Ogni anno in Italia si registrano circa 5mila nuovi casi di autismo, in media 14 al giorno, e i tempi di attesa per accedere ai percorsi di cura sono mediamente di due anni. È quanto emerso in occasione dell’incontro organizzato da Fondazione Renato Piatti 10 anni di Centro Mafalda Luce: il nostro cammino al servizio dell’autismo, tra storia e prospettive future, con i saluti istituzionali inviati dal ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. La Fondazione Renato Piatti, ente a marchio Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) che da più di 20 anni è accanto alle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, negli ultimi due anni ha aumentato i posti dei propri 3 Centri Terapeutici Riabilitativi Semiresidenziali per offrire una risposta alle famiglie sempre più numerose che si trovano ad affrontare una diagnosi di disturbo dello spettro autistico per il proprio bambino. «La diagnosi precoce per noi è stata fondamentale, così come un intervento studiato ad hoc sulle specifiche necessità di Giulia – a raccontarlo è Roberta Salvaderi, mamma di Giulia, che da quando è arrivata la diagnosi si dedica a divulgare e raccontare in modo semplice l’autismo – Fondazione Piatti è il nostro luogo sicuro, dove siamo cresciuti, dove Giulia ha trovato il suo equilibrio e dove io come mamma ho preso consapevolezza del fatto che la mia bimba non era neurotipica, ma che andava bene lo stesso». Il Centro Mafalda Luce è gestito da Fondazione Renato Piatti dal 2013 in stretta sinergia con la Fondazione Gaetano e Mafalda Luce, che, con immutata generosità, ne ha finanziato anche l’importante ampliamento in atto. Un progetto che mira ad allargare l’offerta di servizi per rispondere a bisogni sempre crescenti, che mette al centro i bisogni dei piccoli e delle loro famiglie e che nel tempo possa diventare un modello innovativo per altre realtà analoghe. «Un modello anche dal punto di vista riabilitativo, che si fonda sulla multidisciplinarità per stimolare le abilità sociali dei minori a tutto campo, permettendo così un innalzamento della qualità di vita di ognuno di loro» sottolinea Paolo Meucci Responsabile del Centro Mafalda Luce di Milano.
Posts Tagged ‘bambini’
Nuovi spazi e servizi di cura dedicati ai bambini con disturbi dello spettro autistico
Posted by fidest press agency su domenica, 28 Maggio 2023
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Presentazione del libro “Bambini Geneticamente Modificati?
Posted by fidest press agency su martedì, 25 aprile 2023
Parma. Si terrà giovedì 27 aprile, alle 17.30, nell’Aula Magna della Sede centrale dell’Università di Parma, un incontro all’interno del ciclo di seminari Contemporary Authors in Bioethics dell’edizione a.a. 2022/2023, organizzato dal Centro Universitario di Bioetica (University Center for Bioethics – UCB) e dedicato alla presentazione (in dialogo con gli autori) di recenti libri sulle principali questioni del dibattito bioetico/biogiuridico contemporaneo.In questa occasione, sarà presentato il libro Bambini Geneticamente Modificati? La tecnica CRISPR: scienza ed etica dell’editing umano (edizione italiana di Crispr Peolple, MIT Press, 2021) di Henry T. Greely, docente della Stanford University, che dialogherà con Francesco Nonnis Marzano (Università di Parma) e Marta Tomasi (Università di Trento). La pubblicazione è a cura e con prefazione di Antonio D’Aloia, Direttore del Centro Universitario di Bioetica, che introdurrà e modererà l’incontro. La scelta di pubblicare il volume nella versione italiana nasce da una iniziativa di UCB – University Center for Bioethics nell’ambito della collaborazione con la casa editrice FrancoAngeli per la pubblicazione della Collana Bioetica Scienza e Società.Il seminario costituisce un’opportunità per riflettere sul tema dell’editing genetico, a partire dal controverso esperimento condotto dal ricercatore cinese He Jankui, che nel novembre 2018 ha portato alla nascita di due bambine il cui DNA era stato geneticamente modificato a livello embrionale. In questo libro, il prof. Henry T. Greely, una delle massime autorità in materia di diritto e genetica, ricostruisce con precisione la storia dell’esperimento e i suoi risvolti sia in campo scientifico che dal punto di vista etico e giuridico. Il libro e l’episodio in esso raccontato portano a interrogarsi sulle possibili applicazioni di CRISPR (un innovativo strumento per intervenire sul DNA) sugli esseri umani, sui rischi e le potenzialità connesse, in particolare, alle modifiche alla linea germinale, sulle alternative percorribili, nonché sulle implicazioni sociali, etiche e giuridiche dell’editing genetico.
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Il 183° Reggimento Paracadutisti Nembo ha consegnato uova di cioccolato ai bambini ricoverati al Santo Stefano
Posted by fidest press agency su venerdì, 7 aprile 2023
By Vania Vannucchi. Prato – Il 183° Reggimento Paracadutisti Nembo, in occasione delle festività Pasquali, ha rinnovato solidarietà e vicinanza ai piccoli pazienti ricoverati al Santo Stefano.Il 183° Nembo ha partecipato ad una iniziativa, con il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa a favore della Onlus ENEA (European Neuroblastoma Association) che si occupa di ricerca scientifica sul neuroblastoma. Il ricavato della vendita di uova pasquali è destinato alla ricerca su questa grave forma tumorale.Le famiglie dei paracadutisti di stanza a Pistoia, oltre ad aver acquistato le uova, hanno deciso di accrescere il valore di questa iniziativa donandole all’ospedale Santo Stefano di Prato e all’ Ospedale San Jacopo di Pistoia. Un gesto di solidarietà semplice che si pone l’obiettivo di regalare un sorriso ai piccoli ricoverati. Un sentito grazie di cuore dalla pediatria e dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Prato.
