Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘sistema’

Servizio sanitario e rinascita del sistema

Posted by fidest press agency su domenica, 21 Maggio 2023

Roma (Centro Roma Eventi Fontana di Trevi, Piazza della Pilotta 4, Sala Montale) martedì 23 maggio alle 11.30, in una conferenza stampa in cui interverranno i Presidenti delle 30 Società scientifiche aderenti al Forum. Modera Mauro Boldrini (Direttore Comunicazione FoSSC). i posti di degenza ordinaria e di terapia intensiva negli ospedali del nostro Paese sonio assolutamente insufficienti. Lo è anche il numero del personale specialistico. Il collasso dei Pronto Soccorso è il risultato di anni di tagli al Servizio Sanitario Nazionale e il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destina agli ospedali solo pochissime e insufficienti risorse. Questa crisi è destinata ad aggravarsi non solo per i cittadini che si rivolgono agli ospedali per situazioni di emergenza, ma anche per tutti i pazienti affetti da patologie croniche, cioè diversi milioni di cittadini.

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PGIM: lo stress del sistema agroalimentare alimenta l’innovazione e le opportunità per gli investitori

Posted by fidest press agency su domenica, 14 Maggio 2023

NEWARK, N.J. Le vulnerabilità del nostro sistema alimentare globale sono emerse di recente, quando l’invasione dell’Ucraina, la pandemia da COVID-19 e i cambiamenti climatici hanno perturbato il comparto dell’approvvigionamento alimentare, con un profondo impatto sui prezzi dei prodotti alimentari, sulla politica monetaria e fiscale e persino sulla stabilità politica. Tuttavia, questi squilibri hanno anche preparato il terreno per la necessaria innovazione e, secondo una nuova ricerca di PGIM, il business di gestione patrimoniale globale di Prudential Financial, Inc. (NYSE: PRU) con 1.200 miliardi di dollari, gli investitori possono svolgere un ruolo importante nella trasformazione del settore per il futuro. Con la crescita del benessere in tutto il mondo, le preferenze si stanno spostando verso cibo ad alta intensità di risorse, come la carne e gli alimenti trasformati. L’analisi di PGIM mostra che questa tendenza, insieme alla convergenza delle diete a livello globale, sta trasformando il sistema alimentare e ridefinendo come e cosa mangiamo oggi e nel prossimo decennio. Con l’accelerazione dell’impatto negativo del cambiamento climatico sulla produzione alimentare, la tecnologia e l’innovazione saranno fondamentali per trovare nuovi modi di coltivare e produrre cibo per affrontare queste sfide. Il packaging offre flussi di cassa indipendentemente dalle mode alimentari: Gli operatori consolidati nel settore del packaging alimentare costituiscono un modo per trarre vantaggio dal mercato in crescita dei cibi pronti, senza dipendere dalla volatilità del comportamento dei consumatori. I grandi operatori possono finanziare le innovazioni, sono più resistenti alle recessioni e hanno una base di clienti solida. I produttori di carne offrono un’opportunità di investimento contrarian a livello globale: Mentre le carni di origine vegetale e quelle coltivate in laboratorio dominano i titoli dei giornali, la domanda di carni alternative è in calo. Nel frattempo, la domanda globale di proteine di origine animale è destinata a crescere del 14% entro il 2030. L’AgTech sta promuovendo una produzione alimentare più intelligente e sostenibile nelle piccole aziende agricole: Dispositivi intelligenti, sensori e applicazioni mobili possono migliorare l’efficienza, la redditività e la sostenibilità delle piccole aziende agricole. Nel frattempo, l’agricoltura di precisione – che si basa sull’intelligenza artificiale e sull’analisi di dati proprietari – sta facendo lo stesso per le aziende agricole industriali su larga scala. L’agronomia e gli additivi per mangimi aumentano la produttività e la sostenibilità: I leader mondiali nel settore agrario offrono soluzioni concrete e scalabili per incrementare la sostenibilità e migliorare la produttività. Il miglioramento della produttività agricola e la riduzione delle emissioni di gas serra sono fondamentali per un sistema alimentare più forte e sostenibile. Il debito e compartecipazione in terreni agricoli offrono un’esposizione unica e un investimento interessante: L’esposizione a terreni agricoli da parte di investitori istituzionali è in crescita, ma è ancora in fase nascente: solo il 3% circa dei terreni agricoli statunitensi è di proprietà di capitali istituzionali. Le attività agricole dirette e i contratti di affitto possono rappresentare una fonte di reddito costante per gli investitori, mentre l’aumento della produttività può favorire l’apprezzamento del capitale. Carne sintetica, “più fumo che arrosto”: Sebbene la carne sintetica abbia attratto più di 1 miliardo di dollari in venture capital, il mercato è altamente frammentato e non economicamente sostenibile, con poca visibilità su quali player potrebbero emergere come vincitori. È probabile che questo segmento veda un consolidamento significativo nei prossimi anni. Per saperne di più su queste tendenze e sulle aziende che ne stanno beneficiando maggiormente, leggere “Food for Thought: Investment Opportunities Across a Changing Food System,” l’ultima uscita nella serie delle ricerche sui Megatrends a cura di PGIM

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Il sistema bancario italiano è affidabile

Posted by fidest press agency su lunedì, 8 Maggio 2023

“Gli ottimi risultati trimestrali pubblicati da Intesa Sanpaolo dimostrano che il sistema bancario italiano ha al suo interno un player solido ed affidabile a livello europeo. I risultati della principale banca del Paese possono rappresentare un volano per il sistema economico, in special modo nell’attuale scenario che si presenta particolarmente delicato a causa del rialzo dei tassi di interesse e dell’ondata inflattiva. In questo senso, sono apprezzabili le dichiarazioni del CEO Messina, che ha dimostrato quale contributo può dare una banca sul piano sociale, partecipando attivamente alla riduzione delle diseguaglianze in favore dell’inclusione delle persone in difficoltà. Lodevole il riconoscimento dell’impegno profuso dal capitale umano per il raggiungimento dei risultati annunciati. Aggiungo infine un auspicio, che rivolgo direttamente al management della prima banca nazionale, per un rinnovato impegno nell’acquisto dei crediti d’imposta da bonus edilizi dopo gli interventi del DL 11: l’italianità di Banca Intesa deve svelarsi anche nello sblocco dei crediti incagliati”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, componente della Commissione Finanze alla Camera.

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“Le DTx come opportunità di crescita e rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale”

Posted by fidest press agency su venerdì, 5 Maggio 2023

Roma lunedì 8 maggio, presso la Camera dei Deputati, alle ore 15.00 si terrà l’incontro “Le DTx come opportunità di crescita e rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale”, di approfondimento sulle Terapie Digitali (DTx).Nell’occasione saranno presentati i dati del DTx Monitoring Report: si tratta del primo report italiano di monitoraggio delle DTx, con horizon scanning delle DTx in fase clinica, analisi del contesto in Europa e US, e monitoraggio delle Dtx, per area, Paese e stato di avanzamento.All’incontro prenderà parte il Sottosegretario alla Salute, On. Marcello Gemmato; sarà coordinato dalla Prof. Paola Minghetti, Ordinario di tecnologia, socioeconomia e normativa dei medicinali presso l’Università degli Studi di Milano, su iniziativa dell’On. Simona Loizzo, coordinatrice dell’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali.Le DTx (Digital Therapeutics) sono terapie digitali il cui principio attivo è un software o un algoritmo, e che sono somministrate attraverso tecnologie digitali (app, software, sensori e dispositivi medici), per aiutare i pazienti a gestire patologie quali stress, ansia, dipendenze, disturbi psichiatrici oppure diabete, asma, ipertensione. Sono sviluppate principalmente da startup, aziende di lifescience e altre organizzazioni che combinano competenze mediche, tecnologiche e di digital design e sono preventivamente sottoposte, da parte delle autorità regolatorie, a test clinici del tutto analoghi a quelli dei farmaci tradizionali per valutare efficacia, sicurezza e appropriatezza, unitamente alla cura e tutela di tutti gli aspetti tipici di prodotti digitali quali la privacy.Nel settore, l’Italia ha molte potenzialità, pur essendo, innanzitutto dal punto di vista normativo, ancora indietro rispetto a Paesi come Stati Uniti, Giappone, Francia, Regno Unito in cui le DTx rappresentano già una realtà riconosciuta e applicata nella pratica clinica.

