Secondo i dati Istat resi noti oggi, il 35,1% delle famiglie nel 2022 considera peggiorata la propria situazione economica negli ultimi 12 mesi, contro il 30,5% del 2021. “Dato grave e preoccupante, ma atteso!” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”E’ evidente che il caro bollette e il caro prezzi hanno inciso pesantemente sulla condizione economica delle famiglie, aggravandola. Anche il dato di chi considera invariata la propria condizione non va letto necessariamente come positivo. Insomma, chi faceva fatica ad arrivare alla fine del mese sia nel 2021 che nel 2022, rientra in questa definizione. Non c’è da stare allegri” conclude Dona.
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Istat: per 35,1% famiglie situazione economica peggiorata
Posted by fidest press agency su sabato, 13 Maggio 2023
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Virus: miglioramento della situazione epidemiologica
Posted by fidest press agency su giovedì, 22 dicembre 2022
Gli indicatori epidemiologici rilevati dalla cabina di regia Ministero della Salute-ISS segnalano per la settimana 9-15 dicembre un miglioramento della situazione epidemiologica. L’incidenza dei casi settimanali per 100.000 abitanti è diminuita da 375 a 296, mentre il numero di riproduzione Rt relativo ai casi sintomatici è lievemente diminuito da 1,10 a 0,98, appena al di sotto della soglia epidemica dopo tre settimane sopra il valore soglia. Continuano tuttavia ad aumentare i decessi, passati da 686 a 719 (+4,8%). In lieve aumento (+2,4%) i ricoverati nelle aree mediche, con sette regioni nelle quali è stato superata la prima soglia di attenzione del 15% dei posti letto occupati e due regioni dove è stata superata la seconda soglia del 30%. In diminuzione invece (-4,2%) il numero dei ricoverati in terapia intensiva, con un tasso nazionale di occupazione che scende dal 3,4% al 3,2% By Aggiornamenti coronavirus – 20 dicembre 2022 a cura di Salvatore Curiale
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La situazione economica incerta e i rincari pesano sulla capacità di spesa degli italiani per Natale
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 novembre 2022
i due anni e mezzo di pandemia, la crisi economica, la guerra in Ucraina, i rincari dei costi dell’energia e il timore di una recessione influiscono sulla capacità di spesa degli italiani per le festività di Natale: è quanto emerge da un’indagine condotta su un campione di oltre 5.000 persone da Younited, fintech leader del credito istantaneo in Europa. Il 55,5% degli intervistati ha, infatti, dichiarato di avere un budget inferiore rispetto al 2021 e solo il 10% ha affermato di potersi permettere di spendere di più. Contestualmente il 57,2% ha dichiarato di prevedere una spesa minore rispetto agli anni passati e solo il 9,2% stima di spendere di più. In questo contesto, il Black Friday si sta affermando sempre più anche nel nostro Paese come periodo per giocare d’anticipo con gli acquisti dei regali, sperando in qualche occasione conveniente: il 25,3% del campione ha affermato di approfittare di questa occasione per acquistare i regali, mentre più della metà ha dichiarato di valutare questa possibilità a seconda delle offerte vantaggiose o meno (48,6%). Le due settimane che precedono il Natale rimangono tuttavia un periodo caldo per gli acquisti: quasi i due terzi degli intervistati acquista regali nelle due settimane che precedono il Natale (72%), con il 20,1% che dichiara di acquistarli la settimana stessa. Pranzi, cene, regali, viaggi e le altre spese tipiche del periodo natalizio hanno un peso non indifferente sul budget degli italiani: quasi due terzi (73,2%) degli intervistati ha infatti dichiarato di prevedere una spesa tra 100 e 500 euro per queste attività, e il 18, 9% prevede un esborso tra 500 e 1000 euro.
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La situazione carceraria italiana
Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 agosto 2022
Da anni, oramai, non si fa altro che parlare di sovraffollamento degli istituti di pena, di suicidi, di rivolte e di aggressioni e tutte le volte la politica si limita alle promesse e tali rimangono salvo riesumarle in presenza di nuove situazioni critiche. Eppure, i segnali di un aggravamento della situazione è sotto i nostri occhi. I professionisti del settore hanno a più riprese invocata un’attenta vigilanza sul fenomeno dei suicidi e a difendere l’istituzione della figura del Garante per i diritti dei detenuti. Da fonte Migra apprendiamo che quanto concerne le celle dei detenuti è stato rilevato che: L’89,40% dei detenuti non ha la doccia. Il 69,31% non ha l’acqua calda. Il 60,00% delle detenute non ha il bidet. Il 12,80% dei detenuti vive in celle dove il bagno è collocato vicino al letto, e non in un vano separato. Il 29,30% dei detenuti non possono accendere le luci all’interno della propria cella in quanto gli interruttori sono posti all’esterno. Ogni detenuto costa alla collettività, mediamente, 120 euro il giorno. Tutto questo ha reso quasi obbligatorio ricorrere all’istituto dell’indulto, al quale si è ciclicamente ricorsi più volte nella storia della Repubblica, per intraprendere (si spera) una strada che porti l’Italia ad approntare modifiche strutturali serie per evitare di dover pagare l’ennesima sanzione alla Comunità Europea e un debito morale verso l’ONU e il mondo intero. A questo punto sarebbe troppo semplice