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Posts Tagged ‘tasse’

Taglio tasse sui carburanti: “E gli incentivi premieranno i più ricchi”

Posted by fidest press agency su giovedì, 24 marzo 2022

Il taglio dei costi alla pompa del carburante deciso dai governi della UE premierà in massima parte gli automobilisti più ricchi, principali beneficiari di un’operazione dal costo complessivo di 8,6 miliardi di euro. Lo rende noto uno studio curato da Transport & Environment (T&E). La spesa prevista per l’Italia ammonta finora a 978 milioni di euro ed è la quarta più alta d’Europa dopo quelle stimate per Francia (3 miliardi), Polonia (1,4) e Paesi Bassi (1,36). In media, segnala l’analisi, i consumatori che rientrano nella classe di reddito più alto riceveranno un “premio 8 volte superiore rispetto ai più poveri”. A fronte di queste cifre, suggerisce quindi T&E, i Paesi UE dovrebbero seguire una strategia diversa tassando le importazioni di petrolio dalla Russia per finanziare la spesa sociale e promuovere la sicurezza energetica del Continente. “Nonostante affermino di stare dalla parte dell’Ucraina, i governi UE non intendono tassare il petrolio russo scegliendo, per contro, di finanziarlo con quasi 9 miliardi di euro e di scaricare il peso dell’operazione sui contribuenti”, dichiara Veronica Aneris, Direttrice per l’Italia di Transport & Environment. “Per aiutare le persone in difficoltà esistono soluzioni migliori come ad esempio l’imposizione di dazi o tasse sul greggio proveniente dalla Russia. Invece di sovvenzionare gli automobilisti più ricchi, il sostegno potrebbe essere distribuito più equamente alle famiglie che ne hanno effettivamente bisogno”. All’origine della discrepanza che premia il 10% di automobilisti più benestanti – sottolinea il rapporto – c’è la loro propensione a utilizzare, spesso da soli, auto più lussuose, spaziose e che consumano più carburante. Secondo le stime, ad esempio, un taglio dei costi pari a 15 centesimi al litro si traduce in 6 mesi in un risparmio di 300 euro per un conducente di un modello BMW X5 contro i soli 85 euro calcolati per chi guida una Citroën C3. Coloro che utilizzano il trasporto pubblico, al tempo stesso, non ricevono alcun beneficio. Al momento i governi europei non hanno ancora preso alcuna misura per ridurre gli acquisti di petrolio nel Continente preferendo concentrarsi sul taglio delle tasse. Eppure, ricorda T&E, un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia ha rilevato come l’implementazione di dieci azioni strategiche da parte delle economie avanzate si tradurrebbe in un calo della domanda globale pari a 2,7 milioni di barili al giorno. Una quantità equivalente al consumo di tutte le automobili presenti in Cina. L’imposizione di una tassa, contemporaneamente, porterebbe ulteriori benefici: secondo le stime, un’imposta di 25 dollari al barile sul greggio russo garantirebbe alla UE un gettito annuale di 27 miliardi. La Russia, da parte sua, sarebbe costretta ad adeguarsi non avendo alternative sul breve termine rispetto alla vendita sul mercato europeo.

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“Gli otto miliardi per il taglio generico delle tasse previsti nel Dpb sono ben poca cosa”

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 novembre 2021

“Bisognerebbe, infatti, intervenire in maniera decisa, senza tentennamenti, con maggiori risorse, ricordando che nel nostro Paese il livello impositivo è altissimo. Nell’area Ocse siamo al terzo posto per cuneo fiscale, e non è certo un bel primato. Le aziende, nello specifico le micro e piccole imprese del comparto Horeca – ristoranti, bar, pub, pizzerie, cocktail bar – hanno bisogno di prendere respiro. Tutto il settore, indispensabile all’economia del Paese, va rimesso in moto».Lo ha dichiarato Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità.«In questo senso è necessario un forte taglio contributivo del cuneo fiscale, impiegando tutte le risorse previste nella Legge di Bilancio per la diminuzione delle tasse», ha spiegato Paolo Bianchini.«È altresì importante che l’Iva, per le attività di ristorazione, venga abbassata dal 10 al 5 per cento, com’è consentito dalle normative europee. Ricordo che MIO Italia ha consegnato una specifica proposta al Governo lo scorso anno», ha aggiunto Paolo Bianchini. «I tagli del cuneo fiscale e dell’aliquota Iva serviranno a restituire competitività alle aziende, aiutare la ripresa del lavoro, rendere più soldi alle famiglie, far ripartire i consumi. Obiettivi, questi, che nel nostro Paese dovrebbero costituire una priorità assoluta», ha concluso Paolo Bianchini.

