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Posts Tagged ‘famiglia’

Cassazione e maltrattamenti in famiglia

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 aprile 2024

Con il “nuovo” codice rosso per il partner violento scatta l’arresto in flagranza differita per maltrattamenti in famiglia grazie ai soli video con le aggressioni, mostrati alla polizia. E ciò perché il giudice per le indagini preliminari ora può stabilire anche con il filmato se i fatti documentati non sono isolati ma costituiscono l’ultimo anello di una catena di comportamenti violenti o lesivi in altro modo nei confronti della persona offesa. È quanto emerge dalla sentenza 16668/24 pubblicata il 19 aprile 2024 dalla sesta sezione penale della Cassazione. Accolto il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il tribunale: la Suprema corte annulla senza rinvio l’ordinanza del gip di mancata convalida dichiarando invece legittimo l’arresto eseguito dalla polizia giudiziaria. E ciò perché la legge del 24.11.2023 n. 168 ha aggiornato la L. 19..07.2019, n. 69 contro la violenza domestica e di genere inserendo nel codice di rito l’articolo 382 bis Cpp: come già accadeva per i disordini degli ultras negli stadi di calcio, l’arresto in flagranza differita del violento a tutela delle vittime può scattare in base alle immagini di video girati da uno smartphone che mostrano episodi di violenza, minaccia o aggressione alla persona i quali integrano i reati di maltrattamenti in famiglia o stalking. Chiave interpretativa o sono connessi alla violazione delle misure come l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (pesano anche i messaggi WhatsApp). Per questo, spiega ancora il Collegio di legittimità, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, ha ricordato che “Il giudice chiamato a convalidare o no la misura precautelare, dunque, deve valutare l’operato della polizia giudiziaria in base al parametro della ragionevolezza rispetto all’arresto compiuto sulla base del materiale video oltre a dover verificare il termine di quarantotto ore dal fatto. Sbaglia nella specie il gip che sovrappone le proprie valutazioni sui requisiti di gravità rispetto all’adozione della misura cautelare e dunque si pone nella prospettiva sbagliata di non esaminare gli elementi rilevanti ai fini della convalida, compiendo un apprezzamento di merito sui gravi indizi di colpevolezza. Nei tre video “incriminati” la donna vittima della violenza reagisce, ma la conflittualità reciproca non basta a escludere il reato di maltrattamenti”.

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“Casa Famiglia. Le verità nascoste dietro un termine frainteso”

Posted by fidest press agency su lunedì, 15 aprile 2024

Un libro che fa chiarezza su un termine abusato. Cos’è una casa famiglia? È solo per minori o anche per adulti? Quante persone può ospitare? Chi può gestirla e come si regge economicamente? A pochi giorni dall’approvazione da parte del governo del disegno di legge Rocella Nordio che intende mettere ordine su questa materia almeno per quanto riguarda i minori – suscitando dibattito e reazioni nel mondo associativo – arriva in libreria “Casa Famiglia. Le verità nascoste dietro un termine frainteso” (Sempre Editore), scritto dal giornalista Alessio Zamboni, che per tanti anni ha collaborato direttamente con don Benzi e oggi dirige i periodici Sempre Magazine e Semprenews.it Con lo stile dell’indagine giornalistica, ricostruendo fatti, citando testimoni, analizzando documenti, incrociando storie, l’autore racconta come nacque, 50 anni fa, la prima casa famiglia letteralmente inventata da zero da don Oreste Benzi e come, attraverso la Comunità Papa Giovanni XXIII, sia ben presto divenuta un modello innovativo di risposta alla marginalità sociale destinato ad una rapida espansione in Italia e nel mondo. Ma affronta anche temi delicati come le periodiche accuse di «fare business sulla pelle dei bambini», le conclusioni della Commissione d’inchiesta istituita nel 2020, le carenze normative che vedono una differenza di impostazione tra le diverse Regioni, con conseguenze deleterie per i soggetti più fragili, in particolare i minori. L’autore, raccontando un aneddoto di cui è stato personalmente testimone, spiega che lo stesso don Benzi si accorse trent’anni fa che il termine “casa famiglia” cominciava ad essere usato impropriamente e documenta che già da allora iniziò a denunciare come molti istituti si stessero riconfigurando in casa famiglia ma in realtà fossero dei «mini istituti camuffati». Il problema tutt’oggi non è risolto, il termine “casa famiglia” è entrato nell’uso comune, ma spesso è associato a strutture che non hanno nulla a che fare con la famiglia, e a farne le spese sono i più deboli. Riportando i risultati di ricerche condotte sulle “vere” case famiglia da enti accreditati come l’Eurispes, lo Iusve, e uno studio condotto pochi mesi fa dal Dipartimento di Economia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il libro documenta come la validità del modello sia ampiamente dimostrata, eppure in varie Regioni il riconoscimento manca o è parziale, e per circa la metà delle persone accolte l’ente pubblico non eroga alcun contributo. E riporta un caso emblematico, la storia di Daniele, che per un problema di competenza tra “sociale” e “sanitario” era stato spostato dalla casa famiglia in un istituto nonostante avesse chiaramente bisogno di una realtà di tipo familiare, con conseguenze che avrebbero potuto essere tragiche.

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Medici di famiglia, anche in Gran Bretagna è rischio estinzione