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Meloni scivola sulle nomine. Il terzo polo abortisce. Non c’è fronte politico che non sia in crisi

Posted by fidest press agency su sabato, 15 aprile 2023

By Enrico Cisnetto. A testimonianza che non bastano le elezioni e un risultato apparentemente netto delle medesime per sistemare i problemi strutturali della politica italiana, a soli 7 mesi dal voto di settembre scorso il quadro politico è drammaticamente costellato di crisi quando non di fallimenti. E a 360 gradi, ovunque si volga lo sguardo: destra, centro, sinistra. Con ciò confermando che se non si ripensa il sistema nel suo insieme – modello politico, partiti, assetti istituzionali, legge elettorale – l’affannosa ricerca di un vincitore, specie se all’obiettivo si arriva drogando i risultati elettorali con modalità premiali che, in presenza di un numero crescentemente ridotto di aventi diritto che esercitano il voto, rendono il parlamento e i governi sempre meno rappresentativi della società, serve solo a coltivare illusioni che ben presto diventano disillusioni. Partiamo da chi le elezioni le aveva vinte: Giorgia Meloni. Inizialmente il combinato disposto della novità e del piglio con cui la presidente del Consiglio aveva mostrato di volersi e sapersi muovere avevano fatto pensare che la sua leadership si sarebbe consolidata, andando oltre la solita luna di miele con l’opinione pubblica di cui tutti i governi godono. Anzi, la risolutezza senza sbavature con cui Meloni si è attestata sul fronte atlantico nella guerra russo-ucraina e la prudenza mostrata con la manovra di bilancio rispetto alle guardinghe attese di un’Europa che certo non gli ha risparmiato massicce dose di scetticismo, le avevano allargato il campo delle simpatie anche a chi non l’aveva scelta nelle urne, finendo così per far passare in secondo piano una valutazione non proprio lusinghiera sul governo nel suo insieme, e su alcuni ministri in particolare. Poi, però, con il passare dei mesi sono via via emersi tre elementi di giudizio non positivi: la percezione di un suo crescente nervosismo, accompagnata da voci insistenti su una sua difficoltà di tenuta psicofisica al cospetto delle stressanti prove cui l’attività di governo costringe, specie se si è, come nel suo caso, fortemente accentratori; la constatazione del vuoto di classe dirigente che la circonda, cui si somma una sua atavica diffidenza verso tutto e tutti, mentre qualche episodio ha fatto vedere come nel suo entourage neppure la fedeltà – che è già in sé un valore molto meno nobile della lealtà – sia garantita; il riscontro di un’agenda di governo tutta costruita sulla risposta, per lo più estemporanea, alle emergenze e dunque priva di respiro strategico, mancanza puntualmente attribuita alle pesanti eredità ricevute dal passato (modalità comunicativa che dopo un po’ diventa inevitabilmente un boomerang).Ma il culmine di questa tendenza involutiva si è avuto nei giorni scorsi con le nomine nelle aziende partecipate dallo Stato. Tralascio qui il giudizio di merito su nominandi e nominati, perchè la valutazione che conta è di natura politica e più precisamente attiene alla capacità di gestire il potere, che nella panoplia delle arti del governare è sicuramente quella più difficile. Delle diverse opzioni tattiche che aveva a disposizione Meloni ha scelto fin dall’inizio quella del “qui comando io”, dapprima negando la possibilità che si desse vita ad un tavolo di maggioranza sul tema – avendo in mente non solo di poter fare di testa sua, ma soprattutto di comunicare che lei non praticava la lottizzazione – e poi trovatasi costretta a istituirlo per i mal di pancia della Lega, alla fine lo ha declinato come semplice “tavolo di consultazione” e non “di decisione”. Ha quindi lasciato trapelare i nomi dei manager che intendeva scegliere, esponendoli per giorni alle indiscrezioni giornalistiche e non, e ha fatto le barricate, anche a costo di frizioni interne al suo partito, fino all’ultima notte di violente trattative, per difendere il suo decisionismo. Salvo poi, all’ultimo momento utile rispetto alle scadenze formali che occorreva rispettare, calarsi clamorosamente i pantaloni di fronte alla minaccia di Salvini di far cadere il governo. Con ciò: a) portando a casa meno di quanto avrebbe ottenuto se avesse scelto la via moderata della concertazione di maggioranza; b) dando l’idea di appartenere alla razza di chi abbaia ma non morde; c) mostrando di temere ma di non saper usare l’arma di ricatto della crisi di governo; d) fallendo l’obiettivo di tenere lontano da sé e dal suo governo l’infamia della lottizzazione, quando invece avrebbe potuto e dovuto rivendicare la pratica dello spoil system.Il risultato è che un Salvini agonizzante ha potuto attaccarsi al bocchettone dell’ossigeno – e c’è da scommettere che, lungi dall’essere stato rabbonito da alcune concessioni ottenute in fatto di nomine, alzerà ancor di più il tiro contro l’odiata Meloni, come dimostra il ritorno ai suoi decreti sui migranti – mentre Forza Italia è riuscita a dare segno di vita proprio nel momento in cui era costretta a metabolizzare la definitiva uscita dalla scena politica del suo fondatore (inevitabile, a prescindete da quale sia l’esito della degenza ospedaliera di Berlusconi) e quindi a interrogarsi sulla possibilità o meno di sopravvivergli. È evidente che in queste condizioni il governo Meloni potrà anche proseguire, ma di certo più faticosamente, anche considerato che lo scenario economico, quello europeo e quello geopolitico nei prossimi mesi getteranno sul suo cammino un numero crescente di ostacoli.Ma se Atene piange (sul latte versato), Sparta non ride. Il Pd, dopo la scossa “nuovista” rappresentata dall’ergersi di una leadership del tutto inventata – tanto da aver nominato alla segreteria chi si era iscritta al partito un attimo prima delle primarie consentendo che il voto dei militanti fosse ribaltato da quello di un non meglio definito “popolo dei gazebo” – è entrato in un cono d’ombra dove a far rumore è il silenzio assordante di Elly Schlein su tutti i temi che contano. Vuoto riempito solo da alcune parole d’ordine “movimentiste” che, oltre a connotare il Pd di “sinistra- sinistra” e ad azzerare lo spazio politico per i riformisti, finiscono con accentuare la sovrapposizione con i 5stelle. Una deriva già iniziata prima delle elezioni con il progressivo abbandono della linea “agenda Draghi” a favore di una masochistica autoflagellazione dovuta al senso di colpa per abbandonato i lavoratori a favore della “borghesia ztl” e che, continuando cosìm culminerà nell’alleanza organica, se non nell’integrazione, con Conte. Il quale, avendo meno da dire del niente di Schlein, ha scelto la via del low profile, nella convinzione che le fatiche e gli errori del centro-destra daranno all’opposizione una rendita di posizione. Inesperta, e come tale facile preda dei “grandi elettori” che l’hanno sostenuta, da Bettini a Franceschini, già endorsata da uno sponsor ingombrante come l’ingegner De Benedetti, la neo-segretaria del Pd dovrà presto misurarsi su temi tanto dividenti quanto decisivi come la fornitura di armi all’Ucraina, il termovalorizzatore di Roma o la riforma fiscale e delle pensioni, trovandosi nella scomoda posizione o di tradire il suo radicalismo o di cancellare definitivamente i connotati di partito di governo del Pd. Cosa che certo non farà bene al sistema politico, tanto più al cospetto delle difficoltà di Meloni e della sua maggioranza.E non sta certo meglio, anzi, il drappello terzopolista che in queste ore ha dato spettacolo con il litigio delle comari Renzi e Calenda. Una contesa poco edificante nella quale è perfettamente inutile cercare i torti e le ragioni perchè è del tutto evidente il “concorso di colpa”, da identificarsi non solo nell’ego espanso all’ennesima potenza dei due litiganti, ma soprattutto nella reiterazione del “reato politico”, già commesso da entrambi, di personalizzazione della politica attraverso l’uso di partiti personali. E tutto questo mentre la crisi del bipolarismo, che si perpetua anche sotto le insegne al femminile del duo Giorgia-Elly, apre enormi spazi politici a chi non sta dentro i due schieramenti. Ma il fatto è che la domanda di riformismo nel Paese è latente, perchè si annida prevalentemente nella sempre più vasta schiera degli astenuti, e dunque abbisogna di chi la sappia far emergere con qualcosa di più e di meglio del semplice mettersi in mezzo, né di qua né di la.Occorre elaborare una teoria del fallimento del bipolarismo italico, spiegandone bene le ragioni all’opinione pubblica e traendone delle conseguenze prima di tutto in prima persona. Ecco perchè il partito che avrebbe dovuto nascere dal patto Renzi-Calenda – e che a questo punto è del tutto abortito – non sarebbe stato la risposta giusta a quella domanda latente di riformismo. Perchè non è mettendo insieme due partiti personali che se ne fa uno vero. Tuttavia, di un partito liberaldemocratico, capace non solo di proporre un’agenda di governo davvero riformista ma prima di tutto di indicare condizioni e strumenti per riformulare il sistema politico-istituzionale mettendo fine alla transizione iniziata nel 1994 e mai chiusa, c’è e sempre più ci sarà bisogno. Lo spostamento a sinistra del Pd e l’inevitabile tramonto di Forza Italia – con Meloni che fatica a compiere la sua trasformazione moderata (nonostante l’incitamento di Marcello Pera a sostituirsi in tutto e per tutto a Berlusconi) e Salvini sempre più radicalizzato a destra (si veda l’abbraccio mortale a cui lo sottopone la Le Pen in un’illuminante intervista a Repubblica) – spalancano praterie al processo costituente di un centro liberaldemocratico. Purché si parta da un impianto culturale, una visione e un progetto politico comune, non dalle personalità che se ne vogliono fare protagoniste (che di statisti in giro non ce ne sono).Come si vede, non c’è un angolo, anche piccolo, del quadro politico, che non sia un disastro. Ma, paradossalmente, questa situazione può forse essere un vantaggio: sgombrato il campo dalle illusioni e dai conseguenti disinganni, c’è più spazio per tornare a tessere la tela della democrazia. By Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it

