“Altro che strumentalizzazione di Repubblica! Anche nel Pd nazionale crescono i dubbi sul termovalorizzatore voluto da Gualtieri, a partire dalla loro responsabile Conversione ecologica, clima e green economy Annalisa Corrado, pronta ovviamente a smentire nell’immediato. Peccato, perché i dem hanno perso un’altra occasione per fare qualcosa di ecologista e ambientalista; così, dopo avere sostenuto per anni la linea del no all’inceneritore, hanno cambiato idea alle prime difficoltà. Ora accusano noi di essere quelli del no a prescindere, mentre noi abbiamo sempre detto sì a un impianto moderno che non bruci i rifiuti ma li trasformi in energia pulita. Ci sono tecnologie più moderne che non producono gli effetti nefasti di un inceneritore: usiamole. Ci sono esempi pratici un po’ dappertutto: per una volta, l’Italia sia la prima e non l’ultima. Mentre nel resto di Europa spengono gli inceneritori, a Roma vogliono costruirlo sapendo, tra l’altro, che nel 2030 sarà messo fuori legge. Lo ribadiremo allo sfinimento: siamo ancora in tempo per cambiare il progetto e per realizzare un impianto di ossicombustione come stanno già facendo in Toscana”. Così in una nota congiunta i gruppi consiliari capitolini M5S e Lista Civica Raggi.
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Rifiuti, M5S-LcR: “Su inceneritore nel Pd crescono i dubbi
Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 Maggio 2023
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Rifiuti. Sempre più costoso smaltirli
Posted by fidest press agency su mercoledì, 10 Maggio 2023
Istat fa sapere che la gestione dei rifiuti (2021-2022) ha avuto una crescita di costi del 4,5%, un mix dovuto a beni e servizi, spese del personale e, soprattutto, costo d’uso del capitale. Si tratta di una di quelle attività tipiche della nostra società dei consumi e del cui incremento dovremmo più che preoccuparci. Non ci piace vivere tra i rifiuti ma ne produciamo troppi. Il problema va quindi affrontato alla radice: ridurre drasticamente la produzione di rifiuti. Dal singolo consumatore alle aziende. Dal cibo che spesso buttiamo, all’elettrodomestico o al mobile che ci conviene buttare piuttosto che farlo riparare. Su questo l’Ue ha già avviato iniziative contro la cosiddetta obsolescenza programmata, ma siamo a livelli talmente micro che la questione viene vissuta più che altro come forma di risparmio per i consumatori piuttosto che disincentivazione alla produzione di rifiuti. Si tratta di un macro-problema che non può che essere affrontato, oltre che con comportamenti virtuosi dei singoli (comunque con effetti marginali), a livello di impostazione generale economica. Il Green Deal europeo lo prende in considerazione e sta cominciando a lavorarci, ma abbiamo l’impressione che a livello di singoli Stati (il nostro in modo particolare) si continui ad essere distratti in virtù di un contingente che appare sempre più urgente. Valgano per tutti le emergenze energetiche rispetto alle quali molte delle produzioni cosiddette alternative sono passate in secondo piano. Noi piccoli consumatori dobbiamo essere più selettivi verso tutti i prodotti e servizi che comportano produzione sempre maggiore di rifiuti. La selezione del consumatore non è da sottovalutare, visto che l’economia di mercato ha il consumo come base.Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it
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Rifiuti, M5s-Civica Raggi: Chiusura Rocca Cencia, alternative poco chiare”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 aprile 2023
“La chiusura del Tmb di Rocca Cencia ci preoccupa molto, per i tempi e modi con cui è arrivata. Parrebbe in anticipo rispetto alla stessa tabella di marcia stabilita dalla maggioranza, nonostante un periodo non particolarmente roseo per la raccolta rifiuti a Roma e con le festività pasquali alle porte. Inoltre, al di là della cerchia ristretta del Sindaco, nessuno ha chiaro in quali modi si intenda sopperire alla perdita di questo impianto. Il Sindaco si è limitato a fare cenno in maniera fumosa ad altre opzioni e di trasferimenti all’estero, ma con nessun dato concreto. Il problema è sempre quello: l’Assemblea Capitolina in questa consiliatura sembra essere stata privata del suo ruolo decisionale e ridotta a semplice uditorio. Chiediamo chiarezza e costi di questa operazione. Il rischio è che a farne le spese siano tutti i romani, che nel migliore dei casi già stanno patendo un servizio a singhiozzo”. Così in una nota Linda Meleo, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Assemblea Capitolina, e Antonio De Santis, capogruppo Lista Civica Virginia Raggi – Ecologia e Innovazione.
