Roma 14 marzo 2023 ore 10.30 Collegio Romano (via del Collegio Romano, 27) Per la prima volta il CL.A.N. e il CREA mettono intorno a un tavolo Ricerca, Istituzioni e Rappresentanze per discutere sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (cioè il genome editing e la cisgenesi), innovazioni che offrono la possibilità di selezionare le nuove varietà per far fronte alle sfide dei prossimi anni: cambiamenti climatici e sostenibilità. Produrre di più con meno (meno risorse naturali, meno pesticidi e fertilizzanti, meno energia), adattando le piante al nuovo clima (temperature più elevate e minore disponibilità idrica) e salvaguardando gli standard di qualità e sicurezza che da sempre caratterizzano il Made In Italy, è un obiettivo raggiungibile solo utilizzando le conoscenze genetiche più avanzate, in primis genome editing e cisgenesi .Al centro dell’evento la presentazione del Position Paper “Nuove tecniche genomiche genome editing e cisgenesi” elaborato da CREA, CL.A.N. e Federchimica Assobiotec, documento più che mai attuale vista l’intenzione della Commissione europea di intervenire sulla normativa di riferimento.
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Tecniche di Evoluzione Assistita (cioè il genome editing e la cisgenesi)
Posted by fidest press agency su domenica, 12 marzo 2023
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Leggere il cervello con tecniche non invasive
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 ottobre 2022
Il progetto CEREBRO (CEREBRO – an electric Contrast medium for computationally intensive Electroencephalographies for high REsolution BRain imaging withOut skull trepanation – grant agreement n°101046748) – sviluppato dal team di ricerca del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET del Politecnico di Torino, composto dal professor Francesco Paolo Andriulli (coordinatore del progetto), da Giuseppe Vecchi e Danilo Demarchi – si propone di ottenere una modalità di lettura cerebrale nuova, che avrà risoluzioni comparabili all’ECoG e SSEG, ma sarà non invasiva e fornirà informazioni su tutto il mezzo cerebrale. Questo verrà ottenuto dotando l’EEG classica e non invasiva di uno strumento nuovo: il primo mezzo di contrasto sviluppato per questa tecnologia utilizzando techniche innovative di microfluidica, nanoelettronica e scienza del calcolo ad alte prestazioni. Il progetto di ricerca – portato avanti insieme ai partner internazionali Institut Mines-Télécom (Francia), Université de Bretagne Occidentale (Francia), G.Tec Medical Engineering Gmbh (Austria), École Polytechnique Fédérale de Lausanne (Svizzera) – si spingerà fino a un livello di maturazione tecnologica (detto TRL) tra 4 e 6, per ottenere un primo prototipo funzionante.La conoscenza sviluppata dal progetto CEREBRO ha il potenziale di migliorare le tecnologie di diagnostica medica per il cervello, contribuendo a una sostanziale crescita del settore dell’imaging diagnostico.Il business collegato al neuroimaging ha una dimensione rilevante: 3 miliardi di euro/anno nel mondo, rapportati a 22.5 miliardi di euro/anno complessivi del settore dell’imaging biomedico, quindi il potenziale economico dalle applicazioni della ricerca di CEREBRO è altissimo.Il progetto infatti è stato finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di un bando dello European Innovation Council chiamato “Pathfinder” che sostiene idee altamente innovative col potenziale di produrre innovazioni dirompenti nel mercato.
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“Tecniche per la lettura ad alta voce”
Posted by fidest press agency su martedì, 30 marzo 2021
Come si fa a leggere a voce alta ai bambini, c’è una tecnica per rendere la nostra lettura più efficace, conquistare l’attenzione, creare interesse e soprattutto innescare nei nostri giovani ascoltatori la voglia di leggere? Molte risposte si trovano in “Tecniche per la lettura ad alta voce – 27 suggerimenti per la fascia 0-6 anni” libro curato da Federico Batini e Simone Giusti, edito da Franco Angeli e pubblicato in open access con download gratuito da questo link: https://bit.ly/3faoDZ5 (già oltre 15mila i download effettuati). Il libro arriva a due anni dal lancio di “Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza” il progetto della Regione Toscana realizzato con il coordinamento scientifico dell’Università degli Studi di Perugia in particolare appunto di Federico Batini e in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, Indire (L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni Culturali) per diffondere e promuovere la lettura ad alta voce nelle scuole.Nel 2019 la Regione Toscana ha infatti deciso di caratterizzare l’offerta formativa di tutto il sistema educativo e di istruzione, dai nidi alle scuole secondarie di secondo grado, con una pratica didattica quotidiana, strutturata, progressiva e permanente: l’introduzione dell’ora di ascolto della lettura ad alta voce di fiction narrativa ad opera delle educatrici, degli educatori e degli insegnanti. L’obiettivo è fornire a tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, la strumentazione di base per poter raggiungere il successo formativo.Questo libro, nato nell’ambito di questa politica educativa, è frutto di un lavoro di ricerca che ha esplorato la bibliografia specialistica e i siti internet dedicati alla lettura ad alta voce e che ha coinvolto, tramite interviste, educatrici dei nidi e docenti delle scuole dell’infanzia delle 35 Zone dell’Educazione e dell’Istruzione della Regione Toscana. Il suo intento è fornire indicazioni operative utili a rendere il più efficace possibile la pratica della lettura ad alta voce nelle strutture educative che si occupano di bambine e bambini fino ai 6 anni. A partire da centinaia di suggerimenti formulati da studiose e studiosi, da educatrici e da insegnanti esperti di lettura ad alta voce, un gruppo di ricercatori e di ricercatrici ha provveduto – secondo una particolare procedura illustrata nell’Introduzione metodologica – a selezionare 27 tecniche, organizzate in tre sezioni: Conquistare e sviluppare l’attenzione, Creare interesse per le storie e favorire la partecipazione, La cultura del libro. I testi sono di Federico Batini, Benedetta D’Autilia, Simone Giusti, Valerio Luperini, Andrea Mancini, Susanna Morante, Irene D.M. Scierri. Prefazione di Eugenio Giani e Alessandra Nardini.
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Consorzi di bonifica e competenze tecniche
Posted by fidest press agency su domenica, 12 luglio 2020
“Le caratteristiche fisiche dell’Italia rappresentano grandi opportunità, specie in termini di biodiversità, ma anche elementi di fragilità idrogeologica del territorio”: ad evidenziarlo è Roberto Morassut, Sottosegretario all’Ambiente, intervenuto alla prima giornata dell’Assemblea ANBI 2020 on web. “In tale contesto si inserisce l’attività dei Consorzi di bonifica, tratto italiano di un Paese speciale – sottolinea Morassut – Importanti, perché esprimono una notevole capacità tecnica nella realizzazione di opere pubbliche.”Se il Decreto Semplificazioni darà una mano a rendere più spediti i procedimenti legati alle gare di appalto, per Morassut tuttavia “c’è un punto limite: occorre innanzitutto far bene le cose e per questo c’è bisogno di rilanciare le capacità tecniche in un Paese, dove i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono peraltro comunque un concentrato di competenze.”
Sul tema del dissesto idrogeologico, Morassut ricorda, infine, come resta fondamentale l’analisi delle emergenze da parte delle Autorità di Distretto Idrografico, ma che l’attuazione dei Piani resta ad altri livelli istituzionali. Su questo, Morassut rimarca come ancora oggi manchi il coordinamento tra enti, che va invece ricercato anche grazie al Decreto Semplificazione.“Il tema della difesa suolo – conclude il Sottosegretario all’Ambiente – è fondamentale per le prospettive economiche ed occupazionali anche nell’ottica del Green New Deal”.