Posted by fidest press agency su martedì, 26 marzo 2024

In Gran Bretagna la medicina del territorio è in sofferenza, tanto che i medici a parità di stipendio piuttosto di andare a esercitare altrove decidono proprio di cambiare lavoro. Proprio come il medico di cui ha parlato il Daily Mail che ha scelto diventare autista Uber perché alla fine guidare tutto il giorno comporta ‘meno rischi e stress’. Si tratta di uno specialista in medicina generale da 2 anni che nelle Midlands, centro Inghilterra, non trovava un posto valido. «In svariate realtà del Regno Unito è sempre più arduo trovare lavoro come medico di famiglia (“general practitioner”), perché il governo ha investito in rimborsi ed incentivi per i convenzionati che assumono le nuove figure di physician associates. Si tratta di “assistenti” del medico che all’inizio dovevano essere un appoggio esperto all’attività clinica, ma si sono poi rivelati arma a doppio taglio per l’occupazione dei medici Oltremanica. Infatti, assorbendo moltissime condizioni minori e tanta burocrazia, rendono il fabbisogno molto inferiore a prima», spiega Marco Nardelli, medico di famiglia oggi a Roma ma per anni impegnato in una practice a Londra ed esperto conoscitore della sanità inglese. «Il binario unico dei medici convenzionati da tempo in Inghilterra è “superato”. La convenzione del National Health Service (NHS) con un singolo medico è stata sostituita negli anni dal rapporto con una practice che deve gestire un’offerta di servizi ed un budget riferiti ad una media di 15 mila assistiti. I medici – tuttora convenzionati – della practice possono a loro volta assumere non solo infermieri e collaboratori, od altri professionisti sanitari, ma anche colleghi medici. Più di recente, le practice si sono spesso raggruppate in network di 5-6 studi che gestiscono popolazioni intorno ai 100 mila assistiti. Con l’innovazione dei “physician associates”, i network al posto di assumere medici di famiglia salariati assumono sempre figure di questo secondo tipo. Questi lavoratori sono rimborsati come fattori produttivi da un investimento di 1,4 miliardi di sterline dal NHS e hanno compiti diversi dagli infermieri di cui guadagnano circa i due terzi. «Si tratta di laureati in discipline scientifiche, biologia ad esempio, che vengono formati in corsi post-laurea del NHS e poi assunti dai network», spiega Nardelli. «Il NHS rimborsa a ciascun “GP” circa l’80% del loro stipendio lordo. Spesso distribuiti fra più practice in orari diversi della giornata, gestiscono la parte burocratica dell’attività di studio, incluse le chiamate e la possibilità di fare da filtro alle visite. Non dovrebbero visitare ma spesso e forse impropriamente gestiscono sotto supervisione “percorsi veloci”: se c’è una sospetta tonsillite, non potendo prescrivere, chiamano il medico di famiglia; ma per un raffreddore o per estrarre la batteria di esami clinici di routine risolvono la questione in prima battuta». In poco tempo queste figure hanno rosicchiato competenze sia ai “general practitioner” sia ai farmacisti clinici, sia ai “nurse”, gli infermieri impattando sul numero di posizioni per mmg dipendenti e sostituti». A gennaio 2024 nelle practice inglesi, riporta il Daily Mail, solo il 46% degli appuntamenti è stato tra paziente e medico di famiglia; negli altri casi è stato con il “nurse” o con il “physician associate”. Per riuscire a vedere il medico curante, 3 pazienti su 10 hanno dovuto aspettare oltre una settimana; spesso è lo stesso receptionist al telefono a suggerire la visita dall’assistente, anziché dal medico titolare la cui agenda è piena».Da qui è partita una sorta di deriva. «Il “general practitioner” ha un costo crescente (tra convenzione e dipendenza, porta a casa un ricavo da 118 mila sterline, che erano 90 mila solo 10 anni fa, ndr) mentre l’assistente costa molte volte meno; iniziano a verificarsi casi in cui l’apporto del GP sostituto (“locum”) o salariato a parità di resa è considerato fuori mercato rispetto al physician associate». Dunque, ecco i tagli ai medici di famiglia, decisi dai loro stessi colleghi. Che non prendono più sostituti o ne accettano meno di un tempo. Per chi ha fatto tanta gavetta gli anni scorsi non ci sono sbocchi. E qualcuno finisce a guidare i taxi. Qualcun altro invece si è rivolto alla British Medical Association per difendere i suoi diritti e per spiegare che molti pazienti non sanno distinguere tra medico titolare e physician associate. «Credono che l’assistente sia un medico. Tutto ciò che ha potuto fare il General Medical Council, equivalente al nostro Ordine, è stato dotare gli “associate” di numero progressivo, una sorta di certificazione». Anche la Francia ha introdotto figure analoghe; l’Italia è sulla strada o è molto indietro? «Nella vicenda britannica non è positivo che si restringano le chance per i medici e in parallelo crescano situazioni ambigue, dove l’assistente potrebbe visitare il paziente. Credo però – dice Nardelli – che la convenzione all’inglese ci insegni molto in termini di flessibilità. Anche da noi i carichi di lavoro vanno crescendo e credo comprendiamo come l’integrazione delle competenze dell’infermiere territoriale, ad esempio, sia importante. Non può prescrivere farmaci, ma potrebbe prescrivere dispositivi medici o effettuare piccole medicazioni. Ciò aiuterebbe gli assistiti ad attendere meno per il medico e anziché generare invasioni di campo aiuterebbe a evitare commistioni indesiderabili». (Fonte Doctornews33)

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Gay Pride. Pro Vita Famiglia: Bene stop Rocca, Pride è di estrema sinistra

Posted by fidest press agency su lunedì, 25 marzo 2024

«Siamo molto soddisfatti dello stop di Francesco Rocca al Patrocinio della Regione Lazio al Gay Pride di giugno, dopo la concessione dell’anno scorso poi giustamente ritirata. Il Gay Pride non è una manifestazione politicamente neutrale ma persegue una precisa agenda politica radicale di estrema sinistra, fortemente invisa alla maggioranza degli italiani, che va dalla legittimazione della criminale pratica dell’utero in affitto alla promozione nelle scuole dell’ideologia transgender e di strumenti illegali come la Carriera Alias, che rafforza nei minori la pericolsa idea di essere nati nel “corpo sbagliato” spingendoli verso quei trattamenti ormonali di blocco puberale sospesi in Inghilterra e in altri Stati perché dannosi per la salute. L’annuncio di Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” che organizza il Gay Pride, di voler esporre sul sito dell’evento il logo della Regione Lazio al contrario, è una provocazione puerile che offende tutti i cittadini del Lazio e svela il livello di disonestà intellettuale dell’associazionismo arcobaleno. Per questo speriamo che nessun amministratore locale del centrodestra in Italia conceda il patrocinio ai Gay Pride che si svolgeranno sui loro territori, perché significherebbe una grave violazione del patto assunto coi propri elettori». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.

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Alessio Arena: La famiglia Rame

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 marzo 2024

Il volume ricostruisce, per la prima volta, la storia, la tradizione e il repertorio della famiglia Rame, compagnia teatrale itinerante attiva in Italia settentrionale dalla seconda metà del XIX secolo per oltre cento anni. I Rame esordirono come marionettisti e il capostipite fu l’orfano piemontese Pio. All’inizio del Novecento, su spinta dei figli Domenico e Tomaso, i Rame iniziarono ad abbandonare il teatro di figura in favore di quello di persona. Sono stati evidenziati i rapporti ricorrenti con le piazze e con altri attori e compagnie contemporanee. È stato possibile, inoltre, tracciare la continuità della tradizione dei Rame con il teatro di Dario Fo e Franca Rame, ultima esponente della compagnia fondata dal nonno Pio. La presente ricerca ha consentito inoltre di rivedere alcune considerazioni avanzate dalla bibliografia di riferimento, basate soltanto su fonti parziali. Sono stati presi in esame numerosi documenti inediti appartenenti, tra l’altro, all’Archivio Rame Fo, conservato presso l’Archivio di Stato di Verona, alla collezione dello studioso Roberto Leydi e a fondi messi a disposizione dagli eredi della famiglia Rame. La metodologia adottata è quella storica. PP: 294 PREZZO: 24,00€ ISBN: 978-88-6897-323-0 ARGOMENTO: TEATRO. Bulzoni Editore.

