Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Archive for the ‘Medicina/Medicine/Health/Science’ Category

Medicine – Health – Science

Terapie mirate contro la proteina IDH migliorano la sopravvivenza di tumori rari e difficili da trattare

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 Maggio 2024

La mutazione del gene IDH1, scoperta recentemente, è riscontrabile nell’80% dei gliomi di basso grado, un tipo di cancro del cervello, nel 20% dei colangiocarcinomi e nel 10% dei casi di leucemia mieloide acuta. È però necessario che il test molecolare per individuare la mutazione genetica sia svolto fin dal momento della diagnosi. L’appello per sensibilizzare clinici e Istituzioni viene dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata (FMP), oggi a Roma, nel media tutorial sulla frontiera più avanzata dell’oncologia di precisione focalizzato sul ruolo oncogenico delle mutazioni IDH e realizzato con il contributo non condizionante del Gruppo Servier in Italia. “Nel modello istologico l’indicazione terapeutica si basava sulla sede del tumore, in quello mutazionale deriva dalla profilazione genomica – spiega Paolo Marchetti, Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata -. Si afferma un nuovo paradigma terapeutico, nel quale la firma genomica supera il valore della sola caratterizzazione istologica. Il punto chiave del nuovo processo è rappresentato dalla profilazione genomica, cioè dall’individuazione delle alterazioni molecolari che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo della malattia: da qui deriva la scelta del farmaco e l’indicazione terapeutica, indipendentemente dalla sede del tumore, dall’età e dal sesso del paziente. Ad esempio, i geni IDH sono frequentemente mutati in neoplasie rare come i gliomi a basso grado, il colangiocarcinoma e la leucemia mieloide acuta e possono costituire i bersagli di terapie mirate che, inattivando queste proteine mutate, bloccano anche la proliferazione delle cellule malate”. “I gliomi sono una forma di tumore del cervello e fanno registrare ogni anno, in Italia, circa 3.000 nuovi casi – afferma Andrea Pace, Responsabile della Neuroncologia dell’IRCCS Istituto Tumori Regina Elena di Roma -. Il 20% è costituito dai gliomi di grado 2, cioè di basso grado, che sono più frequenti nei giovani fra i 20 e i 40 anni. I sintomi all’esordio sono costituiti di solito da crisi epilettiche, spesso resistenti ai trattamenti, perché le cellule malate tendono a infiltrare il tessuto nervoso sano. Queste neoplasie cerebrali hanno una crescita lenta ma, con il passare degli anni, possono diventare di alto grado e, quindi, più aggressive. “Oggi vi è una crescente disponibilità di test di profilazione genomica estesa, con pannelli che possono esaminare anche 500 geni con un singolo esame – precisa il prof. Marchetti -. L’analisi e l’interpretazione dei risultati della profilazione genomica, nonché l’individuazione di potenziali trattamenti mirati, richiedono competenze multidisciplinari. È quindi fondamentale istituire i Molecular Tumor Board, nei quali sono coinvolte competenze provenienti da diverse aree, quali l’oncoematologia, l’anatomia patologica, la genetica medica, la biologia molecolare, la farmacologia clinica, la farmacia ospedaliera e altre figure professionali”.

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Obesità: semaglutide 2,4 mg riduce il rischio di eventi cardiovascolari avversi

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 Maggio 2024

Venezia. Semaglutide 2,4 mg ha dimostrato una maggiore riduzione del rischio di MACE – eventi cardiovascolari avversi maggiori (morte cardiovascolare, infarto non fatale o ictus non fatale) – rispetto al placebo, indipendentemente della perdita di peso ottenuta in persone con malattie cardiovascolari associate a obesità o sovrappeso. Questi i risultati di una nuova analisi dello studio SELECT di Novo Nordisk presentati oggi al Congresso Europeo sull’Obesità – ECO, in corso in questi giorni a Venezia.1. I dati hanno, infatti, dimostrato che alla settimana 20 di trattamento con semaglutide 2,4 mg i soggetti che hanno ottenuto una perdita di peso pari o superiore al 5 per cento, rispetto a quelli che hanno ottenuto una perdita di peso inferiore al 5 per cento, presentavano riduzioni del rischio MACE simili.1 Questi risultati rafforzano quanto emerso dai precedenti dati dello studio SELECT che suggerivano che gli outcome cardiovascolari potevano essere migliorati da meccanismi alternativi che non risguardassero la sola perdita di peso.1 Inoltre, la riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall’indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza. Semaglutide 2,4 mg, ad oggi, è l’unico agonista del recettore GLP-1 che ha dimostrato benefici cardiovascolari in persone con obesità e con malattie cardiovascolari ad essa associate. I risultati preliminari di SELECT, presentati lo scorso anno e sui quali si basa questa nuova analisi, mostravano come semaglutide 2,4 mg aggiunto allo standard di cura avesse contribuito alla riduzione del rischio di MACE del 20 per cento e alla riduzione media del peso corporeo del 9,4 per cento rispetto al placebo.2 È stato, inoltre, dimostrato, per un periodo fino a 5 anni, che la riduzione del rischio era indipendente dall’età, dal sesso, dall’etnia. Tutti gli abstract di Novo Nordisk saranno pubblicati sul sito web del congresso, 31st European Congress on Obesity

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Un viaggio per immagini nel mondo della Salute: nasce Fujifilm Healthcare Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 Maggio 2024

