Il Santo Natale si avvicina e in questi giorni ci vorrebbe proprio una piccola guida personale, scandita lungo le quattro settimane di Avvento, per condurci a curare la nostra vita spirituale in vista della festa della Natività. Da qui nasce l’idea di Con Maria verso la grotta di Betlemme di padre Livio Fanzaga, un libro da comprare per sé stessi o da regalare ad amici e parenti che vogliono vivere la preparazione al Natale in maniera originale. E pensando al Natale, al presepe, la cui storia ci racconta padre Enzo Fortunato, in Una gioia mai provata, san Francesco e l’invenzione del presepe, non dimentichiamoci dei bisognosi, degli ultimi. I poveri per la Chiesa non sono una categoria sociologica, né una realtà separata, semplici destinatari di aiuto e di assistenza, ma fratelli e sorelle, secondo quanto si legge nel Vangelo. Il servizio a chi è povero per la Comunità di Sant’Egidio non è una “attività sociale”, ma un modo di vivere in un rapporto di affetto, prossimità e cura con coloro che sono nel bisogno, percepiti non come utenti di un servizio, ma come familiari: Il Pranzo di Natale descrive le storie e i volti di quella famiglia di poveri e umili che Dio raduna intorno a sé, spirituale ma anche tutta umana, della bellezza di sorrisi senza denti, di solitudini guarite, di sbarre aperte e di sale da pranzo bellissime. Le pagine sono piene di riferimenti storici ed esegetici, sapienti e stimolanti, che ci ricordano una prassi antica della Chiesa e pienamente evangelica: mangiare assieme.
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A Natale c’è una tavola per tutti
Posted by fidest press agency su lunedì, 12 dicembre 2022
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“Momenti da non sprecare”: Dalla terra alla tavola
Posted by fidest press agency su sabato, 14 Maggio 2022
Come si produce il cibo? Come si acquista e si conserva? Come si cucina e si consuma? Grazie a Momenti da non sprecare, il progetto educativo promosso da Whirlpool e dedicato ai più piccoli, alle loro famiglie e agli insegnanti, gli alunni di 900 scuole primarie italiane, intraprendono un affascinante viaggio in cinque tappe per scoprire come i prodotti della terra finiscono sulle nostre tavole e per comprendere quanto sia importante dare il giusto valore agli alimenti. Con Momenti da non sprecare, che prevede anche laboratori didattici online o in presenza, gli alunni imparano le modalità “antispreco”, familiarizzano con la cucina e gli strumenti del “mestiere”, apprendono a scegliere gli alimenti in base alla stagionalità̀ e agli equilibri nutrizionali, capiscono come conservare e riutilizzare il cibo in modo corretto con le attrezzature tecnologiche più̀ adatte. Inoltre, sul sito http://www.momentsnottobewasted.com alunni, famiglie e docenti possono trovare letture ludico-educative con tanti consigli da mettere in pratica (da La classifica dei cibi più sostenibili a Divertiamoci con frutta e verdura) e giochi per imparare insieme (da Il dado delle sane abitudini al Puzzle tecnologico).Studenti e docenti ricevono anche un kit cartaceo, composto dalla “Guida Docenti”, e dal giornalino “Dalla terra alla tavola!” (per ciascun alunno) in cui, ripercorrendo le cinque tappe della filiera alimentare, si trovano curiosità, esercizi, ricette antispreco semplici e divertenti, e tante piccole missioni da attuare nella vita quotidiana per un consumo sostenibile e solidale. Infine, le classi potranno partecipare ad un Kitchen Game, una sfida a tempo che invita gli studenti a ripercorrere senza sprechi la filiera alimentare all’insegna dell’economia circolare.Al termine del percorso didattico, la parola andrà agli studenti con il concorso educativo nazionale Talent Kitchen – I tuoi consigli antispreco. I bambini potranno partecipare raccontando in modo originale e creativo i “Momenti da non sprecare” passati in cucina con tutta la famiglia e gli amici. Come? Raccontando in modo originale, creativo e divertente, l’importanza dei momenti quotidiani con il cibo da scegliere e consumare con consapevolezza sociale e ambientale. Al concorso sono ammessi elaborati in qualunque formato e modalità espressiva, sia analogica sia digitale: dal libro di fiabe ai racconti; dal plastico al libro pop-up, dal video game ad una app; dalla sceneggiatura teatrale ad uno spettacolo videoregistrato con tanto di scenografie e costumi. Alla classe vincitrice andrà un premio di 2.000 euro in materiali didattici, mentre la seconda e la terza riceveranno con la stessa modalità un premio di 1.000 euro ciascuna. Le scuole possono partecipare collegandosi a http://www.momentsnottobewasted.it, da cui si può scaricare il regolamento e il modulo di partecipazione. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il 31 maggio 2022.A testimonianza del suo continuo impegno verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e per rafforzare il suo supporto alla lotta contro gli sprechi, Whirlpool per ogni classe che partecipa al Talent kitchen, effettuerà una donazione al Banco Alimentare Onlus, sostenendo l’Organizzazione nel recupero delle eccedenze alimentari e nella loro redistribuzione alle strutture caritative. http://www.momentidanonsprecare.it
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Capodanno: Cia, quasi 2 mld per la tavola
Posted by fidest press agency su lunedì, 3 gennaio 2022
