Il dimensionamento scolastico colpisce ancora: il ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato alla Conferenza delle Regioni l’esigenza di trovare un’intesa entro la prossima primavera su quali scuole accorpare e dove tagliare quindi centinaia di posti come dirigente scolastico, direttore dei servizi generali e amministrativi, ma anche come collaboratore scolastico. In caso contrario, se non si dovesse raggiungere l’intesa, decideranno direttamente da viale Trastevere entro giugno 2023. Una delle situazioni più preoccupanti è quella della Campania: riferisce oggi Il Mattino che si prevedono 146 accorpamenti di istituti, quindi il taglio di 292 presidi e Dsga, ma anche di ben 500 collaboratori scolastici. “Le fusioni – scrive la stampa specializzata – sono concentrate nel Mezzogiorno (70% del totale) a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più frammentata”.Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “invece di prendere al volo l’occasione d’oro della diminuzione del tesso di denatalità e abbinarvi il sostegno dei miliardi del Pnrr alla scuola, si sta procedendo in direzione opposta. Non si possono tagliare le scuole autonome e le unità di personale che vi lavorano, ma occorre sdoppiare le classi, ridurre il numero alunni per classe, aumentare gli organici di insegnanti e Ata, a cominciare dall’organico aggiuntivo che abbiamo avuto nell’ultimo biennio e che è venuto meno nel periodo del massimo bisogno, quale è quello del Pnrr che sta portando progetti e masse di lavoro nei nostri istituti scolastici senza precedenti.” “Chi organizzerà i progetti europei, chi predisporrà i bandi per gestire centinaia di milioni di euro assegnati ad ogni scuola per combattere l’abbandono precoce degli studi, per digitalizzare le scuole e metterle in sicurezza? Sul personale Ata, poi, stiamo rasentando la follia: abbiamo cancellato più di 50 mila posti negli ultimi dieci anni, mentre il lavoro con l’autonomia nelle segreterie e nei locali scolastici è triplicato. Come si può garantire un servizio di qualità in queste condizioni?”, conclude Pacifico.
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Scuola: Tagli, dopo presidi e Dsga tocca ai collaboratori scolastici: 700 in meno, 147 solo in Campania
Posted by fidest press agency su giovedì, 2 febbraio 2023
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Dirigenti scolastici: Legge di bilancio, nuovi tagli
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 dicembre 2022
Marcello Pacifico, Presidente Udir, ha nuovamente detto no ai tagli della legge di bilancio: il leader del giovane sindacato che tutela i dirigenti scolastici, ai microfoni dell’agenzia Italia stampa, ha detto che “la norma non aiuta la scuola dell’autonomia”. Infatti, la nuova bozza della manovra 2023, predisposta dal Governo Meloni, all’articolo 99 del testo provvisorio sacrifica centinaia di presidenze e di posti da direttore amministrativo per aumentare il Fondo unico nazionale e pagare le reggenze. Udir, il giovane sindacato dei dirigenti scolastici, reputa ciò inaccettabile. Secondo Pacifico, “per valorizzare dirigenti e direttori servono risorse aggiuntive e non riduzione del personale. Pensare che reggere 4 o 20 sedi o plessi scolastici sia la stessa cosa, con plessi spesso a decine di chilometri di distanza, significa non conoscere il lavoro svolto con dignità e difficoltà da chi dirige le nostre scuole, né la complessità della gestione amministrativa, al tempo del PNRR”.
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Prorogato al 5 ottobre il taglio delle accise sui carburanti
Posted by fidest press agency su martedì, 6 settembre 2022
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato il Decreto Interministeriale che proroga fino al 5 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti.”Bene, ma troppo poco! L’estensione dal 20 settembre al 5 ottobre del taglio delle accise, appena 15 giorni, è un topolino che viene mangiato dal gatto. Ci rendiamo conto che il Governo è in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ma, essendo le elezioni il 25 settembre, per i primi di ottobre non avremo certo in carica un nuovo Esecutivo, considerato il timing previsto dall’articolo 61 della Costituzione, quindi tanto valeva prorogare la misura almeno fino a fine ottobre” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Quanto alla conferma del precedente taglio, bisognava almeno attendere la riunione dei Paesi Opec+, prevista per il 5 settembre, per capire se poteva bastare una riduzione delle accise di 25 cent. Da quando a luglio si è alzata la produzione di petrolio, il prezzo della benzina è sceso di oltre 31 cent al litro, con un ribasso del 15,1%, pari a 15 euro e 63 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio è diminuito di oltre 22 cent al litro, con una riduzione dell’11,1%, pari a 11 euro e 26 cent a rifornimento. Insomma, se venisse ancora incrementata la produzione, 25 cent potrebbero anche bastare, altrimenti sarebbe una misura del tutto inadeguata” conclude Dona.