Negli ultimi decenni la diagnostica per immagini ha fatto enormi passi in avanti dal punto di vista tecnologico, consentendo una più efficace diagnosi precoce, fondamentale soprattutto in alcuni campi come quello dell’oncologia e Fujifilm Healthcare Italia mette a disposizione di medici e pazienti soluzioni altamente innovative e tecnologiche che vanno dall’Endoscopia all’Informatica Medica, dall’Ecografia ai Dispositivi diagnostici in vitro (IVD), da modalità di raggi X fino alle Tac e alle Risonanze Magnetiche con un unico obiettivo: supportare prevenzione, diagnosi precoce e trattamento, attraverso soluzioni distintive in grado di supportare tutte le esigenze clinico-diagnostiche in diversi campi. “Il nostro obiettivo è quello di collaborare con i medici per migliorare la qualità di vita dei pazienti, cercando di fornire le soluzioni più complete e innovative possibili. Siamo focalizzati sul costante miglioramento della qualità delle immagini mettendo sempre al centro di tutto ciò che facciamo le esigenze dei medici e, soprattutto, dei loro pazienti concentrandoci sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce. In grado di rispondere a una vastissima gamma di esigenze mediche grazie al nostro portafoglio completo e integrato di prodotti avanzati, l’area di business Healthcare è una realtà in costante crescita: nel corso dell’ultimo decennio, il fatturato è più che raddoppiato, e la nuova Società appena costituita, FUJIFILM Healthcare Italia S.p.A., mira ad aumentarlo di circa il 20% nei prossimi 3 anni” dichiara Davide Campari, Managing Director Fujifilm Healthcare Italia. La multinazionale giapponese risponde a molteplici esigenze diagnostiche, con un forte impegno per quanto riguarda prevenzione e diagnosi precoce in ambito oncologico. “È necessario supportare il paziente in tutto il percorso, dalla diagnosi fino alla pianificazione del trattamento – dichiara il Prof. Gianluigi Giannelli, direttore scientifico dell’Istituto de Bellis. L’impiego del punteggio GALAD, che include tre biomarcatori (alfafetoproteina, alfafetoproteina-L3 e des gamma carbossi protrombina), permette una diagnosi più precoce e accurata nei pazienti più a rischio nelle fasi di monitoraggio periodico e verosimilmente, sebbene sia in fase di studio, nella ricerca di possibili recidive post-terapia e consente oggi di quantificare il rischio di sviluppare un tumore al fegato fino a dieci anni prima che esso si manifesti, un dato eccezionale, considerando che non esiste alcun altro biomarcatore per nessuna neoplasia così efficace”. L’impegno di Fujifilm Healthcare Italia si snoda anche nello sviluppo di software sia per la post-elaborazione avanzata di immagini diagnostiche acquisite dalle modalità radiologiche sia per la presentazione all’equipe chirurgica del caso operatorio, al fine di mostrare attraverso il rendering 3D la linea interventistica da adottare e i risultati attesi. Viene poi utilizzato nel corso dell’intervento, per fornire al clinico una mappa virtuale precisa e immediata delle strutture anatomiche e per guidarlo durante l’operazione vera e propria. Infine, viene utilizzato in fase post-operatoria, per la verifica a posteriori della corrispondenza fra le simulazioni effettuate e l’esito reale dell’intervento. Oltre ai professionisti che costituiscono i team Pre-sales Progettazione & Marketing, Application Specialist, System Integration, Delivery e Service, Fujifilm Healthcare Italia dispone anche di un team altamente specializzato e dedicato alla Ricerca e Sviluppo, che fornisce un valore aggiunto al servizio offerto verso i clienti.

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“La quasi terza età: salute e benessere della popolazione over 65”

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Roma martedì 28 maggio alle ore 15.30 presso l’Aula Toti del campus Luiss di Viale Romania, 32 si terrà il prossimo appuntamento dei Simposi sulla Vicinanza della salute dell’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza della Fondazione Bruno Visentini. Durante i lavori del Simposio verranno esposti i risultati della rilevazione 2023 dell’ Indice di Vicinanza della salute Over 65 che aggiorna e modifica l’impianto dell’Indice di Vicinanza della salute al fine di focalizzare la propria capacità informativa su quella che viene identificata come “popolazione anziana”. Saranno affrontate le importanti tematiche proprie della transizione demografica in corso: invecchiamento della popolazione, evoluzione dello stile di vita, gestione della cronicità, non autosufficienza dell’anziano, evoluzione della figura del caregiver, nuovi paradigmi di presa in carico e nuovi strumenti di interfaccia con il sistema di salute. il programma dell’evento: 15.00 Welcome Coffee, 15.30 Saluti di indirizzo Luciano Monti – Politiche dell’Unione Europea, Luiss Guido Carli Michele Camisasca – Direttore Generale, ISTAT *Chris Brown – Head of European Office for Investment for Health and Development – WHO Venice, Italy, 16.00 Presentazione dell’Indice di Vicinanza della Salute over 65 ed esposizione dei risultati 2023 Duilio Carusi – Adjunct Professor, Luiss Business School e Coordinatore Osservatorio Salute Benessere e Resilienza, Fondazione Bruno Visentini, 16.30 Panel di discussione: Presa in carico ed interfaccia con il sistema salute Francesco Enrichens – Esperto Agenas per Portale della Trasparenza – PNRR, Agenas, Fabio Pengo – Vicepresidente, FASI, Antonino Salvia – Direttore Sanitario, IRCCS Fondazione Santa Lucia, 17.10 Panel di discussione: Presa in carico ed interfaccia con il sistema salute Simona Camerano – Responsabile Scenari Economici e Strategie Settoriali, CDP, Barbara Funari – Assessore Politiche sociali e Salute, Roma Capitale Antonio Russo – Vicepresidente, ACLI, Silvia Salis – Vicepresidente Vicario, CONI. Moderazione dei panelDuilio Carusi – Adjunct Professor, Luiss Business School e Coordinatore Osservatorio Salute Benessere e Resilienza, Fondazione Bruno Visentini, 18.00 Conclusioni. By http://www.masonandpartners.it/

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qTest, un algoritmo innovativo per la salute

