A cura di Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management. Riteniamo che l’allarme recessione sia (quasi) rientrato. Persiste tuttavia una dicotomia di percezione che si riflette nelle previsioni: la Fed stima che il PIL 2023 si attesterà al +0,4%, mentre il Fmi all’1,6%. Crediamo siano tre gli elementi di ottimismo che influenzeranno la direzione della crescita economica nel 2023: le conseguenze positive della riapertura cinese, il raffreddamento dei costi energetici europei e l’evoluzione della politica monetaria statunitense.Il quarto elemento che potrà influenzare la congiuntura nel 2023 è la nuova potenziale instabilità finanziaria messa in luce dalla recente crisi delle banche americane. In Cina, il PIL del primo trimestre è cresciuto del 4,5%, le stime per il 2023 si stanno adeguando al rialzo con il consenso degli analisti oramai al di sopra dell’obiettivo del 5% perseguito dal Politburo L’attenzione in Europa rimane sull’evoluzione del quadro inflazionistico, con la voce imputabile ai costi per l’energia in calo, ma con ancora alcune componenti (tra cui gli alimentari) che incorporano gli effetti delle aspettative crescenti di costo registrate negli scorsi mesi La crisi bancaria del mese di marzo ha messo in evidenza le implicazioni e i rischi di una campagna di “tightening monetario” eccessivamente rapida ed aggressiva da parte delle banche centrali – 475 punti base di rialzi sull’orizzonte di un anno nel caso della Federal Reserve.Basando la nostra riflessione su una serie di parametri allargati, riteniamo che l’allarme recessione sia (quasi) rientrato. Sebbene vediamo la Fed di Cleveland indicare le probabilità di recessione al 64%, con riferimento alla lettura degli andamenti delle curve dei rendimenti, crediamo che una simile previsione rischi di essere inaffidabile in un contesto inflattivo del tutto inedito come quello attuale, caratterizzato da un picco post-pandemico in via di riassorbimento (con ripercussioni simili sul sentiero dei tassi).Come già rimarcato a inizio anno, crediamo siano tre gli elementi di ottimismo che influenzeranno la direzione della crescita economica 2023: 1) le conseguenze positive della riapertura cinese 2) il raffreddamento dei costi energetici europei e 3) l’evoluzione della politica monetaria statunitense che sembra avvicinarsi a un epilogo della propria stretta monetaria, sebbene la dinamica occupazionale desti ancora qualche preoccupazione. Dopo un primo trimestre intenso, la geografia del nostro Outlook si conferma la medesima, con qualche considerazione in più data dai recenti sviluppi sulla stabilità del sistema bancario sia negli Stati Uniti che nel Vecchio Continente, dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank, Signature Bank e Credit Suisse.
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Cina, energia, occupazione e credito: i quattro punti cardinali del 2023
Posted by fidest press agency su venerdì, 5 Maggio 2023
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Come funziona la produzione di energia dall’idrogeno
Posted by fidest press agency su lunedì, 1 Maggio 2023
Nel quadro della riduzione delle emissioni per la produzione energetica, l’idrogeno sta acquistando una rilevanza sempre maggiore. Si tratta dell’elemento più presente nell’universo, dato che ne costituisce il 75%.L’idrogeno però non può essere semplicemente sfruttato così come si trova in natura. Va infatti estratto da molecole più complesse e questo processo richiede innanzitutto un consumo di energia. Dal momento che deve essere prodotto e raccolto da un’energia precedente, non si tratta propriamente di una fonte energetica bensì di un vettore. Attualmente, sono numerosi i metodi che vengono utilizzati per la sua produzione a seconda della fonte da cui viene estratto. Si ottiene attraverso processi sul gas naturale, sul carbone e sulla lignite, tutti processi che generano forti emissioni di anidride carbonica. Per rendere la sua produzione più sostenibile, sono possibili due alternative: la prima è attraverso la cattura di Co2 emessa durante il processo di refining del gas naturale (il cosiddetto idrogeno blu) oppure attraverso la scissione della molecola d’acqua attraverso l’elettrolisi sfruttando energia elettrica rinnovabile (idrogeno verde).
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Energia: l’estensione del bonus alle famiglie numerose con reddito fino a 30mila euro è pura propaganda
Posted by fidest press agency su domenica, 2 aprile 2023
Sono tante le novità di questi giorni in tema di energia, a partire dalla riduzione delle tariffe dell’elettricità per i clienti sul mercato tutelato del 55,3% per il prossimo trimestre.Si parla molto, in queste ore, anche dell’intervento che amplia la platea dei bonus sociali elettricità e gas per le famiglie numerose, con almeno 4 figli a carico, innalzando il livello Isee a 30mila euro. Una misura più propagandistica che altro, dal momento che riguarda una platea strettissima: molto meno dell’1% delle famiglie italiane.È evidente che si tratta di un provvedimento con cui si tenta di “coprire” e distogliere l’attenzione dalla mancata sterilizzazione degli oneri di sistema sull’energia elettrica, che riguarda una platea molto più vasta e che ha ricadute importanti: tali oneri pesano in bolletta, nel prossimo trimestre, per il 12,7%. Ecco perché continuiamo a chiedere al Governo di fare dietrofront su tale versante, per aiutare le famiglie in una fase ancora delicata, in cui è prematuro ogni tipo di smobilitazione dei sostegni. Inoltre, è indispensabile operare una profonda revisione e riforma di tali oneri, su cui ancora gravano voci obsolete, ingiustificate, oppure componenti che, per maggiore equità, dovrebbero essere spostate sulla fiscalità generale (come, ad esempio, il finanziamento alle fonti rinnovabili).
