Giovedì 8 giugno, ore 11,00-12,00 Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, via Po 18 (anche con collegamento Web) proposto dalla Fondazione per l’Osteoporosi, in collaborazione con l’Associazione Prevenzione Anoressia Torino (Pr.A.To.), con il patrocinio dell’Accademia di Medicina di Torino e della Fondazione Medicina a Misura di Donna e il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte (USR Piemonte). Dopo l’introduzione del prof. Giancarlo Isaia, Presidente della Fondazione Osteoporosi; interverranno la d.ssa Laura Bergonzi, Dirigente dell’Ufficio IV dell’USR Piemonte, e il prof. Carlo Campagnoli, Presidente dell’Associazione Prevenzione Anoressia Torino (Pr.A.To.). Le ossa raggiungono il culmine del rafforzamento (picco di massa ossea) sul finire dell’adolescenza/prima giovinezza per gli alti livelli di “fattori di crescita” che ne stimolano la formazione, e per gli ormoni prodotti dalle gonadi che ne frenano il riassorbimento. La sottonutrizione (spesso conseguenza della forte spinta alla magrezza presente da tempo nel mondo occidentale) deprime la funzione delle gonadi e inibisce i “fattori di crescita”, causando una perdita che predispone all’Osteoporosi non solo nelle età più avanzate, ma anche in età giovanile. Ciò è ben documentato nelle amenorree da sottopeso, comprese quelle legate al relativo eccesso di attività fisica, soprattutto quando coesista l’Anoressia, una patologia in netto aumento come frequenza e gravità. Hanno partecipato al concorso 16 elaborati prodotti da 12 Istituti Superiori appartenenti a 12 Province, 6 del Nord e 6 del Centro-Sud, che sono stati esaminati dalla commissione costituita, oltre che dal prof. Isaia e dal prof. Campagnoli, dalla prof.ssa Anna Peloso e la dott.ssa Valentina Rovei, rispettivamente Vicepresidente e Segretario Generale dell’Associazione Prevenzione Anoressia Torino. Tra gli elaborati più aderenti al tema proposto nel suo insieme, sono stati premiati i cinque che spiccano per originalità, incisività e fruibilità in un ambito di “peer education”. I Vincitori: 1° premio (1.500,00 euro) al Liceo Economico Sociale Sandro Pertini di Bolzano, che ha presentato tre elaborati uno dei quali, un breve video un po’ gothic basato su una canzone originale, è particolarmente incisivo e fruibile per la “peer education”. 2° premio (1.000,00 euro) all’Istituto Istruzione Superiore Rita Levi-Montalcini di Acqui Terme (AL) per un video riportante una lezione frontale fatta dai ragazzi che tratta, in modo dettagliato e corretto, tutti gli aspetti del tema proposto. 3° premio (750,00 euro) al Liceo Scientifico Matematico, International GCSE e Linguistico Ettore Majorana di Roma per un breve video che in modo elegante e positivo affronta il tema dell’ossessiva tendenza al sottopeso. 4° premio (500,00 euro) al Liceo Classico, Artistico e Musicale di Aosta per un breve video costituito da un fumetto, particolarmente adatto per la “peer education”. 5° premio (250,00 euro) al Liceo Scientifico di Stato G. Battaglini di Taranto per un video adatto per la “peer education” dei ragazzi più giovani. Per stimolare l’impegno delle Scuole vincitrici a trasmettere le nozioni ai compagni più giovani nel corso dell’anno successivo (“peer education”), sarà inoltre attribuito un premio supplementare di 200 euro su presentazione di un dettagliato progetto entro fine novembre 2023.I risultati del Concorso e i video vincitori saranno pubblicati sui siti delle Istituzioni promotrici http://www.fondazioneosteoporosi.it e http://www.prevenzioneanoressia.org.
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Fondazione Osteoporosi concorso scuole
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
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Un corso per “diabetici qualificati”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
E’ stato pensato per formare profili in grado di contribuire a educare all’autocontrollo e all’autogestione del diabete e di migliorare le capacità di fornire aiuto e sostegno alle persone con diabete e ai loro familiari. È il Corso Diabetico Guida, lanciato da Fand – Associazione italiana diabetici con grande riscontro per la prima volta nel 2021 e che vede al via (prima lezione il 31 maggio) la sua quarta edizione. Un’esperienza che costituisce un vero e proprio modello internazionale, affermatosi nell’ultimo Congresso Idf – International Diabetes Federation, svoltosi a Lisbona dal 5 all’8 dicembre, durante il quale l’esperienza del corso è stata presentata da Fand con un vivo interesse da parte delle altre delegazioni, giunte da diverse nazioni del mondo, risultando quale autentica best practice da replicare. Il Corso Diabetico Guida offre un percorso di formazione rivolto a persone con diabete e loro caregiver, strutturato in undici lezioni online da ottanta minuti ciascuna e realizzato in collaborazione con le società scientifiche Sid – Società Italiana di Diabetologia e Amd – Associazione Medici Diabetologi, che partecipa con la sua Scuola permanente di formazione continua nella figura del Direttore Dott.ssa Natalia Visalli. Attraverso loro docenti, figure professionali di ambito sanitario, il corso certifica la preparazione dei partecipanti, rilasciando un regolare attestato sottoscritto dai formatori Sid e Amd. La quarta edizione, che si concluderà ad ottobre, coinvolgerà, con metodologia di apprendimento attivo e con lavoro individuale, ben 90 partecipanti, collegati da tutta Italia, che si andranno ad aggiungere ai circa 200 formati delle prime tre edizioni. Fra i temi del corso la terapia del diabete, il ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica, l’autocontrollo e il monitoraggio, i diritti delle persone con diabete nel mondo del lavoro, la comunicazione.