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Nuove tecniche di sequenziamento del genoma del SARS-CoV-2 in uso allo Spallanzani
Posted by fidest press agency su martedì, 31 marzo 2020
I ricercatori della core facility “sequenziamento avanzato (NGS)” del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” – IRCCS di Roma, diretto dalla dr.ssa Maria Rosaria Capobianchi, hanno utilizzato un nuovo kit della Thermo Fisher per ottenere il sequenziamento completo del genoma del SARS-CoV-2.Il Laboratorio di Virologia, che è stato tra i primissimi centri di ricerca in Europa, e primo in Italia, a generare dati di sequenziamento dell’intero genoma del nuovo coronavirus, si è avvalso di questo nuovo kit, chiamato Ion AmpliSeq SARS-COV-2, per analizzare il virus a partire direttamente dai campioni clinici, grazie ai metodi di ultima generazione resi possibili dai sequenziatori ad alta processività, ed esplorare così la variabilità intrinseca del genoma virale.“La capacità di eseguire rapidamente il sequenziamento di più campioni clinici e di decifrare accuratamente i cambiamenti chiave nel codice genetico del virus è cruciale per conoscere meglio il SARS-CoV-2 e sviluppare strategie per combatterlo” afferma la dott.ssa Capobianchi “Grazie all’elevato potere di risoluzione realizzato con questo tipo di sequenziamento NGS, siamo in grado di analizzare la presenza di varianti anche minoritarie che si generano nel corso della replicazione virale. Questo in genere non è possibile con altri approcci di sequenziamento massivo (es. shotgun), poiché la copertura lungo il genoma non è uniforme ed è richiesta una carica virale molto alta per ottenere un sequenziamento completo ed informativo”Oltre a ricostruire per ciascun campione la sequenza completa del genoma virale, usando questo approccio è stato possibile visualizzare in ciascun campione clinico la presenza di genomi che presentavano posizioni variate rispetto al genoma dominante. Questa osservazione ha fornito la prova che il virus si comporta come altri virus a RNA, sviluppando una quasispecie all’interno di ciascun individuo infetto. “I dati suggeriscono che, pur presentando la capacità di variare grazie al suo enzima replicativo che non è perfettamente fedele, in generale il genoma del virus è stabile, il che aumenta la probabilità che i futuri vaccini possano avere un tasso di efficacia più elevato” continua la dr.ssa Capobianchi “Le sequenze ottenute rapidamente e la loro condivisione con la comunità scientifica sono fondamentali per comprendere meglio l’epidemiologia e la diffusione di COVID-19. Questi risultati pongono le basi per lo studio delle quasispecie virali e della plasticità del genoma e forniranno indizi sulla dinamica virale e l’emergenza di varianti che possono avere un impatto patogenetico.”La disponibilità tempestiva delle sequenze è cruciale durante gli eventi epidemici: più numerose sono le sequenze complete del virus, meglio si riesce a tracciarne la traiettoria evolutiva del virus, individuare possibili varianti più patogene, monitorare costantemente l’affidabilità dei metodi diagnostici, identificare i target per un potenziale vaccino, e tracciare le catene di trasmissione. Inoltre, una volta stabiliti i farmaci ad azione antivirale diretta, il sequenziamento sarà fondamentale per monitorare la comparsa e la diffusione delle mutazioni di resistenza alle terapie antivirali.Sotto questo aspetto, la possibilità di effettuare sequenziamento genomico completo su larga scala renderà ancora più attivo il contributo italiano al database internazionale GISAID e ad altre piattaforme di condivisione delle sequenze genomiche del virus.I prossimi passi saranno continuare a sequenziare più campioni, determinare il significato biologico delle varianti geniche e studiare il percorso evolutivo del coronavirus. Questi dati preliminari necessitano ovviamente di conferme e ulteriore analisi, ma pongono le basi per una migliore comprensione di questo nuovo virus che costituisce una seria minaccia per l’umanità.
“Una sempre migliore conoscenza di questo virus è alla base di ogni decisione sia dal punto di vista clinico che epidemiologico – conclude Marta Branca, direttore generale dell’INMI – il nostro Istituto, oltre a costituire un punto di riferimento per la cura delle malattie infettive come il COVID-19, è oggi impegnato in una delicata attività di assistenza nei confronti dei decisori politici nazionali e regionali: è decisivo quindi che i nostri ricercatori abbiano a disposizione strumenti sempre più accurati per capire meglio il comportamento di questo patogeno e cercare di anticiparne la traiettoria evolutiva.” INMI “Lazzaro Spallanzani”Nato nel 1936 come presidio per la cura delle malattie infettive, l’INMI è oggi il punto di riferimento nazionale per la cura e la ricerca sulle malattie infettive.
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Botulino, tecniche più avanzate sperimentate attraverso la dissezione anatomica
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 febbraio 2020
Il futuro della tossina botulinica lascia intravedere scenari interessanti e prospettive di utilizzo che vanno ben oltre la medicina estetica. Per questo Aiteb (Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino) ha deciso di organizzare un educational workshop che servirà non solo a fare il punto sulle evidenze cliniche e sugli studi scientifici in corso, ma anche a promuovere tecniche di applicazione della tossina e dei filler sempre più precise ed efficaci. “All in live: dall’anatomia alla pratica”. Questo il titolo della giornata di approfondimento, che si svolgerà il 15 febbraio, presso il Centro Congressi Humanitas di Milano (via Manzoni 113, Rozzano). Il percorso formativo ruoterà intorno a due interessanti sessioni live di dissezione anatomica, che si svolgeranno in contemporanea con i trattamenti dal vivo.
«Approfondire la conoscenza degli aspetti anatomici del volto è un presupposto fondamentale per effettuare trattamenti sempre più efficaci. E la dissezione anatomica, che in Italia è ancora troppo poco praticata, può dare un contributo notevole» spiega Massimo Signorini, specialista in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica a Milano, nonché presidente di Aiteb. A lui spetterà il compito di dare il via al workshop con una relazione sull’evoluzione della tossina botulinica negli ultimi 10 anni. Tra i relatori, i principali esperti in materia: Salvatore Fundarò (specialista in Chirurgia plastica ed estetica a Bologna), Cesare Montecucco (specialista in Patologia generale a Padova), Gabriele Ferruccio Muti (specialista in Chirurgia plastica e ricostruttiva a Milano), Lucio Tunesi (specialista in Anestesia e Rianimazione a Milano) e Maurizio Benci (specialista in Dermatologia a Firenze). A quest’ultimo spetterà il compito di illustrare gli studi internazionali più recenti e interessanti sull’utilizzo della tossina in ambito dermatologico. «Le prospettive sono estremamente interessanti» dice Benci. «Questo farmaco è capace di curare oltre 900 patologie ed è considerato il più importante neuromodulatore, dopo quello utilizzato per la cura del Parkinson. Attualmente è allo studio la sua efficacia anche contro acne e calvizie».