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Rifiuti in plastica
Posted by fidest press agency su martedì, 21 marzo 2023
Sono oltre 30 mila le tonnellate di rifiuti plastici gestiti nel 2022 da Ecopolietilene. Il consorzio per la raccolta dei beni in polietilene l’anno scorso ha raddoppiato i volumi rispetto al 2021, confermandosi tra i principali attori di una filiera green per un particolare, ma soprattutto prezioso polimero quale è il polietilene. «Prosegue il cammino di consolidamento del consorzio», osserva il direttore generale di Ecopolietilene, Giancarlo Dezio. «Prosegue nel solco di profonda attenzione verso le imprese che, nel rispetto del principio EPR – la responsabilità estesa del produttore -, sono chiamate a farsi carico della gestione dei rifiuti che i loro prodotti generano. Prosegue anche nel segno di una grande attenzione all’ambiente: Ecopolietilene l’anno scorso si è fatto promotore di una serie di progetti e iniziative finalizzate non solamente a incrementare e migliorare la raccolta dei rifiuti da beni in polietilene, ma anche a verificare nuovi utilizzi della materia prima seconda ottenuta dai processi di riciclo».Sotto il profilo dei numeri, Ecopolietilene nel 2022 ha aumentato del 25% le aziende consorziate: tra fabbricanti, importatori, brand owner e distributori, sono 147 le realtà che fanno riferimento al consorzio. Le 30.198 tonnellate di rifiuti da beni in polietilene gestite in collaborazione con Ecolight Servizi rappresentano un importante passo in avanti. Nel suo secondo anno di attività (il consorzio è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica nel giugno 2020), Ecopolietilene ha incrementato del 117% le quantità gestite, arrivando a effettuare oltre 8.500 missioni in tutta Italia. «Il 61% della raccolta ha interessato beni in polietilene flessibili, ovvero rifiuti quali sacchi per la raccolta di rifiuti e i film di copertura e pacciamatura utilizzati in agricoltura e allevamento; il restante 39% è rappresentato dai beni rigidi come, ad esempio, tubi, reti e cassette usati in edilizia, ma anche sedie e tavoli, casalinghi e oggetti usati nei ristoranti e nella ristorazione collettiva», spiega il direttore generale. «Il sistema di tracciabilità messo in atto dal nostro sistema autonomo ci consente di affermare che tutte le 30 mila tonnellate sono state avviate a recupero attraverso gli impianti convenzionati, restituendo così nuova vita a un materiale che è prezioso per la sua caratteristica di essere interamente riciclabile».L’azione di Ecopolietilene nel 2022 si è caratterizzata anche per lo sviluppo di progetti dedicati al miglioramento della raccolta dei rifiuti da beni in polietilene.
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Spedizioni di rifiuti: regole più severe per l’UE
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 gennaio 2023
Il Parlamento ha adottato la sua posizione negoziale su una nuova legge per riformare le procedure e le misure di controllo dell’UE per le spedizioni di rifiuti.La legge dovrebbe migliorare la protezione dell’ambiente e della salute umana, sfruttando le opportunità offerte dai rifiuti per raggiungere gli obiettivi UE di un’economia circolare e a inquinamento zero. Il testo legislativo è stato adottato con 594 voti favorevoli, 5 contrari e 43 astensioni.Nel testo, i deputati sostengono il divieto di spedizione di tutti i rifiuti UE destinati allo smaltimento verso paesi extra UE, tranne in casi limitati, autorizzati e debitamente giustificati. Inoltre, vengono vietate le esportazioni di rifiuti pericolosi dell’UE verso Paesi non OCSE. L’esportazione di rifiuti non pericolosi destinati al recupero sarebbe consentita solo ai Paesi non OCSE che danno la loro autorizzazione e dimostrano di essere in grado di gestire tali rifiuti in modo sostenibile. Inoltre, i deputati vogliono vietare l’esportazione di rifiuti di plastica verso i Paesi non OCSE ed eliminare gradualmente l’esportazione verso i Paesi OCSE entro quattro anni.Il Parlamento chiederà inoltre la creazione di un meccanismo di selezione a livello UE basato sul rischio, per orientare i Paesi UE che effettuano ispezioni a prevenire e individuare le spedizioni illegali di rifiuti.
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Roma: Rifiuti tra incapacità e degrado
Posted by fidest press agency su giovedì, 29 dicembre 2022
Roma “Se Ama ha denaro per nominare dirigenti anche sotto l’albero di Natale, trovi anche il modo di ottimizzazione il numero di mezzi operativi nei quartieri per fronteggiare la straordinaria produzione di indifferenziata per le Feste. Basta scuse ridicole arrangiandosi nella solita incapacità organizzativa e di gestione che ha vanificato gli accordi per aumentare il personale nei giorni festivi con bonus e premi di risultato. Il ruolo dell’azienda non è quello di tirare a lucido solo poltrone, e dalla tappezzeria perlomeno fantasiosa, se il suo presidente vuole far credere ai romani che la colpa dell’immondizia che copre la città è causata da una carenza di camion dovuta alla guerra in Ucraina e al Covid in Cina, macabre e irriverenti scuse per coprire incapacità e degrado”. Lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega in Campidoglio Fabrizio Santori, a proposito dell’emergenza rifiuti nel periodo delle Feste. “Roma sui rifiuti è sempre in emergenza perché il suo ciclo di smaltimento dipende da fattori esterni. La chiusura di impianti nel Nord, la scarsità e la lontananza di siti di trasferenza continuano a generare discariche ovunque. Dal centro alle periferie il degrado è inaccettabile, mentre il sindaco Gualtieri è totalmente inerme. La realizzazione del termovalorizzatore è in ritardo tra operazioni immobiliari e mancanza di trasparenza. Ma Roma non può e non deve abituarsi al degrado né all’emergenza mascherata da normalità. La Capitale torni ad essere autonoma dopo gli anni di incapacità gestionale, il piano rifiuti incompleto della Regione Lazio e le carenze di Roma Capitale, che non si è mai assunta la giusta responsabilità”.