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Allergie di stagione, il consiglio del farmacista su farmaci Otc e metodi non farmacologici
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Raccomandare farmaci OTC, ma anche descrivere metodi non farmacologi e valutare le interazioni con altri medicinali e le controindicazioni: sono questi i consigli che il farmacista può dare alle persone che soffrono di allergie, che siano stagionali o meno. A parlarne è un articolo su PharmacyTimes che descrive come gestire i sintomi di queste condizioni.Le allergie stagionali, anche note come riniti allergiche o febbre da fieno, possono manifestarsi in primavera, mentre alcune persone soffrono di allergie perenni e avvertono i sintomi tutto l’anno. Secondo l’American College of Allergy, Asthma and Immunology (ACAAI), le più comuni manifestazioni dell’allergia stagionale tipica della primavera iniziano a febbraio e si protraggono fino all’inizio dell’estate a causa del polline degli alberi, all’inizio, e della fioritura delle erbe, più in là. Le allergie perenni, invece, sono comunemente causate da sensibilità a peli di animali o acari della polvere. In un report del 2022 dello US Department of Agricolture è emerso che le stagioni dei pollini iniziano 20 giorni prima, sono più lunghe di 10 giorni, e producono il 21% di polline in più rispetto al 1990. Inoltre, secondo i CDC americani, il 29,9% delle donne e 21,1% tra gli uomini soffrono di allergie, mentre tra i bambini, il 18,9% ha una diagnosi di allergia.Le manifestazioni delle allergie possono variare da lievi a gravi e i pazienti con allergie stagionali possono avere uno tra i seguenti sintomi: tosse, mal di testa, occhi che prudono o che lacrimano, congestione nasale e starnuti ripetitivi. Molti individui riferiscono che, se lasciati incontrollati, i sintomi delle allergie stagionali possono avere un impatto negativo sulla qualità di vita, alterando la produttività e contribuendo a disturbi del sonno. La gestione delle allergie va dall’evitare le cause ad assumere farmaci, tra cui corticosteroidi intranasali, antistaminici intranasali e orali e decongestionanti orali e topici. I farmacisti possono aiutare i pazienti a scegliere il prodotto OTC più appropriato. Inoltre, il farmacista può consigliare al paziente di chiedere assistenza medica se la terapia non è efficace. Data la loro esperienza, poi, i farmacisti possono verificare eventuali interazioni tra farmaci o controindicazioni e possono aiutare a capire, sulla base della storia del paziente, quando si tratta di reali riniti allergiche, distinguendole da quelle non allergiche che possono derivare dai cambiamenti ormonali durante la gravidanza, da polipi nasali, da deviazione del setto o apnee notturne e dall’uso di determinati farmaci come ACE inibitori e beta-bloccanti. Il consiglio su eventuali OTC deve tenere in considerazione le preferenze dei pazienti, per esempio verso medicinali a lunga durata d’azione, mentre tra le strategie per ridurre il contatto con gli allergeni stagionali ci sono evitare di uscire, tenere le finestre chiuse o indossare mascherine per filtrare gli allergeni, ma anche usare app per monitorare la qualità dell’aria e la presenza di pollini in base all’area geografia, ridurre l’umidità in casa per evitare la formazione di muffe e usare purificanti dell’aria. By Sabina Mastrangelo fonte Farmacista33
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Tumore dello stomaco: aumenta la sopravvivenza
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Il cancro dello stomaco è una malattia che cambia la vita: tornare a vivere recuperando un equilibrio psicofisico stabile non è cosa semplice. Cruciale per questi pazienti è l’assistenza psicosociale, che è rivolta a tutti quegli aspetti che non riguardano la cura del tumore in senso stretto, come i disturbi psicologici e le difficoltà socio-relazionali più disparate. Al 6° Seminario Nazionale dedicato al tumore gastrico dal titolo Il paziente gastroresecato e il desiderio di una vita in equilibrio ‘stabile’, promosso e organizzato dall’associazione “Vivere senza stomaco si può”, pazienti e caregiver insieme ai maggiori oncologi, psicologi e psichiatri italiani hanno fatto il punto sui principali bisogni e diritti di questi malati, e sulla necessità di una presa in carico e di una gestione che vada oltre la scienza e la tecnica per mettere al centro la persona/paziente con un’assistenza psicosociale globale.
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Un antibiotico di 80 anni fa è efficace contro i germi multiresistenti
Posted by fidest press agency su mercoledì, 31 Maggio 2023
Suggeriamo che la streptotricina meriti un’ulteriore esplorazione preclinica come potenziale terapeutico per i patogeni gram-negativi resistenti ai farmaci. Lo afferma Christopher Morgan, del Dipartimento di farmacologia alla Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland (USA), primo firmatario di un articolo pubblicato su PLOS Biology che ha esplorato le proprietà di un antibiotico storico, la streptotricina, originariamente isolata nel 1942 da un Attinomicete del suolo. Il composto ha generato un’intensa eccitazione iniziale a causa della sua attività contro i gram-negativi e contro il Mycobacterium tuberculosis nelle cavie e nei topi. Tuttavia, in uno studio pilota umano la streptotricina ha indotto tossicità renale reversibile e non è stato ulteriormente studiato come terapia. La streptotricina è ora nota per essere una miscela di prodotti naturali, attualmente denominata nurseotricina che secondo gli autori dell’articolo potrebbe combattere le infezioni più ostinate e letali. «Abbiamo notato casualmente che la nurseotricina aveva una potente attività contro patogeni multiresistenti, compresi quelli senza opzioni terapeutiche» esordisce Morgan che assieme ai colleghi, utilizzando tecniche moderne e avanzate di analisi farmacologica, ha scoperto che il limite dei primi studi di 80 anni fa era