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Centri storici nel cuore delle megalopoli e nuove tecniche di costruzione
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 gennaio 2020
I problemi che riguardano in particolare i centri storici, non riguardano solo la loro manutenzione ordinaria e straordinaria. Ci troviamo, da una parte, a dover gestire abitazioni bisognose di opportuni rifacimenti interni ed esterni oltremodo costosi per garantire la migliore esposizione al sole dei locali, l’impiego dei materiali isolanti, i doppi vetri oltre alle varie innovazioni tecniche che vanno a toccare le strutture stesse dei fabbricati anche senza dover arrivare alla loro trasformazione con tetti dalla linea ad ala d’aereo per creare un microclima favorevole e l’autoventilazione estiva.
Si tratta, in quest’ultimo caso, di un genere di costruzione già realizzata con i 5 villaggi bio-climatici in Val d’Oise (Parigi) e progettati dal londinese Richard Rogers ed altri similari ideati dall’italiano Renzo Piano. Ciò che intendo dire è che abbiamo inserito in maniera a dir poco sbrigativa edifici con tecniche di costruzione diversissima, a partire dai complessi dei centri storici, con il risultato che si sono trasformati in altrettante trappole per chi si è trovato a doverli utilizzare in epoche successive a cavallo tra il rispetto per i beni archeologici e la necessità di renderli funzionali alle esigenze dei giorni nostri.
I tetti delle nuove case di Amsterdam e Berlino, ad esempio, sono rivestiti con una particolare tegola fotovoltaica che trasforma la luce in elettricità. L’alto costo di questa tegola viene sostenuto dal Land e dalla compagnia elettrica in cambio del diritto di usare l’energia eccedente a costo zero. Eppure in tutti questi processi di trasformazione e di adattamento alle nuove esigenze dell’uomo contemporaneo non si è tenuto nemmeno conto, se non in minima parte, dello sviluppo delle autostrade telematiche. In altri termini noi possiamo comunicare con il mondo esterno in due modi: o prendendo la macchina o i mezzi pubblici per andare al lavoro e per fare delle commissioni o collegandoci con la rete telematica. Quest’ultima può contemperare molte cose messe insieme: il lavoro, lo svago, lo shopping, la comunicazione e lo sviluppo dei rapporti sociali. E’ un sistema, tutto sommato, che ha il vantaggio di ridurre il bisogno di mobilità all’interno della cerchia urbana per non parlare di quella esterna. Nello spirito di questa logica informatica Il cittadino potrà avere a domicilio servizi inediti: ottenere certificati e documenti, fare operazioni bancarie, prenotare biglietti per viaggi e spettacoli e lavorare su commissione.
Se ad una determinata ora “X” in una metropoli introducessimo tutte insieme queste novità ci troveremo con un “centro storico” meta solo di turisti per visitare gli edifici, i musei e le sue bellezze architettoniche e per la restante parte della città ci imbatteremmo in una circolazione limitata e per lo più non inquinante e con il 30% della popolazione che preferisce non muoversi da casa poiché nella propria residenza può fare di tutto.
Inoltre in queste magione – ufficio si può proprio dire che l’efficienza e la funzionalità è di …casa. Sono edifici che possono richiedere un 60% in meno di energia totale rispetto a quelli tradizionali e capaci di riciclare anche fino all’80% i rifiuti che produce. Inoltre si possono avere dei climatizzatori d’aria senza l’adozione dei cfc e per l’isolamento del tetto alla pavimentazione delle cantine si può far uso di materiali da costruzione riciclati o quantomeno prodotti con tecnologie rispettose dell’ambiente.
A loro volta gli interni sono dotati di un sistema di fotorivelatori e sensori di movimento in grado non solo di aggiustare la luminosità a seconda delle necessità ma addirittura di spegnere automaticamente le luci in una stanza quando non è più occupata. I risparmi di illuminazione e per gli usi domestici si riflettono doppiamente sui costi di gestione. Infatti ogni watt in meno, bruciato da una lampadina, significa anche una riduzione del lavoro dei sistemi di raffreddamento. Le finestre, a loro volta, con i doppi vetri ed imbottite di uno strato polimerico in grado di bloccare i raggi infrarossi, possono in estate riflettere gran parte del calore proveniente dall’esterno ed in inverno conservare il proprio calore con altri consistenti risparmi energetici.
I mobili sono anch’essi concepiti con l’intento di non causare la deforestazione ai tropici, le piastrelle sono prodotte con il vetro di lampadine rotte e il rivestimento interno dei pavimenti in luogo dell’usuale compensato imbevuto di formaldeide è costituito da omasote, un materiale ottenuto dal riciclaggio dei giornali vecchi. I giapponesi a loro volta, proprio perché stimolati dalla loro endemica scarsità di territorio, possono fornirci soluzioni a base di città galleggianti e di abitati sotterranei. Saranno città “intelligenti” completamente informatizzate con reti Isdn (Integrated Service Digital Network) che controlleranno la climatizzazione ed il sistema di trasporto.
Le autovetture elettriche pubbliche saranno più accessibili, di quanto non lo siano ora, e saranno dotate di carta magnetica e con pagamento diretto sul conto dell’utilizzatore. Inoltre il controllo computerizzato assicurerà tempi certi di spostamento. In questa misura per muoversi da un capo all’altro della città il tempo massimo previsto potrà essere non superiore ai 15 minuti per settori distanti 25/30 Km. Ma a questo punto ci troveremmo con un altro genere di esigenze come quelle di avere più spazi verdi, più svaghi serali per smaltire le lunghe ore trascorse in casa ma senza dover necessariamente, per tale genere di aspettative, far ricorso all’auto per coprire talune distanze. Dovremmo, in pratica, avere tutti questi “centri servizi” nell’ambito dei propri insediamenti abitativi per cui muoversi a piedi diventerebbe agevole anche per i più anziani. Questo potrebbe essere un modello di città futura senza dover attendere molto tempo per vederla realizzarsi. Una sua presentazione, in dettaglio per chi ne vuole sapere di più, la troveremo illustrata in un altro mio lavoro titolato “Vulnus”. (Riccardo Alfonso)
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L’UE tenga chiuse le porte alle nuove tecniche di mutagenesi (NBT)
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 luglio 2019
È passato un anno dal 25 luglio 2018, quando la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha stabilito che gli organismi ottenuti con le nuove tecniche di mutagenesi (New Breeding Techniques – NBT), come il CRISPR, devono rientrare nella già esistente direttiva sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e devono quindi essere soggetti ad accurate procedure di valutazione del rischio.I rappresentanti dell’industria e diversi Stati membri dell’Unione europea stanno attualmente esercitando pressioni sugli organi legislativi dell’UE affinché le NBT siano escluse dalla normativa vigente che li equipara agli OGM. Slow Food è certa che ciò minerebbe il principio di precauzione e che da ciò deriverebbe un’ulteriore limitazione della libera scelta dei consumatori oltre che della sovranità degli agricoltori. Le NBT sono ottenute mediante mutagenesi diretta (che consente la modificazione diretta del DNA di piante o animali) ma, a differenza degli OGM, non includono geni estranei; restano comunque un prodotto dell’agroindustria, con conseguenti analoghi rischi e incertezze.
Cogliamo l’occasione del primo anniversario della sentenza della Corte di Giustizia Europea per chiedere all’Unione Europea di non cedere alle pressioni e di rispettare questa decisione. Slow Food ha già in passato attivamente sensibilizzato il pubblico sull’importanza di mantenere la classificazione legale degli organismi prodotti con queste nuove tecniche uguale a quella degli OGM, e continua ad invocare il principio di precauzione, protetto e sancito dal diritto comunitario europeo.