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Sono 196 i nuovi aspiranti medici di famiglia in Sicilia

Posted by fidest press agency su venerdì, 23 febbraio 2024

Palermo E’ stato inaugurato a Villa Magnisi (sede dell’ordine dei medici di Palermo) il nuovo triennio accademico della Scuola di Formazione Specifica in Medicina Generale 2023-2026 istituita dalla Regione siciliana per i poli didattici di Catania, Messina e Palermo. Grazie ad un accordo triennale, la Scuola è stata affidata all’ordine dei medici di Palermo per la gestione organizzativa, il coordinamento e la realizzazione di tutte le attività didattiche. Amministrazione e controllo restano in capo all’assessorato della Salute.Alla presenza di Maria Lucia Furnari, che guida il servizio Formazione del Dasoe dell’assessorato della Salute, a dare il benvenuto ai giovani medici, il presidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato, direttore della Scuola, e il segretario Simg Luigi Spicola, coordinatore regionale per il nuovo triennio accademico. Il direttore Amato sarà coadiuvato dal consiglio direttivo della Scuola, di cui fanno parte, oltre all’ordine di Palermo, anche l’Omceo di Catania, presieduto da Alfio Saggio, e l’Omceo di Messina, guidato da Giacomo Caudo. Coordineranno i tre poli, Luigi Galvano (Palermo), Giuseppe Antonio Luigi Distefano (Catania) e Aurelio Lembo (Messina). I nuovi iscritti al corso di medicina generale affronteranno un corso abilitante di 4.800 ore complessive, distribuite su tre annualità, articolato in attività di tirocinio pratico e attività teoriche per poter svolgere l’attività nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.L’obiettivo della Scuola è formare professionisti in grado di erogare una prestazione efficace ed efficiente, ma anche contribuire a sviluppare una vera alleanza medico-paziente perché il medico di medicina generale è la figura cardine nell’individuazione dei bisogni di salute di un assistito e nel rapporto fra cittadino e sistema socio-sanitario, soprattutto come facilitatore dell’accesso ai servizi assistenziali.Una centralità ribadita e sintetizzata da Luigi Spicola nella presa in carico di un assistito, che non è un mero atto formale del medico generalista. “Quando un paziente vi sceglie, in realtà vi si affida – ha detto Spicola agli aspiranti medici – . Sottoscriverete con lui un patto per mantenerlo in salute, disegnando insieme un percorso assistenziale”.

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Famiglia e individuo. Fine della convivenza: cosa fare se l’ex rifiuta di lasciare la casa?

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 febbraio 2024

La fine di una convivenza è sempre un momento complicato nella vita delle persone, se la vita di coppia si è svolta all’interno della casa di proprietà esclusiva di uno degli ex conviventi la complessità è destinata ad aumentare. Capita spesso che, finito il rapporto di coppia, l’ex non proprietario rifiuti categoricamente di lasciare la casa per i più svariati motivi.Capita anche che, ormai esasperato, il proprietario, sbagliando ed assumendosi grosse responsabilità che magari ignora, cambi la serratura o sistemi fuori di casa i beni personali dell’ex convivente.Viene da chiedersi: finita la convivenza cosa occorre fare se l’ex rifiuta di lasciare l’abitazione di proprietà esclusiva dell’altro? Il proprietario non potrà mai più godere della propria casa? Non esiste soluzione a questa problematica? Il proprietario ha diritto di godere liberamente e pienamente della propria casa ma per allontanare l’ex occorre rispettare delle regole ben precise al fine di evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze. Preliminarmente va chiarito che se vi sono dei minori verrà applicata una disciplina diversa ed opposta a quella che verrà applicata nel caso in cui non vi siano. Alla presenza di minori non è possibile chiedere all’ex di lasciare la casa ma a decidere le sorti dell’immobile sarà un giudice. La casa, anche se di proprietà di uno solo dei conviventi, verrà assegnata al genitore collocatario prevalente ovvero a chi trascorrerà più tempo con i minori. Ciò significa che la casa ben potrebbe essere assegnata anche al convivente non proprietario! Se, invece, la coppia non ha avuto figli occorrerà verificare se è stato sottoscritto o meno un contratto di convivenza. Se sottoscritto, saranno stati preventivati anche i comportamenti da tenere in caso di cessazione della convivenza, incluso il termine entro il quale il convivente non proprietario dovrà lasciare la casa.Come si fa a dimostrare la cessazione della convivenza?Tramite la produzione in giudizio della raccomandata in cui si chiede all’ex di lasciare la casa nonché con la dimostrazione dell’avvenuto esperimento della mediazione.Perché è possibile allontanare l’ex?Nel corso della convivenza, il convivente non proprietario assume la qualifica di “detentore qualificato”, pertanto, è titolare di un interesse meritevole di tutela.Cessato il rapporto, interrotta la convivenza, viene meno anche la detenzione qualificata e l’ex diviene un “ospite non desiderato”. La Corte di Cassazione con la sentenza del 21 marzo 2013 n. 7214 ha stabilito che l’ex non può essere cacciato di casa (spoglio violento) o cambiando la serratura (spoglio clandestino). By Sara Astorino, legale, consulente Aduc in abstract. Fonte: http://www.aduc.it

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Medici di famiglia, firmata la convenzione