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Istituzione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite sul ciclo dei rifiuti
Posted by fidest press agency su sabato, 17 dicembre 2022
“Ho depositato oggi la proposta di legge per l’istituzione anche per la presente legislatura della bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite sul ciclo dei rifiuti. L’obiettivo è di proseguire nella efficace azione della commissione portata avanti da oltre venticinque anni rispetto al contrasto delle attività illecite nel ciclo dei rifiuti, nonché in altri settori ambientali sensibili quali la tutela del suolo e dell’acqua”. Lo dichiara il presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati on. Mauro Rotelli. “La commissione -prosegue Rotelli- è chiamata ad esercitare i suoi poteri, analoghi a quelli svolti dalla magistratura, non solo per svolgere indagini sul ruolo e sul business delle consorterie criminali nel ciclo dei rifiuti ma altresì ad individuare ogni nuova forma o tipologia della condotta criminale in campo ambientale, attraverso il sinergico e collaudato lavoro con la magistratura e le forze dell’ordine nel principio della leale collaborazione tra poteri dello Stato. “Accanto agli ambiti di inchiesta della Commissione già richiamati, ritengo che il lavoro della commissione debba tenere presenti le nuove dinamiche offerte dallo sviluppo tecnologico connesso alle fonti di energia pulite e all’economia circolare che vanno dal controllo sul fine -vita di nuove tipologie di rifiuto quali i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche fino alla controllo sulla condotta della pubblica amministrazione e degli operatori del settore anche in riferimento al corretto impiego dei fondi PNRR in campo ambientale ed impiantistico”, aggiunge Rotelli.“Sull’iter parlamentare sulle proposte di legge per la costituzione della Commissione di inchiesta sarà opportuno -conclude- una ampia convergenza dei gruppi parlamentari e di tutte le forze politiche affinché il lavoro di quest’ultima sia connotata dalla massima unità e compattezza nel fine comune del contrasto al crimine ambientale”.
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Le case degli italiani sono piene di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed elettroniche (RAEE)
Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 ottobre 2022
Si tratta di apparecchi ormai in disuso o rotti in media ogni cittadino ne ha 9. L’81% dichiara di possederne almeno uno in casa ancora funzionante, ma inutilizzato e il 61% lo tiene anche se rotto (tra quest’ultimi per il 33% si tratta di vecchi cellulari, per il 23% di caricabatterie e per il 17% di laptop). Il motivo principale? Il 39% pensa di poterlo riparare, mentre il 30% di poterne utilizzare le parti di ricambio, il 23% dichiara ancora di non conoscere la corretta procedura di smaltimento e il 15% ha difficoltà nel raggiungere un centro di raccolta. Stessa situazione per le batterie: più di 1 italiano su 2 dichiara di avere in casa pile e batterie esauste. È quanto emerge dalla ricerca “RAEE e RPA. Livelli di conoscenza, opinioni e comportamenti. Cosa nascondono nei loro cassetti gli Italiani?” realizzata da Ipsos per conto di Erion su un campione di 1.400 cittadini italiani (dai 18 ai 75 anni), utilizzando la metodologia CAWI, Computer Assisted Web Interview. Riguardo alle modalità di dismissione, a fronte di un 63% di intervistati che si sono liberati di almeno un RAEE negli ultimi 12 mesi, 1 su 6 dichiara di averlo fatto in modo inappropriato, gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica. Ai primi posti per conferimento scorretto: asciugacapelli (22%), tostapane e frullatore (20%) e caricabatterie per cellulari (18%). Questo nonostante il 79% dichiari di conoscere i rischi ambientali di un errato conferimento Stabile rispetto al 2021 il livello di conoscenza dell’acronimo RAEE con il 44% degli intervistati che ne ha già sentito parlare. Il Nord il più informato (47%), seguito dal Centro (46%), fanalino di coda il Sud – Isole con il 37%.