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Tornano le domeniche dei bambini
Posted by fidest press agency su domenica, 15 gennaio 2023
Roma. Ritorna dal 22 gennaio 2023 la rassegna “Le domeniche dei bambini” che da anni propone spettacoli per bimbi di tutte le età, tutte le domeniche mattina alle 11:00 al Teatro Furio Camillo con il “Mago Mancini Show”. Vedere lo spettacolo di Mago Mancini è come ritornare bambini, ma con un unico difetto, che ritornerete come prima, alti mezzo metro. Se ripercorriamo la storia della magia ricordando qualche nome illustre come Mago Merlino, il Mago di Oz, il Mago Zurlì, Maga Magò, fino ad arrivare ai giorni nostri con il grande Silvan, Tony Binarelli… arriviamo al Mago Mancini. Lo show, divertente e magico, miscela sapientemente il Cabaret alla Magia, senza mai sconfinare nel volgare e nel banale o nel già visto ed è adatto a qualsiasi tipo di pubblico.Lo show di Mago Mancini si articola in quarantunomila brevissimi sketchs, impercettibilmente diversi uno dall’altro e senza soluzione di continuità, per cui è impossibile distinguerli. Risulta uno spettacolo unitario, come qualsiasi altro, è entusiasmante, strabiliante ed elegante, ricco di battute e situazioni comiche originali e divertenti, verrete catapultati in un mondo surreale, un mondo fantastico, insomma vi sembrerà di stare a Disneyland Paris, ma senza lo stress di prendere l’aereo, cercare un albergo, fare la fila ad ogni gioco. Il pubblico diventa fin dalle prime battute protagonista a tutti gli effetti, creando così una complicità artistica tra chi partecipa allo spettacolo e il Mago, generando una carica di energia che intratterrà per più di un ora grandi e piccoli.
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Epidemia di infezioni respiratorie nei bambini
Posted by fidest press agency su venerdì, 13 gennaio 2023
In molte realtà del Paese le Pediatrie sono messe a dura prova dall’epidemia di infezioni respiratorie nei bambini, specie le bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), che stanno colpendo in particolare i bambini sotto l’anno di vita. Se a ciò si somma la contemporanea circolazione di altri virus respiratori come influenza e adenovirus (senza dimenticare che il Covid-19 non ha mai smesso di circolare) la situazione risulta in alcuni casi davvero difficile, con accessi record in Pronto Soccorso, situazioni di congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto che mettono alcune realtà in sofferenza. A rilevarlo è la Società Italiana di Pediatria, che ancora una volta insiste sulla necessità di rafforzare “l’anello debole” dell’assistenza pediatrica, ossia le terapie intensive pediatriche, poche e mal distribuite sul territorio nazionale, chiedendo su questo tema un intervento del Governo.
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L’editoria per bambini e ragazzi vale oltre il 15% del totale della varia
Posted by fidest press agency su giovedì, 15 dicembre 2022
Si tratta di saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e online a prezzo di copertina e oltre il 20% a numero di copie. Il valore si mantiene stabile nel corso degli anni, nonostante la flessione del pubblico di riferimento causata dal calo demografico. Il dato è contenuto nella ricerca dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE), realizzata in collaborazione con Nielsen BookScan, presentata oggi a Più libri più liberi, la Fiera della piccola e media editoria in programma fino a domani alla Nuvola a Roma, durante l’incontro “L’editoria per bambini e ragazzi” a cui hanno partecipato Marcello Buonomo (Lavieri edizioni), Pico Floridi (Il Castoro), Carlo Gallucci (Gallucci editore), Giovanni Peresson (Ufficio Studi AIE), Francesco Zamboni (Carthusia edizioni), con la moderazione di Lara Crinò (Repubblica). Nei primi undici mesi del 2022, il valore del venduto è pari a 190, 83 milioni, in flessione del 2,5% rispetto all’anno precedente ma in crescita del 14,2% rispetto al 2019 pre-pandemia. Le copie acquistate sono 16,07 milioni, in flessione del 3,3% sul 2021 ma in crescita del 10,2% rispetto al 2019. La quota rispetto al mercato complessivo di varia è pari al 15,8% come valore del venduto e 20,1% come numero di copie, valori inferiori di pochi decimi di punto percentuali rispetto ai tre anni precedenti. Questi dati vanno messi a confronto con quelli della popolazione 0-14 che, in Italia, è calata sotto gli otto milioni per la prima volta nel 2018 e da allora ha continuato lentamente a scendere, fino ai 7 milioni e 637mila del 2021. Le previsioni dell’andamento demografico ci dicono che la flessione continuerà fino a metà degli anni Trenta. In questo scenario, l’editoria per bambini e ragazzi continua a mostrarsi vitale e a crescere come novità pubblicate ogni anno: nel 2021 sono state 8.850 contro le 7.858 del 2019. Nel 2010 erano un po’ più della metà: 4.651. Ricerca completa nella sezione Studi e ricerche del sito http://www.aie.it.
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Clemens Setz: I bambini Indaco
Posted by fidest press agency su lunedì, 28 novembre 2022
Collana Oceani, trad. Francesca Gabelli, pp. 512, 24 euro. Thomas Pynchon incontra Stephen King: un romanzo psicologico che dà dipendenza, un raro esempio di opera letteraria che crea le proprie regole e non è determinata da nulla al di là del proprio universo. Nel Nord della Stiria si trova l’Helianau, un collegio per bambini che soffrono di un misterioso disturbo, la “sindrome indaco”. Chiunque si avvicini a loro viene assalito dalla nausea, dalle vertigini e da violenti mal di testa. Il giovane professore di matematica Clemens Setz insegna in questa scuola e nota degli strani episodi: molti bambini con dei bizzarri travestimenti vengono portati via in un’auto e condotti in un luogo sconosciuto. Setz vuole scoprire la verità, ma proprio per questo viene licenziato e allontanato dalla scuola. Circa quattordici anni dopo i giornali riportano la notizia di un clamoroso processo: un ex professore di matematica è stato assolto dall’accusa di aver ucciso brutalmente un uomo che torturava gli animali. Il professore è Clemens Setz e il suo ex allievo Robert Tatzel, uno dei bambini di Helianau, che nutre ancora del risentimento nei suoi confronti dai tempi del collegio, non crede alla sua innocenza e decide di indagare per scoprire cos’è veramente successo. C’è un collegamento tra quel caso e quello che aveva vissuto nel suo passato a Helianau? Ambientato in Austria nel 2007, in un mondo che è stranamente familiare e tuttavia sinistro, I bambini indaco conferma la straordinaria qualità letteraria di Clemens J. Setz, uno degli autori più interessanti del panorama europeo.