Posted by fidest press agency su sabato, 10 febbraio 2024

Una convenzione ‘ponte’ con una parte normativa “essenziale” e gli adeguamenti economici attesi. La medicina di famiglia si cala nelle aggregazioni funzionali territoriali.A sorpresa, dopo l’accordo degli specialisti ambulatoriali, la Sisac definisce con i sindacati Fimmg, lo Snami guidato da Angelo Testa, Smi e Fmt l’accordo nazionale dei medici di medicina generale 2019-21. Una convenzione ‘ponte’ con una parte normativa “essenziale” e gli adeguamenti economici attesi. La medicina di famiglia si cala nelle aggregazioni funzionali territoriali e si rende operativo il ruolo unico con cui si assegnano sia ore sia scelte allo stesso medico. Non si parla invece ancora di lavoro in casa di comunità o di assistenza domiciliare nei termini previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo perché l’accordo attinge a fondi relativi a periodi antecedenti al PNRR. Però per l’attività oraria dei medici nelle case di comunità le regioni possono muoversi già ora pescando le risorse dai fondi per il personale stanziati dalla Finanziaria 2021 (un miliardo di euro totali dal 2026). Per i certificati d’infortunio resta disponibile, al netto della parte destinata ai medici ospedalieri, la quota di 25 milioni stanziata dalla Finanziaria 2018. L’accordo prevede un aumento del 3,78% tra quota capitaria e variabile, come indicato dalla Finanziaria per il recupero dell’inflazione. Gli incrementi sono quelli fissati dalle finanziarie 2018-19-20, in totale 1,3 euro/assistito/anno a decorrere da aprile 2019, altri 1,3 da luglio ’19, che salgono a 2 euro dal 2020 e a regime, dal 2021, euro 3,78 di cui 0,7 euro di indennità di vacanza contrattuale. Per un 30% andranno in quota capitaria e per il restante 70% remunereranno la quota variabile relativa alle funzioni disciplinate negli accordi regionali. «Recuperiamo buona parte del ritardo accumulato, aggiornando i compensi al 2021 e recuperando 5 anni di arretrati», dice il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti. «Parliamo di più di 700 milioni, ovvero circa 15 mila euro per un massimalista. Soldi accantonati negli anni dalle regioni e che non aumentano la spesa pubblica prevista. Inoltre, per la prima volta sono state negoziate risorse nuove: quelle stanziate per le certificazioni Inail nonché l’importante incremento della quota oraria per le attività previste dal Pnrr». L’attuazione del ruolo unico «garantisce a ogni medico il tempo pieno, nel rispetto dei diritti acquisiti per i medici già convenzionati. Sono risolte anche le contraddizioni sui modelli di autonomia di gestione: gli studi medici potranno anche ospitare gli specialisti per la presa in carico dei pazienti cronici. E vengono definiti gli strumenti per consentire alle Regioni di assegnare sulla base di intese maggiori risorse per l’assistenza domiciliare programmata e integrata». (aabstract by Doctor33)

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Istat-Bankitalia: scende ricchezza famiglie

Posted by fidest press agency su giovedì, 1 febbraio 2024

Secondo i dati Istat e Bankitalia resi noti oggi, alla fine del 2022 la ricchezza netta delle famiglie italiane è diminuita dell’1,7% rispetto al 2021 e del 12,5% in termini reali. “Dati drammatici! Si tratta di un crollo molto preoccupante e allarmante. Gli italiani si impoveriscono sempre più e il fatto di essere proprietari della loro abitazione non è più sufficiente come una volta per mantenere stabile la loro ricchezza, che scende anche in rapporto al reddito disponibile, reddito già insufficiente per far fronte all’aumento del costo della vita e all’inflazione galoppante” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Insomma il tesoretto degli italiani perde sempre più di consistenza e questo significa accrescere le incertezze sul futuro, ridurre le aspettative sulla propria condizione economica, con conseguenze negative sui consumi” conclude Dona.

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Dopo Ps e guardia medica, arrivano i medici di famiglia privati

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 gennaio 2024

Non solo l’Italia ma tutta Europa scopre il medico di famiglia privato. Avviene in genere dove c’è carenza di medici di medicina generale. E ce n’è, sia nei grandi servizi sanitari nazionali sia nei paesi dove ci sono le mutue. In Francia, ad Albi, non lontano dai Pirenei, otto medici di famiglia pensionati, di età compresa tra i 69 e i 78 anni, hanno aperto un ambulatorio privato per far fronte alla carenza di “generalisti” e visitano 50 pazienti al giorno di media. Si paga una tariffa accessibile ed è accettata la Carte Vitale che contiene il numero di assicurazione sociale del paziente e dà diritto al rimborso da parte della mutua. Il dottor Yves Carcaillet, uno degli otto medici della clinica, sottolinea come a fronte di una maggioranza di colleghi che vuole pensionarsi prima possibile e di giovani che stentano a prenderne il posto, qualche over 70 è rimasto in “trincea”. Forse meno poetico, il trend italiano, che è arrivato in Parlamento e fa discutere. Dopo l’apertura di pronti soccorso privati per chi ha bisogno di una visita medica e l’istituzione di servizi di continuità assistenziale privata da parte di catene (il Gruppo Santagostino a Milano, per citarne una), in Veneto Me.di.ca. Group, centro di sanità privata, ha aperto un servizio “Family Doc” a Mestrino, nei pressi di Padova. Sui media si è parlato di “medico di base privato”. La notizia è rimbalzata in Parlamento dove Gian Antonio Girelli (PD e membro della Commissione Affari Sociali della Camera) ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute paventando lo smantellamento del Servizio sanitario nazionale. In realtà, precisano dal gruppo, “nel centro medico Me.di.ca. Group presso BMED non si fa “medicina di base”: il servizio comporta una visita internista erogata in forma privata, eseguita da uno specialista. Il nome “Family Doc” indica che l’iniziativa è rivolta alle famiglie in quanto ha un costo agevolato, 50 euro a visita, ed i medici parlano inglese per farsi capire da persone di diversa nazionalità. In interviste precedenti la presidente del gruppo Cristina Sinigaglia ha ammesso che tra i pazienti molti non hanno un medico di famiglia. L’ accesso rapido e tempi soddisfacenti di visita vengono incontro ad un’utenza spesso insoddisfatta. Ma da qui a parlare di medicina di base privata ce ne corre. Lo spiega Antonio Broggio segretario Fimmg Padova: «Il rischio di sostituire il medico di medicina generale con un servizio privato ci potrebbe essere se la politica spingesse proposte in quella direzione; così non sembra, e anzi la richiesta del parlamentare al governo è apprezzabile. Nell’ambulatorio di Mestrino, per come presentate, a parte la tariffa agevolata, ravviso attività collaterali alle nostre. L’ambulatorio si professa internistico, mentre il medico di famiglia ha competenze specifiche che nulla hanno a che fare con lo specialista in Medicina Interna. Noi mmg seguiamo il paziente longitudinalmente, crescendo con lui, e trasversalmente, conoscendo la sua famiglia e il contesto sociale di riferimento. Abbiamo compiti che l’internista non ha (non siamo in alcun modo “piccoli internisti”). Le nostre ricette consentono la dispensazione di medicinali a carico del Servizio sanitario, le impegnative permettono di eseguire esami nelle strutture pubbliche o convenzionate pagando il ticket. Le indicazioni nella ricetta del collega privato invece consentono al più al paziente di eseguire esami a pagamento e farsi dispensare farmaci che paga di tasca sua». Per Broggio, i nuovi ambulatori privati rivolti a pazienti della medicina generale «sono il frutto di una mancata programmazione e di uno scarso investimento nella medicina territoriale»; una situazione di inerzia resa insostenibile dalla mancanza di nuovi aspiranti medici convenzionati nelle zone carenti dove il titolare va in pensione. «Il lavoro è molto cresciuto, i 1500 assistiti di oggi non sono più quelli di 20 anni fa, sono in media più anziani con richieste più complesse. In pandemia, tra l’altro, per evitare contagi in studio si sono incrementate le visite su appuntamento, e anche se molti di noi programmano le visite un giorno per l’altro possono esserci colleghi con tempi lunghi, da visita specialistica. Teniamo presente che i carichi di lavoro spesso sono enormi: servirebbe, e non solo qui in Veneto, il supporto di personale per le urgenze burocratiche, le medicazioni, le misurazioni di pressione o dati biometrici. Urge poi incentivare l’associazionismo, che ci viene incontro in molte situazioni: ad esempio – banalmente – quando abbiamo bisogno di una sostituzione per qualche giorno in tempi. (Fonte Doctornews33)

