Due terzi già nel primo decennio. Le imprese che non adotteranno rapidamente provvedimenti per gestire la transizione climatica, che è tra le cause del dissesto idrogeologico, avranno nel 2050 il 25% in più di probabilità di default rispetto a oggi e il 44% in più di chi invece investe fin da ora. Non solo: per le aziende ad alto rischio fisico (oltre l’8%, concentrate soprattutto in Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta e lungo tutto l’Appennino) si prospetta al 2050 una crescita dei costi annui per la ricostruzione di impianti e strutture pari all’1,6% dell’attivo e dei premi assicurativi fino al 3% del fatturato. A dirlo è uno studio sulle PMI italiane realizzato da Cerved, la tech company che aiuta il Sistema Paese a proteggersi dal rischio e a crescere in maniera sostenibile, prendendo a esempio il Climate Stress Test promosso dalla BCE per valutare la resilienza delle aziende e delle banche ai rischi climatici: Cerved ha integrato gli input forniti dalla BCE con score, modelli e algoritmi di simulazione e proiettato al 2050 i bilanci individuali delle imprese, estrapolando variabili chiave come emissioni, consumi energetici, esposizione al rischio fisico. Tre gli scenari a confronto: transizione “ordinata” (orderly), che procede in modo regolare e concentra i maggiori investimenti nel primo decennio; “disordinata” (disorderly), in cui gli interventi vengono posticipati nel 2030-40, con costi più elevati nel medio termine; scenario “serra” (hot house), in cui si interviene scarsamente, con un conseguente aumento della frequenza e della severità degli eventi fisici. Cerved è già in campo per accompagnare il Sistema Paese in questa grande trasformazione con tecnologie, algoritmi e modelli decisionali”.Nello scenario disordinato si parte con dieci anni di ritardo, e la quota preponderante di investimenti (134,5 miliardi di euro) si concentra tra 2030 e 2040. Nello scenario “serra”, o hot house, si sceglie invece di fare molto poco, investendo appena 121,4 miliardi entro il 2050. Ma non si tratta certo di un risparmio: l’inadempienza aumenta in modo esponenziale il rischio fisico, a partire dal 2040, con conseguente maggiore probabilità di rischio di default e costi assai più alti per le relative ricostruzioni e i premi assicurativi. Non a caso, le emissioni di CO2, che nei primi due scenari finiscono per equivalersi al 2050 tendendo a 0, nello scenario “serra” subiscono una variazione ben poco significativa rispetto ad oggi. È il rischio fisico, infatti, a fare la differenza tra i tre scenari, considerando che anche a causa della conformazione naturale della nostra penisola le PMI si collocano per oltre l’8% nella fascia di rischio fisico alto o molto alto (Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta e la dorsale Appenninica) e per il 13,2% in quella di rischio medio. Gli investimenti portano nel lungo periodo a una riduzione della probabilità di default negli scenari con transizione “ordinata” e “disordinata”, che è invece decisamente in crescita nello scenario “serra”: +25% di rischiosità al 2050 rispetto a oggi e +44% rispetto allo scenario ordinato, in particolare nel Mezzogiorno (dove si passa dall’attuale 3% di rischio di default al 3,8%) e nel Centro (dal 2,9% al 3,7%). Inoltre sono stati considerati, da un lato, i maggiori investimenti necessari alla ricostruzione di impianti e strutture colpiti da frane o da alluvioni, strettamente legate all’innalzamento della temperatura, e dall’altro la crescita dei premi assicurativi richiesti per coprire, almeno in parte, i danni. Al contrario, nello scenario “serra”, per le imprese ad alto rischio fisico queste percentuali salgono rispettivamente all’1,6% e al 3%.
Posts Tagged ‘imprese’
Crisi climatica: entro il 2050 le imprese devono investire 203 miliardi di euro nella transizione
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: climatica, crisi, imprese | Leave a Comment »
Eccellenze d’Impresa premia le aziende leader che hanno battuto la crisi
Posted by fidest press agency su martedì, 30 Maggio 2023
Milano lunedì 5 giugno 2023 alle 17 a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana in piazza Affari a Milano, con il patrocinio di Borsa Italiana, il Premio Attrattività Finanziaria, organizzato per il sesto anno consecutivo da Eccellenze d’Impresa, la partnership costituita da Arca Fondi SGR, Harvard Business Review Italia e GEA-Consulenti di Direzione. Il Premio, rivolto a tutte le aziende italiane e straniere operanti in Italia, senza limite dimensionale o settoriale, è un riconoscimento che quest’anno sarà assegnato alle imprese che hanno meglio reagito a tre anni di pandemia, agli effetti della crisi della guerra russo-ucraina, all’aumento dei tassi d’interesse e all’inflazione, distinguendosi come impresa eccellente in grado di attrarre l’interesse degli investitori e dei mercati per crescere e intraprendere percorsi di sviluppo. Dopo i saluti di Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana, apriranno la giornata – dal titolo “Dal New Normal al Never Normal: gestire lo sviluppo in condizioni di incertezza” – Enrico Sassoon, presidente di Eccellenze d’Impresa e Corrado Passera, amministratore delegato di illimity. A seguire la tavola rotonda con gli interventi di Luigi Consiglio presidente di GEA – Consulenti di direzione, Giovanna Della Posta amministratore delegato di Invimit SGR, Ugo Loeser amministratore delegato di Arca Fondi SGR e Emma Marcegaglia vicepresidente e amministratore delegato di Marcegaglia S.p.A. Il premio viene attribuito a un vincitore per ciascuna delle due categorie previste: aziende quotate e aziende non quotate. L’edizione 2022 è stata vinta da Comer Industries (azienda quotata) e Marchesi Antinori (azienda non quotata).