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Torello Lotti, professore di Dermatologia e Venereologia e Presidente dell’Accademia Mondiale della Sanità, ha presentato venerdì 10 maggio il qTest, una novità assoluta nella valutazione dello stato di benessere della persona, all’Università Guglielmo Marconi di Roma. Insieme a lui, sono intervenuti Narek Sirakanyan, Presidente del Freedom International Group, e il dr. Giuseppe Marceca, segretario generale dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.“Il qTest” spiega il professor Lotti, “è un algoritmo originale, che presentiamo oggi alla comunità scientifica e al mercato, che incrocia due diversi test basati sulla determinazione del livello di ossidazione del corpo e del pH della saliva come biomarcatore diagnostico universale.Il livello di ossidazione, detto anche indice Redox – da Riduzione/Ossidazione -, è il meccanismo biologico fondamentale e costante di ogni cellula umana e la salute di ogni cellula è determinata dall’equilibrio di tale indice. Lo squilibrio più pericoloso è l’eccessiva ossidazione, non compensata da una riduzione sufficiente.Il pH invece indica il livello di acidità e alcalinità di una sostanza. Nel sangue di una persona sana, il pH è leggermente alcalino, con un valore appena superiore a 7 e l’intervallo normale di pH della saliva è compreso tra 6,2 e 7,6.Il qTest combina i risultati dei test Redox e pH secondo un algoritmo che ho sviluppato e in base al quale è possibile individuare le azioni correttive per riacquistare l’equilibrio del proprio corpo.” Madrina dell’evento è stata l’attrice Antonella Salvucci, a cui è stato somministrato il primo test. Appena arrivata da Los Angeles, dove stava girando un film, e prima di partire per il Festival di Cannes, Antonella ha dichiarato: “Ho voluto partecipare per sottolineare l’importanza di un controllo tempestivo e veloce del metabolismo e il ruolo fondamentale di un’alimentazione equilibrata per mantenersi sani e in forma”.Le cellule sottoposte ad arrugginimento sono soggette a un invecchiamento precoce e a malattie degenerative. Ipossia, shock e sepsi sono le forme più importanti e comuni di ossidazione prolungata con alterazione dell’equilibrio Redox, che il qTest della saliva può evidenziare. La ruggine enzimatica è un tipico esempio di reazioni ossidative nella frutta e nella verdura. Immediatamente dopo la comparsa della ruggine si verificano infezioni comuni. Allo stesso modo, le cellule umane rispondono all’ossidazione enzimatica, che può essere prevenuta con un adeguato intervento antiossidante. D’ora in poi, grazie al qTest per l’equilibrio pH-Redox, sarà più facile mantenere salute e benessere. Lo sviluppo del qTest e la sua presentazione al mondo scientifico e al mercato sono stati promossi dal Freedom International Group, un fondo di investimenti specializzato in prodotti innovativi finalizzati a migliorare il benessere delle persone nella vita quotidiana e nella salute.

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Focus sui sistemi di monitoraggio glicemico nella cronicità del diabete

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Roma 21 Maggio 2024 dalle 14:00 alle 17:00 Hotel Nazionale, Sala Cristallo – Piazza di Monte Citorio 131. Il diabete è una malattia cronica che causa cecità, amputazioni e insufficienza renale, contribuendo anche a infarti e ictus. Nel 2019, 463 milioni di adulti nel mondo avevano il diabete, un numero che potrebbe salire a 700 milioni entro il 2045. In Italia, ci sono tra 3,4 e 4 milioni di persone con diabete, con 1,5 milioni di casi non diagnosticati. Il controllo glicemico è essenziale per prevenire complicanze, ma spesso è compromesso dalla scarsa aderenza alle terapie. Recenti innovazioni tecnologiche hanno migliorato la gestione della malattia, riducendo ospedalizzazioni e costi. Motore Sanità intende promuovere un confronto tra istituzioni, esperti e associazioni per garantire un accesso equo alle nuove tecnologie, vedendo l’innovazione come un investimento necessario per la salute e l’economia.

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Epatite C: campagna “Mettiamoci un punto

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Milano La conferenza stampa di lancio si terrà il 5 giugno,all’Hotel NH Collection – Milano CityLife, nella fascia oraria 9:30 – 11:00 in concomitanza con il Congresso EASL, che si distingue come il più grande evento europeo nell’ambito dell’epatologia, e che riunirà in città (dal 5 all’8 giugno) oltre 7.000 professionisti, tra cui medici, ricercatori, operatori sanitari e rappresentanti dei pazienti. Alla conferenza stampa verrà fatto il punto sulla patologia e saranno divulgati i risultati di un’indagine demoscopica sulla conoscenza degli italiani sull’epatite C. All’evento parteciperanno clinici, rappresentanti delle associazioni di pazienti e delle istituzioni.

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L’intelligenza artificiale previene il rischio mortale. Una sentinella per il cuore

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Istruire un computer che elabori in maniera sequenziale le istruzioni tipiche del funzionamento della mente umana consentirà di accelerare i tempi di analisi di un processo patologico in corso.Negli ultimi anni si è assistito a importanti trasformazioni nella medicina cardiovascolare guidata dall’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA), i cui livelli di interazione hanno avuto una crescita esponenziale. Sono state coinvolte più sottospecialità cardiovascolari tra cui cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca e aritmia. La morte improvvisa per aritmia è una delle principali cause di mortalità in tutto il mondo, soprattutto per le persone con malattie cardiache. Sebbene i dispositivi impiantabili possano prevenirne gli effetti, gli strumenti di valutazione per identificare le persone a rischio sono ancora inadeguati. Un modello di intelligenza artificiale che insegni al computer ad elaborare i dati in modo che si ispiri al cervello umano, e in grado di riconoscere schemi complessi per elaborare informazioni e previsioni accurate, anticipa la probabilità di morte cardiaca improvvisa nei pazienti con malattie cardiache, offrendo un’opportunità per l’intervento clinico. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” dimostra che l’identificazione precoce di pazienti vulnerabili ha il potenziale per migliorare gli esiti finali e rappresenta una sfida sostanziale nella pratica clinica. La ricerca, che ha coinvolto 39 medici e 15.965 pazienti, ha valutato la capacità di un elettrocardiogramma (ECG), abilitato all’intelligenza artificiale, di identificare i pazienti ospedalizzati con un alto rischio di mortalità. L’intervento di allerta tra intelligenza artificiale ed elettrocardiogramma (IA-ECG), che includeva un referto e messaggi di avvertimento trasmessi ai medici, segnalava i pazienti ad alto rischio di mortalità. Lo studio ha raggiunto il suo esito primario rilevando che l’implementazione dell’allerta combinata tra IA-ECG era associata a una significativa riduzione della mortalità entro 90 giorni. Un’analisi specificata ha mostrato che la riduzione della percentuale di decessi per le cause associata all’allerta IA-ECG è stata osservata principalmente nei pazienti con elettrocardiogramma ad alto rischio. Nelle analisi degli esiti secondari, i pazienti nel gruppo di intervento con ECG ad elevato pericolo, hanno ricevuto livelli maggiori di terapia intensiva rispetto al gruppo di controllo; nel primo gruppo l’attivazione dell’allerta IA-ECG è stata associata a una significativa riduzione del rischio di morte cardiaca pari al 31% dei decessi totali tra i pazienti ad alto rischio. È ovviamente e ampiamente riconosciuto che fornire cure intensive a pazienti critici riduce la mortalità. L’onere complessivo delle malattie critiche è maggiore di quanto comunemente riconosciuto e si prevede che aumenterà con l’invecchiamento della popolazione. Da rilevare, in ogni caso, che la maggior parte degli arresti cardiaci intra-ospedalieri sono potenzialmente prevenibili.In sintesi, l’utilizzo dell’IA ha consentito di prevenire eventi negativi e di predisporre cure migliori per superare i momenti drammatici nei pazienti affetti da malattie cardiache.L’intelligenza artificiale non sostituirà quella umana ma potrà salvare vite umane.(Articolo pubblicato sul quotidiano Laragione del 14 maggio 2024) Primo Mastrantoni, presidente Comitato scientifico Aduc http://www.aduc.it

