Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 130

Posts Tagged ‘elezioni’

Elezioni Firenze, al via “Gli Incontri dell’Orto”

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 Maggio 2024

Firenze mercoledì 15 maggio alle 17.30 all’ Orto San Frediano (via Pisana, 78) per iniziativa dell’agenzia di comunicazione Galli Torrini che promuove e organizza la rassegna primo appuntamento del ciclo “Gli Incontri dell’Orto”. Lo spunto è offerto dai risultati, in parte davvero sorprendenti, dell’indagine condotta sul turismo da MetaFirenze, un progetto anch’esso dell’agenzia Galli Torrini, che rileva il sentiment dei fiorentini anche con l’ausilio di un sistema di intelligenza artificiale.L’incontro viene anche trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube dell’agenzia Galli Torrini.Intervengono Ilaria Lani, segretaria Cgil Firenze; Vincenzo Lucchetti, presidente Fondazione Solidarietà Caritas; Lorenzo Fagnoni, presidente Property Managers Italia; Federico Cassi, ceo White River Srl; Filippo Randelli, professore associato di geografia economica all’Università di Firenze; Gabriele Danesi, coordinatore progetto Auser Abitare Sociale; Laura Lodone, responsabile settore Turismo Confcommercio Firenze-Arezzo. Moderatore e curatore del ciclo di incontri è il giornalista Massimo Vanni, in passato autorevole firma di Repubblica per cui ha seguito i fatti più importanti della città e acuto osservatore della politica locale.“‘Gli Incontri dell’Orto’ – spiega Vanni – è una rassegna aperta a tutte le opinioni, non politicamente orientata, creata e gestita da giornalisti. L’idea che ci muove è aprire un nuovo spazio e una nuova opportunità di confronto sui temi più importanti per Firenze”.

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Elezioni Parlamento Ue. Altrimondi… i giovani italiani assenti

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 Maggio 2024

In vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno, la Germania ha abbassato il limite di età per la partecipazione a 16 anni. Ciò la rende il più grande tra i pochi stati dell’UE a consentire il voto ai minori di 18 anni. Austria, Belgio e Malta hanno già concesso il diritto di voto ai ragazzi di 16 e 17 anni, mentre la Grecia consentirà a chiunque compirà 17 anni nel 2024 di partecipare al voto di giugno. Sembra che queste decisioni di abbassare l’età del voto rispetto ai classici 18 anni, potrebbero rendere meno problematico il preannunciato disinteresse di molti elettori che non andranno a votare… si reputa che questi giovani abbiano maggiore interesse verso la politica. Quando in Italia nel 1975 si decise, per dare il voto ai diciottenni, di abbassare la maggiore età dai 21 di allora, ci fu grande disponibilità e interesse. La grande maggioranza, in Parlamento e nel Paese, percepì questa decisione come svolta epocale, di ringiovanimento e rinvigorimento della partecipazione e dell’interesse politico. E lo fu, visto che quelli furono gli anni di molte importantii conquiste civili: si pensi al diritto di famiglia (legge parlamentare del 1975) e al diritto all’aborto (legge parlamentare del 1978, la cui abrogazione fu sventata da un referendum del 1981).Ci domandiamo, visto anche che il nostro Paese non sarebbe nuovo ad esperienze di ringiovanimento della politica e della sua partecipazione, perché – pur spronati da ciò che accade in altri Paesi dell’Unione europea – siamo assenti da cambiamenti del genere. In passato ci sono state proposte da parte del Partito Democratico, Lega, Partito Socialista, ma sono rimaste tutte sulla carta, senza mai avviare una procedura parlamentare e un dibattito pubblico appassionante.Dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno, avremo quindi un Parlamento europeo i cui membri saranno stati scelti anche da 16enni. Eletti che saranno espressione di un mondo più giovane e reale, da cui noi italiani saremo assenti. Cosa osta perché ciò non accada? Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Elezioni Europee, Confagricoltura Toscana: “Dalla burocrazia all’innovazione, ecco le nostre richieste ai candidati toscani”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 8 Maggio 2024

“L’agricoltura toscana è di fronte a sfide complesse, aggravate da una crisi dovuta a guerra in Ucraina, guerra in Medioriente, inflazione, caro delle materie prime e difficoltà a trovare lavoratori. Vogliamo confrontarci coi candidati toscani al Parlamento Europeo perché dall’Europa passano gran parte dei fondi per l’agricoltura, ed è da qui che possiamo invertire la rotta”.L’appello lo pronuncia Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, che in questi giorni sta contattando tutti i candidati toscani alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno per invitarli a un confronto sui temi cari agli agricoltori. “Dobbiamo garantire un futuro alla nostra agricoltura – continua Neri – e oggi questo sembra sempre più difficile”. Le cinque priorità individuate da Confagricoltura sono: 1. Riforma della Politica Agricola Comune: è necessario semplificare la burocrazia, negli ultimi anni il suo budget è sceso e gli obblighi ambientali sono aumentati. È necessario il ripristino dei trasferimenti diretti per le colture agricole strategiche e un maggiore accesso al credito. 2. Revisione del Green Deal: le proposte attuali non riescono a bilanciare sostenibilità ambientale ed economica. Serve una revisione dei regolamenti in corso di approvazione, come quelli sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali, che possono avere un impatto negativo sul settore agricolo. 3. Affrontare le sfide macroeconomiche: l’aumento dei costi di produzione e il rialzo dei tassi d’interesse mettono a rischio la sostenibilità delle imprese agricole. Servono misure concrete per mitigare questi effetti negativi, e il nuovo Patto di Stabilità e Crescita deve considerare l’importanza degli investimenti nel settore agricolo per garantire la sicurezza alimentare. 4. Promuovere l’Innovazione Tecnologica: L’agricoltura è in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico. Serve un maggiore sostegno per la ricerca e l’innovazione, incluso il riconoscimento delle Tecniche di Evoluzione Assistita, che possono contribuire alla sostenibilità del settore. 5. ⁠Affrontare le contraddizioni del futuro dell’Unione Europea, che deve affrontare la doppia transizione energetica e digitale, ma anche un grave declino economico e una demografia stagnante”. “Il cambiamento deve partire dall’Europa – conclude Neri – servono politiche che favoriscano l’innovazione e la competitività dell’agricoltura europea nel lungo termine. Gli agricoltori vanno ascoltati, altrimenti si continuerà a realizzare provvedimenti inadeguati e controproducenti”.

