Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 169

Scuola: Gli stipendi di docenti e Ata rimangono tra i più bassi d’Europa

Posted by fidest press agency su sabato, 18 Maggio 2024

In Italia gli stipendi dei docenti e del personale Ata risultano tra i più bassi rispetto alla media europea, tuttavia da un recente studio internazionale, realizzato da Ocse Talis e diffuso da Invalsi, risulta che c’è chi sta peggio di noi, soprattutto ad inizio carriera e dopo 15 anni di anzianità: con 28.113 euro di stipendio medio annuo, il compenso mensile dell’insegnante italiano produrrebbe un potere di acquisto accettabile. Il gap si evidenzia invece a fine carriera. Avvicinandosi al pensionamento, quando i docenti arrivano a percepire in media poco più di 40.000 euro annui, il potere d’acquisto dei nostri insegnanti si affloscia, soprattutto se consideriamo i 48.876 euro della Spagna, i 55.497 euro del Portogallo, i 60.947 euro dell’Austria, per non parlare dei Paesi nordici dove si arriva anche a 100.000 euro. In un contesto così difficile, è chiaro che si deve fare del tutto per innalzare lo stipendio. Anche attraverso il giudice del lavoro.È quello che ha deciso di fare Anief per tutelare tutti i docenti e il personale Ata con contratto “breve e saltuario”: l’Ufficio Studi del giovane sindacato ha calcolato che c’è un’indennità per docenti e Ata che manca in busta paga e varia tre le 80 a 300 euro mensili in più in busta paga, a seconda dei livelli di anzianità. “È sempre più assodato – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che il salario accessorio rappresenti un diritto dei lavoratori. Non si comprende perché Rpd per i docenti e Cia per il personale Ata con contratti ‘brevi’ comportino una esclusione, visto che lavoro e responsabilità sono identiche a quelle dei lavoratori di ruolo”.Di recente, la Corte di Cassazione ha ribadito il concetto, con un’altra Ordinanza esemplare resa pubblica pochi giorni fa: la rilevante disposizione favorevole – ottenuta da legali Anief e che si somma ad altre delle Suprema Corte, come la n. 20015 del 27.7.201, oltre che alla direttiva 1999/70/CE – conferma in pieno il diritto dei supplenti brevi a ricevere l’indennità per docenti e Ata che varia da 80 a 300 euro mensili in più in busta paga, a seconda dei livelli di anzianità: secondo i giudici di Cassazione, questo salario accessorio spetta anche ai supplenti che abbiano sottoscritto un contratto di uno o più giorni. Sarebbe bene, quindi, che ogni supplente o ex supplente breve interrompa i termini di prescrizione, inviando una diffida tramite Anief, e ricorra al più presto in tribunale per farsi restituire i soldi negati, che a livello di arretrati possono superare i 3.000 euro annui. Nell’ultima Ordinanza della Corte di Cassazione, gli alti giudici spiegano che su questa negazione di voce stipendiale vale “il principio di non discriminazione sancito dalla clausola 4 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE”, la quale “attribuisce al comma la “Retribuzione Professionale Docenti” a tutto il personale docente ed educativo, senza operare differenziazioni fra assunti a tempo indeterminato e determinato e fra le diverse tipologie di supplenze”.

Lascia un commento