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Dal dagherrotipo al digitale La fotografia e le sue tecniche
Posted by fidest press agency su martedì, 28 Maggio 2019
Pavia 1-30 giugno 2019 Inaugurazione: sabato 1° giugno 2019 ore 17.30 Museo della Tecnica Elettrica (MTE) via Adolfo Ferrata 6 mostra a cura di Roberto Mutti Orari di apertura al pubblico martedì, mercoledì e domenica: 9.00-19.30 giovedì, venerdì, sabato: 9.00-24.00. La storia della fotografia, l’invenzione che quest’anno festeggia il suo 180° compleanno, è sempre stata frutto di emozioni, ricerche, innovazioni infinite che non si fermano né conoscono frontiere, passando da arte riservata a pochi a mezzo di comunicazione universale.La fotografia si basa su due grandi principi, quello estetico-creativo e quello tecnologico ma se la sua storia si è giustamente identificata con quella dei grandi autori che l’hanno realizzata, meno attenzione è stata riservata alla straordinaria evoluzione delle sue tecniche. È dunque nell’ottica di raccontare proprio le tecniche che ne hanno segnato la crescita della fotografia che il Museo della Tecnica Elettrica (MTE) di Pavia, nato nel 2007 con l’obiettivo di preservare e promuovere il patrimonio culturale della tecnica elettrica, e oggi importante punto di riferimento culturale sul territorio diretto dalla prof.ssa Michela Magliacani, presenta dal 1° al 30 giugno la mostra “AA.VV. Dal dagherrotipo al digitale. La fotografia e le sue tecniche” a cura di Roberto Mutti.
Michela Magliacani, direttrice del Museo della Tecnica Elettrica di Pavia: «Per noi è stato un onore, ancor prima che un dovere, poter ospitare nei nostri spazi una mostra che raccontasse la storia di uno dei mezzi della comunicazione più democratici che si conosca, la fotografia. L’MTE fa parte del Sistema Museale dell’Università di Pavia ed è nostro compito ricercare, conservare e divulgare la storia e la cultura della tecnica elettrica. Ovvero spiegare alle persone che vengono a trovarci la nascita di un qualcosa che fa parte della quotidianità di tutti noi. Con questo spirito crediamo nell’arte e in tutte le sue espressioni per avvicinare grandi e piccoli alla conoscenza del nostro patrimonio».La mostra, inserita nella programmazione della prima edizione di Pavia Foto Festival, espone in apposite teche pezzi originali antichi raramente visti da vicino (dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipie, carte de visite, calotipi, carte salate, autochrome, stampe “al chiaro di luna”), pellicole, diapositive e immagini analogiche di un recente passato, fotografie digitali contemporanee.Tutte le storie hanno un inizio, e quella della fotografia moderna la si può far risalire al 9 luglio del 1839 con il pittore e scenografo teatrale francese Louis Jacque Mandè Daguerre che dava vita al procedimento fotografico conosciuto come “dagherrotipo”: una lastra ricoperta d’argento che, esposta ai vapori dello iodio, messa in camera oscura e posizionata davanti al soggetto da riprendere, dopo una posa lunga e un lavaggio in sale marino e mercurio, svelava un’immagine speculare del soggetto fotografato.
In mostra al Museo della Tecnica Elettrica di Pavia compaiono anche opere di autori contemporanei (Beniamino Terraneo con i suoi dagherrotipi, Stefania Ricci con le cianotipie, Paolo Marcolongo con clichè verre e kyrlian, Federico Patrocinio con la fotografia stenopeica, Beppe Bolchi con il distacco polaroid in bottiglia, Roberto Montanari con la gomma bicromatata, Dino Silingardi con le stampe al platino e al carbone, Erminio Annunzi con la stampa ad annerimento) che si dedicano a queste antiche e talvolta più recenti tecniche con risultati sorprendenti. Ma anche all’evoluzione contemporanea è dedicato molto spazio, perché il passaggio dalla “camera oscura” (in mostra esempi di comparazione fra stampe su carta baritata e politenata) alla “camera chiara” ha portato a una varietà di soluzioni che vanno dalla stampa lambda a quella ai pigmenti di carbone, dalla fine art alla stampa su materiali diversi come il propilene, il metallo, il plexiglass. Organizzata da photoShowall, la prima edizione di Pavia Foto Festival, vuole favorire la “contaminazione” tra progetti artistici, spazi espositivi e visitatori, propone sino 30 giugno 2019 un calendario di 15 differenti mostre in 14 spazi pubblici e privati, tra Pavia, Milano e Voghera (www.paviafotofestival.it).
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Centri storici nel cuore delle megalopoli e nuove tecniche di costruzione
Posted by fidest press agency su martedì, 17 luglio 2018
I problemi che riguardano in particolare i centri storici, non riguardano solo la loro manutenzione ordinaria e straordinaria. Ci troviamo, da una parte, a dover gestire abitazioni bisognose di opportuni rifacimenti interni ed esterni oltremodo costosi per garantire la migliore esposizione al sole dei locali, l’impiego dei materiali isolanti, i doppi vetri oltre alle varie innovazioni tecniche che vanno a toccare le strutture stesse dei fabbricati anche senza dover arrivare alla loro trasformazione con tetti dalla linea ad ala d’aereo per creare un microclima favorevole e l’autoventilazione estiva.
Si tratta, in quest’ultimo caso, di un genere di costruzione già realizzata con i 5 villaggi bio-climatici in Val d’Oise (Parigi) e progettati dal londinese Richard Rogers ed altri similari ideati dall’italiano Renzo Piano. Ciò che intendo dire è che abbiamo inserito in maniera a dir poco sbrigativa edifici con tecniche di costruzione diversissima, a partire dai complessi dei centri storici, con il risultato che si sono trasformati in altrettante trappole per chi si è trovato a doverli utilizzare in epoche successive a cavallo tra il rispetto per i beni archeologici e la necessità di renderli funzionali alle esigenze dei giorni nostri.
I tetti delle nuove case di Amsterdam e Berlino, ad esempio, sono rivestiti con una particolare tegola fotovoltaica che trasforma la luce in elettricità. L’alto costo di questa tegola viene sostenuto dal Land e dalla compagnia elettrica in cambio del diritto di usare l’energia eccedente a costo zero. Eppure in tutti questi processi di trasformazione e di adattamento alle nuove esigenze dell’uomo contemporaneo non si è tenuto nemmeno conto, se non in minima parte, dello sviluppo delle autostrade telematiche. In altri termini noi possiamo comunicare con il mondo esterno in due modi: o prendendo la macchina o i mezzi pubblici per andare al lavoro e per fare delle commissioni o collegandoci con la rete telematica. Quest’ultima può contemperare molte cose messe insieme: il lavoro, lo svago, lo shopping, la comunicazione e lo sviluppo dei rapporti sociali. E’ un sistema, tutto sommato, che ha il vantaggio di ridurre il bisogno di mobilità all’interno della cerchia urbana per non parlare di quella esterna. Nello spirito di questa logica informatica Il cittadino potrà avere a domicilio servizi inediti: ottenere certificati e documenti, fare operazioni bancarie, prenotare biglietti per viaggi e spettacoli e lavorare su commissione.