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Bollette energia. Provvedimenti a scadenza e niente riforme
Posted by fidest press agency su sabato, 1 aprile 2023
Il governo ha deciso di continuare a dare una mano per le bollette energetiche. Ma. Continuano le agevolazioni per l’energia alle famiglie con un Isee inferiore a 15mila euro. L’iva del gas continuerà ad essere al 5% fino a fine giugno, estendendola al teleriscaldamento. Ci sarà un bonus per gli ultimi tre mesi dell’anno se la media del gas naturale all’ingrosso supererà una certa media. Per la luce tornano invece gli oneri di sistema. Evidentemente quanto fatto con le accise della benzina è stato valutato positivamente, anche se l’inflazione in questi mesi ha toccato livelli sconosciuti da decenni. Lo possiamo definire il governo dell’oggi, in grado di mettere un piatto in tavola per il pranzo del giorno ma che per domani non sa proprio come fare. Provvedimenti che mantengono un equilibrio facendo anche fede alle riduzioni dei mercati energetici, ormai verso la fine della dipendenza dalla Russia. Non riforme, ma provvedimenti. Riforme sono, per esempio, abolire gli oneri di sistema che non si capisce perché debbano essere pagati dagli utenti piuttosto che dai venditori e produttori. Il motivo è chiaro: è più facile disquisire di prezzi energetici senza gli oneri di sistema, così si hanno all’apparenza prezzi più bassi. Ma, chiamiamoli come volete, sono sempre costi in carico agli utenti finali che non si mettono a scorporare le bollette illeggibili, ma guardano la cifra complessiva che viene loro richiesta. Se qualcuno avesse creduto che con la stabilizzazione dei mercati energetici si sarebbe un po’ calmato l’allarme e l’altalena, occorre ricredersi. Dal governo non arrivano riforme strutturali ma sono un vivere alla giornata. VIncenzo Donvito Maxia – president Aduc
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Energia nel Dl aiuti-quinquies: manca all’appello la sterilizzazione degli oneri di sistema
Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023
Sempre più vicina, nel decreto Aiuti-quinquies, la proroga degli aiuti per altri tre mesi del bonus sociale sulle bollette per le famiglie con Isee fino a 15.000 euro. Secondo le prime ipotesi sarebbe prolungata fino a giugno anche l’aliquota agevolata IVA al 5% sul gas e sarebbe allo studio dell’esecutivo anche una possibile riforma della bolletta, differenziandola in base ai consumi di elettricità, nonché, per le imprese, l’applicazione di un credito di imposta che varia in base ai consumi.Provvedimenti necessari e in alcuni casi doverosi, che rappresentano un sostegno indispensabile in questa fase ancora estremamente delicata, soprattutto per le famiglie.A quanto pare, però, il Governo si è dimenticato di un provvedimento fondamentale e imprescindibile su questo fronte: la sterilizzazione degli oneri di sistema, che pesano in maniera eccessiva sulle bollette delle famiglie, specialmente per quanto riguarda l’energia elettrica.Ci auguriamo si tratti solo di una “svista”, che auspichiamo venga corretta al più presto, in attesa della definizione di una profonda revisione di tali oneri e dell’intero sistema di tassazione sulle bollette, che elimini voci obsolete e ne sposti altre sulla fiscalità generale. Reintrodurre gli oneri di sistema, infatti, significherebbe non solo azzerare i benefici determinati dalla lenta riduzione dei costi della materia prima, ma addirittura determinare ulteriori aumenti, di oltre 300 euro, che graveranno pesantemente sulle tasche delle famiglie. Per questo motivo torniamo a ribadire la necessità di un confronto immediato con il Governo, attraverso l’apertura di un tavolo con le Associazioni dei consumatori per definire le misure più opportune e adeguate ad aiutare le famiglie, ascoltando la voce di chi da sempre ne rappresenta le esigenze e gli interessi.