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Piano di gestione dei rifiuti a Roma
Posted by fidest press agency su venerdì, 19 agosto 2022
Roma. È stato firmato dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, in qualità di Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo 2025, il Decreto che dà avvio alla procedura per la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti di Roma Capitale e del relativo Rapporto Ambientale.Il Decreto, dopo l’adozione della proposta di Piano lo scorso 4 agosto, si inserisce nel cronoprogramma previsto per rispettare l’obiettivo della realizzazione di un sistema di gestione integrato dei rifiuti che garantisca l’autosufficienza territoriale. Prende così il via la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) prevista dalle normative europee e nazionali e si dà avvio alle consultazioni pubbliche sulla proposta di Piano Rifiuti di Roma Capitale e sul relativo Rapporto Ambientale.Quale Autorità Competente per il supporto tecnico-amministrativo all’espletamento della Valutazione Ambientale Strategica del Piano e del Rapporto Ambientale, il Commissario dispone di avvalersi della Città metropolitana di Roma Capitale.La proposta di Piano viene ora pubblicata completa del relativo Rapporto Ambientale sul sito istituzionale di Roma Capitale nella specifica sezione “Commissario Straordinario di Governo” nonché sul sito istituzionale della Città metropolitana di Roma Capitale. Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana verrà, nei prossimi giorni, pubblicato un apposito avviso di avvio della procedura di VAS.
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Rifiuti tessili e progetto pilota per la raccolta
Posted by fidest press agency su lunedì, 15 agosto 2022
La filiera per la raccolta, riutilizzo e riciclo dei rifiuti tessili si sta organizzando. In attesa di conoscere le modalità operative che saranno introdotte con i decreti attuativi, i produttori, i distributori e gli importatori di prodotti tessili si stanno attivando per avviare una filiera dedicata. Ecotessili, consorzio nato per la gestione del fine vita dei prodotti tessili, promosso da Federdistribuzione e da importanti insegne aderenti alla Federazione della distribuzione moderna e costituito nell’ambito del Sistema Ecolight – al quale fanno riferimento anche i consorzi Ecolight (per la gestione dei RAEE e delle pile), Ecopolietilene (per la gestione dei rifiuti da beni in polietilene), Ecoremat (per la gestione di materassi e imbottiti a fine vita) e la società operativa Ecolight Servizi – si pone in prima linea in questa nuova sfida, con l’obiettivo di mettere in campo modalità di raccolta di questi prodotti che garantiscano la tracciabilità e la circolarità ambientale, con la massima efficienza possibile. In autunno darà vita a un progetto pilota di raccolta che vedrà il coinvolgimento di importanti realtà già oggi impegnate nella gestione dei prodotti tessili dismessi, iniziativa che andrà a inserirsi nelle azioni per la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), in programma dal 19 al 27 novembre e dedicata proprio ai rifiuti tessili.I rifiuti tessili in circolazione sono molti: secondo l’ultimo rapporto pubblicato da McKinsey, “Scaling textile recycling in Europe – turning waste into value”, ogni cittadino europeo produce più di 15 kg di rifiuti tessili in un anno e questi hanno prevalentemente come destinazione finale la discarica o l’inceneritore.Il consorzio Ecotessili inoltre sta registrando in questo momento un importante incremento dei propri consorziati. «È il segno tangibile dell’attenzione che c’è da parte delle aziende del settore al tema della corretta gestione dei rifiuti», osserva il direttore generale di Ecotessili. «È un’attenzione che non risponde solamente all’obbligo normativo che affida a produttori e distributori la responsabilità della gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti, ma è indice di una crescente sensibilità nei confronti dei temi ambientali, in un contesto di reale transizione ecologica».
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Osservazioni delle Associazioni ambientaliste sul Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti
Posted by fidest press agency su lunedì, 9 Maggio 2022
Sul PNGR (Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti), attualmente in fase di VAS, le Associazioni Greenpeace, ZeroWaste Italy, Kyoto Club, Legambiente e WWF hanno inviato le proprie valutazioni. Le Associazioni valutano positiva la proposta di PNGR, ma evidenziano le forti criticità nelle previsioni sulla gestione del Rifiuto Urbano Residuo (RUR), sottolineando come la scelta di prevedere l’incenerimento del RUR sia in contraddizione con gli obiettivi generali dell’agenda ambientale UE. Dalle Associazioni Greenpeace, ZeroWaste Italy, Kyoto Club, Legambiente e WWF le valutazioni sulla proposta di PNGR, attualmente in fase di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che giudicano – nel suo insieme – positiva: nel merito, perché mette in evidenza le determinanti principali della ulteriore evoluzione del sistema delle raccolte differenziate e del recupero di materia, nel metodo, in quanto intende essere un Piano “di indirizzo” alle pianificazioni regionali, e non di “imposizione di scelte e dimensionamenti” (il che era il principale vulnus dello Sblocca Italia).Le Associazioni rilevano però che il Piano si inserisce temporalmente