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Tasse e sprechi. Italia: Paese strano

Posted by fidest press agency su martedì, 25 Maggio 2021

Anima il confronto politico la proposta del segretario Pd per ulteriormente tassare i patrimoni ereditati oltre i 5 milioni di euro. Stroncata dal presidente Mario Draghi con una frase ad effetto (“non è il momento di prendere ma di dare”), si possono leggere ed ascoltare ovunque i partigiani del sì e del no. Sembra che il prelievo avrebbe riguardato l’1% della popolazione con un vantaggio fiscale di 2,8 miliardi da devolvere sotto varie forme a 280.000 diciottenni.Dal punto di vista di politica economica sarebbe stato, come giustamente fatto notare dal capo del governo, un segnale negativo. Economicamente, invece, avrebbe leso in piccola parte i diritti acquisiti di poche persone. Socialmente avrebbe avuto un certo impatto, forse come quello del Reddito di cittadinanza (pur con le dovute differenze). Se fosse stato giusto o meno, allo stato dei fatti, non ci interessa. Mentre prendiamo atto del continuo metodo utilizzato ed auspicato per far fronte ai problemi reali dovuti alla pandemia: lo Stato si fa imprenditore e tutore e poi dispensa (maggiormente alle lobby che si sono fatte meglio valere). Non si è scelto di far riferimento ai consumi e alle utenze: ridurre/eliminare le varie aliquote sì che utenti e consumatori fossero aiutati nell’abituale utilizzo di prodotti e servizi.Non solo, ma le politiche di spreco di denaro pubblico non sembra che abbiano avuto una qualche modifica. Due soli esempi: Atac di Roma e Alitalia, due aziende cotte e decotte mantenute solo dai soldi dello Stato, e la cui reiterazione del mantenimento è oggetto anche di decisioni attuali. E quindi ad ogni neonato diamo una dote di 44mila euro di debito pubblico. Sta, intanto, per diventare realtà la prossima sfornata di aiuti (“Ristori”) anche se quelli precedenti non sono stati ancora elargiti. Questo il meccanismo grazie al quale economia e la società dovrebbero riprendersi, con tanto di “super” Mario Draghi alla guida. Noi vediamo tanta continuità che, probabilmente, va bene a chi ha come obiettivo il ritorno alla cosiddetta normalità del pre-covid. Noi avevamo sperato di aver appreso una lezione da questa pandemia. Ma ognuno è a modo suo in questo strano Paese. Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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Proposta: “Meno tasse, se spendi”

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 Maggio 2021

“Un piano di deduzione fiscale che incentivi gli italiani a spendere in Italia aiutando così il Paese a superare la crisi economica generale dovuta alla pandemia”. Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro. “L’ultimo rapporto dell’agenzia bancaria italiana ci dice che sui conti degli italiani ci sono 1748 miliardi, 146 in più rispetto a marzo del 2020, ben 232 in più rispetto a marzo 2019. Una cifra di tutto rispetto, espressione senz’altro della preoccupazione dei cittadini riguardo gli effetti della pandemia, ma che ci dice anche che vi può essere una forte spinta della domanda interna per far ripartire la nostra economia e quindi l’occupazione. E’ forse il momento di superare l’attuale sperimentazione del cashback – ha sottolineato Cavallaro – e renderlo strumento operativo di un più ampio respiro volto ad ampliare gli effetti positivi per i cittadini in termini economici e per la fiscalità per l’effetto del contrasto di interessi. ‘Meno tasse, se spendi’. Questo secondo noi è il messaggio da lanciare”.

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Bankitalia: più tasse sui consumi

Posted by fidest press agency su martedì, 12 gennaio 2021

Per Bankitalia, ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerati meno dannosi per la crescita.”No a più tasse sui consumi, sarebbe un suicidio in questo momento di grave difficoltà per le famiglie. L’Iva, ad esempio, è un’imposta con pesanti effetti regressivi che finisce per gravare maggiormente sui ceti meno abbienti. I consumi sono in caduta libera, vanno quindi incentivati. Reprimerli ulteriormente sarebbe una politica economica da kamikaze” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Favorevoli, invece, ad un maggiore carico fiscale sulla ricchezza. Bisogna cominciare a rispettare il criterio della capacità contributiva fissato dall’art. 53 della Costituzione. Se c’è un motivo per il quale il ceto medio italiano è diventato povero, è proprio perché in questi ultimi vent’anni mentre con una mano si toglieva l’Imu sulla prima, con l’altra si alzavano Iva, accise, oneri di sistema di luce e gas, tariffe locali, dall’acqua ai rifiuti” conclude Dona.

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“È il momento di tagliarle le tasse, non di aggiungerne”

Posted by fidest press agency su giovedì, 3 dicembre 2020

Ci sono oltre una ventina di piccoli prelievi fastidiosi, inutili e che pesano sulla burocrazia e le tasche di cittadini e imprese. Imposte, tasse, diritti che rappresentano burocrazia e ingiustizie. Vanno dalla tassa di laurea all’imposta sugli intrattenimenti, dalla tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale alle addizionali sui canoni per le utenze di acque pubbliche. Sono tasse da cancellare, con un colpo di spugna. Iniziamo da lì subito. Altro che patrimoniale!” Lo scrive, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli. (n.r. La storiella della diminuzione delle tasse la stiamo vivendo da almeno 40 anni a questa parte. Perché i politici non smettono di parlarne per fare solo i fatti? Il giorno che si arriverà, se mai ci sarà, nessuno se ne accorgerà. Ed invece, un giorno si ed uno no spuntano proposte  di nuove tassazioni nonostante il governo lo neghi o si aggravano quelle esistenti.)

