti: il 24,7% degli studenti americani studia spagnolo, contro un 16,7% che si rivolge all’inglese*. È quanto emerge dal Report Linguistico 2021 realizzato da Preply, la piattaforma globale di apprendimento delle lingue che mette in contatto oltre 20.000 insegnanti con decine di migliaia di studenti in tutto il mondo.Sul podio delle lingue più studiate al mondo sale anche il francese (7%): nel 25% dei casi si studia per lavoro, sottolineando l’importanza che questa lingua continua ad avere nell’economia mondiale. Gli studenti di francese su Preply sono particolarmente numerosi nei Paesi che hanno legami storici con la Francia, come Algeria, Marocco e Canada, ma anche in Nigeria (dove il 22% degli studenti studia francese) data la vicinanza con paesi di lingua francese come Benin, Niger, Chad e Camerun. Il tedesco è la quarta lingua in classifica, mentre l’Italiano conquista il quinto posto tra le lingue più popolari su Preply: viene studiata non solo per motivi d’affari, ma anche per conoscere più da vicino la cultura del Paese. A trainare l’interesse per l’apprendimento della lingua del sì, analizza Preply, è anche la vittoria italiana all’ultimo Eurovision: in vista della prossima edizione, che si svolgerà a Torino dal 10 al 14 maggio, negli ultimi mesi si è registrato un picco di utenti alla ricerca di lezioni di lingua italiana. Gli studenti di italiano su Preply vengono soprattutto dagli USA, dall’Italia stessa e poi da UK, Germania e Polonia. Accanto all’italiano spicca infine l’arabo, la lingua più diffusa in gran parte del Nord Africa e del Medio Oriente.Alla lingua da imparare si affianca la scelta dell’insegnante da cui farsi seguire: secondo il Report Linguistico 2021 di Preply, prezzo, esperienza, personalità sono i criteri più importanti.Secondo l’indagine, infatti, il 34-59% dei rispondenti è alla ricerca di un insegnante alla portata delle proprie tasche, mentre il 42% degli studenti si rivolge soprattutto ad insegnanti con esperienza. La personalità è un fattore decisivo per il 28-40% degli intervistati: gentilezza, pazienza e simpatia sono alcune delle qualità più ricercate.Grande attenzione poi alla provenienza dell’insegnante. Un quinto degli studenti lo preferisce madrelingua della lingua che intende studiare e per il 19% è interessante valutare anche la località del docente, che si rivela fondamentale per chi intende imparare una particolare variante linguistica: ad esempio, chi studia portoghese brasiliano preferisce trovare un insegnante a San Paolo, piuttosto che a Lisbona.Lo stile e il metodo di insegnamento sono da tenere in considerazione per l’11% degli intervistati, mentre nel 10% dei casi gli studenti cercano un insegnante che abbia seguito un particolare percorso di studi o ottenuto certificazioni specifiche. Particolarmente apprezzata dagli studenti Preply è inoltre la flessibilità, ovvero poter prenotare le lezioni in qualsiasi momento del giorno e della notte, accordandosi direttamente con gli insegnanti.

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Incontro: Il diritto allo studio in carcere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 aprile 2022

’Università di Parma 12 maggio 2022. All’incontro, che si svolgerà dalle 13 alle 15, parteciperanno Franco Prina, Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli penitenziari (l’organismo della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane dedicato allo studio in carcere), Vincenza Pellegrino, Delegata del Rettore ai rapporti con gli Istituti penitenziari di Parma, Francesca Vianello ed Elton Kalika dell’Università di Padova. L’appuntamento chiuderà la rassegna Tra diritto e società. La questione penitenziaria, un ciclo di sei seminari interdisciplinari su tematiche carcerarie promossi dal Dipartimento di Giurisprudenza, Studî politici e internazionali dell’Università di Parma. Gli incontri sono ideati e organizzati da Fabio Cassibba e Chiara Scivoletto, docenti rispettivamente di Diritto penitenziario e di Criminologia in Ateneo.

