Il cancro dello stomaco è una malattia che cambia la vita: tornare a vivere recuperando un equilibrio psicofisico stabile non è cosa semplice. Cruciale per questi pazienti è l’assistenza psicosociale, che è rivolta a tutti quegli aspetti che non riguardano la cura del tumore in senso stretto, come i disturbi psicologici e le difficoltà socio-relazionali più disparate. Al 6° Seminario Nazionale dedicato al tumore gastrico dal titolo Il paziente gastroresecato e il desiderio di una vita in equilibrio ‘stabile’, promosso e organizzato dall’associazione “Vivere senza stomaco si può”, pazienti e caregiver insieme ai maggiori oncologi, psicologi e psichiatri italiani hanno fatto il punto sui principali bisogni e diritti di questi malati, e sulla necessità di una presa in carico e di una gestione che vada oltre la scienza e la tecnica per mettere al centro la persona/paziente con un’assistenza psicosociale globale.
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Tumore dello stomaco: aumenta la sopravvivenza
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
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Tumore del polmone: la prevenzione deve partire dalle aule scolastiche
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 Maggio 2023
La lotta alle neoplasie polmonari deve cominciare a scuola contrastando il sempre più precoce vizio del tabagismo. In Italia fumano il 5% degli adolescenti, tra i 14 e i 17 anni, e il 19% dei 18-19enni. In totale quindi più di un teenager su 10 fuma regolarmente mentre il 4% si dichiara ex fumatore. Da qui l’esigenza di sensibilizzare i giovani studenti sull’importanza della prevenzione primaria di forme di cancro molto pericolose. Per questo l’AIOT (Associazione Italiana di Oncologia Toracica) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione ha lanciato la seconda edizione di “Respiriamo insieme”. Si tratta di un concorso a cui hanno partecipato nel 2022-23 66 scuole tra primarie e secondarie (di primo e secondo grado). La campagna ha previsto la realizzazione di attività divulgative per promuoverne raccomandazioni salutari. Per le scuole primarie il tema è stato “Metti il fumo in riga” (con la produzione di una poesia recitata in formato video) mentre per le secondarie: “Appendi il fumo al muro” (realizzazione di una locandina illustrata/poster). Per le scuole secondarie di secondo grado il tema è stato “Metti il fumo da (p)ARTE” ed è stata prevista la creazione di un’opera d’arte (quadro, scultura, installazione, video promozionale).I vincitori sono stati: Scuola primaria, classe 4 sezione A – IC Rodari, Cappelle sul Tavo, Montesilvano PE Scuola secondaria di primo grado, classe 3 sezione A – IC di Cerrina Monferrato G. Marconi, Murisengo AL Scuola secondaria di secondo grado, classe 3 sezione B – Istituto di Istruzione Superiore Carlo Beretta, Gardone Val Trompia BS Tutti gli elaborati sono disponibili sul sito oncologiatoracica.it.
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Tumore della prostata diagnosi precoce e approccio multidisciplinare
Posted by fidest press agency su lunedì, 22 Maggio 2023
Secondo i dati AIOM “I numeri del cancro” del 2022, in Italia il tumore alla prostata corrisponde al 19,8% di tutti i tumori maschili ed è il più diffuso tra gli uomini, con 564 mila pazienti registrati, 40.500/ anno nuove diagnosi, 7.200 decessi/anno, 91% di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi e 7 milioni di uomini dai 55 anni in su, che potenzialmente potranno ricevere una diagnosi di tumore alla prostata. Negli ultimi decenni sono aumentati i casi di tumore alla prostata e ciò principalmente perché sono stati sempre più affinati gli strumenti che sono in grado di portare ad una diagnosi precoce di questa patologia. Nonostante però l’aumento dell’incidenza, si registra una diminuzione della sua mortalità, a dimostrazione che una diagnosi precoce oltre a portare a una possibile guarigione, favorisce una più corretta e facile gestione della malattia. A differenza di altri tumori, per il cancro alla prostata esistono più alternative di cura. Caso per caso possono offrire al paziente probabilità di trattamento ottimale con diversi effetti collaterali. Diventa quindi fondamentale la scelta condivisa medico paziente.“Il cancro alla prostata è una malattia molto complessa e per questo richiede la collaborazione di più specialisti – sostiene il prof. Massimo Di Maio, Segretario Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica/AIOM -. Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, anche se più lentamente rispetto ad altri tumori, si sta assistendo a progressi nella direzione della “medicina di precisione”. Stiamo procedendo verso una maggiore caratterizzazione delle alterazioni molecolari presenti nelle cellule tumorali. Così potremo prevedere quali farmaci possono funzionare e quali no, cosa che oggi purtroppo non sappiamo fare in maniera ottimale. Altro aspetto da considerare è la crescente attenzione che dobbiamo prestare alla qualità di vita dei pazienti. Questa è determinata non solo dal controllo della patologia e dei suoi sintomi ma anche dagli effetti collaterali dei trattamenti. Il percorso di malattia, anche in stadio avanzato, grazie all’efficacia dei trattamenti può durare molti anni e non è possibile prescindere da considerare anche questi aspetti. Più recentemente va segnalato un interessante risultato nell’ambito dei trattamenti innovativi per la malattia avanzata: la teranostica (“terapia + diagnostica”), che rappresenta l‘integrazione di un metodo diagnostico con uno specifico intervento terapeutico, basato sull’impiego di un ligando radioattivo che va a colpire selettivamente le cellule tumorali”.La disponibilità di queste nuove terapie e delle innovazioni scientifiche si accompagna a una crescente attenzione alla qualità di vita dei pazienti, che è determinata non solo dal controllo della malattia e dei suoi sintomi, ma anche dagli effetti collaterali associati ai trattamenti. Il percorso di un paziente con tumore della prostata, anche se in stadio avanzato, può durare anni, e non è possibile prescindere dall’attenzione alla sua qualità di vita.
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Tumore prostata: al via il progetto “Abbasso il Testosterone!”