e riduttivo comporre la crisi del sistema carcerario identificando i motivi al suo interno. È vero invece che il problema della criminalità si propone come problema politico complessivo, per cui s’impone una scelta fondamentale: quella cioè di individuare come corsia di favore, nella riforma del sistema carcerario, la lotta alle grandi organizzazioni criminali, come lotta per la democrazia e l’esercizio dei diritti civili; e i diritti civili di dignità della persona e di possibilità di recupero devono essere riaffermati in questa ottica, soprattutto nel carcere. Si è inoltre compreso come uno degli strumenti più efficaci per decongestionare le carceri sia costituito dal trattamento in ambiente libero del condannato. I fattori che consentono questo livello di sperimentazioni sono vari ma che potrei riassumere in questi punti essenziali: una maggiore disponibilità degli organismi preposti istituzionalmente alla sorveglianza degli istituti di pena; la maturazione culturale e comportamentale di larghe fasce di detenuti che hanno saputo porsi in modo propositivo nei confronti delle istituzioni; la partecipazione della comunità esterna favorita dalla disponibilità della magistratura di sorveglianza; la partecipazione attiva degli operatori penitenziari dell’istituto e soprattutto quella degli agenti di custodia in grado di supplire a notevoli carichi di lavoro. Dobbiamo convincerci, in buona sostanza, che i rinvii non spostano solo i problemi ma li aggravano. (Riccardo Alfonso)
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Agricoltura 4.0 la situazione in Italia
Posted by fidest press agency su venerdì, 1 luglio 2022
Si è tenuto presso la Sala “20 Maggio 2012” dell’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna, il convegno “Le nuove sfide dell’agricoltura: formazione e tecnologie digitali” organizzato in collaborazione tra Accademia Nazionale di Agricoltura e Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna con il patrocinio di UNASA (Accademie per le Scienze Agrarie) e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. La giornata è stato un importante momento di riflessione per fare il punto da un lato sulla attuale situazione dei nuovi approcci formativi per la conoscenza e la diffusione delle tecnologie digitali nell’agricoltura di precisione, dall’altro sull’utilizzo di precision farming, robotica e nuovi materiali in Italia. Oggi l’agricoltura è uno dei settori al centro della scena mondiale risentendo più di altri delle condizioni climatiche mutate, ma avendo anche il compito di utilizzare in maniera adeguata le risorse naturali, con l’obiettivo di aumentare la sostenibilità ambientale delle proprie produzioni e al contempo fornire adeguato sostentamento alimentare. Una sfida questa che può essere affrontata in maniera efficace grazie all’avanzamento della ricerca tecnologica e meccanica dei propri strumenti di lavoro. Gli interventi della giornata, tenuti dai principali professori universitari dei diversi Dipartimenti di scienze agrarie, alimentari e forestali delle università di Bologna, Firenze, Padova, Tuscia, rappresentanti del C.N.I.T di Pisa e addetti ai lavori di realtà produttive del territorio ha analizzato l’intero comparto dell’innovazione agricola, dalla necessità di istruzione e formazione fino ad arrivare alle applicazioni in campo pratico. Il convegno è stato aperto da Alessio Mammi, Assessore Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Regione Emilia-Romagna e le conclusioni tenute dal Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura e dal Prof. Giovanni Molari, Magnifico Rettore Università di Bologna. Fonte: http://www.accademia-agricoltura.it
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Trasporti: “Situazione ingestibile, serve segnale da Governo”
Posted by fidest press agency su domenica, 13 marzo 2022
“Per gli autotrasportatori non ci sono garanzie: il caro carburante ha determinato una situazione ingestibile. Il 15 marzo è in programma un incontro con il governo, saranno presenti le associazioni degli autotrasportatori accreditate: se l’esito sarà negativo, dal 19 marzo inizieremo a organizzare delle proteste. L’idea è di preparare delle ‘postazioni di dissenso’, ad esempio all’interno di parcheggi privati, in cui spieghiamo le nostre ragioni. L’extrema ratio sarà quella di effettuare giornate di fermo: non bloccheremo le strade o le autostrade, protesteremo ma in modo civile”. A dirlo il presidente di Confartigianato Trasporti Firenze e vice presidente nazionale Roberto Tegas, in riferimento alla difficile situazione che stanno vivendo le aziende del settore. “Il problema del carburante – ha aggiunto Tegas – può diventare di carattere strutturale. Il Governo deve varare un pacchetto di emergenza che sia concreto, in modo da far fronte all’attuale emergenza sugli aumenti di carburante ma anche avviare un percorso che elimini il ripresentarsi in futuro di queste criticità. Oltre allo stanziamento degli 80 milioni per il trasporto merci, ci aspettiamo da Roma un segnale a tutela dell’intera categoria”. “Il governo – ha precisato Tegas – nicchia, sembrava ci dovesse concedere molto e invece ci ha dato poco al momento. Adesso è il momento di un confronto serio, anche sul tema dell’abusivismo”. Tra le richieste anche una “regolamentazione efficace delle soste e delle attese al carico e un tavolo delle regole per l’accesso al mercato e alla professione dell’autotrasporto”.