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: eccellenze, imprese | Leave a Comment »
Che ripercussioni hanno le tensioni nel settore bancario regionale sulle piccole imprese statunitensi?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 Maggio 2023
A cura di Curt Organt, Portfolio Manager, T. Rowe Price US Smaller Companies Equity Strategy. Le tre questioni principali che hanno portato alla scomparsa di SVB e SBNY riguardano il grado di concentrazione della clientela, la percentuale di depositi non assicurati e la durata del portafoglio di attività. Tenendo conto di ciò, abbiamo “classificato” le banche del loro universo di copertura in base a questi fattori. La nostra analisi mostra che nessun’altra banca regionale, tra le quasi cento presenti, ha la stessa base di clienti altamente concentrata di SBNY (immobili a New York, depositi in criptovalute) e SVB (start-up di venture capital/tecnologia/scienze della vita). La maggior parte delle banche regionali ha depositi non assicurati compresi tra il 3% e il 20% dei depositi totali (rispetto al 90% circa di SBNY e SVB) e, cosa fondamentale, dispone della liquidità necessaria per far fronte ai prelievi in caso di necessità. A quest’ultimo proposito, tra tutte le banche analizzate, solo una ha registrato un deflusso di depositi superiore al 2% nella settimana immediatamente successiva alla scomparsa di SVB e SBNY. Infine, abbiamo sottoposto a stress test il capitale delle banche come se tutti i titoli fossero valutati al mercato – le grandi banche sono già tenute a farlo – in modo da applicare lo stesso standard alle controparti bancarie locali e regionali statunitensi più piccole. I nostri risultati mostrano che solo una piccola parte di esse avrebbe bisogno di aumentare il capitale. In questi casi, la sospensione dei riacquisti e dei dividendi è uno strumento per aiutare le banche che hanno bisogno di raggiungere questo obiettivo.Non sorprende che il nostro universo bancario statunitense abbia subito cambiamenti di rating, sia in termini di upgrade sia di downgrade, subito dopo i recenti crolli. Nel rivalutare il rischio e la ricompensa presentati dal settore bancario, abbiamo avuto l’opportunità di ridurre e aggiungere, come spesso accade quando un ampio settore del mercato si trova ad affrontare vendite indiscriminate. Continuiamo ad avere un’ampia esposizione alle banche statunitensi a piccola e media capitalizzazione. Questo approccio “a paniere” consente di ottenere un’esposizione diversificata a un sottoinsieme particolarmente interessante del mercato azionario statunitense. Nella porzione di mercato a media capitalizzazione non ci sono operatori nazionali. Le banche servono invece mercati più ristretti, magari alcuni Stati o addirittura alcune città all’interno di un singolo Stato. In questo settore, i nostri analisti selezionano le banche che offrono interessanti opportunità di mercato, come l’esposizione a città e Stati con una crescita demografica o commerciale superiore alla media. I recenti sviluppi hanno anche evidenziato che alcune banche regionali sono più a rischio a causa della loro esposizione a una specifica tipologia di clienti. Tuttavia, la nostra analisi suggerisce che poche altre banche regionali hanno basi di clienti altrettanto concentrate, né hanno clienti con percentuali così elevate di depositi non assicurati. Pertanto, la banca regionale americana “media” è meno vulnerabile alle forze che hanno portato al fallimento di SVB e SBNY. Tuttavia, siamo convinti che, in questa fase, poche banche regionali siano esposte a rischi di liquidità e di concentrazione così gravi come quelli di SVB e, da ultimo, di FRC. Di conseguenza, stiamo trovando opportunità interessanti laddove i titoli bancari di migliore qualità sono stati sopravvalutati rispetto ai loro rischi idiosincratici. Continuiamo a mantenere un’ampia esposizione alle banche statunitensi a piccola e media capitalizzazione, diversificando il rischio e il potenziale di rendimento offerti da questo interessante sottoinsieme del mercato azionario statunitense. By http://www.verinieassociati.com/
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: bancario, imprese, settore, statunitensi, tensioni | Leave a Comment »
Le imprese vogliono rendere sempre più conto del loro impatto sulla società
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 aprile 2023
«Di fronte ai disastri ambientali, al cambiamento climatico, all’incremento del divario tra le aree ricche e quelle povere del Pianeta, cresce la consapevolezza che la politica, da sola, è impotente, se non accompagnata dall’impegno diretto delle imprese ed alla necessaria transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle PMI italiane. Ad esserne interessate —secondo l’analisi di EnergRed— sono ben 300 mila PMI italiane, il 37,5% del totale, che sono anche quelle che già investono di più nell’efficienza energetica. In tale ambito la società fondata da Moreno Scarchini ha precorso i tempi adottando fin dalla sua creazione una cultura aziendale improntata alla RSI e muovendosi fin dall’inizio su due livelli, il primo legato alla tutela dei diritti fondamentali ed il secondo alla creazione di valore condiviso, volendosi riferire allo sviluppo di soluzioni innovative capaci di coniugare performance economiche ed impatto socio-ambientale positivo.L’E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle PMI italiane si propone ora di estendere i benefici all’intero Paese, rendendo il fotovoltaico la fonte di energia più conveniente per le aziende, sinonimo di creatività al servizio dell’uomo. E nell’ambito del suo programma RSI, per il 2023 EnergRed si propone anche di finanziare progetti di riforestazione finalizzati al contrasto ai cambiamenti climatici.Uno studio realizzato per conto di EnergRed.com dall’ICSR ha poi sondato il livello di propensione alla RSI nel segmento PMI nelle diverse regioni d’Italia: sul podio: Lombardia (50,4%), Trentino-Alto Adige (48,5%) e Friuli Venezia Giulia (46,2%).Seguono nella «top-10 di EnergRed.com» Piemonte (43,4%), Veneto (42,6%), Emilia-Romagna (40,1%), Lazio (39,5%), Umbria (38,7%), Valle d’Aosta (37,4%) e Liguria (36,3%).La propensione è invece minore nelle rimanenti regioni: Toscana (36,2%), Basilicata (35,8%), Molise (35,1%), Sardegna (34,8%), Sicilia (34,3%), Marche (32,5%), Puglia (32,4%), Campania (29,4%), Abruzzo (28,7%) e Calabria (28,2%).