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 Maggio 2023
“Abbasso il Testosterone!” è un progetto di formazione sul tumore alla prostata rivolto ai team multidisciplinari che seguono il percorso di cura del paziente, ideato da OVER Group e realizzato grazie al contributo incondizionato di RECORDATI. L’obiettivo del progetto è quello di stimolare un confronto tra oncologi, urologi e radioterapisti sulle proprie esperienze vissute nella pratica clinica, attraverso l’elaborazione di 10 casi clinici didattici in forma di quiz. In Italia il tumore della prostata è la neoplasia più frequente tra i maschi (18% di tutti i tumori sviluppati dalla popolazione maschile, ponendosi al primo posto per numero di diagnosi), a partire dai 50 anni di età mostrando negli ultimi vent’anni una tendenza all’aumento, in concomitanza con la maggiore diffusione del test del PSA. I nuovi trattamenti chirurgici, radioterapici e farmacologici, offrono ai pazienti possibilità di cura e di prolungamento di sopravvivenza alla malattia, tuttavia, è molto importante che il paziente con questa patologia venga seguito da un team multidisciplinare che possa tenere sotto controllo tutti i fattori di rischio, legati anche a possibili comorbidità e quindi possa predisporre un percorso terapeutico assistenziale adeguato.“Negli ultimi anni il trattamento del tumore della prostata si è profondamente modificato, grazie all’introduzione di farmaci innovativi e allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche integrate. In questo scenario l’ADT (Androgen deprivation therapy) con agonisti o antagonisti del GnRH (gonadotropin releasing hormone), si conferma un gold standard terapeutico sia nella malattia ormosensibile che nella malattia resistente alla castrazione. L’effetto biologico dell’ADT è quello di ridurre efficacemente i livelli circolanti del testosterone, ormone che stimola la crescita delle cellule del carcinoma prostatico. Da molti decenni è noto che l’inibizione della sintesi del testosterone interferisce con la crescita del tumore della prostata e migliora in maniera significativa gli outcome clinici e le prospettive di sopravvivenza. Oggi la terapia medica per il carcinoma della prostata prevede un ampio armamentario terapeutico che include chemioterapia, agenti ormonali di nuova generazione, PARP-inibitori e terapia radio metabolica. L’utilizzo dell’ADT è raccomandato dalle principali linee guida internazionali, sia in monoterapia che in combinazione con altri agenti terapeutici. Il raggiungimento e il mantenimento del testosterone a livelli di castrazione, rappresenta quindi un obiettivo terapeutico comune a tutti i setting di malattia, inclusa la fase metastatica resistente alla castrazione. In ambito clinico è opportuno monitorare non solo l’efficacia antitumorale ma anche gli effetti metabolici dell’ADT, in modo da massimizzare il beneficio terapeutico complessivo”, ha detto Riccardo Ricotta, Responsabile UO Oncologia IRCCS MultiMedica – Sesto San Giovanni (MI)“Il carcinoma prostatico è divenuto, in molti Paesi Occidentali, il tumore più frequente nella popolazione maschile. Il costante aumento dell’incidenza è dovuto in gran parte alla sempre maggiore diffusione del dosaggio serico del PSA in termini di screening opportunistico con conseguente diagnosi anche di tumori clinicamente poco significativi. Pur risultando al primo posto in termini di diagnosi, in Italia il tumore della prostata occupa solo il terzo posto come causa di mortalità per neoplasie, interessando, nella quasi totalità dei casi, uomini con età superiore ai 70 anni. L’eziologia del carcinoma prostatico è rappresentata da una complessa interazione di fattori genetici ed ambientali. Per quanto riguarda la familiarità si stima che il rischio sia almeno raddoppiato nel caso in cui un familiare di primo grado risulti affetto da questa neoplasia con un rischio che aumenta di 5-11 volte se due o più̀ parenti di primo grado ne sono affetti. Solo un piccolo sottogruppo di pazienti affetti da carcinoma della prostata (meno del 15%) ha una malattia su base ereditaria. Tra le mutazioni geniche più frequenti, ritroviamo quelle a carico di BRCA2, con una percentuale progressivamente maggiore in funzione dello stadio e della fase di evoluzione della malattia. Pertanto, oggi, nel trattamento della malattia in stadio avanzato oltre alla terapia di deprivazione androgenica, ai nuovi agenti ormonali e alla chemioterapia, ritroviamo terapie efficaci in caso di mutazioni geniche, i PARP inibitori. In questi casi la valutazione multidisciplinare del paziente consente di personalizzare il trattamento per ogni singolo caso”, ha spiegato Marcello Scarcia, Responsabile UOS Urologia Oncologica Ente Ecclesiastico Ospedale Regionale F. Miulli “In Italia il cancro della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile con un’incidenza di circa 36.000 nuovi casi ogni anno. Ad oggi nel percorso terapeutico del paziente affetto da tumore della prostata un approccio multidisciplinare risulta imprescindibile, per tale ragione è necessario che Urologi, Oncologi medici e Oncologi Radioterapisti lavorino in equipe, coadiuvati anche da altre figure professionali al fine ultimo di delineare un corretto iter terapeutico personalizzato per il paziente. L’approccio multidisciplinare e le innumerevoli innovazioni sul fronte tecnologico e farmacologico hanno portato ad un netto vantaggio nella sopravvivenza di questi. Questo progetto si prefigge di discutere diverse tematiche di pratica clinica quotidiana in modo interattivo e multidisciplinare, in particolare verrà approfondito l’utilizzo della terapia androgenica deprivativa che ad oggi risulta un aspetto cardine nella gestione del paziente affetto da tumore della prostata in diverse fasi della malattia”, ha dichiarato Luca Triggiani, Radioterapista Spedali Civili di Brescia.
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Tumore al polmone: una malattia che causa quasi l’85% delle neoplasie di nuova diagnosi
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 Maggio 2023
La necessita di un’approfondita conoscenza della storia naturale e dei meccanismi biologici del tumore al polmone sta portando verso una terapia sempre più personalizzata, per trattare i pazienti in base alle alterazioni genetiche del tumore. Per fare il punto sulle ultime novità di cura si è svolto il Convegno ‘EX20PLORE The new way for EGFR NSCLC Patient’, organizzato da OVER Group e realizzato grazie al contributo incondizionato di Jansen. In Italia, il tumore al polmone colpisce ogni anno oltre 40.000 persone, rappresentando la prima causa di morte per cancro negli uomini e la seconda nelle donne. Quando si parla di tumore polmonare due sono i tipi principali: a piccole cellule e il tumore non-a piccole cellule (NSCLC), il più frequente e che causa quasi l’85 per cento delle neoplasie di nuova diagnosi. In Italia, il 15% dei pazienti con tumore al polmone presenta mutazione dell’EGFR, circa 6.000 persone.“Il ritardo nel riconoscimento dei sintomi porta ai pazienti paura e nei medici difficoltà nel capire il tipo di mutazione così da poterlo seguire con la terapia più adeguata, sin dalle prime fasi della diagnosi. I pazienti con NSCLC caratterizzato da mutazioni di inserzione dell’esone 20 dell’EGFR solo l’8% sopravvive a 5 anni dalla diagnosi: il rischio di progressione della malattia è molto alto. Da qualche settimana è rimborsata anche in Italia la prima terapia specifica di tipo biologico per i pazienti con questa tipologia di tumore al polmone, i cui studi hanno mostrato una maggiore efficacia, raddoppiando l’aspettativa di vita”, ha spiegato Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica, Vicedirettore del Programma sul carcinoma polmonare, IEO Milano. “Fondamentale distinguere le diverse varianti per identificare la terapia più adeguata per ogni paziente. Per questo motivo, la Next-Generation Sequencing (NGS) diventa indispensabile per una corretta diagnosi e per una terapia personalizzata. Siamo entrati nell’era della medicina di precisione e quindi mirata ad individuare ogni piccola differenza sita in ogni essere umano e quindi paziente, dal semplice stile di vita al luogo in cui abita”, ha dichiarato Silvia Novello, Professore di oncologia medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Oncologia Toracica all’AOU “San Luigi Gonzaga” di Orbassano, Presidente di WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe