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Agrofarmaci: Cia, tagli Ue poco realistici. Mancano alternative efficaci
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 giugno 2022
La sostenibilità ambientale non metta in crisi la sostenibilità economica degli agricoltori, impegnati nella produzione di cibo di alta qualità per contribuire alla sicurezza alimentare del Paese. E’ questo il commento di Cia-Agricoltori Italiani dopo la revisione della direttiva Ue sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, che mira a ridurne l’uso del 50% entro il 2030 basandosi sulla strategia “From Farm to Fork”, in assenza di uno studio sul suo impatto globale sull’agricoltura. Secondo Cia, l’ambizione dei contenuti proposti contrasta con una tempistica di transizione troppo veloce e non dà risposte adeguate sulle strategie alternative ai prodotti chimici per la protezione delle piante. Cia chiede, dunque, di accelerare gli iter autorizzativi dei prodotti alternativi agli agrofarmaci, che ancora scontano eccessive lentezze burocratiche.Cia ricorda, inoltre, il forte stress del nostro sistema agroalimentare in un momento di grave crisi geopolitica, in cui gli agricoltori sono anche alle prese con gli effetti drammatici del climate change. E’ importante che la Commissione Ue abbia come obiettivo prioritario la resilienza del settore agricolo e allo stesso tempo imponga un principio di reciprocità sulle regole fitosanitarie ai Paesi terzi, per evitare dumping commerciali e garantire trasparenza al consumatore. Cia sostiene, da sempre, l’obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come testimoniato dal progetto con Ibma mirato ad ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture. L’obiettivo è di costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo, che risponda in maniera incisiva agli obiettivi di sostenibilità richiesti dal Green Deal. Nel chiedere, infine, a Bruxelles un maggior sostegno all’innovazione, Cia ribadisce l’importanza di arrivare presto a una proposta legislativa sulle nuove tecniche genomiche, finalizzate alla maggiore resistenza ai parassiti e agli effetti del climate change.
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Impedire ulteriori tagli alla Pac
Posted by fidest press agency su sabato, 14 dicembre 2019
Ci auguriamo che l’impegno preso dal neo commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski per impedire ulteriori tagli alla Pac si trasformi in realtà – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Nel suo primo discorso ufficiale, Wojciechowski ha illustrato le prospettive dell’agricoltura europea, difendendo l’attuale proposta di bilancio della nuova Pac e citando un piano per l’agricoltura biologica finalizzato a “ridurre i costi di produzione, così da rendere accessibili i prodotti bio a tutti i consumatori”.Se la riduzione del bilancio della futura Pac non aiuta certo la realizzazione di un green new deal in agricoltura, le parole del commissario permettono per lo meno di comprendere cosa potremo aspettarci dalla politica agricola europea nel prossimo settennato – spiega Tiso.
Wojciechowski ha inoltre preannunciato la presentazione di “raccomandazioni sui fondi Pac per evitare le frodi e i conflitti di interesse”, aggiungendo che le zone rurali dell’Ue non potranno dipendere solo dal sostegno della Pac, ma dovranno avere migliore accesso ai fondi di coesione. Mettere al centro l’agricoltura biologica e rispettosa degli ecosistemi sarà essenziale, ma altrettanto importante sarà la distribuzione dei fondi, che per troppo tempo ha privilegiato la grandi multinazionali perdendo di vista i piccoli e medi agricoltori. Sarà inoltre indispensabile rendere protagonisti i più giovani, perché senza ricambio generazionale la nostra agricoltura non ha futuro.