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Meno tasse e più detrazioni per chi studia, insegna e fa ricerca

Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 dicembre 2020

Il sostegno allo studio e alla docenza a tutti i livelli e allo sviluppo della Conoscenza va attuato non più solo a parole: è tempo di provvedere ad una riduzione della pressione fiscale e contributiva, attraverso sovvenzioni e detrazioni. Ne è convinto il sindacato Anief, che nel Disegno di Legge di Bilancio 2021, in questi giorni all’esame della Camera dopo l’assenso al testo da parte del Governo, ha chiesto dei provvedimenti emendativi nella parte che tratta le possibili azioni da intraprendere in ambito fiscale e previdenziale. Marcello Pacifico (Anief): “Le nostre richieste servono a compensare le grandi difficoltà in cui operano, a causa del perdurante stato emergenziale derivante dal Covid19, sia gli studenti universitari sia i docenti e il personale scolastico che operano lontano dalla propria terra e dai propri affetti, oltre a coloro che realizzano progetti esterni per gli enti di Ricerca”.Il sindacato ha presentato ai deputati della V Commissione della Camera 68 proposte di emendamento per il personale del comparto istruzione e ricerca su organici, salario, reclutamento, mobilità, pensioni, sostegno, welfare, Irc, educatori, estero, università, ricerca, Afam.

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In area governativa si parla di nuove tasse

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 novembre 2020

“Nell’anno più tragico dell’economia italiana, con un crollo del Pil da devastazione bellica, il capo della commissione di esperti del presidente Conte parla di tasse. Ma lo sa che gli italiani che producono le entrate dello Stato sono ridotti in miseria? Lo sa che ci sono milioni di italiani che non fatturano e sono costretti a chiedere ristori economici allo Stato mentre corrono affitti, si rincarano le bollette e su rinviano le scadenze impositive invece che annullarle? Alla luce delle lunari affermazioni di Colao, ci viene il dubbio che il Governo Conte intenda mettere una patrimoniale, di questo parla il ‘genio’ Colao?”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia commentando l’intervista su El Pais dell’ex amministratore delegato della Vodafone Vittorio Colao ora a capo del comitato di esperti istituito dal governo per aiutare il paese ad uscire dalla pandemia del coronavirus.

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Fisco: Riduciamo tasse innovando

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 ottobre 2020

Tra Legge di Bilancio, Recovery Plan e collegati, daremo la risposta migliore a quanto emerso dall’indice internazionale sulla competitività fiscale, elaborato dal centro studi Epicenter, che indica il sistema fiscale italiano come il meno competitivo tra tutti quelli dei 36 Paesi più industrializzati aderenti all’Ocse.Continueremo a ridurre le tasse, come abbiamo iniziato a fare con la scorsa Manovra, ma innovando. Sempre di più, perché non ha senso parlare di riforma se non si alza il livello della digitalizzazione, dell’automazione dei processi, della semplificazione normativa. Così aumentiamo la competitività del Paese.Andiamo per ordine, perché stiamo lavorando ad una revisione complessiva dell’intero sistema.Partiamo dalla digitalizzazione del Fisco, che possiamo fare anche attingendo alle risorse del Recovery Fund. Questo vuol dire semplificare il complicato processo di accertamento e riscossione attraverso: – una più organica collaborazione, e in prospettiva l’unificazione, tra le diverse banche dati degli uffici pubblici, che permetta di sgravare contribuenti ed imprese dalla presentazione di documenti e dati già posseduti dalla pubblica amministrazione (ad esempio: Isa automatici); – l’incentivazione dei pagamenti elettronici, con i meccanismi del Cashback e della Lotteria degli Scontrini, anche per approfondire la lotta all’evasione fiscale; – la digitalizzazione di Agenzia delle Entrate (migliorare il cassetto fiscale, rendendolo al passo con i tempi, e passare dallo sportello fisico allo sportello virtuale e dalle file negli uffici pubblici all’ufficio per appuntamento, investire nell’assistenza telefonica e digitale diffusa); – estendere, il più possibile, su base volontaria, la fattura elettronica anche a chi oggi non la fa. Stiamo poi, raccogliendo e riordinando, in un Testo Unico del Contribuente le centinaia di norme fiscali sparse in mille rivoli, favorendo così un processo che ci porta all’eliminazione di quelle inutili o ridondanti, in un’ottica di trasparenza dell’amministrazione pubblica e di semplificazione.Vogliamo anche semplificare la vita a 4 milioni di lavoratori autonomi soggetti all’Irpef, superando gli squilibri che provoca il sistema del “saldo-acconto” e basando la riscossione delle imposte su quanto effettivamente incassato dal contribuente, non più sull’incasso presunto. Si tratta di sfruttare le potenzialità tecnologiche per arrivare ad una riscossione mensile o al massimo trimestrale, così da consentire al contribuente di pianificare al meglio la gestione della liquidità e anche di scontare più rapidamente eventuali crediti di imposta e agevolazioni fiscali.In cantiere c’è anche la “bonifica” della giungla di detrazioni e spese fiscali, le Tax Expenditures, che oggi complicano il sistema fiscale e minacciano il principio della progressività. Diversi miliardi possono essere ottenuti dai “sussidi ambientalmente dannosi” e dal tetto alle detrazioni fiscali per i redditi sopra una certa soglia. Fondi utili a finanziare parte della riforma fiscale complessiva.Questo ci aiuta anche a costruire un assegno unico che accorpi assegni familiari e bonus vari, spesso difficili da attivare, aggiungendo risorse aggiuntive, così da finanziare una politica ad hoc per la famiglia, capace di stimolare consumi e natalità. Una politica che ha funzionato bene in Francia e in Germania e che semplifica la vita al cittadino, che oggi rischia di non ricevere un bonus o un assegno perché non lo conosce e non sa di averne diritto.Ma semplificare vuol dire anche cancellare una serie di tributi di dimensioni insignificanti che complicano il quadro tributario. È un’operazione, pienamente gestibile, che rende necessario un piccolo sforzo del bilancio pubblico, ma che aiuta il rapporto tra cittadino e fisco.Stiamo sviluppando una fiscalità di vantaggio per le filiere più colpite dalla pandemia Covid e per i territori che si trovano in una situazione di “svantaggio”, stabilizzando ad esempio la decontribuzione al 30% per le imprese del Mezzogiorno sui dipendenti, introdotta con il Decreto Agosto.È una riforma importante, e complessa, su cui stiamo lavorando 24 ore su 24, perché sono provvedimenti che non possono più aspettare”.Così Laura Castelli, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, in un lungo post sui social, delinea