L’aumento boom di contagi e quarantene, le feste in piazza saltate e la pioggia di disdette per viaggi e veglioni, spengono il Capodanno alle porte. La variante Omicron spinge le famiglie a restare a casa: secondo Cia-Agricoltori Italiani, nonostante l’assenza di divieti su spostamenti e numero di invitati, saranno oltre due italiani su tre a festeggiare tra le mura domestiche, con (pochi) amici e parenti, per una spesa alimentare stimata di quasi 2 miliardi di euro complessivi, in linea con l’anno scorso, tra cenone del 31 dicembre e pranzo del primo gennaio. Mentre solo il 15% degli italiani si prevede sceglierà ristoranti, locali o agriturismi per celebrare l’arrivo del 2022.A vincere, in ogni caso, sarà la cucina classica del territorio con tutti i piatti simbolo: quindi cotechino e zampone (con una preferenza più marcata per il primo e un consumo totale di 4 milioni di chili) ma soprattutto lenticchie, tradizionali e convenienti, che toccano proprio l’ultimo dell’anno il picco massimo di consumo con circa 5 milioni di chili. Il tutto accompagnato dalle immancabili bollicine, rigorosamente italiane nel 90% dei casi, con 86 milioni di bottiglie stappate da Natale fino al nuovo anno. D’altra parte -ricorda Cia- le feste valgono di solito il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia e anche in questo 2021, nonostante tutto, il settore regge. Nella “top 10” dei prodotti tipici della notte che saluta l’anno, ci saranno anche pasta fresca, panettone e pandoro, salsicce, pesce azzurro e capitone, frutta secca.Soffrono invece, sotto l’ondata Omicron, i 24.000 agriturismi italiani, ormai parte integrante della filiera turistica nazionale. La ricettività del mondo agricolo -ribadisce Cia con la sua associazione di riferimento Turismo Verde- conta già oltre il 40% delle disdette tra Natale e l’Epifania. Una perdita, in media, di circa 25 mila euro per ogni struttura in soli 10 giorni, tra mancati pasti e pernotti. Resta l’opportunità della consegna a domicilio, di prodotti agricoli freschi, conserve e piatti pronti, che l’organizzazione sostiene e garantisce insieme al suo network di produttori con l’Agridelivery sul portale dalcampoallatavola.it.
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Prosegue la raccolta dell’uva da tavola
Posted by fidest press agency su sabato, 19 ottobre 2019
E’ una delle produzioni di punta della frutticoltura nazionale. Dalle quotazioni rilevate nell’ultimo periodo, emerge un aumento del prezzo del 10% rispetto allo scorso anno. Le condizioni climatiche avverse del periodo tardo primaverile, caratterizzato da piogge e grandinate, hanno determinato un calo della produzione, influenzando negativamente la dimensione degli acini e la morfologia dei grappoli. Questa situazione ha coinvolto soprattutto la produzione estiva e in particolare la varietà Vittoria, uva bianca da tavola il cui periodo di produzione va dal mese di giugno al mese di settembre. Anche le varietà autunnali stanno avendo quotazioni leggermente più alte rispetto alle annate passate ma il bel tempo della seconda parte del periodo estivo ha portato ad un notevole miglioramento della qualità organolettica e soprattutto del contenuto zuccherino del prodotto. Non è l’uva dall’aspetto più bello degli ultimi anni ma sicuramente la più dolce.
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Le vacanze “ingrassano?”
Posted by fidest press agency su giovedì, 19 settembre 2019
(AJ-Com.Net) In base ad un sondaggio realizzato dall’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche (www.upda.it), unica istituzione professionalizzante che oggi forma gli «analogisti» in Italia, su un campione di 1.000 uomini e 1.000 donne di età compresa tra i 18 ed i 65 anni, il 32% è ingrassato proprio nei mesi delle vacanze estive.«D’estate siamo tutti maggiormente esposti a prendere peso, lasciandoci andare ai piaceri della tavola, concedendoci molti sfizi e rinunciando perfino allo sport ed alle attività fisiche che invece pratichiamo abitualmente in altri periodi dell’anno» puntualizza la dottoressa Samuela Stano, presidente dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche (UPDA).
È così che ci ritroviamo ad avere in Italia il 40% della popolazione in sovrappeso e il 10% di obesi (proiezione 2019 dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche su dati dell’Istituto Superiore di Sanità).A dichiarare poi di seguire una dieta durante tutto l’anno è appena il 9% del campione e durante le ferie, subito dopo la “prova costume”, c’è il maggior tasso di abbandono (65%).Paradossalmente, ad ingrassare è anche chi ha dichiarato di non avere mangiato di più e perfino chi, nel campione intervistato dall’UPDA, ha sostenuto di continuare a fare attività fisica, non riuscendo a perdere peso nonostante l’impegno.Come è possibile? «Spesso è una questione di metabolismo. Spesso basterebbero poche sedute specifiche che consentirebbero non solo di perdere peso ma anche di mantenere i risultati nel tempo e di superare i possibili disturbi connessi» risponde lo psicologo Stefano Benemeglio (www.stefanobenemeglio.com), padre delle Discipline Analogiche.Quando non si riesce proprio a dimagrire -sostengono gli esperti dell’UPDA- è all’inconscio che si deve guardare. L’obiettivo è quello di trovare la causa, che poi è un malessere che spesso ci portiamo dietro da anni a causa di eventi accaduti nella nostra vita, che ci inducono -tra l’altro- ad avere un comportamento alimentare sbagliato.«Spesso è proprio la sofferenza accumulata che porta a compensare con qualcosa che ci può far piacere come il cibo. In questo caso, l’analogista può intervenire facendo sì che la persona possa consumare quelle sofferenze e farle regredire, così come la rabbia, le paure, i sensi di colpa» spiega la dottoressa Samuela Stano.