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Mercato azionario globale a seguito dello shock del sistema bancario

Posted by fidest press agency su venerdì, 14 aprile 2023

Analisi di Eric Turjeman, Co-CIO per i Mutual Fund di Ofi Invest Asset Management. Per un attimo lungo una vita, a inizio marzo è sembrato che il mondo tornasse indietro al 2008. Al tempo, dopo il fallimento di Lehman Brothers, il mercato azionario cedette più del 60% del suo valore in sei mesi e si sono visti anche altri eventi che possono essere assimilabili a dei veri cataclismi per il mondo finanziario che nessuno che li ha vissuti potrà mai dimenticare. Negli anni successivi, le banche centrali più importanti al mondo e i governi hanno imparato dagli errori, adottando contromisure drastiche che hanno fatto sì che lo shock di sistema non uscisse dai confini di Stati Uniti e Svizzera, ma che hanno portato vincoli più stringenti per la concessione di finanziamenti da parte delle banche, i quali, a loro volta, si sono tradotti in costi più elevati per le imprese che cercano un accesso al credito. Se questa tendenza fosse confermata anche nel lungo periodo, potremmo assistere a un freno per la crescita globale, generata da una pressione al ribasso sui tassi d’interesse. In particolare, questo secondo punto è un’ottima notizia per il mercato azionario, che può trarre maggiori guadagni futuri (scontati) se la controparte obbligazionaria restituisce rendite minori. Tuttavia, non è corretto attribuire il recente rialzo dei mercati azionari solamente a una contrazione dei rendimenti dei bond. Infatti, con il primo trimestre da poco conclusosi e con il periodo della pubblicazione dei risultati annuali che inizierà tra circa 10 giorni, noi di Ofi Invest AM e anche altri analisti finanziari non vediamo ragioni per modificare le loro previsioni sui guadagni per il 2023 e anche per il 2024, almeno in Europa. Negli Stati Uniti, questa conclusione non è così solida, in quanto le imprese attive in questa nazione stanno soffrendo a causa di molteplici fattori, uno su tutti un dollaro molto forte, anche se recentemente si è leggermente indebolito.Per quanto riguarda l’inflazione, pare che questa abbia raggiunto il suo picco, anche se resterà un problema con cui dover fare i conti anche nel prossimo futuro e capire come le imprese sono riuscite (o meno) a proteggere i loro margini di guadagno trasferendo i maggiori costi sulla loro clientela e, soprattutto, se e come potranno continuare a farlo anche in futuro, sarà fondamentale per determinare una strategia di investimento.Nel mese di gennaio avevamo abbassato le nostre valutazioni sul mercato azionario di una tacca, abbandonando la nostra posizione di neutralità. Il motivo era da ricercare nel rally frenetico che queste avevano vissuto e che, a nostro avviso, era stato troppo precipitoso. Ad oggi, dato che molti dei dubbi presentati sopra restano ancora impossibili da sciogliere, l’incertezza che aleggia sui mercati rimane molto alta, continuando a giustificare questa nostra visione leggermente negativa. Se la volatilità persisterà, ci saranno sicuramente occasioni future per correggere il tiro. Tuttavia, nonostante questa nostra conclusione generale, riteniamo che il settore equity presenti comunque delle buone opportunità di investimento. Dal punto di vista geografico, la nostra posizione sul mercato azionario statunitense rimane prudente, anche a causa delle recenti valutazioni che sembrano ridurre molto la possibilità di sorprese inaspettate. Per questo motivo, prediligiamo maggiormente i mercati europei e asiatici. (abstract by ecomunicare.onmicrosoft.com)

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ANCODIS: un’altra figura professionale di sistema nella scuola italiana

