Secondo il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, a una spirale speculativa, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini.”Dopo aver annunciato ieri l’esposto all’Antitrust, oggi abbiamo deciso di presentare anche un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, chiedendo che il ministro Cingolani venga sentito come persona informata sui fatti, così da poter spiegare ai magistrati il contenuto delle sue importanti dichiarazioni e delle accuse che ha fatto” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Abbiamo, quindi, dato mandato all’avvocato Corrado Canafoglia, il nostro esperto delle azioni legali di massa, perché depositi l’esposto penale” prosegue Dona.”Fin dall’inizio siamo stati gli unici a denunciare che si trattava di speculazioni vergognose non giustificate dalla guerra in Ucraina, visto che il petrolio greggio prima di arrivare alla pompa deve diventare benzina e va distillato e raffinato” prosegue Dona.”Per questo nell’esposto all’Antitrust abbiamo già chiesto all’Authority di accertare, avvalendosi dell’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza e delle comunicazioni ufficiali dei distributori al ministero dello Sviluppo Economico, quando e con che tempistica sono iniziati gli aumenti e chi si è approfittato di questa emergenza e dei timori per gli effetti della guerra per praticare ricarichi eccessivi e prezzi elevati, condizionando così indebitamente il comportamento economico dei consumatori, verificando se vi fossero intese restrittive della concorrenza o reati e, in tal caso, chiedendo di segnalarli alle Procure territorialmente competenti” conclude Dona.
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Carburanti: Cingolani, aumenti immotivati, colossale truffa
Posted by fidest press agency su sabato, 12 marzo 2022
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Ritorna la truffa dello specchietto
Posted by fidest press agency su domenica, 31 ottobre 2021
La cosiddetta “truffa dello specchietto è uno degli inganni più diffusi in Italia, si tratta di un vero e proprio furto che coinvolge migliaia di automobilisti ogni anno senza distinzione di città e provincia, da Nord a Sud. Il piano è semplice ed efficace, i truffatori fermi su un lato della strada con lo specchietto già rotto lanciano un sasso contro la vettura della vittima prescelta, per simulare il rumore di un urto. Poi raggiungono l’automobilista chiedendogli di fermarsi per constatare i danni e pretendendo di risolvere la situazione in via bonaria con un risarcimento diretto, senza contattare l’assicurazione in modo da evitare la burocrazia e accelerare i tempi.Codacons esorta tutti coloro che dovessero ritrovarsi in questa situazione di contattare immediatamente le forze dell’ordine, non fornire dati sensibili e non consegnare alcuna somma di denaro.
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Sms svuota conto corrente: occhio alla truffa!
Posted by fidest press agency su sabato, 20 febbraio 2021
La maggior parte di noi riceve sms dalla Banca. Nessun dubbio se è un messaggio con cui la banca, dal proprio numero di telefono, segnala problemi connessi al nostro conto corrente. Dobbiamo fidarci? No! Da tempo quasi tutte le banche avvertono i clienti di stare attenti a messaggi Email provenienti da loro poiché i truffatori hanno ampliato il fenomeno del phishing tramite clonazione dei numeri e delle mail delle Banche stesse.
Cosa è il pishing? E’ una truffa on line attraverso la quale si convince la vittima a fornire dati personali, bancari, finanziari o codici di accesso, fingendosi operatore della Banca o della Posta.
Cosa accade in queste settimane? Si riceve un sms sul cellulare che segnala “tentativi di accesso anomali” al conto corrente e si chiede di cliccare sul link allegato per confermare la propria identità. Dopo aver ricevuto il messaggio, sempre dal medesimo numero, arriva una chiamata di una persona preparata che si premura di verificare l’effettuazione di una determinata operazione bancaria.
A quel punto la vittima fornisce ulteriori informazioni al presunto operatore. In alcuni casi la truffa non avviene immediatamente. A distanza di giorni lo stesso operatore riprende contatto chiedendo di stornare bonifici o di effettuare operazioni specifiche per mettersi al riparo da attacchi di hacker.
Come tutelarsi?