la purificazione incompleta delle streptotricine. Viceversa, dati più recenti dimostrano differenti tossicità delle diverse varianti: una su tutte, la streptotricina-F, è meno tossica delle altre pur rimanendo attiva contro i patogeni multiresistenti contemporanei. E utilizzando tecniche avanzate come la microscopia crioelettronica gli autori hanno dimostrato che la streptotricina-F si lega a una subunità del ribosoma batterico inducendo errori di traduzione nel genoma dei microrganismi bersaglio. «È interessante notare che l’interazione di legame è distinta da altri noti inibitori della traduzione, suggerendo un impiego della streptotricina-F in caso di loro inefficacia» commenta Morgan. E conclude: «Uno degli obiettivi per combattere la resistenza agli antibiotici è diversificare i farmaci a disposizione per stare un passo avanti rispetto alle resistenze emergenti. Per questo è stato molto entusiasmante scoprire che le streptotricine prendono di mira le cellule batteriche in modo del tutto nuovo». (fonte: Doctor33)
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Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Roma, 20 giugno ore 11.30 Istituto Luigi Sturzo – Sala Perin del Vaga Via delle Coppelle, 35 Conferenza stampa AIL sulla Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma. Fonte; http://www.ail.it
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“Le ricadute cliniche del progetto genoma a vent’anni dal suo completamento”
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Torino Martedì 6 giugno alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar. Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito https://www.accademiadimedicina.unito.it/attivita/sedute-scientifiche/prossime-sedute.html. Introduce la serata Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia di Medicina. Intervengono come relatori Enzo Medico, Professore ordinario di Istologia, Università degli Studi di Torino e Istituto di Candiolo, e Giovanni Battista Ferrero, Professore ordinario di Pediatria, Università degli Studi di Torino e Ospedale S. Luigi Gonzaga.Il Progetto Genoma Umano ha avuto un profondo impatto sulla medicina, rivoluzionando la nostra comprensione delle basi genetiche delle malattie e trasformando il modo in cui le diagnostichiamo, trattiamo e preveniamo. Una ricaduta particolarmente significativa si è avuta nel campo della genetica clinica: la conoscenza del genoma umano ha permesso di identificare varianti genetiche associate a malattie ereditarie anche molto rare, fornendo un quadro più accurato della predisposizione genetica dei pazienti a determinate condizioni. Il Progetto Genoma ha poi aperto la strada alla medicina di precisione, consentendo di identificare mutazioni genetiche associate a malattie complesse come il cancro, le malattie cardiovascolari e le malattie neurodegenerative.
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Meningite, per prevenirla serve una risposta omogenea e accessibile in tutta Italia
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
La meningite è una malattia a basso tasso di circolazione con un’incidenza, nel nostro Paese, di 0,3 casi ogni 100.000 abitanti: questa è forse la ragione alla base del fatto che, nella pubblica opinione, c’è una inadeguata percezione del rischio connesso alla sua alta letalità che però genera reazioni scomposte – quando non panico – quando poi si manifesta, improvvisamente. Non va dimenticato che la meningite, della quale fino al 30% della popolazione è portatore sano e quindi veicolo di contagio, non è una malattia esclusivamente pediatrica perché, nel 50% dei casi, interessa persone con più di 20 anni, un segmento di popolazione per il quale non esistono specifiche strategie vaccinali.Allo stato attuale soltanto sei regioni raccomandano la vaccinazione contro il meningococco B agli adolescenti: Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In aggiunta, anche per le vaccinazioni contro il meningococco ACWY e meningogocco B nelle fasce d’età per cui è raccomandato siamo molto lontani dall’obiettivo del Piano Nazionale Prevenzione Vaccini (i dati nazionali del 2021 riportano una copertura media contro il meningococco B e contro i meningococchi ACWY, rispettivamente del 44 e del 78% a 36 mesi).Un’attenzione particolare dovrebbe inoltre essere posta alle categorie più fragili o maggiormente a rischio come i soggetti immunocompromessi, i trapiantati, oltre a quei segmenti di popolazione esposti a rischi professionali e comportamentali che spesso non sono adeguatamente informati della raccomandazione e della gratuità delle vaccinazioni anti-meningococciche. Dal nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale è dunque auspicabile che derivino e trovino applicazione pratica alcuni pilastri di una risposta sanitaria più incisiva: adeguate risorse in termini di personale nei Dipartimenti di Prevenzione; adozione rapida ed omogenea su tutto il territorio nazionale del calendario vaccinale; rendere fruibile al pubblico, mediante i canali più idonei, il calendario vaccinale ed il suo eventuale aggiornamento; contrastare o superare la cosiddetta ‘esitazione vaccinale’, facendo leva sulla fiducia, la semplicità di accesso e l’efficienza organizzativa; rafforzare l’interlocuzione con il pubblico, utilizzando anche gli strumenti digitali e una comunicazione rassicurante; consolidare in via definitiva il ruolo della scuola come volano amplificatore di azioni volte creare consapevolezza, nei giovani e nelle loro famiglie, circa l’importanza fondamentale della pratica vaccinale come unico e fondamentale strumento di prevenzione contro la meningite. In un tempo in cui i sistemi sanitari si trovano a dover rivedere le proprie scelte e i propri assetti, la prevenzione attiva si ripropone come uno dei pilastri per una sanità efficace e sostenibile nel tempo.
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Conferenza dell’UE sui dispositivi medici “EU-MDR – How to Succeed?”