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Nuove prospettive di cura Parkinson

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

La bradicinesia (lentezza nei movimenti) e la rigidità muscolare – sintomi caratteristici della malattia di Parkinson – hanno un’evoluzione indipendente e rispondono in maniera diversa ai trattamenti nel corso del tempo. È quanto hanno scoperto i ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (Isernia), dell’Università Sapienza di Roma e dell’Università di Grenoble, attraverso uno studio condotto in collaborazione con altri colleghi di istituzioni scientifiche italiane ed internazionali. Prima dei risultati di questa nuova ricerca si pensava infatti che, contrariamente al tremore, bradicinesia e rigidità fossero strettamente correlati tra loro nella progressione della patologia.La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Annals of Neurology, ha esaminato i dati clinici di 301 pazienti affetti da malattia di Parkinson trattati con stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation – DBS) e seguiti per quindici anni. Questa terapia prevede l’inserimento di elettrodi all’interno del cervello in grado di regolare il funzionamento di alcuni circuiti nervosi attraverso impulsi elettrici, migliorando i disturbi tipici della malattia di Parkinson. Una sorta di “pacemaker” per il sistema nervoso, si potrebbe dire. Si tratta di un intervento noto per il suo impatto positivo sui sintomi motori della malattia di Parkinson, ma fino ad ora, la comprensione di come i diversi sintomi rispondano al trattamento nel lungo termine è stata limitata. “Con il nostro studio – afferma il professor Antonio Suppa, coordinatore della ricerca – abbiamo scoperto che la bradicinesia e la rigidità, pur essendo entrambi sintomi motori, mostrano evoluzioni cliniche differenti dopo l’intervento di stimolazione cerebrale profonda. Questo ci fa pensare che i meccanismi alla base della bradicinesia e della rigidità possano essere diversi tra loro, un dato che apre la strada ad una nuova interpretazione dei meccanismi neuronali implicati nella malattia di Parkinson”. “La ricerca – conclude il dottor Alessandro Zampogna, primo autore dello studio – indica che una personalizzazione del trattamento, adattandolo alle caratteristiche del singolo paziente, potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita dei malati. Per questo motivo le prossime ricerche punteranno proprio ad approfondire le modalità di stimolazione cerebrale profonda e, soprattutto, ad esplorare come le variazioni nei parametri di stimolazione possano influenzare diversamente i sintomi cardine della malattia”.

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Celiachia, in Italia colpisce oltre 600mila persone

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 Maggio 2024

Una malattia che, secondo la relazione al Parlamento del ministero della Salute, registra 9/10.000 casi ogni anno, colpendo il 70% della popolazione femminile e il restante 30% di quella maschile, con una tendenza in crescita costante. In Italia il 56% della popolazione dichiara di essere affatto o poco informato sulla celiachia e il 30% ritiene che questa condizione patologica non sempre possa essere grave. Una fotografia, quella scattata da un’analisi condotta dall’Istituto Bhave, in collaborazione con la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), che conferma la sottovalutazione nel percepito di questa malattia cronica autoimmune e che, in buona parte, ci dice che molto rimane ancora da fare per informare, sensibilizzare, organizzare e formare. Tutti presupposti, questi, per rendere più omogeneo ed efficiente in tutte le regioni la risposta sanitaria e innalzare il livello della qualità della vita di oltre 250mila pazienti celiaci già diagnosticati, ma anche per favorire l’identificazione e la diagnosi certa di un segmento di popolazione, si stima che sia di almeno 350mila persone, che non è mai stato diagnosticato. I sintomi, per un celiaco sono “stanchezza e affaticamento, che possono essere segni di anemia da carenza di ferro o di anemia da carenza di folati. perdita dei capelli (alopecia) dimagramento senza altra causa. ulcere e lesioni ricorrenti nella bocca (aftosi orale ricorrente), perdita dello smalto dentario (ipoplasia). Chi soffre di celiachia deve evitare tutti quei prodotti realizzati con cereali e farine a base di avena, frumento, farro, orzo, grano, malto e grano khorasan (commercialmente noto come Kamut). Solitamente questi ingredienti si trovano nel pane, nella pasta, nella pizza e nei dolci. Le conseguenze possono provocare: diarrea gonfiore addominale, dolori addominali, perdita di peso. La celiachia e il diabete di tipo 1- ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci hanno un impatto sulla salute e sul servizio sanitario che non deve essere sottovalutato e l’Italia con il programma di screening nazionale per la popolazione pediatrica sta dando un segnale rilevante di attenzione e di impegno. Un impegno continuo e costante, in sinergia con le associazioni e il Parlamento, che va dalla prevenzione ai contributi per la dieta, dalla formazione all’informazione fino alla ricerca’. ‘La celiachia- ha dichiarato la senatrice Elena Murelli- è una malattia autoimmune sempre più frequente e i casi non diagnosticati sono molti, come molte e in aumento sono le allergie alimentari. Queste problematiche nutrizionali hanno estrema necessità di una nuova stagione basata su una ‘convergenza sociale’ sempre più ampia tra sanità, azioni educativo-scolastiche, formazione e, più in generale, cultura dell’intervento.