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La Cina domina nella produzione di apparecchiature per l’energia pulita
Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023
A cura di Irene Lauro, Environmental Economist, Schroders.Mentre Unione Europea e Stati Uniti hanno iniziato solo di recente a studiare forme di intervento statale per sostenere la produzione di energia pulita, la Cina domina già la scena.Si stima che la spesa per la politica industriale sia stata di oltre 240 miliardi di dollari nel 2019. Si tratta di una cifra tre volte superiore a quella degli Stati Uniti e nove volte superiore a quella del Giappone.I dati dell’IEA (l’Agenzia internazionale dell’energia) evidenziano che la Cina domina la lavorazione di molti minerali fondamentali per la produzione di tecnologie green. Ha una quota del 70% circa della lavorazione globale del cobalto e del 60% del litio e del nichel. Le aziende cinesi hanno iniziato a investire in Paesi ricchi di minerali come la Repubblica Democratica del Congo già nel 2006. Il sostegno politico sostenuto ha anche aiutato la Cina a prendere il controllo della produzione mondiale di tecnologie prodotte in serie.L’economia asiatica rappresenta oltre il 70% della capacità produttiva globale di pannelli solari e batterie. È anche il maggior produttore di capacità eolica e di pompe di calore, rispettivamente il 58% e il 38% di questi mercati.Con l’avanzare della transizione energetica, il ruolo della Cina nelle catene globali del valore per la produzione di apparecchiature utilizzate per generare energia pulita e rinnovabile è destinato ad espandersi nel prossimo decennio. Nel suo ultimo rapporto Energy Technology Perspectives 2023, l’IEA mostra che “Nel 2030, la Cina da sola sarebbe in grado di rifornire l’intero mercato globale dei moduli fotovoltaici solari, un terzo del mercato globale degli elettrolizzatori e il 90% delle batterie EV del mondo”.Questa concentrazione della produzione in Cina rappresenta chiaramente un rischio per i piani di decarbonizzazione delle economie avanzate. La pandemia di Covid ha già evidenziato la necessità per i Paesi di costruire catene di approvvigionamento più resilienti, poiché la loro interruzione e le conseguenti strozzature possono creare significative pressioni inflazionistiche.L’energia rinnovabile è una fonte di energia infinita e senza vincoli che può portare a una maggiore sicurezza energetica in molti Paesi e, in ultima analisi, a costi molto più bassi. Tuttavia, l’attuale struttura delle catene globali del valore fa sì che lo sviluppo delle infrastrutture di cui i Paesi hanno bisogno per usufruire dell’elettricità prodotta dal vento e dal sole sia esposto a rischi geopolitici.
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Tavolo nazionale energia
Posted by fidest press agency su venerdì, 23 dicembre 2022
L’ultima rilevazione dei corrispettivi di energia al dettaglio praticati alle PMI sul mercato libero, realizzata da Unioncamere e la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con BMTI e REF Ricerche e riferita al quarto trimestre 2022, fotografa andamenti diversificati dei prezzi dell’energia a seconda delle tipologie contrattuali. Nel dettaglio, i contratti annuali multiorari (tre prezzi per fascia) per imprese con consumi fino a 50 MWh/anno, a prezzo fisso con avvio a ottobre 2022, presentano corrispettivi intorno a 262,2 euro/MWh nella fascia oraria diurna (F1), 268,4 euro/MWh nella fascia serale (F2) e a 203,5 euro/MWh nella fascia notturna (F3). Rispetto al terzo trimestre 2022 si documenta rispettivamente una diminuzione dei prezzi del -48,5% per F1, -45,7% per F2 e -49,9 per F3.Sul fronte del gas naturale il prezzo dei contratti annuali a corrispettivo fisso risulta in forte aumento (+47,1% congiunturale), per un profilo di consumo fino a 50 mila/mc all’anno, configurando prezzi fissi per il micro-consumatore pari a circa 193,3 eurocent/mc.Volgendo lo sguardo al mercato all’ingrosso italiano, si registra un forte rialzo sia per i prezzi all’ingrosso dell’energia (+75,5% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno), sia per il gas naturale (+67,3%). Tuttavia, nelle ultime settimane è stata registrata una decrescita accentuata dei prezzi delle materie prime pari, ad esempio, al -50,8% per il PUN (l’indicatore del prezzo all’ingrosso dell’energia), ad ottobre rispetto a settembre.La rilevazione svolta si inserisce in uno scenario economico caratterizzato da un recente peggioramento generalizzato delle condizioni finanziarie, bilanciato tuttavia da timidi segnali di miglioramento dal lato dell’offerta. Dopo mesi estivi di fortissimi aumenti sul mercato all’ingrosso delle materie prime energetiche, nel secondo semestre dell’anno si sono manifestati i cosiddetti effetti second round, con l’aumento dei prezzi al consumo che ha fatto seguito all’aumento dei costi sostenuti dalle imprese. Tuttavia, i segnali positivi arrivano dal lato dell’offerta: i fattori all’origine degli shock hanno, nelle ultime settimane, dato accenni di rientro. Nonostante ciò, nei prossimi trimestri potrebbe verificarsi una ulteriore fase di indebolimento della domanda. La reale portata dell’aumento dei costi energetici sull’occupazione sarà più chiara nelle settimane a venire.