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Studio del CREA Politiche e Bioeconomia sulla base dei dati della Rica

Posted by fidest press agency su domenica, 27 marzo 2022

Per le 6 voci di costo considerate: fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi/piantine, fitosanitari, noleggi passivi, l’impatto medio aziendale è di oltre 15.700 euro di aumento, ma con forti differenze, tra i settori produttivi e a seconda della localizzazione geografica.Ad essere più penalizzati, con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti (tra il 65 e il 70%), sono i seminativi, la cerealicoltura e l’ortofloricoltura per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei fertilizzanti, seguiti dai bovini da latte (+57%). Più contenuti, invece, gli aumenti per le colture arboree agrarie e per la zootecnia estensiva. A livello medio nazionale l’aumento dei costi si attesterebbe al +54% con effetti molto rilevanti sulla sostenibilità economica delle aziende agricole, in modo particolare per le aziende marginali.In termini assoluti le aziende italiane potrebbero subire incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro, che sfiorano i 99.000 euro nelle aziende che allevano granivori.In definitiva, l’attuale crisi internazionale congiunturale può determinare in un’azienda agricola su dieci (il valore medio nazionale è pari all’11%) l’incapacità di far fronte alle spese dirette necessarie a realizzare un processo produttivo, estromettendole di fatto dal circuito. Tale percentuale era prima della crisi del tutto irrilevante, pari all’1% delle aziende RICA. Nello scenario ipotizzato in questo lavoro si stima che il 30% delle aziende su base nazionale possa avere reddito netto negativo, rispetto al 7% registrato prima dell’attuale crisi, sempre con una rilevante variabilità territoriale e di specializzazione produttiva.

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Covid-19, quanto durano gli anticorpi nei guariti e negli asintomatici. Uno studio fa il punto

Posted by fidest press agency su lunedì, 14 febbraio 2022

La gran parte delle persone che si sono ammalate di Covid-19, specie se in forma grave, possiede anticorpi neutralizzanti contro il coronavirus per almeno 16 mesi. È quanto emerge da uno studio della Southern University of Science and Technology di Shenzhen pubblicato su Nature Microbiology. Comprendere quale sia la durata della protezione acquisita dopo l’incontro con il virus SARS-CoV-2 è uno dei quesiti che più ha appassionato la ricerca fin dall’inizio della pandemia. «È stato dimostrato che i coronavirus umani stagionali inducono risposte anticorpali di breve durata e la reinfezione con lo stesso coronavirus stagionale si verifica frequentemente nei 12 mesi dopo l’infezione. Tuttavia, i due coronavirus che causano malattie gravi negli esseri umani (il SARS-CoV e il MERS-CoV) inducono risposte anticorpali più forti e che durano fino a 3 anni», spiegano i ricercatori. Nel caso di SARS-CoV-2 ancora non esistono dati definitivi. La nuova ricerca ha preso in considerazione 214 pazienti seguiti per quasi 16 mesi. 51 di essi avevano avuto un’infezione severa, 134 una lieve e 29 erano stati completante asintomatici. Studiando l’andamento degli anticorpi neutralizzanti (soprattutto di quelli IgG diretti contro la porzione RBD della proteina Spike) i ricercatori hanno scoperto che la risposta immunitaria raggiunge un picco dopo circa tre mesi dall’infezione; successivamente comincia un calo lento seguito da una stabilizzazione a un livello di anticorpi considerato comunque protettivo. Questi livelli si erano mantenuti fino all’ultimo test eseguito sui volontari a 480 giorni da quando avevano contratto l’infezione. Non tutti i pazienti presentavano però la stessa risposta immunitaria: i ricercatori hanno scoperto che dopo 1 anno il 14% di quanti avevano avuto una infezione lieve e il 50% di chi aveva avuto un’infezione asintomatica non avevano livelli rilevabili di anticorpi neutralizzanti. Lo studio ha mostrato inoltre un calo dell’efficacia degli anticorpi contro le varianti Beta, Delta e Mu. Mentre non ha fornito dati sulla variante Omicron. (fonte: Doctor33)

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L’ultimo studio sull’emigrazione italiana in Svizzera