Se ad una determinata ora “X” in una metropoli introducessimo tutte insieme queste novità ci troveremo con un “centro storico” meta solo di turisti per visitare gli edifici, i musei e le sue bellezze architettoniche e per la restante parte della città ci imbatteremmo in una circolazione limitata e per lo più non inquinante e con il 30% della popolazione che preferisce non muoversi da casa poiché nella propria residenza può fare di tutto.
Inoltre in queste magione – ufficio si può proprio dire che l’efficienza e la funzionalità è di …casa. Sono edifici che possono richiedere un 60% in meno di energia totale rispetto a quelli tradizionali e capaci di riciclare anche fino all’80% i rifiuti che produce. Inoltre si possono avere dei climatizzatori d’aria senza l’adozione dei cfc e per l’isolamento del tetto alla pavimentazione delle cantine si può far uso di materiali da costruzione riciclati o quantomeno prodotti con tecnologie rispettose dell’ambiente.
A loro volta gli interni sono dotati di un sistema di fotorivelatori e sensori di movimento in grado non solo di aggiustare la luminosità a seconda delle necessità ma addirittura di spegnere automaticamente le luci in una stanza quando non è più occupata. I risparmi di illuminazione e per gli usi domestici si riflettono doppiamente sui costi di gestione. Infatti ogni watt in meno, bruciato da una lampadina, significa anche una riduzione del lavoro dei sistemi di raffreddamento. Le finestre, a loro volta, con i doppi vetri ed imbottite di uno strato polimerico in grado di bloccare i raggi infrarossi, possono in estate riflettere gran parte del calore proveniente dall’esterno ed in inverno conservare il proprio calore con altri consistenti risparmi energetici.
I mobili sono anch’essi concepiti con l’intento di non causare la deforestazione ai tropici, le piastrelle sono prodotte con il vetro di lampadine rotte e il rivestimento interno dei pavimenti in luogo dell’usuale compensato imbevuto di formaldeide è costituito da omasote, un materiale ottenuto dal riciclaggio dei giornali vecchi. I giapponesi a loro volta, proprio perché stimolati dalla loro endemica scarsità di territorio, possono fornirci soluzioni a base di città galleggianti e di abitati sotterranei. Saranno città “intelligenti” completamente informatizzate con reti Isdn (Integrated Service Digital Network) che controlleranno la climatizzazione ed il sistema di trasporto.
Le autovetture elettriche pubbliche saranno più accessibili, di quanto non lo siano ora, e saranno dotate di carta magnetica e con pagamento diretto sul conto dell’utilizzatore. Inoltre il controllo computerizzato assicurerà tempi certi di spostamento. In questa misura per muoversi da un capo all’altro della città il tempo massimo previsto potrà essere non superiore ai 15 minuti per settori distanti 25/30 Km.
Ma a questo punto ci troveremmo con un altro genere di esigenze come quelle di avere più spazi verdi, più svaghi serali per smaltire le lunghe ore trascorse in casa ma senza dover necessariamente, per tale genere di aspettative, far ricorso all’auto per coprire talune distanze. Dovremmo, in pratica, avere tutti questi “centri servizi” nell’ambito dei propri insediamenti abitativi per cui muoversi a piedi diventerebbe agevole anche per i più anziani. Questo potrebbe essere un modello di città futura senza dover attendere molto tempo per vederla realizzarsi. Una sua presentazione, in dettaglio per chi ne vuole sapere di più, la troveremo illustrata in un altro mio lavoro titolato “Vulnus”. (Riccardo Alfonso)
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Processo e tecniche di attuazione dei diritti
Posted by fidest press agency su lunedì, 13 novembre 2017
Roma Venerdì 17 Novembre 2017, ore 0:00 / 18 Novembre 2017 Aula Magna del Rettorato Via Ostiense 159 si terrà nell’Aula Magna, un convegno dal titolo “Processo e tecniche di attuazione dei diritti”, a trent’anni dallo storico convegno tenutosi a Palermo sul medesimo tema, quanto mai attuale. L’iniziativa costituisce un omaggio a chi, di quel convegno, fu l’animatore: il prof. Salvatore Mazzamuto, che ha dato lustro e prestigio al Dipartimento di Giurisprudenza, avendovi per molti anni insegnato Diritto civile. Il convegno vede la partecipazione d’illustri studiosi di Diritto civile, e non solo.
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Mostra ‘Francesco Cellini. Strumenti e tecniche del progetto di architettura’
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 novembre 2016
Roma Martedì 15 Novembre 2016, ore 18:00 / 8 Gennaio 2017 Padiglione 9B MACRO Testaccio Piazza Giustiniani. Luca Bergamo, Assessore alla Crescita culturale, Roma Capitale Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Elisabetta Pallottino, Direttore del Dipartimento di Architettura Roma Tre inaugurazione della mostra Francesco Cellini. Strumenti e tecniche del progetto di architettura.
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Ferite difficili
Posted by fidest press agency su martedì, 28 giugno 2016
Dubai. E’ italiana la tecnica che ha guarito i primi tre pazienti al mondo, trattati presso l’Ospedale Governativo Al Qasimi degli Emirati Arabi Uniti, da ferite inguaribili. Si tratta di ferite croniche che non progrediscono nelle fisiologiche fasi di guarigione e che necessitano di lunghi periodi di guarigione e nursing continuo per evitare le complicanze come infezioni e necrosi. I primi tre pazienti trattati, che manifestavano un quadro clinico particolarmente complesso e critico in quanto affetti da cangrene alle estremità ed esiti di amputazione con complicazioni renali e vascolari, sono stati trattati con una innovativa tecnica, messa a punto da Bioscience Institute, multinazionale italiana che a Dubai ha una delle sue cell factory.
I chirurgi dell’Ospedale Al Qasimi hanno prelevato circa 20 ml di grasso dall’addome dei pazienti per poi inviarlo ai laboratori di Bioscience dove si è provveduto ad estrarre, isolare ed espandere le cellule staminali presenti nel tessuto stesso. La coltura, dopo 14 giorni, ha prodotto circa 100 milioni di cellule staminali mesenchimali del tessuto adiposo che sono state utilizzate sullo stesso paziente da cui è stato prelevato il grasso. Le cellule staminali sono state iniettate direttamente nel letto della ferita e anche poste a copertura della stessa mediante uno scaffold (supporto) di collagene. Risultati evidenti sono stati visti già nelle prime 48 ore successive, mentre nei giorni successivi si è assistito ad una rapidissima progressione di guarigione che evidenziava l’efficacia della cura. L’innovazione della cura è rappresentata dalla decisa spinta alla guarigione della ferita che viene apportata dalle cellule staminali e che, invece, non si ottiene con le medicazioni tradizionali che si limitano a mantenere i tessuti in condizioni sterili affinché i naturali processi fisiologici di guarigione non siano ostacolati da infezioni o tessuto necrotico. Le medicazioni tradizionali esprimono grandi limiti quando il quadro clinico del paziente è compromesso da insufficienze funzionali (renale, vascolare, ecc) tant’è che, non riuscendo a indurre a guarigione la ferita entro un tempo ragionevole, producono una conseguenza devastante che è la cronicizzazione.