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: impatto, imprese, società | Leave a Comment »
Fon.Coop e AGCI Sicilia insieme per la formazione delle imprese
Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 aprile 2023
Trapani Fon.Coop ha organizzato a Trapani, in collaborazione con AGCI Sicilia, un convegno sui temi sulla formazione per il miglioramento delle performances delle imprese I lavori sono stati introdotti da Giovanni Basciano, Vice Presidente di AGCI Sicilia. All’evento ha partecipato il Presidente nazionale di Fon.Coop Giuseppe Gizzi. Quest’ultimo ha evidenziato le direttrici sulle quali si sta muovendo Fon.Coop: innovazione, sostenibilità, green, digitale. Temi caratterizzanti gli avvisi pubblicati recentemente e quelli in programmazione nel 2023. Fon.Coop da 20 anni rappresenta il tool della formazione del sistema cooperativo con oltre 13.300 imprese iscritte e quasi 600.000 lavoratori coinvolti.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: formazione, imprese, sicilia | Leave a Comment »
Passaggio generazionale nel sistema produttivo italiano
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 aprile 2023
Si tratta di una fase delicata per le imprese italiane in quanto alla terza generazione sopravvive solo il 15-20% . Eppure, secondo l’analisi di Studio Temporary Manager S.p.A. -società specializzata nei servizi di temporary management- condotta su un campione di manager (C-Level, quadri direttivi, ecc.) che ha vissuto almeno un passaggio generazionale negli ultimi 10 anni , solo il 15% degli imprenditori ha pianificato con netto anticipo il passaggio, indirizzando i familiari verso percorsi in linea con la posizione che andranno a ricoprire. Inoltre, gli imprenditori nella loro scelta hanno cercato di dare precedenza agli equilibri familiari (per il 69% dei manager) piuttosto che puntare alla competitività dell’impresa. Risultato? La nuova figura, spesso non adeguata al nuovo ruolo in azienda (per il 56% del campione), ha ottenuto un giudizio medio come “capitano” che sfiora la sufficienza (6 su 10), un valore ben lontano dai predecessori (7,5 su 10). E questo ha avuto inevitabilmente un impatto sulle performance aziendali: dopo due anni dal passaggio del testimone, un terzo ha indicato un calo del fatturato e oltre quattro su dieci (42%) ha visto un peggioramento nel rapporto e nella gestione dei dipendenti. Ma c’è anche chi ha dovuto cessare l’attività (9%). Non è un caso, infatti, che il 90% del campione ritiene fondamentale l’aiuto di un professionista esperto per gestire al meglio il passaggio generazionale.Perché gli imprenditori lasciano? La motivazione principale è l’età (per il 47% del campione), che avviene mediamente a 70 anni. Ma c’è anche chi lo ha fatto per una questione di stanchezza generale (30%), su pressione dei figli/familiari (24%), costretto da problemi di salute (18%) o da morte prematura (6%). Spazio quindi ai “giovani”. Ma è sempre così? La realtà è ben diversa. Difficilmente il neo “pensionato” lascia totalmente la guida dell’azienda al suo successore: secondo i manager, il 40% degli imprenditori ha continuato a entrare nelle scelte aziendali in modo importante e il 39% in modo saltuario. Forse a causa della scarsa fiducia nell’erede, solo poco più di uno su cinque si fa completamente da parte.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: generazionale, imprese, passaggio | Leave a Comment »
Creare il futuro desiderabile per le imprese, il nuovo ruolo del Design Thinking
Posted by fidest press agency su domenica, 16 aprile 2023
Pandemie, tensioni geopolitiche e crisi dovute ai cambiamenti climatici. Negli ultimi anni i cambiamenti si susseguono in maniera sempre più veloce e imprevedibile. In questo contesto diventa sempre più difficile anche solo pensare di poter prevedere quello che accadrà nel prossimo futuro, per i singoli come per le aziende. Nel momento in cui, a risolvere i problemi concreti sono sempre più delle macchine, l’attività per eccellenza del design umano diventa la creazione di senso. Mentre nel mondo tecnologico si affermano approcci predittivi, il Design Thinking si evolve per diventare sempre di più il metodo capace di disegnare, modellare e riflettere sul futuro, che in azienda non può essere previsto ma solo realizzato. Come processo di innovazione che integra capacità analitiche con attitudini creative, il Design Thinking si sta affermando come supporto per immaginare il futuro desiderabile per la propria organizzazione, in base a tre diversi approcci che permettono di muoversi da una logica predittiva ad una progettuale: foresight, entrepreneurship as design o discursive design. Per gestire la trasformazione necessaria a creare un futuro desiderabile, però le aziende devono essere capaci di equilibrio e di adattamento strategico, mentre proprio le tecnologie digitali, e in particolar modo l’intelligenza artificiale, arrivano in aiuto per facilitare il processo creativo.Lo spiega la ricerca dell’Osservatorio Design Thinking For Business della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno “Imagining and Crafting Desirable Futures: Exploring Alternative Methodologies to Shape Directions and Lead Transformations” Gli scenari futuri generati dai team che hanno seguito un processo di Foresight sono caratterizzati da valori alti di plausibilità, valori medi di novità, valori medi di significatività e valori medio-bassi di desiderabilità. Gli scenari futuri generati dai team che hanno seguito un processo di Entrepreneurship as Design sono caratterizzati da valori alti di plausibilità, valori medi di novità, valori medio-alti di significatività e valori alti di desiderabilità. Gli scenari futuri generati dai team che hanno seguito un processo di Discursive Design sono caratterizzati da alti valori di plausibilità, valori medio-bassi di novità, alti valori di significatività e alti valori di desiderabilità. La maggiore differenza nei tre approcci di futuro si osserva quindi nella dimensione della Significatività e della Desiderabilità, che sono più alte per l’Entrepreneurship as Design e il Discursive design rispetto al Foresight. Dall’altro lato, il grado di plausibilità presenta valori uguali nei tre approcci futuri.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: design, futuro, imprese | Leave a Comment »
INVITALIA-PNICUBE: al via la partnership per promuovere idee innovative e imprese ad alto contenuto di conoscenza
Posted by fidest press agency su sabato, 8 aprile 2023