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Raggirata la DC per escluderla dalle elezioni europee, con giochi sul simbolo?

Posted by fidest press agency su sabato, 4 Maggio 2024

L’ufficio elettorale ha escluso il simbolo della Dc dalle elezioni europee a causa, è stato affermato, della confondibilità del contrassegno della DC con quello presentato dalla UDC. Eppure vi è il precedente nel quale il Consiglio di Stato, nelle elezioni del 2008, riammise il simbolo della Dc. L’attuale Segretario Nazionale della DC Nino Luciani nell’apprendere la decisione ha fatto ricorso nei termini di legge e confida che la DC possa essere riammessa alle elezioni con il proprio simbolo. Nel seguire questa vicenda dobbiamo dare atto al prof. Luciani della sua tenacia nel sostenere la presenza e l’attualità di un simbolo che ha fatto, dagli anni tormentati del dopoguerra, da punto di riferimento nella storia politica italiana portando in dote nomi illustri che hanno offerto un contributo prezioso alla rinascita del Paese e nel contrasto alle derive autoritarie. Lo scioglimento del partito è stato, di là degli aspetti legali che si vollero sostenere, a nostro avviso, ingiustamente nella forma e nella sostanza, costituisce un vulnus di cui tutti dovremmo riconoscerne la gravità che ne è derivata. Un simbolo, per altro, che precede quello della Udc di cui si vuole garantirne la presenza e l’esclusività. Oggi, probabilmente, più che in passato è un simbolo che richiama il voto degli elettori non certo e non solo per i suoi effetti “nostalgici” ma per i suoi contenuti, il suo impegno, e i suoi programmi. Se vi sono stati personaggi che hanno in qualche modo tradita la sua narrazione storica non è giusto che a pagarne il prezzo lo sia un simbolo che in sé racchiude forte e tenace un’idea della politica al servizio del popolo e per il popolo.

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Giornata dell’Europa e lancio della campagna per promuovere il voto alle elezioni europee dell’8-9 giugno

Posted by fidest press agency su domenica, 28 aprile 2024

Roma Lunedì 29 aprile 2024 – dalle ore 11:30 alle 12:30 Esperienza Europa – David Sassoli, piazza Venezia 6C. ci sarà la conferenza stampa per il lancio della campagna istituzionale in vista del voto europeo dell’8 e 9 giugno. In tale occasione verrà proiettato il video promozionale del Parlamento europeo che, attraverso il dialogo tra generazioni, sottolinea il valore della democrazia. Saranno inoltre presentati gli eventi legati alla Giornata dell’Europa del 9 maggio, tra cui dibattiti, letture e concerti al Campidoglio di Roma e al Luiss Hub di Milano, e l’illuminazione con i colori dell’UE di monumenti e siti culturali iconici di tutta Italia (in collaborazione con l’Associazione Civita, Enel, ANCI e Ministero della cultura). Tra le altre iniziative delle prossime settimane: dibattiti con eurodeputati nelle università e incontri tra leader politici e studenti che votano per la prima volta nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli. La conferenza stampa vedrà la partecipazione di: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo Carlo Corazza, il rappresentante della Commissione europea in Italia Antonio Parenti, il direttore Offerta Estero della Rai Fabrizio Ferragni, il Segretario generale dell’Associazione Civita Simonetta Giordani.

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Elezioni europee: le proposte della Comunità di don Benzi

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 aprile 2024

Il Presidente Fadda: «Il modello di società cui ci ispiriamo è quella che don Benzi chiamava la Società del gratuito» «Abbiamo realizzato un breve compendio che illustra la nostra visione per un’Europa solidale. Nelle prossime settimane lo presenteremo ai candidati alle elezioni europee, a cui proponiamo di venirci a trovare nelle nostre case di accoglienza per dare un volto alle parole scritte. Sono proposte che abbiamo maturato nel nostro cammino di condivisione con le persone più fragili. L’obiettivo è costruire una società che non esclude nessuno, perché il bene di tutti è garanzia per il bene di ognuno. Una società che cammina al passo dei più deboli». E’ quanto dichiara Matteo Fadda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, illustrando le proposte politiche ai candidati alle prossime elezioni europee. Proposte che partono dalla condivisione diretta della vita con gli ultimi, secondo la vocazione ereditata da don Benzi, l’inventore della casa famiglia: l’istituzione di un Commissario europeo per la pace; la promozione dell’affido familiare; il contrasto del traffico di esseri umani e l’adozione del c.d. “equality model” in cui gli acquirenti di prestazioni sessuali sono sanzionati; l’incentivo di misure alternative al carcere; la promozione di canali legali di migrazione come i corridoi umanitari; la difesa della vita umana, dal concepimento alla fine; il contrasto alle dipendenze patologiche; l’inclusione dei rom e delle persone senza fissa dimora; l’utilizzo delle clausole sociali negli appalti pubblici per il reinserimento di soggetti svantaggiati. «Il nostro modello di società cui ci ispiriamo è quella che don Benzi chiamava la Società del gratuito. – continua Fadda – In essa, ognuno detiene il bene dell’altro. Nel bene di tutti c’è anche il bene individuale per una visione inclusiva di società nella quale il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio della persona umana, soprattutto quando la sua vita è indifesa, fragile, debole, da sostenere. Dobbiamo partire dagli ultimi. Il motivo è semplice: se si parte dagli ultimi, allora si può aiutare tutti».