Non cliccare sul link. Solo dopo averlo cliccato il truffatore tenterà di mettersi in contatto. Qualora si sia caduti nella truffa, per recuperare le somme sottratte, sebbene le possibilità siano minime, è necessario denunciare il tutto alla Polizia Postale. Qui il servizio di consulenza di Aduc: https://gestione.aduc.it/info/consulenza.php Sara Astorino, legale, consulente Aduc
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Dieci pratici consigli per riconoscere i tentativi di truffa via web
Posted by fidest press agency su martedì, 13 ottobre 2020
Per assicurarsi di non cadere vittima dei cyber criminali la Mobile Bank N26 ha presentato una guida completa alla cybersecurity:Tieni la tua app N26 e il sistema operativo del tuo cellulare sempre aggiornati in modo da evitare che possano verificarsi bug; Utilizza metodi di autenticazione biometrici come la scansione dell’impronta digitale o il riconoscimento facciale per effettuare l’accesso; Crea delle password complesse contenenti lettere, numeri e simboli ed evita di usare la stessa password per accedere a diversi conti; Non pubblicare mai informazioni personali sensibili online o sui social network; Fai attenzione quando utilizzi una rete WiFi pubblica o una connessione condivisa e scegli sempre connessioni WPA2 sicure invece di connessioni WEP. Prediligi fornitori di servizi email con filtri per la sicurezza e per lo spam e che dispongono di un sistema di autenticazione a due fattori; Stai in guardia di fronte a offerte troppo belle per essere vere: probabilmente è proprio così! Effettua acquisti solo presso siti web affidabili di venditori riconosciuti; Assicurati che i siti web siano sicuri, controlla che ci sia il simbolo di un lucchetto accanto all’URL e verifica le credenziali con un semplice clic; Consenti la geolocalizzazione sulla tua app N26, che permette di individuare transazioni irregolari non effettuate da te.
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“Il tuo computer è bloccato”
Posted by fidest press agency su sabato, 29 agosto 2020
Una tipica frode online che si ripete ciclicamente è quella del falso ricatto che non presenta alcun elemento di verità. Tuttavia, come più volte abbiamo sottolineato noi dello “Sportello dei Diritti” sono tantissimi ancora coloro che presi dal panico si fanno fregare dai truffatori online come sta accadendo per come segnalato dalla Polizia Postale con una nuova allerta sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”. Questa volta è la stessa Polizia di Stato che viene “utilizzata” quale strumento inconsapevole per il falso ricatto così come riportato in un nuovo post con tanto di screenshot del tipico messaggio truffaldino: “Alcuni utenti hanno segnalato che durante la navigazione online, si sono aperte delle finestre con una schermata riproducente il sito della Polizia di Stato, nella quale l’utente viene avvisato di avere 12 ore per pagare una multa di 610 euro per evitare l’arresto per aver visitato siti pedopornografici. Nella pagina appare una sezione nella quale inserire i propri dati anagrafici e quelli della carta di credito, dalla quale i criminali preleveranno la somma richiesta.Si tratta di un tentativo di estorsione per il quale vi invitiamo a segnalarcelo attraverso il nostro portale http://www.commissariatodips.it. Ricordiamo inoltre che le Forze di Polizia per riscuotere multe o altri pagamenti si avvalgono dei comuni sistemi di riscossione e non minacciano gli utenti. Qualora foste vittime di questo tentativo di estorsione, mantenete la calma: spegnete il device e alla riaccensione fate una scansione con un aggiornamento dell’antivirus.”. I truffatori ne sanno una più del diavolo e hanno la consapevolezza che la gente si fa ingannare da questo tipo di comunicazioni, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Come al solito, il modo migliore per difendersi, è quello di mantenere la calma e seguire le indicazioni della Polizia.
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Truffa telefonia: oltre 10 indagati
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 luglio 2020
Sono oltre 10 gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulle truffe nei confronti di centinaia di utenti delle compagnie telefoniche che si sono visti addebitare servizi a pagamento senza aver mai dato il consenso.”Fantastico! Ottima notizia! Finalmente uno spiraglio di luce per l’annosa vicenda dell’attivazione di servizi telefonici non richiesti, contro i quali le associazioni di consumatori hanno inviato in questi anni decine di esposti ad Antitrust e Authority delle Comunicazioni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Sono milioni i clienti che in questi anni si sono visti addebitare servizi a pagamento non voluti, costretti poi a contestare fatture, inviare raccomandate, presentare ricorsi al Corecom, rivolgersi ad una associazione di consumatori. Ora speriamo che l’inchiesta sul piano penale possa porre un freno ulteriore a questa pratica commerciale comunque scorretta, ancora diffusa” conclude Dona.
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Truffa sui farmaci
Posted by fidest press agency su domenica, 5 luglio 2020
“Con l’avviso di conclusione delle indagini sulla vicenda dei file F che venivano fatturati dal Gruppo San Donato a Regione Lombardia senza che venissero depurate delle relative note di credito a titolo di sconto che i fornitori inviano all’ente privato si potrà fare chiarezza circa l’eventuale truffa ai danni di Regione Lombardia.È già di per sé incredibile che tra case farmaceutiche e colossi della sanità privata ci si dimenticava di “girare” gli sconti a Regione Lombardia”, dichiara Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia.“Quello che però risulta più strano è che questo contestato è stata commesso tra il 2013 e il 2018 proprio sotto la presidenza Maroni che proprio in questi giorni è stato nominato nel consiglio di amministrazione del Gruppo San Donato. Appare molto poco opportuno che il legale rappresentante dell’ente truffato sia ora nell’organo di gestione dell’ipotetico truffatore. Queste ‘porte girevoli’ tra politica e sanità privata deve cessare perché è poco opportuna. È evidente come ci siano dei pesanti condizionamenti politici nella programmazione dell’attività sanitaria per favorire il sistema privato. Non vorremmo che in futuro il Gruppo San Donato diventi il Partito San Donato”, conclude Fumagalli.