Roma. Rendere più efficaci i processi di trasferimento tecnologico e di valorizzazione dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata, promuovere le opportunità offerte dagli incentivi finalizzati alla nascita e allo sviluppo di imprese innovative, con particolare riferimento alle startup promosse da giovani e donne: questi gli obiettivi della collaborazione tra l’Agenzia per lo sviluppo Invitalia e l’Associazione italiana degli incubatori universitari e delle business plan competition regionali PNICube.La collaborazione è stata sancita con la firma di un protocollo d’intesa tra l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, e la Presidente di PNICube, Paola M.A. Paniccia. Sulla base del Protocollo, Invitalia e PNICube si impegnano a mettere in campo capacità e competenze, avviando azioni coordinate di informazione, promozione e accompagnamento imprenditoriale. Dal 2004 PNICube è attiva nel costruire collaborazioni sinergiche con attori impegnati a sostenere il fare impresa e l’innovazione, accorciando le distanze tra ‘accademia’ e mercato, stimolando la nascita e accompagnando il processo di crescita dei migliori progetti di business di giovani ricercatrici e ricercatori.Grande la soddisfazione della professoressa Paola M.A. Paniccia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, a poche settimane dalla sua nomina come Presidente di PNICube e dall’insediamento del nuovo Direttivo dell’Associazione per il triennio 2023-2025: “Questa intesa rappresenta un nuovo, importante passo in avanti nel percorso intrapreso dalla rete PNICube per la costruzione di un modello vincente per la valorizzazione imprenditoriale della ricerca universitaria e per il supporto allo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale innovativo”. “Accanto ad Invitalia – prosegue la neo Presidente Paniccia – metteremo in campo ancora più energia per connettere mondi: quello della ricerca, delle istituzioni e delle imprese. Sono pertanto grata all’Agenzia per aver condiviso con PNICube un programma di lavoro così ricco e sfidante: ‘eliminare i gap’ con risposte concrete e azioni strutturate. Verso una chiara, comune direzione: dare futuro alle idee. Per il prossimo triennio 2023-2025, l’Associazione PNICube sarà guidata da un Consiglio composto dalla Presidente Paola M.A. Paniccia – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e dai Consiglieri Giuseppe Scellato (Segretario) – I3P Incubatore Politecnico di Torino; Massimiliano Ambra – Università Campus Bio-Medico di Roma; Giulio Antonini – Università degli Studi dell’Aquila; Bernardo Balboni – Università di Modena e Reggio Emilia; Chiara Benente – Università degli Studi di Torino; Enrico Bracci – Università degli Studi di Ferrara; Gilda Carravetta – Università della Calabria; Francesco Ferrante – Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale; Monia Gentile – Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Alessandro Grandi – Almacube Bologna; Renato Passaro – Università degli Studi di Napoli Parthenope; Evaristo Ricci – Università degli Studi di Firenze; Marcantonio Ruisi – Università degli Studi di Palermo.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: imprese, innovative, invitalia, pnicube | Leave a Comment »
Calo in Italia di nuove imprese
Posted by fidest press agency su martedì, 7 marzo 2023
Nel 2022 – a causa del rallentamento dell’economia, dell’aumento dei prezzi e dei tassi d’interesse, dell’incertezza sul futuro – sono nate in Italia solo 89.192 “vere” nuove imprese, cioè il 10,6% in meno (10.587) rispetto al 2021 e in calo (-5,9%) anche sul 2019, quando per la prima volta si è invertito un trend positivo che durava dal 2013. Questo non potrà che avere un impatto negativo sull’economia complessiva, perché le start-up – come rivela una specifica analisi storica sui bilanci – negli ultimi 15 anni sono state il motore della crescita occupazionale: solo nel 2021 hanno generato un contributo netto di 343.000 addetti su un totale di 535.000, e persino nel 2020 hanno garantito un saldo occupazionale positivo di 185.000 unità. Le mancate nascite del 2022 rischiano dunque di tradursi in 27.080 addetti in meno e in un calo di 2,5 miliardi di fatturato, perché le nuove società apportano ricchezza, dinamismo e competitività al sistema, essendo caratterizzate da maggiore propensione per l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie, un’età media del management più bassa e maggiore attenzione ai temi di sostenibilità. A dirlo è lo studio “Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up” condotto da Cerved, la tech company che aiuta il Sistema Paese a proteggersi dal rischio e crescere in maniera sostenibile. I risultati integrano i dati sulle registrazioni di nuove imprese con un ampio database di informazioni e algoritmi proprietari. La flessione di nascite più marcata rispetto al 2021 riguarda le utility (-28,9%), mentre reggono meglio le costruzioni (-5,8%): a livello disaggregato, pesanti contrazioni si sono registrate nei settori della gestione dei rifiuti e della vendita di gas, mentre sono addirittura aumentate le nuove imprese nelle tecnologie per le telecomunicazioni, il facility management e la cantieristica. L’area geografica più colpita è Sud e Isole, dove le startup rappresentano storicamente la maggiore fonte di creazione di nuova occupazione (il 32% nel 2021), al contrario l’impatto minore si è osservato nel Nord Ovest (-8,2%), anch’esso dipendente dalle imprese giovani (34% del saldo occupazionale netto). Nord Est e Centro si assestano entrambi sul -10,1%. (Abstract fonte: Stefania Vicentini – ufficio stampa Cerved)
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: calo, imprese | Leave a Comment »
Convegno del Laboratorio sull’economia delle imprese di Germania, Italia e Austria
Posted by fidest press agency su domenica, 5 marzo 2023
Parma martedì 7 marzo alle 10.30 nel Polo didattico di via Kennedy dell’Università di Parma (Aula K12) il Convegno del Laboratorio sull’economia delle imprese di Germania, Italia e Austria (LEIGIA) del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali.I lavori si apriranno con i saluti istituzionali di Mario Menegatti, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, e Veronica Tibiletti, Presidente del corso di laurea magistrale in Amministrazione e Direzione Aziendale. L’appuntamento si struttura in due sessioni. La prima, caratterizzata da una prospettiva giuridica, sarà moderata da PierDanilo Beltrami, docente di Diritto commerciale all’Università di Parma, e ospiterà una relazione di Gabriele Nuzzo, docente di Diritto Commerciale all’Università Bicocca di Milano, su Il sistema dualistico: storia e comparazione con il modello tedesco. Nella seconda parte, di stampo economico, il docente di Economia industriale Unipr Franco Mosconi introdurrà il contributo di Maria Letizia Giorgetti, docente di Economia applicata all’Università statale di Milano, su Una nuova politica industriale europea.Le conclusioni sono affidate a Luca Di Nella, docente di Diritto privato all’Università di Parma.Il convegno fa parte della serie organizzata dal Laboratorio sull’economia delle imprese di Germania Italia e Austria (LEIGIA) del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, giunta alla quinta edizione.