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Aumenta in Italia il numero di nuove diagnosi di tumore della vescica
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 aprile 2023
Solo nel 2022 sono state 29.200 e si è registrato un +8% di casi l’anno rispetto al 2017, quando furono 27.000. I più colpiti risultano gli uomini (oltre 23mila) ma crescono in cinque anni dell’11% anche i casi femminili. Sotto accusa sono soprattutto gli stili di vita scorretti, a partire dal fumo di sigaretta che è responsabile del 43% delle patologie neoplastiche uroteliali maschili e del 25% di quelle femminili. Senza dimenticare che non esistono programmi di screening per la prevenzione secondaria. Quando si riesce ad ottenere una diagnosi precoce, la sopravvivenza a cinque anni è dell’80% anche grazie agli ultimi progressi delle terapie. E’ quanto evidenziato dalla FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) durante il convegno nazionale: “Utilizzo dei dati in ricerca clinica. Come destreggiarsi nei vincoli della normativa privacy”. Di più difficile gestione sono invece i casi metastatici che ammontano in Italia a circa a 7.300 l’anno. Per questi malati le opzioni terapeutiche al momento sono ancora piuttosto limitate”. Proprio per questo la FICOG ha attivato il primo Registro Nazionale la cui realizzazione è stata resa possibile con il supporto non condizionante di Gilead Sciences. “E’ uno progetto di ricerca di cui vi è assoluta necessità nel nostro Paese – sottolinea il prof. Carmine Pinto, Presidente FICOG -. Siamo riusciti a coinvolgere oltre 50 centri e abbiamo raggiunto una copertura uniforme dell’intero territorio nazionale. Lo studio SATURNO è multicentrico, prospettico e si pone l’obiettivo di raccogliere dati riguardanti la gestione dei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico sottoposti a trattamento attivo o ad una terapia di supporto in linea con le raccomandazioni nazionali e internazionali. Il cancro della vescica risulta essere la dodicesima neoplasia più diffusa a livello mondiale. Solo in Italia vivono 313mila persone con questa neoplasia: 255.000 uomini e 58.600 donne. “Nel corso degli ultimi anni siamo riusciti a ridurre i tassi di mortalità grazie soprattutto all’arrivo nella pratica clinica di nuove cure – prosegue il prof. Pinto -. Nonostante l’innovazione terapeutica i decessi ammontano ancora a più di 6.000 l’anno in Italia e preoccupa anche l’aumento dell’incidenza. Bisogna quindi intervenire anche sulla prevenzione primaria, l’unica possibile per questa forma di cancro. I fumatori corrono un rischio almeno tre volte più elevato di sviluppare il carcinoma rispetto ai non tabagisti. Questo spiega in parte l’aumento dell’incidenza tra le donne, maggiore rispetto a quella registrati tra gli uomini. Un altro fattore di rischio conclamato è l’esposizione a sostanze chimiche presenti in alcuni coloranti, diserbanti o idrocarburi. Per i lavoratori a rischio sono state avviate negli anni scorsi dei programmi di screening specifici. L’impatto della malattia sull’intero sistema sanitario nazionale può essere ridotto e come FICOG vogliamo dare un nostro contributo con il nuovo Registro”.
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Il tumore alla vescica risulta in aumento
Posted by fidest press agency su venerdì, 14 aprile 2023
Milano, 14 aprile 2023 ore 12 (Starhotels Ritz – Via Lazzaro Spallanzani 40. Rappresenta il 12° tumore per incidenza nel mondo e continua ad avere un’elevata mortalità e morbidità, nonostante negli ultimi anni gli avanzamenti terapeutici abbiano contributo alla riduzione della mortalità. In particolare un caso su quattro viene individuato in uno stadio avanzato o metastatico. Per questi malati le opzioni di cura sono ancora limitate e servono quindi nuovi progetti di ricerca per individuare gli strumenti terapeutici più appropriati. Per conoscere l’impatto di questa patologia la FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) promuove in Italia il primo registro nazionale. Per presentarlo viene organizzata una conferenza stampa a Milano nell’ambito del convegno nazionale “Utilizzo dei dati in ricerca clinica, Come destreggiarsi nei vincoli della normativa privacy”. Sarà anche l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della lotta al tumore uroteliale nel nostro Paese. Intervengono: Carmine Pinto (Presidente FICOG) e Giuseppe Procopio (Direttore Programma Prostata ed Oncologia Medica Genitourinaria Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano).
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Tumore al seno, ridurre la chemioterapia senza perdere efficacia
Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023
La terapia adiuvante per le pazienti con un tumore del seno “HER2-positivo” può essere ridotta di intensità, ottenendo, anche nel lungo termine, stessa efficacia e minore tossicità: un nuovo studio internazionale, pubblicato su Lancet Oncology, corredata da un editoriale del Prof. Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione Nuovi farmaci per Terapie Innovative dell’Istituto Europeo di Oncologia e Professore di Oncologia Medica all’Università Statale di Milano, conferma che per alcune forme iniziali di tumore mammario la chemioterapia può essere ridotta senza perdere efficacia. I tumori HER2-positivi si caratterizzano per la sovraespressione della proteina HER2, che li rende biologicamente aggressivi e resistenti ad alcuni farmaci anticancro. Proprio in virtù della sovraespressione di HER2, però, questi tumori rispondono all’anticorpo monoclonale Trastuzumab, che viene quindi associato a diversi chemioterapici nei trattamenti standard. “Nel lavoro su Lancet Oncology, insieme a Sara Tolaney e altri otto colleghi del Dana Farber Cancer Institute, presentiamo un’analisi dei risultati a 10 anni dello studio di riferimento sulla de-escalation – spiega il Dr Paolo Tarantino, coautore dello studio ricercatore del team di Curigliano allo IEO- Su 406 pazienti coinvolte nella sperimentazione, il tasso di sopravvivenza legata al tumore mammario è stato del 98.8% a 10 anni, con sole sei recidive a distanza”. “Questo”.”Questo lavoro rappresenta una pietra miliare nella storia del cancro della mammella: abbiamo definitivamente dimostrato che per i tumori iniziali HER2-positivi – dichiara Curigliano – Il lavoro pubblicato oggi completa un percorso iniziato dal mio gruppo in IEO nel 2009, quando abbiamo dimostrato che i tumori HER2-positivi in stadio iniziale hanno in realtà una prognosi molto buona, se diagnosticati in fase molto precoce, e quindi possono essere trattati con terapie chemioterapiche meno aggressive e meno tossiche. Da lì sono partiti gli studi sulla “de-escalation” (modulazione di intensità), che hanno dimostrato che una chemioterapia più “leggera” è in effetti sicura ed efficace, e permette alle pazienti di vivere a lungo e con meno effetti collaterali sull’organismo. (abstract by Doctor33)
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In Italia si registra una forte crescita del tumore della prostata
Posted by fidest press agency su domenica, 12 marzo 2023