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Brussels dal 6 al 7 luglio 2023 International Airport Sheraton Brussels Airport Hotel The official language of the Conference is English. Questa conferenza accoglierà i partecipanti che lavorano nei settori dei requisiti normativi, della valutazione clinica e della sorveglianza post-commercializzazione e che desiderano approfondire le proprie conoscenze esistenti in workshop pratici. Attendiamo con impazienza partecipanti che vanno dalle start-up alle aziende globali di dispositivi medici. La conferenza si concentrerà sulle seguenti aree chiave: • Requisiti legali e modifiche alla classificazione • Pianificazione della valutazione di conformità e compilazione della Documentazione Tecnica • Raccolta delle evidenze cliniche e compilazione del Rapporto di Valutazione Clinica • Pianificare e condurre le necessarie attività PMS e PMCF
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Virtuosi progetti di telemedicina per la gestione del paziente a casa
Posted by fidest press agency su lunedì, 29 Maggio 2023
Per fronteggiare la cronicità, gli esperti sono convinti che serve una rimodulazione dell’offerta socio-sanitaria, favorendo una migliore integrazione tra sistemi ospedalieri e quelli territoriali anche con l’aiuto della telemedicina. Per lo scompenso cardiaco vale lo stesso: non solo nuovi farmaci, chiamati anche dai cardiologi “statine del terzo millennio”, ma il paziente può essere monitorato anche al suo domicilio, come concordano specialisti, medici di medicina generale, infermieri e associazioni pazienti. Sono 64milioni le persone con scompenso cardiaco nel mondo di cui più della metà ha scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata. Lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero in ospedale; la durata media dei ricoveri è di 9 giorni e nel 2020 ha causato 125mila ospedalizzazioni in Italia. Sempre nel nostro Paese, negli ultimi 5 anni è stato registrato un incremento dei ricoveri del 40%, e arriva a 2,5 miliardi di euro il totale della spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale all’anno per pazienti affetti da scompenso cardiaco, l’85% di questa cifra si riferisce a spese di ricovero. Nel primo anno di follow-up un paziente scompensato determina un costo diretto annuale di 11.864 euro. Sul fronte delle nuove terapie, è intervenuto Alessandro Aiello, cardiologo referente dell’attività ambulatoriale presso la Cardiologia Clinica e Riabilitativa dello ospedale “S. Filippo Neri” di Roma e Consigliere regionale ANMCO-Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri Lazio. “Stiamo assistendo ad una rivoluzione copernicana perché finalmente abbiamo una classe di farmaci specifici per questi pazienti – le Glifozine – che finalmente non tratta solo i sintoni ma interviene nella complessa fisiopatologia della malattia. Le Glifozine sono in grado di ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni in maniera consistente e, come effetto peculiare, riducono la progressione della malattia renale, comorbidità spesso associata allo scompenso cardiaco che ne limita in maniera importate il trattamento anche con altri presidi. Il dosaggio previsto per tali farmaci è quello target senza bisogno di titolazione, ciò rappresenta un indescrivibile vantaggio nell’aderenza e persistenza in terapia di pazienti spesso sottoposti a politrattamenti complessi. Gli effetti collaterali, di converso, sono rari e di entità spesso lieve”. La casa come primo luogo di cura significa favorire l’implementazione di soluzioni tese a migliorare la gestione, la presa in carico e la programmazione dell’assistenza a domicilio dei pazienti fragili e cronici. Ne è convinto Antonio Salvatore Miglietta, Direttore dell’UOC Percorsi clinici assistenziali e Telemedicina dell’ASL Roma 2, che evidenzia come ad oggi risulta necessaria una rimodulazione dell’offerta socio-sanitaria, favorendo una migliore integrazione tra sistemi ospedalieri e quelli territoriali, anche attraverso l’utilizzo della telemedicina, in un percorso virtuale e operativo. “È auspicabile un modello digitale all’assistenza del paziente a domicilio che consente al paziente la garanzia di usufruire delle cure a domicilio, previa opportuna pianificazione, nell’arco dell’intera settimana, 7 giorni su 7, tenendo conto della complessità clinico-assistenziale dei pazienti”. Il progetto PDTA aziendale per il Diabete e la BPCO in atto presso l’ASL Roma 2 è un modello di presa in carico multidisciplinare tramite piattaforma digitale condivisa tra medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali. Il progetto è attualmente in fase sperimentale con la partecipazione di 30 medici di medicina generale e 40 specialisti ambulatoriali. Si prevede l’implementazione di nuovi PDTA e il prossimo ad essere rilasciato è quello dello scompenso cardiaco. “Attualmente – ha concluso Miglietta – i pazienti presi in carico con il PDTA scompenso cardiaco nei sei distretti dell’ASL Roma 2 sono circa 600 che nel prossimo futuro potranno beneficiare della presa in carico su piattaforma digitale” Abstract by http://www.motoresanita.it
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Cure palliative: un diritto del malato garantito da una norma mai applicata compiutamente
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che lo stress e il dolore cronico possono avere un impatto negativo sulla salute, favorendo e/o aggravando patologie a lungo termine come malattie cardiache, diabete e depressione. “Inoltre – sottolinea Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità – lo stress e il dolore cronico possono anche influire sulle funzioni cognitive e sulla capacità di concentrarsi e prendere decisioni”. Il problema è che l’accesso alle terapie di sollievo dal dolore varia a seconda della regione e della conoscenza che ciascuno ha circa il mondo della sanità. Per di più, la stigmatizzazione e la mancanza di conoscenza sulla gestione del dolore possono impedire alle persone di cercare il sollievo di cui hanno bisogno. È questo il tema della conferenza stampa “Giornata Nazionale del Sollievo 2023” – organizzata da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma – in corso a Roma, presso l’Hotel Nazionale, in piazza di Monte Citorio 131. “Oggi quando le politiche sanitarie affrontano il tema della cronicità non possono non tenere conto del ‘dolore cronico’, un tema che impatta gravemente sulla salute di milioni di cittadini italiani con ricadute enormi sia di carattere sociale, sia di carattere organizzativo su tutto il sistema sanitario nazionale”, conferma Michele Sofia, Direttore Sanitario ATS Bergamo. “Si rendono indispensabili nuove azioni di salute pubblica mirate al consolidamento nei territori delle Reti Locali di Terapia del Dolore”. Per Federico Casale, Segretario Generale Antea, il panorama delle Cure Palliative è notevolmente cambiato. “Antea ha assistito negli anni oltre 30.000 persone e la netta preponderanza delle persone affette da patologie oncologiche è sempre stata un fatto certo”, afferma Casale. “Le persone affette da patologie neurodegenerative, cardiologiche, o genericamente non oncologiche, hanno rappresentato per anni pochi punti percentuali arrivando, oggi, a superare il 40% delle richieste pervenute in hospice. Una variazione importante che manifesta in modo inequivocabile la necessità di aggiornare l’approccio e la gestione per fronteggiare le sfide che questo nuovo panorama ci impone di affrontare”.