Ed è per questo che sempre più italiani per dimagrire si affidano agli «analogisti», i nuovi operatori del benessere, formati nelle discipline analogiche, il cui obiettivo primario è quello di migliorare la qualità della vita delle persone, lavorando sui meccanismi che regolano l’inconscio e l’emotività dell’individuo. L’intervento dell’analogista avviene attraverso quello strumento straordinario che è il linguaggio emotivo non verbale, ossia la capacità di comunicare con la parte emotiva di noi stessi o dei nostri interlocutori. L’analogista è in grado di parlare con il nostro inconscio come se fosse una persona presente, perché l’inconscio risponde attraverso segnali non verbali che permettono di risalire alla causa effettiva del problema.Info: http://www.aj-com.net
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“Premio Italia a Tavola Bergamo capitale dell’accoglienza”
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 marzo 2018
Bergamo, 7-8 aprile 2018 Il cibo al giorno d’oggi viene spesso ridotto alla dimensione di convivialità o edonismo, senza dare la giusta importanza a tutto ciò che c’è dietro: dai produttori agricoli, artigianali o industriali, fino a chi si occupa di ristorazione, accoglienza e servizi. I media negli ultimi anni hanno dato visibilità a cuochi e pasticceri che sono diventati delle vere e proprie star, osannati dal pubblico e presi a modello da molti giovani che hanno deciso di intraprendere quella strada, ma senza considerare tutti gli step che una carriera di successo comporta. Quello che serve al comparto è, invece, la valorizzazione di tutte le figure che lavorano nella filiera come un’unica grande squadra di professionisti, dal produttore di materie prime fino al cameriere che serve in tavola un piatto, senza dimenticare chi il cibo lo racconta, cioè i giornalisti e i critici gastronomici.È proprio questo l’obiettivo del “Premio Italia a Tavola”, da ormai 10 anni: dare il giusto valore a tutte le realtà che permettono a questo settore di andare avanti e di rappresentare uno dei motori trainanti del turismo, della cultura e dell’economia italiana. Basti pensare che circa un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.L’iniziativa – sponsorizzata quest’anno da Grana Padano, Trentodoc, Consorzio Mozzarella di Bufala Dop e Pentole Agnelli – ha preso il via lo scorso dicembre con il sondaggio online “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza” (durato 8 settimane), che quest’anno ha polverizzato ogni record precedente registrando la partecipazione di ben 313.300 votanti, confermando ancora una volta come negli ultimi anni sia cresciuto costantemente l’interesse verso il settore. Nessuna classifica di merito ma solo un modo giocoso per sentirsi tutti più vicini e premiare chi nel proprio ambito professionale si è distinto maggiormente agli occhi del pubblico. Sette le categorie del sondaggio: per i “Cuochi” il più votato è stato Rocco Pozzulo, per i “Pizzaioli” Giuseppe Vitiello, per i “Pasticceri” Iginio Massari, per i “Maitre, Sommelier e Manager d’hotel” Luca Vissani, per i “Barman” Marina Milan, per gli “Opinion leader” Patrizio Roversi e infine per la categoria speciale dei “Campioni” (istituita in occasione di questa 10ª edizione per rimettere in gioco tutti i vincitori delle passate edizioni del sondaggio) ha trionfato Ernst Knam.
Come da tradizione, le premiazioni dei vincitori del sondaggio si svolgeranno nel corso del “Premio Italia a Tavola”, l’evento più atteso dell’anno per l’intero settore. Dopo sette edizioni ospitate dalla città di Firenze, culla di cultura e tradizioni gastronomiche, Italia a Tavola ha scelto di celebrare il decennale dell’iniziativa a Bergamo, città in cui ha sede la redazione della testata e che negli ultimi mesi si è distinta per aver ospitato iniziative legate a East Lombardy e al G7 dell’Agricoltura. L’appuntamento è per il 7-8 aprile 2018: una due giorni di convegni, iniziative legate alla cultura e all’arte, nonché eventi enogastronomici.
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“A Tavola tra Cultura e Storia”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 marzo 2018
Sanremo 20 marzo 2018 nel Teatro dell’Opera, ore 16.30, è di scena la XVII edizione di “A Tavola tra Cultura e Storia”, l’appuntamento annuale, inserito nel calendario de “I martedì letterari del Casinò,” che presenta pubblicazioni e protagonisti del panorama storico-enogastronomico italiano. La rassegna, promossa dal Casinò di Sanremo in collaborazione con l’Associazione Ristoranti della Tavolozza, propone incontri sempre molto interessanti e partecipati, affrontando in modo originale e divertente il tema di ciò che troviamo sulla tavola e di una corretta alimentazione, con la partecipazione di importanti protagonisti del mondo enogastronomico nazionale.Parteciperanno all’incontro:
Barbara Ronchi della Rocca, giornalista ed esperta di bon ton su, che presenterà il suo nuovo libro, “Bollicine che passione”.
La chef Gemma Boeri e l’operatore culturale Luciano Bertello presenteranno il libro “Gemma, la regina dei tajarin di Langa” – Sorì Edizioni.Come tradizione, durante la manifestazione verrà presentata in anteprima nazionale la Guida 2018 dei Ristoranti della Tavolozza e sarà presentata la IV° edizione del Festival Internazionale della Canzone al Tartufo, che si terrà a ottobre a Montà d’Alba.Saranno consegnati i riconoscimenti “Custodi del Territorio 2018” dell’associazione Ristoranti della Tavolozza. La giornata sarà allietata dagli interventi musicali della cantante Marisa Fagnani.