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La situazione in Ucraina sta portando il mondo sull’orlo di una guerra nucleare
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 febbraio 2022
Non importa a quale propaganda crediate; resta il fatto che gli USA e la Russia possiedono più di 10.000 armi nucleari. Non dimenticate mai che una guerra combattuta anche con 100 armi nucleari distruggerà la civiltà umana come la conosciamo e devasterà tutte le forme di vita sulla Terra, una situazione che richiederà al pianeta centinaia di milioni di anni per riprendersi. Questa è la prospettiva che l’umanità affronta in questo momento. Questa situazione in Ucraina era del tutto evitabile. Alla fine della guerra fredda, quando il Muro di Berlino è caduto insieme al Patto di Varsavia e all’Unione Sovietica, c’era un’opportunità perfetta per costruire un nuovo ordine mondiale di pace. La NATO avrebbe dovuto essere sciolta e si sarebbero dovuti firmare dei trattati di pace tra tutti gli Stati d’Europa, compresa la Russia e tutte le ex repubbliche socialiste sovietiche. L’Unione Europea aveva la possibilità di integrare un continente da Lisbona a Vladivostok. Ma questo non era nell’interesse dei più grandi oligarchi del pianeta: quelli che controllano l’industria militare statunitense e l’establishment politico di Washington. In realtà, non era nemmeno nell’interesse degli oligarchi dell’ex Unione Sovietica, le cui posizioni erano anch’esse minacciate dalla prospettiva della pace, né degli oligarchi europei che si sono arricchiti all’infinito a spese dei più poveri. Questi oligarchi, il cui apparato comprende l’establishment militare e politico, i media, il sistema bancario e il mondo accademico, usano lo strumento del nazionalismo “sangue e suolo” per manipolare le loro popolazioni, disumanizzare le persone di altre nazioni e culture e creare il consenso necessario per farle assassinare. La più grande vittima di questa guerra finora non è stato un essere umano, ma un gasdotto. Il progetto Nord Stream II è stato sospeso, lasciando la Germania senza alternative, con un preavviso così breve, se non quella di cercare rifornimenti di carburante dagli Stati Uniti e altrove. Ma perché questa guerra riguarda i combustibili fossili, quando il mondo dovrebbe passare a forme di energia sostenibile e verde? Perché questa è una guerra tra oligarchi e non tra popoli. Gli oligarchi guadagnano molto di più da un pianeta dipendente dai combustibili fossili rispetto a un pianeta che funziona con fonti rinnovabili. Avremmo potuto passare alle energie rinnovabili decenni fa, diventando un pianeta a zero emissioni di carbonio. Immaginate se i soldi investiti nelle guerre in Iraq, Afghanistan, Serbia, Yemen, Libia, Siria e altrove fossero stati usati per questo! Ora non staremmo certo parlando dell’Ucraina.Questo conflitto non è una guerra tra Putin e Biden. È una guerra tra una schiera di oligarchi contro un’altra, tutti intenti a conquistare un territorio in cui vivono e lavorano esseri umani, in modo da trarne profitto.Come membri della specie umana che vive così precariamente su questa roccia che viaggia nell’universo a quasi 500.000 miglia all’ora, dobbiamo fare di meglio.Ci sono partiti e movimenti politici che mettono al centro il benessere di tutti gli esseri viventi, che rinunciano alla guerra come mezzo per risolvere le dispute, che si attengono ai principi della Carta delle Nazioni Unite. E se non ci sono si possono fondare.È tempo che i popoli del mondo si alzino in piedi, si organizzino, imparino che gli altri esseri umani non sono nemici, ma persone come loro che vogliono vivere una vita felice in pace e sicurezza.È tempo di dire no alla guerra e di dare una possibilità alla pace. Ma soprattutto è il momento di agire.Traduzione dall’inglese di Anna Polo By Pressenza International Press Agency.
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Situazione carceraria in Italia
Posted by fidest press agency su martedì, 4 gennaio 2022
Se chi ben comincia è a metà dell’opera, avremmo davvero voluto iniziare in altro modo questo 2022 che non commentando un’ennesima evasione e un nuovo suicidio nelle nostre carceri. E invece il nuovo anno inizia così come si è chiuso il precedente, non dissimile da quello ancora antecedente e così via. L’evasione di un detenuto dal carcere di Vercelli, avvenuta per quanto si apprende nel più classico dei modi, con il taglio delle sbarre della finestra della cella (perché di celle e non di altro si tratta), unitamente al suicidio di Salerno, segna l’ulteriore conferma del totale fallimento nel perseguimento della sua mission del sistema penitenziario, ma anche – riteniamo – dell’intero apparato d’esecuzione penale”.Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta l’evasione avvenuta nella notte di Capodanno dalla Casa Circondariale di Vercelli, nonché il suicidio portato a compimento presso la Casa Circondariale di Salerno. De Fazio poi rincara: “due evasioni si potrebbe dire, una dal penitenziario e un’altra, molto più tragica, dalla stessa vita di chi evidentemente non ha retto alle brutture di un carcere che non solo non assolve alle funzioni dettate dalla Carta costituzionale, ma che – al di là di quello che è ormai molto vicino a mostrarsi come becero chiacchiericcio di politici e governanti – non è neanche lontanamente nelle condizioni di poterlo fare. Come si possono immaginare e conciliare trattamento, rieducazione e sicurezza in assenza di provveditori regionali, di direttori di carcere, di comandanti della Polizia penitenziaria, con carenze organiche di migliaia di unità in tutte le figure professionali e che raggiungono le 18mila nel Corpo di polizia penitenziaria? Noi pensiamo che non sia neppure utopia, perché a quest’ultima comunque si può credere (serve a far camminare l’uomo, sosteneva Eduardo Galeano). In verità, abbiamo il forte sospetto che nessuno o quasi possa realmente pensare che l’attuale sistema carcerario sia in grado di puntare a realizzare ciò che la Costituzione vorrebbe”. “Anche noi, pertanto, e ce ne rendiamo conto, apriamo questo 2022 come avevamo chiuso il 2021 e chiediamo nuovamente alla Ministra della Giustizia Cartabia e al Presidente del Consiglio Draghi di dare un senso di coerenza alle loro rispettive dichiarazioni concernenti la necessità di migliorare le condizioni del sistema carcerario e di aprire immediatamente un confronto organico che consenta da un lato di adottare misure immediate ed emergenziali, dall’altro di attuare riforme strutturali non più rinviabili. Non sarebbero più credibili – conclude – se, magari a breve, qualcuno di loro ripetesse le stesse parole da altri e più importanti scranni”.