Posted in Diritti/Human rights | Contrassegnato da tag: convegno, imprese, laboratorio | Leave a Comment »
All’Università di Parma riparte il Laboratorio Imprese Sostenibili
Posted by fidest press agency su martedì, 7 febbraio 2023
Riparte il 10 febbraio all’Università di Parma il Laboratorio Imprese Sostenibili, giunto alla terza edizione e organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali. Gli incontri si tengono nell’Aula C del Plesso di via Kennedy.Dal 10 febbraio al 24 marzo, per sette venerdì consecutivi, Veronica Tibiletti, Presidente del corso di laurea magistrale in Amministrazione e Direzione Aziendale e docente titolare del Laboratorio, introduce gli interventi in presenza di rappresentanti di imprese sostenibili: relatori e relatrici di gruppi nazionali e internazionali, in un ampio ventaglio di settori, per proporre a studenti e studentesse diversi approcci, problematiche, opportunità strategiche, stili di direzione e organizzazione e modalità di rendicontazione in ambito di sostenibilità ed economia circolare.Ritornano in aula, dopo le positive esperienze delle scorse edizioni del Laboratorio, Barilla, Chiesi, Compagnia Valdostana delle Acque (CVA), Crédit Agricole Italia, Deloitte e Iren, per raccontare le nuove sfide intraprese e le prospettive per un futuro sostenibile, con importanti novità.Intervengono invece per la prima volta Iveco Group, leader globale nei settori dei trasporti e dei veicoli commerciali, con una crescente attenzione alle soluzioni sostenibili avanzate (tra cui quella di progettare tutti i nuovi prodotti in conformità con le linee guida per la sostenibilità e la riciclabilità); il Gruppo Saviola, processore di legno post-consumo, la cui filosofia di produzione è basata sui concetti di recycling e upcycling, con il recupero e riutilizzo di rifiuti che trovano una seconda vita senza bisogno di abbattere alberi; Aboca, Società Benefit e certificata Bcorp, che si occupa di cura della salute attraverso prodotti naturali, con un sistema integrato che va dalla coltivazione 100% biologica alla ricerca scientifica fino alla produzione, per ottenere dalle piante, senza l’utilizzo di sostanze artificiali, i complessi molecolari naturali che sono alla base dei propri prodotti.Il Laboratorio è rivolto a studenti e studentesse del primo e secondo anno del corso di laurea magistrale in Amministrazione e Direzione Aziendale.
Posted in Università/University | Contrassegnato da tag: imprese, sostenibili, università | Leave a Comment »
Le imprese hanno bisogno di servizi di finanza innovativa
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 gennaio 2023
La vita di ogni impresa dipende in buona parte dalla gestione delle sue finanze. Una gestione che è in capo ai direttori finanziari: figure professionali che oggi richiedono a gran voce maggiore sinergia con gli interlocutori, più informazioni in tempo reale e soprattutto più digitalizzazione. Sono queste le rilevazioni della ricerca condotta da Opyn (la fintech italiana che offre la sua tecnologia e servizi per il credito in modalità as a service a banche, asset manager e corporate) in collaborazione con le associazioni di settore Andaf e Manager Italia. L’indagine, presentata oggi durante l’evento online Embedded Finance: un’opportunità per i CFO, ha raccolto le testimonianze di 200 direttori finanziari o Chief Financial Officers (CFO) di aziende italiane con +250 dipendenti, con lo scopo primario di identificare gli ambiti di possibile efficientamento del loro lavoro attraverso il fintech e in particolare attraverso lo strumento dell’embedded finance, che consente alle società di qualsiasi settore di fornire servizi finanziari per i propri clienti, fornitori e dipendenti. Il campione evidenzia tre principali aree critiche: la difficoltà di reperire, coordinare e integrare le informazioni; la gestione della relazione con gli istituti finanziari; la scarsa digitalizzazione dei processi finanziari.In particolare, il 56% degli intervistati dichiara che la problematicità principale nella gestione finanziaria dell’impresa sia “verificare la solvibilità dei clienti” (in una scala da 0 a 10, dove 0 = “per nulla d’accordo” e 10 = “molto d’accordo”, il 56% ha votato tra 7 e 10). Inoltre, gli intervistati dichiarano di voler “potenziare la business intelligence” e “realizzare una reportistica più integrata ed efficace”, oltre al desiderio di “avere dati in tempo reale con possibilità di aggregazione flessibile”.Per quanto riguarda la gestione della relazione con gli istituti finanziari (banche e assicurazioni), il 74% degli intervistati dichiara che questa risulti a volte eccessivamente lunga e il 66,5% riferisce che sia un processo frammentato tra molti interlocutori e canali diversi. Infine, secondo il 59,5 % dei CFO i processi finanziari (come pagamenti, transazioni, trasferimenti di denaro, ect.) gioverebbero di una maggiore digitalizzazione che snellirebbe e renderebbe più fluida l’operatività. Dalla ricerca emerge, infine, che le necessità dei CFO oggi sono molte ed eterogenee, così come lo sono le soluzioni possibili. In questo contesto l’embedded finance viene riconosciuta come un’opportunità di efficientamento del lavoro del direttore finanziario attraverso l’applicazione di servizi personalizzabili e facilmente integrabili nei processi interni. “Da questo studio emerge chiaramente che i servizi di finanza digitale aiuterebbero moltissimo il lavoro dei direttori finanziari, andando incontro alle loro eterogenee necessità – dichiara Greta Antonini, Chief Marketing & Communication Officer di Opyn. (abstract by ddlstudio.net
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: finanza, imprese, servizi | Leave a Comment »
Da Re: «L’Europa aiuti le imprese artigiane ad essere competitive»
Posted by fidest press agency su domenica, 22 gennaio 2023