Come ha dichiarato il Dr Saqr Al Mulla, primario di Chirurgia Plastica e deputy CEO dell’Al Qasimi Hospital: “L’ospedale ha impiegato più di un anno per ottenere l’approvazione da parte del comitato etico del Ministry of Health degli Emirati Arabi Uniti e questo studio rappresenta un precedente mondiale nel settore della cura delle ferite difficili che sono un processo complesso che coinvolge l’interazione tra cellule, citochine e matrice extracellulare”. Sono ulcere diabetiche, venose e reumatiche, ferite da ustione, piaghe da decubito, le ‘ferite difficili’ di cui si parla poco nonostante che interessano almeno l’1% della popolazione italiana e mondiale.
Quando la pelle sana subisce una ferita, le proteine e i fattori di crescita presenti in essa, si attivano nel processo di riparazione e provvedono alla rigenerazione di nuova pelle. Ma in presenza di alcune patologie, alcune molto comuni come il diabete o le malattie circolatorie, la pelle perde le sostanze biologiche necessarie a questo processo con il risultato di una mancata guarigione.Nei soggetti con diabete le ulcere del piede sono responsabili dell’87% delle amputazioni non traumatiche e la mortalità a 3 anni è drammaticamente alta, essendo stimata in una percentuale variabile tra il 20 e il 50%. Inoltre le ulcere diabetiche rappresentano un elevatissimo costo per il sistema sanitario vista la necessità di cure continue e complicazioni. Il costo annuo di un’ulcera è circa 8000 dollari che diventano 17mila se la ferita si infetta e arriva a 45mila se diventa necessaria l’amputazione per salvare la vita del paziente. Ma le ferite difficili sono un problema che interessa anche pazienti con malattie cardiache e disturbi del circolo sanguigno, ma anche malattie autoimmuni, intossicazioni croniche, leucemie e malattie mieloproliferative.Oltre alla nuova tecnica resa possibile dall’innovazione fornita dai laboratori Bioscience Institute, i pazienti possono crioconservare le proprie cellule staminali del tessuto adiposo per un uso futuro. Si è visto, infatti, che il trattamento tempestivo, entro 12 settimane dallo sviluppo delle ulcere, riduce il rischio di una evoluzione sfavorevole della malattia, la cronicità e soprattutto che le complicazioni che portano all’amputazione. In molti studi le staminali derivate da tessuto adiposo (ADSC) hanno mostrato la capacità di guarire le ferite più velocemente ed efficacemente dei trattamenti di routine oltre ad essere efficaci in tutti i casi di ferite resistenti alle terapie standard.
Le attuali terapie cellulari basate sull’utilizzo delle cellule cutanee (cheratinociti e fibroblasti) non sortiscono risultati significativi per la mancanza di matrici extracellulari a livello dei tessuti della ferita, mentre le cellule del tessuto adiposo posseggono proprietà come la capacità di ricostruire la matrice extracellulare che rappresenta il supporto (scaffold) attorno al quale le altre cellule si organizzano, oltre ad un ruolo nel rilasciare cellule vitali nella ferita, proteine e collagene che hanno un ruolo fondamentale nella guarigione.
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Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni
Posted by fidest press agency su giovedì, 29 ottobre 2015
Parma 30 ottobre: convegno sulle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) e confronto con la normativa 2008
L’incoVenerdì 30 ottobre, nell’Aula Magna del Palazzo Centrale dell’Ateneo (via Università 12), con inizio alle ore 10, si terrà il convegno “NTC 2008 – NTC 2015 a confronto: focus sugli aspetti geotecnici”. Dopo i saluti del Rettore Loris Borghi, i lavori saranno aperti dal prof. ing. Giovanni Franceschini, Prorettore Vicario. Il convegno è organizzato sotto gli auspici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, su iniziativa della prof.ssa ing. Lorella Montrasio, docente di geotecnica dell’Università degli Studi di Parma nonché componente del Gruppo di lavoro NTC del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.Interverranno al convegno l’on. Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e ai Trasporti, l’ing. Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, l’ing. Angelo Tedeschi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Parma, il prof. ing. Franco Braga, dell’Università di Roma La Sapienza e Coordinatore del Gruppo di lavoro NTC del CSLLPP, e il prof. ing. Alberto Burghignoli, dell’Università di Roma La Sapienza e del Gruppo di lavoro NTC del CSLLPP. Questa giornata ha l’obiettivo di evidenziare le novità sull’iter di approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni NTC2014, esitate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nell’ottobre dello scorso anno, nonché di approfondirne i contenuti e le differenze rispetto alla normativa vigente (NTC2008), rivolgendosi in special modo agli ingegneri professionisti che delle norme tecniche fanno uso nello svolgimento delle attività di progettazione.Verranno messi in evidenza non solo gli aspetti tecnici della nuova Norma, in parte illustrati dai lavori di confronto con la NTC2008, redatti dai futuri ingegneri del Corso di Laurea in Ingegneria Civile dell’Università di Parma, ma anche sui principi in base ai quali essa è stata concepita, con particolare riferimento alla storia delle NTC e alla loro futura evoluzione.Proprio dal dibattito è atteso un contributo che, derivando dal confronto diretto tra professionisti e istituzioni, possa fornire spunti validi per la futura evoluzione normativa.
Il focus della conferenza è dedicato agli aspetti geotecnici della progettazione ma gli interventi dei relatori e il dibattito atteso sono di prospettiva più ampia.Il convegno è organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Parma che riconoscerà tre crediti formativi ai partecipanti iscritti ed è patrocinato dall’Associazione Geotecnica Italiana.
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Siena Jazz
Posted by fidest press agency su martedì, 21 luglio 2015
Dal 24 luglio al 7 agosto a Siena due settimane all’insegna del “fare musica” condividendo esperienze, confrontando linguaggi musicali e armonizzando le culture di paesi diversi, il tutto all’interno di una organizzazione della didattica altamente innovativa che conferma la prestigiosa istituzione senese come eccellenza europea nell’alta formazione musicale. Sono in programma 68 laboratori musicali, 2 lezioni al giorno di tecniche dell’improvvisazione applicate allo strumento, altrettante di musica d’insieme e, tra le novità, il Master di canto e il prestigioso Seminario speciale diretto da Enrico Rava: l’insegnamento fondante per tutti i corsi è l’acquisizione e la condivisione di esperienze, per cui ogni giorno gli studenti devono impegnarsi in due gruppi di musica d’insieme, con formazioni e docenti diversi, e in due lezioni di tecniche dell’improvvisazione applicata allo strumento, anch’esse con docenti diversi. Le classi di musica d’insieme sono coordinate dal docente che, oltre ad insegnare, suona e dirige la formazione come se fosse il leader del gruppo: una inedita occasione artistica per gli studenti e difficilmente riproponibile nelle altre scuole. Alla fine in due settimane le classi di musica d’insieme che vengono a comporsi sono 64, con scambi internazionali tra allievi e i musicisti: si crea così l’atmosfera di un vero e proprio Campo estivo,

Siena, ITA, 27.07.2008: Die -Seminari Senesi di Musica Jazz- finden seit 38. Jahren jeden Sommer und fuer zwei Wochen in Siena statt. Sie bieten an 200 jungen Musiker die Moeglichkeit von renommierten italienischen jazzern und Musikhistoriker Unterricht zu bekommen. Schueler vor einem Bildschirm, alle Unterrichtsraeumen sind mit HiFi Anlage, Computer und hellhoerig. | Siena, ITA, 27.07.2005: For years Siena jazz has been recognised as a qualified teaching reality and national reference point for jazz specialisation, high qualification courses and the professional formation of its participants aiding their entrance into professional jazz and contemporary music scene. |
un’esperienza che per tutti gli studenti diventa un importante momento di crescita, non solo artistica, da ricordare negli anni. Gli allievi possono inoltre contare su 26 aule – completamente attrezzate per la musica d’insieme e le tecniche dell’improvvisazione – e particolare attenzione è data ai concerti che da sempre affiancano la didattica e che vedono alternarsi sui vari palcoscenici delle Società di contrada 100 formazioni musicali diverse.