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Recovery fund e abbassamento delle tasse

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 settembre 2020

Roma – “Da quando in Europa si è iniziato a discutere di Recovery Fund stiamo parlando di fiscalità di vantaggio e riduzione delle tasse. Molti dicevano che non era possibile, ora, invece, è chiaro che si può fare. E noi lo faremo.
È un processo strettamente collegato, una conseguenza logica, di quel piano di riforme che servono a recuperare la distanza che ancora oggi c’è tra le diverse aree del nostro Paese e tra l’Italia e gli altri Paesi Europei. Lo ha detto chiaramente anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Il Recovery Plan deve tenere conto delle raccomandazioni-Paese che l’Europa ha pubblicato nel quadro del Semestre Europeo. Un riferimento tutt’altro che banale, se consideriamo che all’Italia è stato più volte evidenziato l’eccessivo costo del lavoro, ma anche la necessità di una riforma del fisco.Decontribuzione e taglio del cuneo fiscale servono per aumentare la produttività e la competitività delle aziende. Sono misure che abbiamo avviato ma che devono, all’interno di un quadro organico, diventare pluriennali per attrarre gli investimenti in Italia e consentire al mondo dell’impresa di programmare, con regole certe, la propria attività.
Poter utilizzare il Recovery Plan, anche per questo, è un’ottima notizia. E l’apertura della Commissione è inequivocabile.
Andiamo avanti!”. Lo scrive, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Sconto 20% ristorante pagando con carta. Ma… ridurre le tasse?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 agosto 2020

Nel decreto legge di agosto che dovrebbe vedere la luce domani o giù di lì, è previsto che, pagando al ristorante con carta, si abbia lo sconto del 20% della spesa sostenuta. Il rimborso dovrebbe arrivare direttamente sul conto corrente collegato alla carta oppure iscrivendosi ad un’apposita App. Se la prima ipotesi dovesse verificarsi occorrerà preoccuparsi perché vorrà dire che al ministero qualcuno ha deciso di essere efficiente. Sulla seconda ipotesi, ci viene al momento da sorridere e già intravediamo scenari da burocrazia asfissiante, cose che non funzionano, etc. E comunque, in entrambi i casi i soldi, che arrivino “direttamente” o dopo la tortura dell’uso di una App, viste le esperienza passate in situazioni anche decisamente più delicate (come la cassa integrazione) non si può escludere che vengano messi di mezzo degli istituti di credito, che avranno un costo (da scaricare sullo Stato o sul cliente della carta), istituti che non è escluso che si mettano a fare l’autopsia ai loro clienti che dovrebbero ricevere questo 20%, trovando volta per volta 1.001 motivi per non pagare e/o ritardare il pagamento e magari facilitare l’apertura di un contenzioso perché il dovuto sia versato.
Sappiamo dell’atavica sfiducia che lo Stato ha nei confronti di qualunque contribuente: sempre colpevole a priori salvo dimostrazione che spesso si ottiene dopo faticose pratiche e ricorsi sempre a spese del contribuente. Sfiducia ricambiata dal contribuente che appena può (e spesso è occasione di vanto) frega il fisco.In questa logica massacrante del buon senso e del buon diritto si inserisce questa “regalia” ai consumatori, pagati per essere agenti del fisco ed evitare che il conto del ristorante sia pagato a nero e i ristoratore evada il fisco.Tutto torna. Ma possibile che non ci possa essere un’altra logica? Che parta dalla fiducia nei confronti del contribuente? Se il Fisco dice di voler pagare il 20% perché il consumatore lo aiuti contro l’evasione, perché questo 20% non può essere utilizzato per riduzioni fiscali ai ristoratori e, di conseguenza, questi ultimi potrebbero praticare prezzi di vendita meno onerosi per i loro clienti?
Fantapolitica e fantaeconomia? Probabile, allo stato dei fatti. Ma per invertire questo meccanismo massacrante del rapporto tra contribuenti e Fisco, da qualche parte bisognerà pur partire, con rodaggi iniziali che troveranno entrambe le parti scontente. Il problema che ci par di comprendere è che nessuna delle due parti abbia intenzione di venir meno alle proprie prerogative di sceriffo ed evasore. Motivo? La sopravvivenza di entrambi. Noi crediamo che compito dello Stato debba essere quello di provare nuovi sistemi impostati sulla fiducia con i contribuenti. Sarebbe la semplificazione della burocrazia che, in questo caso, potrebbe portare anche ad un calo dell’evasione fiscale.