E’ la più frequente forma di cancro maschile nei Paesi Occidentali. Nel 2022 i nuovi casi l’anno sono stati 40.500 mentre erano 34.800 nel 2017. Un aumento del 16% in soli cinque anni che preoccupa gli specialisti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) riuniti oggi a Bari per il Convegno Nazionale “News in GU Oncology” dedicato alle neoplasie genito-urinarie. “Diverse possono essere le cause di questo vero e proprio boom d’incidenza – sottolinea il prof. Saverio Cinieri, Presidente Nazionale AIOM -. Le cause sono molteplici e contribuisce il continuo invecchiamento generale della popolazione. Infatti le proiezioni, elaborate dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, confermano che i casi continueranno ad aumentare fino almeno al 2040. Ci sono poi le conseguenze nefaste del Covid che, proprio in questi giorni di ormai tre anni fa, ha bloccato il normale funzionamento della nostra sanità. Quindi le visite specialistiche, gli esami diagnostici e altri controlli medici sono stati rinviati per molti mesi. Oltre la prevenzione secondaria è stata in parte compromessa anche quella primaria visto il peggioramento degli stili di vita degli italiani costretti ai lockdown. Tutto questo ha portato a un incremento dell’impatto del tumore urologico, in linea con quanto avvenuto per molte altre patologie”. Il meeting si è svolto nelle scorse settimane a San Francisco e ha visto la partecipazione dei più importanti specialisti mondiali di uro-oncologia. Dagli Stati Uniti arrivano nuove ed interessanti conferme sull’intelligenza artificiale multimodale e sono stati presentati i dati di uno studio pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology. “Queste nuove tecnologie sono utilizzate per sviluppare nuovi biomarcatori – aggiunge Camillo Porta, professore ordinario di Oncologia Medica all’Università Aldo Moro di Bari e Direttore della Divisione di Oncologia Medica del Policlinico di Bari -. Attingendo sia ai dati clinici che all’imaging istopatologico digitale si ottengono informazioni prognostiche più dettagliate e anche una serie di parametri predittivi sulle possibili risposte ad alcuni trattamenti. In altre parole possiamo favorire la medicina oncologica personalizzata e prevedere se alcune terapie mirate sono efficaci, o meno, sul singolo caso. Quello americano è uno studio di fattibilità, un trial randomizzato di fase 3 cha coinvolto oltre 1.000 uomini con carcinoma prostatico localizzato ad alto rischio. I primi dati emersi sono molto interessanti ma andranno confermati coinvolgendo altri gruppi di pazienti. I biomarcatori, creati grazie all’intelligenza artificiale, non sono però ancora utilizzabili nella pratica clinica quotidiana sia in Europa che negli Stati Uniti. Rappresentano comunque una prospettiva futura dalle grandi potenzialità e la ricerca deve proseguire”. “Il ricorso all’intelligenza artificiale è emblematico dell’importanza dell’innovazione in oncologia – prosegue il prof. Cinieri -. Teoricamente entro pochi anni potremmo essere in grado di identificare le migliori terapie tra tutte quelle disponibili”. “Si registrano importanti cambiamenti sul fronte della lotta al tumore della prostata – sottolinea il prof. Marcello Tucci, Direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti -. Le evidenze scientifiche presentate al congresso ASCO GU aprono novità interessanti sull’utilizzo di terapie ormonali sia per la malattia ormono-sensibile che per quella resistente alla castrazione. Stiamo “raffinando” le cure utilizzabili sempre in un’ottica di una maggiore personalizzazione dei trattamenti. E’ una tendenza che è in corso da almeno vent’anni e che ci ha consentito di arrivare ad oltre il 90% di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi”.
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Tumore alla mammella: “Strategie terapeutiche”
Posted by fidest press agency su lunedì, 6 marzo 2023
“Negli ultimi anni notevoli progressi sono stati conseguiti nel trattamento del carcinoma mammario grazie all’introduzione nella pratica clinica di nuovi farmaci a bersaglio molecolare, come gli inibitori di CDK 4/6, il cui uso è associato a numerosi benefici per le pazienti in termini di sopravvivenza e miglioramento della qualità della vita. L’incontro, dedicato a giovani specialisti dedicati alla patologia mammaria, ha incluso tutte le figure professionali coinvolte nel complesso percorso terapeutico multidisciplinare del carcinoma mammario, quali oncologi, chirurghi, radioterapisti, anatomopatologi, farmacologi, esperti di nutrizione e di oncofertilità, puntando alla definizione di priorità e strategie terapeutiche personalizzate condivise da tutto il team multidisciplinare con l’obiettivo finale di migliorare la nostra pratica clinica”, ha detto Mario Giuliano, Professore Associato in Oncologia Medica Università degli Studi di Napoli Federico II e Medico Specialista in Oncologia Medica A.O.U. Federico II di Napoli. “La giornata ha visto diversi momenti di dibattito sulla gestione multidisciplinare dell’Early Breast Cancer. È stato posto l’accento sul ruolo sempre più consolidato dei test genomici e della definizione del rischio di recidiva, si è parlato dei principali aggiornamenti scientifici nei diversi setting di carcinoma mammario. È stata posta l’attenzione sulla gestione a 360 gradi della paziente affetta da carcinoma della mammella non solo dal punto di vista terapeutico ma affrontando alcune importanti problematiche come la fertilità, la sessualità e la nutrizione”, ha spiegato Giuseppina Ricciardi, Medico Specialista in Oncologia Medica Azienda Ospedaliera Papardo di Messina. “Oggi le pazienti affette da carcinoma della mammella devono essere curate in ambito di Breast Unit che si fa carico della paziente sin dalla diagnosi ponendola al centro di un processo di cura e a cui prendono parte le diverse figure professionali, fra cui chirurgo senologo, oncologo, radioterapista, radiologo, anatomopatologo nonché genetista, psicologo e infermiera dedicata. Una o più volte alla settimana il team di professionisti partecipa ad incontri multidisciplinari, detti GOM, dedicati alla valutazione dei casi clinici, alla pianificazione delle strategie diagnostico-terapeutiche oltre che all’aggiornamento scientifico, per delineare il percorso di cura di ogni singola paziente. Si è fatto il punto con le nuove generazioni di oncologi sull’avvento dei recenti farmaci e biomarcatori che necessitano di tracciare nuovi algoritmi diagnostico-terapeutici”, ha dichiarato Maria Vita Sanò, Medico Specialista in Oncologia Medica Humanitas, Istituto Clinico Catanese di Catania. By Stefano Sermonti Healthcare Media Relations Consultant
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Tumore della prostata e i benefici di sopravvivenza
Posted by fidest press agency su domenica, 19 febbraio 2023
I nuovi dati di sottogruppo dello studio di Fase III ARASENS mostrano i benefici di sopravvivenza globale (OS) di darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (ADT) in associazione con docetaxel nei pazienti con tumore della prostata metastatico ormono-sensibile (mHSPC) ad alto e basso volume, nonché ad alto e basso rischio, rispetto a ADT con docetaxel. L’incidenza globale di eventi avversi si mantiene simile nei diversi bracci di trattamento. I risultati completi sono stati illustrati durante una presentazione orale all’ASCO GU Congress 2023 e contemporaneamente pubblicati nel Journal of Clinical Oncology. “I recenti aggiornamenti e le nuove analisi dello studio ARASENS continuano a confermare l’efficacia e il favorevole profilo di sicurezza di darolutamide nel tumore della prostata ormonosensibile metastatico, specialmente nei pazienti con malattia ad alto volume o ad alto rischio, causa di un bisogno non ancora del tutto soddisfatto malgrado i miglioramenti fino ad ora osservati”, afferma Sergio Bracarda, Presidente della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO) e Direttore della S.C. di Oncologia Medica e Traslazionale e del Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. “I nuovi dati offrono, inoltre, ai clinici maggiori