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Screening anti-infertilità e tumori in azienda

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 Maggio 2024

Una consulenza sulle malattie collegate alla sfera della fertilità e della sessualità, con focus sugli uomini che sono statisticamente a rischio più delle donne perché eseguono pochi esami di controllo. Un campagna di screening e visite di prevenzione primaria nella struttura di Fondazione Foresta a Padova. Ed infine il bilancio dell’attività, per capire i risultati e gli eventuali rischi collegati al luogo di lavoro. È questo l’innovativo progetto di welfare messo a punto da Fondazione Foresta di Padova con l’azienda Arredo3 di Scorzè, nel Veneziano. L’idea è quella di portare in azienda più consapevolezza sulle patologie e di migliorare la salute dei dipendenti con visite reali. Un progetto che ha già preso l’avvio in aprile con la riunione di 30 dipendenti, preposti dei reparti dell’Azienda che ne conta oltre 400, che vedrà la prima riunione informativa il 14 maggio con l’avvio ufficiale. “Dopo l’estate vedremo i risultati di questo importante screening”, afferma il dottor Carlo Foresta, già professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova. “Oltre le statistiche sulle patologie, ricordiamo l’importanza della prevenzione ad ogni età per un benessere completo della donna e dell’uomo”. Entrando nel dettaglio, il progetto è aperto a tutte le donne e gli uomini che lavorano presso la Arredo3, azienda che opera nel settore delle cucine. La campagna si svolge attraverso tre fasi: una fase informativa, una di visite e una di bilancio dell’attività. Nella prima fase, prevista la partecipazione volontaria dei dipendenti divisi per fasce d’età (18-45 anni, 45-60 e oltre) dedicato alle patologie endocrine, metaboliche, alla fertilità e alle disfunzioni sessuali. In particolare per le donne e gli uomini dai 18 ai 45 l’obiettivo è quello di illustrare le principali patologie del sistema endocrino-riproduttivo. Si partirà con focus sul papilloma virus. Per le donne, poi, sarà analizzata l’importanza dell’autopalpazione e dello screening per il tumore al seno; mentre per l’uomo si lavorerà sulla poca attenzione verso il tumore al testicolo. Per la fascia d’età 18-45 ci sarà un confronto su stili di vita, metabolismo e obesità; su quadri clinici specifici correlati all’età (come la menopausa per la donna e l’andropausa per l’uomo) si procederà con approfondimenti ad hoc. Inoltre si parlerà di osteoporosi: anche in questo caso le donne già ora si sottopongono a maggiori screening, mentre l’uomo solitamente non si sottopone a nessuna indagine. “La donna è più attenta alla prevenzione e alla salute”, dichiara Foresta. “Già alla prima manifestazione del ciclo mestruale viene accompagnata dal ginecologo dalla madre, e per tutto il ciclo della vita, ci sono delle tappe di prevenzione e screening prefissate. L’uomo invece pone poca attenzione alla prevenzione relativa alla salute endocrino riproduttiva: purtroppo se non curate per tempo certe patologie si cronicizzano e possono portare all’infertilità. Non solo, le statistiche sono impietose: gli uomini hanno un’età media inferiore di 5 anni rispetto alle donne”.

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Il ruolo sociale del farmaco equivalente

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 Maggio 2024

Ariccia (RM) 16 Maggio 2024 dalle 10:30 alle 13:00 Palazzo Chigi – Sala Bariatinsky, Piazza di Corte 14. L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale rappresenta un fenomeno di grande interesse economico e sociale, con un impatto significativo sulle strategie aziendali e sui comportamenti nella filiera assistenziale. Questi farmaci garantiscono inoltre un’efficacia terapeutica paragonabile ai prodotti di marca, promuovendo la sostenibilità dei sistemi sanitari e liberando risorse per l’innovazione. Gli esperti concordano sul fatto che i farmaci equivalenti favoriscono l’efficienza del sistema sanitario, consentendo una maggiore accessibilità alle cure di qualità. Tuttavia, in Italia, la spesa per farmaci di marca genera ancora un elevato copayment annuo, non in linea con il reddito pro capite. Motore Sanità si impegna a diffondere informazioni corrette e promuovere l’adozione di buone pratiche per favorire una scelta consapevole e una migliore gestione delle risorse. Parteciperanno Francesco Marchitelli, Commissario Straordinario Direzione Generale ASL Roma 6, Vincenzo Carlo La Regina, Direttore Sanitario ASL Roma 6, Valerio Biglione, Direzione Scientifica di Motore Sanità, Stefania Dell’Orco, Direttore UOC Farmaceutica Territoriale ASL Roma 6, Andrea Cicconetti, Presidente Federfarma Roma, Giovanni Cirilli, Segretario Regionale FIMMG, Regione Lazio, Giuseppe Lanna, Presidente Provinciale SNAMI, Regione Lazio, Antonio Nigro, Medico Medicina Generale, Manuela Petino, Medico medicina Generale Simg, Reg. Lazio, Giovanni Riggio, Medico medicina Generale Asl Roma 6, Alberto Giovanzana, Associate Director Government & Regional Affairs Teva Italia. Fonte: Ufficio stampa Motore Sanità

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Streptococco, record di casi pediatrici dopo il Covid