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Psichiatria, a piede libero oltre 700 pazienti ad alta pericolosità
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
In Italia oltre 700 pazienti psichiatrici ‘ad alta pericolosità’ sociale, autori di reato, sono attualmente a piede libero. Senza contare le altre 15mila in libertà vigilata affidate ai Dipartimenti di Salute mentale, che aggravano il quadro sociale e clinico. Colpa di due fattori chiave: da un lato la pur benemerita legge 81 del 2014 che ha disposto la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari sostituendoli con le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), dall’altro la mancata completa attuazione della legge stessa, che ha reso le Rems strutture senza risorse economiche e di personale sufficienti, senza posti letto, e ora inadeguate a provvedere al necessario ricovero di questi ‘pazienti’. Una situazione insostenibile: la legge vieta la detenzione in carcere di pazienti oggetto di misure di sicurezza, facendo così ricadere la responsabilità della loro gestione sui Dipartimenti di salute mentale (Dsm)”. Lo denunciano gli specialisti della Società italiana di psichiatria (Sip) che aprono a Cagliari gli Stati generali della psichiatria italiana. Una situazione che gli esperti definiscono “psichiatrizzazione dei reati”, cioè la “riattribuzione del mandato di custodia e controllo di persone socialmente pericolose alla psichiatria”, e una “criminalizzazione” delle strutture psichiatriche, ormai sature di autori di reato. “Gli psichiatri e la Sip, in quanto società scientifica – spiega la presidente Emi Bondi, che dirige il Dsm dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – hanno la doverosa responsabilità di difendere il paziente psichiatrico dal riemergente automatismo in cui si associa la malattia mentale a un comportamento violento, e il conseguente mandato di controllo sociale, individuando altri modelli organizzativi assistenziali per le condizioni psicopatologiche emergenti, come ad esempio le psicosi da uso di sostanze.” “Siamo al totale stallo – sostiene Giuseppe Nicolò, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Roma 5 -. Le Rems, con l’attuale organizzazione e la mancanza al proprio interno di polizia penitenziaria, non sono in grado di gestire pazienti con alti livelli di violenza, tali da rappresentare un pericolo anche per gli stessi operatori sanitari. “La proposta di legge che ho presentato a marzo – dichiara Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – prevede la discriminante psicotica per il riconoscimento di infermità e seminfermità mentale. Supera la sentenza della Cassazione a sezioni unite del 2005, la famosa 9136, che ha conferito dignità ai disturbi di personalità. L’Italia è l’unico Paese al mondo a riconoscere i disturbi di personalità come tali”. (abstract by Doctor33)
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Workshop di formazione online sull’applicazione della CBT all’intervento su bambini e adolescenti con Disturbo dello Spettro autistico
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
16 settembre 2023 dalle ore 09:00 alle ore 18:00 Condotto dalla Dott.ssa Roberta Bacchio. Il workshop fornirà un’iniziale introduzione alla terapia cognitivo-comportamentale, presentandone poi il modello nell’ottica della sua applicazione ai Disturbi dello Spettro autistico, e in particolare nell’ambito dell’età evolutiva.Verrà fornita una panoramica sui principali strumenti diagnostici utilizzati, allo scopo di apprendere le corrette modalità di lettura dei risultati e delle conclusioni diagnostiche. Successivamente, verranno esaminati i principali ambiti di intervento previsti dalla CBT: si vedranno le tecniche utilizzate nel lavoro diretto con bambini e adolescenti, nel contesto cognitivo, emotivo e relazionale.Inoltre, il workshop darà la possibilità di apprendere le caratteristiche principali di un programma di parent training, imprescindibile nell’intervento con l’età evolutiva, poiché consente di massimizzare i risultati ottenuti in terapia e ne favorisce la generalizzazione. L’ultimo punto trattato, sicuramente non in ordine di importanza, sarà l’intervento a scuola: nell’ottica della formazione di una rete di supporto solida, infatti, il lavoro di equipe con i principali caregiver del bambino/adolescente assume un’importanza fondamentale, e consente di condividere tecniche di osservazione e intervento tra operatori e insegnanti, che a loro volta diventano in questo modo punti di riferimento stabili per le famiglie.I partecipanti al workshop avranno la possibilità di ampliare le proprie conoscenze nell’ambito dell’intervento cognitivo-comportamentale per i Disturbi dello Spettro autistico in età evolutiva, in tutti i principali ambiti di applicazione. Ciò consentirà loro di acquisire le competenze per la strutturazione di un programma di trattamento il più possibile completo e approfondito, aumentando in questo modo le probabilità di efficacia e favorendo il mantenimento dei risultati ottenuti.