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Situazione critica delle autostrade: Protesta autotrasportatori
Posted by fidest press agency su sabato, 29 Maggio 2021
“Sulle autostrade liguri c’è una situazione intollerabile da ormai troppo tempo e chi le deve utilizzare per lavorare si trova in condizioni di difficoltà assoluta. Per questo sono vicino alla protesta annunciata dagli autotrasportatori, che si aggiunge alle molte che ci sono già state. Nonostante questo, non è stato fatto nessun vero passo avanti”. A dichiararlo è l’europarlamentare ligure Brando Benifei, Capodelegazione del PD al Parlamento Europeo, che prosegue: “La Regione deve attivarsi con più determinazione nel sollecitare un maggiore impegno a livello nazionale per risolvere questa situazione. La condizione autostradale della Liguria è un problema per la qualità della vita dei cittadini, ma anche un fattore di grande penalizzazione per interi comparti dell’economia, dal turismo fino, appunto, ai trasporti. Per questo i trasportatori, esasperati, hanno ragione a scioperare e a chiedere che le istituzioni, unite, si impegnino in misura straordinaria per ripristinare una situazione che sia finalmente accettabile, degna di un Paese moderno e di una Liguria finalmente fuori dall’isolamento”.
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Situazione dei pensionati italiani in Repubblica Dominicana
Posted by fidest press agency su venerdì, 30 aprile 2021
“Ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali sui diritti dei pensionati italiani in Repubblica Dominicana.Ho chiesto ai Ministri Franco, Di Maio e Orlando di intervenire al fine di venire incontro alle esigenze dei pensionati italiani residenti in Repubblica Dominicana, mediante l’avvio di un negoziato bilaterale atto a regolamentare l’assistenza sanitaria, permettendo il pagamento delle tasse sulla pensione direttamente in Repubblica Dominicana, oppure garantendo loro l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale.Infatti, i pensionati italiani in Repubblica Dominicana pur pagando le tasse sulla pensione in Italia sono esclusi dal Servizio Sanitario Nazionale nel momento in cui si iscrivono all’Aire.Auspico che il Governo venga incontro a questi connazionali che chiedono da tempo la necessità di pervenire ad un accordo fra i due Paesi che permetta di pagare le imposte direttamente nel Paese di iscrizione all’AIRE oppure di consentire loro di continuare ad essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Lo ha dichiarato l’on. Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America.
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Situazione cimiteriale a Roma: La Lega scrive alla procura
Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 aprile 2021
“La situazione dei cimiteri capitolini è diventata ormai insostenibile e al collasso. Mesi di attesa per le cremazioni, cimiteri esauriti, scandali e disservizi di ogni tipo che vengono ripetutamente segnalati dai parenti dei defunti disperati per una situazione grave che viene costantemente ignorata dai vertici dell’Ama e dall’amministrazione capitolina”. A denunciarlo in un esposto presentato alla Procura della Repubblica sono i dirigenti romani della Lega Salvini Premier, Fabrizio Santori e Monica Picca, e la portavoce del Comitato per la Tutela dei Cimiteri Flaminio Prima Porta Verano e Laurentino, Valeria Campana. “Dal documento depositato emerge chiaramente che a tormentare i cittadini nel momento del dolore hanno avuto un ruolo decisivo i ritardi nel l’approvazione dei bilanci e l’esiguità dei fondi stanziati per gli interventi sia per l’ordinaria gestione che per investimenti strutturali più volte annunciati ma mai intrapresi. Ma anche la burocrazia ha contribuito a peggiorare la situazione, che si tratti di doppi passaggi per una autorizzazione alla sepoltura o cremazione o al rilascio di una concessione. Le gravi urgenze già esistenti nel 2017 sono oggi emergenza. Il rispetto del dolore dei cittadini non può essere oggetto di scelte contabili o politiche di bilancio, tanto meno dell’attesa di settimane per un timbro”. “Tra le ulteriori criticità riscontrate vi è ora l’impossibilità di dare sepoltura ai defunti in tempi ragionevoli, che si tratti di cremazione o deposizione a terra o in loculo. I gravi ritardi accumulati non permettono neanche di esumare le salme con concessione scaduta con celerità e le famiglie sarebbero costrette a lasciare i resti mortali in camera mortuaria, che nel frattempo è già colma, questo perché loculi ossari disponibili ormai non ce ne sono più. Queste segnalazioni provengono da tutto il territorio. Una situazione da terzo mondo che Roma non merita”, si legge nell’esposto. “Lo scopo di questa denuncia – conclude l’esposto – è di esortare scelte congrue ed efficienti per trovare in tempi rapidi soluzione ad una situazione inammissibile con il fine di riportare rispetto e decoro nei cimiteri romani. Il nostro obiettivo sarà anche quello di rappresentare le istanze delle tante persone anziane in merito e che sono rimaste inascoltate, chiedendo soluzioni ai problemi sorti all’interno degli 11 cimiteri comunali, che hanno un’estensione territoriale complessiva di oltre 250 ettari”. Lo dichiarano in una Fabrizio Santori e Monica Picca, dirigenti romani della Lega Salvini Premier.