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Roma: Episodi di corruzione e truffa
Posted by fidest press agency su sabato, 27 giugno 2020
Vedono coinvolti un funzionario del Comune e alcuni dipendenti di Risorse per Roma sono assolutamente vergognosi. Oltre alle mele marce esiste però un mondo di lavoratori dalla schiena dritta, pronti a denunciare episodi di illegalità. Il dipendente che ha denunciato i fatti agli inquirenti ha infatti permesso di bloccare un meccanismo di corruzione. Sono orgogliosa di lui e di chi, come lui, si espone ogni giorno a difesa e tutela dei cittadini. Al nostro dipendente, alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri, va il mio più sentito ringraziamento”. Così in una nota la Sindaca di Roma Virginia Raggi. “Contro episodi di questo tipo ci stiamo muovendo attuando processi di smaterializzazione delle pratiche amministrative: nell’ufficio condono, durante il lockdown, abbiamo sperimentato riunioni online, appuntamenti in digitale, tutto tracciabile e documentabile. In questo modo la Pubblica Amministrazione possiede uno strumento in più per evitare interlocuzioni dirette e, quindi, il possibile verificarsi di favoritismi. Questa è la direzione che dobbiamo seguire”, conclude la Sindaca.
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Truffa sulle cremazioni a Roma
Posted by fidest press agency su venerdì, 24 aprile 2020
Roma. “A causa di una indagine aperta dalla Procura di Roma su gravissimi fatti che vedono vittima anche un cittadino romano, a cui un’agenzia funebre dopo mesi di attesa ha consegnato un’urna contenente terra e sassi al posto delle ceneri della mamma, siamo costretti a rompere il silenzio tenuto in questo periodo emergenziale. Alcuni cittadini ci scrivono allarmati dal momento che non sono riusciti a dare ancora degna sepoltura a una mamma, un fratello, un marito, addolorati al solo pensiero di custodire solo terra e sassi in un’urna che oltretutto al momento non può essere deposta. Esortiamo AMA e Assessorato Ambiente a chiarire come si sia potuta compiere una truffa così agghiacciante, emersa grazie ad un sollecito di pagamento per una tassa collegata al servizio di sepoltura, compiuta oltretutto in un periodo di normale gestione e non emergenziale. Sconcertati ma non increduli coltiviamo la speranza che AMA chiarisca si tratti di un caso isolato. Come Comitato ci corre comunque l’obbligo di chiedere nuovamente che vengano messe in atto misure volte a scongiurare ulteriori truffe o mercimoni compiuti sul dolore dei romani.” Così in una nota Valeria Campana, portavoce del Comitato Cimiteri Flaminio Prima Porta Verano e Laurentino.
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Coronavirus: attenzione alla truffa del falso tampone a domicilio
Posted by fidest press agency su lunedì, 16 marzo 2020
Aumentano, in questi giorni, le segnalazioni circa una intollerabile truffa che avevamo denunciato settimane fa: il falso tampone a domicilio. I truffatori si spacciano per operatori della Croce Rossa o della ASL e si recano presso le abitazioni dei malcapitati con il pretesto di effettuare fittizi tamponi del coronavirus. Non si tratta nient’altro che di una scusa per intrufolarsi in casa ed effettuare dei furti, oppure per richiedere il pagamento delle spese per il falso tampone. Le vittime prescelte sono specialmente persone anziane.
Riteniamo opportuno informare i cittadini che al momento nessun operatore sanitario, di alcuna organizzazione o associazione, sta effettuando tamponi a domicilio. Se vi capita di ricevere la visita dei sedicenti operatori non fate entrare nessuno in casa e non esitate a chiamare le Forze dell’Ordine. Più in generale la regola vale per chiunque si presenti alla vostra porta, specialmente in questo momento: prendetevi il tempo necessario a chiarirne l’identità e non esitate a chiedere aiuto.Sono molti i malfattori pronti ad approfittare di situazioni di inquietudine e disagio, che ovviamente rendono le persone più vulnerabili: da chi specula sui prezzi di disinfettanti e mascherine a chi tenta di vendere falsi test per il virus o fantomatici vaccini, a chi si intrufola in casa con la scusa del falso tampone. Chiediamo al Governo e alle Autorità competenti attività di controllo e sanzione particolarmente severe nei confronti di questi soggetti che speculano su una grave emergenza nazionale.