Al termine degustazione del nuovo “Asti Secco” prodotto dalla cantina Acquesi
L’incontro sarà condotto dalla responsabile dei Martedì Letterari del Casinò, Marzia Taruffi e da Claudio Porchia, Presidente dell’Associazione “Ristoranti della Tavolozza”. (Christian Flammia)
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Censis: La crisi si vede a tavola
Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 ottobre 2016
Nonostante il governo continui a dire che il peggio è passato – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso –, i dati forniti dal Censis smascherano questa ennesima menzogna e raccontano con evidenza i gravi effetti della crisi economica che ancora attanaglia il Paese. Nell’ultimo anno il 12 % delle famiglie italiane – continua Tiso – ha ridotto sensibilmente la propria spesa alimentare, ma c’è anche di peggio: la crisi sta acuendo le già tante differenze sociali. Infatti mentre il 32% delle famiglie benestanti ha ridotto il consumo di carne, questo dato diventa del 45,8% se riportato sulle famiglie a basso reddito. Situazioni analoghe si denotano sul consumo di pesce (per la fasce abbienti della popolazione la riduzione è del 12,6%, mentre per la parte meno abbiente è del 35,8%), ma anche di verdura, di frutta e di altro. Questi dati – conclude Tiso – dimostrano come ancora oggi non si riesca a concepire il cibo come un diritto, nonché come si sia fatto davvero poco per cercare di ridurre le distanze sociali all’interno del Paese.
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Le malattie della pelle si curano a tavola
Posted by fidest press agency su martedì, 3 novembre 2015
Che il cibo abbia effetti sulla salute della pelle è stato osservato sin dall’antichità quando è stata individuata la correlazione tra la carenza di vitamina C nei marinai imbarcati per mesi e alimentati con cibo in scatola e scorbuto. Così come la pellagra è determinata da una grave carenza di niacina nella dieta e la mancanza di zinco può determinare la comparsa di una malattia cutanea (un disturbo autosomico recessivo) nota come ‘acrodermatite enteropatica’. “Concetti accantonati in un angolo della memoria da quando ben poche persone presentano stati carenziali e di malnutrizione così estremi” spiega il Prof Luca Bianchi, dermatologo dell’Università di Roma Tor Vergata “Eppure il binomio tra cibo e pelle è un aspetto da recuperare grazie anche alla messe di studi scientifici che ha posto l’accento su come quello che mettiamo sulla tavola si rifletta sulla cute. La complessità degli alimenti, la loro ricchezza molecolare e le sinergie tra gli elementi sono in grado di prevenire alcune patologie cutanee oppure migliorare lo stato di quelle già presenti” proprio di questo si parla al Corso Skineco dal titolo “Belli mangiando“ in corso a Roma.
“Anche l’acne e il suo aumento nella ‘età adulta sembrerebbe potersi ricondurre anche a modelli alimentari di stampo occidentale, che vedono una dominanza di zuccheri, carboidrati e grassi, spesso derivanti da latticini. “Possiamo quasi definire l’acne una patologia da ‘dieta occidentale’. La predominanza di alcuni cibi aumenta la risposta infiammatoria dell’organismo, favorisce la colonizzazione da parte del batterio P. acnes e aumenta la produzione di sebo e la cheratinizzazione del dotto pilo sebaceo” sottolinea Pucci Romano, Presidente Skineco “più di recente è stata osservata una importante correlazione tra ‘indice glicemico dei cibi’ e insorgenza di acne. L’insulina che viene rilasciata in risposta all’assunzione di determinati cibi, stimola gli ormoni androgeni a produrre più sebo e a uno squilibrio metabolico. Dato ulteriormente confermato dall’osservazione che in una popolazione della Nuova Guinea che segue una dieta completamente vegetariana erano completamente assenti tutte le patologie delle ghiandole sebacee tra cui dermatite seborroica e acne. Questo non significa però che siano corrette le diete eccessivamente proteiche, questi regimi infatti rendono la pelle secca, avvizzita e accelerano la comparsa di rughe”.
Si è scoperto anche che tra le proteine della pelle e i cibi ricchi di carboidrati non corre buon sangue: si formano infatti legami chimici , gli AGEs (Advanced Glication End-products) che danneggiano collagene ed elastina a causa del processo di Glicazione e che contribuisce all’invecchiamento cutaneo.
Psoriasi, può migliorare con dieta e cibo giusto – In uno studio pubblicato su Jama Dermatology (i) sono stati analizzati gli effetti di un regime ipocalorico (circa 1000 calorie al giorno per 8 settimane) nei pazienti sovrappeso con psoriasi. La conclusione ha evidenziato che il calo ponderale migliora non solo i parametri ematochimici generali, ma migliora la severità dei sintomi cutanei, rallenta la progressione della malattia e migliora la risposta ai trattamenti. “Il calo di peso (o di contro il suo aumento) è correlato in modo diretto alla severità della malattia e un BMI (indice di massa corporea) superiore a 35 aumenta di 2.69 volte il rischio di sviluppare la psoriasi. Indagate speciali sono le citochine infiammatorie, come IL-6 e TNFalfa presenti sia nel tessuto adiposo che nelle lesioni psoriasiche. Diete ricche di fibre e a basso contenuto di proteine e grassi, possono essere un importante aiuto nella gestione della malattia” prosegue Luca Bianchi.
Benefici effetti anche per la Dermatite Atopica – Condizione che interessa tra il 10 e il 20% dei bambini e il 2% della popolazione adulta, ha mostrato miglioramenti da regimi alimentari ricchi di vitamine, minerali, probiotici e prebiotici. I probiotici in particolare sono quelle sostanze vive, presenti in alcuni cibi fermentati o arricchiti che agiscono sulla microflora intestinale riequilibrandola a favore di batteri ‘amici’. In casi selezionati può essere consigliata l’esclusione mirata di alimenti come latte e uova (ii).