Strasburgo. «Dopo il contraccolpo della pandemia (produzione a -30% nel solo Nord Italia), le imprese artigiane devono ora affrontare la spinta dell’innovazione e molte di esse non ne hanno la forza. L’Europa ha il dovere di essere al loro fianco». L’europarlamentare trevigiano della Lega e membro del gruppo Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re, ha depositato una proposta di risoluzione al Parlamento Europeo per richiedere maggiore attenzione, tutela e sostegno per i mestieri tradizionali e l’artigianato. «Si tratta di due colonne portanti dell’economia, della storia e delle tradizioni di ogni singolo Paese e in particolare per il territorio del Nord Italia, l’area dove maggiore è il numero di imprese artigiane – ha spiegato l’europarlamentare – . È fondamentale definire delle misure volte alla protezione di questi settori, affinché continuino ad essere competitive nel mercato, pur mantenendo le loro caratteristiche specifiche». Secondo i dati, infatti, solo lo 0,3% delle aziende artigiane in Italia può considerarsi innovativa e oltre il 60% presenta un livello di innovazione basso. «Nell’“Anno europeo delle competenze” occorre potenziare la formazione, nonché accompagnare la società e le imprese verso le transizioni ecologica e digitale adeguandole alle esigenze del mercato del lavoro.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: artigiane, europa, imprese | Leave a Comment »
Le imprese italiane hanno chiuso il 2022 con fatturati in crescita
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Nonostante il peggioramento della congiuntura economica e il clima di elevata incertezza, le imprese italiane hanno chiuso il 2022 con ricavi in crescita. La persistenza di fattori critici, come inflazione e shock energetico, si rifletterà però in una stagnazione dei conti economici nel 2023-24 (che già da quest’anno potrebbe diventare contrazione nello scenario più pessimistico), con effetti diversificati tra i settori: tra i più colpiti, elettromeccanica, informazione e comunicazione, agricoltura, mentre godranno di un rimbalzo quelli che hanno sofferto più a lungo per il Covid, come il sistema moda; le performance di servizi non finanziari e costruzioni dipenderanno molto dallo scenario incerto. Nel 2024 il fatturato sarà comunque più alto rispetto al 2021: difficoltà per automotive e agricoltura, mentre andrà bene per logistica e trasporti. Come è facile immaginare, i settori più esposti saranno quelli energivori e più dipendenti da materie prime. Sono le principali evidenze dal Cerved Industry Forecast, lo studio di Cerved che analizza l’evoluzione dei ricavi delle imprese italiane nel biennio 2023-24. L’analisi evidenzia dati fortemente differenziati a livello settoriale per la diversa esposizione agli shock in corso: energia, inflazione, materie prime, tensioni geopolitiche. Il modello di previsione è stato costruito considerando l’andamento di variabili microeconomiche, settoriali e macroeconomiche, sintetizzando la congiuntura in due possibili scenari: base, caratterizzato da sviluppi positivi verso la risoluzione del conflitto russo-ucraino, stabilizzazione dei prezzi di commodities ed energia e gestione efficiente dei fondi pubblici del PNRR; e pessimistico (worst), in cui si osserverebbero un’escalation del conflitto, persistente inflazione e difficoltà nell’implementazione dei piani del PNRR. In base alle stime effettuate da Cerved, nel 2022 i fatturati reali delle imprese sono cresciuti del 3,1%, un dato che a causa dell’inflazione è inferiore in maniera nettissima rispetto ai valori nominali (18,2%). La ripresa post-pandemica cesserà però nel 2023, con i ricavi previsti in forte decelerazione nello scenario base (+0,5%) e addirittura in contrazione dell’1,1% nello scenario pessimistico, che nei tre anni dal 2021 al 2024 vedrebbe una crescita del fatturato reale di solo il 2,1%. La variabile inflattiva continuerà a giocare un ruolo chiave nella pianificazione aziendale dei prossimi anni: nello scenario più roseo, il 2024 vedrà un incremento nominale del fatturato del 24,1% a fronte di un aumento reale del solo 4,8% rispetto al 2021. L’elettromeccanica è il comparto con le peggiori performance (-1,9% nello scenario base, -3,7% in quello worst), con difficoltà legate soprattutto al calo della domanda estera (Germania e USA), ma non se la cava bene neanche informazione e comunicazione (-0,4% e -2,9%), rallentato dalla frenata degli investimenti nel marketing pubblicitario e dalle tensioni geopolitiche e commerciali nell’ambito telecomunicazioni. A livello più disaggregato, il settore che più soffrirà per l’aumento dei prezzi dell’energia è quello dei sanitari, (-11,1% del fatturato nel 2024 rispetto al 2021 nello scenario migliore), a causa del maggior costo di piastrelle, mattoni e componenti per costruzioni in ceramica, industrie molto energivore. Il secondo è quello della carta per usi grafici (-11,8% nel 2024 sul 2021 nello scenario worst), che risente anche della grave crisi dell’editoria. Un’ulteriore variabile critica riguarda i prezzi delle commodities, che se rimanessero elevati avrebbero tuttavia effetti più contenuti rispetto all’energia: nel 2024, i settori più colpiti perderebbero in media l’8,33% (contro il 9,6%) in rapporto al 2021. Nello scenario worst, quattro settori avrebbero una variazione negativa in doppia cifra: vendita di gas (-12,7%), imballaggi in metallo (-11,8%), accumulatori e batterie (-10,6%) e mangimi per animali (-11,1%), colpiti non solo dall’aumento del prezzo dei cereali, ma anche dal calo strutturale del consumo della carne rossa. (abstract)
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: crescita, imprese | Leave a Comment »
Un innovativo modello di servizio alle imprese
Posted by fidest press agency su sabato, 17 dicembre 2022
E’ basato su nuova piattaforma informatica che punta a favorire la digitalizzazione delle aziende italiane e affiancarle nella gestione quotidiana degli aspetti finanziari ed amministrativi dell’attività, oltre a 3,4 miliardi di euro di finanziamenti messi a disposizione nel corso del 2022, di cui oltre l’80% già erogato a fine ottobre con 33 mila attività coinvolte, per supportare le esigenze di liquidità delle imprese clienti. Sono questi i due pilastri su cui Credem, tra i principali gruppi bancari italiani e tra i più solidi a livello europeo, conferma il proprio impegno a sostenere con decisione il tessuto imprenditoriale italiano, ancor più nella complessa congiuntura economica che le aziende stanno vivendo, caratterizzata dalle conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina e da un aumento generalizzato dei costi delle materie prime. In questo contesto, infatti, le imprese devono far fronte alla doppia necessità di gestire le difficoltà di liquidità nel presente e di investire nell’innovazione e nella digitalizzazione dell’azienda, leva fondamentale per la crescita del business e per la competitività nel mercato di riferimento. Più in dettaglio, per accompagnare le imprese nel percorso di transizione