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Criptovalute e delinquenze. Agire subito!
Posted by fidest press agency su sabato, 10 agosto 2019
La Procura nazionale DNA (Direzione Nazionale Antimafia) ha presentato la sua relazione 2019 (dati 2018) dove, in un capitolo di 25 pagine comunica le sue preoccupazioni per le criptovalute che, nello specifico (a parte quindi gli evasori fiscali) riguarda l’uso delle stesse da parte di criminali e terroristi. Il tutto è decisamente preoccupante ma, non essendo noi dei “luddisti”, non pensiamo alle soluzioni più “semplici” in materia, cioè vietare (come alcuni Stati “secondari” si sono affrettati a disporre), ma ci impegniamo per cercare di contribuire a trovare soluzioni. Consumatori e utenti – ultimo anello della “filiera” – ne sono ampiamente coinvolti. Al pari di produttori e operatori che hanno nuove opportunità di mercato e di produzione della ricchezza. I “decisori” (di qualunque livello: nazionale, comunitario, internazionale e transnazionale) devono intervenire subito se non vogliono ritrovarsi a dover rincorrere una sorta di mostro cresciuto nella loro indifferenza e superficialità, financo arroganza convinti (loro) di poter continuare ad essere gli unici ad essere autorizzati all’emissione di valuta.
Per meglio capire ed inquadrare il fenomeno. Nel mondo ci sono 2.426 criptovalute che hanno una capitalizzazione di mercato superiore a 307 miliardi di dollari. I loro portafogli digitali (dove sono depositate le monete virtuali) sono oltre 40 milioni in tutto il mondo. Gli Atm, bancomat attraverso i quali si possono ritirare e cambiare monete digitali, sono complessivamente 5.362, 47 dei quali sul territorio italiano.
La più nota e più diffusa criptovaluta è il Bitcoin, in un contesto in cui, a nostro avviso, affidare i propri risparmi a questa moneta digitale sarebbe come giocare gli stessi risparmi al casinò. E’ in arrivo la Libra di Facebook che, proprio perché con cotanto padrone oltre che inserita in un contesto di riferimenti valutari di una ufficiale affidabilità, sembra che dovrebbe “sbancare” e imporsi in maniera pesante.
Poi ci sono le “monetine virtuali”, quelle un po’ casereccie che possono anche essere strumento di potenziali o declarati delinquenti e che, proprio perché casereccie, coinvolgono piccoli risparmiatori con il miraggio del facile guadagno. Miraggio che in questi ultimi anni ha trovato ampia speranza nel trading online, ma che per l’appunto è rimasto al livello di miraggio/truffa.
In questo contesto non svolge un ruolo secondario la decrescente sfiducia dei risparmiatori verso le banche di ogni tipo, per diversi motivi: gli scandali finanziari delle stesse per sottrarre soldi ai loro clienti e la successiva indisponibilità, quand’anche riconosciute colpevoli, a porvi rimedio; l’affermazione politica (in Italia sono al governo) di approcci finanziari e bancari dove si tende a far un “fascio di tutta l’erba” (includendovi anche le istituzioni Ue) evocando pesanti interventi dello Stato nazionale. Sfiducia che porta i risparmiatori a guarda con maggiore attenzione offerte come criptovalute e trading online, e dove gioca un ruolo pesantissimo la quasi totale ignoranza finanziaria del risparmiatore medio.
La relazione DNA è un importante contributo in merito alla comprensione: la richiesta dei preposti alla politica perchè possano essere dotati di strumenti più efficaci, consoni e aggiornati a far fronte agli usi illegali. Una richiesta con soluzioni difficili perché, per ottenerle, occorre coinvolgere tutto il mondo, inclusi quelli che non si parlano tra di loro oltre che combattersi con tutti gli strumenti possibili e immaginabili delle guerre, inclusi quelli digitali.