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Capital Group: Europa nel 2023, le prospettive della domanda di energia potrebbero significare una recessione più lieve
Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 dicembre 2022
A cura di Robert Lind, Economista di Capital Group. All’interno dell’industria, i settori che utilizzano maggiormente il gas sono quelli della raffinazione, della chimica e dei metalli/minerali, che in genere rappresentano il 60%-65% della domanda. Dopo la crisi energetica, tuttavia, hanno sostituito il gas naturale con altre fonti energetiche. Le società si sono orientate verso l’olio combustibile, il propano, la nafta o il gasolio al posto del gas. Uno dei fattori di questa sostituzione è stato il prezzo. Prima dell’impennata dei prezzi indotta dal conflitto tra Russia e Ucraina, il gas dell’UE era di gran lunga più economico (e più pulito) di altri prodotti derivati dal petrolio. Poiché i prezzi del gas rimangono più alti dei livelli pre-crisi (nonostante i recenti cali), questi prodotti concorrenti sembrano più convenienti. Non sembra esserci un vero e proprio svantaggio in termini di costi, bensì un risparmio sostanziale di gas, che sembra essere stato ignorato dal mercato.Sebbene il quadro della domanda appaia più positivo, l’AIE afferma che la totale chiusura delle forniture di gas russo all’UE e la ripresa delle importazioni cinesi di gas naturale liquefatto (GNL) ai livelli del 2021 potrebbero risultare impegnativi. Le minori importazioni di GNL della Cina nei primi 10 mesi di quest’anno sono state determinanti per una maggiore disponibilità per l’Europa, il che ha contribuito a compensare la diminuzione di gas proveniente dalla Russia. Ma se le importazioni di GNL della Cina tornassero ai livelli del 2021, rappresenterebbero oltre l’85% dell’aumento previsto dell’offerta di GNL globale.Una recessione meno marcata potrebbe in ultima analisi sbloccare il valore dei titoli azionari europei. Dalla crisi del debito europeo all’inizio del 2010, si è registrata una marcata divergenza nelle valutazioni relative dei mercati statunitensi ed europei. Di fronte al perdurare dell’incertezza su questa situazione, sui prezzi dell’energia e sul loro impatto sulle economie, c’è il rischio che i titoli azionari europei rimangano una value trap (o trappola di valore ovvero quando qualcosa appare appetibilmente a buon mercato ma il prezzo continua a scendere). Tuttavia, ci sono altre tre condizioni che potrebbero contribuire a innescare un riclassamento, in cui le azioni raggiungono valutazioni più elevate. Tuttavia, una volta che le aspettative sugli utili si saranno adeguate, i titoli azionari europei avranno maggiori possibilità di rivalutarsi. (abstract by http://www.verinieassociati.com)
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Riffeser (FIEG): apprezzamento per la campagna sui giornali sull’uso dell’energia
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 dicembre 2022
“I giornali costituiscono un mezzo efficace di comunicazione ai cittadini”, ha rilevato il Presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Riffeser Monti, commentando la campagna della società Terna per sensibilizzare sull’utilizzo consapevole, razionale e virtuoso dell’elettricità. “Molte imprese, anche del settore pubblico allargato, fra le quali Poste ed Enel, utilizzano costantemente la stampa consapevoli dell’importanza di utilizzare canali autorevoli per comunicare in maniera diretta ed approfondita con cittadini, utenti e clienti. Gli editori italiani – ha concluso il Presidente della Fieg – sono impegnati ad offrire strumenti di informazione corretta, attendibile e verificata che rappresentano anche utili strumenti per comunicare con i cittadini”.
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Il caro energia spinto dalla guerra in Ucraina e l’inflazione alta accorciano la lista dei regali di Natale
Posted by fidest press agency su lunedì, 19 dicembre 2022
Spingono verso doni utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, che stima una spesa media pro capite di 160 euro (-8% rispetto allo scorso anno) per gli acquisti da mettere sotto l’albero e conferma il primato del cibo come idea regalo delle festività. A spiccare tra i doni preferiti è soprattutto il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio -osserva Cia- che compare nella lista dei desideri di oltre 12 milioni di famiglie, quasi il 50% del totale. Quest’anno, però, il cesto natalizio classico è in versione taglia ridotta, a causa dei rincari, ma sempre riempito di eccellenze tipiche e locali. Messe via le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva -prevede Cia- compresa tra i 600 e i 650 milioni di euro. Cambiano anche le modalità di acquisto. Sono in tanti a scegliere sempre più spesso lo shopping natalizio nelle botteghe e nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+10%), che assicurano la qualità a un giusto prezzo, con le aziende Cia associate alla Spesa in Campagna in prima fila, nelle aree rurali come in città, per non far mancare sulle tavole degli italiani il meglio delle produzioni agricole regionali che fanno grande la cucina delle feste.