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Castelli: “Tagli indiscriminati agli enti locali hanno colpito servizi ai cittadini”
Posted by fidest press agency su sabato, 9 novembre 2019
Roma – “Negli anni gli enti locali hanno subito troppi tagli indiscriminati, se questo non fosse avvenuto oggi parleremmo di fabbisogni standard con un’ottica diversa.Vanno fatte scelte politiche coraggiose, mettendo risorse a disposizione degli enti locali, un processo su cui stiamo lavorando, e che ha dato i primi frutti.Dallo studio di OpenPolis – Report, però, emerge chiaramente che servirebbero 1,6 miliardi di risorse aggiuntive per garantire livelli standard di servizi, indipendentemente dalla residenza del cittadino. Politicamente dobbiamo intervenire su questo, per evitare disuguaglianze. Tuttavia lavorare sulla perequazione del Fondo di solidarietà comunale è necessario per riequilibrare nell’immediato i livelli dei servizi, per questo nel Decreto Fiscale abbiamo previsto gli incrementi delle percentuali perequative, tanto da superare alcune storture, tra le più emblematiche, per alcuni Comuni di Campania, Puglia e Calabria.Nei mesi scorsi, ad esempio, sono intervenuta sugli asili nido, per fare in modo che i Comuni che avevano un livello di fabbisogno pari allo 0 non lo avessero più, lo abbiamo fatto riequilibrando una serie di dati e stabilendo un livello massimo di fabbisogno. Un lavoro proseguito in Legge di Bilancio con lo stanziamento di un fondo apposito per la ristrutturazione o la costruzione di asili nido.Sui Comuni, e con i Comuni, stiamo lavorando molto. Lo dimostra la cosiddetta norma “Spagna” o “Fraccaro”, che rifinanziamo in modo strutturale per i prossimi 5 anni, ed i 33 miliardi di investimenti sugli enti territoriali fini al 2034. Abbiamo iniziato anche a lavorare sulla perequazione degli investimenti, le aziende partecipate di Stato, in modo programmato, hanno progettato investimenti in alcune zone del Paese per arrivare ad una distribuzione più equa”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, alla presentazione del rapporto “Il calcolo disuguale. La distribuzione delle risorse ai comuni per i servizi” di Openpolis – Report.
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Tagli contributo Fus al teatro di Roma
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 luglio 2019
Il Teatro di Roma – Teatro Nazionale subisce un taglio di oltre 120mila euro nell’assegnazione dei contributi del FUS per l’anno 2019, notificati in data 12 luglio c.a. dalla Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.L’applicazione dell’attuale sistema di riparto dei trasferimenti statali assegna al Teatro di Roma un contributo di € 1.792.792, registrando una decurtazione di € 122.162 rispetto all’anno precedente. Così iI Teatro di Roma, nella categoria dei teatri nazionali, è risultato tra i più penalizzati con un taglio del 6,4% che va ad aggiungersi al precedente taglio di €31.000 subito nel 2018: in soli due anni il contributo si è pertanto ridotto da €1.945.000 a €1.792.792.Nonostante una valutazione complessiva che colloca il Teatro di Roma al terzo posto tra i Teatri Nazionali con 86,01 punti su 100, i criteri di riparto dei fondi FUS hanno decretato la riduzione delle risorse proprio in un momento nel quale si è impegnati nel rinnovamento delle storiche sale gestite (Argentina e India) e nel rilancio delle sale periferiche della capitale (i c.d. Teatri in Comune: Torlonia, Lido di Ostia, Silvano Toti Globe Theatre), affidate al Teatro di Roma dall’amministrazione capitolina circa due anni fa.È amara la constatazione del presidente Emanuele Bevilacqua, del direttore Giorgio Barberio Corsetti e della consulente artistica per Teatro India Francesca Corona, che denunciano il meccanismo perverso della ripartizione delle risorse del FUS: un riparto dei finanziamenti che dovrebbe riconoscere l’eccellenza qualitativa e quantitativa, incentivando il confronto e la cooperazione tra i Teatri Nazionali sul criterio meritocratico, ma che, al contrario, genera logiche competitive basate su valutazioni alterate, tanto da vedere attribuito a soggetti con punteggi inferiori un aumento dei contributi. Se da una parte il sistema richiede di incentivare sinergie produttive e di collaborazione tra Teatri Nazionali, dall’altra parte produce un meccanismo competitivo palesemente inefficace e distorto. I difetti del meccanismo sono stati più volte segnalati al Ministero che pur riconoscendo i chiari limiti del sistema non vi ha messo mano fino ad ora.Questo ennesimo taglio pesa sul Teatro di Roma che di fatto si colloca al centro del panorama teatrale nazionale, rivestendo un ruolo cruciale nella vita culturale e identitaria del Paese, e posizionandosi come imprescindibile istituzione produttiva e realtà di accoglienza e sostegno per artisti e stabili italiani e stranieri. Aspettiamo un confronto su questa situazione con gli organismi di categoria.