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Covid, Senior Italia FederAnziani: l’aggravarsi della situazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 25 gennaio 2021
Secondo i dati ufficiali sulla mortalità per Coronavirus in Italia, ogni giorno muoiono circa 500 persone a causa dell’infezione da Covid 19, e sappiamo che si tratta quasi esclusivamente di anziani, dato che stando all’ultimo rapporto ISS del 16 dicembre 2020 l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni. Questo consente di stimare che da qui a giugno 2021, ovvero in 165 giorni, un numero elevatissimo di anziani, tra i cinquantamila (con 303 morti al giorno) e gli ottantamila (con 484 morti al giorno), perderà la vita a causa del Covid, se non saremo in grado di imprimere alla campagna per la vaccinazione una significativa accelerazione. È l’allarme lanciato da Senior Italia FederAnziani, che fa appello alle autorità affinché sia fatto il possibile per far procedere più speditamente le vaccinazioni.«Siamo terrorizzati da questi numeri – dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani Roberto Messina – che prefigurano purtroppo una vera e propria ecatombe nell’arco dei mesi che sono stati stimati come necessari al completamento della campagna di vaccinazione per la fascia di popolazione più fragile, ovvero gli anziani e in particolare i portatori di malattie croniche. Dai trecento ai cinquecento morti al giorno, anziani nella quasi totalità, significa dai novemila ai quindicimila al mese, e quindi tra i cinquanta e gli ottantamila da qui a giugno. Quest’analisi previsionale è anche conseguenza del fatto che ancora non sono state completate le vaccinazioni dei medici di famiglia e che ancora questi ultimi non hanno a disposizione vaccini da loro utilizzabili. Perciò chiediamo un’accelerazione nella campagna vaccinale, e in particolare ci rivolgiamo agli enti regolatori affinché lavorino giorno e notte pur di accelerare le autorizzazioni necessarie all’entrata in circolazione dei nuovi vaccini. Vogliamo dire all’EMA che un solo giorno risparmiato rappresenta la salvezza di ben cinquecento vite, per restare solo all’Italia. Mai come ora la tempestività è stata fondamentale. Oltre a ciò non bisogna dimenticare che le RSA e le altre residenze per anziani rappresentano uno dei luoghi privilegiati di questa campagna, dato che qui si trovano i più fragili tra i senior, e per questo ci rivolgiamo da un lato agli operatori affinché siano responsabili e accettino di vaccinarsi, e dall’altro ai vertici delle strutture perché adottino tutti i provvedimenti consentiti dalla legge nei confronti di quegli operatori che, rifiutando di sottoporsi al vaccino, mettano a repentaglio la vita degli ospiti. Vaccinarsi non è un’opzione ma è l’unica strada obbligata per tutelare la vita delle persone anziane, malate, non autosufficienti che, se infettate dal virus, hanno un’elevata probabilità di sviluppare complicanze e addirittura morire.» (fonte: Federanziani)
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Recovery Fund, Melilli: “Situazione sbloccata, ora sfruttare l’occasione”
Posted by fidest press agency su giovedì, 10 dicembre 2020
Roma. “Il fatto che l’Europa abbia trovato una unità di intenti sul Recovery fund consente finalmente di sbloccare una situazione che da troppe settimane viveva nell’incertezza. Approvato il Bilancio europeo pluriennale, dalla prossima primavera arriveranno in Italia i fondi europei del Next Generation EU. Dobbiamo essere pronti a sfruttare l’occasione e mettere in campo tutti i meccanismi necessari per non sprecare queste risorse. Ora sia Governo che Parlamento hanno la possibilità di disegnare un futuro migliore per il Paese dentro l’Unione Europea”, è il commento del presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Fabio Melilli
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Covid19: nelle RSA del Piemonte si aggrava la situazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 30 novembre 2020
La Città metropolitana di Torino attraverso l’intervento del vicesindaco Marco Marocco esprime preoccupazione per la situazione nelle RSA del territorio, sia rispetto alla presenza di contagi tra gli ospiti e tra il personale, sia per la continua assenza dal tavolo di coordinamento dell’Osservatorio permanente regionale sulle RSA dell’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi.”L’Osservatorio permanente regionale sulle RSA si riunisce settimanalmente online – spiega il vicesindaco metropolitano Marco Marocco – e insieme alla Prefettura esaminiamo la situazione comprensiva delle segnalazioni provenienti dalle cabine di regia metropolitana e provinciali, il tema della carenza di personale di infermieri ed oss nelle RSA, la necessità di avere un calendario per la presenza dei medici di medicina generale nelle strutture RSA, i problemi legati al caricamento dei dati sulla piattaforma regionale, la necessità di poter contare sulla mappatura aggiornata delle strutture RSA a rischio contagio. La mancanza della voce politica da parte della sanità regionale è molto preoccupante”.All’interno dell’Osservatorio regionale RSA il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco da fine agosto interviene come rappresentante delle Province piemontesi in qualità di vicepresidente della consulta delle aree vaste di ANCI Piemonte: la cabina di regia metropolitana coinvolge oltre a Prefettura di Torino e Regione Piemonte, anche i presidenti delle assemblee dei sindaci e le direzioni ASL del territorio metropolitano, le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali del settore e l’associazione delle vittime per mettere a fuoco le criticità, con particolare riferimento alla diffusione del contagio tra ospiti e operatori, carenza di personale, tamponi e reperimento dei presìdi di protezione individuale, guanti, mascherine, etc.