Noi Aduc possiamo solo denunciare dopo che percepiamo e raccogliamo informazioni e storie (in genere quelle cosiddette più piccole, ma che, proprio perché tali, sono “campanelli d’allarme”). Con, nel frattempo, cercare di trovare strumenti di riduzione del danno: al primo posto dei quali l’informazione. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)
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Multone dell’Antitrust: tenera alta la guardia
Posted by fidest press agency su giovedì, 5 gennaio 2012
L’Antitrust ha finito la sua istruttoria ed ha multato il sito Italia-programmi.net per un milione e mezzo di euro (1), trasmettendo il provvedimento alla Procura della Repubblica. Finito l’incubo? Non proprio. Il sito che carpisce illecitamente indirizzi mail di chi sta cercando in rete un programma di free-software, tartassandoli poi di intimazioni di pagamento per presunte adesioni dei malcapitati ai loro “servizi”, e’ ancora in piedi: centinaia di telefonate e lettere ogni giorno ci pervengono per chiederci consigli, per cui l’onda lunga e’ ancora all’inizio e ci vorra’ tempo prima che smettano.Certamente questo dell’Antitrust di oggi e’ un passo importante, ma e’ la Procura della Repubblica che potrebbe dare un altro colpo piu’ duro con il sequestro del loro sito, cosi’ come chiesto da noi e centinaia di migliaia di navigatori che, sollecitati dall’Aduc, hanno inviato esposti alle varie Procure della Repubblica in tutta Italia.Per questo invitiamo tutti alla massima allerta, si’ da aiutare coloro che potrebbero ancora cedere alle loro minacce e pagare: parlarne ovunque il piu’ possibile, fare esposti in procura (cosi come da nostro facsmile in Rete). Il problema non e’ solo salvarsi individualmente da questa truffa, ma anche aiutare chi potrebbe cascarci e, soprattutto, dare a Internet il valore piu’ alto che ha: luogo di interscambio solidale in cui dimostrare che la Rete e’ piu’ che altro un bene per la nostra vita economica e sociale e non solo veicolo di truffe.
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Rimborsi elettorali: è una truffa?
Posted by fidest press agency su martedì, 19 luglio 2011
Una denuncia/querela è stata presentata alla Procura della Repubblica di Roma dalla CVDP (Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa – movimento astensionista politico per il rilancio della sovranità popolare), contro i partiti beneficiari dei rimborsi elettorali percepiti per le elezioni Politiche 2008, Europee 2009 e Regionali 2010. La specificità della querela fa riferimento all’autentica truffa che fa sì che i partiti politici italiani superanti i quorum incamerino quote cospicue di finanziamenti sotto la falsa voce dei “rimborsi elettorali”, permettendo loro di spartirsi invece quote di fondi pubblici ampiamente sovradimensionati rispetto alle spese effettivamente sostenute nel corso delle campagne elettorali. Inoltre, nel calderone della vergognosa spartizione tipicamente italiana finiscono anche quegli ammontari determinati dalle quote astensionistiche o del non-voto (per diserzione dalle urne, schede bianche, nulle o non attribuibili), prive cioè di qualsiasi indicazione elettorale/sovrana, che per contro dovrebbero invece rimanere nelle casse dello Stato, se non altro in ottemperanza a una buona prassi etica che proprio i partiti dovrebbero osservare dando l’esempio. E’ l’epilogo di una lunga battaglia portata avanti fin dal 2007 dalla Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa, unico movimento astensionista politico riconosciuto dalle più alte Cariche dello Stato, protagonista di innumerevoli appelli lanciati ai partiti politici e purtroppo rimasti nel vuoto per indurli a rinunciare spontaneamente dall’appropriazione sia dei fondi eccedenti le spese elettorali effettivamente sostenute che delle stesse quote astensionistiche. Oltre a una più efficace individuazione dei “tagli” ai costi della politica, la denuncia presentata intende evidenziare, per le conseguenze della sua esposizione, che gli astensionisti politici non sono cittadini “meno” sovrani né tantomeno di serie “B”. Ai giudici di Roma sarà quindi richiesta, in via incidentale, anche l’investitura della Consulta per una verifica della legittimità costituzionale della legge sui rimborsi elettorali, consolidata dalle successive integrazioni “bipartisan”, e impiantata come si ricorderà subito dopo il Referendum popolare abrogativo del ’93 che bocciò il finanziamento pubblico ai partiti. Con ciò si vuole affermare che l’azione determinata della CVDP, che non è per regolamento un partito politico, è indirizzata esclusivamente verso la stimolazione di una maggiore responsabilità da parte dei partiti politici nei confronti della società civile e del popolo sovrano. Tra l’altro favorendo, in definitiva, anche la ripresa di quel tradizionale “appeal” partecipativo elettorale, tipicamente elevato negli italiani, che secondo gli astensionisti politici è venuto meno proprio a causa dell’attuale degenerazione antidemocratica e truffaldina dei partiti italiani. (Antonio Forcillo)
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Manovra: quote latte
Posted by fidest press agency su martedì, 5 luglio 2011
“Ancora una volta la Lega salva poche centinaia di disonesti a scapito di tutti coloro, e sono la maggioranza, che si adeguano alle regole. Decidere di lasciare in manovra la misura che salva le quote latte dalla riscossione coattiva da parte di Equitalia dimostra sempre più che siamo il Paese del paradosso: chi non paga una multa di divieto di sosta infatti rischia di vedere la propria casa ipotecata proprio da Equitalia, mentre chi truffa per milioni di euro la fa franca. Decisione presa, per di più, nonostante proprio in questi giorni la sentenza d’appello ha riconosciuto il gravissimo reato di associazione a delinquere anche per Giovanni Robusti, leader dei Cobas, ex parlamentare della Lega Nord ed ex consigliere d’amministrazione di Credieuronord. Continuo e continuerò a chiedere quale siano e siano stati i legami tra questi truffatori, la Lega Nord e la banca stessa”. Così Ernesto Carbone Coordinatore forum agricoltura del PD, sul sito di TrecentoSessanta, l’Associazione di Enrico Letta.