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La sanità in Italia
Posted by fidest press agency su sabato, 27 Maggio 2023
Nel nostro Paese mancano 30.000 medici ospedalieri, 70.000 infermieri e circa 100.000 posti letto. Il Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari Italiani (FoSSC) chiede al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni provvedimenti urgenti per salvare gli ospedali. L’obiettivo è porre un argine al progressivo depotenziamento della sanità. La crisi del sistema è nei numeri. In 10 anni (2011-2021), in Italia, sono stati chiusi 125 ospedali, ben il 12%. Nel 2011 (tra pubblici e privati) erano 1.120, per diminuire a 995 nel 2021, con un taglio più marcato per le strutture pubbliche (84 in meno). In un solo anno sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto, incrementati solo per affrontare i mesi più duri della pandemia: nel 2020 erano 257.977, per poi scendere a 236.481 nel 2021. Mancano almeno 30mila medici specialisti ospedalieri: sono circa 130mila, 60mila unità in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Si assiste anche a un consistente esodo di medici neolaureati e specializzandi, più di 1.000 l’anno, perché all’estero gli stipendi e le condizioni di lavoro sono nettamente migliori. In particolare, nei Pronto Soccorso la carenza di personale è quantificabile in 4.200 camici bianchi (in sei mesi, da gennaio a luglio 2022, se ne sono dimessi 600, circa 100 al mese). Inoltre mancano circa 70.000 infermieri. La previsione della spesa sanitaria sul PIL per il periodo 2023-2026 registrerà già nel 2024 il ritorno al valore del 6,3% rispetto ad una media dell’8,8% dei 37 Paesi dell’OCSE e del 10% circa di Francia e Germania. Oggi in conferenza stampa a Roma i rappresentanti delle 30 Società Scientifiche riunite in FoSSC si sono rivolti direttamente al Presidente Meloni per chiedere la completa revisione dei parametri organizzativi degli ospedali sanciti dal Decreto Ministeriale 70 (DM 70 del 2 aprile 2015).Il Servizio Sanitario Nazionale è sempre meno pubblico e la partecipazione dei privati cittadini alla spesa sanitaria è divenuta via via sempre più imponente fino a raggiungere lo scorso anno la cifra di 37 miliardi, con un numero inferiore di strutture ospedaliere e personale, senza un potenziamento adeguato del territorio. “Dobbiamo abbandonare definitivamente tutte le politiche di deospedalizzazione che hanno colpito il settore negli ultimi 40 anni – sottolineano le Società Scientifiche. Il PNRR prevede un investimento sanitario improntato su due grandi voci: edilizia e tecnologia. “Costruire muri, però, non significa avere ospedali, che richiedono personale e competenze che non ci sono – sottolineano le 30 Società Scientifiche di FoSSC
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Aggiornamenti sul coronavirus
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
Sono in consistente miglioramento gli indicatori rilevati dalla cabina di regia Ministero della Salute-ISS. Nella settimana compresa tra l’11 e il 17 maggio l’incidenza è passata da 34 a 25 casi per 100.000 abitanti. Il numero complessivo dei casi positivi osservato nella settimana è di 14.346, in calo del 24,7%, con un tasso di positività passato dal 6,2% al 5,6%. In diminuzione i decessi, passati da 176 a 162 (-8%). Diminuisce il numero dei ricoverati nelle aree mediche, passati da 2.547 a 2.251 (-11,6%),con un tasso di occupazione passato dal 4,3% al 3,7%. In calo di una unità, da 84 a 83, il numero dei ricoverati in terapia intensiva, con un tasso di occupazione che scende dall’1% allo 0,9%. Il trimestre gennaio-marzo 2023 ha fatto registrare in Italia un numero di decessi complessivo per qualunque causa pari a 177.634, inferiore del 3,5% rispetto alla media 2015-19.
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Streptococco, dai test rapidi agli antibiotici, dalle allergie al rientro a scuola: ecco la guida della SIP
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
Dopo il periodo di restrizioni, dovuto alla pandemia da SARS-CoV-2, alla ripresa della normale attività di vita e di relazioni sociali si sono verificati una maggiore circolazione e contagio da virus e batteri respiratori in tutte le fasce di età, compresa quella pediatrica. In particolare, vi è stato un incremento di episodi infettivi causati dallo Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA). Allo stesso tempo si è ridotta, sia in Italia sia in Europa, la produzione e distribuzione dell’antibiotico più utilizzato in questi casi, l’amoxicillina. Partendo da queste premesse la Società Italiana di Pediatria, con il suo Tavolo Tecnico Malattie Infettive e Vaccinazioni, ha redatto un documento finalizzato a favorire una maggiore adesione alle linee guida nazionali per un uso appropriato degli antibiotici.
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Giornata Nazionale del Mal Di Testa
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
Sabato 27 maggio si celebra la Giornata Nazionale del Mal Di Testa promossa dalla SIN (Società Italiana di Neurologia) e dalla SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee), per sensibilizzare la popolazione su questa patologia che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno. Si tratta di una patologia che riguarda anche i più giovani: basti pensare che oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria. “In Italia il 12% della popolazione adulta soffre di emicrania, una forma di cefalea che si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto – spiega il Prof. Alfredo Berardelli Presidente della SIN – Una realtà che riguarda 6 milioni di persone nel nostro Paese che si trovano a convivere con una patologia talmente debilitante che è stata indicata dall’OMS come causa di maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi”. La più recente novità riguarda i pazienti con emicrania cronica che è stata riconosciuta come “malattia sociale” dalla legge 18/2020.“I decreti attuativi della legge 18/2020 emanati dal Ministero della Salute – commenta il Prof. Franco Granella, Presidente della SISC – prevedono finanziamenti pari 10 milioni di euro, per il 2023 e il 2024, con l’obiettivo di realizzare progetti regionali per la sperimentazione di metodi innovativi di presa in carico dei pazienti. Entro la fine dell’anno le varie strutture sanitarie dovranno presentare alla rispettiva Regione le loro proposte progettuali per ottenere i finanziamenti e la SISC sta cercando di aiutarle mettendo a punto procedure e format che possano favorire gli operatori nella realizzazione delle loro proposte”Esistono due grandi categorie: le cefalee primarie che sono disturbi a se stanti non legati ad altre patologie e sono le più frequenti e le cefalee secondarie che dipendono da altre patologie, come, ad esempio, la cefalea da trauma cranico e/o cervicale, quella da disturbi vascolari cerebrali (come (ictus. malformazioni artero-venose, ecc.) o la cefalea da patologie intracraniche non vascolari (tumori cerebrali, alterazioni della pressione liquorale, ecc.).A loro volta, le cefalee primarie comprendono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo che si differenziano per la tipologia del dolore, l’intensità, la sua collocazione nella testa, la durata, la frequenza e gli altri sintomi di accompagnamento ) L’emicrania si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Il paziente non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti, o più raramente accompagnati e seguiti da disturbi neurologici soprattutto visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce, ai rumori e agli odori forti e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Due terzi circa dei pazienti emicranici sono donne.La cefalea di tipo tensivo, invece, presenta una intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (classico cerchio alla testa) della durata di alcuni minuti o ore o anche alcuni giorni, talvolta aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Può esserci familiarità nello sviluppo di questa cefalea così come fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, errate posture o riduzione delle ore di sonno.Infine, la cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo in media di 2 settimane (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella perioculare e, al contrario delle altre due forme, la cefalea a grappolo colpisce prevalentemente gli uomini. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di 1/2periodi all’anno.