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Alle elezioni, schieriamoci dalla parte della natura

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 aprile 2024

Insieme, andando tutti a votare con un obiettivo, possiamo proteggere il nostro pianeta anche dopo le elezioni. Queste elezioni si svolgono soltanto ogni cinque anni e questa volta avranno delle conseguenze enormi sulle prossime misure per il clima in Europa.Le elezioni arrivano in un momento cruciale: il nostro pianeta è sull’orlo di un riscaldamento inarrestabile, quindi servono degli interventi urgenti. Per questo, le prospettive per il futuro sono molto preoccupanti. Tutto sembra indicare che i politici faranno dei passi indietro sul clima.Questa settimana, alcuni politici poco trasparenti hanno cercato di affossare le misure importanti per il ripristino del nostro pianeta nella politica agricola comune. E questa è la prova delle loro vere intenzioni: per loro, il futuro del nostro pianeta può essere sacrificato a scapito del potere. Dall’8 al 9 giugno, possiamo fare molto di più che semplicemente lamentare il nostro malcontento. Possiamo riscrivere le linee guida del Parlamento europeo con interventi per proteggere la natura, una volta per tutte.

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Lavoro e politiche fiscali al centro delle elezioni Usa

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 aprile 2024

A cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory, e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management Infine, l’avvicinarsi delle elezioni americane di novembre 2024 potrebbe incidere anche sulle dinamiche macroeconomiche. Tra i temi da considerare elettoralmente sensibili, c’è il mercato del lavoro. In effetti, il forte afflusso di manodopera straniera ha contribuito a colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro, alleviando le tensioni sui salari e supportando l’economia. Il fatto è che, seppur il numero di occupati sia aumentato rispetto a prima della pandemia, la forza lavoro di cittadini immigrati aumenta più rapidamente di quella del lavoro residente. Secondo alcune rilevazioni di Goldman Sachs, infatti, sta aumentando il numero di visti negati per porre un freno agli ingressi. Lo stesso Presidente Joe Biden, del resto, si rende conto di quanto questo tema possa pesare nell’ambito della sfida elettorale con Donald Trump. In generale, chiunque vinca dovrà tenere in considerazione la sostenibilità dei conti americani. Il Congressional Budget Office, infatti, ha di recente pubblicato il suo report annuale sulle dinamiche delle grandezze fiscali americane a lungo termine, redatto alla luce della legislazione attuale ma che potrebbe non concretizzarsi qualora venga eletto un Presidente diverso da Biden. Nonostante ciò, si prevede che il debito americano arrivi al 166% del Pil entro il 2054. Se, infatti, il tasso di interesse reale dovesse aumentare come indicato dalle previsioni a lungo termine, anche la spesa per interessi aumenterebbe di molto e gli attuali livelli di deficit non sarebbero sostenibili.

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La situazione geopolitica rende ancora più importante il voto alle elezioni europee

Posted by fidest press agency su venerdì, 19 aprile 2024

L’ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento europeo, prima delle elezioni di giugno, rivela consapevolezza tra i cittadini e preoccupazione per l’attuale contesto geopolitico.La pubblicazione pre-elettorale di oggi rivela una tendenza positiva e in crescita dei principali indicatori di interesse elettorale a poche settimane dal voto dei cittadini dell’UE, che si terrà dal 6 al 9 giugno (in Italia l’8 e 9). L’interesse per le elezioni, la consapevolezza di quando si svolgeranno e la probabilità di votare sono tutti in crescita rispetto all’ultima rilevazione dell’autunno 2023. Gli aumenti sono ancora più evidenti rispetto al sondaggio della primavera 2019 (tre mesi prima delle precedenti elezioni europee). Il 60% dichiara ora di essere interessato a votare a giugno (+3 pp rispetto all’autunno 2023 e +11 pp rispetto a febbraio/marzo 2019). Il 71% afferma che è probabile che vada a votare (da 7 a 10 su una scala da 1 a 10), pari a +3 punti percentuali rispetto all’autunno 2023 e a +10 punti percentuali rispetto a febbraio/marzo 2019. Su questo fronte i dati italiani sono simili: il 59% è interessato alle prossime elezioni e il 70% andrebbe a votare alle elezioni se fossero la prossima settimana.I risultati suggeriscono che i cittadini dell’UE sono molto consapevoli dell’importanza delle elezioni nell’attuale contesto geopolitico, con otto intervistati su dieci (81%) che concordano sul fatto che ciò rende il voto ancora più importante. Un’ampia maggioranza in tutti gli Stati membri approva questa affermazione.La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, commentando i risultati del sondaggio, afferma: “Il 2024 è un anno elettorale importante, con elezioni che si svolgeranno in Europa ma anche negli Stati Uniti, in India, nel Regno Unito e in molti altri Paesi. L’esito di queste elezioni sarà con ogni probabilità cruciale per il futuro della democrazia nel mondo. Invito i nostri cittadini a votare alle prossime elezioni europee, a partecipare a questo anno storico e a rafforzare la democrazia europea”. All’avvicinarsi della conclusione di questa legislatura, l’81% dei cittadini dell’UE ha un’immagine positiva o neutra del Parlamento europeo, mentre solo il 18% ha una visione negativa. Inoltre, la maggioranza dei cittadini UE (56%) vorrebbe che il PE svolgesse un ruolo più importante, mentre solo il 28% vorrebbe il contrario e il 10% vorrebbe mantenere il ruolo attuale. Gli italiani apprezzano il PE più della media EU27: il 45% ha un’opinione totalmente positiva contro il 41% europeo. L’apprezzamento si riscontra soprattutto tra i giovani (62% tra i 15 e i 24 anni) e scende man mano che si sale (40% over 55). La Presidente Metsola aggiunge: “Il Parlamento e l’Unione europea hanno fatto molta strada negli ultimi anni. Abbiamo dovuto affrontare circostanze eccezionali e difficili, ma siamo diventati più forti. Il Parlamento è stato e continuerà a essere la voce e il difensore dei cittadini nell’UE”. I cittadini europei vorrebbero che la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (33%) e il sostegno alla sanità pubblica (32%) fossero i principali temi in discussione durante la campagna elettorale. Il sostegno all’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la difesa e la sicurezza dell’UE sono entrambi al terzo posto (31%). L’importanza che i cittadini attribuiscono alla difesa e alla sicurezza dell’UE è aumentata nel corso della legislatura, soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. La difesa e la sicurezza dell’UE sono ora indicate come prima (o prima a pari merito) priorità della campagna elettorale in nove Paesi, con i risultati più alti in Danimarca (56%), Finlandia (55%) e Lituania (53%). Rispetto alla media EU27, gli italiani vogliono parlare di più di salute pubblica (38% vs 32%) e creazione di più posti di lavoro e aiuto all’economia (41% vs. 31%). Questi due sono anche i due temi che gli elettori italiani hanno detto di voler al centro della campagna elettorale. Maggiore attenzione, sempre rispetto alla media, anche per diritti dei consumatori (25% vs 14%) e per l’indipendenza energetica (24% vs 17%). Minore invece alla difesa (23% vs. 31%). Guardando al futuro, i cittadini dell’UE considerano la difesa e la sicurezza (37%) come le prime priorità per rafforzare la posizione dell’UE a livello globale, mentre le questioni energetiche e la sicurezza alimentare/agricoltura seguono (entrambe al 30%). Inoltre quattro cittadini su dieci affermano che il ruolo dell’UE è diventato più importante negli ultimi anni mentre il 35% ritiene che sia rimasto invariato e il 22% che sia diminuito. A livello nazionale, in 15 Paesi la maggioranza relativa ritiene che il ruolo dell’UE nel mondo sia diventato più importante nel corso degli anni, con percentuali che raggiungono il 67% in Svezia, il 63% in Portogallo e il 60% in Danimarca. Dall’altro lato, i cittadini sloveni e cechi sono i più propensi a dire che il ruolo dell’UE è diventato meno importante (rispettivamente 32% e 30%). Quasi tre quarti dei cittadini (73%, +3 pp rispetto all’autunno 2023) affermano che le azioni dell’UE hanno un impatto sulla loro vita quotidiana, compreso un quinto (20%) per il quale hanno “molto” impatto. Inoltre, un’ampia maggioranza di europei concorda sul fatto che il proprio Paese, nel complesso, trae vantaggio dall’appartenenza all’UE (71%). Questi risultati sono stabili rispetto all’autunno 2023 e continuano a godere di livelli elevati in tutta l’UE.