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La situazione in cui versa l’industria alberghiera in questi mesi è drammatica
Posted by fidest press agency su martedì, 24 novembre 2020
Ad un fermo totale dei mercati turistici internazionali, vera linfa vitale per il nostro Paese e per le strutture ricettive, si aggiunge una impossibilità di spostamento fra le Regioni che di fatto azzera anche il mercato interno; l’impossibilità di svolgere eventi e manifestazioni di presenza aggiunge un ulteriore livello di drammaticità ad un comparto che rischia di sparire.Se si pensa che queste affermazioni siano esagerate, afferma Roberto Necci imprenditore alberghiero nonché Chairman di Investhotel Capital Partners che si occupa di ristrutturazioni aziendali spesso salvando le aziende dal fallimento, basta farsi un giro nelle nostre città e vedere quante strutture alberghiere, ormai deserte cominciano ad avere i primi segnali di incuria e degrado.Occupandomi di crisi di impresa ho ben chiara la situazione di alcune aziende che rischiano con queste condizioni di sparire definitivamente dal mercato, del resto continua Roberto Necci difficilmente una azienda riesce a stare per troppo tempo senza ricavi e con un orizzonte di ripresa a dir poco incerto, gli aiuti, quei pochi arrivati si sono immediatamente esauriti ed all’orizzonte vi sono ulteriori problematiche.Innanzitutto molte aziende in questo periodo hanno aumentato il livello di indebitamento, gli aiuti infatti per la maggior parte dei casi sono stati dei rilasci di garanzie statali per favorire la liquidità ma questa va rimborsata e da quello che sono le analisi di Investhotel Capital Partners difficilmente senza una modifica dei piani di ammortamento o ulteriori interventi le aziende saranno in grado di affrontare rimborsi.Le aziende che non andavano benissimo prima della crisi hanno visto ulteriormente deteriorare le loro posizioni verso banche aumentando in maniera esponenziale il mondo degli NPL ( Non performing loan ) o UTP ( unlikely to pay ) ovvero crediti oramai deteriorati; una normativa europea ancora più stringente impone ulteriori sacrifici alle banche che detengono tali esposizioni, praticamente tutte le banche italiane, con ulteriore difficoltà nel finanziare l’economia e le aziende.Una situazione non semplice conclude Roberto Necci che se da un lato ha necessità di consapevolezza da parte dell’imprenditore nell’organizzazione dei processi aziendali futuri, dall’altro vi dovrà essere una chiara analisi della situazione da parte del nostro governo.
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“Stiamo camminando al buio”
Posted by fidest press agency su martedì, 3 novembre 2020
“Ci tengono in uno stato di incoscienza e quando le persone non conoscono la situazione reale son difficili da sensibilizzare. In questo momento nessuno conosce dati in grado di raccontare la situazione reale. Nemmeno gli scienziati. Quelli diffusi attualmente riferiscono uno scenario vecchio di due settimane, quindi inutili nell’offrire una risposta coerente e non tengono conto dell’andamento epidemico. Nemmeno l’RT è un dato utile, non riporta la velocità del contagio e di quanto la situazione stia peggiorando”. Questa la dichiarazione di Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e consigliere dell’Associazione Luca Coscioni intervenuto nel corso del webinar “Webinar Covid 19: Le proposte al Governo dell’Associazione Luca Coscioni”.“Osservando i dati di occupazione degli ospedali emerge che moltissime regioni, se paradossalmente destineranno tutti i posti letto ai pazienti Covid e a nessun’altra malattia, tra 2\3 settimane avranno raggiunto la capienza massima. Per questo è necessario avere dati certi subito, perché è indispensabile sapere se le misure attualmente in atto sono efficaci e hanno un impatto oppure no. Abbiamo bisogno di dati sentinella su un campione anche piccolo: su 200 mila tamponi che si fanno al giorno, ne basterebbero una decina di migliaia a settimana per avere una situazione chiara di cosa sta succedendo. “L’unico dato significativo disponibile – continua Bucci – è quello legato al riempimento degli ospedali. Se vogliamo ottenere collaborazione dai cittadini bisogna mostrare i dati solidi, non abbiamo più tempo, fra un tre settimane /un mese ce ne accorgeremo, ma staremo piangendo i nostri cari”. Sul tema dei test a campione l’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, in settimana ha presentato un’interrogazione parlamentare, attraverso un’azione del deputato Gennaro Migliore. “Dal mese di marzo 2020 abbiamo sviluppato insieme a due ex presidenti dell’Istat, Giorgio Alleva e Alberto una proposta, senza ricevere una risposta, riguardante la possibilità di testare con il tampone un campione statistico, che comprenda sintomatici e asintomatici – dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – ; Chiediamo una campionatura sulla reale diffusione del virus in Italia, ‘un campione probabilistico quindicinale anche di poche migliaia di unità’, che avrebbe un valore informativo di grande utilità a un costo relativamente molto basso. Oltre a una percentuale di errore minima, non maggiore del 5%. Potrebbe dare grande forza ai numeri e al dibattito corrente, fornire fondamento migliore alle decisioni delle istituzioni preposte e impegnare a un rispetto più convinto i destinatari, cittadini e imprese. Come Associazione Luca Coscioni chiediamo al Governo e al Parlamento di ascoltare i due scienziati e di prendere urgentemente i provvedimenti necessari per realizzare il monitoraggio proposti”.
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“La situazione dei migranti in Sicilia è la cronaca di un’emergenza annunciata”
Posted by fidest press agency su martedì, 25 agosto 2020
“Se un sindaco di centrosinistra, il primo cittadino di Lampedusa, vicino al governo rossogiallo chiede da quasi due mesi lo stato d’emergenza e non viene ascoltato allora c’è da preoccuparsi. In queste ore a parlare sono i numeri: su 65 casi positivi da Covid 19, 58 sono migranti dovuti al sovraffollamento degli hotspot di Lampedusa. È grave che iI Governo di fronte all’ordinanza del governatore Musumeci, che dà disposizione di sgomberare i centri di accoglienza, non abbia ritenuto di dover dare disposizione alle forze dell’Ordine e alle prefetture per intervenire in tal senso. Ancor più vergognoso che il ministero dell’Interno ribadisca senza alzare un dito che la gestione della sicurezza sanitaria è competenza del governo. Cosa ha fatto quindi il governo quando tra luglio e agosto sbarcavano migliaia di clandestini in Sicilia? Nel frattempo la ‘Sea Watch 4’, guidata dall’impunita Karola Rackete e con a bordo 221 migranti, punta dritta verso le coste siciliane. Governo latitante, confusione cronica, porto di Lampedusa intasato di barchini e barconi, centri d’accoglienza trasbordanti, infezione galoppante, affari d’oro per scafisti, crimini in cerca di manovalanza e cooperative rosse: il ministro Lamorgese si dimetta subito”. È quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.