in successione ai bandi previsti dal PNRR sull’impiantistica e questo rischia di depotenziare la sua funzione di indirizzo. Riguardo alle azioni come riduzione, riuso e riciclo (incluso quello organico) sarebbe stata opportuna una maggiore concretezza nelle indicazioni operative con un confronto con le Regioni.Ma la critica maggiore nella presa di posizione comune delle Associazioni riguarda le criticità nelle previsioni di gestione del Rifiuto Urbano Residuo (RUR): nella Proposta di Piano troppo spazio viene lasciato all’incenerimento e in tale senso, si arriva addirittura a raccomandare l’incenerimento del RUR senza pretrattamenti, “allo scopo di massimizzarne il recupero energetico”. Queste scelte, insieme alle relative indicazioni operative, sono disallineate dall’evoluzione in corso delle politiche ambientali UE e rischiano di fuorviare le scelte strategiche alla base dei Piani di settore per i prossimi anni e lustri, facendole divergere rispetto alle politiche UE sulla Economia Circolare e ad altre politiche ambientali. Il documento sottoposto dalle Associazioni elenca in forma precisa, puntuale e dettagliata tali contraddizioni, fornendo evidenze scientifiche ed operative.Tale rischio è ben rappresentato dalla recente proposta di un mega-inceneritore proposto dal Comune di Roma che sembra ignorare le scelte europee di escludere l’incenerimento dei rifiuti dalla tassonomia e l’imminente (al più tardi dal 2028) eliminazione dell’esenzione degli inceneritori dallo schema ETS che renderanno ancona meno conveniente dal punto di vista economico la scelta di bruciarli.Il PNGR deve essere invece un’occasione per ridefinire le strategie nazionali, individuando le azioni necessarie di riduzione e di minimizzazione del RUR, con un confronto con i territori, con le Regioni, affinché si possa puntare a obiettivi più ambiziosi di quelli minimi definiti nelle Direttive, perseguendoli nella operatività locale e nella definizione degli strumenti di supporto.
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Robeco: Il mondo affonda nei rifiuti
Posted by fidest press agency su lunedì, 31 gennaio 2022
A cura di David Kägi, Portfolio Manager della Strategia RobecoSAM Circular Economy Equities di Robeco Il modello lineare basato su ‘produzione-consumo-scarto’ sta distruggendo il pianeta. L’economia circolare inizia dove terminano i modelli lineari, reinserendo ciò che viene scartato nel ciclo di produzione. Invece di estrarre più risorse come input per la produzione, le soluzioni circolari si concentrano sul riciclo, la riparazione e il riutilizzo di materiali esistenti. Nell’economia circolare, il valore delle risorse viene preservato e riutilizzato, piuttosto che distrutto. Gli effetti dannosi delle catene di approvvigionamento lineari, all’interno dell’economia globale, sono difficili da eludere. Le valanghe di rifiuti accumulati nelle discariche, disseminati lungo le coste e intrappolati nell’aria inquinata sono tracce del paradigma “estrazione-produzione-consumo-scarto” che viene alimentato dalle imprese e dai consumatori. Ma l’output in eccesso è solo una parte del problema: l’estrazione senza fine di risorse naturali usate come elementi per la produzione rappresenta anch’essa una grave minaccia per l’ambiente. I principi dell’economia circolare aiutano a sfruttare ogni parte della catena di fornitura, al fine di ridurre l’uso delle risorse e portare la produzione al suo massimo potenziale. a riprogettazione degli elementi si concentra sulla riduzione dei rifiuti nelle prime fasi della catena di fornitura, sostituendo le risorse più rare e di difficile riciclo con quelle rinnovabili e gli elementi inquinanti con alternative più pulite. L’uso di plastiche vergini nell’imballaggio dei prodotti è un esempio calzante. La materia plastica è economica da reperire e produrre, ma incredibilmente costosa per l’ambiente. Negli ultimi decenni ne sono state create miliardi di tonnellate metriche, la maggior parte delle quali (91%) è stata rapidamente utilizzata prima di essere scartata. Ogni anno, milioni di tonnellate vengono bruciate negli impianti per rifiuti, o gettate nelle discariche o negli oceani, con conseguenze ambientali devastanti. L’incenerimento delle materie plastiche contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra, mentre i rifiuti di plastica negli oceani interferiscono con la vita marina, danneggiano gli habitat acquatici e minacciano la biodiversità.Estendere il ciclo di vita di un prodotto è un altro aspetto chiave dell’economia circolare. In questo caso, può essere di aiuto applicare il concetto di progettazione modulare. I prodotti dal design modulare possono essere facilmente smontati, in modo da poter sostituire o ricondizionare le parti usurate. Inoltre, servizi completi di riparazione e manutenzione, che mantengano i prodotti atti all’uso e funzionanti in modo ottimale, sono anch’essi importanti se si desidera ridurre gli sprechi. Inevitabilmente, i prodotti si usurano, ed è proprio tale caratteristica che, nel modello lineare, li fa finire nel cumulo dei rifiuti.Ma la condivisione sta avvenendo anche a monte della catena del valore, contribuendo ad aumentare la collaborazione e a ridurre le inefficienze nelle fasi di progettazione, produzione, utilizzo e riciclo. La manifattura e la produzione sono attualmente dominate da processi meccanici e fisici inflessibili. La robotica, l’automazione e il software sono invece modulari e altamente adattabili, pertanto possono essere riprogrammati per rispondere ad esigenze aziendali in continuo cambiamento Inoltre, la realtà aumentata (AR), l’Internet delle cose (IoT) e le tecnologie basate sul cloud collegano i sensori presenti negli stabilimenti con le interfacce di dispositivi remoti che forniscono informazioni preziose, e un legame ininterrotto, tra progettisti, produttori, fornitori e persino clienti. Il risultato è una progettazione più efficace dei prodotti, una migliore qualità, costi ridotti, una produzione accelerata e operazioni più facili di raccolta, riciclo e gestione dei rifiuti al termine del ciclo di vita. (abstract)