digitale Credem ha lanciato una nuova piattaforma denominata Business On che punta ad evolvere il servizio di internet banking per le imprese in una vera e propria piattaforma di servizi finanziari e amministrativi dedicati, tutti accessibili in digitale. L’obiettivo è permettere alle aziende di ridurre la complessità nella gestione e nel monitoraggio della situazione finanziaria, risparmiare tempo nelle operazioni quotidiane per dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto, poter operare da qualsiasi luogo. Per sostenere le piccole e medie imprese che hanno esigenza di liquidità, che investono e vogliono concretizzare i loro progetti di crescita, Credem ha inoltre attivato nel corso del 2022 un plafond di 3,4 miliardi di euro di finanziamenti, di cui oltre l’80% già erogati a fine ottobre. L’iniziativa si rivolge a ditte individuali, liberi professionisti, artigiani, agricoltori e medie imprese (fino a 300 milioni di euro di fatturato) con l’obiettivo di sostenere le imprese clienti nell’affrontare l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, nella gestione delle esigenze di liquidità, ma anche assisterle in piani di crescita e sviluppo. La novità più rilevante della piattaforma è rappresentata dall’inclusione, senza costi aggiuntivi, della nuova funzionalità Working Capital, che permette all’azienda di tenere sotto controllo l’andamento del capitale circolante e capire se le fatture emesse e ricevute siano state incassate o pagate, avendo una vista chiara e sintetica. Questo tool potrà dialogare con il servizio di fatturazione elettronica permettendo di riconciliare i movimenti dei conti e le fatture. Il Gruppo Credem, tra i principali istituti bancari italiani e tra i più solidi d’Europa, è quotato alla Borsa Italiana ed ha un total business a fine settembre 2022, tra raccolta complessiva e prestiti, pari ad oltre 130 miliardi di euro. Fonte: http://www.credem.it
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: imprese, servizio | Leave a Comment »
Transizione ecologica, c’è un gap comunicativo tra imprese e Tassonomia UE
Posted by fidest press agency su sabato, 3 dicembre 2022
C’è un forte disallineamento tra i dati ESG forniti dall’industria europea e i parametri indicati dalla Tassonomia europea, la classificazione introdotta nel 2020 nel contesto del Piano d’Azione per la Finanza sostenibile dell’Unione Europea, per individuare le attività economiche eco-sostenibili del vecchio continente e accelerarne la transizione ecologica al fine del raggiungimento degli obiettivi clima-energia. È il messaggio lanciato dal Primo Rapporto annuale di O-Fire, (“Osservatorio sulla Finanza d’Impatto e sue Ricadute Economiche”), l’Osservatorio sulla finanza sostenibile lanciato un anno fa dall’Università di Milano-Bicocca insieme a Banca Generali Spa e Aifi-Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt. Dal titolo ““Simplified reading” of the European taxonomy and first assessment of its implications”, il Rapporto è stato presentato questa mattina all’Auditorium “Guido Martinotti” dell’Università di Milano-Bicocca. Nel Rapporto, i ricercatori partono dallo stato di attuazione della Tassonomia e dall’attuale contesto economico, ambientale ed energetico, per valutarne il possibile impatto e le criticità. I ricercatori dell’Osservatorio hanno estratto, dal database MSCI a disposizione dell’ateneo milanese, un campione di aziende europee di grandi dimensioni (1.391 con fatturato complessivo di 10mila miliardi di dollari), per le quali sono disponibili oltre 800 variabili ESG di cui 370 relative all’ambiente (per esempio le emissioni, l’impronta di carbonio, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, i consumi di acqua, la biodiversità e l’uso del suolo).Tuttavia quello che i ricercatori hanno riscontrato è stato un disallineamento tra queste variabili e quelle contenute nei criteri di vaglio tecnico della Tassonomia, quei criteri che identificano le attività sostenibili, in grado quindi di dare un contributo sostanziale alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. «Non si tratta degli stessi parametri – puntualizzano i ricercatori di O-Fire – oppure si tratta degli stessi, ma il grado di dettaglio non è paragonabile a quello richiesto dalla Tassonomia». Se le variabili disponibili nel database consentono di stabilire, per esempio, quante aziende europee hanno implementato negli ultimi due anni un programma definito di efficienza energetica o hanno fissato dei target di abbattimento delle emissioni, non rendono tuttavia possibile quantificare la percentuale di imprese che possano ad oggi ritenersi compliant con la Tassonomia. L’analisi contenuta nel Rapporto ha d’altro canto evidenziato una maggiore resilienza degli investimenti sostenibili rispetto al mercato e una certa correlazione tra le performance ambientali e quelle finanziarie delle imprese, in particolare quelle energetiche. Dall’analisi di diverse fonti (Morningstar, Bloomberg e Ocse), l’Osservatorio ha rilevato come nel terzo trimestre del 2022 i fondi sostenibili abbiano avuto afflussi netti per 23 miliardi di dollari contro i 35 del trimestre precedente e i circa 80 del primo trimestre; gli investimenti convenzionali (fondi del mercato generalizzato), invece, hanno subito deflussi pari a circa 280 miliardi nel secondo trimestre e 200 miliardi nel terzo. I fondi sostenibili si sono mostrati dunque più resilienti alla crisi economica in atto. «Serve grande responsabilità e coordinamento da parte delle istituzioni per incanalare nella corretta direzione gli sforzi delle imprese nella transizione sostenibile – dichiara Andrea Ragaini, Vice Direttore Generale di Banca Generali –. Dopo una prima fase di forte crescita delle sensibilità ambientali e dell’offerta di investimenti ESG dagli asset manager che hanno coinvolto in modo variegato le attività economiche e produttive, serve ora focalizzarsi sulla definizione delle best practices e indirizzare in modo ancora più costruttivo questo percorso virtuoso. Gli operatori finanziari stanno esprimendo forte impegno in questa direzione e la collaborazione dei partner dell’Osservatorio testimoniano la determinazione in tal senso. Ringraziamo l’Università di Milano-Bicocca e tutte le persone coinvolte nel progetto per lo straordinario e meticoloso lavoro di analisi che traccia una linea importante su cui riflettere per le sfide future dell’industria degli investimenti sostenibili».
