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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 165

L’esercizio fisico aiuta a prevenire le cadute negli anziani

Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 giugno 2024

Gli interventi basati sull’esercizio fisico offrono un beneficio netto moderato nella prevenzione delle cadute e delle relative morbilità negli anziani a rischio. Inoltre, gli interventi multifattoriali, che combinano diverse strategie personalizzate basate su una valutazione iniziale dei rischi modificabili, forniscono un piccolo beneficio netto. Sono queste le conclusioni delle nuove raccomandazioni della U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF), pubblicate su JAMA da un gruppo di ricerca coordinato da Wanda K. Nicholson della George Washington University. Le cadute rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità tra gli anziani negli Stati Uniti, con un tasso di incidenza del 27,5% nel 2018 e un totale di 38.742 decessi correlati nel 2021.Il gruppo di ricerca ha analizzato 37 studi randomizzati controllati, coinvolgendo un totale di 16.117 partecipanti: gli esercizi più comunemente utilizzati includevano l’allenamento della deambulazione, dell’equilibrio e della funzionalità, seguiti dall’allenamento della forza e della resistenza, della flessibilità e dell’endurance. Gli studi hanno mostrato una riduzione significativa del tasso di cadute incidenti, e del numero di anziani soggetti a più cadute.Per quanto riguarda gli interventi multifattoriali, 28 studi hanno coinvolto 27.784 partecipanti, con età media compresa tra 72 e 85 anni. Questi interventi comprendevano una valutazione iniziale dei rischi e interventi personalizzati come esercizi fisici, revisioni mediche e modifiche ambientali. I risultati hanno indicato una riduzione significativa del tasso di cadute incidenti, sebbene non siano state riscontrate riduzioni significative nelle cadute con lesioni, nelle fratture correlate alle cadute o nella mortalità generale.L’USPSTF raccomanda quindi l’integrazione degli esercizi fisici nella routine degli anziani a rischio di cadute (raccomandazione di grado B) e suggerisce di decidere caso per caso se offrire interventi multifattoriali (raccomandazione di grado C). (fonte: Medicina interna33)

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