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Elezioni in Piemonte, Agrippino Castania: “La scesa in campo del prof. Beppe Ghisolfi è di qualità”

Posted by fidest press agency su lunedì, 15 aprile 2024

Uno dei maggiori banchieri italiani scende in politica per le elezioni regionali in Piemonte. Parliamo del prof. Beppe Ghisolfi che si è candidato nella lista Cirio Presidente. Egli è candidato al Collegio elettorale provincia di Cuneo. L’editore e direttore responsabile del periodico “Le Banche d’Italia” Agrippino Castania coglie questa notizia con estrema felicità. “La scesa in campo – dichiara Agrippino Castania – del prof. Beppe Ghisolfi, grande studioso e divulgatore dell’educazione finanziaria internazionale, per le prossime regionali in Piemonte, è una cosa molto positiva perché è personalità accreditata in ambito mondiale. Le sue conoscenze politiche sono un tesoro prezioso, quindi sarebbe un punto di riferimento autorevole per il suo territorio. Inoltre spendo un parere positivo per il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che si è riproposto per guidare la Regione. Lo ritengo uno dei migliori governatori di Regione del nostro Paese”. “Il Vice presidente delle Casse di Risparmio europee Ghisolfi farà una campagna elettorale incentrata sui contenuti e programmi concreti” conclude l’editore Castania.

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Elezioni europee e la condizione geopolitica in cui vive l’Europa