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Elezioni regionali in Piemonte
Posted by fidest press agency su venerdì, 1 luglio 2011
La sentenza di condanna di Michele Giovine conferma quanto il PD ha sempre denunciato, ovvero che le elezioni regionali sono state viziate da gravi irregolarità, da una vera e propria truffa a spese degli elettori. Un dato è oramai certo: Cota non ha vinto le elezioni del marzo 2010. Quel pugno di voti che ha fatto prevalere la coalizione di centro-destra non esiste più, perché la lista Pensionati per Giovine non poteva presentarsi. Attendiamo fiduciosi le prossime decisioni dei magistrati. E’ interesse di tutti giungere quanto prima a una certezza definitiva. Ma, indipendentemente dai possibili esiti giudiziari, è oramai evidente che il Governo regionale non è più legittimato dal consenso della maggioranza dei piemontesi. Le firme false, i gravi scandali che hanno portato all’arresto dell’Assessore regionale alla sanità e le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti di rilievo del PdL sono tutti fatti di cui Cota porta una chiara e diretta responsabilità politica.
Abbiamo bisogno di un governo regionale forte, compatto, pienamente legittimato, capace di affrontare i problemi più rilevanti della nostra Regione e non costretto a preoccuparsi di faccende legali e dei loro possibili esiti. Il PD continuerà a dimostrare ai piemontesi l’assoluta inadeguatezza di Cota e della sua Giunta.
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Auto importate: non pagare iva è truffa
Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 marzo 2011
È il principio stabilito nella sentenza del 29 marzo 2011, emessa dalla seconda sezione penale della Suprema Corte che riporta Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”. Con la decisione in commento gli ermellini hanno, infatti, confermato la condanna nei confronti della mamma di un indagato per truffa al quale erano state sequestrate delle automobili. Nella motivazione è possibile, inoltre, leggere che il reato si consuma nel momento e nel luogo dove i mezzi arrivano e dove non sono state pagate le imposte. Il luogo della vendita non conta. Nel caso di specie, la sezione penale ha rigettato il ricorso presentato dalla mamma di un giovane trentino che aveva importato dalla Germania una serie di automobili senza pagare l’Iva per cui era scattato il sequestro. La difesa ha allora proposto ricorso per cassazione avverso l’ordinanza emessa dal Tribunale di Trento, sostenendo che comunque, prima di tutto, un’eccezione di incompetenza poiché sempre secondo i difensori gli atti avrebbero dovuto essere rimessi ai giudici di Brescia, luogo nel quale i veicoli erano stati venduti. Tale tesi però, non ha incontrato il favore della seconda sezione penale che hanno confermato la competenza di Trento secondo cui nessuna truffa poteva configurarsi a carico degli acquirenti. Nella motivazione è possibile, infatti, leggere che “Nel caso di specie, secondo il capo d’imputazione, il profitto sarebbe consistito nella mancata assoluzione degli oneri fiscali ed esattamente nel mancato pagamento dell’IVA……come correttamente rilevato dal Tribunale, che il reato si è consumato non nel momento in cui le auto furono rese commerciabili a seguito della truffa e, quindi, quando l’indagato riscosse il prezzo della compravendita (invero nessuna truffa è stata ipotizzata nei confronti degli acquirenti) ma nel momento in cui non fu assolta l’Iva, vantaggio che venne conseguito presso il luogo dove le imposte avrebbero dovuto essere pagate e quindi, pacificamente, nel circondano di Trento”.
