Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Elezioni, tassi di interesse e mercati

Posted by fidest press agency su sabato, 22 giugno 2024

Il 2024 passerà alla storia come l’anno delle elezioni, con un numero record di persone che si recheranno alle urne. L’elevata concentrazione di elezioni ha, inoltre, provocato una volatilità record sui mercati, in particolare in Messico, India e Sudafrica. Più recentemente, la decisione del presidente francese Macron di indire nuove elezioni ha fatto crollare le obbligazioni e le azioni francesi, indebolendo l’euro. Al contrario, la decisione inaspettata del primo ministro Rishi Sunak di indire elezioni anticipate è passata quasi inosservata nei mercati inglesi. Con questo scenario, è opportuno considerare l’impatto delle prossime elezioni sui mercati europeo, inglese e americano. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le cui elezioni sono previste per novembre, si teme che la rielezione di Trump possa scatenare un’impennata dei rendimenti obbligazionari, sebbene lo consideriamo improbabile; piuttosto ci aspettiamo che Trump tagli le tasse e che aumenti le tariffe sulle importazioni statunitensi del 10% su tutta la linea. L’effetto netto sul deficit fiscale potrebbe essere modesto, mentre per quanto riguarda la politica monetaria, la Fed è indipendente e sebbene Donald Trump abbia espresso la sua intenzione di voler licenziare il presidente Powell, è improbabile che una tale mossa possa cambiare la politica reale. Vi è inoltre un forte consenso a favore degli accordi esistenti e non si chiede più alla Casa Bianca di esercitare un maggiore controllo sulla banca centrale, considerando anche la presenza di importanti barriere legali e di altro tipo. Qualora Joe Biden dovesse venire rieletto, un fattore fondamentale sarà la composizione del Congresso. In Europa, le ultime elezioni si sono concluse con una significativa avanzata dell’estrema destra, che probabilmente tenterà di limitare il potere di Bruxelles, facendo numerosi passi indietro sulle politiche che riguardano cambiamento climatico e immigrazione. A livello nazionale, ci aspettiamo che i partiti di destra seguano l’esempio della Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, la quale si è gradualmente spostata verso il centro. In particolare, quasi tutti i partiti di destra in Europa hanno abbandonato i piani di uscita dall’UE, anche a seguito di quanto avvenuto nel Regno Unito, e la BCE rimane fortemente indipendente. A nostro avviso, l’acquisto all’impazzata dei bund tedeschi sembra esagerato e non ci aspettiamo una crisi finanziaria europea. Nel Regno Unito, i sondaggi suggeriscono che i laburisti avranno una vittoria schiacciante. Il leader di partito, Keir Starmer, sembra essere moderato e prudente, con piani di spesa molto ambiziosi, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, e probabilmente non vorrà attenersi ai piani di spesa irrealisticamente bassi dell’attuale governo nelle aree non protette. (Abstract)

Lascia un commento