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 marzo 2023

Siamo in attesa del DM che darà l’identità alla figura del docente tutor e del docente orientatore a partire dall’AS 2023-2024: due nuove figure professionali impegnate rispettivamente a “coordinare e sviluppare le attività didattiche a favore di una personalizzazione dell’istruzione nelle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado, favorendo il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli” e a “favorire le attività di orientamento per consentire ai ragazzi di fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, nella consapevolezza dei diversi percorsi di studi e/o di lavoro e della varietà di offerte dei territori, del mondo produttivo e universitario”. Si parla a regime di un coinvolgimento di circa 40 mila docenti tutor e di circa 8000 docenti orientatori. Oggi aggiungiamo un’altra attesa e urgente innovazione nel sistema scolastico italiano possiamo dire di inizio legislatura: una nuova figura di sistema che sarà strutturata nell’organigramma scolastico e dovrà essere formata – come dichiara il Ministro – per “tirar fuori i talenti che ogni ragazzo ha dentro di sé, valorizzare le abilità di ciascuno e non permettere che qualcuno rimanga indietro”. Ma ci dimentichiamo i collaboratori del ds individuati ai sensi del comma 5 art. 25 del D. Lgs 165/2001? Ci dimentichiamo i tantissimi responsabili di plesso che consentono alle sedi distaccate di funzionare? Ci dimentichiamo le funzioni strumentali individuate ai sensi dell’art.33 del CCNL scuola 2006/2009? Ci dimentichiamo i Coordinatori didattici e i coordinatori di dipartimento? Ci dimentichiamo gli animatori digitali? Ci dimentichiamo i docenti tutor per i neoimmessi? E, infine, ci dimentichiamo tutti i referenti di sistema? (Inclusione, Covid19, PON, ERASMUS, PCTO, Privacy, Intercultura, Bullismo e cyberbullismo, INVALSI, Istruzione parentale, Istruzione ospedaliera, Istruzione carceraria, mobility manager). Si continua purtroppo ad andare avanti nella strada intrapresa dall’istituzione del profilo dirigenziale e dell’autonomia scolastica: cioè si stabilisce ope legis l’esistenza di figure strategiche senza dare NULLA in cambio a chi si rende disponibile ad accettarne l’incarico se non SPESSO un miserevole riconoscimento economico. Con il consenso delle organizzazioni sindacali ci ritroviamo ancora una volta di fronte alla beffa del lavoro di alta professionalità ma a bassissimo costo e senza alcun riconoscimento giuridico.Siamo ancora una volta di fronte al tentativo di palese indifferenza per le competenze e la professionalità di figure di sistema individuate dal legislatore con il consenso delle parti sindacali, di sfruttamento del lavoro di docenti impegnati in attività aggiuntive davvero strategiche per la scuola ma che la politica fa finta di non conoscere e i sindacati continuano a voler prevedere in una non carriera.Si tratta di innovare un sistema vecchio e superato che vuole una scuola sempre più attenta alle emergenze sociali ed economiche, di un pilastro del sistema paese ma che ritiene di continuare ad affidare formalmente alla solitudine di un numero primo non sostenuto dall’introduzione di un livello intermedio.In considerazione della sempre più evidente complessità che connota la scuola autonoma e il sempre più oneroso lavoro del dirigente scolastico, è necessario procedere alla definizione dell’area del middle management, cui possano accedere – con modalità trasparenti e condivise – docenti con specifiche competenze e adeguata formazione, forti di consolidate esperienze nel governo di una scuola così da riconoscere finalmente quelle professionalità che possano anche concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un bagaglio di esperienza didattica, organizzativa e amministrativa maturato nella nuova area professionale.Oggi sappiamo bene che non è così: occorre avere solo il coraggio di affermarlo e di agire conseguentemente a partire dal rinnovo del prossimo CCNL.(abstract) By Rosolino Cicero

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PIMCO: La Fed guarda più alla persistente inflazione rispetto allo stress del sistema bancario

Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023

Tiffany Wilding, North American Economist e Allison Boxer, Economist di PIMCO. Nel corso della riunione di marzo, la Federal Reserve ha aumentato il tasso di riferimento di 25 punti base, segnalando al contempo una prospettiva più cauta, in quanto i funzionari sono alle prese con le recenti tensioni nel settore bancario e con un’inflazione ancora elevata. Il comunicato della Fed premette infatti che “i recenti sviluppi potrebbero comportare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione”. I funzionari della Fed hanno anche avvisato che potrebbero rimanere in attesa dopo questo rialzo, affermando che un ulteriore irrigidimento della politica “potrebbe” essere appropriato, anziché “sarà” appropriato come affermato nella precedente dichiarazione di febbraio.In linea di massima, riteniamo che le tensioni nel settore bancario rallenteranno l’attività economica, la domanda e infine l’inflazione, rendendo necessario un minore intervento della Fed per inasprire sufficientemente le condizioni finanziarie. Di conseguenza, la Fed si è probabilmente avvicinata alla fine del ciclo di rialzi. Tuttavia, notiamo che mantenere la politica a livelli restrittivi è diverso dall’avviare il processo di normalizzazione o addirittura di allentamento della politica. Infatti, i tempi e la velocità di un eventuale ciclo di riduzione dei tassi dipenderanno dall’evoluzione dell’inflazione e dei rischi per la stabilità finanziaria nel tempo.Lo scenario economico si è modificato in modo rapido e significativo nelle settimane e nei giorni precedenti la riunione della Fed di marzo. Dopo che la Fed ha rallentato il ritmo dei rialzi dei tassi nella precedente riunione (con un rialzo di 25 punti base), i dati sull’attività economica di febbraio e marzo hanno indicato una crescita più solida del previsto. In primo luogo, i dati sull’inflazione del quarto trimestre, che in precedenza mostravano una moderazione più pronunciata del tasso di inflazione statunitense, sono stati rivisti al rialzo. In secondo luogo, l’economia statunitense ha continuato ad aggiungere posti di lavoro a un ritmo ben superiore al trend, con oltre 800.000 posti solo nei primi due mesi dell’anno.Di fronte a queste sfide contrastanti, la Fed ha aumentato il tasso sui fed funds di 25 punti base, ma ha anche segnalato cautela e dipendenza dai dati in un contesto di elevata incertezza. È stata eliminata la forward guidance che prevedeva rialzi dei tassi “continui”, mentre il presidente Powell ha sottolineato che non si prevedono più rialzi continui, ma che invece “potrebbero” essere necessari.I funzionari della Fed hanno inoltre apportato modifiche minime al dot plot e alle proiezioni economiche, riflettendo l’accresciuta incertezza e i vari fattori che offuscano le prospettive. Durante la conferenza stampa, il presidente Powell ha sottolineato la capacità di ripresa del sistema bancario statunitense, ma ha anche ammesso che i funzionari della Fed monitoreranno attentamente la misura in cui i recenti sviluppi inaspriscono le condizioni del credito, il che potrebbe contribuire a compensare la necessità di ulteriori rialzi dei tassi.Sebbene i fallimenti di SVB e Signature Bank a marzo possano rivelarsi in ultima analisi casi isolati, riteniamo probabile che portino a un rallentamento della crescita del credito nell’economia in generale, nonostante le misure adottate dai politici per sostenere il settore bancario. Non è obbligatoriamente necessario un evento di deleveraging massiccio e sistemico (come abbiamo visto nel 2008) perché l’economia cada in recessione; il rallentamento della crescita del credito può da solo rappresentare un significativo vento contrario alla crescita del PIL. Nel corso del tempo, riteniamo che le sfide contrastanti che i funzionari della Fed hanno affrontato nella riunione di marzo finiranno per far pendere l’ago della bilancia verso una crescita più debole e un’inflazione con il tempo più bassa. Infatti, i tempi e la velocità di un eventuale ciclo di riduzione dei tassi dipenderanno probabilmente dalla rapidità con cui l’economia reale risponderà alla recente stretta. (abstract) Fonte: http://www.verinieassociati.com