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Concerto per la beatificazione della Famiglia Ulma

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 novembre 2023

Roma 6 dicembre 2023, presso l’Auditorium Conciliazione a Roma, concerto quale atto di ringraziamento per la beatificazione della Famiglia Ulma proveniente dalla piccola località di Markowa in Polonia: il padre Jozef, la madre Wiktoria e i loro sette figli, di cui uno ancora nel grembo della mamma; la cerimonia della beatificazione si è svolta il 10 settembre 2023. La famiglia Ulma – fucilata dai Tedeschi per aver aiutato e nascosto alcuni Ebrei è il primo caso nella storia in cui la Chiesa innalza agli altari non solo i coniugi ma anche i loro figli, compreso il nascituro. Il programma del concerto, organizzato dalla Fondazione Famiglia Ulma SOAR si compone di due parti: quella ebraica e quella polacca. La parte ebraica verrà presentata dei cantori ebraici di fama mondiale: Shulem e Yaakov Lemmer, accompagnato dalla Podlasie Opera e Filharmonia di Białystok in Polonia; per la parte polacca si esibiranno famosi solisti, tra i quali Golec uOrkiestra, Andrzej Lampert. L’evento sarà organizzato con il patrocinio del Pontificio Dicastero per la Cultura e l’Educazione, del Ministro della Cultura polacco, del Ministro dell’Educazione e della Scienza polacco, della Fondazione Giovanni Paolo II, della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma, dal Ministero della Cultura, dalla Regione Lazio, dal Consiglio regionale del Lazio e dalla Città metropolitana di Roma Capitale.

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Covid, i medici di famiglia non vaccinano? Ecco le ragioni del ritardo

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 novembre 2023

Sono stati già prenotati 36 mila vaccini Covid nei nostri studi in Piemonte. Non saranno i numeri dell’antinfluenzale, ma la campagna in questa regione è iniziata appena il 16 ottobre e prima di dire che i medici di medicina generale non vaccinano andrebbero conosciuti i dati di Asl e farmacie». Roberto Venesia segretario Fimmg piemontese ha letto i giornali dove si sottolinea che solo 779 medici di famiglia su 2977 hanno aderito alla campagna anti-Covid. A volte la voce dei media e quella delle istituzioni e dei cittadini vanno all’unisono. In realtà in questo caso la Regione non si lamenta, l’Assessore anzi sottolinea che i medici sono già coinvolti nella fase di persuasione al vaccino della popolazione. Il problema è per ora di numeri assoluti. Ma anche questo forse è apparente. Venesia le cifre degli hub vaccinali in fondo le conosce. I quotidiani parlano di 5700 pre-adesioni totali di cui 1500 e passa a Torino. In Piemonte, fragili ed over 60 hanno tre strade per la profilassi: se il loro medico pratica l’inoculo, prendere appuntamento; se non fa parte del quinto di medici che vaccinano, prenotarsi nel portale regionale presso un hub o recarsi da una delle farmacie partecipanti alla campagna. «Altri colleghi si stanno organizzando. Ripartiamo però da una situazione in cui in regione le vaccinazioni erano scese a 50 a settimana», dice il segretario Fimmg. «Inoltre, anche se grazie ad Azienda Zero abbiamo un canale di consegna specifico rispetto a 1-2 anni fa, la medicina generale sta soffrendo di ritardi nelle consegne, con ripercussioni inevitabili. Se un medico fa un ordine e poi nulla riceve, dopo tre settimane è difficile che faccia un secondo ordine. Qualcuno di noi è deluso o perplesso». In Piemonte, molta formazione è in corso sul tema vaccinazioni. «L’adesione della categoria è sorprendente –sottolinea Venesia – il tema è sentito, e la regione ha semplificato i dati da inserire nei quadri dei portali ogni volta che vacciniamo. Inoltre, stiamo coinvolgendo i colleghi di continuità assistenziale, raggiungibili dai nostri assistiti negli orari in cui non c’è il titolare di assistenza primaria; alcuni in via sperimentale nell’ambito dell’aggregazione funzionale territoriale condividono i dati del collega titolare delle scelte, accedono al Fascicolo sanitario e possono praticare l’inoculo aggiornando l’anagrafica vaccinale». Il progetto è per ora sperimentale, difficile vada regime a livello regionale in questa fase, «ma già adesso i pazienti iniziano a capire che il medico dell’Aft ha del valore aggiunto: non si sentono assistiti, nel loro territorio, da 15 “monadi” che non dialogano tra loro, ma hanno servizi in più». Tra questi ci potrebbe essere anche la terapia antivirale. «A metà novembre partiamo con un corso di Fimmg regionale e della nostra scuola di formazione sulla somministrazione di antivirale a malati Covid. Il nostro coinvolgimento parte dalla diagnosi differenziale in studio con tampone, e in caso di positività al coronavirus si prosegue con un percorso dedicato: il paziente fragile prende le due pillole entro le 24 ore dalla diagnosi, con una probabilità di efficacia svariate volte superiore». (fonte Doctor33)

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Prezzi: l’inflazione al 5,3% determina ricadute di 1.579,40 euro annui a famiglia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 ottobre 2023