Posted by fidest press agency su lunedì, 8 aprile 2024

By Enrico Cisnetto Direttore terza Repubblica. “Se noi fossimo un paese serio, e se gli altri Stati europei avessero la minima consapevolezza che in questo momento qualsiasi questione interna, per quanto importante, non conta nulla al cospetto degli esiziali pericoli esterni che ci circondano, la campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo avrebbe tutt’altri toni di quelli che si stanno usando.Ha ragione il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, nel denunciare che “queste elezioni stanno diventando una proxy locale” e che “si guarda più agli equilibri nazionali che al destino dell’Unione”, proprio mentre le due guerre che si stanno combattendo sull’uscio delle nostre case richiederebbero di dire senza mezzi termini ai cittadini europei i rischi che si stanno correndo. In questi 35 anni da quel 1989 in cui è finito il comunismo come forma di coesione di una parte del mondo, abbiamo vissuto in una sorta di limbo, nel quale l’adesione alla Nato è stata sufficiente per tutelare la nostra indipendenza e la nostra libertà. Certo, ci sono state guerre in molti angoli del pianeta, o molto vicino come in Kosovo, ma nessuna ha mai assunto una valenza globale come Putin e Hamas hanno voluto dare ai conflitti che hanno scatenato ora. Il passaggio storico che stiamo vivendo è decisivo come mai prima. In gioco non c’è solo il presente, inteso come continuità della libertà e del benessere che le generazioni precedenti ci hanno lasciato, ma anche e soprattutto il futuro da consegnare ai nostri figli, che è tutto da costruire.Partiamo proprio dalla precondizione, evitando di ripetere l’errore che fu fatto al momento della nascita dell’euro, quando si credette che l’integrazione monetaria avrebbe virtuosamente messo in moto gli altri livelli di coordinamento. Dunque, perché non mettere al centro del programma europeo delle forze politiche nazionali e dei raggruppamenti continentali una strutturale riforma istituzionale che consenta ai cittadini di votare direttamente liste europee per eleggere un governo federale? Senza un governo europeo è puramente illusorio parlare di esercito comune, di integrazione dei produttori degli strumenti di difesa, di politica estera unica, di debito comune finalizzato a investimenti comunitari. Occorre quindi spostare la mira se non si vuole finire – ce lo ha ricordato in un articolo sulla Stampa il corrispondente in Italia di Libération e presidente di Europa Now, Eric Josef – come i teologi bizantini che nel 1453 a Costantinopoli discutevano del sesso degli angeli mentre gli Ottomani stavano per dare l’assalto alla città. La seconda opportunità da cogliere si chiama Nato. Eppure, l’occasione per definire un nuovo e più pregnante ruolo europeo nella Nato viene dalla proposta lanciata dal segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, di affidare alla stessa Nato il compito di rafforzare il sostegno all’Ucraina – in questo momento ineludibile se non si vuole che Kiev soccomba, aprendo la strada a nuove e ancor più pericolose mire di Putin – con un piano militare da 100 miliardi di dollari. Qualcuno vuole parlarne in campagna elettorale? Infine, la questione della competizione economico-finanziaria e industriale dell’Europa nel contesto della nuova fase della globalizzazione (post Covid e alla luce della drastica riduzione delle esportazioni cinesi e del blocco navale del canale di Suez) e della rivoluzione tecnologica in atto. Siamo maledettamente indietro. Un numero per tutti: sull’intelligenza artificiale l’Europa ha stanziato 7 miliardi di euro, la sola OpenAI ha in programma di raccogliere 7 trilioni di dollari per trasformare i modelli di business. Diciotto zeri contro nove, la partita è persa in partenza. Cosa fare? Mario Draghi ha invitato l’Ue a spendere almeno 500 miliardi all’anno nel prossimo decennio, Enrico Letta si predispone a presentare al Consiglio europeo una riforma del mercato unico che indicherà in telecomunicazioni, energia, difesa e finanza i settori su cui andrà immediatamente posta un’azione anti-frammentazione. Tutto giusto, ma non realizzabile senza prima aver messo mano alla governance comunitaria. La mia speranza perché ciò avvenga prima del 9 giugno è assai flebile, ma il tempo c’è. Ci riflettano non solo i politici, ma anche gli esponenti della cultura, dei media, delle imprese. Su tutti loro, su tutti noi, incombe la responsabilità di decidere se combattere o se soccombere, in tutte le possibili accezioni di entrambe queste opposte condizioni.(Abstract by Enrico Cisnetto Direttore TerzaRepubblica)

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Scuola – Elezioni CSPI: fra un mese, al voto il personale scolastico per eleggere i delegati

Posted by fidest press agency su sabato, 6 aprile 2024

Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, queste elezioni rappresentano un appuntamento fondamentale per la scuola italiana. Il personale docente, ATA, educativo e i dirigenti scolastici decideranno i propri rappresentanti nell’organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione che ha funzione di supporto tecnico-scientifico per l’esercizio delle funzioni di governo in materia di istruzione. Prorogato per un triennio anche per colpa dell’epidemia, da quando è stato eletto, per la prima volta nel 2015, il CSPI ha pubblicato più di 130 pareri, per lo più favorevoli rispetto agli atti amministrativi esaminati relativi a quattro macroaree: concorsi, riforme, didattica e regolamenti. Il CSPI uscente ha espresso a volte anche pareri autonomi come sull’alternanza scuola-lavoro e sui rapporti tra scuola e famiglia. Nell’ultimo anno, alcuni pareri sono stati negativi, ad esempio sul decreto relativo alla valutazione dei percorsi di formazione incentivata e sullo schema di decreto per il progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale, mentre positivo è stato il giudizio sulla riforma degli istituti tecnici. “Con la mia candidatura per la componente del personale docente della scuola secondaria di primo grado – conclude Marcello Pacifico presidente nazionale Anief – ho voluto lanciare un segnale, l’importanza del voto. Il primo obiettivo di queste elezioni, infatti, dopo tre anni di rinvio, è informare e convincere le lavoratrici e i lavoratori della scuola dell’importanza del voto per il rinnovo di questo importante organo istituzionale. L’ultima volta ha votato soltanto il 50% degli aventi diritto a fronte dell’80% alle ultime elezioni RSU, segno di scarso interesse, poca conoscenza e anche sfiducia. Nei prossimi giorni continueremo l’analisi sui pareri espressi per informare durante le assemblee su quello che è stato fatto ma soprattutto su quello che potranno fare i candidati eletti nelle liste Anief Democrazia, responsabilità e partecipazione”.

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“Buon lavoro a Ekrem İmamoğlu e ai sindaci eletti alla guida delle città della Turchia”

Posted by fidest press agency su martedì, 2 aprile 2024

È positivo che in un Paese oggi sempre più fondamentale per gli equilibri della pace e della guerra si confermi radicato il sentimento della democrazia, espresso dal voto di milioni di cittadini turchi. L’Europa e l’Italia devono sentirsi incoraggiati a tessere un dialogo che ha visto momenti di pessimismo”. Lo afferma la capogruppo Pd nella commissione Politiche europee del Senato Tatjana Rojc, alla luce dei risultati delle amministrative in Turchia che hanno visto una forte affermazione dei partiti di opposizione.

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Democrazia e Rule of Law in Europa Criticità e sfide aperte alla vigilia delle elezioni per il parlamento europeo