Posted by fidest press agency su martedì, 21 dicembre 2021

Dalla fine dell’Ottocento ad oggi si sono diretti nella Confederazione 5 milioni di italiani. I flussi furono particolarmente elevati dopo la Seconda guerra mondiale. Nel decennio 1946-55 si trattò del 26% degli espatri totali e di quasi il 50% degli espatri in Europa. Nel decennio 1966-64 circa un terzo sugli espatri totali e il 40% sugli espatri continentali riguardarono la Confederazione. Poi il ruolo di primo Paese di arrivo degli italiani passò alla Germania, pur continuando a rimanere la Svizzera una delle principali destinazioni della nuova emigrazione. Fino al 1964, anno della firma del secondo accordo bilaterale sul collocamento della manodopera, la situazione degli italiani fu segnata da una estrema precarietà e da un cumulo di restrizioni. Gli italiani erano considerati non solo stranieri ma anche “estranei” per effetto di una storica “anti-italianità”, già evidenziata, fin dall’inizio dei flussi, dalle rivolte popolari contro gli italiani, scoppiate a Berna e a Zurigo (rispettivamente nel 1893 e nel 1896). L’accordo costituì la base per dare inizio all’inserimento stabile degli italiani, facilitando l’arrivo dei loro familiari. Ma il cammino fu tutt’altro che facile e fu anche messo in forse dal referendum promosso da Schwarzennbach nel 1970, che esprimeva la ricorrente paura degli svizzeri di essere sopraffatti dagli stranieri (il cosiddetto “inforestieramento”). Questa paura si è manifestata ancora una volta nel 2014, anno in cui un altro referendum (questa volta convalidato dai votanti) intese ridurre rigidamente l’afflusso degli immigrati. Rimane sempre lo stesso il dilemma di fondo: da un lato, lo straordinario benessere svizzero non sarebbe stato possibile senza una elevata presenza straniera; dall’altro, questa presenza è vista socialmente come un disturbo dagli autoctoni. In tale contesto fu di grande aiuto l’associazionismo: dalle Missioni cattoliche italiane alle Acli, dalle Colonie libere ai Patronati e ad altre forme associative. La condizione degli italiani era destinata a migliorare ulteriormente perché la tutela assicurata dalla contrattazione bilaterale (avviata dall’esule e poi ambasciatore a Berna) fu completata dall’adesione della Svizzera alla normativa Ue sulla ibera circolazione, un istituto giuridico che, entrato in vigore nel 1968 e poi successivamente perfezionato, ha restituito dignità anche ai lavoratori italiani. L’attuale collettività italiana in Svizzera conta 660.000 membri, dei quali circa un terzo possiede la doppia cittadinanza. Vanno menzionati anche i 60.000 frontalieri, che con il loro lavoro sostengono l’economia del Canton Ticino e in parte del Canton Grigioni. La ricerca promossa da IDOS fa anche il punto sulla politica migratoria svizzera, nata sotto il segno della precarietà con la prima legge sull’immigrazione degli anni ’30 e rimasta tale anche nel dopoguerra. La prima deroga a tale impostazione fu proprio l’accordo italo-svizzero del 1964. Anche dopo le aperture a una presenza straniera stabile, ai politici non sfuggì la radicale divisione dei cittadini su questo tema ed ebbe così inizio la strategia della gradualità. Rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, quelli latinoamericani o, in Europa, la Francia, i percorsi di integrazione in Svizzera si sono dischiusi dopo gli anni ’60. Secondo gli autori della ricerca, sarà il futuro a mostrare in quale misura la presenza italiana, ampliando gli spazi di protagonismo, riuscirà a fondersi con la peculiarità svizzera. Michele Schiavone evidenzia come questo processo sia già in atto, poiché gli italiani sono sempre più presenti in campo parlamentare (federale e cantonale), amministrativo, professionale e imprenditoriale, il che lascia ben sperare.

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211 borse di studio agli studenti del Lazio per un totale di € 25.115 di sussidi erogati

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 dicembre 2021

Anche per quest’anno la Mutua sanitaria Cesare Pozzo conferma il suo sostegno allo studio assegnando 211 borse di studio agli studenti del Lazio per un totale di € 25.115 di sussidi erogati.Un impegno, quello della Mutua, messo in atto a livello nazionale. Nel 2021 in tutta Italia sono stati premiati 1.966 studenti per un totale di 258.000 euro di sussidi assegnati.A ricevere il premio sono stati gli studenti più meritevoli delle scuole primarie, secondarie di primo grado, secondarie di secondo grado, delle università di primo livello, specialistiche, di università estere e di altri percorsi di studio.

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