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La Sapienza taglia le tasse universitarie

Posted by fidest press agency su domenica, 26 luglio 2020

Il Cda dell’Ateneo ha approvato la manovra con misure a favore dei meno abbienti ben oltre la soglia della no tax area prevista a livello nazionale. Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo ha approvato ieri pomeriggio, con il voto unanime dei rappresentanti degli studenti e di tutti i consiglieri, gli importi delle tasse che gli iscritti dovranno versare per il prossimo anno accademico. Tra le novità introdotte dal CdA, è prevista l’esenzione completa per le matricole e per gli studenti meritevoli con Isee fino a 24.000 euro; la soglia è stata elevata di 4.000 euro rispetto a quanto stabilito dal MUR, che fissa a 20.000 il tetto per l’esenzione. Sono stati inoltre approvati sconti dal 20% all’80% per gli studenti con Isee dai 24.000 ai 30.000 euro.Restano confermate le agevolazioni già previste in passato: l’esenzione per tutto il primo anno per chi si diploma con 100/100, esenzione che può essere mantenuta anche per gli anni successivi con il conseguimento di un determinato numero di crediti; le riduzioni destinate agli immatricolati con voto di maturità pari o superiore a 95/100 e le agevolazioni per le famiglie con più figli iscritti alla Sapienza.La Sapienza inoltre consentirà, per coloro che sono in possesso dei requisiti previsti, di pagare i contributi di iscrizione all’anno accademico 2020-2021 in base all’Isee corrente, mentre l’Isee ordinario fa riferimento alla situazione economica dell’anno precedente. Questo per favorire le famiglie che hanno subito maggiormente la crisi di quest’anno a causa della pandemia da Covid-19.La manovra da 8,5 milioni di euro, riguarderà circa 40.000 studenti dell’Ateneo.Infine, tra le misure già messe in campo dall’Ateneo per promuovere il diritto allo studio, la Sapienza ha stabilito la destinazione di una parte consistente dell’utile di esercizio del bilancio 2019 agli studenti. In particolare un milione e mezzo di euro in più serviranno a incrementare il numero delle borse di tutorato, nell’ambito delle borse di collaborazione studenti e di quelle destinati a dottorandi e studenti magistrali. Pieno apprezzamento anche da parte Giuseppe Benincasa, rappresentante degli studenti in Cda. “È un provvedimento significativo – dichiara – che dimostra concretamente attenzione da parte del nostro Ateneo verso gli studenti e le loro famiglie e che costituisce un impegno importante che la Sapienza si è sentita di assumere con serietà, volontà e decisione in un momento così delicato”.

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Riforma fiscale: occorre abbassare le tasse

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 luglio 2020

“L’obiettivo di un’economia liberale che non intenda farsi fagocitare dalla finanza e voglia puntare su sviluppo, lavoro e lotta alla povertà è aumentare la ricchezza. Non ci sono alternative.
Per farlo occorre rilanciare l’impresa e affiancarle uno Stato che la renda competitiva seguendo due direttrici: diminuzione delle tasse e realizzazione di infrastrutture su cui corrano servizi efficienti. La lotta all’evasione e all’elusione è importante ma diventa efficace solo quando si creano le condizioni della crescita che danno consenso sociale al rigore. Nella decrescita esplode l’illegalità. Sono latitanti nella riforma fiscale evocata dal Ministro Gualtieri gli strumenti per l’aumento della ricchezza e per la produzione di lavoro. Non può esserci riforma se non s’interviene con decisione sul cuneo fiscale, sul quoziente familiare, sull’abbassamento di tasse e imposte per le aziende, sulla creazione di aree speciali. È difficile, anzi impossibile, competere con i partner europei se il nostro sistema ci impone di lavorare da gennaio a settembre solo per pagare le tasse. Oggi la crisi determinata dalla pandemia ci consente un salto di livello attraverso l’immissione di risorse economiche straordinarie Che devono però essere indirizzate per rivoluzionare il sistema fiscale italiano, del tutto incompatibile con i due obiettivi citati: ricchezza e lavoro”.È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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Serve un piano straordinario per il taglio delle tasse