informazioni sulle popolazioni di pazienti con mHSPC che possono trarre beneficio da queste terapie.” Darolutamide più ADT in associazione con docetaxel è stato recentemente raccomandato per l’autorizzazione alla commercializzazione in EU per il trattamento del mHSPC da parte dello European Medicine Agency’s Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP), la cui decisione definitiva è prevista nei prossimi mesi. Il farmaco è già approvato per la seconda indicazione, mHSPC, in una serie di paesi tra cui gli Stati Uniti. Le richieste di autorizzazione in altri paesi sono in corso o programmate. Sono in corso anche revisioni condotte nell’ambito dell’iniziativa Project Orbis del Centro di eccellenza oncologica della FDA (OCE), che fornisce un quadro per la presentazione e la revisione simultanee delle terapie oncologiche tra le autorità sanitarie internazionali partecipanti. Darolutamide è studiato in un vasto programma di sviluppo attraverso tre ulteriori ampi studi clinici in corso o pianificati, per analizzare il suo potenziale nei pazienti con tumore della prostata, dalle fasi iniziali della malattia a quelle avanzate. Tra questi, lo studio di Fase III ARANOTE per la valutazione di darolutamide più ADT rispetto alla sola ADT nel mHSPC. Darolutamide è sviluppato da Bayer insieme a Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese che opera in tutto il mondo. Il carcinoma prostatico è il secondo tumore più diagnosticato nella popolazione maschile in tutto il mondo. Si stima che, nel 2020, nel mondo, 1,4 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e circa 375.000 uomini siano deceduti a causa di questa patologia. Al momento della diagnosi la maggior parte degli uomini presenta un tumore della prostata localizzato, il che significa che la neoplasia è limitata alla ghiandola prostatica e può essere trattata con la chirurgia curativa o la radioterapia. In caso di recidiva, quando la malattia si diffonde o diventa metastatica, o in caso di nuova diagnosi in cui il tumore si è già diffuso, la malattia è sensibile agli ormoni e la terapia di deprivazione androgenica (ADT) è il cardine del trattamento. Le attuali opzioni di trattamento per gli uomini con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC) prevedono terapia ormonale, come l’ADT, inibitori del recettore degli androgeni più ADT o una combinazione di chemioterapia con docetaxel e ADT. Nonostante il trattamento, la maggior parte dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico progredisce sviluppando un tumore resistente alla castrazione (mCRPC), una condizione di malattia caratterizzata da elevata morbilità e sopravvivenza limitata. Fonte: http://www.bayer.com.
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Tumore del colon-retto: i Probiotici possono aiutare a prevenirlo
Posted by fidest press agency su domenica, 19 febbraio 2023
Il tumore del colon-retto è una particolare forma di cancro che ha origine nei tessuti del colon o del retto, ovvero due parti anatomiche appartenenti all’intestino crasso. Questo tipo di tumore è una conseguenza della crescita incontrollata delle cellule epiteliali della mucosa che riveste la parete interna dell’intestino. Diete ad elevato contenuto di grassi e proteine animali e povere di fibre sono fortemente associate al rischio di sviluppare tumori intestinali, al contrario invece i regimi alimentari ricchi di verdure e frutta svolgono un ruolo protettivo in tal senso.La sintomatologia associata al tumore del colon-retto è molto variabile e risulta essere condizionata dalla sede e dall’estensione del tumore stesso. In generale un importante campanello d’allarme può essere rappresentato dalla stitichezza alternata a diarrea, dalla mancanza di appetito e dalla perdita di peso non giustificata da alcuna dieta. Per prevenire il cancro al colon-retto è necessaria una corretta alimentazione basata sull’uso di fibre non digeribili come la crusca, unita all’assunzione di probiotici.Un uso costante di probiotici è in grado infatti di modulare positivamente l’equilibrio del microbiota intestinale, riducendo significativamente non solo la suscettibilità al tumore del colon-retto oltre che ad altre numerose malattie croniche.Tra i numerosi microrganismi probiotici presenti a livello intestinale, i lattobacilli svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella promozione della salute umana. In particolare, i probiotici Lactobacillus paracasei, Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri e Lactobacillus plantarum mostrano importanti proprietà anti-tumorali in grado di proteggere l’ospite, essendo in grado di produrre e metabolizzare numerose sostanze anti-tumorali efficaci nel mantenimento dell’omeostasi intestinale e nella soppressione della carcinogenesi.
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Rendere uniformi la diagnosi e la cura del tumore del polmone su tutto il territorio
Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2023
Occorre valorizzare il ruolo del team multidisciplinare, valutare questa neoplasia su ampia scala dal punto di vista epidemiologico e del trattamento, con particolare riferimento all’efficacia della chirurgia associata alla medicina di precisione ed alla qualità di vita del paziente. Sono i principali obiettivi dello studio LUCENT (Lung Cancer Observational Study), promosso dal Professor Roberto Crisci, Ordinario di Chirurgia Toracica all’Università dell’Aquila, e presentato oggi in un convegno nazionale online (“Il trattamento chirurgico delle neoplasie polmonari”).Il cancro del polmone rappresenta la terza neoplasia più diffusa in Italia, con poco meno di 44mila diagnosi stimate nel 2022, in forte crescita fra le donne e (meno) negli uomini. I progressi in campo oncologico si stanno realizzando anche nel carcinoma polmonare che, in questi anni, ha registrato miglioramenti in ambito prognostico grazie alla medicina personalizzata e alle nuove terapie che hanno aperto interessanti prospettive, ma molto resta ancora da fare.“La profilazione genomica del paziente, dopo lo studio delle possibili alterazioni genomiche, permette di trattare in modo più mirato, anche se la percentuale di pazienti che le presentano sono una minoranza – spiega il Prof. Crisci -. Importante è rendere omogenei questi strumenti diagnostici, in particolare l’NGS (Next Generation Sequencing), ancora presente in pochi centri. È opportuno, quindi, che chi è colpito da questa patologia si rivolga agli Istituti di riferimento e possa accedere alle cure più mirate. Nel convegno di oggi, è stata ribadita l’assoluta importanza del team multidisciplinare che coinvolge chirurgo, oncologo medico, radioterapista, anatomo patologo, biologo genetista, psico oncologo, per gestire al meglio la complessità di una patologia dai numeri estremamente rilevanti e che risente pesantemente di scorretti stili di vita, in primo luogo il fumo. Il Covid-19 ha incrementato il numero dei fumatori nel nostro Paese, ed è necessario insistere con campagne di prevenzione che devono essere sempre più mirate, soprattutto verso i giovani”. L’obiettivo dello studio LUCENT sarà proprio quello di analizzare le differenti strategie di trattamento che possano rendere omogenei i percorsi di diagnosi e cura. Troppo spesso l’approccio multidisciplinare è attivo solo sulla carta. È indispensabile, invece, un confronto continuo che possa consentire una condivisione e un approccio sempre più personalizzato anche per queste neoplasie. Lo studio LUCENT, indipendente e senza fini di lucro, si pone obiettivi ambiziosi, proprio per questo sarà realizzata una survey osservazionale che coinvolgerà centri in tutta Italia, da nord a sud della Penisola, con l’obiettivo di raccogliere un numero di casi statisticamente significativi per renderlo uno strumento importante, non solo per i clinici, ma anche per le Istituzioni e per le Associazioni di pazienti.