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A Lonato del Garda il Villaggio di Natale per far vivere ai bambini la magia di Babbo Natale
Posted by fidest press agency su venerdì, 11 novembre 2022
Domenica 4 dicembre, l’incantevole centro storico di Lonato del Garda sarà avvolto da colori, musiche profumi natalizi ed ospiterà uno sfavillante e animato Villaggio di Natale dedicato ai bambini e alle loro famiglie. Un’occasione per far vivere ai bimbi tutta la magia dell’atmosfera natalizia e per far trascorrere alle famiglie una piacevole giornata all’aperto nella cornice di questa suggestiva cittadina dell’immediato entroterra gardesano, dominata dalla possente sagoma della Rocca visconteo veneta (Monumento Nazionale), che sarà aperta alle visite con la vicina Casa Museo del Podestà. Cuore del Villaggio sarà la Casa di Babbo Natale, dove l’amatissimo vegliardo dalla barba bianca seduto sul Trono gigante si intratterrà con i bambini che gli faranno visita. Con lui ci saranno elfi e folletti, con splendidi e coloratissimi costumi sartoriali. In dieci capanne, i bimbi si divertiranno a giocare con i folletti, dopo aver deposto in una grande Cassetta la loro letterina per Babbo Natale con la richiesta dei doni e i buoni propositi. In altre dieci, poi, potranno partecipare a divertenti e istruttivi laboratori in compagnia degli gnomi.Ci saranno inoltre le giostre in legno azionate dagli elfi e la grande Slitta di Babbo Natale davanti alla quale farsi fotografare. Il tutto sarà animato dal passaggio di personaggi in costume, che coinvolgeranno i bambini con racconti, giochi, canti e li avvolgeranno in un’atmosfera fiabesca: ed ecco così che si imbatteranno in elfi, folletti, alberi di Natale, renne, biscotti e altro ancora.Babbo Natale non poteva non pensare anche ai più piccini: per i bambini dai 2 ai 4 anni sarà allestita la Magic Box, un’area protetta riservata solo a loro. http://www.lonatoturismo.it
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Fratture nei bambini, ecco cosa si ‘rompe’ ad ogni età
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2022
I “I bambini sono fatti di gomma”. Niente di più falso di questo vecchio adagio che riecheggia di generazione in generazione. In realtà i bambini si ‘rompono’, non proprio come gli adulti ma quasi. Parola di ortopedici pediatrici. “I bambini si fratturano ma subiscono dei traumi che sono totalmente diversi da quelli dell’adulto. A seconda dell’età del bambino abbiamo tipi di fratture diverse sia come frequenza, sia come quadro anatomo-patologico e a questo ci dobbiamo adattare per il trattamento”, spiega Renato Maria Toniolo, presidente incoming della Società italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica (Sitop), che chiude oggi il XXIV Congresso nazionale della Società in corso a Roma.”Tra 0 e 3 anni, ad esempio, le fratture più frequenti sono quelle della clavicola, del polso e, in maniera abbastanza inaspettata, quella del femore. Quest’ultima, però, ha caratteristiche diverse rispetto all’adulto- spiega ancora Toniolo- negli adulti, infatti, le fratture si basano su un meccanismo di trauma minore dovuto alla fragilità del collo del femore, quindi è interessata una zona ben specifica, vicina all’articolazione dell’anca. Nei bambini più piccoli, invece, si tratta di fratture diafisarie che riguardano la parte centrale dell’osso, la zona tubolare, e hanno un meccanismo di torsione anche per traumi banali. Quindi- continua Toniolo- basta un piccolo movimento torsionale o un inciampo a casa per poter produrre delle fratture scomposte della diafisi del femore”.Il trattamento di queste fratture “deve essere incruento ossia con gesso- spiega ancora Toniolo- la prognosi è favorevole perché i bambini hanno una grande capacità rigenerativa e proprio per questa capacità non è infrequente avere una differenza di lunghezza con l’altro arto che, però, generalmente non disturba né la deambulazione né l’attività sportiva successiva”.”Dai 3 ai 7 anni, poi, le fratture più frequenti sono quelle di tibia, polso, femore e un po’ tutte le altre ossa- continua il presidente incoming Sitop- negli adolescenti sono frequenti le fratture collegate sia all’attività ricreativa che a quella sportiva, e all’uso di tutta una serie di veicoli che li portano ad avere fratture simili a quelle dei giovani adulti”, evidenzia Toniolo.