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 luglio 2020

In questi mesi, come Governo, abbiamo messo in campo tutte le misure necessarie per contrastare gli effetti della pandemia da Covid, ma ora servono strumenti e misure per consentire una immediata ripartenza dell’intero Sistema Paese. Due sono le strade, e dobbiamo percorrerle entrambe, senza tentennamenti.
La prima, che abbiamo già intrapreso, è quella che ci porterà a varare un importantissimo Decreto per la sburocratizzazione, la semplificazione e lo sblocco degli investimenti pubblici. Abbiamo più di 125 miliardi già stanziati che hanno bisogno di essere liberati. Ma oltre a questo stiamo semplificando i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, e questo porterà con sé anche un consistente risparmio e la liberazione di risorse che potranno essere diversamente allocate.
La seconda, ancora più importante, è quella che ci porterà a mettere in campo un ambizioso, e ormai non più rinviabile, piano di riforme strutturali che hanno come obiettivo l’abbassamento delle tasse ed il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Siamo pronti su tanti settori, si tratta solo di ricondurre tutto all’interno di un disegno unico. E il Piano Nazionale delle Riforme, che ci apprestiamo a presentare, è la prima occasione per delineare gli ambiti di intervento e il cromo programma di azione.Questo Paese ha bisogno di una rivoluzione verde, che acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilita’ ambientale e sociale, una rivoluzione che passa anche attraverso la rivisitazione, o meglio cancellazione, dei sussidi ambientalmente dannosi.Fatturazione elettronica e scontrino elettronico ci stanno aiutando molto nella lotta all’evasione fiscale, che resta una priorità per il Governo. Se tutti pagano, tutti pagheremo di meno. E questa è la premessa per una complessiva riforma della tassazione diretta e indiretta, che arriverà già con la prossima Legge di Bilancio.
Il rapporto tra cittadino, imprenditore, e fisco deve essere più diretto e molto più semplice. Per questo stiamo lavorando anche ad un Testo unico del Contribuente, che metta ordine tra le oltre 800 norme che esistono in materia fiscale.
Abbiamo una grande occasione, che non vogliamo e possiamo sprecare. È un’opportunità unica, grazie anche alle risorse che arriveranno dall’Unione Europea. Ora dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, siamo un grande Paese, possiamo farcela!”.Lo scrive, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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“La riduzione delle tasse deve essere completa”

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 giugno 2020

“Lo sforzo del 2020 deve essere coniugato con coerenza con una completa riforma fiscale che riduca le tasse. Ci deve essere un ventaglio che vada dall’IRAP, all’IRES e all’IRPEF, anche per sostenere le imprese.Sono giorni in cui gli italiani, le imprese, pagano le tasse e credo sia giusto dare una visione d’insieme. Anche Visco ne ha parlato ieri.Sull’IVA ci sono diverse ipotesi, ritengo sarebbe più incisiva una riduzione selettiva anche perché ci sono settori più colpiti. È una misura che un paese come la Germania ha messo in cantiere.A me interessa chiudere il ragionamento sulla riduzione complessiva delle tasse, per adesso e per i prossimi anni. Non c’è più tempo, e in questo momento è giusto dire a cittadini e imprese, con chiarezza, cosa accadrà da qui ai prossimi anni”.Lo ha detto, intervenendo a Radio Anch’io su Radio 1 RAI, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Governo: La sfida vera

Posted by fidest press agency su domenica, 23 febbraio 2020

“La sfida vera di questo Governo è abbassare le tasse, riformare il fisco e rilanciare la crescita, sbloccando gli investimenti. Ma per fare tutto questo bisogna partire da un punto fermo, la piena dignità dei cittadini. E la dignità di un cittadino coincide anche con la possibilità di pagare una bolletta, fare la spesa, comprare generi di prima necessità ai propri figli e soprattutto rientrare, o entrare per la prima volta, nel mondo del lavoro.Il Decreto Dignità, il Reddito di Cittadinanza, come anche il taglio del Cuneo Fiscale, cambiano la vita delle persone. La migliorano. E questo è un dato di fatto. Quindi basta slogan, basta distinguo solo per fare notizia ed avere qualche titolo di giornale. Siamo stati chiamati a Governare il Paese per risolvere i problemi dei cittadini.
L’Istat, in un’indagine sulle condizioni di vita dei cittadini, evidenzia che il 43,2% degli intervistati dichiara una elevata soddisfazione per la propria vita. Un dato in miglioramento rispetto a quello del 2018 quando era pari al 41,4%. Il 56,5% delle persone, con più di 14 anni, poi mostra soddisfazione riguardo la propria condizione economica. A qualcuno potrà sembrare poco, ma sono queste le cose che ti spingono a lavorare ancora di più per le persone. Non dobbiamo tornare indietro, dobbiamo andare avanti. Come stiamo andando avanti sulla stabilità dei rapporti di lavoro, grazie alle norme contenute nel tanto criticato Decreto Dignità. Nel 2019, i contratti stabili sono aumentati di 365.216, un valore più che doppio rispetto a quello dell’anno precedente.Quando i dati sono incoraggianti vanno letti come tali, senza eccessivi entusiasmi, ma neppure sminuendoli o deridendoli.Adesso concentriamoci sulle priorità vere, a partire dalla crescita. E per fare questo, come ho detto anche nei giorni scorsi, la prossima sfida è il supporto all’attività d’impresa. Perché adesso che abbiamo messo in campo gli strumenti per ridare dignità a tutti i cittadini, dobbiamo sbloccare gli investimenti e creare posti di lavoro”.Così, su Facebook, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Imprese in costituzione: meno tasse e burocrazia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 febbraio 2020