Grazie all’intensificarsi delle cooperazioni europee ed extraeuropee portate avanti già da tempo dalla Fondazione Siena Jazz e grazie ai successi ottenuti nei bandi nazionali ministeriali, quest’anno nel fitto calendario di concerti – 15 in altrettanti giorni – spiccano le due nuove rassegne “Young Lions For Europe” e “Giovani Talenti Italiani” dove sono protagoniste le rappresentative di alcuni tra i più importanti conservatori europei e festival italiani. Allo straordinario programma estivo si aggiungono così altri 8 concerti, alzando sempre di più il livello qualitativo dell’offerta culturale e didattica proposta da Siena Jazz. Inoltre, il 3 agosto arriva “ChiJazz Lab”- Chigiana meets Siena Jazz, una serata in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana, che inaugura una sinergia fortemente voluta dalle due istituzioni: sul palco un sestetto formato da tre musicisti di jazz – Stefano Battaglia, Paolino Dalla Porta, Roberto Gatto – e da tre musicisti di musica classica – Luciano Tristaino, Alessandro Carbonare, Antonio Caggiano – per un concerto unico nel suo genere. Il cartellone si apre venerdì 24 luglio in piazza Provenzano con un doppio set: per la rassegna “Giovani talenti italiani” protagonista il gruppo vincitore del progetto “We Insist!” promosso dall’Associazione MIDJ – Musicisti Italiani di Jazz, composto da Federico Pierantoni, Giovanni Benvenuti, Fabio Tuminelli e Andrea Grillini e a seguire l’esibizione della “SJU Jazz Orchestra”, formata da 25 studenti dei corsi della Siena Jazz University. Per l’occasione l’orchestra, diretta dal maestro Roberto Spadoni, si avvale della partecipazione straordinaria di due grandi musicisti della scena jazz nazionale, il trombettista Fulvio Sigurtà e il clarinettista Achille Succi. Con gli appuntamenti di “Siena Jazz masters” e le ormai tradizionali “Jam session in Contrada”, fino al 7 agosto continua il susseguirsi di concerti, che vede alternarsi sul palco ogni sera un minimo di due formazioni, fino al grande evento dei concerti conclusivi, una vera e propria “maratona jazz” di due giorni, con doppie postazioni in cui si esibiscono 64 gruppi di musica di insieme, guidati dai docenti che suonano nelle formazioni come leader dei gruppi, in produzioni originali composte per l’occasione. Un appuntamento che viene ripetuto per due volte, offrendo al pubblico un’opportunità unica per gustare una varietà di differenze stilistiche e di repertorio. (foto: siena jazz)
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Le tecniche innovative di Microdentistry al VI meeting “Laser Day”
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 novembre 2013
Milano giovedì 28, e venerdì 29 novembre 2013 Si rinnova il tradizionale appuntamento che annualmente riunisce a Milano, presso l’ISI, in via Pace 21, esperti e neofiti della terapia laser-assistita in odontostomatologia e il dottor Francesco Martelli è stato invitato a portare la propria esperienza di direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca fiorentino all’avanguardia nell’applicazione delle nuove metodologie.
Coordinerà l’evento il professor Rolando Crippa, direttore del reparto di Laserterapia e Patologia Orale dell’ISI e autore di importanti articoli scientifici e testi universitari. Nella giornata di giovedì sarà dato spazio alla pratica mentre quella di venerdì sarà dedicata all’aggiornamento.Il dottor Martelli, fondatore di Microdentistry, e anch’egli autore di testi e numerosi articoli scientifici sull’argomento, terrà una relazione sull’uso del laser nel trattamento della peri-implantite, patologia che interessa oltre il 50% degli impianti dentali.L’argomento è di estremo interesse visto l’altissimo numero di impianti che ogni anno vengono utilizzati in odontoiatria e considerato il fatto che non esistono in letteratura protocolli per la prevenzione e il trattamento della peri-implantite. L’incontro è alla sua sesta edizione e ogni anno si arricchisce di partecipanti e di relatori, ognuno con alle spalle anni di esperienza e ricerca nel campo della tecnologia laser. L’evento precongressuale del giovedì sarà riservato ai medici chirurghi-odontoiatri che avranno la possibilità di eseguire alcune prove pratiche, mentre venerdì 29 novembre il Meeting sarà esclusivamente teorico e aperto anche agli igienisti dentali.L’utilizzo della tecnologia laser ha permesso, negli ultimi anni, un grande salto di qualità in tutti i campi dell’odontoiatria, rendendola meno invasiva, più confortevole, più predicibile nei risultati, meno costosa e più gradita ai pazienti.
L’evento, organizzato dall’Istituto Stomatologico Italiano in collaborazione con DMT (Dental Medical Technologies), è patrocinato dall’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), dall’AIDI (Associazione Igienisti Dentali Italiani), dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, dalle associazioni IAHT (International Academy of High Tech) e AIOLA (Associazione Italiana Odontoiatria Laser Assistita).www.microdentistry.it
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Nuove tecniche:chirurgia ginecologica oncologica
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 Maggio 2012
Nell’ambito della chirurgia ginecologica oncologica si è assistito, negli ultimi anni, a importanti progressi volti a migliorare gli esiti operatori, riducendo al minimo il trauma per il paziente. La tecnica laparoscopica tradizionale (che prevede generalmente 4 piccole incisioni a livello addominale) praticata da oltre 15 anni sta, infatti, vivendo, negli ultimi tempi, rapide evoluzioni che vedono in primo piano la laparoscopia mono accesso (o SILS – Single Incision Laparoscopic Surgery) dove l’intervento viene eseguito con una singola incisione, attraverso l’ombelico e la chirurgia mininvasiva mono accesso robotica, che coniuga i vantaggi dell’utilizzo del “single port” – e del conseguente minor trauma per il paziente – con i vantaggi della chirurgia robotica (visione tridimensionale del campo operatorio, movimento a 360° degli strumenti chirurgici robotici, migliore precisione da parte del chirurgo e minori perdite ematiche).Di fronte a queste nuove acquisizioni tecnologiche, tuttavia, il chirurgo oncologo si interroga sulla necessità di integrare le diverse tecniche in modo da offrire una terapia chirurgica sempre più “a misura di paziente”, delle sue esigenze, del quadro clinico contingente, che tenga anche conto della necessità di un contenimento dei costi, venendo a configurare l’opportunità di un percorso di formazione, che consideri le curve di apprendimento di ciascuna metodica, puntando a un processo complessivo rapido e soddisfacente.In questo contesto si inserisce un Workshop Internazionale dal titolo: “Innovation on Minimally Invasive Surgery in Gynecology Oncology” in programma il 7 e l’8 maggio presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, presieduto da Enrico Vizza, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina e da Masaaki Andou, Direttore del Dipartimento di Ginecologia del Kurashiki Medical Center, cui parteciperanno i massimi esperti di chirurgia ginecologica oncologica mininvasiva.