Porfiria: eccesso di ferro, abuso di alcol e dieta povera di antiossidanti – E’ la triade che complotta nella patogenesi della Porfiria e che viene peggiorata dalla carenza di acido ascorbico. Ecco allora come nella borsa del dermatologo ci siano nuovi elementi da schierare come armamentario terapeutico: i cibi con le loro interazioni virtuose.
Verso la ‘skin diet’ nelle conoscenze del Dermatologo – Emerge sempre di più l’evidenza di una stretta correlazione tra cibo e salute della pelle e si sta delineando una vera e propria ‘SKIN DIET’ che abbia una forte impronta mediterranea, prediliga un generoso apporto di frutta e verdura in modo da assicurarsi le preziose vitamine che proteggono e riparano la cute e che apportano anche una quota di antiossidanti. La ‘dieta per la pelle’ dovrebbe essere ricca in verdura, frutta fresca e secca, semi, cereali integrali e latticini ipocalorici, carni bianche e pesce e povera di grassi saturi, zuccheri, carboidrati raffinati, carni rosse. Il nuovo corso dell’alimentazione non è solo ‘perdita di peso’ ma benessere, antiaging e se possibile, prevenzione sia di malattie cutanee che delle patologie che ad esse si accompagnano o le precedono.
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Il tumore alla prostata si alimenta a tavola
Posted by fidest press agency su lunedì, 25 novembre 2013
Gli oncologi dell’AIOM: “Fondamentali l’educazione a stili di vita sani e la diagnosi precoce, ma diciamo no all’uso indiscriminato del test del PSA. Nuovi farmaci ormonali e chemioterapici migliorano la sopravvivenza nella malattia avanzata”. 36mila casi nel 2013
Napoli, 23 novembre 2013 – Il tumore della prostata si alimenta a tavola: una dieta ricca di grassi saturi, fritti e carne rossa aumenta la probabilità di sviluppare il cancro. Lo dimostrano anche i numeri: le Regioni del Nord sono le più colpite mentre il Meridione, patria della dieta mediterranea, è la zona in cui si registra la minore incidenza. La Campania occupa il penultimo posto, seguita soltanto dalla Basilicata, con tassi inferiori di un terzo rispetto al Piemonte ‘maglia nera’ e all’Umbria, regione nota per l’elevato consumo di insaccati e bistecche. Per giocare d’anticipo sulla neoplasia più diffusa tra gli uomini, che registra 36mila nuove diagnosi nel 2013, si devono quindi privilegiare ortaggi gialli e verdi, olio d’oliva e frutta. Così facendo si può allontanare il rischio di contrarre il tumore che, comunque, rispetto al passato fa sempre meno paura: nell’ultimo decennio la mortalità è diminuita del 10%. Questo grazie anche alle innovative terapie ora disponibili, che consentono un aumento della sopravvivenza e una migliore qualità di vita dei malati. “Nuovi farmaci ormonali (abiraterone, enzalutamide) e chemioterapici come il cabazitaxel sono messi a disposizione dalla ricerca scientifica – spiega il prof. Carmine Pinto, Presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, durante il Convegno Nazionale “Personalizzazione e strategia di trattamento nel carcinoma della prostata”, in chiusura oggi a Napoli –. Occorre individuare per il singolo paziente la migliore strategia terapeutica ed impiego sequenziale delle molecole oggi disponibili. È questa oggi la prospettiva per le persone con cancro avanzato. Il nostro obiettivo, quindi, è curare allungando la sopravvivenza ma, allo stesso tempo, migliorare anche la qualità di vita dei malati”. Due farmaci già disponibili in Italia sono il cabazitaxel, sperimentato nel 2011 nel nostro Paese in 25 centri, nell’ambito di un ampio studio internazionale e l’abiraterone acetato. “Nel 2012 il primo ha ricevuto il via libera dell’AIFA ed è ora a disposizione di tutte le Regioni, il secondo è arrivato ad aprile 2013. A breve potremo utilizzarne un terzo, l’enzalutamide, approvato ad agosto di quest’anno dall’EMA”, aggiungono i proff. Sergio Bracarda, Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale S. Donato di Arezzo e Orazio Caffo, Oncologo presso l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento. Trattamenti innovativi quindi, che si inseriscono nella strategia terapeutica del tumore alla prostata: patologia con cui ad oggi convivono ben 217mila italiani. “Un numero davvero consistente di persone, a cui possiamo offrire una delle migliori assistenze al mondo, in ogni angolo del Paese – commenta il prof. Giacomo Cartenì, Responsabile dell’Oncologia Medica del “Cardarelli” di Napoli –. Questa due giorni promossa dall’AIOM, resa possibile grazie ad un contributo educazionale di Sanofi, serve proprio per scattare una fotografia, a livello nazionale, dello stato dell’arte della neoplasia prostatica. Cinque sessioni per discutere di argomenti fondamentali come gli effetti delle terapie sulla qualità della vita, prevenzione, gestione e sostenibilità dei farmaci innovativi tra crisi economica e best practise”. La discussione sull’Antigene Prostatico Specifico (PSA) rappresenta uno dei momenti principali del Convegno: la diffusione di questa metodica di dosaggio, introdotta all’inizio degli anni Duemila, ha modificato profondamente l’epidemiologia della malattia. “Il test del PSA non può essere utilizzato in maniera indiscriminata come screening del cancro alla prostata – sottolinea il prof. Pinto –. La sua sensibilità varia dal 70 all’80% e questo significa che il 20-30% delle neoplasie non viene individuato quando si utilizza l’esame come unico mezzo identificativo. Va eseguito solo quando è necessario, cioè dopo i 50 anni, se vi è familiarità diretta per il tumore e in caso di disturbi urinari”. Utilizzare il PSA come screening diffuso aumenterebbe il rischio di uso inappropriato di esami e sovradiagnosi, senza portare vantaggi sicuri in termini di riduzione dei decessi. “Le patologie tumorali sono destinate a diventare in poco tempo la prima causa di mortalità a livello mondiale, nei Paesi occidentali così come in quelli in via di sviluppo – afferma Alessandro Crevani, Direttore della Business Unit Oncologia di Sanofi Italia –. Sanofi è da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni e nuovi approcci per dare risposte significative e adeguate alle esigenze delle persone affette da diverse tipologie di cancro, sia in termini di controllo della malattia sia sotto l’aspetto della qualità di vita. In questo percorso di progresso scientifico, crediamo fermamente nel valore della collaborazione con le Società Scientifiche. Il tumore alla prostata, in particolare, richiede un approccio congiunto per essere precocemente individuato e tempestivamente affrontato”.