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 Maggio 2024

Quanto è pericolosa l’infezione da streptococco che l’anno scorso, dopo la pandemia di Covid, è tornata a livelli record soprattutto nei bimbi più piccoli? E come diagnosticarla correttamente per poter iniziare la cura giusta in tempi rapidi? Lo spiegano in uno studio pubblicato su ‘Lancet Microbe’ i ricercatori della Pediatria e della Microbiologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e dell’università Cattolica di Roma. “Sì ai test rapidi in farmacia, ma solo come screening. Per la diagnosi di certezza – raccomandano gli esperti – è bene ricorrere a un tampone faringo-tonsillare, effettuato presso un laboratorio di microbiologia. La tipizzazione dei ceppi più virulenti, come l’M1, è importante” anche “per seguire la traiettoria epidemiologica”. “Negli anni della pandemia Covid, cioè dal 2020 al 2022 – descrive Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia alla Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze di laboratorio e infettivologiche e della Uoc Microbiologia del Policlinico Gemelli – abbiamo osservato una significativa riduzione di infezioni da streptococco, sia in termini di quantità dei campioni pervenuti (per un ridotto accesso al nostro ambulatorio ospedaliero), ma anche una significativa riduzione della percentuale dei campioni positivi. Le misure di protezione non farmacologiche, come la mascherina, hanno in questi anni ridotto il contatto con il microrganismo e l’infezione. Quando invece queste protezioni nel 2023 sono state rimosse, abbiamo osservato una ripartenza dell’infezione, con un’incidenza tornata rapidamente ai livelli del periodo pre-pandemico, quando i campioni positivi erano il 13-16% di tutti quelli esaminati”. Ma la vera differenza registrata nel 2023, rispetto al pregresso – sottolineano gli specialisti – è stata che la fascia d’età colpita non era quella solita, cioè i bambini in età scolare e preadolescenziale, bensì una molto più bassa, dai 3 ai 6 anni. “Il sospetto – ragiona Sanguinetti – è che i bambini, essendo stati protetti in modo importante restando a casa e con le mascherine, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva nei confronti dell’infezione”.”Rispetto all’evoluzione epidemiologica – rileva Sanguinetti – la nostra ricerca e varie altre evidenze pubblicate in letteratura segnalano un po’ ovunque tanti piccoli outbreak da Streptococco piogeno, con un aumento delle patologie invasive legate in particolare all’immunotipo M1, che è il più grave e virulento. Questo ci porta ad un’altra importante riflessione, e cioè che la diagnostica di queste infezioni deve essere effettuata in modo opportuno”.”I test antigenici rapidi effettuati in farmacia – rimarca Sanguinetti – possono essere un valido strumento di screening, anche se sono gravati da tanti risultati falsi positivi e falsi negativi. Ma se un bambino è fortemente sintomatico (febbre alta, tonsille aumentate di volume e infiammate) e risulta negativo al test rapido, sarebbe opportuno ripetere il test in un laboratorio per confermare questa diagnosi. Lo stesso ragionamento vale anche in caso di positività al test rapido: solo un tampone faringo-tonsillare effettuato in laboratorio, seguito da esame colturale (e da un eventuale saggio in vitro di sensibilità ai farmaci, cioè un antibiogramma), permette di caratterizzare il microrganismo, con ricadute sia diagnostiche che epidemiologiche per valutare l’eventuale circolazione di ceppi iper-virulenti. Dunque, sì al test in farmacia, da integrare però in alcuni casi da una conferma/approfondimento in laboratorio”. “Nessun allarmismo – conclude lo specialista – perché questa è una malattia che conosciamo bene, ma al contempo bisogna evitare di essere superficiali, perché nel 2023 c’è stata una recrudescenza importante e perché questo microrganismo può dare infezioni invasive, anche in individui sani, e importanti sequele a distanza di anni, a livello dei reni (glomerulonefrite post-streptococcica), delle valvole cardiache e delle articolazioni, in particolare nel caso del ceppo M1”. (Fonte Pediatria33)

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Per entrare a Medicina si torna al concorsone

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

Il 28 maggio e il 30 luglio sono le date prescelte: si parte alle 13 e il test dura 100 minuti. Le domande saranno estratte dallo stesso archivio pubblico di 7 mila quiz utilizzato per esercitarsi: chi più tenta più ha chance di essere ammesso. Ma gli affollamenti nelle sedi universitarie potrebbero non ripetersi nel 2025. I giudici del Consiglio di Stato a sorpresa hanno riabilitato il TolC test online sospeso dal Tar Lazio a febbraio. Intanto, in Senato ci sono cinque disegni di legge per la riforma dell’accesso al corso di Medicina. Alcuni aboliscono il numero chiuso che dal 1999 impone l’ingresso previo quiz; altri danno una delega ampia al Ministero dell’Università, che quest’anno ha programmato 14.211 immatricolazioni fra atenei pubblici e privati (più 1289 per Odontoiatria). Crescono tra gli addetti ai lavori le perplessità sull’abolizione del numero chiuso a favore di un sistema alla “francese” con selezione durante il primo anno di Medicina o in alternativa Biologia. «Ogni studente costa alla collettività 150-200 mila euro l’anno –è il ragionamento – e con 60 mila pretendenti per 14-15 mila posti bisognerebbe moltiplicare ogni anno per quattro il fondo di finanziamento ordinario che paga per il primo anno del corso di studi tutto il personale dei laboratori, degli istituti, delle mense, delle stesse corsie ospedaliere». Troppo oneroso, e in cambio ci si “guadagnerebbe” solo un posticipo della selezione ai primi mesi del corso di studi. In attesa degli indirizzi del Parlamento, il MUR ha avviato tavoli tecnici di cui fanno parte tra gli altri l’Ordine dei Medici con Fnomceo e la Conferenza dei Rettori. Intanto, fino a domani 17 aprile ore 15 sono aperte le iscrizioni dei candidati al “concorsone” sul portale Universitaly. L’iscrizione al sito serve pure a scoprire i punteggi della prova e controllare l’elaborato, la scheda anagrafica e il foglio risposte; inoltre consentirà di consultare la graduatoria in uscita il 10 settembre.Oltre ai non ammessi per un soffio o per una specifica interpretazione del peso dato alla risposta sbagliata ad una domanda, la sentenza del Consiglio di Stato lascia nell’incertezza gli studenti del 4° anno delle superiori che, in anticipo, hanno sostenuto il test di medicina un anno fa ottenendo un punteggio valido per l’immatricolazione nell’anno accademico 2024-25. La Ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha sottolineato in questi giorni che questi studenti non saranno chiamati a fare il concorsone in quanto «l’emendamento per la loro tutela è stato approvato in commissione a Montecitorio». Già domani è atteso in aula in Senato il testo rivisto del decreto-legge PNRR in fase di conversione con un emendamento che sana il risultato del concorsone ammettendo questi studenti in graduatoria. (fonte: Doctor33)

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Sono 40mila infermieri di origine straniera che già lavorano da tempo in Italia