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L’esperta di MioDottore ha stilato la top 10 dei migliori alimenti antistress
Posted by fidest press agency su venerdì, 26 Maggio 2023
Ricotta: un alimento spesso consigliato in casi di ipereccitabilità, specialmente nei bambini, poiché può contribuire a una maggiore stabilità emotiva. Il suo elevato contenuto di triptofano stimola la produzione della serotonina, mentre il calcio di cui è ricca scioglie la tensione emotiva. Zucca: un alimento ricco di sali minerali, come calcio, fosforo, potassio e selenio, che esplicano effetti rilassanti, antidepressivi e ansiolitici. Avena: è un cereale che può agire come riequilibrante dell’umore, grazie al suo effetto dopaminergico. Inoltre, è tra le principali fonti naturali di melatonina, l’ormone del sonno e l’antagonista del cortisolo, che la rende un valido alleato nella lotta allo stress. Giuggiole: utilizzate come rasserenanti nella medicina tradizionale cinese, contengono particolari sostanze, tra cui delle saponine triterpeniche, che stimolano i recettori cerebrali degli ormoni coinvolti nelle manifestazioni emotive di benessere. Cioccolato: contiene sostanze come il triptofano e la teobromina, che possono stimolare la produzione di serotonina, migliorare il tono dell’umore e promuovere una sensazione di calma e tranquillità. Mandorle: il notevole contenuto dei minerali rilassanti, quali calcio, magnesio e potassio, le rendono idonee al trattamento dell’insonnia e degli stati d’ansia. Inoltre, gli acidi grassi omega-3 in esse presenti possono contribuire alla prevenzione e alla cura della depressione, migliorando il tono dell’umore. Zafferano: il “re delle spezie” gode di oltre 150 sostanze attive, che agiscono direttamente su serotonina e dopamina e contrastano la tensione nervosa. Se abbinato al riso o alla pasta, esplica poi una funzione sedativa, conciliando un buon sonno ristoratore. Valeriana: nota per le sue proprietà calmanti, può essere d’aiuto per alleviare l’aggressività, la depressione e l’ansia. L’effetto rilassante della pianta è connesso al GABA, un neurotrasmettitore che promuove una sensazione di serenità. Burro chiarificato: il ghee, ampiamente utilizzato nella medicina Ayurvedica, è ricco di vitamine del gruppo B, che possono contribuire a ridurre l’irritabilità e favorire la concentrazione. Fiori di zucca: con un elevato contenuto di vitamine A, B e C, hanno un effetto antiossidante e neuroprotettivo, contribuendo a tenere sotto controllo nervosismo, ansia e insonnia. Quando il cibo stressa: 3 consigli per imparare a rilassarsi mangiando:Può capitare di mangiare non per fame, ma in risposta a sentimenti ed emozioni sperimentate o allo stress percepito. Si parla di “emotional eating”, o “fame emotiva”, per definire un comportamento che consiste nel ricorrere al cibo come ricompensa o gratificazione, portando a un urgente bisogno di mangiare e a scegliere spesso alimenti poco nutrienti e altamente calorici, come patatine, snack o dolciumi, nel tentativo di stimolare il neurotrasmettitore della felicità. “Ma così facendo si instaura un circolo vizioso”, spiega la nutrizionista di MioDottore, poiché “possono subentrare emozioni negative, frustrazione e senso di colpa, che aumentano e non alleviano il malessere generale, oltre a causare conseguenze fisiche come malattie metaboliche e sovrappeso.” Al tempo stesso, c’è chi risponde allo stress con la mancanza di appetito sviluppando una vera e propria ossessione per una “dieta sana”. Per far fronte a dubbi e domande relative all’alimentazione, alla nutrizione e non solo, MioDottore mette a disposizione degli utenti la funzionalità di consulenza online, con circa 7.000 esperti disponibili. Per ulteriori informazioni visitare il sito: https://www.miodottore.it/
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Covid-19, quali rischi si corrono con una nuova infezione
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 Maggio 2023
A tre anni dall’inizio della pandemia, le persone si sono abituate, ormai, ai sintomi dell’infezione da virus SARS-CoV-2 e sanno che il Covid-19 resterà in circolazione. Molte persone, nel corso della pandemia, sono andate incontro a reinfezione. Un articolo su Nature, curato da Cassandra Willyard, ha fatto il punto sulle eventuali conseguenze per l’organismo a seguito di due o più infezioni da nuovo coronavirus.Gli esperti stimano che la maggioranza della popolazione mondiale sia stata infetta almeno una volta. Negli USA, alcune stime indicano, inoltre, che il 65% della popolazione è andato incontro a infezioni ripetute da virus SARS-CoV-2 e con gli anni i casi aumenteranno. Gli ultimi dati da diversi Paesi, invece, parlano di tassi dal 5% al 15%. Gli scienziati, dunque, si interrogano su quanto possano essere pericolose le infezioni ripetute, un punto su cui gli esperti sono divisi perché secondo alcuni il virus SARS-CoV-2 non causa niente di più di un comune raffreddore, specialmente per le persone vaccinate, mentre per altri, le infezioni ripetute causano danni duraturi o cambiamenti al sistema immunitario, con ripercussioni negative a livello di salute, nel lungo periodo. Quando si ha una reinfezione, il sistema immunitario sembra rispondere bene, andando ad eliminare il virus più velocemente, in media in cinque giorni, rispetto a una media di sette giorni per la prima infezione. Altri studi, poi, mostrano che le persone che sono state interessate da un’infezione lieve, la prima volta, a un’eventuale seconda infezione torneranno ad avere una malattia lieve e due ampi studi hanno mostrato che le reinfezioni tendono a essere meno rischiose rispetto a quella iniziale. Tuttavia, le reinfezioni non sembrano essere totalmente libere da rischi e coloro che sono più vulnerabili alla malattia grave durante la prima infezione continuano a esserlo nei casi di reinfezione, anche se i rischi di ricovero e decesso diminuiscono. Un altro ampio studio, invece, ha mostrato che infettarsi più volte mette più a rischio, dal momento che le persone con reinfezioni hanno il doppio di probabilità di morire e tre