“Ho letto l’intervista a Licia Mattioli, molto bella, ed i cui contenuti condivido in larga parte. È giunto il momento di sdoganare il ruolo centrale dell’impresa riconoscendogli quello di chi crea valore nella società. Credo si debba avviare una riflessione seria sul tema, arrivando anche ad inserire il concetto in Costituzione. Il nostro Paese è grande, nel mondo, anche grazie alle nostre imprese, al settore manifatturiero, al Made in Italy. E questo ruolo dobbiamo riconoscerglielo esplicitamente, con politiche dedicate.Il 32% del nostro PIL deriva dall’export, è il segno inequivocabile della bontà della nostra produzione. Nonostante le difficoltà quotidiane che il mondo dell’impresa deve affrontare, c’è chi non si è mai arreso.Meno burocrazia e meno tasse, è quello che ci chiedono ed è quello che dobbiamo garantire all’intero sistema Paese. Aumentando anche la difesa dell’interesse nazionale, all’interno di regole europee che dobbiamo contribuire a migliorare.Sono proprio questi i temi principali su cui stiamo lavorando al Tavolo di Governo per realizzare una ampia e rivoluzionaria riforma fiscale, che ci permetta non solo di ridurre le tasse alle imprese, ma anche di rivedere il nostro fisco, troppo complesso ed articolato.
Serve una visione di lungo periodo, non una politica elettorale fatta di slogan. Servono politiche strutturali, non norme che cambiano ogni giorno.Questo è il lavoro che stiamo portando avanti, con un confronto costante con le parti sociali, perché dal benessere delle nostre aziende, sul territorio, dipende la salute e il benessere dei nostri cittadini”.Così il Vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Castelli, “Bene operazioni su frodi carosello, con risorse riduciamo le tasse”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 febbraio 2020

“Con due distinte operazioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato un carico di 13.000 litri di prodotti petroliferi, che veniva trasportato in evasione di imposta, ed ha scoperto una maxi frode da 100 milioni di IVA, sradicando un organizzazione criminale che, attraverso un sistema di frodi carosello, ha sottratto questo importo al fisco, riciclando i proventi illeciti in Italia e all’estero.Un bel risultato, in un settore in cui stiamo lavorando molto. E su cui, durante questa esperienza di Governo, sto intervenendo con fermezza per dare a chi opera gli strumenti necessari.Nel Decreto Fiscale, approvato alla fine dello scorso anno, abbiamo introdotto ulteriori disposizioni normative, che inaspriscono le sanzioni per l’evasione fiscale, e sono utili a favorire le azioni di contrasto alle frodi carosello che, la Guardia di Finanza, in modo sempre più stringente, sta portando avanti.La notizia è importante anche per tutti noi, perché il Governo ha deciso di impiegare in riduzione delle tasse tutti i proventi della lotta all’evasione fiscale. Paghiamo tutti, paghiamo meno”. Lo ha detto il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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Tasse, la classifica dei Paesi UE con la pressione fiscale più alta

Posted by fidest press agency su sabato, 2 novembre 2019

Passando a considerare la griglia completa dei Paesi, si scopre che a guidare la classifica di quelli più tassati dal fisco c’è la Francia che si conferma il paese dell’Unione europea dove la tassazione (tasse sul reddito e contribuzione sociale) è più elevata, in base ai dati Eurostat del 2018. Nel paese la pressione fiscale è al 48,4%, in aumento dall’anno precedente (48,3%), seguita da Belgio (47,2%, in aumento dal 47%), Danimarca (45,9%, in calo rispetto dal 46,8%), Svezia (44,4%, in calo dal 44,7%), Austria (42,8%, in aumento dal 42,4%), Finlandia (42,4%, in calo dal 43,1%) e Italia (42%, in lieve calo rispetto al precedente 42,1%). I paesi dove il fisco colpisce meno sono Irlanda (23%), Romania (27,1%), Bulgaria (29,9%), Lituania (30,5%) e Lettonia (31,4%). La media europea resta praticamente invariata al 40,3%.Rispetto al 2017 la pressione fiscale è salita nella maggior parte dei paesi (16), in particolare in Lussemburgo (da 39,1% nel 2017 al 40,7% nel 2018) e Romania (da 25,8% a 27,1%).Per quanto riguarda la sola imposta sul reddito, in testa resta la Danimarca (28,9%), seguita da Svezia (18,6%), Belgio (16,8%), Lussemburgo (16,4%), Finlandia (15,9%) e Italia (14,1%). Tuttavia l’ostilità e l’avversione che gli italiani manifestano per le tasse, non nascono solo dall’avvilente constatazione della sempre più marcata sproporzione tra quanto versato e la qualità dei servizi pubblici, sempre più scadenti, che a fronte di ciò viene offerta. A giocare un ruolo determinante sulla sempre più dilagante insofferenza verso il pagamento delle imposte c’è infatti anche la convinzione che la pressione fiscale esistente nel nostro Paese sia sempre più insopportabile. E a confermare questa sensazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, arrivano, anno dopo anno, numeri e statistiche, che non fanno altro che confermare quello che ormai è un incontrovertibile dato di fatto. I dati più aggiornati, ci dicono infatti che nonostante il peso del fisco in Italia sia calato di 0,1 punti, dal 42,1 % del 2017 al 42% del 2018, esso resta comunque il settimo più pesante dei grandi Paesi industrializzati.