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Bambini e adulti obesi
Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 ottobre 2022
Siamo quello di cui ci siamo nutriti all’epoca dello svezzamento o della cosiddetta Alimentazione Complementare, come la definisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità. È quanto emerge dai dati raccolti dalla Federazione Italiana Medici Pediatri in un documento intersocietario, presentato al Congresso scientifico Nazionale, in corso a Riva del Garda fino a domani. “Il momento in cui un’alimentazione esclusivamente lattea viene integrata con cibi solidi e semisolidi è estremamente delicato – afferma il Presidente della FIMP, Antonio D’Avino -. Si tratta di un periodo di durata variabile in cui, con una progressione graduale, il lattante giunge ad una alimentazione simile a quella del resto della famiglia. Il punto è proprio come ci si nutre all’interno del nucleo familiare: l’ineguaglianza sociale incide drammaticamente sul futuro stato di salute della persona. Le buone pratiche della nutrizione si fanno perlopiù in quella finestra temporale. Ad oggi in Italia sono 100mila i casi di obesità e sovrappeso infantili. Secondo l’ultimo report di “OKkio alla Salute”, il sistema di sorveglianza del Ministero della Salute sul sovrappeso e l’obesità e i fattori di rischio correlati nei bambini delle scuole primarie (6-10 anni), su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso e il dato più grave è che l’80% dei bambini obesi resta tale da adulto. Le madri giovani, meno istruite, nubili, con attività lavorativa manuale e con minor disponibilità economica hanno un rischio maggiore di interrompere l’allattamento al seno e di iniziare l’Alimentazione Complementare prima del periodo raccomandato. Un altro fatto¬re di rischio è un più breve periodo di assenza dal lavoro per maternità. Un precoce rientro al lavoro è associato a un’interruzione anticipata dell’allattamento al seno che, oltre alla precoce introduzione di una formula, si associa anche a un inopportuno inserimento di cibi solidi, il che avviene più spesso in madri con minor livello di istruzione, che sembrano anche essere più facilmente influenzabili dal marketing, dalle pressioni sociali e da suggerimenti inappropriati del Web. Anche la qualità degli alimenti offerti ai bambini è inferiore rispetto a figli di madri con miglior livello di istruzione. Le famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico-culturale, infatti, usano più cibi pronti, aggiungono zucchero e sale ai cibi preparati in casa, si avvalgono del fast food anche per l’alimentazione del bambino, e, mentre introducono un numero maggiore di cibi all’inizio dell’Alimentazione Complementare, a un anno di età del bambino fanno assumere una varietà di cibi inferiore rispetto ai figli di famiglie di livello socio-culturale più alto. È importante intervenire prima possibile, già durante la gravidanza, inserendo la figura del pediatra nei corsi preparto, per prevenire l’instaurarsi di comportamenti scorretti. Come Pediatri di Famiglia ci impegniamo a formare e informare i genitori, sulle potenzialità protettive di ciò che mangiamo da piccoli, su quanto le scelte compiute nei primi due anni di vita pesino sull’adulto che verrà”.
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In Africa, e non solo, fino all’80% bambini malnutriti
Posted by fidest press agency su sabato, 8 ottobre 2022
700 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2021, ben 150 milioni in più dall’inizio della pandemia, e la situazione è particolarmente drammatica in Africa dove in alcune zone si arriva al 60%-70% di popolazione e fino all’80% di bambine e bambini sottonutriti. Il quadro è emerso in occasione della presentazione del Bilancio sociale di COOPI a Milano, dove è stato analizzato il contesto globale appesantito dagli effetti di crisi climatica, conflitti e pandemia di Covid-19. I dati non sembrano destinati a migliorare: l’Onu prevede che nel 2030 quasi 670 milioni di persone affronteranno la fame, l’8% della popolazione mondiale. L’ong COOPI risponde con progetti in 33 nazioni, sostenendo 6 milioni di persone, e dal 2020 è attiva anche in Italia per contrastare l’insicurezza alimentare. In Italia, COOPI da due anni ha intensificato le attività di contrasto all’insicurezza alimentare, che proseguono dal 1999. Le persone in povertà assoluta nel Paese sono 5,6 milioni, di cui 1,3 milioni bambini, mentre 2,6 milioni di abitanti vivono in povertà relativa. Con l’esacerbarsi delle condizioni di fragilità a causa della pandemia, la distribuzione di aiuti è stata incrementata: nel 2020 l’organizzazione ha aperto il primo centro di distribuzione di cibo nel quartiere San Siro a Milano e in seguito ha inaugurato il secondo nel quartiere Gallaratese, continuando in parallelo le attività nell’hinterland e nel Varesotto. Nel marzo 2020 le famiglie sostenute erano 140, mentre ad agosto 2022 erano aumentate a 412, per un totale di oltre 1.100 persone a cui sono stati consegnati cibo, prodotti per l’infanzia e beni di prima necessità. Nel 2021 COOPI ha distribuito 36 tonnellate di alimenti, quantità che ad agosto 2022 risultava già superata.
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Tumori del sangue nei bambini
Posted by fidest press agency su sabato, 17 settembre 2022
Tempi di degenza ridotti e migliore qualità di vita. Sono gli obiettivi raggiunti grazie all’Associazione Bambino Emopatico (ABE), che dal 2012 ha attivato un servizio di assistenza domiciliare integrata rivolto ai bambini onco-ematologici in cura agli Spedali Civili di Brescia.Il progetto Assistenza domiciliare: continuità delle cure per i bambini del reparto di onco-ematologia pediatrica, in parte finanziato grazie al Bando di Gilead Sciences Community Award Program, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, è un esempio virtuoso di collaborazione fra terzo settore e sistema sanitario nazionale.ABE può contare su 11 case, abitazioni protette dove i bambini con malattie onco-ematologiche che afferiscono al reparto di oncoematologia dell’Azienda ASST Spedali Civili di Brescia da tutta Italia e le loro famiglie trovano assistenza dal punto di vista sanitario, psicologico, economico-assistenziale. L’Associazione fornisce infatti a titolo gratuito tutti gli alloggi e l’assistenza di un’equipe multidisciplinare composta da un medico, un infermiere e uno psicologo, sostenendo inoltre le spese delle utenze e fornendo il materiale sanitario necessario (mascherine, siringhe ecc.), i pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà, i trasporti da e per l’ospedale.“Ogni anno – spiega Fulvio Porta Direttore del Reparto di Oncoematologia Pediatrica e Trapianto di Midollo Osseo dell’Ospedale dei Bambini di Brescia, arrivano nel nostro Reparto circa 40 nuovi casi di leucemia e tumori; 30 sono i nuovi casi di immunodeficienza, in arrivo per la maggior parte da diverse parti d’Italia e dall’estero. Ogni anno a Brescia più di 30 bambini effettuano il trapianto di midollo osseo”.Le malattie oncologiche hanno un importante impatto sulla quotidianità e sulla qualità di vita dell’intero nucleo familiare poiché richiedono un importante sforzo di adattamento sia da parte dei piccoli pazienti che da parte dei genitori e dei fratelli sani. Rappresentano un evento altamente drammatico, una condizione traumatica più o meno prolungata e intensa in rapporto alla gravità della malattia, alle risorse individuali e alle possibilità di ricevere aiuto.