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No ai tagli alla Politica Agricola Comune
Posted by fidest press agency su sabato, 6 luglio 2019
“Vanno respinte le proposte di tagli alla Politica Agricola Comune, ma vanno anche discussi i criteri con cui saranno attribuite le risorse”: lo ha affermato il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Filippo Gallinella, intervenuto alla seconda giornata dell’Assemblea ANBI, a Roma. “La tutela e gestione delle risorse idriche, così come la conservazione della fertilità organica dei suoli devono essere priorità; il tutto in un’ottica di sostenibilità, che può diventare anche driver economico per il nostro Paese” ha concluso Gallinella.
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Giustizia allo sfascio
Posted by fidest press agency su sabato, 18 Maggio 2019
Un’aria da incubo quella che si respira nei palazzi di giustizia italiani. Oltre agli uffici giudiziari semivuoti a causa della cronica carenza di personale, alle migliaia di fascicoli accantonati nelle cancellerie perché manca il personale per mettere in esecuzione i provvedimenti dei giudici, ci sono seri problemi per quanto riguarda le strutture giudiziarie.Un degrado strutturale che discende da anni di tagli sulla pubblica amministrazione che impediscono la manutenzione ordinaria e periodica, nonché la programmazione di interventi migliorativi sulle strutture.A questo si aggiunga che dal 2015 la responsabilità della manutenzione degli edifici giudiziari è passata dai Comuni in capo all’amministrazione giudiziaria.Peccato che a tutt’oggi manchi il personale qualificato, come ingegneri, architetti, geometri per fare fronte alle esigenze e alle emergenze della manutenzione.Per avere un quadro della drammaticità della situazione citiamo solo alcuni degli ultimi avvenimenti:
al tribunale di Roma che non è solo il più grande d’Europa ma anche il più martoriato, dopo l’amianto, i cedimenti dei soffitti, la presenza di topi, gli ascensori che si guastano in continuazione, ora è arrivata anche la legionella, con grave rischio di salute per gli operatori della Giustizia e per tutti coloro che frequentano i luoghi;
il palazzo di giustizia di Paola, a seguito di un black out, è completamente al buio da oltre tre giorni e ancora non si è trovata una soluzione;
il palazzo di giustizia di Bari dopo i cedimenti strutturali e le assicurazioni che entro novembre 2018 il problema sarebbe stato risolto, ancora non funziona a pieno;
gli uffici giudiziari di Siena, Treviso, Bari, Sassari, S. Maria C.V. e tanti altri, hanno ancora impianti di climatizzazione inefficienti se non addirittura inesistenti, con temperature da forno in estate e da gelo in inverno;
il palazzo di giustizia di S. Maria Capua Vetere non garantisce l’incolumità delle persone nel caso dovesse verificarsi un evento sismico.
Cosa dire poi delle inchieste che riguardano Gela, i crolli a Marsala, l’incidente di Milano occorso ad un avvocato, le cabine di alcuni ascensori della Cassazione precipitate, il certificato di prevenzione incendi e agibilità mancante in alcuni uffici?
È uno scenario di degrado e di abbandono degli edifici giudiziari ormai sotto gli occhi di tutti. Tranne di chi non vuole proprio vedere.
La USB P.I. – Giustizia da anni insiste con l’amministrazione affinché si doti di un piano di manutenzione capace di mettere in sicurezza tutti i palazzi di giustizia e di salvaguardare la salubrità dei lavoratori.Per fare ciò occorrono nuovi investimenti per potenziare la Direzione generale Risorse e Tecnologie del DOG, con a capo un esperto che abbia le competenze necessarie per governare la sicurezza degli uffici nonché assumere le figure qualificate da inviare negli uffici periferici.