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Energia nel Dl aiuti-quinquies: manca all’appello la sterilizzazione degli oneri di sistema

Posted by fidest press agency su sabato, 25 marzo 2023

Sempre più vicina, nel decreto Aiuti-quinquies, la proroga degli aiuti per altri tre mesi del bonus sociale sulle bollette per le famiglie con Isee fino a 15.000 euro. Secondo le prime ipotesi sarebbe prolungata fino a giugno anche l’aliquota agevolata IVA al 5% sul gas e sarebbe allo studio dell’esecutivo anche una possibile riforma della bolletta, differenziandola in base ai consumi di elettricità, nonché, per le imprese, l’applicazione di un credito di imposta che varia in base ai consumi.Provvedimenti necessari e in alcuni casi doverosi, che rappresentano un sostegno indispensabile in questa fase ancora estremamente delicata, soprattutto per le famiglie.A quanto pare, però, il Governo si è dimenticato di un provvedimento fondamentale e imprescindibile su questo fronte: la sterilizzazione degli oneri di sistema, che pesano in maniera eccessiva sulle bollette delle famiglie, specialmente per quanto riguarda l’energia elettrica.Ci auguriamo si tratti solo di una “svista”, che auspichiamo venga corretta al più presto, in attesa della definizione di una profonda revisione di tali oneri e dell’intero sistema di tassazione sulle bollette, che elimini voci obsolete e ne sposti altre sulla fiscalità generale. Reintrodurre gli oneri di sistema, infatti, significherebbe non solo azzerare i benefici determinati dalla lenta riduzione dei costi della materia prima, ma addirittura determinare ulteriori aumenti, di oltre 300 euro, che graveranno pesantemente sulle tasche delle famiglie. Per questo motivo torniamo a ribadire la necessità di un confronto immediato con il Governo, attraverso l’apertura di un tavolo con le Associazioni dei consumatori per definire le misure più opportune e adeguate ad aiutare le famiglie, ascoltando la voce di chi da sempre ne rappresenta le esigenze e gli interessi.

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“Il futuro del sistema salute si costruisce insieme”

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 marzo 2023

“A partire da alcuni punti fermi: universalità, equità, solidarietà e sostenibilità”. E’ su questi principi che nasce il Coordinamento degli Ordini delle professioni sanitarie (O.p.s) Palermo, come spiegano il presidente Gandolfo Marco Macaluso e il vicepresidente Angelo Foresta del maxi ordine Tsrm-Pstrp. Fanno parte del Coordinamento tutte le professioni sanitarie che fanno capo ai quattro Ordini della provincia di Palermo: delle Professioni infermieristiche (Opi), degli Ostetrici (Opo), dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Tsrm-Pstrp), e dei Fisioterapisti (Ofi) di Palermo e Trapani. L’alleanza è stata siglata il 3 marzo scorso da Antonino Amato, alla guida dell’Opi, dal commissario straordinario dell’Ofi Palermo-Trapani Rosario Fiolo, da Elio Lopresti, a capo dell’Opo, e da Gandolfo Marco Macaluso, che presiede l’Ordine Tsrm-Pstrp. Per i vertici del Tsrm-Pstrp “le preoccupazioni e i problemi irrisolti che coinvolgono tutte le professioni della sanità sono moltissimi e sempre più gravi. Fare rete sarà il punto di forza per dare un contributo attivo al sistema sanitario regionale, che deve essere ripensato e orientato alla sostenibilità, ma in un’ottica di accessibilità a tutti e alimentato dalla prossimità ai pazienti e dalla solidarietà così come stabilisce la Carta costituzionale in modo inequivocabile”. Sulla base di accordi condivisi, concludono Macaluso e Foresta, il neonato organismo “si confronterà con tutte le altre istituzioni ordinistiche, come l’ordine dei medici di Palermo, ed altri enti pubblici e privati, dalle Aziende sanitarie, all’assessorato regionale della Salute e l’Università di Palermo”.

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Le modalità con cui le cellule cancerogene interagiscono con il sistema immunitario

Posted by fidest press agency su domenica, 5 marzo 2023

Università di Padova. I ricercatori dello IOR e del VIMM, guidati da Andrea Alimonti – che del VIMM è Principal Investigator – e di Arianna Calcinotto hanno identificato – con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Padova – un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia che coinvolge i neutrofili. I neutrofili rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano, e sono principalmente coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni.Grazie alla produzione di sostanze specifiche, i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti “immunosoppressivi”, in quanto in grado di bloccare il nostro sistema di difesa favorendo la crescita tumorale e la resistenza ai trattamenti farmacologici.Questo meccanismo era già stato dimostrato in buona parte nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato ad una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi ad una sopravvivenza più corta dei pazienti. Per questa ragione molti gruppi di ricerca stanno esplorando nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore.Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve; grazie a questo studio, pubblicato sulla prestigiosa pubblicazione scientifica “Cancer Cell”, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di neutrofili che può persistere a lungo nel microambiente tumorale e che è in grado di bloccare in modo ancora più importante il nostro sistema naturale di difesa antitumorale rispetto a quanto fatto dal resto dei neutrofili immunosoppressivi.Questi neutrofili invecchiati sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie.In tal modo sarà possibile individuare un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle difese immunitarie del nostro organismo e fanno intravvedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti. Link alla pubblicazione: https://authors.elsevier.com/c/1ggtU5TA51da46 Questo studio è stato supportato dal premio “Prostate Cancer Foundation 2019 SPGFZE-PCF Challenge Award” assegnato al Prof. Alimonti e dal “ 2019 Merck & AstraZeneca-PCF Young Investigator Award” vinto da Arianna Calcinotto, PhD. Video abstract: https://we.tl/t-g16pSFAaFr

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Verso un nuovo sistema della giustizia

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 gennaio 2023

“Una legislazione semplificata, un sistema giudiziario agile e organizzato, una rinnovata razionalizzazione della spesa e delle piante organiche, un raccordo più stretto tra Ministero e uffici: questi sono solo alcuni dei punti cardine sui cui il nostro sistema giudiziario troverà nuovo slancio. Grazie al Ministro della Giustizia Carlo Nordio che in Senato ha condiviso con il Paese l’attuale stato della giustizia italiana e le grandi direzioni riformatrici verso le quali, con tutto il governo, ci si sta già muovendo. Interventi indispensabili su un comparto che, come riportato dallo stesso Ministro, con le sue attuali criticità costituisce un importante freno alla nostra economia” Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Simona Petrucci.