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Covid-19, dopo l’infezione quanto persistono gli anticorpi nei bambini?
Posted by fidest press agency su sabato, 17 settembre 2022
Da uno studio di coorte svolto su bambini e adulti italiani con infezione da COVID-19, prima autrice Costanza Di Chiara della Divisione di malattie infettive pediatriche presso il Dipartimento per la salute della donna e del bambino all’Università di Padova, emerge che le IgG anti-dominio di legame del recettore spike (S-RBD) SARS-CoV-2 persistono fino a 12 mesi dopo l’infezione in tutte le fasce di età, con picchi anticorpali più elevati nei più giovani. «La vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2 è uno degli strumenti più efficaci per ottenere l’immunità di gregge nel breve periodo» scrivono gli autori su JAMA Network Open. Di conseguenza, una comprensione più profonda dei meccanismi relativi alla cinetica a lungo termine e alla durata della risposta immunitaria antivirale è fondamentale per ottimizzare le strategie vaccinali. A questo proposito, gli anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 S-RBD con la loro forte correlazione positiva con gli anticorpi neutralizzanti (NAbs), rappresentano uno strumento riproducibile, conveniente e preciso per definire la qualità della risposta immunitaria dell’ospite contro il COVID-19. Da qui lo studio di coorte, cui hanno preso parte 252 cluster familiari COVID-19 sottoposti a follow-up sierologico fino a 10 mesi dopo l’infezione con quantificazione delle IgG anti-S-RBD mediante chemiluminescenza. «Dei 902 partecipanti, 697 avevano un’infezione da SARS-CoV-2 confermata, inclusi 351 bambini o fratelli maggiori (età media 8,6 anni) e 346 genitori (età media 42,5 anni). «Di questi, il 96,7% erano casi asintomatici o lievi, e i bambini avevano livelli di IgG S-RBD significativamente più alti rispetto ai più anziani, con un titolo nei pazienti sotto i 3 anni che risultava 5 volte più elevato di quello degli adulti. Inoltre, l’analisi longitudinale di 56 partecipanti allo studio campionati almeno due volte durante il follow-up ha dimostrato la persistenza degli anticorpi fino a 10 mesi dall’infezione in tutte le classi di età, nonostante un progressivo declino nel tempo.«Questo studio può fornire una base per definire sia il programma di vaccinazione COVID-19 nei bambini non precedentemente infetti sia l’immunizzazione di richiamo nei pazienti in età pediatrica che hanno già sperimentato l’infezione da SARS-COV-2» concludono gli autori. (Fonte Doctor33)
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Workshop la Mindfulness per i bambini: il Protocollo il Fiore Dentro
Posted by fidest press agency su venerdì, 12 agosto 2022
Da oltre 10 anni, l’Istituto Beck, attraverso il suo Centro Mindfulness, sostiene la promozione della salute nella vita quotidiana nell’intero ciclo di vita. Ne incoraggia la pratica, la diffusione e anche l’insegnamento dei protocolli strutturati su di essa.L’obiettivo del Workshop è quello di supportare la crescita di una comunità di esperti che possa divulgare la Mindfulness anche in ambito evolutivo/educativo.Crescente è infatti oggi il numero di studi che attestano l’efficacia di questo tipo di intervento. Alcune istituzioni, come per esempio il Parlamento del Regno Unito (2015), dedicano alla Mindfulness un’attenzione particolare. Nel continente europeo, infatti, tale Parlamento è il primo ad aver promosso in modo ufficiale la pratica di consapevolezza nei programmi scolastici. Attraverso la Mindfulness, si potrà favorire nei bambini un apprendimento incentrato soprattutto sulle sensazioni fisiche e l’uso dei 5 sensi, si potrà donare loro nuovi modi per promuovere l’empatia e nutrire l’autoefficacia in direzione del benessere psicofisico. Questo tipo di competenze sono necessarie per affrontare lo stress che vivono i giovani del nostro tempo, insieme a problemi tra cui l’ansia, la depressione, l’ADHD e il bullismo.In Italia, “Il Fiore Dentro” (2016), a cura della Dott.ssa Antonella Montano e della Dott.ssa Silvia Villani, è l’unico programma di Mindfulness per bambini creato e pubblicato in italiano (Edizione Erickson). Il protocollo si rivolge a bambini tra i 6 e i 12 anni e si ispira al lavoro di Jon Kabat-Zinn e di altri autori che offrono programmi di Mindfulness per i più piccoli come per esempio Amy Saltzman con il suo “A Still quiet place”.Il protocollo “Il Fiore Dentro” spiega con che parole guidare le pratiche, come introdurre le tematiche previste per la settimana e quali sono gli esercizi da svolgere a casa. Come per l’MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) di Kabat-Zinn, è previsto un percorso di 8 settimane. A oggi il Protocollo è diffuso in Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia e Toscana.L’Istituto dispone del materiale propedeutico alla pratica. L’iscrizione comporterà l’invio del materiale didattico digitale, diari da compilare, letture di approfondimento e script delle meditazioni incontro per incontro.