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L’Europa a Tavola
Posted by fidest press agency su giovedì, 8 settembre 2011
Gorizia da giovedì 22 a domenica 25 settembre 2011. Come di consueto, le vie e le piazze del centro storico, da poco restituito alla sua originale bellezza, saranno invase da profumi e sapori di tutto il continente. L’occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia vedrà eccezionalmente la presenza di tutte le 20 regioni italiane. Asse portante della manifestazione sarà infatti “Borgo Italia”, nel quale sarà possibile gustare prodotti tipici dei vari territori della Penisola, a cui si affiancheranno le prelibatezze cucinate in loco da cuochi provenienti da Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Sicilia e Toscana. Per ricordare le migliaia di connazionali emigrati in Sudamerica – tra cui tantissimi friulani – all’inizio del secolo scorso, verrà approntato un angolo eccezionalmente dedicato all’Argentina, dove degustare l’asado e altre specialità provenienti da Buenos Aires e dintorni. Si celebrerà anche lo sposalizio tra il pesce dell’Adriatico e i vini del Collio: la Ribolla, perfetta con i piatti a base di ingredienti ittici, e le altre bollicine della zona si accompagneranno, negli stand a cura delle cooperative di pescatori di Grado e Marano, a pesce freschissimo e cruderie tra cui gli apprezzatissimi fasolari, da ormai tre anni protagonisti indiscussi della kermesse enogastronomica goriziana. Una vera disfida tra eccellenze internazionali che si ripeterà anche quest’anno, vista la presenza dello stand che offrirà freschissime ostriche e prelibato champagne.Accanto alle delizie dell’Adriatico ecco le Dolomiti in tutta la loro estensione, dal Trentino Alto Adige, al Veneto, fino al Friuli. Dalla Francia arriveranno le specialità della Provenza, della Normandia, Bretagna, Linguadoca. L’Austria, schiererà specialità della Carinzia e del Tirolo, alla Slovenia sarà dedicato uno spazio ad hoc, e saranno presenti le rappresentanze di Albania, Bosnia, Croazia, Montenegro, Serbia eUngheria con i loro piatti piccanti e complessi di musica etnica. Chiudono l’elenco la Polonia, laGermania, la Repubblica Ceca e la Grecia con le rispettive appetitose gastronomie che andranno ad arricchire il menu variegato dell’evento.
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Natale: a tavola con la finanziera
Posted by fidest press agency su domenica, 19 dicembre 2010
Alla tavola di Natale apparecchiata nei ristoranti farà la sua comparsa la Finanziera. Non si tratta però dell’ennesimo controllo da parte delle Fiamme Gialle, né di un bieco e deplorevole tentativo di corruzione da parte degli esercenti! La Finanziera è il nome di un’antica ricetta piemontese che alcuni ristoratori sono andati a riesumare dai bauli impolverati nelle soffitte per proporla, assieme ad altre, in una chiave moderna e salutistica in occasione delle festività natalizie. La novità al ristorante del Natale 2010 è rappresentata proprio dalle ricette tradizionali regionali di cui si era persa la memoria. La Vecchia di cavallo parmense, il Cappone in carpione lombardo, la Minestra maritata in Campania, La Torta Bronse in Veneto, i Vincisgrassi ad Ancona, Il Timballo alla Bonifacio ciociaro, la Sbroscia viterbese, i purceddhruzzi a Lecce o il Cunigghiu senza cunigghiu a Palermo (scarica dal sito http://www.fipe.it le ricette e i ristoranti che le propongono) non sono che antichi piatti talmente tanto caratteristici e legati al territorio da essere stati sopraffatti nella fama dei più comuni risotti e cotolette alla milanese, coda alla vaccina ra, polenta con gli osèi e orecchiette alle cime di rapa. I ristoranti che stanno proponendo le ricette popolari perdute e rivisitate in chiave moderna hanno colto proprio questo spunto per proporre un Natale originale e all’insegna dell’italianità. Tanto è vero che anche i ristoratori che non si avventurano nelle ricette storiche, prevedono comunque di offrire ai clienti un menù meno esotico e più stagionale: l’ananas lascia il posto alle arance; legumi e ortaggi compariranno in maniera forte; la carne va più del pesce anche se di allevamento. La scelta culinaria dei ristoranti sembra essere stata apprezzata dai consumatori che hanno già fatto registrare il tutto esaurito in molti locali. I prezzi, infatti, sono rimasti contenuti: il menu composto da antipasto, due primi piatti, due secondi, contorni di stagione, dolci natalizi, caffè, bevande costa in media 43,50 euro, appena l’1,2% in più del 2009. La spesa complessiva ammonterà a 217 milioni di euro, pari al 4% in più del 2009. La conferma arriva anche dalla crescita del numero di chi consumerà il pranzo di Natale nei 60mila ristoranti aperti da nord a sud della penisola. Forti anche di alcune iniziative di intrattenimento (la presenza di Babbo Natale nel locale e i menu bambini, per esempio), i 5 milioni di italiani che andranno al ristorante rappresentano un aumento del 2,8% di clientela rispetto al 2009.