Posted by fidest press agency su lunedì, 1 aprile 2024

5 aprile 2024, ore 9.00-13.30: Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze Giuridiche – Aula Rossa, Villa Ruspoli, Piazza Indipendenza. Ore 9.00 Saluti e introduzione Giovanni Tarli Barbieri, professore ordinario di diritto costituzionale, prorettore vicario, Università di Firenze Mariarosaria Guglielmi, procuratrice europea delegata (EPPO) Roma, presidente di MEDEL Ore 9.30-11.00 Crisi della democrazia costituzionale e dello Stato di diritto in Europa: spunti per una discussione Gualtiero Michelini, consigliere della Corte di Cassazione Martina Coli, assegnista di ricerca in Diritto dell’Unione Europea, Università di Firenze Monika Frąckowiak, giudice del tribunale di Poznań, Vice presidente di MEDEL Daniela Rondinelli, parlamentare europea, gruppo S&D Coordina Alessandro Simoni, professore ordinario di diritto comparato, presidente della Scuola di Giurisprudenza, Università di Firenze Ore 11.30-13.30 Promuovere e consolidare la democrazia costituzionale e lo Stato di diritto in Europa: da dove partire? Luigi Ferrajoli, professore emerito di Filosofia del diritto, Università Roma Tre Gaetano Ruta, procuratore europeo delegato (EPPO), Milano Sara Cocchi, avvocata, consulente UE e OCSE Antonello Ciervo, avvocato, ricercatore di istituzioni di diritto pubblico, Unitelma Sapienza Nello Rossi, direttore di Questione Giustizia Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo Coordina Giuseppe Bronzini, già magistrato, segretario generale del Movimento Europeo. Conclusioni Franco Ippolito, presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso La conferenza sarà trasmessa in diretta streaming all’indirizzo https://www.unifi.it/webtv English program here: https://www.fondazionebasso.it/2015/wp-content/uploads/2024/03/9_democrazia-ita_eng.pdf

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BlueBay – Elezioni in Turchia, quali prospettive per i mercati?

Posted by fidest press agency su domenica, 31 marzo 2024

A cura di Timothy Ash, EM Senior Sovereign Strategist, Emerging Markets, RBC BlueBay. Questa settimana si tengono in Turchia importanti elezioni locali, con sondaggi che indicano una competizione molto combattuta in tutto il Paese. Le previsioni indicano il CHP, partito di opposizione, avanti nelle grandi città di Istanbul, Ankara e Izmir, mentre l’AKP dovrebbe aggiudicarsi alcune città più piccole del Paese. Il vero premio, tuttavia, sia per l’AKP sia per l’opposizione, sarebbe conquistare l’enorme metropoli di Istanbul, che conta circa 20 milioni di abitanti. I sondaggi suggeriscono in linea generale un vantaggio di pochi punti per il candidato del CHP, Imamoglu.Già nel 2019, i mercati avevano accolto positivamente la vittoria di Imamoglu, ritenendo che ciò suggerisse un controllo e un bilanciamento dell’AKP al governo e uno slancio dell’opposizione verso le successive elezioni generali. Questa volta siamo meno convinti, poiché una vittoria di Imamoglu non implicherebbe grandi cambiamenti in termini di politica nazionale. Alcuni operatori di mercato pensano piuttosto che una vittoria dell’AKP a Istanbul possa essere il risultato migliore per offrire una speranza di continuità a livello di politiche economiche più ortodosse sotto Mehmet Simsek e, più in generale, in termini di riforme.Per quanto riguarda il primo aspetto, alcuni ritengono che una sconfitta dell’AKP a Istanbul possa indebolire la posizione di Simsek, rischiando addirittura un rimpasto di governo dopo le elezioni. Non crediamo sia questo il caso, poiché il rialzo a sorpresa dei tassi della Banca centrale turca della scorsa settimana suggerisce che Simsek gode ancora di un forte sostegno da parte di Erdogan, a prescindere dall’esito delle elezioni locali. Tuttavia, una vittoria dell’AKP a Istanbul rafforzerebbe la posizione di Simsek e darebbe a Erdogan la fiducia che il passaggio all’ortodossia economica sotto Simsek possa/debba essere sostenuto, data la limitata minaccia politica dell’opposizione. Darebbe a Simsek più tempo.Il rialzo a sorpresa della CBRT della scorsa settimana è stato molto positivo. Se la Banca centrale della Turchia è stata in grado di aumentare i tassi di riferimento di 500 pb prima delle elezioni, portandoli al 50%, significa che può alzarli ulteriormente, se necessario, dopo le elezioni locali: qualsiasi cosa sia necessario fare per contenere l’inflazione. Questo è senza dubbio il messaggio che arriva dalla CBRT e da Simsek.In ultima analisi, la politica monetaria deve rimanere rigida, ancora più rigida, dopo le elezioni, poiché è necessario un aumento della crescita per favorire la tendenza alla disinflazione. Speriamo che il ciclo politico favorisca questo processo e pensiamo che Simsek e altri riconoscano che, se vogliono abbattere il genio dell’inflazione, il tempo è essenziale e che la politica fiscale e monetaria dovranno rimanere rigide nel 2024: tassi più alti più a lungo e una politica fiscale più profonda (austerità di bilancio) più a lungo. Se verrà attuato questo programma, ci sarà speranza. Fonte: http://www.verinieassociati.com/

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Venezuela – Cirielli: a elezioni sia garantito pluralismo e stato di diritto

Posted by fidest press agency su domenica, 31 marzo 2024

“I diritti alla partecipazione in politica sono sacrosanti e da sempre sono il punto cardine di ogni civiltà. Più saranno libere e democratiche le prossime elezioni in Venezuela, più sarà garantito il futuro pacifico del paese. La posizione dell’Italia, espressa dal Ministro Tajani, è limpida e lineare nella richiesta del rispetto di tutte le norme democratiche, del pluralismo e dello stato di diritto. Siamo vicini a tutti i milioni di discendenti dei primi migranti italiani nel paese sudamericano, agli italiani che ci vivono e che sono costretti a subire un governo autoritario di sinistra che sta scivolando verso una vergognosa dittatura comunista”. Lo ha dichiarato l’on. Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

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Elezioni europee: “Serve discontinuità e un nuovo modello sociale”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 marzo 2024