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Alimentazione e tumore prostata
Posted by fidest press agency su sabato, 18 febbraio 2023
L’alimentazione può avere un ruolo importante anche nel tumore della prostata. Una paziente che segue una dieta ricca di vegetali presenta un rischio inferiore del 52% di progressione del cancro e un rischio minore del 53% di recidiva della neoplasia. E’ quanto emerge da uno studio statunitense, svolto su oltre 2.000 persone, e che viene presentato all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium (ASCO GU). Il più importante meeting internazionale sulle neoplasie genito-urinarie si apre oggi a San Francisco e vede anche la partecipazione della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO). “Lo studio dei colleghi d’Oltreoceano apre nuove possibili prospettive sulle raccomandazioni dietetiche dei malati – sottolinea Sergio Bracarda, Presidente Nazionale SIUrO -. In totale sono più di 564mila gli uomini che in Italia vivono dopo una diagnosi di tumore della prostata e il loro numero è in costante crescita. E’ dunque una patologia molto diffusa e fermarne il rischio di progressione deve essere una nostra priorità. Servono però ulteriori indagini per verificare in modo più approfondito quale sia la dieta migliore che deve contemplare un equilibrio tra i vari macronutrienti. Per esempio chi sta affrontando una terapia ormonale rischia di andare incontro ad una forte perdita della massa muscolare. Ha quindi bisogno di un’alimentazione proteica e non solo ricca di vegetali. Più in generale gli stili di vita alimentari sono fondamentali sia prima che dopo una diagnosi di neoplasia genito-urinaria. Diversi studi hanno già evidenziato il ruolo, nell’insorgenza del tumore prostatico, di una dieta particolarmente ricca di grassi saturi e di un eccessivo consumo di carne rossa e latticini. Lo stesso vale nel carcinoma renale dove i troppi grassi d’origine animale possono essere una concausa della patologia. Non sono ancora emerse evidenze scientifiche nette per i tumori testicolari e vescicali. Il nostro consiglio per tutti, pazienti e non, è quello di seguire una dieta il più possibile varia ed equilibrata, con eventuali raccomandazioni specifiche. Al tempo stesso bisogna prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo altro fattore di rischio strettamente collegato all’alimentazione”. All’ASCO GU di San Francisco sono presentate le ultime evidenze scientifiche d’ambito uro-oncologico prodotte dalla ricerca medico-scientifica internazionale. “Ci sono novità importanti sul carcinoma a cellule renali avanzato così come su quelli uroteliale e prostatico – prosegue il dott. Bracarda -. Abbiamo inoltre aggiornamenti di precedenti studi sul tumore della prostata resistente alla castrazione. Si stanno poi affacciando anche nuovi biomarcatori prognostici nonché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale multimodale. Innovazione, tecnologia e un costante miglioramento della pratica clinica quotidiana hanno permesso di arrivare a risultati importanti. I trattamenti sono più efficaci e in grado di aumentare le aspettative di vita anche per le forme più gravi ed avanzate di tumore. Infatti gli ultimi dati sottolineano che in Italia abbiamo ottenuto una sopravvivenza a cinque anni dell’oltre l’80% per le quattro principali neoplasie urologiche: prostata, vescica, rene e testicolo. Da qui l’esigenza di affrontare anche altri aspetti come, per esempio, l’alimentazione oppure la conservazione delle capacità sessuali e riproduttive di un paziente”.
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Nuovissimo vaccino 2.0 a DNA per la cura del tumore del pancreas
Posted by fidest press agency su venerdì, 6 gennaio 2023
Un importante finanziamento PNRR di 950.000 euro per il nuovissimo vaccino 2.0 a DNA per la cura del tumore del pancreas all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Il progetto finanziato ha lo scopo di validare ENO3PEP come vaccino di seconda generazione somministrabile virtualmente a tutti i pazienti con tumore pancreatico, dopo avere ottenuto l’autorizzazione dall’AIFA per il primo studio clinico sui pazienti di tumore pancreatico.Si tratta di un progetto coordinato dal professor Francesco Novelli (responsabile del Laboratorio di Immunologia dei Tumori del Centro di Ricerca in Medicina Sperimentale (CeRMS) dell’ospedale Molinette, Professore Ordinario di Immunologia e Direttore del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino), sviluppato con il sostegno della FONDAZIONE RICERCA MOLINETTE ONLUS. Il Progetto sarà condotto in collaborazione con l’Unità del Policlinico P. Giaccone di Palermo, guidato da Serena Meraviglia (Professore Associato di Immunologia Università di Palermo). Da anni il Laboratorio del professor Novelli studia la relazione tra il sistema immunitario ed il tumore pancreatico, uno tra i tumori più aggressivi e letali. Questi studi hanno portato all’identificazione di una proteina iper-espressa nel tumore del pancreas, l’alfa-enolasi, capace di scatenare nei pazienti con tumore pancreatico sia una risposta anticorpale sia l’attivazione di linfociti T anti-tumore. Questa proprietà immunostimolante ha suggerito lo sviluppo di un vaccino a DNA, codificante l’intera sequenza di alfa-enolasi che si è rivelato efficace, ed in maggior misura in combinazione con la chemioterapia, nel ritardare la progressione del tumore pancreatico in modelli animali, senza tuttavia eradicarlo del tutto. Nel settembre 2021, il professor Novelli, insieme a tre ricercatrici del suo gruppo di ricerca (la Prof. Paola Cappello, la Dr.ssa Claudia Curcio e la Dr.ssa Silvia Brugiapaglia) ha depositato, a nome dell’Università di Torino, la domanda di brevetto italiano e nel settembre 2022 è stata richiesta l’estensione europea del brevetto di ENO3PEP. Come è ben noto, il passaggio dalla fase di ricerca pre-clinica di un potenziale nuovo prodotto terapeutico come ENO3PEP all’approvazione dello studio clinico da parte di AIFA è purtroppo il più difficile a causa dei costi molto elevati della ricerca tossicologica e per la produzione e la preparazione del vaccino in condizioni cosiddette di Good Manifacturing Practice (GMP) per la sua somministrazione ai pazienti. Questo finanziamento metterà il Consorzio di Ricerca in condizione di completare un percorso di ricerca traslazionale svolto presso l’ospedale Molinette, anche grazie al supporto costante della Fondazione Ricerca Molinette ONLUS, e potere ottenere l’autorizzazione ministeriale per lo studio clinico del vaccino ENO3PEP e renderlo così sicuramente più appetibile per molti investitori dell’industria farmaceutica e biotech.
