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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 113

Posts Tagged ‘zaccheo’

Il Papa come Gesù. Berlusconi come Zaccheo

Posted by fidest press agency su sabato, 1 gennaio 2011

Lettera al direttore. Non sono un buon cristiano, anzi, forse non sono neppure un cristiano, però mi piace tenere il vangelo sul comodino e leggerne un passo prima di dormire. L’altra sera ho letto ancora: “Or un uomo di nome Zaccheo, che era capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi fosse Gesù, ma non ci riusciva; c’era, infatti, molta gente, ed egli era troppo piccolo di statura. Allora…si arrampicò sopra un sicomoro perché Gesù doveva passare di là. Gesù, quando arrivò in quel punto, alzò gli occhi e gli disse: « Zaccheo scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua ». Scese subito e lo accolse con gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E’ andato ad alloggiare a casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Signore, io do ai poveri la metà dei miei beni e se ho rubato a qualcuno gli restituisco il quadruplo » (cf Lc 19 ). Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno. Ho sognato Silvio. Sì, proprio il Cavaliere, che voleva vedere il Papa, ma essendo piccolo di statura, non ci riusciva. Allora si arrampica su una transenna. Joseph lo vede, alza gli occhi e gli dice: «Silvio scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a Palazzo Grazioli ». Il Cavaliere scende subito e lo accoglie con gioia. Vedendo ciò, tutti mormorano: «Il Papa è andato ad alloggiare in casa di un peccatore!». Ma mentre sono a tavola, Joseph lo guarda negli occhi e gli dice: «Guai a voi che siete ricchi, perché avete già la vostra consolazione » (Lc 6,24); e poi:  « In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli; ancora vi dico: è più facile che una fune entri per la cruna di un ago, che un ricco nel regno di Dio » (Mt 19, 23 -24). E Silvio: «Santità, io do ai poveri la metà dei miei beni e se ho rubato a qualcuno gli restituisco il quadruplo». (Attilio Doni)

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Il nuovo vangelo di Maurizio Lupi

Posted by fidest press agency su domenica, 14 novembre 2010

Lettera al direttore. Maurizio Lupi, su La Repubblica (11 nov.), scrive ad Eugenio Scalfari: “Lei si preoccupa della moralità e, in estrema sintesi, mi etichetta come «immorale» nella difesa di Silvio Berlusconi…La invito a rileggere quella pagina del vangelo in cui vedendo Gesù che andava a mangiare da Zaccheo, «tutti mormoravano: è andato ad alloggiare da un peccatore!». Lei è come quella folla”. Stando ai termini del paragone, alla folla corrisponderebbe Scalfari, a Gesù, Maurizio Lupi, e a Zaccheo, Berlusconi. Ma si dà il caso che Zaccheo fosse un peccatore desideroso di vedere Gesù e quindi disposto alla conversione. E si dà anche il caso che Gesù non avesse peli sulla lingua e che redarguisse così i peccatori incalliti: «Ipocriti…serpenti, razza di vipere, come sfuggirete al castigo della Geenna? Guai a voi…perché siete come sepolcri imbiancati che all’esterno appaiono belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine…»” (Mt 23). Scrive ancora il vicepresidente della Camera: “Vivo nell’esperienza cristiana «il centuplo quaggiù» ed è quello che con tutti i miei limiti voglio testimoniare anche in politica. Come questa testimonianza entri nel cuore dell’altro e, nel caso, lo cambi, non spetta a me deciderlo. Ritengo invece una grande forma di violenza pretendere la conversione di chi ci sta a fianco”. Ma che dice Maurizio Lupi? E’ questo il suo Vangelo? Limitarsi alla testimonianza? Questo insegnava Gesù? E della preziosa “correzione fraterna” se n’è dimenticato? Converrà che rilegga anche lui qualche pagina delle Scritture? Gliene indico alcuni passi: Prv 27,5; Mt 18, 15; Lc 17,3s; Eb 3,13; 10, 25; 1Ts 5,11; Rm 15,14. Ed è sin troppo ovvio che non si deve pretendere la conversione di chi ci sta accanto, però è un dovere morale ricorrere ad ogni mezzo non violento per correggere il fratello. Lo raccomanda Gesù. (Attilio Doni)

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