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Esplosioni a Beirut: Il punto sulla situazione
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 agosto 2020
di Emanuele Rossi. Almeno due esplosioni hanno colpito ieri l’area portuale di Beirut. Ci sono video che mostrano il fungo e il fumo, molte immagine di porte e finestre divelte all’interno degli appartamenti della zona. Ci sono feriti, diversi persone colpite da schegge di vetro; altre riprese per strade mostrano veicoli distrutti dalle detonazioni.Non è chiaro cosa sia saltato in aria al momento. Secondo quanto dichiarato dal Direttore generale della Pubblica sicurezza libanese, sarebbe esploso un deposito di sodio nitrato stoccato in un deposito da oltre un anno, dopo essere stato confiscato da una nave.Alcune fonti dal posto avevano spiegato inizialmente che si sarebbe trattato di un deposito di fuochi d’artificio attaccato da un incendio che in precedenza si era propagato nell’area. Versione che però nel tempo ha perso consistenza. Altre dicono che si sarebbe trattato di un deposito di missili di Hezbollah, la milizia sciita filo-iraniana. Potrebbe anche essere stato colpito o vittima di sabotaggio, sulla scia di quanto successo nelle passate settimane in Iran, spiega qualcuno azzardando una speculazione. Hezbollah sta già cercando di de-escalare la situazione: una fonte ha dichiarato che non ritengono possibile che si sia trattato di un attacco israeliano (ma è anche possibile che il gruppo voglia evitare di mostrare pubblicamente una vulnerabilità in casa).La tempistica è certamente singolare. Domani un tribunale delle Nazioni Unite dovrebbe emettere il suo verdetto nel processo in contumacia a quattro sospettati di aver piazzato l’autobomba che nel 2005 assassinò il primo ministro Rafik Hariri. Tutti e quattro gli indagati sono membri del gruppo Hezbollah, che ha costantemente negato qualsiasi ruolo nella morte di Hariri.La possibile seconda esplosione è stata segnalata nella residenza di Hariri in città. Sembra che ci siano almeno dieci vittime, ma è presumibile che ce ne siano di più. Su Twitter, una reporter dice aver udito l’esplosione da Cipro.Il Libano sta attraversando una profonda crisi economica, con i prezzi dei generi alimentari che sono arrivati alle stelle, e il malcontento diffuso tra la popolazione in sofferenza da mesi e mesi. (foto copyright ProgettoDreyfus)
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La situazione della pandemia nel Molise
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 Maggio 2020
“La crescita dei contagi rischia di lasciare il Molise nella fase 1, con la conseguenza di un prolungamento dei tempi e relativo isolamento. Ciò induce a porre l’attenzione all’evolversi della proposta del Commissario ad acta della sanità molisana, Giustini, perché essa è, per tutti noi, una straordinaria opportunità, non sol per il rilancio della sanità a carattere pubblico del Molise, ma, anche, per il domani del Molise. È d’obbligo ricordare l’invito che il 22 Marzo abbiamo rivolto al Presidente della Regione, Dr. Toma, a prendere in considerazione e con la dovuta urgenza la necessità di riaprire gli ospedali “Vietri” di Larino e “SS. Rosario” di Venafro per renderli centri Covid 19. Una necessità per il Molise e, anche una risposta di solidarietà a quanti in altre regioni del Paese venivano colpiti duramente dal virus e avevano bisogno di strutture adeguate. La risposta del presidente Toma che intendeva gratitudine e consenso per la premura rivoltagli ci aveva tranquillizzati fino a quando, con l’aggravarsi della situazione, abbiamo visto che questo consenso si era trasformato in un silenzio rispetto al No espresso dal direttore dell’Asrem, che ha avuto il significato di un No alla decisione presa con un atto d’indirizzo, dal Consiglio Regionale. Un atto sul quale è assordante il silenzio del Consiglio prima citato. Si apre la stagione dei confronti e delle giustificazioni, facili da confutare, che portano solo a rinviare una decisione, allora come ora, urgente. Agli inizi di Aprile, con un nostro comunicato, abbiamo ripreso il discorso e rinnovato l’invito al Presidente e, per conoscenza, ai consiglieri regionali e ai sindaci, sollecitando la decisione di riapertura dei due ospedali a centri Covid, ritenendo molto avveduta la proposta avanzata dal Commissario Giustini, Una proposta lungimirante quella di un utilizzo del “Vietri” di Larino a ospedale Covid , e, anche, di Centro di Ricerca per le Malattie Infettive a carattere Interregionale, cioè il punto di riferimento, sin da subito, di un’utenza pari a 1,2 milioni di persone, cioè quattro volte gli abitanti del Molise. Una straordinaria opportunità– lo sottolineiamo ancora una volta – che partendo dal carattere pubblico della sanità si estenda in modo positivo alla programmazione del Molise, che ha forte bisogno di un diverso sviluppo per affermare la sua natura di paese –campagna, cioè di un insieme di territori verdi che contornano i centri storici dei 136 Paesi, che hanno bisogno di una visione condivisa del domani. Territori che hanno nei valori e nelle risorse – ambiente, paesaggi, storia, cultura, tradizioni – la risposta adeguata al bisogno di salute, un bene primario che, come si sa, va oltre la sanità. In tal senso la parola salute è solo da aggiungere al logo “Piacere Molise” per quel nuovo