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Marcello Michelotti. Due amici per una mostra
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 agosto 2010
Mantova 2 settembre ore 18.00 (e fino al 16 settembre 2010 Orario di apertura: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Domenica 12 settembre 15.30-18.30. Chiuso festivi) via Cappello 17 Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” L’artista ritorna alla Galleria Sartori dove nel settembre 2007 aveva organizzato la personale “Percorsi”, riscuotendo interesse ed ammirazione. Per l’occasione mostra saranno esposti sedici dipinti realizzati con la tecnica della tempera, acrilico, aerografo su tavola oltre ad una decina di ‘preziose’ collane d’artista realizzate in ceramica a quattro fuochi. (michelotti)
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La salute dei bambini inizia a tavola
Posted by fidest press agency su martedì, 24 agosto 2010
E’ consuetudine, su 10 bambini, 3 sono cosiddetti obesi, cioè il peso è nettamente superiore agli standard generali del peso forma. In pochi anni siamo passati a considerare l’obesità dei bambini e dei ragazzi, da entità isolata a problema collettivo. Sotto accusa, non solo il tipo di alimentazione, ma essenzialmente la mancanza di campagne di educazione nelle scuole, luogo ove bambini e gli adolescenti spendono gran parte del loro tempo, e dove le famiglie disimpegnano il ruolo educativo. Qualcosa in questi anni, se pur timidamente, si è mossa, pur restando casi isolati di qualche iniziativa di istituto scolastici. Sconfiggere sul nascere il problema, significa assicurare al bambino una vita di salute. Fornire conoscenze alimentari agli alunni, compresi i genitori, significa modificare lo stile di vita alimentare famigliare. A differenza di tanti altri Paesi, l’Italia riesce a gestire tali problematiche molto meglio. In Usa, per esempio, i bambini e gli adolescenti con problematiche di soprappeso sono il 50% del totale. A vantaggio del nostro Paese ci sono diversi co-fattori: L’attenzione all’agricoltura tradizionale. La tutela delle antiche abitudini gastronomiche. Il rispetto piu’ regolare dei pasti. Il consumo di cibi meno elaborati. La maggiore prudenza verso gli organismi geneticamente modificati. Controlli codificati sul sistema agro-alimentare, dal campo alla tavola. Malgrado le problematiche del sovrappeso rimangono polifattoriali, e non semplicemente ristrette al solo cibarsi (pratica dello sport, stile di vita del bambino, ecc ecc ), un programma di Educazione Sanitaria ed Alimentare, predisposto da chi di questo si occupa da anni, rimarrebbe una delle migliori strategie, e chiavi di successo per evitare l’obesita’ Infantile. (Giuseppe Parisi, consulente Aduc (medico chirurgo, esperto in terapie non convenzionali)
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Janet Frame: Un angelo alla mia tavola
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 giugno 2010
Ritorna, in una nuova accurata edizione, uno dei capolavori della recente letteratura di lingua inglese: Un angelo alla mia tavola, l’autobiografia della scrittrice neozelandese Janet Frame, resa celebre dalla versione cinematografica realizzata nel 1990 dalla regista Jane Campion. Guidato da una scrittura che rapisce per la sua fisicità e profondità, il lettore segue in queste pagine la complessa e dolorosa formazione di una scrittrice, l’itinerario psicologico e affettivo di una bambina-ragazza-donna, dapprima nell’Isola del Sud in Nuova Zelanda, dove Janet Frame è nata nel 1924, e poi nell’Isola del Nord, dove l’autrice compie un severo tirocinio di scrittrice e porta a termine, nel 1955, il suo primo romanzo, Gridano i gufi. Figlia di ferrovieri, Janet vive da bambina i duri anni della Depressione. Nel 1942 riesce tuttavia a conseguire brillantemente un diploma di scuola superiore e a trasferirsi verso sud per frequentare l’università. Lontana da casa, sullo sfondo di una guerra di cui la lontananza non riduce l’orrore, sono i poeti a tenerle compagnia. Il paesaggio, il mare e i poeti – Shakespeare, Shelley, Keats, Dylan Thomas, T.S. Eliot, Auden – la scortano durante il viaggio in treno e nel difficile apprendistato di studentessa universitaria povera, timidissima e sola. EAN 9788854503793 Pagine 704 Euro 20,00 http://www.neripozza.it
Insieme a Katherine Mansfield, che l’ha preceduta, Janet Frame (1924-2004) è la scrittrice neozelandese più nota, e una delle maggiori non solo del suo paese ma di tutta la letteratura anglosassone della seconda metà del Novecento, proposta almeno due volte per il Premio Nobel. In Italia è nota soprattutto grazie al film di Jane Campion Un angelo alla mia tavola, che nel 1990 ricevette il Gran premio della Giuria al Festival di Venezia.