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Commissione Europea ha pubblicato una proposta legislativa per modernizzare il sistema di rendicontazione IVA

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 dicembre 2022

Un divario di 134 miliardi di euro nel 2019 e di 93 miliardi di euro nel 2020. È stato questo il valore della perdita di gettito IVA nell’UE, fortunatamente – per così dire – in miglioramento grazie a un controllo fiscale più organizzato, a una maggiore conformità dei dati e a una significativa riduzione di errori e omissioni in seguito alla diffusione della fatturazione elettronica. Una perdita ingentissima a carico di tutti gli Stati Membri, che quindi non possono beneficiare di un introito fiscale fondamentale per garantire adeguati beni e servizi pubblici come scuole, ospedali e trasporti. Solo in Italia, sempre nel 2019, la differenza tra l’IVA dovuta e il gettito effettivamente versato è stato di 30 miliardi, ovvero del 21.3%, e di 26 miliardi nel 2020.Per aumentare il controllo, in previsione di modernizzare i sistemi di rendicontazione IVA, nel 2020 è stata lanciata la consultazione pubblica “VAT in the Digital Age” rivolta a PMI, associazioni di categoria, piattaforme e operatori di commercio elettronico, per analizzare l’impatto dei servizi digitali legati all’IVA. In altre parole, un’occasione per raccogliere opinioni e suggerimenti in relazione a temi quali l’introduzione di obblighi di dichiarazione digitale, l’individuazione del regime IVA applicabile alle piattaforme e la registrazione unica ai fini dell’IVA nell’UE. In seguito a ciò, la Commissione Europea ha presentato lo scorso 8 Dicembre una proposta legislativa per adeguare la disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove esigenze dell’economia, sempre più caratterizzate da rapidi scambi favoriti dalle contrattazioni digitali. L’attuale sistema in riferimento alle norme sull’IVA si basa su tecnologie vetuste, quindi neanche lontanamente digitalizzate e standardizzate. La proposta legislativa rappresenta quindi un’opportunità non solo per ridurre le frodi fiscali, ma anche per armonizzare lo scambio di fatture elettroniche e raggiungere la piena interoperabilità tra i sistemi nazionali a livello Europeo. Ciò detto, è auspicabile un aiuto alle imprese per reggere il peso dell’ennesima evoluzione, dopo anni di pandemia e di instabilità nazionale.

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È in arrivo un’importante novità per i moltissimi fruitori dell’offerta culturale del Sistema Musei di Roma Capitale

Posted by fidest press agency su giovedì, 1 dicembre 2022

A partire dal 5 dicembre, infatti, gli utenti maggiorenni residenti o domiciliati a Roma o nella Città Metropolitana di Roma e gli studenti delle università romane potranno acquistare la MIC Card – fino a oggi emessa esclusivamente in formato cartaceo – anche attraverso un nuovo servizio di digitalizzazione che consentirà loro un più facile utilizzo e un più rapido accesso nei tanti musei del territorio di Roma. Dal 5 dicembre, quindi, gli utenti avranno l’opportunità di gestire in totale autonomia la propria MIC Card, con la possibilità di accedere allo storico dell’utilizzo, al controllo della scadenza e alle altre funzionalità connesse. La MIC Card digitale potrà essere acquistata online, presso le biglietterie museali e nei Tourist Infopoint, e consentirà agli utenti di procurarsi in anticipo il biglietto d’ingresso sulla piattaforma dedicata raggiungibile dal sito web e dall’app, recandosi direttamente al controllo d’accesso senza code o passaggi in biglietteria. L’introduzione della nuova app mobile MIC Card renderà ancora più facile per gli utenti fruire dei vantaggi della MIC Card, poiché oltre alle funzionalità di gestione precedentemente elencate permetterà anche di consultare i luoghi dove poter accedere con tutte le informazioni utili (indirizzo, orari, ecc.) e vedere su mappa i luoghi più vicini.

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Sistema immunitario. La rete attiva nel nostro corpo

Posted by fidest press agency su martedì, 22 novembre 2022

Possiamo paragonarlo a una vasta e articolata rete stradale diffusa nel nostro corpo. E’ il sistema immunitario composto da un’estesa rete di cellule, tessuti e organi che coordinano le difese dell’organismo contro qualsiasi minaccia alla salute e in grado di distinguere il tessuto sano dalle sostanze indesiderate. Senza di esso saremmo esposti a miliardi di batteri, virus e tossine che potrebbero rendere fatale un semplice raffreddore stagionale. Scoperta una sostanza avversa, il sistema immunitario attiverà una risposta per proteggere il nostro corpo dagli invasori. A volte, però, non è in grado di combattere efficacemente l’intruso a causa del nostro stato di salute o percepisce erroneamente il tessuto sano come dannoso – ad esempio, nelle malattie autoimmuni e nelle allergie – sicché genera un attacco non necessario, creando sintomi avversi o pericolosi. Il sistema immunitario è formato da una serie di componenti quali i globuli bianchi, la milza, il midollo osseo, il sistema linfatico, il timo, le tonsille e le adenoidi. Ma come funziona? Gli agenti estranei hanno sulla propria superficie delle molecole denominate antigeni che sono riconosciuti come diversi e di conseguenza attaccati. La risposta può essere innata, (agisce cioè in maniera aspecifica contro qualsiasi “intruso”, anche mai incontrato), o acquisita (cioè specifica contro l’agente esterno, ottenuta per contatto o vaccinazione), oppure meccanico-chimica (si attiva attraverso barriere, quali pelle, sudore, sebo, acidità gastrica, membrane epiteliali). Nonostante sia composto da tipi di cellule altamente migratorie e circolanti distribuite in tutto il corpo, deve mantenere la stessa coordinazione e coesione di altri sistemi organici che garantiscono la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità. Inoltre, è unico nella sua interazione dinamica tra numerosi tipi di cellule e, per questo, è importante capire in che modo queste cellule comunichino per proteggerci dalle malattie. Una recente pubblicazione sulla rivista scientifica “Nature”, svela come interagisce la rete delle cellule immunitarie. Attraverso l’applicazione di procedure di calcolo, per lo studio dell’andamento delle reazioni biologiche, è stata predisposta una mappa scoprendo le strutture di comunicazione e connessione intercellulare che hanno consentito di conoscere il meccanismo di difesa. I recettori immunitari regolano praticamente tutte le fasi dell’attivazione cellulare e sono positivamente valutati come mediatori di una varietà di processi tendenti a conservare le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne. Individuare le varie cellule immunitarie e le influenze reciproche è stato un passo fondamentale per capirne il funzionamento. Studiare le singole cellule e le interconnessioni ha portato alla comprensione dei meccanismi di attivazione tra tutte le cellule immunitarie del corpo umano. E’ un grande passo avanti per sviluppare nuove terapie per combattere i tumori, le malattie infettive e quelle autoimmunitarie. Pubblicato sul quotidiano LaRagione del 18.11.2022 By Primo Mastrantoni, Aduc http://www.aduc.it

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Revisione del sistema di classificazione del personale dell’università