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: ecologica, imprese, transizione | Leave a Comment »
Governo Meloni conferma impegni, priorità è tutelare famiglie e imprese
Posted by fidest press agency su domenica, 13 novembre 2022
“In campagna elettorale avevamo chiaramente indicato che la priorità era intervenire con misure che consentissero alle famiglie e alle imprese di contrastare gli effetti prodotti dal caro energia. Un approccio pragmatico e realista che trova attuazione nei primi provvedimenti varati dal governo in queste settimane. In particolare, il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri stanzia i primi 9 dei 30 miliardi per fronteggiare gli effetti del caro bollette che si stanno ripercuotendo sui bilanci delle famiglie e delle imprese. Si tratta di una prima misura, che si completerà con la manovra che il governo sta preparando anche grazie all’interlocuzione con i sindacati e le imprese. L’ennesima conferma del buon governo messo in campo da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, con cui puntiamo a ripagare la fiducia che gli elettori ci hanno dato con il voto del 25 settembre”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Posted in Politica/Politics | Contrassegnato da tag: famiglie, governo, imprese, meloni | Leave a Comment »
Le imprese e le alternative più efficaci alla giustizia ordinaria
Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 novembre 2022
La Camera di commercio Pordenone-Udine organizza un approfondimento per presentare alle imprese gli strumenti alternativi alla giustizia ordinaria – come la mediazione e la conciliazione -, che consentono di risolvere molti tipi di controversie risparmiando tempo e costi. L’approfondimento è in programma per oggi mercoledì 9 novembre dalle 14.45 nella Sala Valduga della Camera di commercio Pordenone-Udine (sede di Udine – ingresso piazza Venerio, 8).Le procedure alternative alla giustizia ordinaria hanno sempre più rilievo nelle politiche dell’Unione Europea e nazionali. Lo stesso Pnrr indica tra le priorità un potenziamento degli strumenti alternativi al processo. La mediazione, in particolare, è strumento principe, e la Camera di Commercio Pn-Ud ne gestisce le procedure in quanto Organismo di mediazione iscritto nell’apposito elenco del Ministero di Giustizia. La mediazione civile e commerciale consente di risolvere le controversie su diritti disponibili in modo semplice ed efficace, con l’intervento di un mediatore che facilità l’accordo tra le parti. Al workshop di oggi, dopo i saluti introduttivi del presidente camerale Giovanni Da Pozzo, interverrà l’avvocato Carlo Strada, presidente del Consiglio direttivo della Camera arbitrale della Cciaa, sugli strumenti offerti dall’ente alle imprese per la soluzione dei conflitti. Sull’esigenza delle imprese in situazioni di conflitto interverrà poi il direttore di Confapi Fvg e consigliere camerale Lucia Cristina Piu, mentre sul ruolo dell’avvocato a supporto del cliente nella mediazione-conciliazione ci sarà l’avvocato Giovanni Ortis. Il ruolo del commercialista nell’accompagnare l’impresa in mediazione sarà invece affrontato dalla commercialista Michela Colin mentre la gestione della procedura di mediazione da Rosa Mossenta, responsabile del servizio “Conciliazione e arbitrato” della Camera di commercio. Modererà l’incontro Stefano Azzali, direttore della Camera Arbitrale di Milano. Per partecipare all’incontro basta iscriversi online tramite il sito camerale nella sezione dell’Agenda dedicata all’evento. Per ulteriori informazioni è a disposizione la Segreteria organizzativa ai numeri 0432.273291 e 0434.381258 Iscrizioni tramite il sito http://www.pnud.camcom.it
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: giustizia, imprese, ordinaria | Leave a Comment »
Calano del 4,6% le richieste di finanziamento dalle imprese nel III trimestre
Posted by fidest press agency su lunedì, 7 novembre 2022
Superata l’emergenza liquidità, che aveva duramente colpito le imprese durante la fase più critica della pandemia inducendole ad incrementare la provvista di credito, nel III trimestre del 2022 il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane ha fatto segnare una flessione del -4,6% rispetto al corrispondente periodo 2021. Entrando nel dettaglio, la dinamica in atto riguarda principalmente le imprese individuali che, nel periodo preso in esame, fanno segnare un -11,9%, mentre le richieste provenienti dalle società di capitali si sono mantenute sostanzialmente stabili (-0,8%). Al contempo si riscontra una decisa crescita dell’importo medio richiesto, (+18,45%), che si è attestato a 123.691 euro. Per quanto riguarda le imprese individuali, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico e produttivo nazionale, l’importo medio dei finanziamenti richiesti è risultato pari a 36.374 euro (in calo del -2,6% rispetto al corrispondente periodo 2021) contro i 163.891 euro delle società di capitali (+17,7%). Queste le principali evidenze che emergono dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF, nel quale vengono analizzate in modo puntuale le istruttorie di finanziamento registrate in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: finanziamento, imprese, richieste | Leave a Comment »
SAFEBREATH.NET: nuova rete d’imprese si presenta in conferenza stampa
Posted by fidest press agency su lunedì, 7 novembre 2022
Rimini Fiera ecomondo martedì 8 novembre alle ore 12 nella sala blu. Chairman: NICOLA SALDUTTI – Caporedattore Economia Corriere della Sera. Introduzione: FABRIZIO STELLUTO – Vicepresidente Vicario U.N.A.R.G.A. (Unione Nazionale Associazioni Regionali Giornalisti Ambientali) E seguono BRUNO FERRARESE Co-Presidente Idrobase Group – Borgoricco (PD), PAOLO MION Ceo Mion Ventoltermica Depurazioni – Maserada sul Piave (TV) ALBERTO SIBILIA Managing Director Sibilia – Castelletto Sopra Ticino (NO)
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: imprese, rete | Leave a Comment »