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

Accanto a quello dei medici, la figura dei nostri infermieri, con le elevate responsabilità che si assumono ogni giorno nella gestione assistenziale del malato e del soggetto fragile, con una profonda evoluzione dei percorsi di cura, rappresenta uno dei perni di un sistema sanitario, quello italiano, profondamente in difficoltà da tempo. L’Italia, con il suo stipendio medio di poco più di 24mila euro all’anno per l’infermiere, 1700 euro con premialità, poco più di 1400 senza calcolare gli straordinari, si colloca agli ultimissimi posti in Europa come retribuzione (peggio di noi solo Grecia ed Estonia). Lo stipendio medio di un infermiere nel Regno Unito, Olanda, Lussemburgo, Germania è di non meno di 2500 euro mensili. Svizzera, Nord Europa, superano ampiamente i 3mila euro come stipendio base, i Paesi del Golfo possono arrivare anche a 6500 euro mensili, nel caso di Emirati Arabi, Qatar, Arabia Saudita, Kuwait, per posizioni di infermieri specializzati come infermieri oncologici, di sala operatoria, infermieri pediatrici. La carenza di infermieri in Italia rispetto all’Europa è gravissima: la media di infermieri in Italia è di 6.2 ogni 1000 abitanti, la media Ocse è di 9.9 infermieri. Il gap da colmare è davvero elevatissimo. Stipendi da troppo tempo fermi al palo, formazione e aggiornamento che deve ripartire dalle università per ridonare appeal alla professione e costruire il necessario ricambio generazionale e poi arginare fenomeni drammatici come le dimissioni volontarie dalla sanità pubblica e soprattutto le fughe all’estero dei giovani professionisti e il triste fenomeno delle aggressioni nelle corsie: cosa fa la nostra politica? Entro il 2028 avremo bisogno, oltre che di 100mila medici, di almeno 130mila infermieri per coprire le carenze e i nuovi fabbisogni. Solo nel 2023 ben 6mila infermieri hanno lasciato l’Italia, negli ultimi 5 anni la fuga è aumentata del 30%. Il 40% dei 25mila professionisti sanitari che rischiamo ogni anno sono infermieri. 55% sono medici. Come Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia stiamo presentando negli ultimi giorni alla collettività le nostre indagini che riguardano anche gli infermieri di origine straniera in Italia. Per noi, viste le carenze di cui soffriamo, rappresentano una risorsa importantissima. La maggior parte di essi lavorano già da anni nelle nostre realtà sanitarie pubbliche e private, conoscono l’approccio con il malato italiano, non devono superare barriere linguistiche, offrono il proprio valido contributo alle equipe in cui sono inseriti. Le politiche regionali non devono commettere l’errore di farci vedere gli infermieri stranieri come una soluzione tappabuchi, non possono essere gettati nella mischia dall’oggi al domani per coprire le carenze di cui soffriamo, su questo siamo d’accordo con la disamina di alcuni sindacati. Non possiamo dimenticare che quella delle infermiere è una figura professionale sempre più al femminile, con oltre il 70% delle professioniste dell’area non medica che sono donne.Dobbiamo tutelare la loro figura, difenderle dalle aggressioni dal momento che sono le più esposte al rischio violenze nei pronto soccorsi, negli interventi del 118, nei reparti difficili come le emergenze urgenze o con i malati psichiatrici o nelle carceri. Così il Prof. Aodi Esperto in Salute Globale, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma e Direttore Sanitario del Centro Medico Iris Italia che rimanda al mittente di chi accusa pubblicamente i professionisti della sanità di origine straniera di scarsa competenza. (Abstract by http://www.unitiperunire.org)

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Giornata mondiale di fibromialgia

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

La fibromialgia è una sindrome complessa cronica multifattoriale ad eziopatogenesi non ben identificata caratterizzata dall’estrema varietà e differenziazione di sintomi che la esprimono. Ieri si è celebrata, e va avanti annualmente dal 1993 in tutto il mondo, la Giornata della fibromialgia, patologia che colpisce nel nostro Paese circa due milioni di persone, in grande maggioranza di sesso femminile. La complessità del quadro clinico e la mancanza di biomarcatori fanno si che da un lato ancora si metta in dubbio la sua esistenza e dall’altro che i clinici negli anni anni abbiamo avuto la necessità di stilare diversi criteri classificativi/ diagnostici (ultimi quelli dell’ACR 2016) che li aiutassero a fare una diagnosi corretta e così ridurre il ritardo diagnostico che ancora è comunque molto alto (in media 3/5 anni). Gli italiani che convivono con i suoi sintomi essenziali sperimentano: dolore cronico diffuso in tutto il corpo, rigidità, facile affaticabilità fisica e mentale; stato pervasivo di mancanza di energia e stanchezza; disturbi del sonno; problemi con il pensiero, la memoria e la concentrazione; alterazioni dell’umore come ansia, depressione facile irritabilità; mal di testa, comprese le emicranie. Chi è il clinico che può essere a fianco del cittadino-paziente nella sua “battaglia contro la fibromialgia”? E’ il reumatologo. Nell’occasione della giornata mondiale è Daniela Marotto, presidente CReI che interviene puntualizzando che “per una corretta diagnosi di fibromialgia occorre una corretta e attenta valutazione clinica che consideri tanti aspetti oltre al dolore generalizzato e cronico, quali le alterazioni del sonno nei suoi molteplici aspetti (insonnia, difficoltà all’addormentamento, frequenti risvegli), stanchezza e deficit neurocognitivi (la cosiddetta nebbia fibromialgica), e faccia una corretta diagnosi differenziale. Proprio la complessità della sintomatologia, altamente invalidante spinge il paziente a peregrinare per anni tra vari specialisti che spesso non guardano alla complessità del quadro, ma solo al singolo sintomo ritardando così la diagnosi e di conseguenza peggiorandone la prognosi”. Dalla complessità del quadro clinico si comprende come sia necessario avere un approccio terapeutico multimodale che sia – prosegue Marotto, “solo di tipo farmacologico ma che contempli un‘attività fisica regolare, precise indicazioni alimentari e in alcuni casi terapie psicologiche di supporto quali quelle di tipo cognitivo comportamentale”.Per fortuna il mondo clinico non è impreparato di fronte ad una patologia che presenta numeri indicativi decisamente preoccupanti. “Gli specialisti in reumatologia, in stretta collaborazione con i medici di medicina generale sono i clinici che direttamente possono intercettare, diagnosticare e rispondere al bisogno di salute del paziente con fibromialgia”, conclude la presidente Marotto, “Noi abitualmente incontriamo nei nostri ambulatori, dalla Sardegna al Friuli, dal Piemonte alla Campania, pazienti che si presentano con quella tipica ampiezza di sintomi preoccupanti che può essere ricondotta alla sindrome fibromialgica. Il messaggio che ci sentiamo di lanciare è sempre uno solo: non sottovalutate i vostri sintomi, non tenete in silenzio il vostro malessere, non silenziate il vostro dolore. Occorre che si crei una attenzione consapevole di tutti i cittadini verso il proprio stato di salute e che questa attenzione si traduca in una visita dal proprio medico di medicina generale, che saprà indicare la via migliore per accedere allo specialista reumatologo che renderà possibile un affronto tempestivo, preciso e soddisfacente di una sindrome che non più possiamo più considerare invisibile”