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Procedimenti istruttori a carico di 7 società di energia
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 dicembre 2022
Federconsumatori esprime grande soddisfazione per i sette provvedimenti dell’Autorità Antitrust adottati nei confronti di Eni, Enel, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie, disponendo la sospensione delle variazioni unilaterali dei contratti in essere che avrebbero comportato aumenti pesantissimi sulle bollette di milioni di utenti.I provvedimenti, che si aggiungono ai quattro già precedentemente emanati a ottobre nei confronti di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti Energia, evidenziano i comportamenti scorretti delle aziende di energia, in entrambi i casi segnalati da Federconsumatori.Fin dalle prime denunce ricevute dagli utenti, la nostra associazione ha presentato diversi esposti a AGCM attraverso alcune sue strutture regionali, chiedendo l’applicazione autentica del Decreto Aiuti bis il quale vieta tutte le variazioni contrattuali fino al 30 aprile 2023. In questa sede abbiamo richiesto severi provvedimenti nei confronti delle aziende che hanno deliberatamente ignorato il dispositivo di legge, in una fase così difficile per i cittadini.Alla luce dei procedimenti odierni ci aspettiamo, ora, che tutte le aziende rispettino il Decreto: Federconsumatori proseguirà la sua azione inibitoria nei confronti di tutte le aziende che continueranno a comportarsi in maniera scorretta e ad applicare aggravi illegittimi a carico dei cittadini.
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Antitrust versus gestori energia. Occorre andare pesanti per farli smettere
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 dicembre 2022
Antitrust ha deciso di avviare istruttoria contro alcuni gestori per la violazione della norma (decreto Aiuti) che blocca le modifiche unilaterali dei contratti energetici fino al 30 aprile 2023 e su cui era anche intervenuta, con Arera, per specificare diritti e doveri. Si tratta di una ulteriore istruttoria oltre quella già predisposta in precedenza per altri gestori. Sono mesi, da quando c’è questa sospensione delle modifiche unilaterali, che quasi tutti i gestori continuano a imporle, giocando sulla poca informazione degli utenti e sul fatto che l’impazzimento dei prezzi del mercato energetico ha spesso fatto perdere cognizione di causa ed effetti ai loro utenti. Le segnalazioni che ci sono giunte sono molteplici e in diversi casi, per far tornare alla ragione della norma i gestori, siamo stati costretti anche a ricorrere alla specifica Autorità Arera.Come sempre questi gestori giocano sul fatto che, a fronte delle enormi quantità di utenti a cui hanno cercato di imporre questo cambio, a rendersi conto e fare opposizione sono una parte molto limitata. Per questo i gestori sono consapevoli che val la pena, quand’anche e quando saranno sanzionati, di violare le norme: i ricavati delle violazioni sono stratosfericamente superiori alle sanzioni. Ed è per questo che, oltre a comminare sanzioni che siano proporzionali al business illecito che è stato generato, sarebbero opportuni anche provvedimenti di blocco della loro attività.Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it
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Caro energia, Fossi (Pd): “Sostenere i Comuni utilizzando le risorse accantonate”
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 dicembre 2022
“Il caro energia ha aggravato una crisi che stanno pagando imprese, lavoratori, famiglie, Terzo settore. Come promesso in campagna elettorale, ho presentato un emendamento alla manovra economica per concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare parte di quanto accantonato nel Fondo Crediti Dubbia Esigibilità (Fcde), per poter finanziare contributi a beneficio di quei soggetti maggiormente in difficoltà”. Ad annunciarlo è il deputato del Pd Emiliano Fossi. “I rincari energetici stanno mettendo in ginocchio Terzo settore, famiglie e imprese: rischiamo di veder scomparire parte delle associazioni di volontariato e con loro un fondamentale pezzo di welfare su cui si poggia la Toscana, come gran parte dell’Italia. Se il mio emendamento venisse approvato – dice Fossi – i Comuni potrebbero svincolare una percentuale del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità, destinando quelle risorse alle categorie più bisognose. Per recuperare i fondi, si può pensare anche a introdurre strumenti ancora più efficaci per il contrasto all’evasione fiscale”.Una mossa che in Toscana, ad esempio, permetterebbe di sbloccare qualche centinaio di milioni di euro, dato che tutti i Comuni sono obbligati per legge ad accantonare soldi per coprire i vuoti di bilancio per le multe e le tasse non riscosse. “Gli enti locali – spiega Fossi illustrando l’emendamento – potrebbero determinare con propria delibera entro il 31 marzo 2023 la definizione agevolata dei crediti in essere al 31 dicembre 2021, relativi alle proprie entrate tributarie e patrimoniali, consentendo il pagamento senza applicazione di sanzioni ed interessi. Potrebbero consentire la rateizzazione del pagamento entro un massimo di 60 mesi con cadenze trimestrali con importi non inferiori a 5 mila euro, da garanzia fideiussoria o ipoteca cautelare. In caso di pagamento in unica soluzione il debito verrebbe ridotto del 20%. Gli enti locali che adottano il provvedimento potrebbero ridurre il valore del fondo crediti di dubbia esigibilità, oggetto di accantonamento nel bilancio di previsione e nel rendiconto di gestione dal 2023 al 2027, di un importo pari all’80% del valore stimato”.
