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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 166

J. SAFRA SARASIN: Restiamo positivi sull’oro

Posted by fidest press agency su sabato, 8 giugno 2024

A cura di Claudio Wewel, FX Strategist di J. Safra Sarasin. Dopo un breve periodo di moderato consolidamento, l’oro sembra riprendere la sua tendenza al rialzo. Il dato, del CPI (indice dei prezzi al consumo) USA di aprile, inferiore alle attese, e l’indebolimento delle vendite al dettaglio hanno aiutato il metallo prezioso a tornare vicino al livello storico di 2.400 dollari per oncia troy. Non sono state fornite molte spiegazioni su cosa ci sia dietro la recente impennata dell’oro. Come abbiamo detto qualche tempo fa, il movimento non riflette le recenti dinamiche sul fronte dei rendimenti reali. Inoltre, la storica correlazione negativa tra il dollaro USA e l’oro sembra essersi interrotta. A differenza dei precedenti rally, la recente impennata del metallo prezioso non può essere spiegata dai flussi degli ETF. All’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, gli afflussi negli ETF sull’oro sono saliti alle stelle. Da allora, però, gli ETF hanno registrato un deflusso complessivo. Considerato il recente andamento dei prezzi dell’oro, questo dato è particolarmente sorprendente e indica una sostanziale presa di profitto negli ultimi mesi. Tuttavia, il dato di aprile mostra un’interessante divergenza tra l’Asia e il resto del mondo, a dimostrazione del fatto che la domanda dei Paesi emergenti è fondamentale in questo periodo. A nostro avviso, l’elevata domanda da parte delle banche centrali dei paesi emergenti costituisce un motore particolarmente importante del rally del metallo prezioso. In effetti, il 1° trimestre 2024 ha segnato il primo trimestre con i maggiori acquisti di oro da parte delle banche centrali in un decennio. In questo contesto geopolitico, prevediamo che gli acquisti sovrani si manterranno elevati anche nei prossimi trimestri, il che dovrebbe costituire una base per il prezzo dell’oro. Oltre alle banche centrali degli EM, prestiamo particolare attenzione alla Cina. A fronte del doppio colpo della crisi immobiliare e della sottoperformance del mercato azionario locale, gli investitori cinesi sono alla ricerca di opportunità in asset class alternative. Inoltre, i consumatori cinesi sono diventati cauti nella spesa e ci sono prove aneddotiche che l’oro è sempre più considerato un’alternativa ai depositi a basso rendimento sui conti bancari cinesi. Di conseguenza, il prezzo dell’oro è aumentato ripetutamente in seguito a forti impennate del China gold premium, ovvero il premio al quale l’oro fisico viene scambiato a Shanghai rispetto a Londra. Guardando avanti, riteniamo che i rischi di rialzo e di ribasso siano distribuiti in modo non uniforme. Naturalmente, gli investitori potrebbero rivalutare l’oro nel contesto degli attuali livelli di rendimento reale e del dollaro forte. Ma restiamo convinti che l’aumento del prezzo dell’oro rifletta un cambiamento strutturale della domanda. Al di là delle pressioni inflazionistiche in atto e delle preoccupazioni sulla sostenibilità dei livelli di debito pubblico degli Stati Uniti, l’oro rimane ben sostenuto dalle turbolenze geopolitiche in Medio Oriente. Le prossime settimane potrebbero essere decisive. L’assenza di una correzione pronunciata potrebbe indurre gli operatori a rientrare, accelerando il rally con l’inversione di tendenza nello spazio degli ETF. Questo scenario appare ancora più probabile, dato che l’indebolimento del dollaro USA e il calo dei rendimenti reali dovrebbero fornire ulteriori venti di coda, inducendoci ad aumentare entrambi i nostri obiettivi di fine anno per il 2024 e il 2025.

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