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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 166

Mercati globali: sviluppi positivi per l’Europa

Posted by fidest press agency su venerdì, 7 giugno 2024

A cura di Paul Doyle, Responsabile Azionario Large Cap Europa di Columbia Threadneedle Investments. In Europa il PIL reale è rimasto invariato nel quarto trimestre e non è aumentato quasi per nulla in tutto il 2023. Abbiamo assistito ad una contrazione del PIL tedesco a causa dell’abbandono del gas russo a basso costo e dell’introduzione di politiche net zero. Mentre l’Europa meridionale ha registrato un andamento migliore: il settore manifatturiero è in ripresa, sebbene i dati rimangano per lo più contrastanti. Benché deludente, l’andamento dell’inflazione europea evidenza una continua tendenza discendente, con conseguente aumento dei salari reali e della fiducia dei consumatori. Assistiamo, comunque, ad un inasprimento degli standard di erogazione dei prestiti, ad una riduzione dell’offerta di moneta e ad un impulso al credito negativo. L’Europa meridionale è quella che ha registrato i risultati migliori negli ultimi tempi, ma nei prossimi 12 mesi due terzi dei prestiti giungeranno a scadenza e dovranno essere rinnovati a tassi superiori – per l’Europa nel suo complesso la percentuale è del 30%. La politica fiscale non sarà di aiuto in questa situazione, dato che l’Europa sta subendo una stretta fiscale dell’1% quest’anno, con un inasprimento ancora maggiore in Germania. Nonostante la crescita del PIL sia stata nulla nell’Eurozona, l’anno scorso la disoccupazione è scesa al 6,4%[5] (per quanto i posti di lavoro vacanti stiano diminuendo).Il calo della pressione inflazionistica e il miglioramento dell’impulso al credito solleveranno l’economia dell’Eurozona, per cui la BCE potrebbe decidere di operare un taglio dei tassi inferiore rispetto a quello auspicato dagli investitori. L’impulso al credito è passato dal 3,2% nel 2022 a un disastroso -5% nel 2023, un dato che fa riflettere sull’anno di crisi appena trascorso. Tuttavia, è improbabile che l’impulso al credito crolli di nuovo, quindi anche se il credito aggiuntivo dovesse passare a zero, si tratterebbe di una notizia positiva, con una conseguente crescita del PIL reale. Oggi l’inflazione media in Europa è del 2,4%[6], con i prezzi in discesa e i salari reali in crescita. L’aumento dei rendimenti obbligazionari aveva contribuito a rendere negativo l’impulso al credito ma, di conseguenza, una moderazione dei rendimenti dovrebbe ridare slancio al credito. L’indagine sul credito bancario nell’Eurozona mostra infatti come le condizioni di credito non siano più restrittive e come la riduzione dell’indebitamento stia rallentando.Sebbene nulla di ciò dipinga un quadro rialzista, si tratta di un ulteriore elemento positivo, nonostante il peggioramento della stretta fiscale in Europa, che passerà dallo 0,4% nel 2023 all’1% nel 2024. Il miglioramento delle condizioni globali e l’impulso al credito compensano infatti oltremodo questa stretta. Gli analisti sono concordi nel prevedere che quest’anno ci sarà una riduzione degli utili in Europa e una crescita negli Stati Uniti, sebbene le revisioni degli utili europeii stiano migliorando. Il rapporto tra la capitalizzazione di mercato e l’offerta di moneta, pari a 2,4 volte, è ai massimi storici negli Stati Uniti, ma è pari solo a 0,6 volte nell’Eurozona – il più basso di tutti i mercati principali. Inoltre, il premio sul prezzo dell’energia rispetto agli Stati Uniti, dovuto alla guerra in Ucraina, si ridurrà. Le scorte di gas in Europa sono oggi a livelli record, le fonti rinnovabili continuano a crescere e l’incremento del gas naturale liquefatto aiuterà l’industria e i consumatori europei. In generale, l’Eurozona ha sottoperformato gli Stati Uniti del 15% dallo scorso maggio a causa della scarsa produttività (spese in conto capitale insufficienti e mal distribuite). La situazione non cambierà presto, visto che si sta percorrendo la strada del “net zero”. L’Europa rimane quindi una scommessa ciclica legata alla Cina, al commercio globale e ai prezzi relativi dell’energia, con l’aspettativa che gli utili saranno inferiori a quelli degli Stati Uniti. I titoli ciclici europei hanno evidenziato un andamento migliore quest’anno e sono più costosi di un’intera deviazione standard rispetto a quelli dei titoli difensivi.Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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