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I bambini ascoltano e prevedono quando succederà nel futuro
Posted by fidest press agency su lunedì, 8 agosto 2022
Padova. Quando percepiamo suoni o individuiamo immagini l’attività del cervello non è tutta utilizzata per elaborare le caratteristiche fisiche e i significati che ne scaturiscono. Al contrario solo una piccola parte della nostra attività cerebrale (dall’1 al 5 % circa) si “mobilita” in risposta ad eventi esterni, nel restante 95% il cervello è continuamente coinvolto nel formulare predizioni probabilistiche sugli eventi che si potrebbero verificare nell’ambiente.Queste ipotesi vengono poi sistematicamente, e spesso inconsapevolmente, confrontate con la realtà in maniera da arrivare a una corretta interpretazione di ciò che si è sentito o veduto. Ma da che età siamo in grado di predire ciò che accadrà nell’ambiente a seconda di ciò che percepiamo? Il team di ricercatori dell’Università di Padova nello studio dal titolo “Face specific neural anticipatory activity in infants 4 and 9 months old” pubblicato sulla rivista «Scientific Reports» ha per la prima volta risposto a questa domanda. Supponiamo che qualcuno bussi alla nostra porta. Prima ancora di conoscere chi entrerà sappiamo che si tratta di una persona e non, ad esempio, di un cane. Successivamente, una volta che il soggetto ha varcato la soglia, il nostro cervello si organizzerà in modo da focalizzarsi su alcuni elementi cruciali per l’interazione sociale come l’espressione del viso, la postura del corpo e l’intonazione della voce per capire, in un batter d’occhio, se l’interlocutore è una persona amichevole o no. Il cervello funziona quindi in maniera predittiva, ma, cosa più importante, è in grado di pre-attivarsi innescando network neurali specifici sulla base della natura dello stimolo atteso. Ipotizzare cosa riserva il futuro ci permette di ottimizzare le nostre risorse mentali e fisiche per reagire meglio e più velocemente agli eventi, aumentando le nostre probabilità di sopravvivenza. Ovviamente non si tratta di premonizione, ma di processi che si basano su eventi fisici naturali come, ad esempio, la regolarità sensoriale di alcuni stimoli ambientali (un ritmo musicale o un movimento ripetitivo) o l’apprendimento associativo tra situazioni che tendono a presentarsi insieme (il “toc toc” alla porta e la successiva comparsa di un viso).«Questo ciclo continuo di predizione-verifica-aggiornamento è noto in letteratura come predictive brain e definisce il sottile equilibrio che regola l’interfaccia tra il nostro mondo interiore e tutto ciò che è esterno a noi. Nonostante la significativa importanza del nostro cervello predittivo – dice il Professore Giovanni Mento del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli studi di Padova e primo autore dello studio – nessuno studio finora aveva investigato il suo sviluppo nei primissimi mesi di vita. In questa ricerca è stata ricostruita l’attività cerebrale in tre classi di soggetti – adulti, bambini di 9 mesi e piccoli di 4 mesi – a partire dalla loro attività elettrica corticale (EEG) durante la presentazione di volti o di oggetti rispettivamente preceduti da una voce umana o da suoni non umani. I risultati suggeriscono che anche nel gruppo dei bambini di 4 mesi si rileva un’attivazione neurale che rispecchia la capacità di anticipare l’evento a seconda del suono sentito. In altre parole, il semplice suono di una voce umana è in grado di pre-attivare i circuiti neurali coinvolti nella percezione visiva dei volti circa un secondo prima di vederli comparire su uno schermo».«È la prima dimostrazione scientifica che i bambini molto piccoli possono prepararsi all’incontro di stimoli socialmente rilevanti come nel caso dei volti attivando i meccanismi neurali sottostanti che serviranno ad elaborare i volti ancora prima della loro effettiva presentazione – sottolinea la Professoressa Teresa Farroni, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socialiazzazione dell’Università di Padova che ha supervisionato il progetto di ricerca –. Questa competenza precoce costituisce un prerequisito fondamentale nello sviluppo dell’essere umano al fine di garantire fin da subito la possibilità di comunicare con altri consimili».
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Covid-19, la risposta immune a lungo termine dopo infezione è maggiore nei bambini
Posted by fidest press agency su venerdì, 29 luglio 2022
Da uno studio di coorte svolto su bambini e adulti italiani con infezione da COVID-19, prima autrice Costanza Di Chiara della Divisione di malattie infettive pediatriche presso il Dipartimento per la salute della donna e del bambino all’Università di Padova, emerge che le IgG anti-dominio di legame del recettore spike (S-RBD) SARS-CoV-2 persistono fino a 12 mesi dopo l’infezione in tutte le fasce di età, con picchi anticorpali più elevati nei più giovani.«La vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2 è uno degli strumenti più efficaci per ottenere l’immunità di gregge nel breve periodo» scrivono gli autori su JAMA Network Open. Di conseguenza, una comprensione più profonda dei meccanismi relativi alla cinetica a lungo termine e alla durata della risposta immunitaria antivirale è fondamentale per ottimizzare le strategie vaccinali. A questo proposito, gli anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 S-RBD con la loro forte correlazione positiva con gli anticorpi neutralizzanti (NAbs), rappresentano uno strumento riproducibile, conveniente e preciso per definire la qualità della risposta immunitaria dell’ospite contro il COVID-19. Da qui lo studio di coorte, cui hanno preso parte 252 cluster familiari COVID-19 sottoposti a follow-up sierologico fino a 10 mesi dopo l’infezione con quantificazione delle IgG anti-S-RBD mediante chemiluminescenza. «Dei 902 partecipanti, 697 avevano un’infezione da SARS-CoV-2 confermata, inclusi 351 bambini o fratelli maggiori (età media 8,6 anni) e 346 genitori (età media 42,5 anni). «Di questi, il 96,7% erano casi asintomatici o lievi, e i bambini avevano livelli di IgG S-RBD significativamente più alti rispetto ai più anziani, con un titolo nei pazienti sotto i 3 anni che risultava 5 volte più elevato di quello degli adulti. Inoltre, l’analisi longitudinale di 56 partecipanti allo studio campionati almeno due volte durante il follow-up ha dimostrato la persistenza degli anticorpi fino a 10 mesi dall’infezione in tutte le classi di età, nonostante un progressivo declino nel tempo.«Questo studio può fornire una base per definire sia il programma di vaccinazione COVID-19 nei bambini non precedentemente infetti sia l’immunizzazione di richiamo nei pazienti in età pediatrica che hanno già sperimentato l’infezione da SARS-COV-2» concludono gli autori. (fonte Doctor33)
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Al via i questionari sulle abitudini alimentari dei bambini
Posted by fidest press agency su venerdì, 6 Maggio 2022