“Gli Stati Uniti d’Europa non sono il vestito della domenica per coprire il vuoto politico diffuso: serve un segnale di discontinuità e un nuovo modello sociale” I promotori del Manifesto sugli Stati Uniti d’Europa, condiviso da oltre 15.000 giovani sui social, auspicano un cambio di rotta nel dibattito pubblico.“Bisogna rimettere al centro il coraggio del pensiero critico, per leggere i cambiamenti. O si ha la forza e la capacità di costruire un nuovo modello sociale, di cui cui gli Stati Uniti d’Europa sono uno dei fondamenti indispensabili o sarà l’inizio di un futuro di guerre, contrasti e soprusi che andranno ben oltre una terza guerra mondiale”, ha detto Daniele Delbene, tra i promotori del Manifesto sugli Stati Uniti d’Europa XGLU.IT (consultabile sul sito http://www.xglu.it) che ha visto la condivisione da parte di oltre 15.000 giovani sui social) in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Politicamentecorretto.it. ”Gli Stati Uniti d’Europa che tornano di moda ogni cinque anni, solo come slogan superficiale da puro marketing elettorale, non devono essere il vestito della domenica cucito attorno al vuoto di elaborazione diffuso. Siamo veramente in un momento storico senza ritorno – continua Delbene – o si ha la forza e la capacità di costruire un nuovo modello sociale, di cui cui gli Stati Uniti d’Europa sono uno dei fondamenti indispensabili, o sarà l’inizio di un futuro di guerre, contrasti e soprusi che andranno ben oltre una terza guerra mondiale.” “Gli Stati Uniti d’Europa rappresentano l’opportunità di rimettere al centro il coraggio del pensiero critico, per leggere i cambiamenti con lenti nuove. Diversamente, la politica non assolve al suo ruolo e non scalfisce minimamente lo status quo. La costruzione degli Stati Uniti d’Europa e in prospettiva degli Stati Uniti del Mondo – continua Delbene – deve essere finalizzata a garantire a tutti gli uomini la vera libertà. E quando parlo di vera libertà intendo la possibilità per tutti gli uomini di potersi realizzare nelle proprie aspettative in base alle proprie capacità, al proprio impegno e ai propri meriti, senza dimenticare che deve essere aiutato soprattutto chi, pur volendo, non ne avrebbe le possibilità. La chiave di volta, secondo noi, riguarda il modello economico centrato sulla giustizia sociale quale presupposto per la vera libertà degli uomini. L’intelligenza artificiale e il progresso in generale se governati da Istituzioni democratiche, fondate sui valori di giustizia sociale e libertà, possono rappresentare il realizzarsi di una società migliore per tutti gli uomini, ad esempio consentendo loro di lavorare meno a parità di salario.” “Se la maggior parte degli europei si sentono distanti dalle attuali Istituzioni europee significa che c’è necessità di un segnale tangibile di discontinuità rispetto agli anni passati, a cominciare dagli uomini che li dovrebbero rappresentare. Bisogna riavvicinare i cittadini alla politica e al voto – conclude Delbene – e gli interlocutori saranno i leader e le forze politiche che, animati da un nuovo e profondo umanesimo socialista, avranno il coraggio di anteporre in modo evidente gli interessi dell’umanità e il futuro del mondo a quelli di pochi singoli”. L’intervista completa può essere consultata al link:www.politicamentecorretto.com/2024/03/24/gli-stati-uniti-deuropa-tra-vestito-della-domenica-intelligenza-artificiale-e-ritorno-al-pensiero-critico, mentre il Manifesto sugli Stati Uniti d’Europa è consultabile sul sito http://www.xglu.it.

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Elezioni russe e democrazia

Posted by fidest press agency su domenica, 24 marzo 2024

Che le elezioni in Russia siano state un plebiscito programmato pro Putin non c’è alcun dubbio e la continua enfasi dei media occidentali a sottolineare ogni episodio che potesse confermarlo ce l’ha solo dimostrato. Credo però che, se anche il voto fosse stato assolutamente libero da ogni condizionamento, Putin – pur con percentuali ovviamente ben più basse – avrebbe però vinto lo stesso, perché ha comunque dietro di sé la maggioranza dei russi e solo chi è in malafede può negarlo.Ci sono episodi che me lo confermano, oltre a quello che mi dicono gli stessi russi che conosco e che vivono in Italia. Per esempio, davanti al consolato russo di Milano c’era una lunga fila di elettori in attesa di entrare. Una coda visibilmente “pro Putin” ma tutte le TV erano ad intervistare i 3 (tre) oppositori, uno dei quali consigliere comunale radicale di Milano. Nessuno – almeno in Italia – obbligava quelle persone ad andare a votare, se erano lì credo che la gran parte lo fosse di propria spontanea volontà. Sicuramente Putin usa forme di violenza, repressione e coercizione, forzature e metodi democraticamente inaccettabili verso i suoi concittadini, ma comunque ha veramente l’appoggio della maggioranza dei russi e lo stesso Corriere della Sera con Federico Fubini lunedì lo confermava scrivendo “…Non solo l’esercito russo, a piccoli passi, avanza in Ucraina, anche l’economia pur sotto le sanzioni occidentali che avrebbero potuto essere il tallone d’Achille di Putin in questo momento dà sicuramente fiducia. Nel quarto trimestre del 2023 il prodotto interno lordo era del 5,1% più alto di un anno prima. La disoccupazione viaggia al 2,9%. Perfino l’inflazione in Russia, il vero punto debole di un’economia di guerra sostenuta a pieni giri dal complesso militare-industriale, sembra andare nella direzione giusta (per Putin): in febbraio era in rallentamento e sembra stabilizzarsi attorno al 7,5%…” Putin fa tranquillamente affari nel mondo e soprattutto con la Cina, vende a tutti il gas salvo che all’Europa e forse sarebbe ora che proprio l’Europa si facesse qualche domanda sulla sua strategia verso la Russia, non vi pare? Anche perché se – giustamente – si sottolineano le pressioni e le violenze esercitate dallo Zar del Cremlino per condizionare il voto nessuno parla mai dei tanti altri paesi dove le elezioni proprio non ci sono. Se la democrazia non è un optional “à la carte” allora le critiche e le sanzioni andrebbero applicate a tutti.In Cina, per esempio, nessuno può discutere sul potere del partito comunista: Xi Jinping è stato eletto l’ anno scorso presidente della Repubblica Popolare Cinese per la terza volta consecutiva dalla sessione plenaria della quattordicesima Assemblea Nazionale del Popolo (il “parlamento” cinese) con 2.952 voti a favore e nessuno astenuto o contrario (quindi anche lui si è perfino votato). A parte chi si è astenuto, in Russia quasi dieci milioni di persone hanno votato contro Putin con voto relativamente segreto, invece su 1.2 miliardi di cinesi non c’è ufficialmente neppure un dissidente (!?) e quelli che sono in galera godono di infinita meno attenzione da parte dei media occidentali. Ma lo stesso sistema dittatoriale di fatto si applica in decine di paesi del mondo, compresi i nostri “alleati” dall’Arabia Saudita all’Egitto ai Paesi del Golfo, eppure nessuno eccepisce o si stupisce, tantomeno l’Unione Europea NONOSTANTE, PER ESEMPIO, CHE L’ARABIA SAUDITA STIA ACQUISENDO IL SISTEMA “TIK TOK” E LE TECNOLOGIE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, PROPRIO ORA CHE SI VOGLIONO METTERE FUORI LEGGE NEGLI USA: a chi andrà in mano questo enorme potere di controllo? A proposito di democrazia: a maggio scadrà anche il mandato per il presidente Zelensky in Ucraina, ma di nuove elezioni lì non ne parla nessuno, né si hanno più notizie dei suoi oppositori interni che pur erano numerosi: che fine hanno fatto? Fonte “Il Punto” (n° 947) di Marco Zacchera