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Rifiuti, Diaco (M5S): “Caos Zingaretti, prima dice una cosa poi fa il contrario”
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 gennaio 2022
L’anno scorso, in campagna elettorale contro Virginia Raggi, faceva il magnifico dichiarando che gli italiani ‘si sono rotti i c… di prendere la monnezza di Roma’. E poi: ‘I rifiuti vanno lavorati vicino a dove vengono prodotti’. Affermazioni notevoli, dette da uno che di responsabilità in questa situazione ne ha eccome.E invece a gennaio 2022, quando ormai né lui né Gualtieri sanno più dove mettere le mani, veniamo a sapere del ‘nuovo’ piano di smaltimento: la monnezza di Roma la mandiamo in Olanda e in Austria. Ma come? Dov’è finito il principio di prossimità? E la pari dignità dei popoli? Fosse appartenuto a una diversa formazione politica, Zingaretti sarebbe stato definito un populista… per fortuna che è del Pd!” Così in una nota Daniele Diaco, consigliere capitolino M5S e vicepresidente della commissione Ambiente.
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Roma Capitale. Rifiuti, Come prendere in giro i cittadini
Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 gennaio 2022
Ok, il prezzo è giusto, ma non è così, almeno per la gestione dei rifiuti nella Capitale d’Italia. Il cittadino, dopo aver pagato l’ultima, salata, bolletta, e aver creduto alle promesse del neo sindaco, Roberto Gualtieri, sulla pulizia della città entro Natale, che non c’è stata, e al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, per il quale c’è stato un “gran lavoro”, che significa nulla, non riesce a comprendere quale sia la novità della nuova gestione amministrativa. Si va, ancora, alla ricerca della discarica, cioè della buca dove gettare i rifiuti e ricoprirli di terra. Nulla di più. Si continua a fare girare i rifiuti romani per l’Italia, con costi che si scaricano sul portafoglio dei romani e inquinano l’aria che gli italiani respirano: si immagini 180 tir pieni di rifiuti che giornalmente viaggiano per il nostro Paese. Né la Raggi né Gualtieri hanno posto l’attenzione su questo enorme inquinamento atmosferico. Ora, Gualtieri ha 5 anni di tempo per programmare. Il problema è che non sa quale è il programma. Primo Mastrantoni, Aduc http://www.aduc.it
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Roma capitale. Rifiuti. Gualtieri tra promessa e impegno
Posted by fidest press agency su lunedì, 3 gennaio 2022
“Non era una promessa, ma un impegno”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, sulla pulizia entro Natale della Città Eterna. Ohibò, mi sono detto pensoso. Quale sarà la differenza? Per chiarire l’arcano mi sono precipitato ad aprire il dizionario Devoto – di antica memoria e presenza – per rendermi edotto della diversità.Leggo: a) “promessa”: impegno preso liberamente e sulla parola di fare qualcosa. b) “impegno”: obbligo assunto nei riguardi di altri. Dalla lettura risulta che l’impegno ha maggior peso della promessa, essendo un obbligo al quale il sindaco Gualtieri è mancato: Roma non è stata pulita entro Natale (questo s’intende). Anche la sindaca Virginia Raggi, a giugno del 2016, dichiarò che la città sarebbe stata pulita entro due mesi. Come è finita è noto: Roma è stata sempre sporca e le percentuali di voto al M5S sono crollate dal 53% del 2016 all’11% del 2021. Promemoria per il sindaco Gualtieri: i romani non amano essere presi per i fondelli. Un Buon Anno a tutti. Primo Mastrantoni, Aduc http://www.aduc.it
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Roma: Piano Gualtieri sulla raccolta rifiuti e il suo fallimento
Posted by fidest press agency su domenica, 26 dicembre 2021
Così è a un mese da quando fu sottoscritto l’accordo tra i sindacati e l’Ama, l’azienda dei rifiuti romana: i rifiuti abbondano su strade e marciapiedi e i cassonetti continuano a essere stracolmi. Insomma, non bastano 360 euro di premio al personale per incrementare la raccolta di rifiuti evitando di ammalarsi, non prendere le ferie ed essere più presenti sul posto di lavoro. La speranza, flebile, è che il neo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, prenda atto che la gestione dei rifiuti non può più essere affidata all’Ama, ma occorra una gara europea, dove possano concorrere più aziende che offrano piani credibili di gestione dei rifiuti e che, soprattutto, occorra costruire i termovalorizzatori, senza i quali si continuerà ad esportare rifiuti in impianti fuori dal territorio comunale.L’esperienza inconcludente della sindaca Raggi dovrebbe insegnare: la raccolta differenziata dovrebbe essere al 65%, invece, è al 43,8% perché mancano gli impianti, ovvero anche i termovalorizzatori. Sono scelte che il sindaco Gualtieri dovrebbe fare nel primo anno del suo mandato, dopo sarà troppo tardi. Primo Mastrantoni, Aduc COMUNICATO STAMPA DELL’ADUChttp://www.aduc.it