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Tasse, evasione e galera. L’inutilità delle decisioni in atto

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 ottobre 2019

Sembra che tutti i politici della maggioranza siano contenti. Certo, ci sono i distinguo come quelli fatti da alcuni esponenti del partito di Matteo Renzi, ma poi votano tutti insieme. Possiamo annoverare una nuova conquista del “partito conduttore” dei nostri ultimi due governi: dopo aver abolito la povertà e la corruzione, ora hanno abolito l’evasione fiscale. E ci dicono di avervi provveduto prevedendo maggiore galera per alcuni evasori, quelli eccessivi.
A nostro avviso si tratta di un meccanismo psicologico – trasmigrato per la bisogna alla politica – che commuta il desiderio in realtà. Avete presente quando uno viene preso da una fissazione, credendo che tutto intorno sia finalizzato al proprio bene o al proprio male, più o meno condito da influenze astrali e/o religiose? E’ quanto ci sembra stia accadendo.
Sentiamo già una voce grossa che sovrasta questo nostro approccio: “che fai? Presti la spalla agli evasori?”. E ci sembra che anche questa voce grossa faccia parte dello stesso meccanismo psicologico trasferito alla politica.
Ci facciamo una domanda: ma veramente qualcuno crede che aumentando le pene per un reato lo stesso non verrà più commesso? Ci vengono in mente quelle sentenze che comminano al reo due o tre ergastoli… qualcuno crede che in questo modo ci sia stata più giustizia di quella che ci sarebbe stata nel caso in cui al reo fosse stato comminato un solo ergastolo? Suvvia! Nel caso dei giustizieri del nostro governo non stiamo parlando di reati per cui sia previsto l’ergastolo… ma qualcuno crede che se ad un evasore fiscale venga comminata una pena di 20 anni al posto di 10, questo evasore si senta più timoroso nel commettere questo reato? Suvvia! E’ quasi ovvio che starà solo più attento, che raffinerà il suo metodo delinquenziale, che aumenterà le mazzette da elargire a man bassa, etc etc.
Il problema a nostro avviso è che, così come siamo messi oggi, ci saranno sempre e comunque dei funzionari disposti a prendere e chiedere delle mazzette. Così come ci saranno sempre dei contribuenti che, per un motivo o per un altro, evaderanno. Un motivo: facile arricchimento; altro motivo: se pagano le tasse non stanno dietro allo standard di vita che tutt’intorno gli viene fatto credere (o lui crede) sia funzionale al suo specifico status. E quindi? Ci teniamo l’evasione e continuiamo a curarci il cancro con l’aspirina?
Ovviamente no. Chi scrive non ha formule magiche perché domani siano tutti ligi a pagare le proprie tasse. Ma chi scrive vive in questa società, in questo sistema economico. E vive e percepisce il disaggio di tutti coloro che sono contribuenti e cittadini. Ci sono alcune isole felici, ma mediamente l’amministrato si sente preso in giro vedendo e constatando che l’uso di queste tasse da parte della pubblica amministrazione è “sgradevole”…. e il conseguente rigetto/allontanamento dal sentirsi parte della comunità è quotidiano.Questo a nostro avviso è il punto centrale. Con il corollario di un sistema giudiziale che dimostri il suo funzionamento grazie alla sua celerità e incisività. Prerogative che per essere tali non hanno bisogno che le pene siano di venti anni invece che di dieci. Con l’aggiunta che non possiamo escludere che un giudice, di fronte al dover comminare una pena di venti anni chieda più tempo rispetto ad altrettanta pena di dieci anni.
Quello a cui accenniamo non è impresa facile. Ma intende contribuire ad individuare dove occorre attaccare il nostro sistema per far sì che l’evasione abbia sempre meno ragioni d’essere: giustizia e semplificazione amministrativa. Nel frattempo, le pene stratosferiche sono solo fumo negli occhi, erogato da chi, per se stesso e per gli amministrati, si accontenta di dichiarare. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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