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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 174

Cultura come linguaggio della conoscenza e delle scelte di vita

Posted by fidest press agency su domenica, 20 agosto 2023

Non a caso Gramsci vide nella cultura il solo strumento che potesse indurre gli italiani, nello specifico, e i cittadini di tutto il mondo, più in generale, a mutare in profondità il quadro di una insufficienza storica e culturale radicata. È quel salto qualitativo che trasformerà l’essere umano in un cittadino moderno ed evoluto “in grado di realizzare la rivoluzione che è, a sua volta, il solo modo di superare e distruggere l’arretratezza dei costumi nazionali.” In questa chiave di lettura il socialismo divenne lo strumento più efficace per consentire ai proletari di dirigere la società e completare la modernizzazione di un’identità europeista e mondiale zoppicante. Una cultura, quindi, che è considerata utile al processo rivoluzionario, ma non certo per diventare strumentale al sistema e alle logiche di taglio ideologico. È quanto, invece, è accaduto con l’URSS dove la cultura è diventata uno “strumento” del regime e non uno stimolo per una crescita del pensiero e per la costruzione di un nuovo modello di società spurgato dalle sue mire imperialiste. In questo senso la stessa cultura proposta da Gramsci è ben diversa dalla “organizzazione e dalla disciplina del proprio io interiore o come presa di possesso della propria personalità.” Da qui l’idea che una rivoluzione non nasce a caso, non è il frutto degenere di una rivolta di popolo irrazionale e istintiva, “ma deve essere preceduta da un intenso lavorio di critica, di penetrazione culturale, di permeazione di idee attraverso aggregati di uomini prima refrattari e solo pensosi di risolvere giorno per giorno, ora per ora, il proprio problema economico e politico per sé stessi, ma senza negare, in seconda battura, i legami di solidarietà con gli altri che si trovano nelle stesse condizioni.” (Redazionale)

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