volte la probabilità di andare incontro a ricovero e di avere problemi cardiaci e trombi rispetto alle persone infettate una volta sola. Come indicano studi citati da Nature, gli ultimi dati evidenziano che il rischio di Long Covid si riduce con infezioni successive. Gli adulti, infatti, hanno un rischio del 4% di sviluppare Long Covid dopo una prima infezione, rischio che scende a 2,4% dopo una reinfezione, mentre per bambini e adolescenti il rischio di Long Covid dopo una prima infezione o dopo le successive resta più o meno stabile. Tuttavia, per le persone che hanno già manifestato Long Covid, le reinfezioni sembrano aggravare i sintomi. In uno studio di quasi 600 persone con Long Covid, l’80% ha riferito che le reinfezioni hanno peggiorato almeno qualcuno dei sintomi e solo il 15% ha riferito che le reinfezioni non hanno avuto impatto sulle manifestazioni. Infine, per quel che riguarda il sistema immunitario, alcuni esperti pensano che anche i casi lievi di Covid-19 possano causare danni duraturi, che renderebbero le persone più suscettibili ad altre infezioni. Molti immunologi, tuttavia, pensano che le evidenze attuali non siano sufficienti a trarre conclusioni in questo senso e che i problemi ci sono solo per chi ha un’infezione grave, mentre per la gran parte delle persone che si riprende non ci sono segni che il virus causi un deficit immunitario duraturo. By Sabina Mastrangelo fonte: Doctor33
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Mammografia a partire dai 40 anni. Ecco come potrebbe cambiare lo screening
Posted by fidest press agency su giovedì, 25 Maggio 2023
Si pensa ad un anticipo dell’età per lo screening mammografico offerto alle donne dal Servizio Sanitario Nazionale. Lo ha spiegato nel suo intervento al congresso Andos, Associazione Nazionale Donne Operate Al Seno, il ministro della Salute Orazio Schillaci. «Anche grazie alla collaborazione tra istituzioni, le associazioni e la comunità medica e scientifica – sottolinea il ministro – abbiamo varato, a gennaio, il Piano Oncologico Nazionale che tende a una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico. Tra gli obiettivi strategici, il Piano indica di aumentare l’estensione e l’adesione ai programmi rivolti alla popolazione target, in particolare con l’allargamento della fascia d’età per lo screening mammografico dai 45 anni (attualmente la maggior parte delle regioni lo applica dai 50 anni) ai 75 anni (rispetto dagli attuali 69) e una maggiore attenzione ai gruppi vulnerabili, nonché di identificare precocemente i soggetti a rischio per storia familiare. Sulla tematica relativa all’anticipo dell’età per lo screening mammografico, la Raccomandazione adottata a dicembre dal Consiglio dell’Unione europea sugli screening dei tumori, alla luce delle attuali evidenze raccomanda lo screening con mammografia per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, suggerendo un limite minimo di età di 45 anni e un limite massimo di età di 74 anni. C’è dunque una riflessione in atto che ci vede impegnati e che porteremo avanti, come ogni altra decisione, sulla base di evidenze scientifiche».Il Piano oncologico, «partendo dalla centralità del malato – aggiunge poi Schillaci – punta, inoltre, a ridurre le disuguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e di cura. Ciò richiede il pieno funzionamento delle reti oncologiche regionali su tutto il territorio nazionale, non da ultimo per assicurare al meglio la continuità assistenziale nella fase post-intervento, per i controlli di follow-up, dentro percorsi per i quali è fondamentale l’attività dei centri di senologia e su cui un contributo fondamentale arriva proprio dal mondo delle Associazioni». Negli Usa, intanto, l’età è stata abbassata a 40 anni. La revisione delle linee guida degli esperti Usa è stata decisa in seguito all’aumento delle diagnosi di cancro al seno tra le più giovani. La US Preventive Services Task Force ha sottolineato che l’indicazione è indirizzata alle donne di tutte le origini razziali ed etniche a rischio medio di tumore al seno. Nel 2009 la task force aveva invece alzato dai 40 ai 50 anni l’età, poiché all’epoca i ricercatori erano preoccupati che lo screening precoce avrebbe fatto più male che bene, portando a trattamenti non necessari.Concorda l’Associazione Italiana Donne Operate al Seno. In Italia significherebbe sottoporre 3.6 milioni circa di donne ad uno screening personalizzato in base alla percentuale di rischio e alla densità del seno. Per aumentare l’adesione allo screening istituzionale, secondo Flori Degrassi, presidente Andos, «va superato, garante della Privacy permettendo, l’invio delle ormai vecchie lettere spedite a casa. Il Covid ci ha insegnato ad utilizzare al meglio le nuove modalità informatiche di comunicazione: perché non farlo anche per gli screening oncologici?». Secondo i dati del 2021, meno del 50% di chi oggi dovrebbe sottoporsi alle mammografie lo fa con costanza. E al Sud le cifre sono di poco sopra il 20%. «Serve maggiore informazione – prosegue Degrassi -ma soprattutto l’utilizzo di strumenti più agili per raggiungere e convincere le donne a sottoporsi allo screening, come ad esempio i socia». «Se il tumore viene diagnosticato sotto il centimetro le possibilità di sconfiggerlo superano il 90% – specifica Andrea Botticelli, professore di Oncologia Medica alla Sapienza di Roma – ma se scoperto in fase avanzata i problemi diventano molti, con costi sociosanitari altissimi e vite umane perse. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55mila casi di tumore del seno con oltre 12mila decessi. La mammografia può fare la differenza ed è giusto anticipare, anche in Italia, l’età a 40 anni, ma le strutture sanitarie devono impegnarsi di più con il supporto costante delle associazioni pazienti. In questi ultimi anni, la lotta contro il tumore del seno ha registrato successi impensabili, con terapie efficaci e personalizzate anche nei diversi sottogruppi. Dobbiamo insistere, senza dimenticare l’importanza degli stili di vita».(fonte Doctor33)
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