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Tumori, Ecosfera Servizi a Race for the Cure: “Crediamo e sosteniamo la prevenzione”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

Roma. La squadra di Ecosfera Servizi ha partecipato a Race for the Cure, la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno in Italia e nel mondo, giunta quest’anno alla 25esima edizione. L’evento celebrato a Roma ha accolto migliaia di persone da tutto il Paese per sostenere i temi della prevenzione e della ricerca. “Partecipare a Race for the Cure – ha detto Floriana Tomassetti, presidente e amministratore delegato di Ecosfera Servizi Spa – è per la nostra azienda un momento molto sentito perchè crediamo fermamente nella cultura della prevenzione oncologica e nella solidarietà: valori che debbono raggiungere quanti più cittadini e cittadine possibile anche attraverso le imprese ed iniziative di forte impatto pubblico. Come ogni anno, Ecosfera Servizi offre il proprio contributo all’iniziativa, in sostegno alle 56.000 donne che in Italia ogni anno si confrontano con la malattia.”

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Nuove linee guida sull’ablazione nella fibrillazione atriale (FA)

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

E’ frutto della collaborazione tra le maggiori società di elettrofisiologia cardiaca – la European Heart Rhythm Association, la Heart Rhythm Society, l’Asia Pacific Heart Rhythm Society e la Latin American Heart Rhythm Society – hanno riassunto decenni di ricerca e innovazione tecnologica. Pubblicato sulla rivista Europace, il documento delinea un quadro aggiornato per la selezione e la gestione dei pazienti considerati per l’ablazione, sia attraverso approcci chirurgici sia mediante catetere.Le linee guida sottolineano l’importanza dell’ablazione come trattamento efficace e sicuro, adatto a un ampio spettro di pazienti con FA, inclusi quelli con sintomi correlati alla FA e insufficienza cardiaca, nonché pazienti senza sintomi evidenti.Un aspetto fondamentale delle nuove raccomandazioni è l’enfasi sulla gestione personalizzata, che riconosce che la scelta terapeutica deve adattarsi alle esigenze individuali del paziente e alla sua storia clinica. Uno dei risultati più significativi dello studio è l’identificazione dei fattori di rischio e la gestione preprocedurale come componenti cruciali nel successo dell’ablazione. Questo include un approfondimento sulla fibrosi atriale, che può influenzare notevolmente l’esito dell’ablazione, e suggerimenti per il monitoraggio post-procedurale, essenziali per prevenire recidive.“Le innovazioni tecnologiche hanno reso l’ablazione con catetere più sicura ed efficace che mai. Per esempio, ora abbiamo l’ablazione a campo pulsato che utilizza impulsi elettrici ad alta energia per trattare la fibrillazione atriale senza danneggiare i nervi o l’esofago. Possiamo anche utilizzare l’ecocardiografia intracardiaca per guidare e facilitare la procedura con la visualizzazione in tempo reale delle strutture cardiache da trattare” ha concluso Stylianos Tzeis, Capo del Dipartimento di Cardiologia e della Sezione di Elettrofisiologia e Pacing Cardiaco al Mitera Hospital di Atene (Grecia), primo autore del documento. (Fonte Cardiologia33)

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Uno studio di fase 2 offre speranze per il Parkinson

Posted by fidest press agency su martedì, 14 Maggio 2024

Il Prasinezumab, un anticorpo monoclonale sperimentale che si lega all’α-sinucleina aggregata, sta mostrando risultati promettenti nel rallentare la progressione dei segni motori nei pazienti con malattia di Parkinson (PD) in fase iniziale. Queste osservazioni emergono da una analisi esplorativa dei dati dello studio di fase 2 PASADENA, recentemente pubblicata su Nature Medicine da Gennaro Pagano, ricercatore della Roche Pharma Research and Early Development di Basilea, in Svizzera e dell’Università di Exeter a Londra, Regno Unito. Nonostante lo studio PASADENA non abbia raggiunto l’endpoint primario, i risultati dell’analisi esplorativa indicano nei pazienti trattati un efficace rallentamento rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo, nella su una scala che valuta specificamente la progressione dei segni motori (Movement Disorder Society Unified Parkinson’s Disease Rating Scale; MDS-UPDRS).Lo studio ha coinvolto 316 individui con PD in fase iniziale, randomizzati in doppio cieco a ricevere infusioni endovenose di placebo o prasinezumab per 52 settimane. L’analisi dei sottogruppi prespecificati ha incluso fattori noti per essere associati a una progressione più rapida della malattia, come l’uso di inibitori MAO-B al basale e lo stadio 2 di Hoehn e Yahr. È importante sottolineare che si tratta di un’analisi post hoc e che sono necessari ulteriori studi clinici randomizzati per validare questi risultati. “In un trial della durata di un anno è emerso che prasinezumab potrebbe ridurre la progressione motoria in misura maggiore negli individui con una malattia di Parkinson che progredisce più rapidamente” ha commentato Pagano. Questi risultati suggeriscono una possibile efficacia di prasinezumab nel modificare la progressione della malattia di Parkinson, specialmente in pazienti con caratteristiche di rapida progressione. Tuttavia, è fondamentale considerare che i risultati devono essere interpretati con cautela a causa delle dimensioni ridotte di alcuni sottogruppi e dell’assenza di correzioni per confronti multipli. (Fonte Medicinainterna33)

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Parliamo del microbiota intestinale

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 Maggio 2024

Il microbiota è un complesso ecosistema di microrganismi che risiede nel nostro intestino e rappresenta un incredibile esempio di simbiosi tra il mondo naturale e il nostro organismo. Composto da batteri, virus, funghi e altri microorganismi, il microbiota svolge una vasta gamma di funzioni vitali. Ogni individuo ha un microbiota unico, che è influenzato da fattori come la dieta, lo stile di vita e l’ambiente. Un microbiota sano significa benessere, un microbiota non sano può significare disturbi gastrointestinali, malattie autoimmuni e disturbi metabolici. Insomma, c’è vita nell’intestino. Abstract fonte Santagostino – La Tua Salute

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