L’Italia è uno dei paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile: secondo l’ultimo report di OKkio alla Salute del Ministero della Salute, su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. Una patologia che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo, soprattutto tra i bambini e i giovani.Per dare un quadro più chiaro e aggiornato del fenomeno in Italia, FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri, la Clinica Pediatrica, Endocrinologia, IRCCS Istituto Giannina Gaslini e l’Università degli Studi di Genova hanno sviluppato, con Helpcode Italia, ONOI – l’Osservatorio dell’Obesità Infantile in Italia, un questionario diffuso dai pediatri alle famiglie assistite, che ha l’obiettivo di descrivere e analizzare lo stato nutrizionale dei bambini italiani. La modalità è semplice: nel corso del 2022, i genitori saranno invitati a compilare il questionario online in cui si indicano le abitudini alimentari e di vita dei propri figli (tra cui il consumo della prima colazione, gli alimenti privilegiati e il tempo dedicato all’attività fisica), contribuendo quindi a sviluppare una ricerca sulla relazione tra la salute alimentare e lo stile di vita dei bambini.«I numeri della malnutrizione infantile in Italia sono allarmanti, secondo l’ultimo report sulla malnutrizione infantile condotto da Helpcode, emerge che un terzo dei bambini italiani nella fascia d’età 6-9 anni è obeso o in sovrappeso, per un totale di circa 100mila bambini, con una netta prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%), un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici – spiega Giorgio Zagami, presidente di Helpcode Italia – Per aiutare a contrastare questo problema, rinnoviamo la collaborazione con FIMP e con l’Istituto Gaslini e lanciamo ONOI, una raccolta di dati a livello nazionale che mira a fotografare l’incidenza del fenomeno su tutto il territorio italiano. L’obiettivo è quello di raccogliere circa 50mila questionari, utili a delineare la situazione dell’obesità e del sovrappeso in età infantile e di indagare le eventuali correlazioni con gli stili di vita». «Questo importante progetto – aggiunge Giuseppe Di Mauro, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP – consentirà di avere fondamentali informazioni per mettere in atto una più mirata prevenzione dell’obesità infantile. Riusciremo ad individuare i momenti critici della crescita in cui più frequentemente si manifesta l’obesità e potremo attuare specifici programmi di prevenzione.” “Avremo anche la possibilità di conoscere quanto la dieta mediterranea sia seguita dai bambini italiani e quali siano le loro più frequenti “cattive” abitudini. La correzione dei comportamenti errati, attraverso programmi educativi innovativi da parte del pediatra di famiglia, potrà rappresentare la strategia vincente non solo per la riduzione dell’obesità infantile ma anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta» afferma Antonio D’Avino, Presidente FIMP. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità ha un impatto negativo sullo stato di salute generale della popolazione sia in età giovanile che in età adulta. Inoltre, diversi studi hanno evidenziato che l’obesità aumenta anche il rischio di complicanze e morte in persone affette da Covid-19 e quindi può giocare un ruolo anche negli sviluppi delle patologie infettive. In molti casi, l’obesità è associata a disuguaglianze socio-economiche e riguarda in maggior misura le classi sociali più svantaggiate, particolarmente vulnerabili alle influenze dell’ambiente e tendenti a stili di vita meno salutari.
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La probabile causa di epatite acuta nei bambini che preoccupa il mondo
Posted by fidest press agency su giovedì, 28 aprile 2022
Adenovirus F41 . È il nome che risuona nei media dal 15 aprile, data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato la comparsa di un focolaio di epatite acuta di origine sconosciuta in bambini del Regno Unito e dell’Irlanda del Nord. Quando non siamo ancora usciti dalla crisi covid-19, un altro virus con un numero nel suo nome sta creando allarme in tutto il mondo in quanto è probabilmente la causa dei 169 casi di epatite acuta in bambini rilevati in 11 paesi e che hanno già segnalato, ha fatto il primo decesso nel Regno Unito. I pazienti rilevati in Italia, al momento 4, e il numero di casi continua a crescere nel mondo: Regno Unito e Irlanda del Nord (114), Spagna (13), Israele (12), Regno Stati (9), Danimarca (6), Irlanda (5), Paesi Bassi (4), Norvegia (2), Francia (2), Romania (1) e Belgio (1). Molti dei bambini che sono stati colpiti dalla malattia hanno riportato precedenti problemi gastrointestinali, come dolore alla pancia, vomito e diarrea; anche ittero (colorazione gialla della pelle, delle mucose o degli occhi), prurito cutaneo, urine scure e feci scarsamente pigmentate. L’ assenza di febbre è un altro fattore da tenere in considerazione. I ricercatori stanno lavorando contro il tempo per cercare di trovare l’origine del virus che ha causato questo focolaio e per questo stanno analizzando a fondo le storie cliniche e i contesti ambientali e alimentari dei pazienti. Poiché i virus che di solito causano l’epatite acuta non sono comparsi in nessuno dei casi, le ipotesi si sono concentrate sull’adenovirus, che è stato rilevato in più di 70 bambini. Tuttavia, l’ adenovirus F41 non spiega di per sé la gravità dei casi. Gli adenovirus non sono nemmeno sconosciuti alla scienza, poiché sono agenti infettivi molto comuni nelle persone e sono causa di patologie molto diverse, interessando le membrane delle vie respiratorie, gli occhi, l’intestino, le vie urinarie o il sistema nervoso.Come si diffonde l’adenovirus? Le malattie causate dagli adenovirus si diffondono dal contatto con le secrezioni di chi è infetto o anche da oggetti contaminati, come il cibo, quindi le misure igieniche sono fondamentali, come ben sappiamo dal covid. Non c’è epatite in Europa che si trasmette attraverso l’aria.L’infezione da adenovirus F41 non ha una prevalenza maggiore in un determinato periodo dell’anno e i bambini di età inferiore ai due anni ne sono più sensibili, come spiegato dagli esperti europei di microbiologia. I casi più complicati sono quelli in cui i bambini hanno avuto altri problemi di salute pregressi, mentre il trapianto di fegato si presenta come la “soluzione” più comune. Gli esperti hanno escluso categoricamente ogni possibile relazione con il vaccino covid , poiché alcuni dei bambini colpiti non avevano ricevuto alcuna dose. Rifiutano anche la possibilità che si tratti di una nuova “manifestazione” del coronavirus. Non è esclusa l’ipotesi che la causa sia una sostanza tossica ancora sconosciuta , anche se sembra improbabile in quanto non è stato trovato alcun denominatore comune nei casi registrati fino ad oggi. “Un’altra possibilità è che fosse un adenovirus comune, ma ora ha un impatto più grave sui bambini con un sistema immunitario indebolito a causa della mancanza di esposizione ad altri agenti patogeni a causa del confinamento e di altre misure durante la pandemia. Inoltre, non possiamo escludere che la causa è un virus non ancora identificato. Nel 2007,evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una mutazione dell’adenovirus freddo ha ucciso 10 persone e ne ha ammalate circa 140 negli Stati Uniti.