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Leonardo da Vinci: “Tavola di Acerenza”
Posted by fidest press agency su martedì, 27 aprile 2010
Chieti (CH) Venerdì 7 maggio 2010, ore 10:30 Museo universitario “G. d’Annunzio” Piazza Trento e Trieste, 1 – conferenza stampa. All’incontro parteciperanno: Prof. Luigi Capasso – Direttore del Centro Universitario Museale dell’Ateneo “G. d’Annunzio”; Dott. Nicola Barbatelli – Direttore del Museo delle Antiche Genti di Lucania – Vaglio Basilicata; Colonnello Gianfranco De Fulvio – Comandante del Reparto Dattiloscopia Preventiva del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – Roma; Avv. Giuseppe Pio Musacchio – Sindaco di Vaglio Basilicata; Dott. Luciano Di Tizio – Giornalista, coordinatore del convegno “Leonardo da Vinci: Presunto autoritratto Lucano, gli studi” che si svolgerà sabato 8 maggio 2010 (ore 10:00) presso l’Auditorium del Museo universitario; Dott.ssa Simona Petaccia – Giornalista, Responsabile Ufficio Stampa dell’evento. L’evento sarà incentrato sull’esposizione da venerdì 7 a martedì 11 maggio 2010, presso il Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara del “Presunto autoritratto lucano” di Leonardo da Vinci, anche noto come “Tavola di Acerenza”: dipinto ad olio su tavola (mezza pialla) di cm 60×44, riscoperto nel 2009 da Nicola Barbatelli. Il quadro, abitualmente custodito all’interno di una teca blindata (sorvegliata a vista) nel Museo delle Antiche Genti di Lucania a Vaglio Basilicata, è stato presentato in più occasioni al grande pubblico e, nello scorso febbraio, esposto anche nel Kadriorg Art Museum di Tallinn (Estonia) grazie a un’iniziativa coordinata tra il Ministero degli Affari Esteri e l’Ambasciata Italiana di quel Paese. In occasione della mostra a Chieti, saranno illustrati i risultati delle indagini tecnico-scientifiche volte a chiarire se ci fu sull’opera la presenza della mano del Genio fiorentino.
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Antonio Zanchi: Le meraviglie di S. Gerolamo
Posted by fidest press agency su domenica, 11 aprile 2010
Vaglio Basilicata da sabato 10 aprile il Museo delle Antiche Genti di Lucania che oggi è sede delle riproduzioni delle macchine di Leonardo, resterà aperto tutti i giorni compreso la Domenica fino alle 13:30 per consentire di ammirare l’opera di Antonio Zanchi: Le meraviglie di S. Gerolamo penitente. Questa prestigiosa tela arricchirà il percorso espositivo del museo di Vaglio e sarà posta di fianco alla tavola raffigurante una Sacra Famiglia attribuita a Giovanbattista del Verrocchio. La tela proviene dalla Gran Bretagna e il Museo si propone di offrirla in anteprima mondiale sino all’autunno prossimo. Si tratta di una tela inedita attribuita dal famosissimo critico internazionale Didier Bodart, al pittore italiano Antonio Zanchi (Este 1631 – Venezia 1722). L’opera di proprietà privata, gratuitamente offerta al Museo di Vaglio, si propone quale cursore di un’attività culturale promossa nell’ambito delle iniziative legate al tema di Leonardo da Vinci. Il dipinto raffigurante S.Gerolamo penitente, considerato dal critico francese Didier Bodart, vero e proprio capolavoro del pittore barocco Zanchi, si riconosce per la sua eccellente attività “tenebrosa”che lo ha reso il più illustre dei pittori a cui Este ha dato i natali. La critica storico-artistica considera Zanchi il massimo esponente della pittura Veneta, nel cui capoluogo lagunare si ammirano oggi i suoi inestimabili capolavori. La sua capacita di lavorare su grandi estensioni lo resero il più grande esponente della scuola manieristica seicentesca, influenzata e anticipata da quel grande napoletano Giordano di nome Luca. (san girolamo)
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Il piacere del palato
Posted by fidest press agency su sabato, 11 luglio 2009
Sciliar (BZ) Fine settimana da ghiottoni al Romantik Hotel Turm di Fié allo Sciliar (BZ)! In perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, fedeltà agli ingredienti del territorio e sperimentazione creativa, la cucina dello chef Stefan Prahmstraler conquista al primo assaggio. L’occhio viene rapito dalla presentazione artistica dei piatti, la gola tentata, e il palato deliziato dai piatti originali e gustosi, che guardano al futuro ma sono saldamente ancorati alle ricette del Sudtirolo! Non è certo un caso se per quest’anno il ristorante del Romantik Hotel Turm ha ottenuto ben 87 punti all’interno della prestigiosa guida Veronelli! I veri buongustai non possono perdere la proposta che il Romantik Hotel Turm dedica a loro, per abbandonarsi per tre giorni ai piaceri della tavola e del buon vivere. L’offerta include tre pernottamenti in camera matrimoniale con letto a baldacchino; un aperitivo di benvenuto nella cantina scavata nella roccia seguita da un menu Romantik di quattro portate; un menu degustazione a base di antipasti e primi piatti; come romantica serata finale un menu degustazione di cinque portate con abbinamento di vini. Il prezzo a persona varia da 375 a 459 euro secondo la stagione, se i tre giorni vengono scelti durante la settimana; e varia da 405 a 495 euro secondo la stagione nei fine settimana. Per tutto l’anno il paesaggio invita allo sport, passeggiate, alpinismo, sci, golf, e lo sguardo che vaga sul massiccio dello Sciliar è in grado di illuminare lo spirito di questo albergo, che sembra un palazzo inventato dalla fantasia di uno scrittore di favole. Il parco privato del Turmwirt diventa una foresta incantata che protegge la piscina riscaldata, ovvero un lago magico. Ogni dettaglio è al top di quanto la fantasia può immaginare, dalle camere alle sale comuni, oltre alla cucina ricercata ecco il piacevole abbraccio di un centro benessere unico. (palato)
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