Posted by fidest press agency su domenica, 2 ottobre 2022

L’ANIEF sostiene da sempre l’imprescindibile necessità di riformare il sistema di classificazione del personale che risulta obsoleto non soltanto per una questione di tempo (l’attuale sistema risale a più di 20 anni orsono) ma e soprattutto alla luce dei molteplici interventi normativi che si sono susseguiti nel corso del tempo riformando il sistema università, addirittura introducendo delle nuove figure professionali.L’ANIEF dopo un’attenta ed approfondita analisi della situazione esistente evidenzia nei seguenti profili l’esistenza di sperequazioni e difformità a cui il nuovo sistema deve porre fine: – Il profilo del RAD introdotto dalla riforma Gelmini (L.240) che appartiene alla categoria EP con un grado di autonomia relativo alla soluzione di problemi complessi di carattere organizzativo e di un grado di responsabilità relativo alla qualità ed economicità dei risultati ottenuti, che dipende gerarchicamente dal DG, ha la gestione delle attività amministrative conformemente alle decisioni di spesa assunte, nell’ambito del budget predefinito per la singola struttura dai rispettivi rappresentanti (Presidi di Facoltà e Direttori di Dipartimento). Ogni corso di studio ha un Manager Didattico di riferimento è il punto di riferimento per tutto quello che riguarda l’organizzazione della didattica del tuo corso di studio. – Il profilo dello stabularista. Figura professionale il cui requisito di accesso è il diploma di scuola secondaria di secondo grado che prevede l’inquadramento nella categoria C dell’area tecnico scientifica. – Il profilo del tecnico dello spettacolo; – I profili professionali relativi alla gestione degli orti botanici entrambi presentano problematiche simili agli stabularisti – Il profilo del tecnologo che pur avendo competenze analoghe risultano inquadrati in categorie diverse a seconda delle aree contrattuali cui afferiscono (Università o Ricerca); – Il profilo degli avvocati che in difformità da quanto previsto nelle altre pubbliche amministrazioni vengono inquadrati in categoria EP, D o addirittura in categoria C a secondo delle interpretazioni delle amministrazioni; Occorre quindi garantire una reale classificazione e valorizzazione delle professionalità del personale Universitario integrato nelle AOU, salvaguardandone la possibilità di carriera anche in relazione alle attività di didattica e ricerca svolte anche nel rispetto dei rispettivi Ordini Professionali e relativi Albi.’ necessario pertanto garantire l’implementazione delle risorse finalizzate al sistema di retribuzione fondamentale, accessorio, e di progressione di carriera, come previste dalle norme e dai contratti vigenti. – Garantire inoltre che le Aziende organizzino corsi di formazione ed Aggiornamento aziendali assicurando l’accesso e la partecipazione gratuita di tutte le lavoratrici ed i lavoratori, anche di quelli strutturati/integrati.Allo stesso modo va garantita la possibilità, per il personale T.A. e socio-sanitario, di espletare attività didattica come previsto dall’art 6 della 502/92 per il personale del SSR.

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Elezioni: Una politica “evaporata” ci fa votare per un finto sistema bipolare

Posted by fidest press agency su sabato, 10 settembre 2022

By Enrico Cisnetto. Viviamo un momento drammatico in cui gli equilibri planetari sono violentemente messi in discussione. Ci accingiamo ad entrare in una tempesta perfetta che è la sommatoria di una crisi energetica senza precedenti, del ritorno (stabile) dell’inflazione, di una recessione globale simile a quella del 2008, o forse anche peggiore, e che ci farà dolorosamente impoverire. Ma la portata epocale di tutto ciò sfugge, per ignoranza nell’analisi e per povertà assoluta di risposte. E in più affrontiamo il momento più complicato dal secondo dopoguerra con la classe politica peggiore di sempre, fatta di leader usa e getta prigionieri dei social e di gregari dilettanti senza né arte né parte. Con il sistema politico-istituzionale da tempo in default senza che nessuno ci abbia messo mano. Con un capitalismo che si divide tra chi ha successo individuale ma non fa sistema e chi sopravvive solo grazie alla spesa pubblica e all’evasione fiscale. Con una società attraversata dai sentimenti del disincanto e del rancore che sono l’anticamera dell’anti-politica, del populismo e delle illusioni sovraniste. Come ha magistralmente scritto lo psicoanalista Massimo Recalcati sulla Stampa, siamo di fronte alla “evaporazione della politica”, insieme causa ed effetto di una crescente astensione dal voto e matrice della nascita e della morte in tempi sempre più veloci di fenomeni politici fondamentalisti (i migliori che cacciano i peggiori, ma che dopo aver a loro volta fallito vengono cacciati dal “nuovo che avanza”). Certo, è vero quello che sostiene Giuliano Amato, e cioè che oggi tutte le democrazie “sono fragili perché non hanno più quei grandi persuasori di massa che erano i partiti” e dunque la politica “non ha un ruolo guida”. Tutto l’Occidente è contagiato da questa malattia, e ciò spiega il successo, anche presso le nostre opinioni pubbliche, delle cosiddette “democrature”. Ma la patologia italiana va oltre, perché in nessun paese europeo esistono partiti di plastica che abbiano generato politici di cartapesta (felice espressione di Francesco Cundari). Così come va oltre il fisiologico l’intensità dello scontro tra le forze politiche nella contesa elettorale. Come ha notato Massimo Franco, l’eccesso di aggressività – fatto di allarmi sulla tenuta della democrazia, minacce di guerra civile, terrorismo sulle sanzioni alla Russia – non solo infetta i rapporti tra i partiti (compresi quelli alleati), ma trasferisce veleni nei rispettivi elettorati, creando “un serbatoio di parole d’ordine tossiche destinato a inquinare a lungo anche il dopo elezioni”. Lo dimostra l’accoglienza che stanno avendo gli accorati appelli di Guido Crosetto, maître à penser di Giorgia Meloni, a considerare la necessità che subito dopo il voto, quale che sia il risultato, si dovranno unire tutte le forze migliori per salvare il Paese (“e tutte vuol dire tutte”, sottolinea Crosetto): pur trattandosi di un auspicio sacrosanto, già viene bollato (l’ineffabile avvocato Conte è specialista in questo) come inciucio di potere all’insegna del più bieco opportunismo. Con il risultato che i compromessi che inevitabilmente si dovranno fare dopo le elezioni saranno difficili se non impossibili da realizzarsi. O, se si faranno, risulteranno poco credibili e dunque fragili (come dimostra la breve durata del governo Draghi). Intanto il voto che esprimeremo tra due settimane sarà il compimento di una crisi che è ormai prossima ai trent’anni e che ha prodotto il declino strutturale dell’Italia. In questi anni non è stata risolta alcuna delle questioni che avevano portato alla fine della Prima Repubblica, a cominciare dalla giustizia, che sono davanti a noi aggravate dal trascorrere del tempo e dall’aggiungersi di nuove problematiche. Inizialmente ci si era illusi che il bipolarismo, forzato dagli elementi maggioritari della legge elettorale (nelle sue varie declinazioni), consegnasse al Paese una sana governabilità. Ma un sistema basato sulla contrapposizione tra “bene e male”, rappresentati dal berlusconismo e dall’anti-berlusconismo, non poteva che generare populismo e ingovernabilità, fino alla crisi estrema del 2011 quando è morta la soi-disant Seconda Repubblica senza che nascesse la Terza. Il fallimento degli esperimenti fatti tra il 2011 e il 2018 ha portato al successo dell’antipolitica e alla nascita di uno sgangherato bipopulismo, crollato miseramente quando si è stati costretti a chiedere aiuto a Draghi. Se a questo si aggiunge che pur essendo ormai conclamata da tempo la crisi del tutto irreversibile del sistema politico – partiti personali, cartelli elettorali spacciati per coalizioni, Parlamento impotente e dequalificato e ora per di più a ranghi ridotti, presidenzialismo surrettizio, ecc. – la questione non è stata minimamente affrontata, neppure nel suo aspetto più facile (legge ordinaria) e più urgente come le modalità di espressione e conteggio del voto – salvo pentirsi ora quasi tutti di non avere seppellito l’orrido Rosatellum a favore di un proporzionale accompagnato da un severo sbarramento, alla tedesca – si capisce sia perché la sollecitazione al voto stia lasciando indifferenti quando non fortemente arrabbiati i cittadini (non a caso mai così incerti se andare ai seggi, e, andandoci, chi votare).Non è un caso, dunque, che a farla da padroni siano i sondaggi, le cui indicazioni sembrano addirittura diventate il contenuto stesso dell’offerta politica, per cui il Pd sicuro di perdere chiede di far argine alla sicura vincitrice Meloni per evitare che almeno non abbia i due terzi dei seggi e possa cambiare la Costituzione senza colpo ferire. Considero altamente probabile che i numeri che ci vengono propinati da settimane, peraltro niente affatto omogenei salvo sul fatto che a vincere sarà il cosiddetto centro-destra, saranno quelli veri. Anche perché ciò che conta non sono le percentuali complessive dei contendenti, ma l’effettiva distribuzione dei seggi (che per il 37% saranno assegnati dai collegi uninominali e dunque secondo la logica maggioritaria, e il 63% dal voto proporzionale). Ma non serve a nulla divinare quale sarà il responso effettivo delle urne, anzi è distorcente. Quello che importa sapere è che: a) è improprio l’uso delle definizioni di centro-destra e centro-sinistra, vuoi perché a sinistra la coalizione non si è formata e vuoi perché la destra è orfana del centro, e il cartello elettorale è talmente diviso su quasi tutto che è pronta a implodere un minuto dopo la chiusura delle urne; b) è errato continuare a considerare bipolare il sistema politico, visto che in campo i poli sono quattro (5stelle e TerzoPolo oltre ai due già citati); c) è truffaldino evocare il “voto utile”, proprio perché non siamo in un sistema bipolare e perché se l’esito delle elezioni è ancora indefinito – per esempio al Senato ci potrebbe essere una situazione di pareggio o di maggioranza risicata – o comunque destinato a cambiare in tempi brevi, anche i voti alle formazioni minori risulteranno utili, se non addirittura determinanti. (abstract by http://www.terzarepubblica.it