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Lettera al sindaco Gualtieri sulla gestione dei rifiuti
Posted by fidest press agency su giovedì, 18 novembre 2021
Signor Sindaco, è di pochi giorni fa la sua elezione a sindaco della Capitale d’Italia e i problemi romani sono numerosi e gravosi, in particolare quello della gestione dei rifiuti, come abbiamo potuto constatare in questi giorni. Non pretendiamo che faccia miracoli, dopo la gestione disastrosa della precedente sindaca, anche perché gli eventi soprannaturali non sono di sua competenza, ma un cosiddetto “segnale forte”, frase che va nel suo partito, ci sta tutto. Se l’Ama, l’azienda dei rifiuti, non è riuscita, e non riesce, a pulire la città, a svuotare i cassonetti e gestire i rifiuti, sarebbe opportuno pensare ad altre situazioni. Per esempio, integrare con apporti esterni la pulizia delle vie e piazze cittadine e fare un bando europeo, con gara a evidenza pubblica, per la gestione dei rifiuti. Sappiamo che ci sono resistenze, dentro la sua maggioranza e nell’Ama, ma una qualche azione forte è necessaria, altrimenti, al termine del mandato, si ritroverà con la “monnezza diffusa”, come è successo a chi l’ha preceduta. Cincischiare non serve. Lei ha le deleghe alle partecipate comunali, compresa l’Ama, ed è utile e necessario fare qualcosa di utile per Roma. In attesa di risposta, cogliamo l’occasione per inviarle gli auguri di buon lavoro. Primo Mastrantoni, Aduc
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Rifiuti. Commissariare Regione Lazio e Comune di Roma
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 luglio 2021
Roma. La Capitale d’Italia è sommersa dai rifiuti. Dire Terzo mondo è già un complimento. Si passa al Quarto.Tutta la crisi della gestione rifiuti nella Capitale d’Italia era prevedibile e oggi i romani pagano le conseguenze di scelte sbagliate, ideologiche, basate su slogan buoni per chi ci vuol credere e, soprattutto, si tiene d’occhio l’elettorato.Sicchè, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, chiude l’unico termovalorizzatore regionale e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, rimane ancorata alle favole dei rifiuti come “materiale post consumo”; insomma, è come definire operatori ecologici i netturbini, ovvero, operatori scolastici i bidelli. Così è politicamente corretto.Nel frattempo, i rifiuti ammorbano l’aria della Città Eterna.Non sono bastati 7 anni al presidente Zingaretti e 5 alla sindaca Raggi per affrontare il problema dei rifiuti a Roma.Occorre una decisione. Commissariare Regione e Comune.Lo chiediamo al Governo. Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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Emergenza rifiuti a Roma: la soluzione è smettere di produrne
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 giugno 2021
Gabbiani che volano sulle strade di Roma, ratti con le dimensioni di gatti e cinghiali nei centri urbani, certi di trovare cibo in quantità. Per non parlare del decoro urbano, segnato da cumuli di spazzature e odori nauseabondi che vengono da secchioni stracolmi, puliti molto raramente, e sporcizia accumulata ai loro lati.Al momento, la questione è stata “tamponata” dirottando 36 mila tonnellate di rifiuti della Capitale in altre 6 Regioni grazie a degli accordi in extremis, ma resta ancora sul tavolo la questione più spinosa: la realizzazione di una discarica a Roma. “Abbiamo messo una ‘toppa’ con lo smistamento fuori regione, ma non si può agire sempre in clima emergenziale. – Commentano Barbara Molinario e Giuseppe Rizzo, candidati in tandem alle prossime elezioni amministrative del XV Municipio per Fratelli d’Italia – La soluzione è smettere di produrre rifiuti, seguendo la filosofia ‘zero waste’. Vanno realizzate campagne di responsabilizzazione dei cittadini, informandoli sulle alternative a minor impatto”. Un’affermazione che appare quasi come un’assurda provocazione ma che i due candidati nella lista di Giorgia Meloni spiegano è qualcosa non solo di realizzabile, ma anche la soluzione migliore nel lungo periodo.“La spazzatura iniziamo a produrla quando facciamo la spesa. Dove possibile, scegliamo prodotti sfusi, nel caso di frutta e verdura, evitiamo le confezioni in plastica. Riutilizziamo i sacchetti della spesa per gettare i rifiuti, o, meglio ancora, portiamone un paio riutilizzabili da casa. – Spiegano Molinario e Rizzo – Il Comune dovrebbe farsi carico di installare nei condomini delle compostiere che possano trasformare i rifiuti organici in compost, che potrà essere utilizzato dagli stessi condòmini o rivenduto a Comune o Municipio. Scuole e uffici pubblici dovrebbero essere dotati di dispenser di acqua per riempire le borracce, riducendo l’utilizzo di bottigliette. Anche gli imballaggi andrebbero ridotti al minimo, magari prevedendo sgravi fiscali per chi sceglie di mettere sul mercato prodotti ‘nudi’ o con packaging compostabili, e sanzioni per chi sceglie soluzioni a maggiore impatto. Questo aiuterebbe a ridurre i rifiuti e, quindi, in parte il problema, ma certo sarà poi necessario trovare soluzioni per ogni tipo di rifiuto, magari pensando a termovalorizzatori al posto delle discariche”.Dichiarazioni che arrivano in un momento di forte disagio nel Municipio e nel resto della città, con cassonetti ovunque stracolmi, rotti, sporchi e maleodoranti.