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Manovra: Tagli alla scuola
Posted by fidest press agency su martedì, 9 ottobre 2018
Servirebbero almeno 4 miliardi solo per salvaguardare gli attuali stipendi dal prossimo anno in discesa dello 0,4%. La mancata promessa è così evidente che ora anche gli altri sindacati, dopo avere apposto la firma per disdire il rinnovo automatico del CCNL firmato lo scorso aprile, concordano con Anief sulla necessità di reperire le risorse per ottemperare a quell’errore di considerare gli aumenti del 2018 perequativi, solo un bonus a termine, piuttosto che strutturali nelle buste paga di 1,3 milioni di docenti e Ata. Inoltra, nella manovra permane il rebus sull’identità di vacanza contrattuale che per legge dovrebbe garantire aumenti di 105 euro in media mensili se si considera il 50% del tasso IPCA all’1,4 previsto per il 2019 dal Governo: una manovra che da sola esige lo stanziamento di altri quasi 2 miliardi. Secondo Marcello Pacifico con questa legge di stabilità si sta riuscendo nella non facile impresa di fare peggio dell’ultima: qualora i tagli venissero confermati, il nostro sindacato si dichiara già ora pronto a ricorrere al tribunale.
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No ai tagli alla sanità pubblica
Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 febbraio 2018
“Nell’ultimo decennio la capacità assistenziale del nostro Servizio Sanitario Nazionale si è ridotta dal 92% a meno dell’80%, e questo significa che è diminuito significativamente il finanziamento pubblico per la Sanità. La conseguenza semplice è che nel 2016 oltre 11 milioni di Italiani hanno rinunciato alle cure almeno una volta, non solo per il reddito ma anche per l’allungarsi continuo delle liste di attesa secondario ai tagli insensati fatti. La popolazione aumenta, gli anziani aumentano e sono coloro che hanno più probabilità di stare male ed allo stesso tempo con minori possibilità economiche in un sistema sanitario pubblico che ha tagliato 25 miliardi di euro dal 2012 ad oggi. Tagliare significare eliminare direttamente ed indirettamente prestazioni e servizi. Oggi la spesa pro-capite è di circa 500 euro, ma è stimato un raddoppio in 10 anni. D’altro canto chi ha la possibilità si rivolge al privato che spesso fa in modo di avere costi inferiori ai rimborsi standard che il sistema sanitario gli offre per le prestazione erogate. Ed in questa maniera aumenta la spesa della famiglia. È quindi semplicemente assurdo pensare ad una riduzione con tagli della spesa sanitaria, quando invece dovrebbe essere razionalizzata ed aumentata per andare incontro ai cittadini malati. Razionalizzare ed investire sono la via da seguire. Gli sprechi esistono sicuramente ma certo non si risolvono con i tagli lineari o con la riduzione del personale”. Lo scrive su Facebook Pierpaolo Sileri, candidato al Senato al Collegio uninominale Roma 4 del Lazio.
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Clima: tagli più ampi alle emissioni di CO2 e finanziamenti per l’innovazione a basse emissioni
Posted by fidest press agency su domenica, 4 febbraio 2018
Strasburgo 5-8 febbraio 2018, sessione plenaria parlamento europeo. Nuove regole UE per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso il Sistema UE di scambio delle quote di emissione (ETS) saranno sottoposte a votazione finale martedì. Il progetto di legge, sul quale c’è già un accordo informale con i ministri dell’UE, prevede che la quantità totale di emissioni che le imprese UE possono produrre, messe all’asta ogni anno nel sistema ETS, sia ridotta più rapidamente. Inoltre, la capacità della riserva di stabilità del mercato ETS verrebbe raddoppiata con lo scopo di eliminare le quote di emissioni in eccesso e quindi di non far crollarne il prezzo.Per promuovere l’innovazione a basse emissioni di carbonio, la legge istituirebbe un “fondo di modernizzazione” per contribuire a migliorare i sistemi energetici degli Stati membri a basso reddito e un “fondo di innovazione” per sostenere le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e i progetti sull’innovazione a basse emissioni.Il sistema ETS dell’UE introduce una soglia massima alla quantità totale di gas a effetto serra che può essere emessa dai settori interessati dal sistema. All’interno di tale soglia, le imprese UE ricevono o acquistano “quote di emissioni” (ovvero permessi di emissione di CO2) che possono, se necessario, scambiare tra loro.La Commissione ha pubblicato il 15 luglio 2015 la sua proposta relativa alla fase IV dell’ETS. La proposta mira a conseguire l’obiettivo “minimo” UE di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% per il 2030, proteggendo allo stesso tempo l’industria europea dal rischio di “rilocalizzazione” (ovvero lo spostamento delle industrie inquinanti in Paesi terzi con limiti meno rigorosi) e promuovendo l’innovazione e la modernizzazione dell’industria e del settore energetico dell’UE nel corso dei dieci anni successivi al 2020.