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Russia Rampelli: Elezioni farsa senza democrazia né libertà

Posted by fidest press agency su martedì, 19 marzo 2024

“Il plebiscito elettorale per Putin fa solo sorridere, Salvini in linea di principio ha ragione, in democrazia sono i cittadini a decidere e va anche detto che troppe volte, per ragioni di comodo, la sinistra ha urlato ‘al lupo al lupo’, dipingendo le varie formazioni della destra e i loro leader come soggetti che avrebbero addirittura messo a rischio la democrazia”. Così il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervistato da Affaritaliani.it sulle parole del vicepremier Salvini sulle elezioni presidenziali in Russia. “Ma ricordo – sottolinea Rampelli – anche che la democrazia può fare brutti scherzi, come testimonia la storia, quindi è giusto verificare che nessuna forza in odore di dittatura possa approfittarne. L’esercizio della democrazia dev’essere sempre legato alla libertà. È stato il caso di Hitler, salito al potere con un voto, è il caso di Putin, la cui affidabilità democratica oscilla tra lo zero e i numeri negativi. Dopo l’internamento e la morte nel gulag di Navalny, a poche settimane dalle elezioni, dopo la repressione di qualunque dissenso, dopo l’invasione con i carri armati dell’Ucraina, dopo l’impossibilità fisica da parte dei cittadini russi di eccepire sulla guerra di conquista territoriale in corso e chiedere un riavvicinamento all’Occidente, il plebiscito elettorale fa solo sorridere”. “In Russia non c’è democrazia né libertà e senza democrazia e libertà qualunque elezione è una farsa. Spero infine che quel manipolo di coraggiosi, se non sono un’invenzione propagandistica di Putin, che non l’hanno votato non finiscano ai confini del neo impero sovietico e non facciano come altri i ‘desaparecidos’ d’oriente”, conclude Rampelli.

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Capital Group: Quattro aspetti da tenere d’occhio in vista delle elezioni USA

Posted by fidest press agency su martedì, 19 marzo 2024

A cura di John Emerson, Vice Presidente di Capital Group International. Si tratta dell’anno elettorale più eclatante della storia mondiale. Nel 2024 ad andare alle urne saranno circa 4,4 miliardi di persone in 76 Paesi. E poi c’è l’evento che tutto il mondo aspetta: il 5 novembre gli Stati Uniti eleggeranno Presidente e Vicepresidente, 34 seggi del Senato e tutti i 435 membri della Camera dei Rappresentanti. Tenendo presente questo scenario globale, ecco quattro elementi che, a nostro avviso, influenzeranno l’esito di quella che probabilmente sarà una delle elezioni più cruciali degli Stati Uniti da una generazione a questa parte: 1. “È (ancora) l’economia, stupido” Giusto o sbagliato che sia, i presidenti statunitensi vincono o perdono le elezioni in base alle percezioni dell’economia. 2. Il risultato è nelle mani di alcuni Stati contesi. Nella corsa per il controllo della Casa Bianca, del Senato e della Camera dei Rappresentanti, è probabile che i risultati finali negli Stati in bilico siano di nuovo molto vicini. I margini di vittoria potrebbero essere sottilissimi. 3. La politica fiscale avrà il maggiore impatto a lungo termine. I principali sgravi fiscali varati sotto l’amministrazione Trump saranno rinnovati nel 2025. La proroga o la scadenza dipenderà molto da chi controllerà la Casa Bianca e il Congresso dopo le elezioni del 2024.Una seconda amministrazione Trump, con il sostegno di un Congresso controllato dai Repubblicani, estenderebbe probabilmente le principali disposizioni della legge, mentre un governo Biden cercherebbe verosimilmente delle alternative, come l’aumento delle tasse sulle imprese e sulle persone fisiche. 4. Non permettere alla politica di far deragliare i piani d’investimento. Oltre alle questioni economiche, molte altre saranno oggetto di dibattito nel corso della campagna elettorale: l’immigrazione, l’aborto, i cambiamenti climatici e il commercio globale saranno certamente tra queste. Nel campo delle relazioni internazionali, sentiremo parlare delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente e delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. Tutto questo potrebbe tradursi in una certa volatilità dei mercati, soprattutto all’avvicinarsi del 5 novembre. I mercati odiano l’incertezza e queste elezioni ne produrranno molta. Ma c’è un aspetto fondamentale da tenere a mente: nel lungo termine, fin dagli anni ’30, le azioni statunitensi si sono mosse quasi sempre al rialzo verso la fine del mandato di un presidente rispetto al relativo insediamento, a prescindere dalla relativa affiliazione partitica. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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