turismo, non più mordi e fuggi, ma di chi vuol godere aria pulita, acqua potabile, il verde e gli altri colori dell’arcobaleno, l’ospitalità, la bontà della tavola molisana, il paese con la sua piazza, il suo campanile, le sue viuzze, le sue piccole case. Sta qui un’altra importante opportunità, che vale la pena cogliere, ed è il Decreto rilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri, che prevede, tra l’altro, un sismabonus al 110% per i lavori di miglioramento sismico eseguiti, tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021, per i nostri territori colpiti dagli ultimi terremoti del 2002 e 2018. Si tratta di un provvedimento di altrettanta rilevanza al quale deve essere apportato un emendamento finalizzato a consentire interventi anche sulle seconde case solo nelle aree dei crateri sismici. Case da poter aprire per ridare nuova vita a un tesoro, sopra citato, che già abbiamo, i nostri 136 centri storici, a rischio abbandono. Tante opportunità da ritenere fortune da prendere a volo per dare le risposte che servono ad affrontare la crisi ed a risolverla” E’ quanto dichiara il presidente dell’Associazione fra ex consiglieri regionali del Molise Gasparo Di Lisa
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Ristoranti e alberghi in ginocchio
Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 aprile 2020
Il lockdown disposto per contenere i contagi da Covid19 porterà nel 2020 in Italia ad un crollo del fatturato per le srl del settore Ristoranti e alberghi (72.748 società che nel 2019 hanno fatturato 37,8 miliardi di euro), di 16,7 miliardi di euro, pari ad un calo, rispetto al 2019, del -44,1%. In particolare, il comparto della ricettività alberghiera è colpito da una perdita di 7,9 miliardi di euro, pari a -53,8%, mentre la ristorazione da una contrazione di 8,8 miliardi di euro pari a -37,9%. A livello regionale la più colpita la Lombardia con un calo di 3,5 miliardi di euro, seguita dal Lazio con -2,7 miliardi di euro e dal Veneto con -1,6 miliardi di euro.
Sono le stime quantificate dall’Osservatorio sui bilanci 2018 delle SRL del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. L’impatto è dovuto sia al calo della domanda che ha colpito il settore ancora prima che scattasse l’emergenza in Italia, sia al blocco delle attività imposto per decreto, al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria. La stima è stata condotta su un campione di società includendo tutte le Srl che hanno presentato almeno un bilancio nell’ultimo triennio disponibile(2016-2018). Si tratta, in questo caso, di 72.748 società (53.145 operanti nel settore della ristorazione e 19.063 operanti nel settore ricettivo) alle quali è imputabile un volume complessivo di ricavi pari a 37,8 miliardi di euro nel 2019. Si precisa, inoltre, che le stime qui presentate sono relative ai soli bilanci delle Srl del settore Ristorante e alberghi e non sono, pertanto, riferibili all’intero settore che, sulla base di dati Istat 2017 è costituito da circa 328 mila imprese, tra cui circa 160 mila ditte individuali e 90 mila società di persone oltre a quasi 3 mila cooperative. Le quantificazioni sono state condotte sulla base di alcune ipotesi relative all’impatto della crisi provocata dall’emergenza coronavirus separatamente per le Srl del comparto “Alloggio” e per quelle del comparto “Ristorazione”. In particolare, per il primo si è tenuto conto della forte stagionalità dell’attività produttiva, adoperando i dati Istat sui flussi turistici 2019 stagionalizzati per trimestre. Per ottenere le stime finali sui bilanci annuali, sono state utilizzate due differenti misure di impatto mensili per i comparti di cui sopra, costruite tenendo conto del blocco delle attività nei mesi di marzo e aprile e della graduale ripresa dell’attività nei mesi successivi. Le ipotesi impiegate hanno previsto cali di attività sin dal mese di gennaio 2020. Si è tenuto conto, in particolare per il settore della ristorazione, di attività in continuità anche nei mesi di lockdown (ad esempio per cibi da asporto o per particolari servizi di catering e mense), e, in ogni caso, di una non completa ripresa dell’attività produttiva fino a dicembre 2020.
Nell’Osservatorio infatti emerge come nel 2018 in Italia, gli addetti e i ricavi aumentavano rispettivamente del +5,9% e del +5,7% rispetto all’anno precedente seguendo una tendenza positiva dell’ultimo periodo. Tra i singoli comparti produttivi spiccava la performance di ristoranti e attività di ristorazione mobile mentre l’andamento per macroaree territoriali registrava la più alta crescita di fatturato nel Sud (+6,4%) e nel Nord Ovest per quanto riguarda il valore aggiunto(+7,9%). A livello regionale sul podio si posizionava la Basilicata con la crescita più elevata del fatturato del settore Ristoranti e Alberghi nel 2018 (+9,4%), seguita dalla Sicilia (+7,1%), dall’Emilia Romagna (7%) e dalla Campania (+7%). Le regioni che invece mostravano i cali più significativi dei tassi di crescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 l’Abruzzo (-5,7%), il Molise (-3,7%), la Lombardia (-3,2%) e la Sardegna (-3,2%), pur rimanendo comunque in territorio positivo. Tra tutte, si segnala il Molise, unica regione a presentare una decrescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 (- 0,4%).
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