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Metodi per ottenere avanzamenti nel trattamento del tumore endometriale
Posted by fidest press agency su lunedì, 2 gennaio 2023
Ottimizzare l’iter diagnostico-terapeutico del paziente con patologie onco-ginecologiche e, più specificatamente, con tumore dell’endometrio. Questo l’obiettivo di una “Masterclass in Onco-ginecologia” – realizzata da Edra e Imagine, con il contributo non condizionante di GSK – che si è svolta in tre moduli residenziali Ecm a Milano nel periodo luglio-ottobre 2022. Responsabili scientifici del corso: la prof.ssa Nicoletta Colombo – Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università Milano-Bicocca, Direttore Programma Ginecologia Oncologica, Istituto Europeo Oncologia, Milano – e il dott. Gennaro Daniele – Direttore UOC Fase 1, Direttore Medico “Programma Fase 1”, Direttore Scientifico Clinical Trial Center SpA, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Il format ha previsto, per ogni modulo, tre ore di lezioni frontali alla mattina e tre ore di interattività al pomeriggio. Questo, in sintesi, il razionale scientifico: 1) Il tumore dell’endometrio rappresenta la principale neoplasia dell’utero e il più frequente tumore ginecologico nei paesi maggiormente industrializzati, occupando il quarto posto tra le cause di cancro nel sesso femminile, dopo il tumore della mammella, del colon e del polmone; è tipico della post menopausa e il picco di incidenza si ha tra i 50-70 anni; 2) l’oncologia sta vivendo trasformazioni importanti, l’innovazione delle soluzioni terapeutiche apre prospettive sempre più efficaci tanto che si osserva una tendenziale “cronicizzazione” dei pazienti; la recente creazione di protocolli di immunoterapie cellulari o diretti contro bersagli molecolari precisi ha migliorato la storia clinica e le prospettive terapeutiche di molte neoplasie che, sino a pochi anni fa, erano considerate incurabili, specialmente con metastasi a distanza; la figura professionale dello specialista in oncologia ginecologica assume un ruolo sempre più importante all’interno della struttura sanitaria ed oggi è chiamato a coniugare la necessità di migliorare l’assistenza multidisciplinare della paziente e la qualità della gestione e aderenza alla terapia; 3) il percorso formativo ha l’obiettivo di formare giovani medici su skills cliniche legate all’ambito terapeutico del tumore all’endometrio, nello specifico: a) inquadramento della patologia; b) diagnostica; c) soluzioni terapeutiche; d) immunologia; e) studi clinici e analisi dei dati. Proprio su quest’ultimo punto si è soffermato il dott. Daniele nel primo modulo, dedicato alla metodologia degli studi clinici. Infatti, lo stesso avanzamento delle conoscenze di base che ha portato allo sviluppo di farmaci e metodi diagnostici innovativi (in questo ambito oncologico così come in altri della medicina) ha determinato una maggiore precisazione dei metodi della sperimentazione clinica e una maggiore complessità nella realizzazione della stessa. Ecco, i concetti più rilevanti sottolineati dal dott. Daniele. (Fonte Doctor33)
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Diagnosticare il tumore della prostata attraverso una metodica non invasiva
Posted by fidest press agency su sabato, 3 dicembre 2022
Ciò comporta una maggiore accuratezza rispetto alle procedure tradizionali è una realtà sempre più vicina. Lo confermano i dati di uno studio pubblicato dalla rivista scientifica International Journal of Urology, nel quale è stata testata l’efficacia del primo prototipo di naso elettronico che identifica la presenza della neoplasia a partire da un campione di urina, attraverso il riconoscimento di specifiche molecole volatili. Diag-Nose – questo il nome del progetto da cui è nato un primo prototipo sperimentale – deriva dalla stretta collaborazione tra Humanitas e Politecnico di Milano. I risultati preliminari sono incoraggianti: l’esame identifica correttamente la presenza del tumore in pazienti malati nell’85,2% dei casi e risulta correttamente negativo nei pazienti sani nel 79,1% dei casi. Non solo. Il prototipo presenta ulteriori elementi significativi rispetto al tradizionale metodo della biopsia: oltre a essere un esame invasivo, la biopsia ha un tasso di falsi negativi piuttosto elevato nei tumori in fase precoce, dovuto al fatto che si preleva e analizza solo una piccola porzione dell’organo.Lo studio è stato condotto da marzo 2020 a marzo 2021 in Humanitas Mater Domini, a Castellanza, e all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. Il progetto ha coinvolto 174 persone, divise in due gruppi: 88 pazienti con tumore alla prostata di diverso grado e stadio di progressione, confermato dall’esame istologico positivo, e 86 persone del gruppo definito di “controllo”, composto da soggetti femminili o da uomini di diversa età ma senza familiarità alla patologia e con visita ed esami (tra cui il PSA) negativi. Per ogni persona è stato poi raccolto un campione di urina e analizzato presso i laboratori della prof.ssa Laura Capelli al Dipartimento di Chimica Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano. Il naso elettronico ha dimostrato di identificare correttamente come positive le persone con tumore nell’85,2% dei casi. L’accuratezza – ovvero la capacità di fare una diagnosi corretta, sia essa di negatività o positività – è dell’82,1%. Se si considerano solo gli uomini di età superiore ai 45 anni, la fascia di età più interessata dalla malattia, ma anche la più difficile da diagnosticare correttamente, l’accuratezza si attesta all’81%. «La biopsia alla prostata è oggi il gold standard per la diagnosi del cancro di questa ghiandola. Nonostante la maggior precisione che oggi l’esame ha raggiunto grazie all’utilizzo delle immagini di risonanza magnetica nel guidare il prelievo di tessuto, il tasso di rilevamento del tumore raggiunge al massimo il 48,5%. Una percentuale significativamente inferiore rispetto a quella del naso elettronico che, oltre ad un’accuratezza diagnostica maggiore, limiterebbe il disagio e le complicanze per il paziente», spiega il promotore dello studio, il dott. Gianluigi Taverna, responsabile Urologia di Humanitas Mater Domini e medico-ricercatore dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas. Il naso elettronico sviluppato nell’ambito del progetto Diag-Nose, è dunque un prototipo nato dalla riproduzione dell’olfatto canino, realizzato grazie a una serie di sensori in grado di analizzare le sostanze volatili rilasciate nell’aria dai campioni di urina. «Perché il naso elettronico possa effettivamente entrare a far parte della pratica clinica quotidiana saranno però necessari ulteriori studi su larga scala, che ci permetteranno di confermare i risultati già ottenuti e approfondire il potenziale del prototipo. Il prossimo passo per rendere il naso elettronico una realtà, è dunque quello di validarlo coinvolgendo istituti clinici internazionali», concludono Gianluigi Taverna e Fabio Grizzi.
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Tumore della prostata
Posted by fidest press agency su sabato, 26 novembre 2022
Con PDTA certificati 9 pazienti su 10 discussi dal team multidisciplinare, meno riospedalizzazioni dopo intervento chirurgico e maggiore appropriatezza nelle terapie e negli esami. Un aumento considerevole, dal 20% al 90%, dei casi di tumore della prostata discussi in ottica multidisciplinare; una riduzione della percentuale di pazienti a basso rischio che hanno effettuato TC o PET; una diminuzione dei pazienti riospedalizzati a 30 giorni dopo intervento chirurgico; una migliore ripartizione della strategia terapeutica tra trattamento radioterapico, oncologico e sorveglianza attiva. Sono i principali risultati dell’attivazione e sistematizzazione dei Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali – PDTA – per il tumore della prostata in 29 Centri specializzati in tutto il territorio italiano, nell’ambito del progetto “Prostate Cancer Team – una squadra di specialisti contro il tumore della prostata” realizzato con il contributo non condizionante di Astellas Pharma e con il supporto organizzativo di OPT, finalizzato alla certificazione ISO 9001:2015 dei PDTA da parte di un ente di certificazione internazionale indipendente: un importante traguardo a garanzia del continuo miglioramento del livello di qualità e sicurezza delle cure, secondo un approccio integrato multidisciplinare e multiprofessionale. Il valore generato dalla ‘messa a regime’ e certificazione dei PDTA del tumore della prostata è stato misurato da OPT coinvolgendo 18 team multidisciplinari, che hanno condiviso i dati anonimizzati sul percorso paziente, 150 clinici, che hanno collaborato nella raccolta e inserimento dei dati, e monitorando oltre 80 indicatori: i dati sono stati presentati questa mattina a Roma in un evento promosso da OPT con il patrocinio di Europa Uomo e SIICP (Società Italiana Interdisciplinare per le Cure Primarie) e con il contributo non condizionante di Astellas Pharma.