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Fusione: Rojc (Pd), è obiettivo importantissimo
Posted by fidest press agency su venerdì, 16 dicembre 2022
“Una notizia di cui occorre valutare bene le dimensioni e la portata ma che comunque indica un obiettivo importantissimo per tutta l’Europa e per il nostro Paese. Senza smettere di implementare tutte le rinnovabili, la mobilitazione per la ricerca nel campo della fusione nucleare farà la differenza. Questo orizzonte di ricerca può permettere di lasciarci definitivamente alle spalle le vecchie fonti di energia fossili e nucleari, rischiose e inquinanti”. Lo dichiara la senatrice Tatjana Rojc (Pd), commentando la notizia che gli scienziati sono stati in grado, per la prima volta nella storia, di produrre una reazione di fusione nucleare, nel laboratorio americano di Lawrence Livermore National Laboratory.
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GAM: Quale sarà il futuro dei mercati europei dell’energia?
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 novembre 2022
A cura di Niall Gallagher, Investment Director European Equities di GAM Investments.Come siamo giunti a questa situazione? Vale la pena di fare un passo indietro e riflettere su alcuni elementi che sono importanti per formulare una valutazione della crisi dell’energia. Primo, il prezzo del gas è molto alto rispetto ai dati storici e rispetto ai fondamentali dell’energia. Vale inoltre la pena di sottolineare che i prezzi del gas sono alti in Europa e nel Regno Unito rispetto ad altre regioni del mondo. Inoltre, hanno fatto salire anche il prezzo dell’elettricità in Europa che è alto rispetto ai dati storici. Molto è stato detto e scritto sulle ripercussioni dell’invasione russa in Ucraina. Ai politici conviene dare la colpa ad altri per assolvere se stessi. In realtà, molte delle problematiche nel campo del gas e dell’elettricità esistevano già da molto tempo. Il sistema dell’energia in Europa presenta alcune importanti fragilità, e ciò dipende in parte da un processo di transizione difettoso.Con questo non intendiamo minimizzare l’importanza della transizione, né dire che non serve ridurre le emissioni di carbonio nel nostro sistema energetico. Ma, se la transizione non venisse fatta in modo efficace, potrebbero verificarsi situazioni come quelle viste nel 3° trimestre che, a nostro giudizio, sono il risultato diretto di una politica dell’energia inefficace per un periodo di tempo prolungato in tutto il continente europeo. Ci sono inoltre importanti divergenze tra mercati e regioni del mondo per quanto concerne i prezzi dell’energia. Mentre gli Stati Uniti hanno registrato un aumento del prezzo del gas dalla pandemia di poco inferiore al 400%, in Europa l’incremento si avvicina al 2000%. Il sistema dell’elettricità suscita molto interesse da parte della stampa, in particolare l’idea che sia il gas a stabilire il prezzo dell’elettricità. C’è molta confusione in merito. È un concetto economico fondamentale per cui il bene più conveniente taglia fuori il più costoso. Tale ragionamento ha funzionato in un sistema elettrico tradizionale che era stato progettato sostanzialmente per il passaggio dal carbone al gas, mentre il nucleare è sempre operativo. La fonte più conveniente tra carbone e gas avrebbe avuto la meglio sull’altra. Le difficoltà sono subentrate per il modo in cui si calcola il prezzo del carbonio, per esempio attraverso l’introduzione dei sistemi di scambio delle emissioni che riflettono la maggiore intensità di carbonio del carbone rispetto al gas. Pertanto l’arbitraggio ovvero lo switch tra carbone e gas non ha più funzionato. Inoltre, le rinnovabili sono intermittenti. Tutto ciò significa che il gas è diventato molto più importante nel mix dell’energia e dunque è sempre più determinante per il prezzo dell’elettricità. Cosa significa tutto ciò? Per una famiglia media nel Regno Unito, per esempio, i prezzi dell’energia sono aumentati moltissimo, nonostante il governo abbia imposto un cap sulle bollette. Ciò potrebbe portare molte persone a spendere una parte cospicua del proprio reddito al netto delle imposte per le bollette dell’energia, con ripercussioni sui consumi. Per le famiglie a più basso reddito potrebbe rivelarsi catastrofico, senza tener conto anche dell’impatto sulle piccole imprese.Questi costi riguardano l’intera Europa che è esposta alle stesse problematiche del Regno Unito, anche se non necessariamente allo stesso modo relativamente alle bollette. Un’implicazione a più lungo termine è che, se il costo del gas e dell’elettricità in Europa è pari a molti