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Tempo Scuola: nuovi tagli
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 agosto 2017
Licei brevi: si parte dal 2018/2019. Ma dal primo al 30 settembre prossimi gli istituti che vorranno testare il percorso di scuola superiore corto potranno presentare i progetti; la ministra ha firmato il Piano nazionale di sperimentazione. Dopo la partenza nel 2014, il progetto era stato accantonato dall’ex ministra Stefania Giannini, che lo aveva ripreso solo nella scorsa estate. Adesso si dà il via libera, ma non si può fare a meno di discutere circa l’effettiva efficacia di questo cambiamento che molte scuole italiane si apprestano a vivere.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il Ministro, piuttosto che ripristinare l’obbligo scolastico a 18 anni come aveva previsto Berlinguer, intende ridurre di un anno il percorso facoltativo per licenziare gli studenti alla maggiore età. Ma bastava anticipare di un anno l’ingresso, oggi a 6 anni, per ottenere lo stesso risultato, senza sottrare nuove ore di studio e di apprendimento già falcidiate con la riduzione dell’orario; salterebbero altre 35mila cattedre nelle secondaria di secondo grado. Non si dà seguito alle nostre proposte: il Governo farebbe bene a riflettere come contrastare la lotta alla dispersione e all’abbandono scolastico che non si combatte con l’abbattere il tempo scuola.
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Manovra economica e tagli ministeriali
Posted by fidest press agency su sabato, 5 agosto 2017
“Il governo e il ministro Padoan tirino fuori il Dpcm sui ‘tagli’ ai ministeri”. Lo afferma, in una nota, Rocco Palese, deputato di Forza Italia. “Il decreto della presidenza del Consiglio attuativo della manovrina di primavera, quella che l’Europa ha imposto al governo, nonostante sia stato approvato il 28 giugno scorso non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Non si sa che fine abbia fatto. E indiscrezioni di stampa ci raccontano che i ministeri che rischierebbero di più sarebbero quelli dell’istruzione e del lavoro. Insomma – conclude -, il solito gioco delle tre carte del governo e della sinistra. Prima hanno distribuito mance e mancette, adesso sono costretti a ridurre capitoli di spesa in ministeri fondamentali. L’ennesimo imbroglio”.
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Rai: Tagli agli stipendi dei collaboratori a vantaggio dei dirigenti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2017
Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha presentato un’interrogazione al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, in merito alla politica adottata dalla Rai in riferimento agli evidenti tagli degli stipendi dei lavoratori e collaboratori a vantaggio dei dirigenti.“La Rai, in quanto Società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo – scrive il capogruppo azzurro a Montecitorio –, ha l’obbligo di comunicare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Funzione Pubblica e al Ministero dell’Economia e delle Finanze il costo annuo del personale comunque utilizzato, con riferimento ai singoli rapporti di lavoro dipendente o autonomo. Gli ultimi dati disponibili relativi all’anno 2014, resi noti in un rapporto del Mef, mostrano come rispetto all’anno precedente il numero dei dipendenti Rai, a diverso titolo, sia aumentato da 21.723 a 22.822 unità. Da una attenta lettura dei dati si evince facilmente che le assunzioni hanno riguardato in particolar modo i livelli più alti della struttura della tv di Stato, mentre, dove c’è stato un risparmio è stato proprio sui livelli più bassi, in particolar modo sui lavoratori a tempo determinato e sui collaboratori.La riduzione più significativa del personale, negli anni 2013-2014, ha riguardato i contratti a tempo determinato, passati da 1.360 a 1.061 unità, mentre le categorie che hanno conosciuto un aumento sono state principalmente quelle dei giornalisti non dirigenti con contratto a tempo indeterminato (1.278 da 1.313), dei dirigenti giornalisti (305 da 303), e dei dirigenti (264 da 262). In merito alle retribuzioni, nel 2014, si è registrato un aumento dei dirigenti che hanno percepito una retribuzione tra 240.000 e 310.000 euro, mentre tre super dirigenti percepivano una retribuzione superiore a 310 mila euro. A guadagnare sempre meno sono stati soprattutto i collaboratori, tanto che, seppur dal 2013 al 2014, i contratti per questa categoria siano aumentati di 988 unità c’è stato un risparmio di ben 9.260,131 euro. A fronte delle cifre appena riportate, tra i collaboratori con contratto di lavoro autonomo e a progetto, gli unici a crescere sono stati quelli con stipendi bassissimi, inferiori a 10.000 euro”.Il presidente Brunetta chiede di sapere “se i vertici Rai non intendano chiarire e confermare con urgenza quanto riportato e se non ritengano opportuno fornire chiarimenti in merito alla politica aziendale adottata in riferimento agli evidenti tagli degli stipendi dei lavoratori e collaboratori”.