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Tumore dello stomaco, cambio di passo nei trattamenti
Posted by fidest press agency su lunedì, 21 novembre 2022
Passi avanti importanti nella chemioterapia e nell’immunoterapia per i pazienti italiani affetti da tumore gastrico, con l’arrivo di due molecole per la malattia avanzata che potrebbero cambiare le prospettive e le strategie terapeutiche di chirurghi e oncologi.Buone notizie però arrivano sul fronte della terapia con l’approvazione per l’Italia nelle ultime settimane di due molecole per i pazienti con tumore dello stomaco allo stadio avanzato di malattia. La percezione è che negli ultimi 2-3 anni, hanno commentato gli esperti nel corso del Convegno, si è assistito ad una ripresa dei nuovi casi che sono passati da 12.000 a 14.500. Fatto da attribuire in parte all’emergere di una diversa eziologia della malattia collegata agli stili di vita e che sembra avere una origine autoimmunitaria legata alla dieta. «Le stime ci dicono che un tumore dello stomaco su 100 è ereditario tuttavia i numeri potrebbero essere sottovalutati, perché ancora oggi non tutte queste forme vengono identificate – spiega Maria Bencivenga, Professore Associato di Chirurgia Generale ed Esofago e Stomaco, Università degli Studi di Verona – le criticità nel percorso diagnostico sono diverse: da un lato l’accessibilità ai centri di genetica in grado di eseguire i test genomici necessari per individuare i geni coinvolti nell’ereditarietà del carcinoma gastrico dall’altro una sottovalutazione del problema da parte dei medici che non indirizzano allo screening genetico tutti i casi che lo meriterebbero. Per questo è nato un gruppo di lavoro nazionale, voluto e coordinato dall’Associazione “Vivere senza stomaco si può” che a breve avvierà un’indagine per mappare i Centri di genetica che sul territorio nazionale offrono counseling e test di sequenziamento multigenico ai pazienti, e per identificare eventuali altri Centri che potrebbero essere accreditati per offrire questo screening al fine di ampliare l’offerta. Dal 2015 ad oggi si è assistito ad un calo della mortalità molto vicino al 20%. Le nuove chemioterapie e immunoterapie aprono a prospettive migliori per le nuove diagnosi e per una gestione più appropriata delle conseguenze legate all’intervento di resezione gastrica e delle complicanze. I pazienti in alcuni casi vengono operati in Centri ad alto volume dove la gestione del pre- e post-operatorio è standardizzata e presidiata anche se la diffusione di questi Centri è ancora molto limitata sul territorio nazionale. Lo sviluppo e la disponibilità dell’approccio multidisciplinare si è dimostrato in ogni caso fondamentale. «Si conferma che l’esercizio fisico, insieme alla dieta, rappresenta un fattore protettivo verso i tumori dello stomaco – spiega Davide Festi, Gastroenterologo, Professore Alma Mater Università degli Studi di Bologna – prevenendo lo sviluppo della malattia, controbilancia la sarcopenia e la perdita di massa muscolare, due condizioni spesso presenti nel paziente gastroresecato, e ha effetti benefici sull’esito dell’intervento chirurgico e sulla capacità di sopportare le terapie mediche. Nel complesso a parte alcune zone d’ombra che vanno risolte, la gestione del paziente con tumore gastrico sta migliorando seppur lentamente e si assiste ad una maggiore consapevolezza, in primo luogo da parte dei gastroenterologi che, ai primi segnali dubbi che lasciano supporre un interessamento gastrico, sottopongono i propri assistiti ad una gastroscopia, e in secondo luogo dei chirurghi e degli oncologi, più attenti al dopo intervento e alle possibili complicanze. Gli specialisti hanno capito l’importanza di gestire lo stile di vita per ottimizzare la qualità di vita di questi pazienti e le Associazioni pazienti possono fare molto.
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Tumore della prostata: Arriva Telelilt
Posted by fidest press agency su lunedì, 21 novembre 2022
Arriva una piattaforma di telemedicina con un’app dedicata alla cura dei pazienti con neoplasia della prostata che contiene tutte le informazioni utili sulla malattia, dalla prevenzione alla terapia agli effetti collaterali. Battezzata Telelilt, dal naming della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), ideatrice del software, è stata presentata stamattina a Villa Magnisi, sede dell’ordine dei medici di Palermo, presieduto da Toti Amato, consigliere della Fnomceo. L’occasione è stato il convegno “La telemedicina nel trattamento della neoplasia alla prostata”. “La sperimentazione dell’intero sistema digitale – ha spiegato l’oncologo radioterapista Antonino Daidone – è già in corso grazie alla partecipazione di un campione di pazienti del centro di Medicina nucleare San Gaetano di Bagheria e dell’U.o di Radioterapia dell’ospedale Ajello di Mazara del Vallo. App e piattaforma sono alla portata di tutti. Il paziente, si collega digitando la sua login, scarica l’app e accede ai servizi erogati. Potranno ricevere visite oncologiche o di prevenzione durante i giorni del trattamento radiante e durante le visite trimestrali di follow-up. Documentazione clinica, trasferimenti voce, video e immagini saranno crittografati nel rispetto delle norme sulla privacy e sicurezza”. Secondo i dati segnalati dall’associazione, il carcinoma della prostata in Italia è la neoplasia più frequente tra i maschi e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai cinquant’anni. La sopravvivenza a 5 anni al Nord è al 92%, mentre nel Sud è all’88% a causa del ritardo nella diagnosi e una scarsa diffusione dello screening. In Sicilia resta il tumore più diffuso tra gli uomini e rappresenta il 17,3% di tutti gli altri carcinomi. Teletilt è un progetto molto ampio che mira ad un doppio obiettivo. “Il primo – ha spiegato Glorioso – è mettere a regime i servizi per i pazienti con tumore alla prostata in grado di garantire equità nell’accesso alle cure e all’alta specializzazione, e una gestione semplificata delle cronicità e della continuità assistenziale attraverso un approccio multidisciplinare. Il secondo riguarda il trattamento radioterapico perché, nonostante la letteratura scientifica abbia dimostrato come la radioterapia sia un’alternativa non inferiore in termini di sopravvivenza e con minori effetti collaterali, la chirurgia è ancora la scelta terapeutica più diffusa”.
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