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Ennesima truffa ai poliziotti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 marzo 2011
“Vergogna! Non è che abbiamo la sfera di cristallo, ma quando abbiamo mostrato le nostre remore ed il nostro scetticismo di fronte all’ennesima promessa fattaci dal Governo non volevamo solo esorcizzare un incubo, volevamo far capire che ormai siamo tristemente avvezzi alle colossali prese per i fondelli… e ci abbiamo visto giusto. E’ ora di dire basta, Maroni deve andare a casa, perché per quanto riguarda gli interessi dei Poliziotti che dovrebbe tutelare è un inconcludente e non ha alcuna capacità di farsi valere”. Non usa mezzi termini Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, nel manifestare l’indignazione nata al termine dalla riunione di ieri del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta con i Sindacati di Polizia, convocata in vista del Consiglio dei Ministri di oggi per discutere degli impegni già assunti dal premier Silvio Berlusconi in persona, nonché dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, circa il reperimento di ulteriori 79 milioni di euro – oltre agli 80 già promessi – da destinare al Comparto sicurezza e difesa per il finanziamento di misure perequative. “Letta – spiega Maccari – ha riferito che oggi in Cdm non ci sarà alcun provvedimento normativo che ci riguarda, né è mai stato calendarizzato. E’ l’apoteosi della menzogna! Sono talmente tanto spocchiosi e pieni di sé che quando raccontano sciocchezze neppure si mettono d’accordo come si deve! Mercoledì scorso, al question-time, Maroni aveva assunto solennemente l’impegno da parte dell’Esecutivo di approvare il provvedimento normativo con il quale avrebbero eliminato le gravi penalizzazioni che fino ad oggi ci hanno riservato. ‘Sono giuste le rivendicazioni dei Sindacati’, aveva detto il Ministro Baroni; ‘c’è l’esigenza di dare la necessaria valorizzazione economica a comparti che hanno acquisito negli anni una forte dignità dal punto di vista giuridico, non sempre accompagnata dal dovuto riconoscimento economico’, aveva aggiunto il bugiardone, e ancora: ‘a Polizia, Forze armate e Vigili del fuoco che si stanno spendendo con straordinari risultati anche nelle emergenze, non possiamo non riconoscere un migliore trattamento economico’… Balle!”. “Non se ne può proprio più – aggiunge il leader del Coisp -! Mi pare evidente che non basterà la manifestazione già indetta per oggi davanti a Palazzo Chigi, dove intendevamo recarci per vigilare che venissero mantenuti gli impegni assunti da Berlusconi in persona, che ci aveva parlato fuori dalla sua residenza ad Arcore garantendoci che ci avrebbero fatto avere i nostri soldi. Il Governo vuole realizzare l’ennesimo raggiro ai danni dei Poliziotti… I nostri iniziali timori, che cioè volessero fare il gioco delle tre carte utilizzando in realtà i fondi destinati al riordino delle carriere per le misure perequative, erano un sogno rispetto alla realtà. Questi neppure ci perdono tempo più a pensare come sfotterci!”. “A parte il fatto che vogliamo proprio vedere che reazione avranno ora quegli “ottimistoni” dei nostri colleghi sindacalisti che hanno fatto dietro front il giorno della manifestazione di Arcore per via della loro sconfinata fiducia in questo straordinario Governo –conclude Franco Maccari-, domani saremo davanti al Viminale assieme alle nostre sagome dei Poliziotti col coltello piantato nella schiena, a gridare che continuano inesorabilmente a pugnalarci alle spalle, ed a chiedere le dimissioni del Ministro Maroni, che si è guadagnato così tanto il nostro amore che abbiamo deciso di assicurargli compagnia in ogni suo più piccolo spostamento!”
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Polizia: governo truffa
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
“Il Governo spieghi perché continua a tenere bloccati gli 80 milioni di euro che aveva promesso di destinare al comparto sicurezza e difesa!”. Lo scrive Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, dopo che il ministro dell’Economia Tremonti ha disertato l’incontro in programma con i colleghi Maroni e La Russa. “Le Forze di Polizia continuano ad essere truffate da questo Governo, che continua a rivelarsi il peggiore della storia della Repubblica Italiana”, continua Maccari. “Si continua a blaterare di un impegno sul fronte della Sicurezza, si continua a fare propaganda sulla sicurezza delle città: ma è tutto falso! Da un lato ci sono gli spot elettorali – dice ancora il Segretario Generale del COISP – dall’altro c’è la realtà: il Governo, come nessun altro mai in precedenza, è stato capace di tagliare in soli tre anni 3,7 miliardi di euro di risorse alle Forze dell’Ordine. Il nostro Paese è sempre meno sicuro, perché si investe sempre meno sulle Forze di Polizia, che sono sempre meno remunerate, sempre meno preparate, senza mezzi a disposizione e sempre più impegnate a fronteggiare nuove emergenze sulla scorta dell’esperienza maturata sul campo e facendo ricorso soltanto allo spirito di sacrificio e al senso del dovere che contraddistinguono ogni singolo operatore della categoria. Un senso dello Stato che, evidentemente, non appartiene ai politicanti di mestiere che, mentre affondano tra gli scandali, continuano ad occupare indegnamente le stanze del Governo”.