“La nuova frontiera della chirurgia laparoscopica è rappresentata dalle tecniche monoaccesso e la robotica avrà un campo di applicazione elettivo nella chirurgia mininvasiva con un solo trocar – dichiara Enrico Vizza – Se già la SILS rappresenta un’importante evoluzione della laparoscopia tradizionale in termini di minor invasività, minore dolore e recupero più rapido nel post-operatorio per il paziente, l’introduzione del robot nella chirurgia mininvasiva monoaccesso ha portato ulteriori vantaggi, soprattutto per il chirurgo, che può così ovviare ad alcune difficoltà tecniche di quest’ultima, dovute a una maggiore complessità della gestione degli strumenti in sede intraoperatoria, a causa dello spazio limitato di azione. Grazie alla visione tridimensionale offerta dalla telecamera con due ottiche, infatti, la chirurgia robotica permette un campo di azione molto chiaro, consentendo il governo degli strumenti in modo assolutamente naturale”. Un recente studio, pubblicato su Annuals of Surgical Oncology in cui vengono messe a confronto le tecniche laparoscopiche standard, la SILS e la robotica nella chirurgia ginecologica oncologica, dimostra che i risultati della chirurgia monoaccesso sono paragonabili se non superiori alla laparoscopia convenzionale in termini di perdita di sangue, degenza ospedaliera e dolore post operatorio. Un altro elemento importante è, poi, quello che con la SILS e la robotica è possibile asportare un maggior numero di linfonodi pelvici. “Ma laddove c’è la possibilità di utilizzare metodiche tecnologicamente innovative – continua Enrico Vizza – l’introduzione di queste tecniche nella vita quotidiana di noi chirurghi deve essere gestito e razionalizzato. Per questo motivo è importante stabilire quale potrà essere il futuro immediato di queste tecnologie, il loro utilizzo pratico e in sicurezza, le indicazioni per le diverse patologie in modo che, se un chirurgo intende utilizzare queste metodiche, possa fare riferimento a procedure standardizzate e ripetibili. Se non chiariamo questi aspetti – commenta Vizza – anche la migliore tecnologia rischia di fallire e di non diffondersi. All’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena, ogni anno vengono eseguiti circa 450 interventi chirurgici in ambito di ginecologia oncologica, dei quali l’85% per via endoscopica. “Presso il nostro Centro – continua Vizza – negli ultimi 8 mesi abbiamo eseguito 30 interventi con la tecnica SILS e da gennaio 2012, 7 procedure attraverso la chirurgia mininvasiva mono accesso robotica. Il campo di applicazione principale della chirurgia mininvasiva monoaccesso è l’isterectomia radicale e la linfoadenectomia pelvica e lombo aortica nel carcinoma dell’endometrio e della cervice. Secondo la nostra esperienza, riteniamo che il futuro potrà essere rappresentato dall’utilizzo della SILS associata al robot per gli interventi più complessi, mentre per i casi più semplici, la SILS senza robot”.
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Terapie estetiche con botulino
Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 giugno 2011
“Il danno e la beffa: così si possono sintetizzare i sentimenti dei pazienti che, sottoposti a terapie estetiche con botulino, sono andati incontro a qualsiasi tipo di reazione avversa”, afferma Antonino Di Pietro, responsabile del dipartimento di dermatologia Ospedale di Inzago, Milano. In molti casi infatti, i pazienti non si sentono vittime ma complici e psicologicamente responsabili del danno subito. Per questo moltissimi casi vengono tenuti nascosti mettendo in pericolo la salute di chi si sottopone a cure estetiche. Sarà forse perché i problemi causati dalla tossina botulinica o da altre terapie estetiche non sono giustificati da una malattia, che i pazienti si sentono colpevoli di aver causato a sé stessi danni, che è meglio tener nascosti.
Le segnalazioni sono registrate nella Rete nazionale di farmacovigilanza e il contributo del cittadino è essenziale per migliorare la conoscenza della sicurezza dei medicinali. Forse ancora pochi sanno che, le segnalazioni di reazioni avverse da farmaci possono essere notificate anche da parte dei cittadini: l’AIFA, che gestisce e coordina il sistema nazionale di farmacovigilanza (tutti i controlli a garanzia della sicurezza d’uso dei medicinali immessi in commercio), ha predisposto due schede: una per gli operatori sanitari e una seconda per i pazienti. Il cittadino può quindi segnalare una reazione avversa, anche se si tratta solo di un sospetto: infatti per fare una segnalazione non è necessario essere certi che si tratti di una reazione avversa conseguente all’uso del farmaco come è chiaramente specificato nel sito dell’AIFA http://www.agenziafarmaco.gov.it .
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Tecniche Procreazione Medicalmente Assistita
Posted by fidest press agency su martedì, 10 Maggio 2011
Si è appena concluso a Sorrento l’evento scientifico organizzato da Merck Serono “Forum For the Future – Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita: dalla Tradizione all’Innovazione”. Scopo dell’incontro è quello di approfondire alcuni tra gli argomenti più critici e attuali della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) in Italia, e gli sviluppi futuri delle tecniche di fecondazione assistita al fine di incrementare il tasso di nascite.
I problemi di infertilità sono molto comuni e riguardano circa il 9% delle coppie. L’infertilità maschile rappresenta la diagnosi primaria in circa il 25% dei casi e contribuisce ad un ulteriore 15-25% dei rimanenti. Il 20% dei restanti casi rimane senza spiegazione . La maggioranza di queste coppie non intraprende nessuna cura per la soluzione del problema: solo il 56% si rivolge a specialisti e una percentuale ancora minore, pari al 22,4% delle coppie infertili, affronta un percorso terapeutico1. Le barriere sociali e personali, le difficoltà di accesso al trattamento e il rimborso limitato delle tecniche di PMA costituiscono fattori critici che disincentivano le coppie nella ricerca di una soluzione. Il Forum sarà aperto da una relazione dedicata ad uno dei fattori determinanti per il successo della fecondazione assistita: la capacità di valutare in laboratorio laqualità dei gameti e dell’embrione, senza compromettere in alcun modo la capacità di fertilizzazione, sviluppo e successivo impianto dell’embrione in utero. Ampio spazio sarà poi dedicato al tema della personalizzazione della stimolazione ovarica per l’induzione dell’ovulazione: un elemento molto importante al fine di ottimizzare i risultati della fecondazione assistita.
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Tecniche di profilo criminale
Posted by fidest press agency su lunedì, 14 marzo 2011
Cagliari sabato 26 Marzo 2011 orario 8.45-13. Hotel Mediterraneo, Viale Cristoforo Colombo 46. Seminario intensivo di 4 ore sulle tecniche di profilo criminale tenuto dal Prof. Marco Strano. Partendo da reali scene del crimine verranno spiegate le tecniche per giungere al profilo del possibile offender. Il seminario è aperto a Magistrati, Avvocati, appartenenti alle Forze di Polizia, Investigatori privati, Psicologi, Medici. Saranno ammessi anche laureati in altre discipline e studenti universitari di materie compatibili. Per partecipare è necessario aver frequentato un seminario basic sul profiling. Sarà richiesto (sul posto) un contributo di partecipazione per le spese di 20 euro. (Soci ordinari ICAA gratuito e appartenenti Polizia di Stato iscritti alla CONSAP gratuito). Al termine del seminario verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
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