L’Istat conferma a settembre il tasso di inflazione al 5,3%, con un aumento del +0,2% su base mensile. Il carrello della spesa si attesta, invece, al +8,1%. Con l’inflazione a questi livelli le ricadute per ogni famiglia, in termini annui, sono pari ad un aggravio di 1.579,40 euro. Continuano a preoccupare i costi dei beni alimentari, il cui tasso, seppure in discesa si attesta sempre su livelli elevatissimi, al +8,4%, che si traduce in un aggravio di 471 euro anni a famiglia. A tutto ciò si aggiungono gli aumenti sul fronte dell’energia, quelli già decisi (+18,6% per l’elettricità e +4,8% per il gas, per i clienti sul mercato tutelato) e quelli che, a causa dei conflitti in atto, potrebbero aggravare una situazione già precaria. Si tratta di aumenti insostenibili per molte famiglie, costrette a un numero sempre maggiore di rinunce e sacrifici, a partire dalla riduzione di consumi di carne e pesce (-16,9%) e dal ricorso sempre più assiduo ai discount (+11,9%), senza trovare, nemmeno lì, prezzi accessibili“Di fronte ad una crisi così accentuata risulta sempre più evidente come il trimestre anti-inflazione si configuri sempre di più come un’operazione di facciata, tra l’altro non priva di criticità nella sua applicazione, del tutto insufficiente a dare respiro alle famiglie.” – Afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori.È necessario ed urgente che il Governo si impegni inserendo in manovra misure urgenti per: · Prorogare il mercato tutelato di un tempo congruo a risolvere ogni criticità e a tutelare i cittadini da aumenti improponibili in questa fase; · Mettere in atto l’attesa e improrogabile riforma delle accise e degli oneri di sistema sui beni energetici e carburanti; · Rimodulare l’Iva sui generi di largo consumo (con un risparmio di oltre 531,57 euro annui a famiglia con la nostra proposta); · Attivare seri e tempestivi monitoraggi dei prezzi attraverso Comitati di sorveglianza costituiti territorialmente, con la partecipazione delle Associazioni dei consumatori e sotto il coordinamento di Mr. Prezzi, per contrastare prontamente ogni fenomeno speculativo; · Ampliare le misure di sostegno a favore delle famiglie che non riescono a sostenere le rate dei mutui a tasso variabile. Sono solo alcune delle misure fondamentali che è necessario avviare con urgenza, insieme alla conferma del taglio del cuneo fiscale che secondo le ultime notizie è previsto in manovra. Le risorse per farlo vanno ricercate attraverso una seria azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, nell’introduzione di una tassazione strutturale progressiva sugli extraprofitti delle imprese (dal settore energetico a quello farmaceutico, ad esempio) e nell’incremento di forme di tassazione sulle transazioni finanziarie.

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Demografia – ‘Dio, patria e famiglia’. Cos’è che non va

Posted by fidest press agency su sabato, 23 settembre 2023

Diversi sostengono che, siccome in italia si fanno meno figli, il nostro futuro è compromesso per due motivi: diminuzione della “genia” italiana (i più arditi la chiamano razza o etnia) e meno lavoratori in futuro che possano contribuire per le pensioni dei lavoratori di oggi.Il primo (genia) è un problema ideologico: non sapremmo come muoverci per accorpare sotto la stessa bandiera genetica un trapanese o un nuorese e un bolzanino o triestino o valdostano, mentre tutti si riconoscono sotto la bandiera italiana ed europea. Per cui lasciamo il problema a chi professa la propria ideologia, ma attivi per impedire che abbiano il sopravvento. Il secondo (pensioni) è un conto di comoda matematicità che ignora politica ed esplosione di natalità sul Pianeta. Il problema dovrebbe essere valutato come minimo a livello europeo (Ue), visto che la politica italiana non esiste senza quella europea. Quindi magari riparlarne quando, a differenza di oggi, le politiche e direttive europee saranno applicate in pieno e non a singhiozzo e/o se funzionali al mantenimento del proprio potere, soprattutto elettorale. In generale crediamo sia positivo che in Italia si facciano meno figli, anche come esempio nel mondo, dove la natalità in crescita turbinosa è il problema per eccellenza, da cui esplodono tutti gli altri problemi, riscaldamento globale al primo posto. Alcuni dei sostenitori di questo cosiddetto “inverno demografico”, continuano ad ignorare le migrazioni e, al di là delle paranoie su quella che chiamano “sostituzione etnica”, non a caso gli “invernisti” (chiamiamoli così) affrontano e accettano le migrazioni come “concessione eccezionale, di cui proprio non se ne possa fare a meno” e non come fenomeno al pari dell’aria che respiriamo e quindi con pianificazione umanitaria, politica ed economica. Gli “invernisti” si sono ritrovati nei giorni scorsi a Budapest per ribadire, con lo slogan “Dio, Patria e Famiglia” il proprio impegno contro il calo demografico nei propri Paesi e in tutte le nazioni che loro considerano degne di considerazione. Al di là di chi – memoria del passato e osservazione del presente – si sente subito respinto dallo slogan “Dio, Patria e Famiglia”, se crediamo che vivere in libertà e democrazia (istituzionale ed economica) sia necessario e opportuno, questo slogan è proprio il contrario di ciò che serve. Dio. Ponendolo come cardine, e gli “invernisti” si dicono cristiani, é democratica una società che ha come presupposto un “Dio” principale e magari gli altri “Dio” secondari? No, non sarebbe democratica. Patria. Il concetto e lo spirito di patria – molto ottocentesco – ha avuto aspetti positivi e, per chi non lo esaspera e lo vive come “amor patrio”, ha una sua validità. In “Dio, Patria e Famiglia”, i confini tra Patria e nazionalismo spariscono, trasformandosi in rivendicazione della superiorità della propria Patria rispetto alle altre. In un continente, Europa, in cui viaggiamo, viviamo e lavoriamo senza confini, un continente agognato da tanti come luogo di sicurezza e prosperità (vedi Ucraina, Moldavia, Georgia, Albania, etc), la Patria come quella di Cavour e Garibaldi è storia, mentre il nazionalismo è la distruzione del federalismo europeo verso il quale cresciamo.Famiglia. Al di là di chi la considera come babbo, mamma e due figli (un maschio e una femmina è lo stereotipo) ovviamente di pelle cosiddetta bianca (che quelli con pelle diversa se ne restino lì da dove hanno avuto origine…)… al di là degli “invernisti”, oggi la famiglia non è questa. Alla famiglia, aggregazione di persone con lo stesso sangue, si è sostituita quella di persone che – sangue o non sangue simile – scelgono di condividere. Persone che sono individui e che – tali – vivono, lavorano, studiano, amano e si riproducono. A questi aggiungiamo anche le famiglie di immigrati sul territorio italiano, che vivono la famiglia in modo diverso da quelli di Budapest. Far vivere insieme tutte queste persone, nelle loro libere aggregazioni (famiglie o meno … le si vogliano chiamare), contrasta con lo slogan in cui la Famiglia è parte insieme a Patria e Dio. Non è un caso, per esempio, che molte “famiglie” oggi sono composte da un solo membro… e continuano ad essere chiamate famiglie per pigrizia burocratica e/o paura della presa d’atto della realtà. Pericolo calo delle nascite. “Dio, Patria, Famiglia”. Non fanno più parte della vita collettiva. Per alcuni ne fanno ancora parte, ma questi alcuni non possono imporre ad altri le proprie scelte. Ne andrebbe della libertà di tutti. Vincenzo Donvito Maxia – Aduc http://www.aduc.it