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In questo paese non esiste prevenzione!
Posted by fidest press agency su domenica, 22 gennaio 2017
Ancora impegnati nei soccorsi nel pescarese ma dopo giornate estenuanti di lavoro, non ce la facciamo a stare zitti proprio per rispetto della popolazione di questo territorio e di chi ancora vive in una situazione di estremo disagio.
Abbiamo atteso che la fase acuta dell’emergenza che ogni giorno colpisce il nostro paese si mitigasse per inviare una lettera al presidente della repubblica, perché è inconcepibile dichiarare di avere una macchina del soccorso, quando poi dobbiamo attendere mezzi speciali che arrivano da mezza Italia, impiegando pochi uomini già provati da turnazioni ininterrotte.Riteniamo assolutamente indispensabile un tavolo di discussione sulla pianificazione del soccorso e delle successive attività di protezione civile, con la presenza del presidente della repubblica e la partecipazione del Corpo nazionale VV.F., perché le condizioni in cui operano i Vigili del Fuoco in questi ambiti sono centrali.L’USB VV.F. ritiene sia arrivato il momento di una svolta concreta e radicale e che non sia più accettabile giustificare sempre tutto con l’“eccezionalità “ degli eventi: di eccezionale ci sono solo i tagli al soccorso.
Più di tre quarti della superficie di questo paese sono occupati da montagne e colline (75,8%) con frequenti alluvioni, frane ed incendi, vulcani ancora attivi e spesso forti terremoti: tutti questi eventi non possono essere classificati come “eccezionali”.
I ritardi nei soccorsi registrati in questi giorni di reale emergenza sono anche frutto di una mancata diffusione territoriale dei centri di soccorso. E’ inaccettabile attendere ore ed ore per ricevere il necessario aiuto, anche in situazioni eccezionali come quelle di questi giorni.L’USB è pronta a discutere ed illustrare le condizioni della prevenzione e del soccorso in Italia alla massima autorità dello stato: ma è importante intervenire immediatamente e non quando i riflettori di stampa e televisione si saranno spenti.
Riteniamo assolutamente necessario avviare un confronto serrato nel paese sul tema della prevenzione prima ancora che dell’intervento di emergenza. Un mutamento culturale radicale che parta ora e che si sviluppi nel tempo, che sia risolutivo, per dare gambe al progetto di prevenzione nel nostro paese: lo dobbiamo a chi purtroppo non riusciamo a salvare, lo dobbiamo alle nostre coscienze!
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Renzi: tagli alla sanità: può dirsi ancora pubblica?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 settembre 2016
Secondo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’Italia deve smetterla con i tagli lineari. Sulla sanità è evidente che si è tagliato anche troppo. Inoltre la nostra spesa per la sanità sul Pil non è più alta degli altri paesi. “Giustissimo, secondo gli ultimi dati Eurostat, relativi al 2014, la spesa sanitaria in Italia è il 7,2% del Pil, in media rispetto all’Ue ma sotto l’Eurozona, dove si attesta al 7,3% del Pil. In Italia spendiamo per la salute il 14% della spesa pubblica, inferiore alla media Ue (15%) e all’Area Euro (14,8%)” afferma Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Questo vuol dire, però, che vanno i rivisti i nuovi Livelli di assistenza (Lea), che non sono altro che un aumento di tasse a carico dei malati, spostando prestazioni dal regime Day Surgery a quello ambulatoriale. Peraltro si tratta di nuovi ticket a carico spesso di persone anziane, visto che, ad esempio, non sarà più gratuito l’intervento della cataratta” conclude Dona.
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