multipli del prezzo negli Stati Uniti e in Asia, ciò potrebbe portare a una profonda deindustrializzazione in Europa. Come abbiamo citato prima, i governi vorrebbero farci credere che la crisi dell’energia sia stata accelerata dalla Russia. La Russia ha invaso l’Ucraina, ha smesso di fornire gas all’Europa, pertanto dobbiamo dare la colpa ai russi. Ma non è così semplice. Gli investimenti in gas e petrolio sono diminuiti di circa due terzi dal 2014. Le pressioni ambientali spingono giustamente le società petrolifere e del gas a non investire in tali risorse, ma ciò accade in una fase in cui la domanda è ancora in crescita su scala globale, trainata dallo sviluppo nei mercati emergenti e dalla crescita della popolazione mondiale. Speriamo di allontanarci rapidamente dal gas e dal petrolio, tuttavia, è un processo che va gestito bene. Dobbiamo riconoscere che l’80% della popolazione vive ancora nei Paesi emergenti, dove la domanda crescerà mentre cercano di recuperare rispetto ai Paesi più avanzati. La transizione energetica non è facile. Le autorità devono iniziare a pensarci seriamente. Per molto tempo le politiche dell’energia sono state inadeguate. I policymaker devono puntare a una transizione energetica ben pianificata per allontanarci da un sistema dell’energia fragile come quello emerso negli ultimi anni. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)
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Giornate dell’energia a Trevi
Posted by fidest press agency su sabato, 12 novembre 2022
Trevi (Pg) 1-3 dicembre, Complesso di Villa Fabri “Energia, mobilità, riciclo, riuso, talenti. Il coraggio di un futuro giusto e sostenibile” è il tema della 6a edizione delle Giornate dell’energia e dell’economia circolare proposte da World Energy Council Italia con il patrocinio di FAST e UGIS e la collaborazione della LUISS School of Government e dell’Associazione nazionale per il clima.
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Inflazione, energia e crisi: per il Prof. Mele: “Servono interventi non convenzionali”
Posted by fidest press agency su martedì, 1 novembre 2022
E’ stata un’ investitura lampo quella che ha portato alla formazione del nuovo governo di centro-destra guidato dalla Premier Meloni. Tuttavia, ora arriva il momento più delicato ossia quello delle scelte per affrontare gli innumerevoli problemi del paese. In questo momento, infatti, se da una parte la premier dovrà tentare di accelerare l’iter delle riforme programmate superando le varie fibrillazioni che potranno presentarsi nella coalizione stessa, dall’altra la compagine creata con i neo eletti ministri si troverà ad affrontare un percorso tutto in salita.Se per l’inflazione è intervenuta non tempestivamente la Banca Centrale Europea attraverso misure monetarie restrittive, per il problema dell’aumento dei prezzi legati alla crisi energetica gli ostacoli a livello Europeo continuano ad essere numerosi relativamente alla scelta di una politica comune sul price-cap dove gli interventi risultano essere, invece, somministrati a dosi omeopatiche. Secondo l’economista “il Governo dovrà trovare subito almeno 8 miliardi di euro per prorogare gli sconti sull’IVA e le accise per la benzina e, in aggiunta, per continuare a mantenere l’IVA al 5% sul Gas. A queste, poi, bisognerà recuperare altre risorse se si vorrà confermare il taglio al cuneo fiscale e continuare a sostenere famiglie ed imprese in gravi difficoltà. Le manovre che attuerà il nuovo governo, tuttavia, rappresentano misure cosiddette cuscinetto”. Continua il Professore, “bisognerà escogitare l’attuazione di una politica economica non-convenzionale per risolvere il problema dell’inflazione alla radice. Queste scelte non convenzionali potrebbero basarsi, come fece notare la Prof.ssa Weber nove mesi fa, implementando l’attuale politica economica con quella del controllo dei prezzi su alcuni beni e servizi strategici attraverso l’imposizione di un tetto massimo al quale affiancare una tassazione vera e mirata sugli extra-profitti. In tal modo sarebbe possibile generare un gettito di bilancio utilizzabile per aiuti alla famiglie ed imprese senza ulteriori scostamenti”. “Infine, e lo ripeto da tempo, sarebbe necessario un sistema di centralizzazione degli acquisti del gas da parte dell’Acquirente Unico SPA in grado di applicare un prezzo predeterminato a livello ministeriale. Una misura, questa, non discriminatoria che sulla base di un prezzo calmierato potrebbe garantire la copertura dei costi sostenuti per l’erogazione del servizio in maniera più equa.”, conclude il Prof. Mele.