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Tavolo tecnico per l’aggiornamento DM 70 e 77: dai Pediatri di Famiglia

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 luglio 2023

“È con vivo entusiasmo e profondo senso di responsabilità che accogliamo la notizia del completamento del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute per lo studio delle criticità emergenti dall’attuazione del Regolamento dell’assistenza ospedaliera (DM70) e dall’attuazione del Regolamento dell’assistenza territoriale (DM77) che ci vede coinvolti in prima linea nella definizione del nuovo modello organizzativo delle Cure Primarie, a tutela della salute degli oltre 5,5 milioni di bambini e adolescenti che ogni giorno ricevono assistenza dai Pediatri di Famiglia. Questa decisione testimonia la grande attenzione di tutto il Dicastero della Salute, a partire dal Ministro Schillaci, nei confronti delle famiglie italiane per dare risposta alle loro esigenze e garantire la migliore assistenza possibile dai primi giorni di vita fino all’età adolescenziale”. Così Antonio D’Avino, Presidente Nazionale Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) a commento della nota del Ministero della Salute in merito al completamento del Tavolo.

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Medici di famiglia meglio dipendenti o specializzati?

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 giugno 2023

Medici di famiglia meglio dipendenti o specializzati? Ecco i pro e i contro delle due posizioni. Specializzazione più passaggio dei medici di famiglia a dipendenza. Sono gli ingredienti della riforma della medicina del territorio che si delineano per i medici convenzionati negli incontri tra sindacati e ministro della Salute (che però di dipendenza non parla esplicitamente!). Ingredienti che dividono i sindacati, con i confederali favorevoli ma scettici, e i medici di famiglia sfavorevoli (Fimmg-Snami), tendenzialmente favorevoli (Smi), scettici (Fmt). Se il tam tam mediatico vuole i più giovani a favore del passaggio a dipendenza, i giovani di Fimmg Formazione smentiscono. «Già nel 2021 più di 1500 giovani medici si erano dichiarati a favore del rapporto convenzionale, firmando la lettera aperta “No alla Dipendenza – è una Questione di Scelta”», dice Erika Schembri, Segretario Nazionale. «Grazie alla flessibilità contrattuale dell’Accordo Nazionale della Medicina Generale in pandemia i giovani mmg hanno potuto assumere incarichi convenzionali attraverso la riforma della formazione-lavoro, sostenendo la medicina territoriale in un momento di carenza tale da minacciare il crollo del sistema». I giovani di Fimmg, scrive Schembri, credono che sia prioritario «il rilancio della professione, dal pre-laurea alla formazione specifica, valutando l’opportunità di una formazione di tipo accademico che la renda più attrattiva, completa, aggiornata e di qualità, ma senza allontanarla dal territorio, anzi sviluppando la formazione sul campo nella rete degli studi di medicina generale».Per Schembri, «il SIGM ritiene che tra gli obiettivi da raggiungere vi sia il rinnovamento, in primo luogo culturale e scientifico, e quindi organizzativo e strutturale, della medicina generale, rimasta ancorata ad un modello anacronistico risalente alla concezione mutualistica di ormai 40 anni fa, e ferma ad una formazione non universitaria, frammentata in corsi regionali disomogenei», dice la presidente nazionale Annalisa Napoli. Che propone, accanto all’avvio della Scuola di Specializzazione in Medicina Generale e delle Cure Primarie – equiparata, anche economicamente, alle altre specializzazioni- l’istituzione di un Settore Scientifico Disciplinare (SSD) in Medicina Generale e Cure Primarie, e l’avvio di: percorsi di dottorato dedicati, attività di tutoraggio e di docenza svolte da mmg adeguatamente formati, insegnamenti di medicina generale e cure primarie nei Corsi di Laurea in Medicina. (fonte doctor33)

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I medici di famiglia del futuro tra umanesimo e nuove tecnologie

Posted by fidest press agency su giovedì, 29 giugno 2023

Palermo. Gli investimenti Pnrr riguardano strutture e tecnologie, ma non il personale. Intervenire sulla medicina generale e sulle altre componenti del territorio per la Società italiana di medicina generale (Simg) è una priorità, ma servono fondi e una nuova job description dell’intero sistema che miri alla sostenibilità della medicina territoriale, la centralità dei medici di famiglia, in vista delle Case della salute e degli Ospedali di comunità, una formazione orientata all’umanesimo delle cure e alla pluridisciplinarietà. Questi i punti chiave sollecitati da numerosi esperti e dai vertici della Simg durante la tre giorni del 18° congresso regionale, che ha chiuso i battenti giorni fa a Villa Magnisi. La mancanza di risorse pone un problema organizzativo. “Bisogna pensare, insieme a tutte gli altre componenti del territorio, ad una ristrutturazione – ha detto il presidente del congresso Luigi Spicola (segretario nazionale Simg ) aprendo i lavori – sapendo fin da adesso che non ci sono risorse per medici e sanitari, ma bisogna cercarle, e che il nostro contributo alle case e ospedali di comunità sarà importante, pur rimanendo titolari di quel rapporto di fiducia con il paziente che caratterizza la professione”. Di umanesimo ha parlato invece il presidente della Federazione nazionale Fnomceo Filippo Anelli. “Nel ventesimo secolo – ha detto – si era sviluppato un rapporto in cui il medico era il protagonista e le sue decisioni non potevano essere messe in discussione. Oggi il cittadino ha e deve avere la possibilità di prendere la sua decisione”. Un approccio che per Anelli “è una rivoluzione” che mette al centro la relazione sociale con il supporto fondamentale della tecnologia. In linea il presidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato, componente del direttivo della Fnomceo, che ha rivolto un plauso alla Simg per il suo impegno sulla comunicazione empatica e l’educazione terapeutica che agisce sul rapporto ‘di fiducia’ fra medico e paziente”. Infine, sul fronte tecnologico è intervenuto il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti, definendolo “una frontiera” per il suo impatto importante, di cui bisogna avere chiare potenzialità e limiti perché: “L’intelligenza artificiale sarà un grande amplificatore per la potenzialità medica e il suo maggiore vantaggio sarà supportare il processo di decisione dei medici e gestire una quantità enorme di dati. Ma l’Ia non possiede la componente centrale dell’empatia quando il “compito di un buon medico resta quello di saper ascoltare con tutti e cinque i sensi, capire e poi prendere una decisione” ha concluso il presidente dell’Enpam.

