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Capital Group: Nearshoring: parola in voga a Wall Street o vento di coda strutturale?

Posted by fidest press agency su domenica, 2 luglio 2023

A cura di Ana Reynal, Equity Investment Analyst di Capital Group. Per spiegare l’evoluzione dei pattern del commercio globale negli ultimi anni si sono fatti strada numerosi tipi di “shoring”. Gli ultimi decenni sono stati un periodo di grossi cambiamenti nelle filiere. Dopo il COVID-19, l’ultimo trend emerso è quello del nearshoring. L’offshoring è stata la tendenza dominante dai primi anni Novanta agli anni 2010. Il fenomeno si è ridimensionato dopo la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia, mettendo a nudo molte delle debolezze della globalizzazione. Il nearshoring è opposto: le aziende riportano la produzione nei Paesi vicini ai loro mercati e in fusi orari simili per minimizzare potenziali interruzioni. Sulla base di un sondaggio di 338 società estere che operano in Cina. Di queste, 63 hanno dichiarato che avrebbero reindirizzato gli investimenti dalla Cina ad altre sedi, ad esempio il sudest asiatico, il Messico, l’India e gli Stati Uniti. Fonte: AmCham Shanghai 2021 China Business Report, pubblicato il 22 settembre 2021. Un potenziale favorito è il Messico, che vanta già diverse partnership commerciali con gli USA e rappresenta una quota più elevata delle esportazioni di questi ultimi (15,2%) rispetto alle importazioni (13,2%) La manodopera nel settore manifatturiero è, in Messico, più economica (rispetto agli Stati Uniti e alla Cina), più disponibile (rispetto agli USA), competente e facile da formare. Interessante è la solidità del contesto giuridico per le imprese nel Paese, che possono accedere a tutele extra e ai meccanismi di risoluzione delle controversie previsti dall’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA). Gli afflussi nel Paese sono in crescita: gli investimenti diretti esteri (IDE) nel 2022 erano ai massimi dal 2015. Il freno principale alla crescita economica del Messico dall’avvio dell’amministrazione del Presidente Andrés Obrador nel 2018 sono stati gli investimenti pubblici e privati. Cina e Messico sono i due principali fornitori di importazioni verso gli USA e considerando l’entità del supporto bipartisan al rafforzamento degli scambi commerciali con il Messico, è possibile che il gap si chiuda nel corso di questo decennio. Nonostante la solidità del peso messicano, i settori turistico e manifatturiero stanno registrando un buon andamento grazie al ‘revenge travel’ degli americani e agli investimenti nel nearshoring. Un elemento che ostacola l’opportunità del Messico è la situazione dell’energia elettrica: le politiche sempre più nazionaliste del Paese hanno spinto USA e Canada ad aprire una disputa in base all’USMCA lo scorso anno.Secondo un’analisi di Morgan Stanley, i Il Messico necessita di 37 gigawatt (GW) di capacità aggiuntiva per sostenere la sua crescita del PIL e i potenziali investimenti per il nearshoring,pari a una spesa in conto capitale di almeno USD40 miliardi.Le azioni messicane sono oggi più interessanti rispetto al passato con venti di coda più forti rispetto a gran parte di altre economie in via di sviluppo, con una governance migliore del previsto,Il Messico ha agito prima del resto del mondo in termini di rialzi dei tassi di interesse, l’inflazione è ora sotto controllo e le valutazioni azionarie sono inferiori alle medie decennali. Il Messico presenta numerosi vantaggi, ma non è esente da rischi. Continueremo a monitorare come il governo li gestirà per cercare di capire se sarà in grado di mantenere la grande promessa di questo ultimo “Mexico moment”. (Abstract by http://www.verinieassociati.com)

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