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Cerved Rating Agency e Open-es: dati ESG e sviluppo sostenibile per il sistema industriale e bancario

Posted by fidest press agency su domenica, 4 settembre 2022

San Donato Milanese (MI) Cerved Rating Agency annuncia la collaborazione con Open-es per promuovere un approccio sempre più integrato e sinergico allo sviluppo sostenibile. L’accordo si pone l’obiettivo di semplificare la condivisione dei dati ESG e delle valutazioni delle performance di sostenibilità delle imprese con il sistema industriale e finanziario. L’iniziativa Open-es ha l’obiettivo di supportare tutte le imprese che vogliono essere protagoniste nel percorso di sviluppo sostenibile, attraverso una piattaforma digitale che consente la misurazione, il miglioramento e la valorizzazione delle proprie performance di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.Cerved Rating Agency metterà a disposizione delle aziende presenti su Open-es la propria esperienza integrando la raccolta dei dati ESG e valutando le performance di sostenibilità delle imprese a beneficio delle filiere produttive, degli istituti di credito e tutti gli altri stakeholder del mercato. “Siamo orgogliosi di aver siglato l’accordo con Open-es che ci consente di apportare la nostra esperienza e know how ad un’iniziativa strategica di sistema finalizzata al coinvolgimento delle imprese in un percorso di crescita e miglioramento continuo delle performance di sostenibilità. Cerved Rating Agency grazie ad una metodologia proprietaria e ad un team di analisti specializzati è ormai un punto di riferimento per la valutazione ESG delle imprese – ha commentato Fabrizio Negri, Amministratore Delegato di Cerved Rating Agency – e ha creato soluzioni in grado di assegnare un giudizio a tutte le aziende a prescindere dalle loro dimensioni nella consapevolezza che le PMI in particolare ricoprono un ruolo cruciale per la nostra economia e dunque per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Questo accordo consentirà di offrire alle imprese un’esperienza di rendicontazione dei dati di sostenibilità integrata e semplificata, potendo le stesse gestire le proprie informazioni e valutazioni ESG su un’unica piattaforma e ottimizzando la condivisione con tutti i propri stakeholder. Inoltre, le società capo-filiera e gli istituti bancari potranno ottenere un quadro di valutazione completo delle performance di sostenibilità delle imprese grazie all’accesso a variabili economico-finanziarie, dati ESG e rating riconosciuti, gestendo pertanto in maniera integrata la propria value chain. Stefano Fasani, Program Manager di Open-es, ha commentato: “Teniamo molto a questa collaborazione poiché rappresenta un nuovo importante passo per rispondere concretamente alle esigenze delle imprese nel loro percorso di misurazione e miglioramento sulle dimensioni ESG, in linea con il profilo di inclusione che caratterizza fin dal principio l’iniziativa Open-es”. L’intesa tra Cerved Rating Agency e Open-es si inquadra dunque in una strategia comune di democratizzazione dei dati di sostenibilità, volta a favorire il percorso di misurazione e condivisione dei dati ESG delle imprese, garantendone pieno possesso e riservatezza. La creazione di questo ecosistema aperto e collaborativo, senza barriere tecnologiche o di conoscenza, consentirà di concentrare gli sforzi e gli investimenti di tutti gli attori sulle iniziative di sviluppo sostenibile e il miglioramento delle performance ESG del sistema industriale e finanziario.

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Giustizia: andare ‘Oltre il sistema’

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 luglio 2022

“Un’idea di giustizia diversa, in grado di operare una rivoluzione copernicana rispetto all’attuale andazzo, che rimetta al centro la dignità dell’uomo e riduca l’arbitrio. Per questo sposo appieno il programma riformatore sostenuto da Luca Palamara con la sua associazione ‘Oltre il sistema’, che dovrebbe avere il pieno sostegno di larghi strati della società civile”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, intervenuto oggi, 23 luglio, alla presentazione della nuova realtà, all’hotel Baglioni di Roma, occasione in cui l’ex presidente dell’Anm ha annunciato la sua candidatura alle prossime politiche, offrendo alle coalizioni in corsa che vorranno appoggiarlo, quella che definisce “una riforma coraggiosa della giustizia”. Per questo Maritato ha ribadito, in linea con Palamara, che “è ora di dire basta con l’obbrobrio dei mostri sbattuti in prima pagina, con la fuga di notizie dagli uffici giudiziari, con i vari addentellati di informatori compiacenti, volti a condizionare l’andamento dei processi. Ė necessario regolamentare tutta la materia – sostiene il presidente – come occorre riequilibrare il rapporto tra giustizia e politica, in modo che l’una non possa condizionare l’altra e viceversa. A tal fine, la legge Severino è una delle aberrazioni più vistose e va ricondotta nei confini in cui non possa più arrecare danno al normale svolgimento della vita istituzionale del nostro Paese”, chiosa Maritato. Fonte: AssoTutela

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Buoni pasto: un passo importante per una riforma del sistema

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 giugno 2022

“Il passo in avanti che registriamo oggi sulla questione dei buoni pasto è estremamente positivo e apre la strada a una soluzione che auspichiamo, una volta approvata, ponga fine al più presto ad una situazione ormai insostenibile per le nostre aziende, che pagano commissioni eccessive a fronte di un prezioso servizio erogato ogni giorno a milioni di lavoratori. Diamo atto dell’impegno con cui la Vice Ministra del MEF, On. Laura Castelli, che ringraziamo, ha raccolto le istanze delle imprese, sostenendo una proposta di intervento che rimarca l’importanza di tutelare il sistema dei buoni pasto, introducendo un principio di equità tra il servizio offerto e le commissioni applicate alle aziende della distribuzione e della ristorazione. L’auspicio è che la soluzione individuata, che andrà adesso all’esame delle aule parlamentari, sia il primo tassello di un percorso che porti alla necessaria riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, ormai non più procrastinabile”.Così ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e FIPE-Confcommercio, le sei organizzazioni che rappresentano il mondo dei pubblici esercizi e della distribuzione commerciale.

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