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Codici: il mercato energia sta diventando un far west
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2022
Bene l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato su Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti. Questo il commento dell’associazione Codici in merito ai provvedimenti cautelari emessi dall’Antitrust nei confronti delle quattro società per illegittime modifiche unilaterali al prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale.“In passato – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – abbiamo denunciato più volte le lacune del mercato energia. Una giungla per i consumatori, costretti a farsi largo tra trappole e situazioni poco chiare. Adesso, però, si sta superando il limite. I nostri Sportelli ricevono quotidianamente segnalazioni da utenti che si ritrovano con bollette dai conti che non tornano e contratti improvvisamente e stranamente modificati, per non parlare di quelli nuovi attivati senza alcuna comunicazione. Tutto questo in una situazione generale già di per sé difficile e caotica a causa dei rincari. Per questo rivolgiamo un plauso all’Antitrust per gli interventi e le verifiche. Continueremo a sostenere il lavoro dell’Autorità per tutelare i consumatori”. Codici si rinnova, quindi, l’invito ai consumatori a segnalare eventuali irregolarità o situazioni sospette legate al contratto con il proprio fornitore di energia o alla bolletta. Numerosi i casi raccolti e su cui sono al lavoro gli Sportelli dell’associazione, come quello della Lombardia. “Siamo ovviamente soddisfatti dei provvedimenti adottati dall’Autorità – afferma Davide Zanon, Segretario di Codici Lombardia – e confidiamo che le compagnie adempiano a quanto stabilito, considerando il periodo di crisi energetica e le difficoltà che stanno attraversando tanti consumatori e molte imprese. Stiamo monitorando da vicino alcuni casi. L’invito è quello di agire per tempo sporgendo reclamo alla società. Nel caso in cui il reclamo dovesse essere rifiutato, siamo pronti a fornire assistenza ai consumatori, avviando la conciliazione. È uno strumento in forte crescita, come si evince dagli ultimi dati raccolti da Arera”. L’associazione Codici ha attivato un servizio speciale di assistenza ai consumatori per fornire chiarimenti e supporto in caso di problemi con il contratto o con la bolletta. È possibile fare una segnalazione telefonando al numero 06.55.71.996
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Energia, Aidda: 4 proposte per aiutare le aziende a diventare indipendenti
Posted by fidest press agency su domenica, 30 ottobre 2022
“Le grandi aziende in qualche modo hanno la capacità di trovare soluzioni, ma il mondo delle piccole imprese si sta spegnendo lentamente. C’è, è un tema di urgenza immediata, in azienda come in casa”.A dirlo è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, che nei giorni scorsi ha promosso a Roma un incontro dal titolo “Abbassare i costi energetici in attesa di una soluzione politica”.Michele Russo, partner della società di consulenza Epta Prime, ha condiviso le preoccupazioni e le istanze delle donne di Aidda provando a tracciare insieme la strada per superare la crisi, fra la necessità di un efficientamento dei consumi energetici anche attraverso interventi sui comportamenti delle persone e delle organizzazioni e la prospettiva di un’accelerazione nella produzione di energia da fonti rinnovabili per rendersi più indipendenti.”Sul fronte della limitazione dei consumi – continua Giachetti – una cosa da fare subito è incentivare comportamenti virtuosi attraverso ad esempio interventi dello Stato a fondo perduto tesi ad azzerare l’incremento del prezzo della bolletta fino ad un consumo pari all’80% di quello dell’anno precedente (modello che sta adottando la Germania). Ma anche stabilizzare ed allungare le agevolazioni per l’efficientamento degli edifici aggiornando gli stessi alle numerose innovazioni tecniche che la scienza e la tecnologia stanno producendo, ad esempio sdoganare la agevolabilità degli isolanti termici in forma di vernici speciali da applicare sulle pareti”.
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Doveroso riconoscere risparmi energia a dipendenti ma vogliamo certezza su erogazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
“Abbiamo chiesto in queste settimane con le nostre proposte la necessità di riconoscere aiuti alle lavoratrici e ai lavoratori per il caro energia, a maggior ragione a chi in smart working ha maggiori costi privati a fronte di risparmi generati dalle amministrazioni. Ma vogliamo discutere le modalità di erogazione”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil in merito a quanto previsto dalla circolare del dipartimento della Funzione pubblica la quale invita le amministrazioni a inserire il risparmio energetico tra gli obiettivi della sezione ‘valore pubblico, performance, anticorruzione’ del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione. Come Fp Cgil, aggiunge, “condividiamo la possibilità di redistribuire alle lavoratrici e ai lavoratori i risparmi energetici prodotti dalle amministrazioni pubbliche ma la modalità con la quale verranno erogati non ci convince. Serve una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali per garantire che tali risparmi siano distribuiti in maniera certa, efficace e celere, a beneficio totale delle lavoratrici e dei lavoratori”.In queste settimane, osserva la Fp Cgil, “ci siamo mobilitati per rivendicare con forza misure che sostengano le lavoratrici e i lavoratori colpiti dall’impennata inflazionistica ed è urgente dare risposte immediate all’aggravio economico. Per queste ragioni sosteniamo la scelta di redistribuire i risparmi energetici delle amministrazioni ai dipendenti pubblici, come previsto dai contratti, ma perché ciò avvenga velocemente c’è bisogno di individuare una modalità non farraginosa e a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori, possibile solo attraverso il confronto: serve subito una convocazione”, conclude la Fp Cgil. By Giorgio Saccoia
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