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Donne, lavoro, famiglia, pari opportunità

Posted by fidest press agency su domenica, 21 Maggio 2023

Di tutto questo si è parlato nel corso del convegno “Donne, lavoro, famiglia, pari opportunità – Gender gap, precarierà e conciliazione” tenutosi il 20 maggio a villa Cattolica a Bagheria e organizzato dal comitato pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese insieme alla Rete Sicilia comitati pari opportunità degli Ordini degli Avvocati di Sicilia, con il patrocinio dell’Assessorato regionale della Famiglia del Lavoro e delle Politiche sociali e il Comune di Bagheria. Al convegno ha partecipato l’assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano e il vicesindaco di Bagheria Daniele Vella ha portato i suoi saluti istituzionali. Tra gli intervenuti, l’avvocato Provvidenza Di Lisi, vice presidente della Rete Sicilia Cpo, ha parlato di gender gap, precarietà e conciliazione, mentre l’avvocato Gabriella Lattuca, componente del Comitato pari opportunità Ordine avvocati Termini Imerese, ha trattato di Pnrr e pari opportunità, puntando in particolare alle certificazioni di parità di agevolazioni per imprese e professioniste. Sul palco anche l’avvocato Antonello Armetta, che ha elencato i numeri del rapporto Censis 2023 e i numeri dell’Avvocatura, punto di partenza per una nuova legislazione professionale e previdenziale l’avvocato Rosy Musciarelli, presidente della Rete Regionale dei Comitati pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Sicilia «purtroppo, a oggi, la discriminazione di genere trova il suo terreno più fertile nel campo del lavoro, dove le donne, troppo poco supportate da adeguate politiche di sostegno, sono spesso oggetto di discriminazioni e ghettizzazione, poste in ipotesi limite a scegliere tra carriera e famiglia a discapito comunque della piena realizzazione di sé stesse. La Rete Regionale dei Comitato pari opportunità di Sicilia è sempre in prima linea nella lotta alla sensibilizzazione sul tema e per la piena diffusione dei principi di pari opportunità in ogni ambito della nostra società».La Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese, Debora Sansone, ha auspicato che «in un prossimo futuro ci sia una reale parità tra uomo e donna in un’ottica di condivisione e rispetto reciproco dei ruoli. Sicuramente il Comitato pari opportunità non perderà’ di vista la spinosa questione della parità di genere e si impegna sin d’ora ad organizzare nuovi momenti di confronto e di dialogo da porgere agli avvocati e a tutta la società civile”. By (Vassily Sortino)

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In Carinzia per un’estate in famiglia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 17 Maggio 2023

In Carinzia, la combinazione fra montagne, innumerevoli laghi dove fare il bagno e ore di sole in quantità superiore alla media austriaca offre per l’estate infinite occasioni per il divertimento ad ogni età: dalla tranquilla vacanza al lago, alle gite in bicicletta lungo i fiumi e i laghi, alle escursioni sulle dolci cime del parco dei Nockberge o sulle tante altre montagne. Molti albergatori carinziani si sono specializzati nell’accoglienza alle famiglie, ma molte altre sono le opzioni, come una vacanza in campeggio, in agriturismo a misura di bambino, in una baita alpina o in un alloggio privato. In Carinzia, ognuno può rigenerarsi come preferisce, bambini e ragazzi, mamma e papà. L’offerta di pacchetti avventura “Natura per tutti” offre escursioni accompagnate da guide, appositamente preparate, in alcune selezionate riserve naturali della Carinzia. Sono itinerari privi di barriere architettoniche e quindi facilmente percorribili non solo per bambini in età da passeggino, ma anche per i disabili. Una di queste escursioni conduce, per esempio, al lago Weissensee, dove si possono ammirare rare specie botaniche e scoprire con binocoli e microscopi gli animali che vivono nel lago e intorno ad esso. Un altro esempio è l’escursione nel parco dei monti Nockberge, dove con una guardia del parco della biosfera si scoprono le strategie di sopravvivenza degli alberi e si fabbrica con le proprie mani un souvenir personale. Le scoperte naturalistiche per grandi e piccini in Carinzia non si limitano alla fauna e alla flora locali, ma comprendono alcune specie esotiche ospiti della regione, come ad esempio i 170 macachi giapponesi che vivono sul monte Affenberg a Villach, oppure i serpenti, i ragni e le iguane del rettilario Happ a Klagenfurt am Wörthersee o gli alpaca nella valle di Bleiberg.

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Medici di famiglia, più investimenti per la specialistica

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 Maggio 2023

“Nel 2021 risultavano in attività 40.250 medici di medicina generale (in calo di 1.457 unità rispetto al 2020)”, di cui “circa il 75% con oltre 27 anni di anzianità. Sempre nel 2021, il rapporto tra cittadini assistibili e medici di medicina generale risultava pari a 1.237, in calo di una unità (1.238) rispetto al 2020. Mentre il rapporto tra medici di medicina generale e cittadini per 10mila abitanti, a livello nazionale, era di 6,81”. Lo ricorda Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), citando i dati del rapporto Agenas sul personale sanitario. “L’approfondimento che Agenas ha dedicato alla medicina generale è un utile strumento di politica sanitaria e auspichiamo che possa essere lo strumento che ci aspettavamo per un’azione legislativa e contrattuale per realizzare quel cambio di passo sull’assistenza territoriale del quale il nostro Paese ha bisogno”, sottolinea. “Nel nostro Paese – evidenzia il leader della Fimmg – si assistite ad una desertificazione della medicina territoriale, con un forte sbilanciamento di investimenti verso la specialistica che ha limitato gravemente il diritto alle cure dei cittadini, indotti negli anni a rinunciare alla prossimità dell’assistenza e a rivolgersi sempre più spesso al secondo livello, pubblico o privato che sia. La nostra speranza è che questo autorevole rapporto di Agenas diventi il punto di partenza di una programmazione che metta in condizione il territorio di tornare attrattivo, attraverso un necessario reinvestimento di risorse umane ed economiche, per rispondere in modo efficace alle esigenze di salute dei cittadini”. “Illuminante – dice Scotti – il paragone con gli altri Paesi europei, che vedono un rapporto tra medici di medicina generale e popolazione ben più equilibrato”. Secondo il documento, a livello europeo nel 2020 il maggior numero di medici di medicina generale è stato registrato in Francia (94mila), seguita dalla Germania (85mila), mentre il Portogallo (medici abilitati all’esercizio della professione) e l’Irlanda hanno riportato il maggior numero di medici di medicina generale per 10mila abitanti (rispettivamente 29,2 e 18,8). (abstract fonte Doctor33)

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