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Ucraina: Ogni guerra è una guerra contro i bambini
Posted by fidest press agency su sabato, 26 febbraio 2022
La notizia della morte di tre bambini nel conflitto in Ucraina dimostra che ogni guerra è una guerra contro i bambini. E molti altri piccoli innocenti rischiano di essere uccisi se i combattimenti non si fermeranno immediatamente, sottolinea con forza Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e per garantire loro un futuro.I media riportano che almeno 120 civili sono stati uccisi nell’escalation di violenza, mentre secondo le Nazioni Unite nelle ultime 24 ore ci sarebbero stati 25 civili uccisi e almeno 100 feriti. È altamente probabile che le perdite di vite umane, tra cui bambini, e i danni ai servizi essenziali come scuole e ospedali aumentino se i combattimenti continueranno, specialmente nelle aree densamente popolate. “Assistere all’insorgere di un ennesimo conflitto che imprimerà un segno indelebile nella vita di molti bambini, rischiando di ucciderne tanti altri, è assurdo ed inaccettabile. Partecipiamo a questa manifestazione per chiedere con forza l’immediata cessazione delle ostilità, perché questo è l’unico modo per proteggerli dalla guerra e da ulteriori violazioni dei loro diritti. L’escalation di violenze e i combattimenti, l’uso di armi esplosive, mettono a rischio la popolazione civile, le scuole e gli ospedali, esponendo i bambini a conseguenze gravissime per la loro vita e la loro sicurezza. Le parti in conflitto devono inoltre garantire il massimo accesso agli aiuti umanitari perché possano raggiungere loro e le loro famiglie che sono in grave pericolo e che vivono in condizioni estreme.” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia. Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie. Ciò include sostenere il loro accesso all’istruzione, fornire supporto psicosociale, distribuire kit invernali e kit igienici e fornire sovvenzioni in denaro alle famiglie in modo che possano soddisfare i bisogni di base come cibo, affitto e medicinali, o in modo che possano investire nell’avvio di nuove attività.
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Sicurezza dei giocattoli: servono regole UE più forti per proteggere i bambini
Posted by fidest press agency su mercoledì, 23 febbraio 2022
Bruxelles. Secondo i deputati, nonostante la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli (DSG) garantisca un elevato livello di protezione dei bambini, alcuni dei fabbricanti di paesi terzi che vendono i propri prodotti nel mercato unico, in particolare attraverso i mercati online, non rispettano la legislazione dell’UE. Di conseguenza, molti giocattoli venduti nell’UE presentano ancor dei rischi significativi. In una risoluzione non legislativa approvata con 688 voti favorevoli, 6 contrari e un’astensione, i deputati chiedono alla Commissione e ai Paesi UE di intensificare le misure per garantire che tutti i giocattoli immessi sul mercato UE siano conformi alla DSG, indipendentemente dal luogo di fabbricazione. I giocattoli che vengono immessi sul mercato dell’UE devono essere conformi alle norme UE sulle sostanze chimiche. La Commissione dovrebbe garantire che gli interferenti endocrini siano vietati nei giocattoli subito dopo la loro identificazione. Inoltre, la Commissione dovrebbe decidere se abolire l’attuale distinzione tra i giocattoli destinati ai bambini sotto i 36 mesi e quelli destinati ai bambini più grandi.Una futura revisione della DSG dovrebbe anche permettere di adattare rapidamente, se necessario, i valori limite per le sostanze chimiche pericolose, evitando situazioni in cui siano fissati valori diversi a livello nazionale.Il Parlamento invita i Paesi UE a coordinare le loro attività di vigilanza del mercato e a migliorare i controlli per individuare più efficacemente i giocattoli non sicuri. A tal fine, la Commissione dovrebbe esplorare l’uso di nuove tecnologie, come l’etichettatura elettronica e l’intelligenza artificiale.Sottolineando come i giocattoli connessi possano esporre i bambini a nuovi pericoli e rappresentare un rischio per la loro sicurezza, privacy e salute mentale, i deputati incoraggiano i produttori a integrare meccanismi di sicurezza nella progettazione dei loro giocattoli, ad esempio contro le minacce informatiche. Inoltre, chiedono alla Commissione di proporre delle regole per disciplinare tali questioni.La Commissione dovrebbe inoltre valutare se le etichette dei giocattoli non debbano includere anche informazioni sulla durata e la riparabilità del prodotto.I mercati online “dovrebbero essere tenuti ad assumersi maggiori responsabilità nel garantire la sicurezza e la conformità dei giocattoli venduti sulle loro piattaforme”, ad esempio rimuovendo i giocattoli non conformi e impedendone la ricomparsa.
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