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A un anno dalla “Truffa” Formigoni
Posted by fidest press agency su giovedì, 24 febbraio 2011
Milano 1/3/2011 Consiglio regionale.”A un anno dal deposito di documentazione palesemente falsa ad opera di Lega e Pdl a sostegno di un Presidente incandidabile – ha dichiarato Marco Cappato (che fu in quelle stesse ore escluso dalla competizione elettorale come candidato Presidente per la Lista Bonino Pannella per…insufficiente numero di firme presentate!)- continuiamo a chiedere giustizia, sia in sede civile che penale, da parte dei tribunali e di quella Procura di Milano che inizialmente chiese l’archiviazione della nostra denuncia senza alcuna indagine; continuiamo a chiedere che il responsabile politico di questa enorme truffa elettorale non solo si scusi con gli elettori della Lombardia e i cittadini italiani per le menzogne da lui raccontate, ma anche si dimetta dall’incarico che ricopre abusivamente. Saremo perciò davanti al Consiglio regionale martedì 1 marzo dalle 12 per manifestare insieme alle persone che non si siano rassegnate a un potere illegale e truffaldino, e che ritengano indispensabile per la vita di ogni giorno il rispetto dei diritti civili e politici di tutti i cittadini. Mi auguro che le “opposizioni ufficiali” vogliano finalmente interrompere il loro silenzio e mobilitarsi affinché questa vicenda non finisca insabbiata o prescritta, come già purtroppo accadde per la corruzione internazionale dello scandalo “Oil for food” e i rapporti di Firmigoni con il regime di Saddam Hussein. Quanto sta accadendo in Libia e nel Maghreb dovrebbe insegnare qualcosa sulle conseguenze devastanti che si provocano quando si calpesta la legalità istituzionale e i diritti democratici internazionalmente riconosciuti.”
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Interpellanza su Opa
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 gennaio 2011
“Siamo profondamente insoddisfatti della risposta del Governo. Noi riteniamo che, in merito alla vicenda della quotazione in borsa del gruppo Sole 24 Ore, siano state commesse azioni anomale e poco trasparenti e che la Consob, l’autorità abbia fatto come Ponzio Pilato, compiendo un grave atto di omessa vigilanza. I risparmiatori, nel giro di poco tempo, si sono ritrovati con carta straccia in mano. Noi chiediamo al Governo e alla Consob, di avviare una fase nuova, affinché i risparmiatori non siano più vittime di operazioni al limite della truffa. Negli ultimi dieci anni, più di un milione e 200 mila cittadini sono stati colpiti con perdite e raggiri per complessivi 51,8 miliardi di euro e la vicenda che ha riguardato il Sole 24 Ore è solo la punta di un iceberg. Ci auguriamo che il nuovo presidente Vegas abbia il coraggio e la forza di avviare una nuova fase “lo dichiara Antonio Palagiano, deputato di Italia dei Valori, durante lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
“In merito alla vicenda del Sole 24 Ore, pur ribadendo il grande rispetto per una storica testata ed un gruppo sempre contraddistintosi per l’indipendenza e l’autonomia di giudizio, riteniamo si debba fare chiarezza su alcuni passaggi che hanno accompagnato la sua entrata in Borsa, di cui con ogni probabilità lo stesso Gruppo è stato parte lesa” spiega Palagiano. “Nel 2007, infatti, 27 mila risparmiatori hanno investito nel titolo Sole 24 Ore, rassicurati dalle parole dell’allora presidente del Cda del gruppo, Giancarlo Cerrutti, che parlava di un investimento tranquillo e solido, quello stesso Cerrutti azionista di Mediobanca che curò l’Opa del titolo. Alla vigilia della quotazione, fu rilevata un’assegnazione anomala delle azioni fra investitori istituzionali e piccoli risparmiatori, tanto che una delle più importanti banche d’affari del mondo, la Morgan Stanley, parlò di valutazioni eccessive. Il titolo fu poi quotato a 5.75 euro, ignorando la buona regola di una quotazione tendente al ribasso, così come era accaduto d’altronde per altri titoli editoriali, come Rcs, gruppo editoriale Espresso, Caltagirone editore e Mondadori. Dopo due giorni di quotazioni, il titolo perse circa il 5%, fino a sfiorare il minimo storico nel dicembre 2010. Con l’Opa sono stati raccolti circa 210 milioni di euro ma nei successivi tre anni e mezzo, il gruppo ne ha bruciati circa 203, investendo in operazioni rilevanti ma di dubbia qualità strategica ed economica” conclude Palagiano.
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