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Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali
Posted by fidest press agency su giovedì, 17 giugno 2021
Il Presidente di FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) – Chicco Testa, commenta così i dati del Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali, presentato venerdì 11 giugno.“Sono molti i numeri che come ogni anno ISPRA pubblica nel Rapporto sui rifiuti speciali in Italia, vediamone alcuni. Primo: in barba ad ogni ipotesi di disaccoppiamento fra crescita economica e produzione di rifiuti, nel 2019 i rifiuti speciali aumentano del 7,3% rispetto al 2018, pari ad oltre 10 milioni di tonnellate (un terzo del totale dei rifiuti urbani per avere un’idea). Il PIL era cresciuto solo di qualche decimale. Un aumento importante che viene dopo una crescita registrata anche fra il 2017 e 2018, e che è prevalentemente generato dai rifiuti da costruzione e demolizione (+14%). Crescono i rifiuti non pericolosi, da 133 a 144 mln di tonn., i pericolosi sono sostanzialmente stabili intorno ai 10 milioni. Secondo: oltre un quarto dei rifiuti speciali sono “rifiuti da rifiuti”, per oltre 38,6 milioni, cioè scarti prodotti dalle attività di recupero e smaltimento e dalle attività di bonifica e risanamento ambientale. A questi vanno aggiunti i rifiuti del trattamento delle acque. Dopo quelli da costruzione e demolizione, i “rifiuti da rifiuti” sono il principale flusso di rifiuti nazionale. Dato su cui riflettere per impostare la nostra strategia di economia circolare. Terzo: rimaniamo un polo industriale europeo del riciclo con oltre due terzi dei rifiuti speciali che vanno ad operazioni di recupero. Ottima notizia, ma ci sono segnali di fragilità del sistema. L’export registra un aumento del 13,4% rispetto al 2018 e circa il 25% è diretto verso recupero energetico e discariche. Aumenta, anche se di poco, la discarica e gli stoccaggi assorbono l’11% del totale dei rifiuti. Un valore che segnala la difficoltà del sistema dei trattamenti finali nell’assorbire il flusso. Quarto: la produzione e gestione di rifiuti speciali si concentra nel Nord Italia dove si genera il 57,6% del totale dei rifiuti delle attività economiche. Circa 6.000 gli impianti di recupero di materia, 81 gli inceneritori e circa 300 le discariche (di cui 142 per soli rifiuti inerti), 173 gli impianti di compostaggio e digestione anaerobica. Nella sola Lombardia viene smaltito il 26% del totale rifiuti speciali italiani. Uno squilibrio territoriale nord-sud ancora molto forte. Quinto: praticamente non si incenerisce niente, vanno ad incenerimento 1,2 milioni di tonnellate e a coincenerimento 2 milioni di tonnellate. Ma esportiamo verso inceneritori europei. Sesto, la produzione di fanghi da depurazione civile aumenta di circa 280.000 tonnellate rispetto al 2018: segno che i processi di depurazione si stanno diffondendo ancora. Ma la maggior parte dei fanghi viene ancora oggi avviato a smaltimento e non a recupero. Bassissima la quota di rifiuti contenenti amianto trattati e gestiti. Vedremo l’anno prossimo gli effetti della Pandemia sulla produzione dei rifiuti e come il sistema italiano ha affrontato la crisi economica conseguente. Restiamo un distretto del riciclo importante a livello globale, ma per affrontare le sfide del prossimo decennio occorrerà prestare attenzione ai segnali di criticità che il Rapporto indica con chiarezza”.
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